Guida per la redazione del Piano di Salute
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Guida per la redazione del Piano di Salute
Educazione Sanitaria [email protected] Guida per la redazione del Piano di Salute Scolastico Scuola primaria ASL Napoli 1 Centro Educazione Sanitaria Uno dei contenuti educativi più importanti della scuola è la scuola stessa (J. Bruner) Il curricolo nascosto è più incisivo del curricolo manifesto (L. Kohlberg) Guida per la redazione del Piano di Salute Scolastico Scuola Primaria Numerose ricerche hanno dimostrato che il curricolo nascosto, cioè l’insieme dei messaggi che lo studente percepisce nel contesto scolastico fuori dall’attività didattica programmata, incide educativamente molto più del curricolo manifesto (cioè dell’attività didattica programmata, quali lezioni, esercitazioni ecc.). E’ come se lo studente recepisse che durante il curricolo manifesto l’educatore invia determinati messaggi perché lo impone il suo ruolo e aspettasse conferma da quanto dice e fa l'educatore fuori dal suo ruolo. Tali messaggi, quindi, possono essere confermati o contraddetti. Nel primo caso essi saranno rinforzati, nel secondo caso lo studente riterrà falsi i messaggi inviati col curricolo manifesto e veri quelli inviati nel curricolo nascosto (penserà: “Nemmeno il professore crede a quel che dice, infatti non si comporta di conseguenza; ma dice quel che dice perché non può fare altrimenti”). La stessa cosa succede se i messaggi inviati dall’educatore sono contraddetti dal contesto scolastico (p.es. si insegna il rispetto della legge, ma nella scuola è prassi normale fumare). Per questo motivo l’impegno di tanti docenti e dirigenti viene spesso affievolito o anche annullato dal non avere prestato attenzione al curricolo nascosto e da non avere cercato di agire sul contesto scolastico per renderlo coerente con i messaggi inviati nel curricolo manifesto. Cambiare il curricolo nascosto è difficile (sicuramente più difficile di adottare un nuovo progetto didattico), ma di estrema importanza. Per questo abbiamo steso questa piccola guida per rendere un poco più facile questo compito. Ovviamente ci siamo limitati a quanto di nostra competenza (la promozione della salute e di un ambiente salutare). Attività fisica L'attività fisica è di grande importanza per la salute, il benessere e lo sviluppo fisico, psichico e sociale. Una quotidiana e adeguata attività fisica è di grande importanza per la promozione del benessere, il mantenimento della salute e la prevenzione di numerose patologie. Il nostro organismo è programmato geneticamente per fare lunghe camminate, per correre, per arrampicarsi, per lottare e per molte altre attività motorie, perché per milioni di anni sono stati gli strumenti indispensabili per procacciarsi il cibo, fuggire dai predatori, difendersi. Si è così selezionato un patrimonio genetico funzionale ad una frequente e anche intensa attività motoria. Per questo motivo un’insufficiente attività fisica è tra le cause di numerosissime patologie: obesità, arteriosclerosi, diabete, infarto, ictus, cancro del colon, colecistopatie, osteoporosi, lombaggine ecc. Un’adeguata attività fisica, invece, rafforza i muscoli, i tendini e le ossa, aumenta la capacità respiratoria, tiene pulite le arterie, migliora l’umore e aiuta a dormire meglio. Inoltre l'attività motoria svolge un'importantissima funzione nello sviluppo cognitivo, affettivo e sociale di bambini e ragazzi. Per le motivazioni su esposte l'educazione fisica è materia obbligatoria per tutte le scuole di ogni ordine e grado. Quanta attività fisica. Gli adulti dovrebbero fare: - almeno 1 ora al giorno di attività non particolarmente impegnative (camminare a passo svelto, andare in bicicletta in piano, ecc.) - almeno 1 ora alla settimana di attività impegnative (salire le scale, nuoto, ginnastica, atletica, ballare, correre, andare in bici). Bambini e ragazzi dovrebbero fare: - almeno 1 ora al giorno di attività non particolarmente impegnative (camminare a passo svelto, ASL Napoli 1 Centro Educazione Sanitaria andare in bicicletta in piano, ecc.) almeno 1 ora al giorno di attività impegnative (salire le scale, giochi di squadra, correre, ginnastica, atletica, nuoto, ballare, andare in bici). E’ preferibile un’attività fisica quotidiana (anche frazionata) ad un’attività fisica di pari durata ma concentrata in pochi giorni della settimana. - La situazione italiana è drammatica Purtroppo oggi la maggioranza degli italiani svolge un'attività motoria del tutto inadeguata. Il 90-95% degli adulti e l’89% dei bambini napoletani non svolge un'attività fisica adeguata. Solo il 32% pratica un’attività sportiva due volte la settimana, ma in media solo un terzo del tempo passato nelle strutture sportive viene impiegato nell'attività fisica. Il 50% dei bambini va a scuola in auto, moto o pulmino. Il 16% dei bambini sta per almeno 5 ore al giorno a vedere la TV o la playstation, il 38% per almeno 3 ore al giorno. E’ indispensabile quindi che nelle ore di educazione fisica previste dalla normativa i ragazzi facciano sempre un’attività motoria adeguata, che la scuola promuova uno stile di vita attivo, che favorisca l’attività sportiva e che sia essa stessa un contesto che faciliti un stile di vita attivo. Analizzare le criticità e le opportunità della propria scuola rispetto alla promozione dell’attività fisica Per rendere più facile alla scuola svolgere i compiti prima indicati proponiamo questo strumento di analisi della propria realtà scolastica (check-list) per individuare le opportunità e le criticità del proprio contesto scolastico. Per ogni criticità/opportunità riscontrata invitiamo a leggere la sezione “Alcuni suggerimenti e buone pratiche”, che illustra cosa le scuole possono fare per sopperire a tale criticità e sfruttare al meglio le proprie opportunità (per tale motivo nella prima colonna della check-list è indicata la nota con il relativo numero dei suggerimenti per quella criticità/opportunità). Check-list su opportunità e criticità rispetto alla promozione dell’attività fisica Sugg. 1 1 1 1 1 1 1 1 1 2 3 4 5 6 7 Gli studenti fanno sempre attività motoria nelle ore di educazione fisica? SI La scuola è dotata di palestra? SI La palestra è adeguata? SI La palestra è utilizzata anche fuori dall'orario di lezione? SI La scuola è dotata di cortile? SI Se SI, come è utilizzato? parcheggio palestra Il cortile è utilizzabile in parte o in toto per svolgere attività fisica? SI La scuola è dotata di giardino? SI Il giardino è utilizzabile per svolgere attività fisica? SI Nella scuola c’è un servizio piedibus? SI Nella scuola ci sono rastrelliere per bici? SI La scuola ha ascensori? SI La scuola prevede crediti formativi per chi pratica uno sport? SI La scuola partecipa a iniziative di promozione dell'attività sportiva (es. Giochi SI della Gioventù)? La scuola divulga e favorisce la partecipazione ad iniziative di promozione SI dell'attività motoria (es. escursioni a piedi o in bici, iniziative di sostegno alla pedonalità e di contrasto all'uso del trasporto privato ecc.)? NO NO NO NO NO Altro NO NO NO NO NO NO NO NO NO Suggerimenti e buone pratiche 1) Palestra assente o inadeguata. In tal caso si può sopperire: a) utilizzando una palestra di un Centro sportivo vicino o di un'altra scuola (stipulando apposito accordo) b) utilizzando il cortile della scuola (in toto o in parte) per attività fisiche adatte a tale contesto. Se il cortile è occupato da auto e moto, utilizzandolo per l’attività motoria si dà anche un segnale di favorire la pedonalità e l’uso dei mezzi pubblici di trasporto o di uso collettivo del mezzo di trasporto privato (car ASL Napoli 1 Centro Educazione Sanitaria pooling). Si veda l’esperienza del 3° Istituto Comprensivo di Conegliano in provincia di Treviso c) utilizzando il giardino della scuola (in toto o in parte) per attività fisiche adatte a tale contesto (es. corsa, salti, alcuni esercizi ginnici e giochi di squadra, giardinaggio ecc.). Si veda l’esperienza del 3° Istituto Comprensivo di Conegliano in provincia di Treviso d) chiedendo al Comune di pedonalizzare la strada adiacente alla scuola negli orari scolastici e di utilizzarla per attività fisiche adatte a tale contesto (rivolgersi a Ufficio Viabilità e Traffico: Palazzo S. Giacomo, Piazza Municipio, tel.fax 0817955219). Si veda anche il file “Varare un piano degli spostamenti casa-lavoro” nella cartella “Scuola Ecosostenilile” del cd. e) utilizzando un’area verde vicino alla scuola. In tal caso si può chiedere al Comune di garantire la sicurezza del percorso per raggiungere l’area verde (rivolgersi a Ufficio Viabilità e Traffico: Palazzo S. Giacomo, Piazza Municipio, tel.fax 0817955219). Si veda l’esperienza della SMS Fiorelli di Napoli. f) In aggiunta ai suggerimenti precedenti è bene sottolineare che è possibile far svolgere agli studenti esercizi fisici sul posto, nella propria aula. Tale modalità viene spesso poco considerata ma è invece di grande importanza e di facile realizzabilità. Basta far eseguire esercizi come accovacciarsi e alzarsi, flettersi ed estendersi, marciare sul posto ecc.; basta farli praticare anche per solo 5 minuti, più volte nel corso della giornata a scuola (per esempio ogni ora). Dopo 5 minuti di attività fisica gli studenti, inoltre, sono più svegli e più attenti e quindi rendono di più. Segnaliamo che alcuni Paesi, come la Svizzera, hanno fatto di tale modalità una delle principali strategie per aumentare l’attività fisica svolta giornalmente dagli studenti e promuovere uno stile di vita attivo, con buoni risultati (si veda www.schulebewegt.ch/internet/Schulebewegt/it/home.html). 2) Assenza di un servizio piedibus a) promuovere i piedibus. Presso l’ANEA c’è un albo di accompagnatori (www.anea.eu): contattare gli accompagnatori più vicini alla scuola e chiedere se vogliono organizzare una o più linee di piedibus. Si veda l’esperienza del 61° e 91 CD di Napoli b) organizzare in proprio una o più linee di piedibus. Si veda il file “Come organizzare un piedibus” nella cartella “Attività fisica”; si visiti anche www.piedibus.it. 3) Assenza di rastrelliere per bici a) l’installazione di una rastrelliera può essere richiesta al Comune o acquisita con fondi scolastici. Il costo va dai 65 euro (rastrelliera da 5 posti) in su. Per informazioni www.edilportale.com/prodotti/arredo-urbano-e-spazi-pubblici/arredo-urbano-e-spazipubblici/portabici/725. 4) Favorire l’uso delle scale invece degli ascensori a) apporre vicino all’ascensore il cartello che invita a preferire le scale (un fac simile è nella cartella Attività fisica). Questo semplice intervento è di provata efficacia per aumentare l’attività fisica e, per questo, lo proponiamo per la sua valenza educativa a tutte le scuole, anche se l’uso dell’ascensore è interdetto agli studenti. Inoltre è utile sottolineare che si potrebbe suggerire agli insegnanti di fare le scale perché l’esempio è molto più efficace di qualsiasi consiglio: gli insegnati spesso sottovalutano quanto il loro ruolo costituisca un modello per gli studenti. 5) Dare crediti formativi o prevedere altre forme di promozione dell’attività sportiva a) Dare crediti formativi a chi pratica uno sport (al fine di evitare abusi si consiglia di prevederlo solo per chi pratica un minimo di ore di attività sportiva settimanale e partecipa a gare) b) concedere permessi (di non seguire alcune ore di lezione per partecipare a gare o allenamenti, di non essere interrogati il giorno dopo le gare ecc.). E’ importante creare un contesto favorevole alla cultura dell’attività sportiva incitando i bambini a trovare il tempo per studiare e nello stesso tempo a praticare uno sport. 6) Partecipare ai Giochi della Gioventù o altre iniziative similari I Giochi della Gioventù sono organizzati dal CONI, ma anche altri enti sportivi organizzano attività ed eventi per gli studenti. Per informazioni www.coni.it/index.php?id=57 oppure contattare la Segreteria Organizzativa Centrale (tel. 06/3208509, e-mail [email protected]. 7) Divulgare e favorire la partecipazione ad iniziative di promozione dell'attività motoria a) Contattare le seguenti associazioni che organizzano escursioni a piedi o in bici, e pubblicizzare le loro iniziative: - Associazione Marco Mascagna: www.giardinodimarco.it, [email protected] - Lerka Minerka: www.lerkaminerka.com, [email protected], [email protected] - Agrifoglio: www.associazioneagrifoglio.it, [email protected] ASL Napoli 1 Centro Educazione Sanitaria - Asfodelo: [email protected] - CAI (Club Alpino Italiano): www.cai.it; [email protected] - Cicloverdi: www.cicloverdi.it; [email protected] b) Contattare i seguenti enti impegnati nella promozione della pedonalità/ciclabilità e nel contrasto all'uso del trasporto privato: ANEA: www.anea.eu, [email protected], tel. 081409459 WWF: www.wwf.it, [email protected], tel. 0815607000 Legambiente: www.legambiente.campania.it, [email protected], tel. 081261890 Associazione Marco Mascagna: www.giardinodimarco.it, [email protected] Cicloverdi: www.cicloverdi.it; [email protected]. Alimentazione A Napoli il 19% dei bambini di 8-9 anni è obeso e il 29% in soprappeso, il 93% e il 74% dei bambini mangia quantità inadeguate rispettivamente di verdure e frutta, il 15% non fa colazione la mattina, il 31% mangia a colazione almeno una merendina, il 57% mangia almeno una merendina al giorno. Tutte le ricerche ci dicono che in Italia si mangia troppo: troppe proteine (90g in media, invece dei 50-70 consigliati), troppi grassi (85g in media, invece dei 60-80 consigliati), troppo sale (12 g in media, invece dei 3-5 consigliati). L’alimentazione abbondante e l’eccessiva assunzione di grassi saturi (tipologia di grassi presenti negli alimenti preconfezionati, nei formaggi, salumi, dolci, carni grasse, margarina, burro) sono la principale causa dell’arteriosclerosi e delle sue complicanze (infarto, ictus). L’eccessiva assunzione di calorie, proteine, grassi e l’insufficiente assunzione di frutta e verdura sono le principali cause dei tumori dovuti all’alimentazione. Gli obiettivi per promuovere un’alimentazione corretta Per questi motivi i principali obiettivi da perseguire possono essere sintetizzati così: mangiare meno (soprattutto meno snack, formaggi, salumi, dolci, carni grasse), mangiare più frutta e verdura. Per fare una corretta alimentazione si possono seguire questi consigli: • latte o yogurt: 1-3 bicchieri al giorno (preferire il latte fresco parzialmente scremato) • cereali (pasta, riso, pane ecc.): 2-3 porzioni al giorno • verdura: 2 porzioni al giorno, di cui possibilmente una cruda (ovviamente verdura fresca di stagione) • frutta: 2-3 porzioni al giorno (ovviamente frutta di stagione) • alimenti ricchi di proteine (legumi, formaggi, carne, pesce, salumi): 1 porzione al giorno (i legumi 24 volte la settimana e altrettanto il pesce) • uova: 2-3 alla settimana (1 se si ha il colesterolo alto) • oli e grassi: preferire l’olio extravergine d’oliva anche per cuocere • snack (patatine, merendine ecc.): il meno possibile! Poiché le abitudini alimentari s’instaurano durante l’età evolutiva e, oltre alla famiglia, ha una grande importanza il gruppo di pari e il contesto di vita, è necessario che la scuola, oltre a svolgere programmi di educazione alimentare che favoriscano scelte alimentari corrette, sia anche un contesto che non contraddica quanto si afferma in tali programmi. Analizzare le criticità e le opportunità della propria scuola rispetto alla promozione di una corretta alimentazione Per rendere più facile alla scuola di essere un contesto che favorisce un’alimentazione corretta, proponiamo questo strumento di analisi della propria realtà scolastica (check-list). Per ogni criticità/opportunità riscontrata invitiamo a leggere la sezione “Alcuni suggerimenti e buone pratiche”, che illustra cosa le scuole possono fare per sopperire a tale criticità e sfruttare al meglio le proprie opportunità (per tale motivo nella prima colonna della check-list è indicata la nota con il relativo numero dei suggerimenti per quella criticità/opportunità). ASL Napoli 1 Centro Educazione Sanitaria Check-list su opportunità e criticità rispetto alla promozione della corretta alimentazione note 1 1 2 3 4 5 6 7 La scuola ha un servizio di refezione? Il menù è stato stabilito dal SIAN (Servizio Igiene degli Alimenti e della Nutrizione)? Il menù prevede solo alimenti di stagione? Il capitolato favorisce i prodotti locali (in particolare frutta e verdura)? Nella scuola c’è un bar o altro soggetto che vende prodotti alimentari (esclusi distributori automatici)? La scuola partecipa ad iniziative di promozione del consumo di frutta o altri alimenti salutari Nella scuola vi sono distributori di alimenti? Gli alunni portano da casa il pasto da consumare a scuola? SI SI SI SI SI NO NO NO NO NO SI SI SI NO NO NO Suggerimenti e buone pratiche 1) Se è presente un servizio di refezione Se la scuola ha un servizio di refezione bisogna che il pasto sia equilibrato e coerente con gli obiettivi e i consigli di educazione alimentare prima indicati. a) I capitolati per l’affidamento dei servizi mensa delle scuole pubbliche sono redatti sulla base delle indicazioni del SIAN (Servizio Igiene degli Alimenti e della Nutrizione dell’ASL). Anche le scuole private possono chiedere il supporto del SIAN ed è bene che ciò avvenga. b) Varie ricerche hanno evidenziato che l’alimentazione cambia in maniera anche consistente a seconda dell’ordine col quale vengono proposte le varie pietanze e di come sono presentate. Per tali motivi sarebbe opportuno far iniziare il pasto con la frutta o la verdura, a cui far seguire il primo e poi il secondo. c) Ricordiamo che per ridurre la produzione di rifiuti vi sono precise normative da rispettare. I prodotti usa e getta (piatti, bicchieri, bottiglie) sono da evitare. Gli alimenti non consumati ancora integri dovrebbero essere destinati alle mense dei non abbienti (contattare “La Ronda del Cuore” [email protected]). Si veda il file “Legge buon samaritano” nella cartella “Scuola ecosostenibile”. 2) Frutta e verdura fresca e di stagione Poiché la frutta e le verdure fresche e di stagione sono più ricche di nutrienti, più saporite e con minore probabilità di residui di pesticidi, bisogna pretendere che siano fornite solo frutta e verdure con tali caratteristiche. Si veda il “Calendario della maturazione di verdura e frutta” nella cartella “Alimentazione”. 3) Prodotti locali a Km zero I prodotti locali sono da preferire perché più facilmente freschi e perché hanno un impatto ambientale ridotto (è inutile consumare petrolio, col conseguente inquinamento, per trasportare per migliaia di Km cibi che sono prodotti anche a solo pochi chilometri da qui). Per informazioni contattare ColdirettiCampagna Amica (www.campania.coldiretti.it/campagna-amica.aspx, [email protected]). 4) Se c’è un bar o altro soggetto che vende prodotti alimentari Se c’è un bar o altro soggetto che vende prodotti alimentari, è opportuno sottoscrivere un accordo affinché si vendano prodotti in linea con gli obiettivi di educazione alimentare perseguiti dalla scuola. Si veda nella cartella “Alimentazione” il file “Bozza di accordo col bar”. a) Per quanto riguarda gli snack (merendine ecc.) si può concordare di avere a disposizione solo quelle più in linea con gli obiettivi di educazione alimentare perseguiti dalla scuola. Si veda il file “Snackometro” nella cartella “Alimentazione”. b) Per favorire il consumo di “acqua del rubinetto” (più economica, più controllata e, a differenza di alcune acque in bottiglia, sicuramente adatta ad un consumo quotidiano), nonché per ridurre la produzione di rifiuti, il bar deve garantire la disponibilità di acqua non imbottigliata a tutti gli studenti e docenti che la richiedono. Si veda nella cartella “Alimentazione” il file “Bozza di accordo col bar”. c) Ricordiamo che per ridurre la produzione di rifiuti e favorire il riciclaggio vi sono precise normative da rispettare. I prodotti usa e getta (piatti, bicchieri, bottiglie) sono da evitare, i rifiuti devono essere raccolti in maniera differenziata e il gestore del bar è responsabile anche dei rifiuti dei fruitori del bar. 5) Partecipare ad iniziative di promozione del consumo di frutta e altri alimenti salutari Il Ministero delle politiche agricole organizza ogni anno il progetto Frutta nelle Scuola, che prevede anche la distribuzione di frutta come merenda. Per informazioni www.fruttanellescuole.gov.it. ASL Napoli 1 Centro Educazione Sanitaria 6) Distributori di alimenti Nella scuola non dovrebbero esserci distributori di merendine e snack che i programmi di educazione alimentare svolti a scuola invitano a non assumere, perché sarebbe un’evidente contraddizione che invaliderebbe l’attività educativa dei docenti e della scuola stessa come istituzione. Vi sono aziende che forniscono distributori di alimenti più salutari (yogurt, frutta, fette biscottate ecc.). Si veda CONFIDA www.confida.com, tel. 02/33105685, Bon Fruit www.bonfruit.it. Se non fosse possibile servirsi di queste aziende è possibile concordare che siano disponibili nei distributori già presenti a scuola solo quegli snack più in linea con gli obiettivi educativi perseguiti. Si veda il file “Snackometro” presente nella cartella “Alimentazione”. 6) Gli alunni portano da casa la merenda o il pasto da consumare a scuola Se la scuola non ha un servizio di refezione (o se esso non offre l’intero pasto) e gli alunni portano a scuola tutto o parte del pasto, o la merenda di metà mattina bisogna dare precise indicazioni e consigli ai genitori sugli alimenti da portare, per garantire i requisiti igienici e il perseguimento degli obiettivi educativi. Si veda il file “Indicazioni per la refezione” nella cartella “Alimentazione”. Igiene orale Una cattiva igiene orale è la principale causa della carie, della parodontosi, della piorrea e dell’alitosi. A 12 anni d’età il 43% dei bambini italiani presenta un dente cariato, otturato o mancante, il 29% ha depositi di tartaro e il 24% segni di malattia gengivale (sanguinamento ecc.). Tutto ciò è dovuto ad una cattiva igiene orale e alla conseguente presenza di placca batterica. Per una corretta igiene orale è necessario lavarsi i denti dopo ogni pasto con uno spazzolino a manico diritto, con una testa di 2,5 cm di lunghezza (3 cm dopo la pubertà), con setole di nylon con testa arrotondata, morbide per i bambini (finché non sanno lavarsi correttamente i denti), di media durezza dopo. Devono essere spazzolate accuratamente tutte le superfici dei denti, la qualcosa richiede almeno 3 minuti. Il movimento corretto è quello di far ruotare il manico dello spazzolino sul proprio asse, in modo da portare le setole più volte dal margine gengivale al margine libero del dente, come se si spazzasse sulla superficie del dente, dal rosso (gengiva) al bianco (dente). E' errato quindi lavare i denti con movimento dello spazzolino orizzontale (↔), che non garantisce la pulizia dei solchi interdentari e può traumatizzare le papille gengivali, o verticale (↕) che, oltre a traumatizzare le gengive, può portare la placca nel solco gengivo-dentale determinando gengiviti e retrazione gengivale. Le superfici interne degli incisivi vanno lavate tenendo lo spazzolino verticalmente. Per rimuovere adeguatamente la placca presente tra un dente e l’altro è necessario utilizzare il filo interdentale e lo scovolino. A scuola, inoltre, sono frequenti i traumi dei denti con conseguente frattura, espulsione totale del dente o sua lussazione. E’ molto importante non sottovalutare i traumi dei denti e agire con molta solerzia, perché, se si interviene subito, è possibile una totale “restituito ad integrum”. Nelle fratture dei denti è importante recuperare e conservare i frammenti, perché possono essere riutilizzati nella ricostruzione del dente. Nel caso di perdita completa del dente, è possibile rimetterlo al suo posto. In entrambi i casi è fondamentale conservare i frammenti o il dente in un poco di saliva o di latte e andare subito dal dentista (entro le prime 2 ore, al massimo entro 4 ore). Analizzare criticità e opportunità della propria scuola rispetto alla salute dei denti Proponiamo questa breve analisi della propria realtà scolastica. Per ogni criticità/opportunità riscontrata invitiamo a leggere la sezione “Alcuni suggerimenti e buone pratiche”, che illustra cosa le scuole possono fare per sopperire a tale criticità e sfruttare al meglio le proprie opportunità. Check-list su opportunità e criticità rispetto alla promozione della salute dei denti note 1 Tutto il personale della scuola è informato su cosa fare in caso di un trauma dentale? 2 La scuola permette/favorisce che gli studenti possano lavarsi i denti dopo il pasto a scuola? 3 E’ permesso agli studenti di lasciare un proprio spazzolino a scuola? ASL Napoli 1 Centro Educazione Sanitaria SI SI SI NO NO NO Suggerimenti e buone pratiche 1) Informare il personale della scuola su cosa fare in caso di trauma dentale E’ importante che tutto il personale della scuola sappia cosa fare in caso di trauma dentale. Si veda il file “Cosa fare in caso di trauma dei denti” nella cartella Igiene orale. Al Servizio Comunicazione Pubblica Sanitaria-Settore Educazione Sanitaria dell’ASL può essere richiesto un manifesto che illustra cosa fare in caso di trauma (tel. 0812549053, fax 0912549092, mail [email protected]. 2) Permettere agli studenti di lavarsi i denti dopo il pasto scuola. Poiché a scuola si insegna a lavare i denti dopo ogni pasto, bisogna rendere possibile lavarsi i denti a scuola dopo aver mangiato. Se la struttura dei bagni lo permette, può essere utile portare l’intera classe a lavarsi i denti, impiegando così meno tempo e facendo diventare questo momento un’occasione educativa (spiegando le modalità corrette, l’importanza dell’igiene orale, elogiando i bambini che si lavano bene, correggendo chi usa modalità errate ecc.). Se i bambini, lavandosi i denti, si bagnano il grembiule, si può dire ai genitori di mettere nello zainetto un tovagliolo a tipo bavaglino con laccetto chiuso elasticizzato, in modo che il bambino può infilarselo da solo senza che il personale della scuola debba annodarlo. Nel caso fosse molto difficile portare i bambini in bagno a lavarsi i denti, si può ripiegare sul lavaggio a secco dei denti (col solo spazzolino senza acqua), da fare stesso in classe. Tale modalità, non ottimale, comunque rimuove buona parte dei residui di cibo e della placca e contribuisce a formare l’abitudine a lavarsi i denti dopo ogni pasto. Ovviamente in tal caso va detto ai genitori di lavare lo spazzolino appena il bambino ritorna a casa. 3) Permettere agli studenti di lasciare un proprio spazzolino a scuola Invece di far portare ogni giorno lo spazzolino da casa, si può dire ai genitori di contrassegnare col nome del figlio lo spazzolino (basta mettere una striscia di cerotto intorno allo spazzolino e scrivere le iniziali del nome e cognome), in modo che possa essere lasciato a scuola. Gli spazzolini dovrebbero essere raccolti in diversi bicchieri contrassegnati con le lettere dell’alfabeto (spazzolini di alunni con nomi che iniziano con lettere dalla A alla F, dalla G alla P, dalla Q alla Z), per velocizzare i tempi. Fumo di tabacco Il fumo è tra le principali cause di malattia, invalidità e morte Numerosissime sono le ricerche sul fumo di tabacco che ne dimostrano in maniera inoppugnabile i gravi effetti negativi sul nostro organismo e le numerose patologie che favorisce. Il fumo, infatti, paralizza le microciglia vibratili della mucosa dell’apparato respiratorio (con conseguente deficit della depurazione da agenti nocivi), determina un’iperproduzione di muco denso (favorendo l’enfisema) e, a lungo andare, scompagina l’epitelio. Tali alterazioni sono dovute alle molte sostanze irritanti, presenti nel fumo di tabacco, che sono le responsabili della maggiore frequenza di mal di gola, bronchite, asma, enfisema e insufficienza respiratoria nei fumatori. Nel fumo sono presenti molte sostanze cancerogene, mutagene, tossiche che sono la causa della maggiore incidenza di tumori, infarto, arteriopatie periferiche, ictus. Rispetto a un non fumatore chi fuma 20 sigarette al giorno ha 15 volte più probabilità di andare incontro a bronchite cronica, 10 volte più probabilità di avere un cancro del polmone, 10 volte più probabilità di soffrire di ulcera, 3 volte più probabilità di avere un infarto e il doppio delle probabilità di essere colpito da ictus cerebrale. E’ ormai accertato che anche il fumo passivo ha le stesse potenzialità nocive del fumo attivo. La principale differenza è solo nella minore quantità che viene inalata dal “fumatore passivo” rispetto al “fumatore attivo”. Fumare è vietato quasi dappertutto La legge 584 dell'11/11/75 dispone il divieto tassativo di fumare nelle aule scolastiche. Il DPCM 15/12/1995 vieta il fumo di tabacco in tutti locali della pubblica amministrazione (comprese le scuole) nei quali gli utenti possono accedere senza particolari permessi. La legge 3/2003 stabilisce che è vietato fumare in tutti i luoghi di lavoro chiusi e in tutti i locali chiusi aperti al pubblico o accessibili agli utenti, tranne che nelle zone specificamente destinate ai fumatori. Quindi a scuola è vietato fumare nelle aule (compresa la palestra), nei corridoi e nelle scale, nei bagni, nella sala professori, nonché in segreteria e in presidenza (in quanto anche in tali locali viene ricevuto il pubblico e, per questioni di lavoro, è tenuto ASL Napoli 1 Centro Educazione Sanitaria ad entrare personale amministrativo e docente). La scuola può destinare un locale ai fumatori, contrassegnandolo con apposito cartello. La magistratura da vari anni ha applicato l'art. 2087 del Codice Civile per obbligare i datori di lavoro al risarcimento dei danni dovuti al fumo passivo, in quanto tale articolo pone al datore di lavoro (o suo delegato) l'obbligo di adottare tutte le misure necessarie a tutelare l'integrità fisica dei prestatori di lavoro. I dirigenti scolastici hanno tale responsabilità non solo nei confronti dei lavoratori della scuola ma anche nei riguardi degli studenti. Analizzare le criticità e le opportunità della propria scuola rispetto al contrasto al fumo Per rendere più facile alla scuola di essere un contesto che contrasta l’iniziazione e l’abitudine al fumo proponiamo questo strumento di analisi della propria realtà scolastica (check-list). Per ogni criticità/opportunità riscontrata invitiamo a leggere la sezione “Alcuni suggerimenti e buone pratiche”, che illustra cosa le scuole possono fare per sopperire a tale criticità e sfruttare al meglio le proprie opportunità (per tale motivo nella prima colonna della check-list è indicata la nota con il relativo numero dei suggerimenti per quella criticità/opportunità). Check-list su opportunità e criticità rispetto alla contrasto al fumo note 1 La scuola ha nominato i responsabili del rispetto del divieto di fumare? 2 I responsabili del divieto di fumo hanno ricevuto adeguata informazione sulla normativa e sui loro compiti e responsabilità? 3 Sono affissi i cartelli di divieto di fumo nei locali della scuola (corridoi, bagni, ecc.)? 3 I cartelli, oltre a sancire il divieto, informano sui danni del fumo e valorizzano la figura del non-fumatore? 4 Il divieto di fumo viene rispettato da tutti i soggetti presenti a scuola (in primis dirigente ed educatori)? SI SI NO NO SI SI NO NO SI NO Suggerimenti e buone pratiche 1) Nominare i responsabili del rispetto del divieto di fumo. La legge obbliga il dirigente scolastico a nominare uno o più responsabili del rispetto del divieto di fumare. E’ bene scegliere per tale compito persone che diano garanzia di svolgerlo con scrupolosità ed efficacia. 2) Formare i responsabili. I responsabili del rispetto del divieto devono ricevere tutte le informazioni necessarie per svolgere efficacemente il proprio compito. Noi consigliamo di fornire loro la normativa (legge 584/1975, DMCM 1995, legge 3/2003, art. 2087 del Codice Civile), materiale sui danni del fumo e, in particolare, del fumo passivo e i modelli per elevare le multe. Nella cartella “Fumo” sono presenti i file “Informazioni sul fumo di tabacco” e “Modello per le multe sul fumo”, nonché la normativa vigente. 3) Affiggere cartelli di divieto e per contrastare l’abitudine al fumo. a) La legge obbliga il dirigente a far affiggere cartelli che indicano il divieto di fumare. E’ importante che tali cartelli siano affissi anche nei bagni, corridoi, sala professori, segreteria e presidenza. Un fac simile di cartello di divieto è nella cartella “Fumo”. b) E’ bene che i cartelli di divieto informino anche sui danni del fumo e promuovano l’immagine del nonfumatore oppure che, oltre ai cartelli di divieto, siano presenti locandine o manifesti contro il fumo. Tale materiale può essere richiesto alla Lega Tumori (tel 0815465880, 0815466888 mail [email protected]), oppure scaricato dai seguenti siti www.smettere-fumare.it/cartello_vietato_fumare.php. 4) Il divieto di fumo non è rispettato. Purtroppo nella maggioranza delle scuole il divieto di fumo non è rispettato. E’ molto grave che la scuola, che dovrebbe insegnare il rispetto della legge, la considerazione dei diritti dell’altro (e il diritto alla salute è diritto inderogabile) e la loro tutela, sia così in contraddizione con tali suoi compiti primari. La cosa più grave, forse, è ignorare questa contraddizione e far finta di niente, perché dà il messaggio agli studenti che è accettabile non rispettare la legge ed essere passivi quando non si rispettano i diritti. Se il divieto di fumo non viene rispettato è opportuno mettere questo tema all’ordine del giorno, chiamando a rapporto i responsabili del rispetto della normativa e analizzando insieme la situazione per ASL Napoli 1 Centro Educazione Sanitaria evidenziare problemi e possibilità. Se vi sono docenti che non rispettano la legge è opportuno che si abbia un colloquio con loro per ricordare dove si può fumare (nel locale ad hoc), richiamare la contraddizione con la funzione educante e pretendere il rispetto della legge. Una scuola ecosostenibile Il degrado dell’ambiente non è solo una minaccia per i catastrofici effetti che possono verificarsi a causa dell’effetto serra, del buco d’ozono, delle piogge acide. Già qui ed ora esso determina morti, malattie, disabilità, danni economici ingenti e una scadente qualità della vita. L’inquinamento atmosferico a Napoli determina ogni anno circa 2.000 morti, 28.000 attacchi acuti di asma negli adulti e 12.000 nei bambini; il perenne “problema rifiuti” ha causato danni enormi all’economia della nostra regione, ha avvelenato terreni tra i più fertili presenti sulla Terra, è stato l’emblema di una qualità della vita scadente; il livello di inquinamento acustico in quasi tutte le vie di Napoli è tra i 70-80 dB di giorno e tra i 68 e i 78 dB di notte (i limiti massimi ammessi dalla legge per le zone non industriali variano tra i 50 e i 65 dB di giorno e tra i 40 e i 65 dB di notte). E’ necessario quindi un deciso mutamento del nostro stile di vita, dei nostri comportamenti, del modo in cui sono organizzate la società e la nostra economia e tutti i soggetti, pubblici e privati, devono dare il proprio contributo. La scuola come principale agenzia educativa e come istituzione che prepara i cittadini del futuro deve essere in prima fila in questo impegno. Analizzare le criticità e le opportunità della propria scuola rispetto all’impegno per un ambiente sano e una società ecosostenibile Proponiamo questo breve strumento di analisi della propria realtà scolastica (check-list). Per ogni criticità/opportunità riscontrata invitiamo a leggere la sezione “Alcuni suggerimenti e buone pratiche”, che illustra cosa le scuole possono fare per sopperire a tale criticità e sfruttare al meglio le proprie opportunità. Per tale motivo nella prima colonna della check-list è indicata la nota con il relativo numero dei suggerimenti per quella criticità/opportunità. Check-list su opportunità e criticità rispetto all’impegno per l’ambiente note 1 La scuola partecipa al sistema di raccolta differenziata dei rifiuti? 1 La raccolta dei rifiuti avviene in maniera ottimale, con una scrupolosa differenziazione e un puntuale conferimento all’ASIA? 2 La scuola rispetta la normativa e tutte le accortezze necessarie per limitare la produzione di rifiuti (contrasto ai prodotti usa e getta, riuso di materiale riutilizzabile ecc.)? 3 Le lampade e gli apparecchi elettrici della scuola sono solo del tipo ad alta efficienza? 4 Tutte le componenti della scuola sono attente a non sprecare energia (lasciare luci o apparecchi accesi, uso eccessivo dei condizionatori d’aria o uso con infissi aperti ecc.)? 5 Vi sono nella scuola perdite d’acqua (rubinetti, sciacquoni ecc.)? 6 I rubinetti sono dotati di filtri frangiflusso per il risparmio dell’acqua 7 La scuola ha adottato interventi di “mobility managment” (riduzione dei posti auto e moto presenti a scuola, disponibilità di parcheggio solo per le auto con almeno 1 o 2 passeggeri oltre il conducente, installazione di rastrelliere per bici ecc.)? 8 La scuola cura adeguatamente le aree verdi di sua competenza? 9 Il regolamento scolastico prevede una sezione dedicata a comportamenti ecologicamente corretti (non fare chiasso, differenziare i rifiuti ecc.)? 10 La scuola è coibentata termicamente e acusticamente? 11 La scuola è dotata di accorgimenti che impediscano il riverbero dei suoni (rimbombo)? SI SI NO NO SI NO SI SI NO NO SI SI SI NO NO NO SI SI NO NO SI SI NO NO Suggerimenti e buone pratiche 1) Raccogliere i rifiuti in maniera differenziata a) L’ASIA propone alle scuole di attuare la raccolta differenziata di carta, vetro, plastica, rifiuti organici ASL Napoli 1 Centro Educazione Sanitaria e pile. E’ opportuno che nelle aule ci sia solo il contenitore per la carta e che altre frazioni merceologiche (plastica, metalli, indifferenziato ecc.) siano depositate negli appositi contenitori presenti nei corridoi. Per informazioni ASIA www.asianapoli.it. b) Non basta certo mettere contenitori per la raccolta differenziata per gestire correttamente i rifiuti prodotti a scuola. Infatti questi potrebbero non essere messi negli appositi contenitori, oppure i rifiuti raccolti potrebbero non essere consegnati all’ASIA nelle modalità e nei tempi previsti. E’ necessario quindi verificare periodicamente che la raccolta differenziata funzioni a dovere, eventualmente delegando tale compito a un dipendente della scuola o a una piccola commissione formata da persone motivate. Se la differenziazione dei rifiuti non è fatta come si deve, bisogna scoprirne le cause per porre i necessari rimedi (mancanza di chiarezza su dove mettere alcuni rifiuti, lontananza del contenitore, non rispetto delle regole ecc.). Se studenti o docenti non rispettano le regole non è assolutamente il caso di desistere, ma occorre anzi insistere ancor più, per inculcare quello che è il fondamento della convivenza civile: il rispetto delle regole che una comunità si dà. La scuola non può abdicare a tale ruolo, che è tra i suoi principali. In tale opera la scuola può chiedere sostegno all’ASIA (www.asianapoli.it), alle associazioni ambientaliste (CORERI www.rifiuticampania.org, [email protected], Ass. Marco Mascagna www.giardinodimarco.it, [email protected], WWF [email protected],) all’ASL ([email protected]). 2) Produrre meno rifiuti Esistono precise norme per ridurre la produzione di rifiuti e alcuni provvedimenti dovrebbero diventare prassi consolidate. L’uso di prodotti usa e getta (bicchieri, piatti, posate ecc.) deve essere contrastato, le cartucce dei toner di fotocopiatrici e stampanti possono essere ricaricate, i fogli di carta stampati su una sola facciata possono essere utilizzati nell’altra pagina, le vaschette di cibo non consumate possono essere date ad organizzazioni che si interessano degli indigenti. Dai rifiuti si può anche produrre concime (dalla sola frazione umida), attività molto più facile di quanto solitamente si ritiene e che ha anche valenza didattica (di chimica e biologia) e educativa. Si veda il file “Come fare il compost” nella cartella “Scuola ecosostenibile”. 3) Lampade e apparecchi ad alta efficienza energetica Le lampade e gli apparecchi ad alta efficienza energetica consentono consistenti risparmi di elettricità (alla lunga anche economicamente vantaggiosi). Nell’acquisto di lampade e apparecchi bisognerebbe sempre verificarne il grado di efficienza energetica e preferire quelli più efficienti (che sono anche quelli con più lunga durata di vita). 4) Comportamenti ecosostenibili Se si vuole educare gli studenti a adottare comportamenti ecosostenibili bisogna che tutto il personale della scuola e in primis quello docente, abbia comportamenti coerenti con tale finalità. Purtroppo non è infrequente vedere luci accese senza necessità, apparecchi non utilizzati accesi o in stand-by e altri comportamenti che determinano spreco di energia. In alcune scuole la creazione di una commissione mista (docenti, studenti e personale ATA) con l’incarico di verificare gli sprechi energetici e proporre opportuni provvedimenti (campagne di informazione, colloqui mirati, disposizioni del dirigente, istituzione di “sentinelle ecologiche” ecc.) ha conseguito consistenti risparmi di energia. Si veda il file “Ridurre l'impronta ecologica della scuola” nella cartella “Scuola ecosostenibile”. 5) Eliminare le perdite d’acqua da rubinetti e sciacquoni Un rubinetto guasto può far perdere oltre 3.000 litri di acqua al mese, uno sciacquone anche 6.000 litri (pari ad un costo che può variare da 4,6 a 9,2 euro al mese). Poiché prima o poi deve essere riparato, meglio ripararlo subito: si risparmiano così acqua e soldi e si evita di insegnare con i fatti agli studenti che l’acqua e i soldi possono essere sprecati. 6) Dotare i rubinetti di filtri frangigetto per il risparmio dell’acqua I filtri rompigetto determinano una significativa riduzione del consumo di acqua nelle attività di lavaggio (la pressione e l’area interessata dal getto d’acqua rimangono identiche mentre la quantità d’acqua erogata, a parità di tempo, si riduce del 40-50%). Costano poco (tra i 3 e i 15 euro) e si applicano con grande facilità. Vanno sostituiti ogni 5 anni. 7) Contrastare l’uso di mezzi di trasporto inquinanti, favorire le persone che arrivano a scuola a piedi, in bici o con i mezzi pubblici La normativa vigente obbliga le aziende e gli enti pubblici con più di 300 dipendenti a nominare un responsabile della mobilità per contrastare l’uso di mezzi di trasporto inquinanti per gli spostamenti ASL Napoli 1 Centro Educazione Sanitaria casa-lavoro e favorire chi si sposta a piedi, in bici o con i mezzi pubblici. Le scuole non raggiungono tali numeri di addetti, ma solo perché non si considerano tali gli studenti. Non bisogna certo essere urbanisti o esperti di mobilità per capire che le scuole, nella nostra realtà, sono tra le più importanti cause di traffico. Quando le scuole sono chiuse il traffico è, infatti, sensibilmente inferiore e negli orari di entrata e uscita solitamente si congestiona in tutte le vie circostanti l’edificio. La legge invita però anche gli enti con un minore numero di addetti a nominare il responsabile e a varare il piano, obbligando i Comuni a ricevere tali piani e a dare tutta la collaborazione e il supporto come se fossero aziende tenute a tali provvedimenti. Il dirigente della scuola può chiedere al Comune di interdire al traffico privato il tratto di strada su cui è situato l’ingresso della scuola (garantendo così maggiore sicurezza a studenti e docenti, liberando il cortile della scuola che può così essere utilizzato per altri scopi, quali attività fisica, trasformazione in giardino, attività didattiche all’aperto ecc.); può decidere di abolire o ridurre i posti auto/moto nel cortile della scuola; può permettere il parcheggio delle sole auto con almeno 1-2 persone oltre al guidatore; può far installare rastrelliere per le bici (o chiedere al Comune di farlo); può favorire l’uso collettivo dell’auto (car pooling) promuovendo un elenco di persone che sono disponibili a offrire ospitalità sulla propria auto o che chiedono ospitalità per recarsi a scuola. Si veda il file “Varare un piano degli spostamenti casa-lavoro” nella cartella “Scuola Ecosostenilile”. 8) Curare adeguatamente le aree verdi della scuola Le aree a verde di pertinenza della scuola possono essere utilizzate come laboratorio didattico di giardinaggio/orticultura, oppure essere affidate alla gestione di un’associazione (stipulando apposita convenzione) o, ancora, essere utilizzate come spazio per lo svolgimento di attività motorie adatte a tale contesto (es. corsa, salti, alcuni esercizi ginnici e giochi di squadra, giardinaggio ecc.). Se si ritiene non utile realizzare queste proposte, è consigliabile coltivare le aree verdi con piante poco esigenti, capaci di resistere a lunghi periodi senza essere innaffiate e che non richiedono frequenti potature, concimature ecc. Consigliamo di consultare il testo: Bifulco A. Il giardino del liceo ed. Qualevita 2008. 9) Inserire nel regolamento scolastico una sezione dedicata a comportamenti ecologicamente corretti E’ bene proporre di inserire nel regolamento della scuola una sezione dedicata a comportamenti ecologici (non fare chiasso, differenziare i rifiuti, non sprecare energia ecc.). In tale maniera le varie componenti della scuola sono portate a discutere di tali argomenti, a prendere posizione e impegni. 10) Una scuola coibentata termicamente e acusticamente Un luogo destinato all’apprendimento dovrebbe essere silenzioso e confortevole (non troppo caldo né troppo freddo). La presenza di buoni infissi con vetri isolanti riesce a ridurre notevolmente il rumore proveniente dall’esterno (anche di 40 dB) e riduce nettamente la dispersione di calore (con conseguente risparmio energetico e, alla lunga, anche economico). Ovviamente almeno ogni ora bisogna aprire le finestre per cambiare l’aria. 11) Accorgimenti per impedire il riverbero dei suoni (rimbombo) La maggioranza delle scuole ha aule e corridoi privi di qualsiasi accorgimento per impedire il riverbero del suono, per cui i suoni si amplificano e diventano meno distinti, disturbando l’insegnamento e l’apprendimento. Per intervenire adeguatamente dovrebbero essere eseguiti appositi lavori edili (applicazione di pannelli sul soffitto o sulle pareti ecc.). Sono possibili però anche piccoli accorgimenti come posizionare mobiletti, scaffalature, appendiabiti, pannelli di stoffa, prodotti artistici tridimensionali lungo le pareti (ovviamente fissandoli al muro secondo le norme sulla sicurezza). Bibliografia on obesity through a health equity lens www.equitychannel.net/uploads/REPORT%20%20Focusing%20on%20Obesity%20through%20a%20Health%20Equity%20Lens%20%20Edition%202.pdf - Focusing - Branca F, Nikogosian H, Lobstein T. 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