La scommessa dell`università a Trento

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La scommessa dell`università a Trento
La scommessa
dell'università a Trento
“U
na nuova frontiera da raggiungere contro le barriere culturali.” Nel febbraio
del 1962, in occasione dell’esame da
parte del Consiglio provinciale del
bilancio di previsione, il presidente della Giunta Bruno Kessler propone la creazione di un Istituto Universitario per lo studio delle scienze
sociali. Ha così inizio, grazie all’intuizione di Kessler, il cammino che
porterà in breve tempo alla nascita
dell’Istituto trentino di cultura e dell’Università di Trento. Il presidente della Provincia, convinto che il
Trentino avesse bisogno di un’istituzione universitaria, nel periodo a cavallo fra il 1961 ed il 1962 deve scegliere fra il portare a Trento una facoltà cosiddetta tradizionale, oppure
individuarne una nuova. La prima
ipotesi è scartata, anche in considerazione del fatto che sull’asse Venezia-Torino sono dislocate tutte le facoltà tradizionali. Si opta pertanto
per la seconda ipotesi, individuando nelle scienze sociali e, in particolare, in sociologia una novità sulla
quale puntare, anche sulla base di
una letteratura scientifica e di una
pubblicistica divulgativa che ne ravvisava, in Italia, sia l’urgenza che la
necessità. La Provincia, avvalendosi
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della propria competenza primaria
in materia di istituzioni culturali, individua un ente giuridicamente valido a promuovere, fra i vasti compiti culturali statutari, la costituzione
di una facoltà universitaria. In meno di un anno, quindi, l’Università
diventa realtà:
– il 20 luglio 1962 la Giunta provinciale approva il disegno di
legge “Istituzione dell’Istituto
–
–
–
trentino di cultura”;
il 25 luglio la Commissione consiliare per gli affari generali approva all’unanimità il disegno di
legge;
il 27 luglio in Consiglio provinciale inizia il dibattito sul disegno di legge “Istituzione dell’Istituto trentino di cultura”;
il 31 luglio il disegno di legge è
approvato;
il Trentino
–
il 29 agosto il provvedimento ottiene il visto governativo;
– il 9 settembre la legge è pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione;
– l’11 settembre la Giunta provinciale nomina la Commissione incaricata di reggere l’Istituto trentino di cultura in via provvisoria;
– il 12 settembre 1962 la Commissione delibera l’istituzione dell’Istituto universitario di scienze
sociali di Trento e ne nomina il
Collegio commissariale, incaricato dell’organizzazione scientifica-didattica e della stesura dello Statuto.
– il 5 novembre cominciano le lezioni.
L’iniziativa legislativa per il riconoscimento giuridico dell’Istituto universitario di scienze sociali a rilasciare diplomi di laurea in sociologia prende avvio nel dicembre del
1962 e porta, fra le altre, le firme dei
il Trentino
senatori trentini Mott, de Unterrichter e Spagnolli. Il provvedimento, una volta arrivato in Commissione pubblica istruzione, decade
per sopravvenuta fine legislatura. Si
deve attendere il febbraio del 1964,
quando il senatore di Trento, Paolo
Berlanda, con altri, deposita presso
la Presidenza del Senato un nuovo
disegno di legge avente per oggetto “Norme generali sull’Istituto superiore di scienze sociali di Trento”.
Inizialmente il Parlamento, attraverso una serie di emendamenti, modifica il testo di legge con il riconoscimento della “laurea in scienze politiche e sociali ad indirizzo sociologico”. L’intervento del presidente della Provincia Kessler e la vivace protesta degli studenti inducono però il
Parlamento a ripristinare, accogliendo le argomentazioni di Kessler e gli
emendamenti dell’onorevole Luigi
Berlinguer, il testo originario, con
il riconoscimento della “laurea in
sociologia.” Nel maggio del 1966,
dopo l’approvazione da parte della Commissione pubblica istruzione
della Camera, anche la competente Commissione del Senato approva il disegno di legge varando così
il provvedimento in modo definitivo.
Il 4 luglio del '67 il Presidente della Repubblica con proprio decreto
approva lo "Statuto del libero Istituto superiore di scienze sociali di
Trento". Pochi giorni dopo, vengono conferite le prime lauree ai nuovi
dottori in sociologia: Alberto Franceschini di Trento, Tiziana Merci di
Bolzano, Saverio Ferretti di Egna,
Chiara Tomasi di Levico, Rosalba
Casetti di Fai, Paolo Ascoli di Milano, Pier Paolo Benedetti di Rimini, Mario Calderini di Novara, Giuliano Di Bernardo di Penne e Guido Gambetta di Bergamo. Nel 1972
l’Istituto superiore di scienze sociali
diventa libera Università degli Studi
di Trento; alla facoltà di sociologia si
affiancano, secondo statuto, scienze
ed economia e commercio. Nel 1982
la libera Università di Trento diventa statale.
In alto, la facoltà di Sociologia.
Nella pagina accanto,
i primi studenti laureati
con il direttore, prof. Mario Volpato.
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