ITALIAN FDIs IN CHINA: ANALYSIS AND IMPLICATIONS FOR THE

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ITALIAN FDIs IN CHINA: ANALYSIS AND IMPLICATIONS FOR THE
Centro Interuniversitario di Economia Applicata alle Politiche per l'Industria
lo Sviluppo Locale e l'Internazionalizzazione
Le leve per la competitività dell'industria Italiana:
risorse intangibili, innovazione e internazionalizzazione
Università Politecnica delle Marche
7-8-9 giugno 2012
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ITALIAN FDIs IN CHINA:
ANALYSIS AND IMPLICATIONS FOR
THE NEW EU INVESTMENT POLICY
ENRICO VANINO
Università degli Studi di Padova INTRODUZIONE
Trattato di Lisbona (2009) Nuova Politica UE sugli Investimenti
la protezione dell'investimento
—  accesso per gli IDE al mercato
—  armonizzazione collage accordi bilaterali stati membri
— 
Cina candidata ideale secondo la Commissione Europea per un accordo bilaterale sugli investimenti
mercato che sta sperimentando alti tassi di crescita
—  interessanti prospettive di crescita ancora non sfruttate
—  elevata proporzione di investimenti greenfield provenienti dall'UE
— 
IDE europei in Cina media del 20% degli IDE totali entranti in Cina (UE terzo investitore estero in
Cina) meno del 5% degli IDE europei nel mondo.
Cina sempre un più attivo investitore all'estero, fra i primi 10 al mondo (IDE Cinesi nell'UE nel
2010 aumentati del 100% rispetto al 2009)
1) Forti preoccupazioni investitori circa l'ambiente economico cinese
2) Accordo UE-Cina potrebbe creare un singolo contesto istituzionale per gli IDE Europei in Cina
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SOMMARIO:
1.  BILATERAL INVESTMENT TREATIES (BIT)
2.  STRUTTURA IDE ITALIANI NEL GUANGDONG
3.  MOTIVAZIONI E OSTACOLI IDE IN CINA E NEL
GUANGDONG
4.  IMPLICAZIONI PER LA NUOVA POLITICA UE SUGLI
INVESTIMENTI
5.  CONCLUSIONI
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1. BILATERAL INVESTMENT TREATIES (BIT)
Accordi Bilaterali sugli Investimenti (BIT) accordi internazionali negoziati fra due stati in modo da regolare
e proteggere i flussi di investimenti esteri fra loro (2807 accordi in vigore alla fine del 2010):
• Affermare la reale attitudine delle parti negozianti circa gli IDE
• istituendo un impegno politico credibile aumentando stabilità e trasparenza legislativa
• importante elemento di attrazione degli IDE capace di testare l'ambiente economico ospitante.
Letteratura economica limitata e discordante circa analisi dei BIT:
• Primi studi [UNCTAD 1998; Hallward-Driemeier 2003; Rose-Ackerman, Tobin 2005] RELAZIONI DEBOLI
se non nulle fra la ratifica BIT e variazioni nei flussi bilaterali di IDE (BIT non SOSTITUTI ma
COMPLEMENTARI solida legislazione interna)
• Studi successivi [Neumayer, Spess, 2005; Egger, Pfaffermayr, 2004] RELAZIONE POSITIVA numero di BIT
aumento IDE (studi precedenti peccavano per insufficienti e non rappresentativi basi di dati)
• Ultimi studi [Aisbett (2009); Poulsen (2010)] studi precedenti non prendono adeguatamente in considerazione la
relazione endogena fra ratifica dei BIT e flussi di investimenti esteri (manca controllo effetti inversi che
importanti flussi di investimento possono avere sulla possibilità di negoziare un accordo)
Difficile valutare quantitativamente l'impatto BIT sui flussi IDE [Guerin, 2010]:
• Accordi determinati in maniera endogena rispetto ai flussi presenti di IDE e motivazioni politiche
• Fondamentale considerare le reali motivazioni degli IDE
• Analizzare gli strumenti messi a disposizione da BIT
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2. STRUTTURA IDE ITALIANI NEL GUANGDONG
2.1. Profilo Economico del Guangdong
-  GUANGDONG conta 105 milioni di abitanti, il 7,8%
della Cina.
-  Nel 2010 ha registrato un PIL regionale di 512 miliardi
di Euro, circa l 11,5% del PIL nazionale, con un PIL procapite di circa 5.000 Euro.
Tabella 1. Andamento dell Import/Export della regione del Guangdong(2009/10)
- Dal 1988 è la prima regione Cinese per quota
di PIL ed Export.
-  Concentra la propria produzione soprattutto
sul comparto Manifatturiero e produce circa il
30% di tutto il Made in PRC , da cui
l appellativo Fabbrica del Mondo .
Tabella 2. Andamento e Tipologie degli IDE in entrata nel Guangdong
New Projects
Project Total Value (x 10000 USD)
Year
2009
2010 Growth rate 2009
2010 Growth rate
Total
5,693
6,022
58,00%
1,824,109 2,516,987
38,00%
FDI
4,346
5,641
29,80%
1,755,834 2,460,075
40,10%
Equity Joint ventures
356
433
21,60%
329,064
261,435
-20,60%
Cooperative JV
46
23
-50,00%
58,881
94,583
60,60%
Wholly Foreign Invested 3,939
5,18
31,50%
1,323,846 2,075,646
56,80%
Other
5
5
0,00%
44,044
28,411
-35,50%
Project
1,347
381
-71,70%
68,275
56,912
-16,60%
Export
Import
Global Exchange
Balance
China
1.202.047
1.003.893
2.205.940
198.154
Used Total Value (x 10000 USD)
2009
2010 Groth rate
2,028,688 2,102,646 3,70%
1,953,460 2,026,098 3,70%
275,271 343,072 24,60%
84,492 69,767 -17,40%
1,545,736 1,551,399 0,40%
47,961 61,861
29,00%
75,228 76,548
1,80%
2009
Guangdong
374.527
204.040
578.566
170.487
Share
31,16%
20,32%
26,23%
86,04%
2010
China Guangdong Share
1.578.444 483.335
30,62%
1.393.909 270.870
19,43%
2.972.353 754.205
25,37%
184.535
212.465
115,14%
- Da sempre considerata la Porta
Aperta della Cina.
- Attrae circa il 40% di tutti gli IDE
diretti in Cina, grazie anche alle Zone
Economiche Speciali di Shenzhen e
del Delta del Fiume delle Perle.
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2. STRUTTURA IDE ITALIANI NEL GUANGDONG
2.2. Struttura IDE Italiani
Figura 1. Distribuzione Settoriale degli IDE Italiani nel Guangdong.
-  IDE Italiani 12% Investimenti totali Europei
nella regione.
-  BIT ITALIA – CINA siglato nel 1985 (uno
dei primi BIT con la Cina)
Figura 2. Dimensioni di impese Italiane nel Guangdong per occupati.
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2. STRUTTURA IDE ITALIANI NEL GUANGDONG
2.2. Struttura IDE Italiani
Figura 3. Tipologia di Prodotti delle imprese Italiane nel Guangdong
- 85%
degli investimenti nel Guangdong sono di
tipo GREENFIELD.
-  Sempre più crescente quota delle Imprese
completamente controllate da capitale
straniero (50%), mentre le Joint Venture sono
in calo (26%).
-  Maggioranza
Figura 4. Legame fra la sede Italiana e affiliata nel Guangdong
imprese italiane nel Guangdong
sono sussidiarie (50%), mentre il 20% sono
controllate, il 12% partecipate ed il 15%
invece non ha una controllante in Italiana,
soprattutto nel settore dei servizi.
-  CONTROLLANTI caratterizzate da grandi
dimensioni, provenienti soprattutto da Nord
(56%) e Centro (41%) Italia.
-  40% di esse non ha avuto accesso ad alcun
incentivo pubblico, le restanti hanno beneficiato
di attività di promozione o di partecipazione
SIMEST.
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3. MOTIVAZIONI ED OSTACOLI AGLI IDE
Figura 1. Principali Motivazioni dell IDE in Cina.
- Principali MOTIVAZIONI che spingono generalmente imprese Italiane ad
investire in Cina sono le incredibili dimensioni del Mercato Cinese, la sua
crescita potenziale e la vicinanza con i clienti.
-  Interessante notare che, contrariamente all opinione diffusa, le imprese
Italiane non investono in Cina in cerca di costi di produzione più bassi, ma in
modo da approfittare dell aprirsi del mercato interno.
-  Da analisi settoriale però si evince che le imprese del comparto
MANIFATTURIERO siano maggiormente spinte dai bassi standard
regolamentativi richiesti, dagli incentivi offerti dal Governo Cinese e dalla
possibilità di utilizzare lo stabilimento come piattaforma per l export.
-  GUANGDONG preferito soprattutto per la sua posizione logistica
favorevole, per la crescita economica della regione e per la vicinanza sia ai
clienti che ai fornitori.
-  Settore SERVIZI caratterizzato da strategia market seeking, investe in Cina
per accedere a conoscenze specifiche e nel Guangdong in modo da essere
prossimi ai clienti.
-  Imprese che investono in Cina per portare condurre attività di R&D si
stabiliscano nel Guangdong per accedere a specifiche conoscenze legate al
sofisticato tessuto economico/produttivo -> Guangdong polo produttivo
d'innovazione -> trasformazione strutturale del sistemo produttivo cinese
verso vertice catena produttiva del valore.
Figura 2. Principali Motivazioni a sostegno dell IDE nel Guagdong.
Figura 3. Maggiori Ostacoli incontrati durante l investimento in Cina
- DIFFICOLTA maggiori incontrate nei processi di registrazione del
business, iscrizione, richiesta licenze e per rispetto STANDARD
REGOLAMENTATIVI, lamentando DISCRMINAZIONI rispetto ai
concorrenti locali.
- Altre problematiche incontrate nella tutela dei diritti di proprietà intellettuale
e nell accesso ai servizi legali e finanziari.
-  Imprese Italiane incontrano una crescente concorrenza locale, diventando
sempre più sensibili ad eventuali comportamenti discriminatori e per questo
motivo un SUPPORTO ISTITUZIONALE per affrontare tali problematiche
sarà sempre più importante e richiesto.
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4. IMPLICAZIONI PER LA NUOVA POLITICA UE
SUGLI INVESTIMENTI
Figura 1. Maggiori Motivazioni per un nuovo accordo fra UE-Cina
Solo 5 imprese hanno già utilizzato strumenti messi a disposizione
dal BIT Italia-Cina (solitamente grandi imprese da molto tempo
presenti in Cina).
NUOVO ACCORDO UE-CINA sugli INVESTIMENTI:
• r i c h i e s t o a l f i n e d i s t a b i l i r e u n C O N T E S T O
REGOLAMENTARE PIÙ EQUO, prevedibile e non
discriminatorio per gli investimenti Europei in Cina.
• Un accordo a livello europeo inoltre potrebbe trattare NUOVI
AMBITI con un MAGGIOR PESO CONTRATTUALE.
Figura 2. Principali tematiche da affrontare in un accordo UE-Cina
RICHIESTE principali dall industria Italiana:
• PROTEZIONE ASSET STRATEGICI (IPR,tecnologie);
• Migliore ACCESSO AL MERCATO cinese e ai settori
maggiormente esclusi agli investimenti esteri;
• Maggior sostegno alle PMI.
ANALISI SETTORIALE:
• Cost Saving: migliori i rapporti fra Governo Cinese e le sue
SOE.
• Market Seeking: protezione rientro capitali e ricavi
Figura 3. Particolari richieste di accesso al mercato delle imprese Italiane
Richiesto miglior ACCESSO al MERCATO in settori altamente
protetti come quello finanziario e dei servizi, o quello automobilistico,
della Green Economy o per gli appalti pubblici.
CONTENZIOSI LEGALI:
•  solitamente le imprese Italiane ricorrono a procedimenti legali locali
o a mediazioni
•  62% però sarebbe interessato a sistema di soluzione dispute interno
ad accordo UE-Cina anche per azioni mosse da privati verso il
Governo.
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5. CONCLUSIONI
Il nuovo Accordo sugli Investimenti fra UE e Cina potrà finalmente CREARE UN UNICO CONTESTO
ISTITUZIONALE per sostenere gli investimenti esteri, negoziando i MIGLIORI STANDARD OTTENIBILI,
focalizzandosi su pochi temi chiave per l'industria:
1. L UE dovrà concentrarsi innanzitutto sulla FASE PRECEDENTE ALLO STABILIMENTO
DELL INVESTIMENTO, assicurando un TRATTAMENTO NON DISCRIMINATORIO e un MIGLIOR ACCESSO
AL MERCATO Cinese, in particolare nei settori maggiormente protetti.
2. Fondamentale sarà spingere il Governo Cinese a RIFORMARE IL PROPRIO SISTEMA REGOLAMENTARE e gli
standard richiesti alle imprese europee, seguendo le linee guida internazionali, assicurando MAGGIORE
TRASPARENZA ED EQUITÀ di trattamento.
3. Il prossimo accordo UE-Cina sugli Investimenti dovrà inoltre assicurare una MIGLIORE PROTEZIONE DEGLI
ASSET STRATEGICI delle imprese Europee in Cina.
4. Dovrà inoltre SOSTENERE MAGGIORMENTE LE PMI, imprese maggiormente innovative e dinamiche nei
processi di internazionalizzazione.
L UE ha molto da guadagnare da un RAPPORTO DI COOPERAZIONE STABILE E DURATURO CON LA CINA
invece di tentare di combatterla. Deve lanciare con coraggio la propria Politica Comune sugli Investimenti, e solo
grazie a SOLUZIONI COMUNITARIE l UE potrà affrontare la sfida Cinese.
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