sintesi del progetto - Provincia di Varese
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sintesi del progetto - Provincia di Varese
PROGETTO COMPLESSITA’ TERRITORIALI Azione Pilota Locale SINTESI DEL PROGETTO Sesto Calende Vergiate Golasecca Arsago Seprio Cairate Cassano Magnago 0 CAIRE Urbanistica Casorate Sempione Gallarate Somma Lombardo Cardano al Campo Vizzola Ticino Samarate Ferno Busto Arsizio Lonate Pozzolo APRILE 2009 L’Azione Pilota Locale del Progetto Complessità Territoriali INDICE pag 3 Il Progetto “ 5 Il Contesto “ 6 L’oggetto “ 7 Obiettivo APEA “ 9 Il modello di sostenibilità di riferimento “ 11 15 aree per una politica territoriale “ 13 10 politiche per una pianificazione territoriale d’ambito “ 19 Perequazione territoriale ed interventi “ 24 Indice degli elaborati “ 27 Introduzione 1 PROVINCIA 2 DI VARESE dicembre 2008 L’Azione Pilota Locale del Progetto Complessità Territoriali INTRODUZIONE Nel presente documento si cerca di restituire i tratti principali della terza ed ultima fase, l’Azione Pilota Locale, del Progetto Complessità Territoriali -promosso da Provincia di Varese, Regione Lombardia e Parco del Ticino- che si avvia a conclusione, spiegandone l’origine, gli scopi, le motivazioni e le prospettive che delinea. Dopo una prima ricognizione del Progetto collocato all’interno del programma S.I.S.Te.M.A., si focalizza l’attenzione sul contesto, territoriale ed economico, interessato dall’Azione Pilota Locale e su quanto si concentra il progetto: le aree produttive. La Provincia di Varese ha scelto di valorizzare questa importante e consistente risorsa territoriale gettando le basi per la formazione di Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate (APEA), nell’ambizione di: dotare le aree produttive di servizi e livelli elevati di efficienza e funzionalità dei sistemi infrastrutturali; restituire al territorio armonia di organizzazione nella coesistenza di funzioni diverse; costruire un territorio di qualità e innovazione in un’ottica di sostenibilità, indispensabile in un territorio, come quello sud-varesino, in cui dimensioni ambientali, economiche, sociali ed insediative sono strettamente intrecciate ed inscindibili. E proprio questo intreccio di dimensioni territoriali, che rendono la realtà varesina complessa, è quanto una politica per le Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate potrebbe affrontare proficuamente all’interno di un progetto che mira a cogliere le opportunità di riflettere ed agire sul territorio in modo multidimensionale e sovracomunale. Una politica territoriale nodale come quella per le aree produttive può rappresentare un’importante porta d’accesso per dare il via ad una programmazione d’ambito nel sud della provincia dove convivono le anime di un sistema insediativo denso, di una consistente rete infrastrutturale, di un importante aeroporto come Malpensa ed di un Parco dalle tante sfaccettature come quello del Ticino. Incipit per una riorganizzazione del sistema produttivo e del territorio in chiave sostenibile possono essere i poli produttivi di rilevanza sovracomunale -indicati in questo documentoche il territorio già ospita e che strutturano il sistema produttivo permettendo una riqualificazione rappresentano la risorsa su cui investire per ottenere quel rilancio territoriale sinergico verso la qualità e l’innovazione. 3 PROVINCIA DI VARESE I 18 sistemi territoriali ed urbani individuati dal Programma S.I.S.Te.M.A. (indicato quello varesino) 4 dicembre 2008 L’Azione Pilota Locale del Progetto Complessità Territoriali IL PROGETTO Il Progetto Compl essità Terri toriali si colloca nell’ambito del pi ù vasto Programma S.I.S.Te.M.A. (Svilup po Inte grato Siste mi Territoriali M ulti Azio ne) d el M inistero delle Infrastrutture che ha l ’obiettivo general e di supportare la sperimentazione di modelli di intervento in grado di coniugare lo sviluppo locale con il rafforzamento del sistema urbano policentrico e reticolare, massimizzando le opportunità offerte dalle reti infrastrutturali di rango europeo. A live llo n azionale il P rogramma h a individuato 18 sistemi -territoriali ed urbani e 21 contesti - contesti bersaglio - che, per le potenzialità in frastrutturali, e sistenti e in programma, per la loro dinamicità in termini di s viluppo e in novazione, p er la loro vivacità ammi nistrativa, sono stati candidati a cogliere le e sternalità d erivanti d al potenziamento infrastrutturale. Nei c ontesti-bersaglio in dividuati, le azioni programmate mirano ad i ncrementare l a capacità attrattiva: • • aumentando la competitività, attraverso una nuova arti colazione del le funzioni basata sul la stretta interdipendenza t ra e ccellenza dell’armatura urbana e pi ena valorizzazione dell’identità d ei t erritori; un rafforzamento del le connessi oni interne al si stema terri toriale e con le reti ed i sistemi di livello superiore. favorendo la coesione territoriale, attraverso l a creazi one e/o il rafforzamento di partenari ati orizzontali e ve rticali; l’ apertura dei partenariati anche a dimensioni transnazionali. Nel contesto varesino, i nerente i l si stema territoriale del l’asse Mal pensa, a parti re dall’idea programma che si concentrava sullo “i ntercettare l e opportunità offerte dall’asse in frastrutturale N uova Fiera di Milano-Aeroporto di Malpensa attraverso la rigenerazione del le aree resi duali di frangi a e la valorizzazione del si stema ambi entale transnazionale d el T icino” l’attuazione del Progetto Compl essità Terri toriali si è articolata nelle tre seguenti azioni: 1. L’azione di sistema: è consi stita i n uno s tudio s ulle r icadute t erritoriali derivanti dalle grandi reti di trasporto e dal grande hub di Mal pensa, per l’individuazione d i s trategie p er il territorio e per l imitare gl i el ementi di detrazione ambientale. 2. L’azione di contesto: s ulla b ase d elle analisi della p rima, la s econda fa se h a attivato il confronto con g li e nti lo cali e gli a ttori e conomici p er definire le istanze fondamentali d egli a ttori lo cali e delineare uno scenari o di sviluppo prioritario. Le istanze fondamentali sono state tradotte in due concetti: • disporre di un sistema produttivo ancora forte nel contesto dell’economia locale ma rinnovato • elevare le prestazioni che determinano la qualità del territorio 3. L’azione locale: è quella in c orso d i attuazione, individuata scegliendo, tra l e diverse ip otesi p rogettuali e merse d alla fase precedente, quel la che megl io integrava l’ azione r ispetto alle istanze fondamentali e che avesse maggior rilievo in termini di “azione pilota” per la sua r eplicabilità. L e d ue istanze di rinnovare i l si stema produtti vo e di aumentare l a qual ità del terri torio sono state coniugate i n questa fase progettuale o rientandola a lla progettazione di A ree Produttive Ecologicamente Attrezzate (APEA). 5 PROVINCIA DI VARESE IL CONTESTO Territoriale Il generico contesto bersaglio della Provincia di Varese si è del ineato nel Progetto Complessità Terri toriali i n un terri torio pi ù precisato, che interessa una parte del territorio provinciale, quel lo del sud-ovest e coincidente con l ’Ambito Terri toriale 9 del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale. Quest’ambito è costi tuito da 15 comuni molto d iversi t ra lo ro c he s ono i comuni di: Sesto Calende, Golasecca, Somma Lombardo, Vizzola Ticino, Vergiate, Casorate Sempione, Arsago Seprio, Cardano al Campo,Samarate, Ferno, Lonate Pozzolo, Busto Arsizio, Gallarate, Cassano Magnago e Cairate. Per dimensioni, densi tà abi tative, funzi oni, economia, morfologia, stori a e capaci tà attrattiva queste realtà comunal i si di stinguono chi aramente, ma ad accomunarle rimane la l oro strategi ca col locazione geografica sul l’asse i nfra-strutturale Nuova Fiera Milano – Mal pensa. Quest’asse a seconda delle peculiarità, d elle vo cazioni e delle s celte lo cali s pecifiche p uò offrire numerose opportuni tà di svi luppo e trasformazione. Economico Il tessuto economico l ocale, costi tuito da un’imprenditorialità di ffusa, di pi ccole e medie imprese, negl i ul timi 10 anni sembra aver registrato n otevoli c ambiamenti ve rso una progressi va terzi arizzazione, in parte dovuta al l’effetto Mal pensa, che ha portato ad un’espansione d ei s ettori d ella lo gistica, degli alberghi e dei ristoranti, in parte grazie allo sviluppo dei servizi alle imprese. All’interno d i q uesti c ambiamenti r imane però saldo il ruolo dell’industria che, anzi, ha continuato a generare val ore aggi unto, anche a fronte di un cal o occupazi onale; anche la propensione all’export conferma la solidità e la competitività dell’industria 6 varesina che ri mane una del le economi e italiane ma ggiormente o rientate a ll’export (circa il 3 5-40% d el va lore a ggiunto varesino è infatti generato dal l’export, a fronte di una medi a i taliana del 22% e di una media regi onale del 30-35%). Questa apertura verso l ’estero e l a speci alizzazione produttiva, i n parti colare di alcuni settori, sembrano aver promosso importanti percorsi di i nnovazione di prodotto e di processo che rendono vi vace e positivamente reattiva un’economi a che per decenni ha basato l a sua prosperi tà su settori t radizionali, c ome q uello tessile e meccanico, settori molto esposti ai ri schi connessi alla globalizzazione dei mercati. Seppur i n presenza di una dinamica imprenditoriale degna di nota la dimensione media del le i mprese varesine può rappresentare un el emento di debol ezza: in un mercato dove la performance aziendale è fortemente l egata al la capacità innovativa ed al grado di internazionalizzazione, dimensioni a ziendali me dio-piccole p ossono svantaggiare l ’impresa, soprattutto, se, come nella realtà varesina, tali dimensioni si accompagnano si a ad una scarsa presenza di personal e l aureato nei reparti di progettazione e ri cerca, si a al l’assenza di rapporti strutturati con i l mondo del la ricerca, che i n provi ncia di Varese vanta diverse e importanti realtà. Nelle prospettive future, di lungo periodo del Progetto, che vanno ben al di là della situazione di c risi e conomica a ttuale, la solidità e la d inamicità d ell’economia del settore produttivo (voce i mportantissima dell’econo-mia varesina) dovranno passare attraverso una val orizzazione dei punti di forza del settore produtti vo, dal la spi nta ad innovare e d alla in tercettazione d i investimenti e d o pportunità, c ome q uelli legati al la presenza nel 2015 dell’Expo a Milano. dicembre 2008 L’Azione Pilota Locale del Progetto Complessità Territoriali L’OGGETTO Interpretando le necessità emerse dal la fase 2 del Progetto Compl essità Terri toriali di disporre di un si stema produttivo rinnovato e di el evare l e prestazi oni che determi nano la q ualità d el t erritorio, a ll’interno dell’Ambito T erritoriale 9 l’ Azione Pilota Locale, andrà a concentrare i sui sforzi sul tessuto produttivo che al l’interno del territorio varesino non solo è sede di attività che svol gono un ruol o primario per importanza e r ilevanza n ell’economia provinciale, ma che anche territorialmente ricoprono una notevol e consi stenza nel tessuto urbanizzato. Totale aree produttive ambito 9 11.610.809 mq Come emerge già d all’analisi e conomica, la realtà produtti va varesi na, ed i n particolare dell’Ambito Terri toriale 9, si costi tuisce di un tessuto imprenditoriale minuto e di ffuso; la media, ma soprattutto la piccola impresa, permea e costrui sce un contesto territoriale in cui l a funzi one produtti va spesso si intreccia con l e al tre funzi oni urbane e costituisce un reti colo di atti vità in una realtà che non sol o è densamente urbanizzata, ma che vede anche l’urbanizzato estendersi senza soluzione di continuità, l asciando poco spazi o al le aree naturali o più sempl icemente non costrui te, e ig norando c onfini c omunali e provinciali, svuotando così spesso di si gnificato la razionalità, limitata, del livello comunale. 7 PROVINCIA La distribuzione sul terri torio dei tessuti produttivi emerge chi aramente analizzando gli s trumenti u rbanistici c omunali; attraverso il M osaico I nformatizzato d egli Strumenti Ur banistici Co munali ( MISURC), che accosta gl i strumenti urbani stici dei comuni, è possibile anzi tutto avere un quadro generale dell’Ambito Territoriale 9 in cui intravedere e leggere i caratteri distintivi del sistema produttivo locale. Le real tà produtti ve costel lano, punteggi ano l’urbanizzato d ella lo ro p resenza fitta, diffusa, frammentata ma costante, i n una cornice di densa urbani zzazione del territorio. “Nonostante l a frammentazi one del tessuto produttivo s ono c omunque r iconoscibili sul territorio delle realtà in cui la concentrazione e la c ompattezza d elle fu nzioni p roduttive delineano d elle p olarità, d egli a gglomerati produttivi, riportati con un codi ce nel la mappa, che assumono ri levanza sovraomunale. Per questi pol i, sul la base degli ultimi dati censuari, è stato possi bile ricavare dei primi dati territorializzati da cui partire per l’analisi economica approfondita del territorio. DI VARESE Sono stati stilati 9 i ndicatori, ognuno con l a sua rappresentazione cartografica, in grado di caratteri zzare, sebbene semplicemente, ogni pol o sul la base di : numero di addetti per ettaro; percentual e di addetti nel settore tessi le; quel la di addetti nel settore metalmeccanico/metallurgico; q uella di addetti ad al tri settori ; l ivello di terziarizzazione d elle a ree; superficie media occupata dalle unità lo cali d i o gni p olo; media di addetti per uni tà l ocale; e infine percentuale di aree l ibere secondo gl i strumenti urbani stici comunal i vi genti, e percentuale di aree l ibere al 2003 (di cui sotto è riportata la mappa esemplificativa). A fronte di una real tà produtti va costi tuita da un tessuto denso, seppur con caratteri e connotazioni di versi per morfol ogia, organizzazione e funzi oni, e a fronte del le istanze di innovazione e q ualità n el s istema produttivo terri toriale, che nell’Ambito Territoriale 9 interessa già 11.610.809 mq di territorio, ci si amo chi esti come rinnovare, rilanciare, come aprire una nuova stagi one per rafforzare effi cacemente il sistema produttivo? E soprattutto, come farlo all’insegna d ella q ualità territoriale? Una risposta può essere rappresentata dalle Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate.” Gli indicatori: aree libere – valori in percentuale 8 dicembre 2008 L’Azione Pilota Locale del Progetto Complessità Territoriali OBIETTIVO APEA L’attenzione a lle p roblematiche a mbientali e l’irrompere del t ema d ella s ostenibilità nell’arena i stituzionale hanno riproposto con grande r ilievo il t ema delle aree produttive che hanno trovato una pri ma “prospettiva sostenibile” con la formulazione del concetto di “Aree Ecol ogicamente Attrezzate” nel Decreto Legi slativo (cd Bassanini) 112/98 che a ll’articolo 2 6 fa r iferimento a lle a ree industriali e a lle a ree ecologicamente attrezzate come aree dotate delle infrastrutture e dei sistemi necessari a garantire la tutela della salute, della sicurezza e dell’ambiente, e come aree dotate di una gestione unitaria delle infrastrutture e dei servizi. Di s eguito i 5 p unti cardine che nella loro realizzazione connotano le Aree Ecologicamente Attrezzate (AEA) o, per meglio caratteri zzarle, l e Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate (APEA). 5 PUNTI CARDINE 1 Razionalita’, funzionalita’ ed efficienza territoriale Il modello in sediativo d elle AP EA d eve garantire l’efficienza c omplessiva d ell’insediamento nel si stema terri toriale; funzionalità ed efficienza ri guardano si a le in frastrutture, d a q uelle p er la mobilità, su ferro e su gomma, a quel le del le reti idriche ed energeti che, si a fattori socioeconomici da cui dipendono la s tabilità e la permanenza del tessuto produtti vo nel territorio. 2. Livello elevato di progettazione dei sistemi infrastrutturali: funzionalita’ ed efficienza Le APEA si confi gurano come comparti produttivi che presentano un livello qualitativo-progettuale adeguato a garanti re elevati parametri ambientali, funzionali e gestionali nell’offerta infrastrutturale e di servizi alle a ttività p roduttive. P articolare attenzione ri chiedono i seguenti el ementi cardine: • Efficienza del sistema della mobilità • Equilibrato mix funzionale • Effi • Vivib • cacia ambientale ilità ambientale Controllo qualitativo dell’intervento 3. Efficacia della manovra fondiaria pubblica L’incremento d ei c osti in sediativi, d erivante dal g arantire s tandard fu nzionali e d i efficienza el evati, i n un contesto di razionalità, deve essere bilanciato attraverso azioni compensative La p olitica d elle a ree d ovrà a ssicurare il controllo dei prezzi attraverso manovre fondiarie adeguate, che possono essere utilmente accompagnate da un’azi one sul versante d ella manovra fiscale regi onale, come ad esempi o una ri duzione di aliquota dell’IRAP p er le a ziende c ertificate EMAS o ISO 14000 o i nserite nel le aree ecol ogicaente attrezzate. 4. Perequazione territoriale La ri cerca di economi e di scal a, che consentono agl i i nsediamenti produttivi di compensare (e c osì in ternalizzare) le diseconomie esterne (esternal ità negati ve) generate, c hiama in causa quella dimensione in teristituzionale in c ui r isiede 9 PROVINCIA l’esigenza di perequare gl i effetti che l’insediamento genera s ulla fis calità lo cale sia d irettamente, in t ermini di investimenti richiesti ed entrate generate, si a indirettamente, per l a domanda di servi zi che può nascere dai processi di sviluppo generati dagli insediamenti. 5. Il modello gestionale integrato Contenuto essenziale e preci puo dell’APEA è l’esistenza di un soggetto gestore che, oltre a garanti re l a soggetti vità del le aree produttive nel rapporto con i l si stema territoriale, garanti sce, nel tempo il permanere di performance ambientali adeguate, assi curando un’azi one di monitoraggio e regol azione attraverso l a gestione di reti e di impianti e del l’offerta di servizi alle imprese. DI VARESE Ma anche al tre esperi enze pi ù o meno recenti, c ome q uella marchigiana del consorzio ZIPA (Zone Imprendi toriali Provincia A ncona), di versamente dalla precedente, d i in iziativa pubblica, dimostrano come si a stato possi bile sfruttare le e conomie d i s cala intrinseche alle grosse aree in dustriali, c he p erò tipicamente non vengono sfruttate semplicemente per mancanza di una spi nta a consi derare l ’area i ndustriale un unico organismo. Le esperi enze di A ree Ecol ogicamente Attrezzate di mostrano come si a possi bile attivare economi e di scal a e come si a possibile in crementare l’ efficienza delle aree industriali o rganizzando e d o ffrendo servizi che la s ingola imp resa d ifficilmente s i p uò permettere. Applicazioni A segui to del decreto (*) che demandava alle Regioni il c ompito di disciplinare le Aree Ecologicamente Attrezzate e l a forma di gestione uni taria del le stesse, alcune Regioni, c ome le M arche, l’ Emilia R omagna, la Toscana, la L iguria, l’ Abruzzo, la Ca labria e la Pugl ia, hanno l egiferato e/o stanno sollecitando l a speri mentazione da parte di numerose r ealtà lo cali, c ome testimoniano alcune esperienze recenti. Il 2° Macrol otto di Prato, ad esempio, duplicherà l a pi oniera esperi enza del 1° macrolotto di Prato i n cui l e 360 azi ende insediate hanno costi tuito un consorzi o (Conser) per l ’erogazione central izzata di servizi come q uello d el M obility M anagment di Area Industriale, del Car Pooling, dell’asilo interaziendale, del time management di area industriale, d ei s ervizi d i la vanderia, farmacia e posta central izzati, ol tre ad aver costituito anche una soci età per l a gesti one dell'impianto di ri ciclo del le acque e dell' acquedotto in dustriale a s ervizio d el 1 ° Macrolotto, essendo i l probl ema dell’approvvigion-amento del la ri sorsa i drica una problematica specifica dell’area. 10 (*) Decreto Legislativo (cd Bassanini) 112/98. dicembre 2008 L’Azione Pilota Locale del Progetto Complessità Territoriali IL MODELLO DI SOSTENIBILITA’ DI RIFERIMENTO Per avere u n s olido r iferimento a lla p olitica delle APEA la r icerca h a c ostruito a lcuni scenari quantitativi di svi luppo del la economia d ell’area va lutandone le conseguenze i n termi ni di sostenibilità sociale e fiscale. Il punto di partenza della riflessione è costituito dalle ipotesi di sviluppo della base economica del di stretto, mi surata dal tasso di crescita del PIL e consi derata i l “motore dello s viluppo” d ella e voluzione s ociale e insediativa. Le valutazioni sono condotte sul la scorta di un mo dello c he c onsidera la evoluzione dei diversi aggregati e conomici e s ociali e le reciproche in terazioni e c ondizionamenti, consentendo di formul are scenari calibrati sulla b ase d i ip otesi a lternative in un orizzonte di previ sione di l ungo peri odo (al 2021). In estrema sintesi il mo quattro blocchi principali: dello c onsidera • il sistema economico la di crescita di valore aggiunto e occupazione; • gli impatti delle dinamiche economiche sul sistema demografico • gli impatti delle dinamiche economiche sul sistema insediativo • gli impatti di dinamiche demografiche e economiche sulla fiscalità locale. Nella formulazione degli scenari di sviluppo, il di namismo del si stema produttivo viene considerato come una sorta di forza inerziale che imprime il suo impulso al sistema locale agendo sui comportamenti del la soci età e delle is tituzioni, s alvo d overne s ubire le retroazioni e g li a ggiustamenti a fr onte d i scenari di più o meno adeguata sostenibilità. 11 PROVINCIA La variabile chiave del primo blocco analitico è rappresentata dal tasso di crescita annuo del Valore Aggiunto (i potizzato i n due scenari , uno di al ta crescita ed uno di media cresci ta). Il passo successi vo è rappresentato dalle va lutazioni r elative all’andamento d ella produttività, misurato dall’indicatore relativo al valore aggiunto per occupato i nterno: schemati zzando, si potrebbe parlare di un model lo “estensi vo” (corrispondente ad una al ta cresci ta della occupazione in r elazione a lla c rescita d el PIL), e di un model lo “i ntensivo” (corrispondente invece ad una cresci ta dell’occupazione pi ù contenuta i n relazione alla crescita del PIL, a fronte di un maggiore incremento d el live llo d i p roduttività p er addetto). A questo punto si apre i l percorso di ve rifica d elle c onseguenze sociali dello sviluppo: ve rifica c he è in p rima istanza di carattere demografico e c he c onsidera g li effetti trasmessi dal la crescita economica attraverso il mercato d el la voro a lla popolazione, sollecitando l’attivazione di DI VARESE flussi migratori in r isposta a lla d omanda d i lavoro che non trova ri sposta nel la popolazione g ià r esidente in r elazione a lla sua struttura per età. Parallelamente l’ evoluzione demografica rappresenta i l motore di una domanda insediativa che, nel la sua componente residenziale, è a ppunto c ondizionata dalla evoluzione quanti tativa (numero) e qualitativa ( livello d i r eddito) d elle famiglie. E’ i nvece l a cresci ta economi ca a condizionare di rettamente l a domanda insediativa p er g li s pazi d a d estinare alla produzione e a ll’insediamento d i a ttività economiche. Lo scenario demografico unitamente a quello economico da cui è stato i nfluenzato ed alle ipotesi sugli e ffetti c he e ntrambi genereranno sugli insediamenti, rappresenta a sua volta la base per una val utazione dell’impatto sulla fiscalità locale Gli indicatori: aree di espansione da PRG 12 dicembre 2008 L’Azione Pilota Locale del Progetto Complessità Territoriali 15 AREE PER UNA POLITICA TERRITORIALE Nonostante la frammentazi one del tessuto produttivo del l’Ambito Terri toriale 9 sono riconoscibili sul territorio delle realtà in cui la concentrazione e la c ompattezza d elle funzioni p roduttive d elineano d elle p olarità, degli aggl omerati produtti vi che assumono rilevanza sovracomunale. Si tratta spesso di esperi enze che si sono formate e consolidate nel tempo sulla scia di dinamiche spontanee ed i ncrementali, raramente i nvece si tratta di esperi enze recenti frutto di una chiara volontà programmatoria vol ta a creare dei veri e propri poli produttivi e concretizzata tramite strumenti di p ianificazione d edicati, c ome i Piani per gli Insediamenti Produttivi. Nell’Ambito Territoriale 9 sono leggibili 15 di questi agglomerati produttivi e su questi si è concentrata l’attenzione del lavoro di analisi, essendo l a l oro, se pur spesso relativa, compattezza e le lo ro d imensioni r ilevanti due fattori indispensabili p er p oter p ensare interventi di r iqualificazione d i t essuti produttivi volti alla fo rmazione d i Ar ee Produttive Ecologicamente Attrezzate. Rassegna 15 comparti Le aree che costi tuiscono i 15 comparti coprono circa la me tà d elle s uperfici destinate ad atti vità produtti ve del l’ambito territoriale 9, i nteressando una superfi cie di circa 5.848.706 mq. Per ogni area produtti va è stata prodotta una scheda diagnostica che ha i ndagato molteplici caratteri ed ha voluto evidenziare, in particolare, i seguenti temi: a) L’impianto generale: p osizione n ello spazio rispetto a ll’urbanizzato, a gli a ltri tessuti insediativi, a i c onfini c omunali, razionalità d ei t essuti r elazionali interni all’area, numero e tipologia delle imprese b) I vincoli esistenti: localizzazione vincoli deri vanti dal la presenza di beni individui, del Parco del Ticino, dell’aeroporto, dei corsi d’acqua, degl i ambiti agricoli, d ei ma nufatti c ome cimiteri e pozzi idropotabili o industriali, delle fasce di ri spetto l egate ad infrastrutture viarie. c) L’infrastrutturazione: l a presenza della rete viaria (esistente e di progetto), di quel la ferrovi aria (esi stente e di progetto) e delle reti dei sottoservizi. d) L’utilizzo del suolo: il live llo d i saturazione delle aree, eventual i spazi liberi resi dui e l a presenza di aree di proprietà pubblica e) La mobilità: il live llo d i a ccessibilità dell’area tramite reti di trasporto pubblico o mezzi sostenibili (bicicletta) f) Le dotazioni interne: la presenza di servizi, aree a verde, aree per la sosta g) Le prospettive: l e aspettati ve ed i progetti della pubbl ica ammi nistrazione comunale su ogni area Totale aree 15 comparti 5.848.706 mq (Totale ambito 9 - 11.610.809 mq.) 13 PROVINCIA DI VARESE COMUNE: Busto Arsizio CODICE: BU_1 SUP: 906.043 mq MQ LIBERI: 90.892 mq COMUNE: Ferno CODICE: FER_9 SUP.: 246.162 mq MQ LIBERI: 38.793 mq COMUNE: Busto Arsizio CODICE: BU_2 SUP.: 302.528 mq MQ LIBERI: 0 COMUNE: Ferno e Samarate CODICE: SAMFER_10 SUP.: 492.261 mq MQ LIBERI: 196.278 mq COMUNE: Cassano Magnago CODICE: CASMAG_3 SUP.: 482.212 mq MQ LIBERI: 51.938 mq COMUNE: Cardano al Campo CODICE: CARD_11 SUP.: 164.561 mq MQ LIBERI: 5.999 mq COMUNE: Cassano Magnago, Gallarate CODICE: CASMAG_4 SUP.: 748.174 mq MQ LIBERI: 6.000 mq COMUNE: Arsago Seprio CODICE: ARS_12 SUP.: 208.004 mq MQ LIBERI: 7.547 mq COMUNE: Cairate CODICE: CAIR_5 SUP.: 217.369 mq MQ LIBERI: 14.582 mq COMUNE: Cardano, Gallarate, Samarate CODICE: CARGAL_6 SUP.: 597.300 mq MQ LIBERI: 2.801 mq COMUNE: Lonate Pozzolo, CODICE: LON_7 SUP.: 304.922 mq MQ LIBERI: 49.654 mq COMUNE: Somma Lombardo CODICE: SOMM_13 SUP.: 392.054 mq MQ LIBERI: 12.916 mq COMUNE: Sesto Calende CODICE: SEST_14 SUP.: 172.666 mq MQ LIBERI: 23.965 mq COMUNE: Gallarate CODICE: GAL_15 SUP.: 207.774 mq MQ LIBERI: 25.499 mq COMUNE: : Lonate Pozzolo, CODICE: LON_8 SUP.: 406.678 mq MQ LIBERI: 30.476 mq 14 dicembre 2008 L’Azione Pilota Locale del Progetto Complessità Territoriali In parti colare, ri ferendoci al punto d), utilizzando le in formazioni r icavabili d al Mosaico I nformatizzato d egli Strumenti Urbanistici Co munali c on c ui avevamo individuato in u n p rimo mo mento tutte le aree desti nate a funzi oni produttive, in un secondo momento abbi amo di stinto tra queste le aree gi à consol idate e quel le classificate come previ sioni di espansione per leggere l a capaci tà di i nsediamento di funzioni produttive del territorio. Come aree produtti ve d’espansi one risultavano, nel l’Ambito Terri toriale 9, circa 2 milio ni d i me tri q uadrati di territorio. Chiaramente t ali p revisioni e rano l’espressione delle prospetti ve comunal i al momento d ella r edazione degli strumenti urbanistici comunal i, pi ù o meno lontani negli a nni, d i c ui ve rificare l’ attuazione n el tempo. AREE LIBERE fonte MISURC comparto Un p rimo c onfronto d elle in formazioni del MISURC è stato fa tto c on i r ilievi aerofotogrammetrici del terri torio del 2003 per l e 15 maggi ori polarità produttive individuate nel l’Ambito 9, per ottenere un primo riscontro di attuazione delle previsioni comunali; da questo pri mo confronto l a capacità i nsediativa ri manente risultava ridotta di circa il 20%, consistendo in circa 1 milione e 500 metri quadrati liberi (al 2003), rispetto a 1 ,9 milio ni d i mq di espansione nominale r iportata n el mosaico degli strumenti urbanistici comunali. AREE LIBERE fonte aerofotog. 2003 AREE LIBERE fonte sopralluoghi 2008 BU_1 444.234 444.234 BU_2 14.090 14.090 90.892 0 CASMAG_3 136.084 130.084 51.938 CASMAG_4 245.934 150.434 6.000 CAIR_5 71.297 71.297 14.582 CARGAL_6 24.024 23.024 2.801 LON_7 53.131 53.131 49.654 LON_8 108.547 102.547 30.476 FER_9 144.650 141.156 38.793 SAMFER_10 444.685 196.278 196.278 6.193 6.193 5.999 ARS_12 33.489 33.489 7.547 SOMM_13 92.808 82.808 12.916 SEST_14 73.357 28.357 23.965 GAL_15 73.617 64.617 25.499 1.966.140 1.541.739 557.340 CARD_11 mq totali 15 PROVINCIA Il confronto con l a si tuazione attual e è avvenuto poi con dei sopralluoghi svolti nei 15 comparti produtti vi che hanno resti tuito le consistenti dinamiche d i e dificazione e saturazione dei comparti industriali in questi ultimi 5 anni; le aree l ibere nei 15 comparti di ri levanza sovracomunal e sono state stimate i n ci rca 550. 000 metri quadrati che si di stribuiscono i n modo non omogeneo; tanti dei 1 5 c omparti in fatti s ono o rmai prossimi al la saturazi one mentre generalmente le aree produtti ve di maggiori dimensioni sono anche quel le con maggi ori riserve di capacità insediativa. Il live llo d i a nalisi delle schede diagnostiche allora, che ha fotografato da vi cino le realtà produttive di rilevanza sovracomunale, è stato completato da una matrice riassuntiva, che accompagna ogni scheda ed i nterpreta le caratteristiche r ilevate n ei c omparti formulando alcuni g iudizi q ualitativi in merito. DI VARESE produttiva nel la prospetti va sopra citata come il livello d i g overnance p resente nell’area, ossi a l a presenza di esperi enze che abbi ano avuto modo di creare del le reti e d elle s edi d i in terazione fra le imprese insediate; la r azionalità d ell’insediamento, ossia l’ organizzazione, p rincipalmente in rapporto a gli a ssi via ri e all’urbanizzato, dell’impianto; i servizi e le d otazioni presenti, per l e i mprese e per l e persone; il valore delle a ttività in sediate, r iferito a lla tipologia d elle imp rese in sediate, a l lo ro livello d i t erziarizzazione e d alle dimensioni medie d elle u nità lo cali; il g rado di accessibilità a ll’area, in rapporto all’infrastrutturazione presente e di progetto dell’area; l a presenza di aree libere interne ed esterne al l’area, che ne i dentificano i l livello di s aturazione e n e d eterminano, insieme a i vin coli p resenti, la p ossibilità d i ampliamento d el c omparto; e le prospettive e g li e ventuali p rogetti c omunali che interessano ogni comparto. GOVERNANCE RAZIONALITA’ SERVIZI ATTIVITA’ ACCESSIBILITA’ AMPLIABILITA’ CONFERMABILITA’ Scheda diagnostica Come c riteri p er la va lutazione sono stati scelti a lcuni fa ttori r itenuti nodali nell’incarnare il p otenziale d i un’area 16 Per ognuna di queste voci di val utazione è stato espresso u n g iudizio q ualitativo (riconducibile a 4 live lli qualitativi “alto”, “medio”, “basso”, “n ullo”) d all’insieme d ei quali emerge la p redisposizione d ell’area a d essere eventual mente candi data alla trasformazione i n un’Area Produttiva Ecologicamente Attrezzata e, vi ceversa, l a distanza della realtà produtti va da un modello di A rea Produtti va Ecol ogicamente Attrezzata. dicembre 2008 L’Azione Pilota Locale del Progetto Complessità Territoriali Le aree dismesse Le aree i ndustriali dismesse, possono rappresentare una ri sorsa i mportante per il progetto e può al contempo essere l ’Azione Pilota Locale un’occasi one per ri solvere l a questione del riutilizzo di tali aree. A partire dai dati provi nciali raccol ti nel 2001 che censivano più d i 2 milio ni d i me tri q uadrati di aree di smesse nel la provi ncia di Varese, l’analisi d ella lo calizzazione e della distribuzione di tal i aree ha permesso di capire le p otenzialità c he q ueste a ree potevano offri re al Progetto Complessità Territoriali, c he s i mu ove a ll’interno d ei confini di 15 Comuni nel sud della Provincia. Totale aree dismesse ambito 9 ~ 200.000 mq La percentuale di aree di smesse presenti nell’Ambito, benché modesta nella parte sud-occidentale del la provi ncia, potrebbe rappresentare una del le risorse all’interno di una nuova p olitica in dustriale t erritoriale. Sebbene i nfatti nel la maggi or parte dei casi si tratti di aree di smesse i solate l ’una dall’altra, non riconducibili ad una trama o a un tessuto produtti vo ri conoscibile e ripristinabile; sebbene si ano aree di dimensioni molto modest e e si tratti quasi sempre di aree frammentate al l’interno di centri urbani o di tessuti urbani, la presenza di tali aree p uò r ivelarsi u tile e rappresentare uno sti molo anche nei i territori urbani per ospi tare al cune funzi oni produttive. Le aree dismesse Il quadro emerso dal lo studio ha evidenziato anzitutto che sul total e del le aree di smesse provinciali circa il 1 0% r icade a ll’interno dell’Ambito Territoriale 9 e che dunque tal i siti da ri funzionalizzare sono circa 20 ettari, distribuiti n ei 1 5 c omuni o ggetto d el Progetto. Essendo i d ati p rovinciali, r elativi a lle aree dismesse, del 2001, veri ficando la loro attualità c on i Co muni dell’Ambito Territoriale 9 è emerso che, nella maggior parte dei casi in cui si riscontrano differenze tra il dato e la realtà al 2008, tali differenze consistono nella diminuzione del le real tà di 17 PROVINCIA dismissione negl i ul timi anni oggetto di riqualificazione soprattutto in virtù della loro localizzazione spesso central e; tale diminuzione inoltre non sembra bilanciata da nuovi fenomeni ri levanti di di smissione che, tutt’al pi ù, si connotano come si tuazioni frutto d i d elocalizzazioni p roduttive c he fanno dell’area lasciata area utilizzata per le attività di deposito e magazzinaggio. Infine l a di stribuzione del le aree di smesse per lo più non interessa e non è riconducibile a del le pol arità produtti ve, che si riconoscono, dense, sul territorio dell’ambito; la loro distribuzione, inadatta ad ospitare in terventi vo lti a lla fo rmazione d i Aree Produtti ve Ecol ogicamente Attrezzate, potrebbe essere però uti le per garanti re spazi a funzioni produttive compatibili con il contesto urbano. Le delocalizzazioni legate alla presenza dell’aeroporto di Malpensa La presenza nei comuni di Ferno, Lonate Pozzolo e Somma Lombardo delle così dette delocalizzazioni è stata una realtà indagata nell’ambito del P rogetto Co mplessità Territoriali per capi re se tal e particolare risorsa potesse giocare un ruolo nel progetto e quale. Le aree oggetto di delocalizzazione, come si legge nel Report n° 3 redatto da Finlombarda S .p.a. “Redazi one di ipotesi di programma di r iutilizzo d el p atrimonio immobiliare acquisito d alla R egione Lombardia”, sono costituite da tre nucl ei principali, uno per ognuno dei tre comuni; la consistenza delle a ree, in t ermini d i superficie territoriale si quantifica in 97.250 mq nel comune di Ferno, 379. 313 mq nel comune di Lonate Pozzol o e 263. 769 mq i n quello di S omma Lombardo, comprendendo sia le s uperfici d elle a ree r esidenziali, sia quelle d i c ompletamento ( non residenziali, inedificate, ad uso pubblico). Oltre che per consi stenza, questi tre nuclei di d elocalizzazioni p resentano c aratteri differenti per natura e per posizione: l’area 18 DI VARESE di Somma Lombardo è un intero borgo, Case Nuove, frazi one sud del comune, a ridosso del limit e a eroportuale settentrionale e chiusa a nord e ovest dal la S S 336; l ’area lonatese è l a parte ovest del comune, posta tra il centro e una consi stente zona industriale, a sud del sedi me aeroportual e; l’area di Ferno, di scarsa consi stenza, è posizionata i mmediatamente ad est dell’aeroporto adiacente ad una piccola area industriale. Ai fini del Progetto Complessità Territoriali le delocalizzazioni presenti s ul t erritorio comunale di Ferno, anche consi derando l a presenza del la pi ccola area i ndustriale contigua, rappresentano una ri sorsa limitata nella prospettiva di un’A rea Produtti va Ecologicamente Attrezzata; nel le i mmediate vicinanze di quel le sul terri torio di Somma Lombardo i nvece non sono presenti insediamenti produttivi da poter riqualificare ed a mpliare; le delocalizzazioni lonatesi invece si caratterizzano positivamente per la contiguità con una zona di insediamenti industriali ad ovest d el c omune, ma la lo ro posizione ri spetto al l’aeroporto risulta critica, ricadendo un eventuale ampliamento dell’aeroporto nella parte meri dionale dell’attuale sedime aeroportual e, propri o dove si localizzano l’area industriale ovest di Lonate P ozzolo e le c ontigue d elocalizzazioni. Chiaramente c’è da aggi ungere che il patrimonio d elle d elocalizzazioni d a u n lato non è ancora stato acqui sito completamente ed è costi tuito da manufatti – residenziali inadatti per atti vità produtti ve, dal l’altro rappresenta una ri sorsa prezi osa per una eventuale riprogettazione dei comparti produttivi l imitrofi (LON_8 e FER_9) se in coerenza c on le p olitiche in dustriali dei poli vicini, come il polo di Lonate Pozzolo Est e di Samarate. Ferno: 97.250 mq Somma L.: 263.769 mq Lonate P.: 379.313 mq dicembre 2008 L’Azione Pilota Locale del Progetto Complessità Territoriali 10 POLITICHE PER UNA PIANIFICAZIONE TERRITORIALE D’AMBITO L’Azione P ilota L ocale d el P rogetto Complessità Terri toriali benché abbi a come oggetto pri mo di i ntervento l e aree produttive, la lo ro r iqualificazione e riorganizzazione, per espri mere pi enamente le sue potenzi alità non deve rimanere un semplice i solato esperi mento di progettazione; l’ Azione P ilota L ocale deve poter s viluppare la p otenzialità in trinseca, che gli deriva dall’innovatività che porta con sé e dalla sua di ffusione, di dar vi ta a del le politiche territoriali. Non solo una riqualificazione fisica delle aree industriali, ma a nche u n c ambio d i prospettiva su tal i aree, un’opportuni tà di dare qual ità al terri torio attraverso progetti che hanno nel le aree produtti ve il loro attacco, ma che fanno senti re l e l oro ricadute su un suol o pi ù ampio. Efficienza energetica, standard ambi entali el evati, servizi n elle a ree in dustriali n on solo aumentano la c ompetitività d el tessuto imprenditoriale lo cale, ma r estituiscono a l territorio un pezzo di ci ttà da vi vere, una parte di città che convive senza conflitto con le al tre funzi oni urbane e che anzi diventa fonte di qualità. L’azione Pilota L ocale d eve e ssere in oltre l’inizio di un cambiamento che non coinvolga solo un comune, o un comune alla volta, ma deve potersi di ffondere e ri percuotere ad una s cala p iù va sta, a l livello territoriale d’ambito, in cui si possa ri conoscere l’impronta d i u na p olitica c he s i mu ove in tante e di verse di mensioni territoriali (ecologica, infrastrutturale, funzionale, ecc). La presenza del Parco del Ticino e dell’aeroporto d i M alpensa ( con il relativo Piano d ’Area) a ll’interno dell’Ambito Territoriale 9 è poi una risorsa per il Progetto; queste presenze sono real tà a cui una p olitica in dustriale n on s olo s i d eve agganciare, in coerenza e soprattutto i n sinergia, ma anche in cui trovare sostegno e motivazione nella collaborazione. Quella del l’Ambito Terri toriale 9 potrebbe rappresentare al lora una realtà pilota in c ui non s olo c onciliare, ma a nche mettere a sistema p rogrammazioni e mo delli d i sviluppo (quelli del P arco, d ell’industria e dell’aeroporto e dal la ci ttà apparentemente in antitesi) che possono dar vi ta ad un territorio di qual ità, mentre, di versamente, procedendo singolarmente produrrebbero un territorio nella migliore delle ipotesi coerente solo “per settori”. L’ottica nuova di s ostenibilità e d e fficienza delle aree produtti ve permetterebbe ad una politica in dustriale d i in crociarsi proficuamente con al tre programmazioni e politiche che riguardano lo s tesso t erritorio; l’articolazione d ell’Azione P ilota d el P rogetto Complessità Terri toriali si strutturerà infatti secondo le 10 pol itiche, sotto ri portate, che ne ricostruiscono la d iversificazione e la multidimensionalità degli intenti. 1. POLITICHE INTEGRATE SOVRACOMUNALI DI RIORDINO E RIQUALIFICAZIONE URBANA DELLE AREE AD ALTA CENTRALITÀ Questa politica si pone come obiettivo quello di ri pensare uni tariamente l ’area che nei comuni di Gal larate e Cassano Magnago si colloca tra i due comparti produtti vi CASMAG_3, ad est, e CA SMAG_4 ad ovest, che presenta caratteri ed el ementi di particolare interesse. La posi zione nevralgica, si a a caval lo del l’autostrada A8, sia adiacente allo s calo fe rroviario HUP AC, sia, non da ul timo, i nteressata dal la realizzazione del la Pedemontana e dal suo 19 PROVINCIA innesto t rasversale c on g li assi viari primari esistenti, n e fa u n’area p rivilegiata per accessibilità e c entralità. L ’area, limit ata da due comparti produtti vi ri levanti e interessata da p resenze n aturali q uali i d ue torrenti, il T enore e d il R iale, o ffre l’occasione per pensare organi camente un nodo t erritoriale d i r ilievo r egionale, interessato da prospetti ve i nfrastrutturali importanti e d a c ondizioni d i accessibilità pressoché uniche nel la provi ncia varesi na; un’area che, pur divisa amministrativamente su due comuni, è caratterizzata da elementi naturali e d a ntropici r ilevanti e d e sprime la necessità di ri spondere uni tariamente al le pressioni cui questo terri torio central e è sottoposto, per permetterne uno sviluppo coerente che sappi a bi lanciare l a necessità di val orizzazione di un terri torio natural e sensibile e q uella d i o spitare le d inamiche territoriali che, se non anticipate da un’azione strategi ca l ungimirante, rischierebbero di sprecare o degradare irreversibilmente il territorio. CONDIZIONI: questa o perazione a cquisisce p articolare s ignificato nel panorama della r ealizzazione d ella P edemontana e in parte della tangenziale di Cassano Magnago che, parallela al la to e st d ell’autostrada permette il c ollegamento d el c omparto produttivo CASMAG_3 e CASM AG_4 con il casello a utostradale d i G allarate, evitando l’attraversamento di tessuti urbani consolidati. 2. POLITICHE INTEGRATE SOVRACOMUNALI DI POTENZIAMENTO DELLE AREE PRODUTTIVE (APEA) Sul terri torio del l’Ambito territoriale 9 varesino d ue in p articolare s ono i p oli produttivi esistenti che per le condizioni che presentano possono rappresentare ambi ti industriali d a p otenziare c ome poli di eccellenza. 20 DI VARESE • Il comparto produtti vo LON_7, di concezione moderna e di medie dimensioni, si tuato ad est di Lonate Pozzolo, lu ngo la d irettrice p er Busto Arsizio. • Il comparto produtti vo di Somma Lombardo (S OMM_13), comprendente un preesistente tessuto produtti vo a sud del centro abitato di Somma ed un nuovo tessuto produtti vo i n fase di realizzazione (PIP di vi a Processione) in adiacenza. La razionalità dell’impianto dei due comparti, la loro localizzazione r ispetto a gli a ssi infrastrutturali p rimari, r ispetto agli insediamenti u rbani e la lo ro u bicazione s ul territorio ne fa nno p oli p rivilegiati p er u n potenziamento dell’offerta di aree a destinazione produttiva e per l a sperimentazione di una pol itica di Aree Produttive Ecol ogicamente Attrezzate (APEA). CONDIZIONI: il p otenziamento del comparto produttivo LON_7 espri me l a priorità di real izzare l a V ariante SS 341Nord, in progetto, che permetterebbe un rapido accesso al le arterie viarie autostradali, verso nord ( con il lu ngo tracciato che porterà al la SS 336, all’autostrada A8, e al la Pedemontana) e verso sud (con i l breve tracci ato che permetterà il col legamento al la S S336 e all’autostrada A4). Il potenzi amento del comparto produttivo SOMM_13, che attual mente si compone di un tessuto i ndustriale stori co e di un nuovo patrimonio p roduttivo in fase di realizzazione a Somma Lombardo costituirebbe un pol o che si col legherebbe facilmente verso sud al la S S 336 e da qui alle autostrade, mentre verso nord renderebbe necessari o i l col legamento con la SS 3 3 d el Se mpione o con l’autostrada A8dir attraverso uno dei due tracciati viari tangenziali previ sti ad ovest e ad est dell’abitato di Somma Lombardo. dicembre 2008 L’Azione Pilota Locale del Progetto Complessità Territoriali 3. POLITICHE DI INTEGRAZIONE E QUALIFICAZIONE DI POLI PRODUTTIVI ESISTENTI DI RILIEVO SOVRACOMUNALE Ad ospi tare i nterventi di integrazione, seppur contenuta, del patrimonio produttivo e soprattutto d i q ualificazione d elle a ree esistenti sono due comparti produtti vi che, seppur mol to di versi tra l oro, presentano condizioni adeguate a tale operazione. • Il p rimo c omparto è la zona industriale di Sacconago (comparto BU_1) che, sebbene attual mente sconti gravi carenze in frastrutturali viarie, rappresenta l a real tà industriale varesina più consi stente e megl io organizzata in t ermini d i r azionalità dell’impianto e lo calizzazione s ul territorio. Per val orizzare le sue potenzialità si rende necessari a una qualificazione d al p unto d i vis ta d ei servizi, a ttualmente in esistenti, e della valorizzazione d egli s pazi p ubblici attualmente i nutilizzati. Quest’area, assolutamente ben i mpostata, ri schia la mediocrità se priva di qualunque servizio alle imp rese e d a lle p ersone il c ui inserimento in nalzerebbe la q ualità e l’attrattività del pol o i ndustriale. Li mitati ampliamenti d ell’area, d a r icercare in compatibilità con le c ondizioni ambientali –aree agri coleed in coerenza con l ’impianto esi stente potrebbero ospi tare esi genze l ocali evitando processi di sovra-saturazione dell’area esi stente , consi derando anche che un potenziamento in t ermini d i nuove aree produtti ve ri schierebbe di risultare in sostenibile p er il t erritorio e per i s istemi in frastrutturali via ri, n on ottimali anche n elle p rospettive progettuali (realizzazione d ella va riante alla SS 3 3). La riqualificazione/integrazione proposta dovrebbe muoversi nella prospetti va del l’Area Produttiva Ecol ogicamente Attrezzata (APEA). • Il secondo comparto produtti vo che per rilevanza sul terri torio potrebbe essere interessato i n futuro da l ogiche di integrazione e q ualificazione d i a ssoluto rilievo nel p anorama r egionale è q uello della zona ovest di Samarate (SAMFER_10) che, fermo restando l a considerazione e il r ispetto della volontà e dell’interesse d ell’unico o peratore insediato, si conferma pol o di innovazione tecnologica con significative potenzialità di sviluppo e , in q uesta prospettiva, presenta condi zioni localizzative ed in sediative in teressanti per una ri configurazione come Area Produttiva Ecologicamente Attrezzata. CONDIZIONI: l’ integrazione e la qualificazione del l’area di Sacconago a Busto Arsizio dovrebbe andare di pari passo con la realizzazione del tracci ato viario “variante alla SS 3 3” p er mig liorare la critica accessibilità all’area. Un’eventuale in tervento s ull’area o vest d i Samarate dovrebbe essere accompagnato dalla r ealizzazione d i e fficienti c ollegamenti viari oggi assenti. 4. POLITICHE DI COMPATIBILIZZAZIONE E COERENZA DEI POLI PRODUTTIVI DI RILEVANZA SOVRACOMUNALE Gran parte d ei c omparti p roduttivi d i r ilievo sovracomunale in dividuati d al Progetto nell’Ambito Territoriale 9 necessi tano di migliorare le c ondizioni c he rendono compatibili le c oncentrazioni produttive soprattutto con gli insediamenti e le funzioni urbane vic ini, c on la via bilità lo cale, con le necessità espresse dal mondo imprenditoriale, con le presenze naturali-stiche. Sono interessati da questi i nterventi i comparti BU_2, CA IR_5, CA RGAL_6, CARD_11, ARS_12, SEST_14, GAL_15, 21 PROVINCIA VARESE CONDIZIONI: è basilare la conferma di tali comparti produtti vi , anche nel medio-lungo periodo. introdurre servizi alle imprese e alle persone ed in crementare il p atrimonio p roduttivo, là dove siano presenti le condizioni. 5. POLITICHE DI COMPATIBILIZZAZIONE E COERENZA DEL TESSUTO PRODUTTIVO DIFFUSO 7. POLITICHE DI RIFUNZIONALIZZAZIONE DELLE AREE DISMESSE La presenza di un consi stente tessuto produttivo che si i nserisce in modo diffuso all’interno degli spazi urbani richiede misure atte a r endere c ompatibili t ali in sediamenti con le funzioni urbane, con la viabilità locale e con le esigenze del tessuto imprenditoriale stesso, al fine di creare le migliori condizioni per la c onvivenza e la va lorizzazione di tale patrimonio produttivo diffuso. Queste misure di compati bilizzazione potranno attingere risorse anche dal fondo perequativo costituito ed a limentato d alle g randi trasformazioni che potranno interessare i principali p oli p roduttivi d i rilievo sovracomunale, si a di rettamente in relazione ai nuovi insediamenti da realizzare in tali aree, sia indirettamente in relazione a eventuali p rocessi d i r ilocalizzazione p er la rifunzionalizzazione e la va lorizzazione d elle aree dismesse. 6. POLITICHE DI RIPROGETTAZIONE DELLE AREE DI DELOCALIZZAZIONE Ad essere i nteressate da questo tipo di intervento sono i comparti produtti vi che sono si tuati i n prossimità delle delocalizzazioni r esidenziali d ovute a lla vicinanza d ell’aeroporto d i M alpensa; nel comune di Lonate Pozzol o vi è il consistente comparto ad ovest (comparto LON_8), mentre su territorio di Ferno vi è i l nucl eo produttivo del comparto FER_9. Il patrimonio resi denziale pubbl ico potrebbe trovare una ri funzionalizzazione coerente con le atti vità produtti ve e rappresentare un’ottima opportuni tà per riconfigurare aree produttive scarsamente qualificate, 22 DI Un’attenzione parti colare deve essere prestata a lle a ree p roduttive d ismesse il cui destino non deve essere banal izzato dandone per scontata la riconversione ad usi residenziali o t erziari; p osizione, caratteristiche e p otenzialità delle aree devono essere oggetto di verifica per valutare l’ insediabilità d i funzioni di manifattura le ggera o d i s ervizio alla produzione. 8. POLITICHE DI CONCERTAZIONE E PEREQUAZIONE TERRITORIALE Le s celte in me rito a lla lo calizzazione d i nuove aree p roduttive d i in teresse lo cale dovranno seguire le in dicazioni d i fo rte contenimento, a ll’interno d i u na p olitica che sia concertata tra Provi ncia, tramite il PTCP, e Comuni, e che preveda adeguate forme di perequazione territoriale. CONDIZIONI: condi zione per contempl are la concertazi one per nuove aree produttive sono la presenza di richieste di insediamento di fu nzioni p roduttive n on soddisfacibili con le aree già a disposizione e l’impossibilità di indirizzare tali r ichieste ve rso i 2 p oli produttivi s pecializzati s ovra comunali dell’Ambito Territoriale 9. 9. POLITICHE DI ACCOMPAGNAMENTO DELLE TRASFORMAZIONI • Politiche fiscali: s ia a livello comunale che regi onale (agendo ri spettivamente sull’ICI e s ull’IRAP) p er a gevolare le trasformazioni del patrimonio produttivo dicembre 2008 L’Azione Pilota Locale del Progetto Complessità Territoriali • Politiche compensative e perequative: per di stribuire costi e benefici in una logica sovracomunale • Politiche organizzative: p er fa cilitare la costi tuzione di un soggetto gestore capace di organizzare le aree produttive, i p oli s pecializzati in particolare, sull’esempio del le A ree Produtti ve Ecologicamente Attrezzate. • Politiche di pianificazione e gestione integrata della mobilità a scala intercomunale: per concorrere all’efficacia e a lla s ostenibilità d egli interventi, in un’area ad al ta densità e a forte frammentazione degli insediamenti le c ui r elazioni d i scambio sono difficilmente governabili a lla s cala comunale. alle a spirazioni d i in tecnologica del territorio. novazione 10. POLITICHE PRIORITARIE PER GLI INVESTIMENTI PUBBLICI • Politiche viabilistiche: per accompagnare le t rasformazioni in sediative e d il loro carico urbani stico con adeguate misure che ri spondano al le esi genze di trasporto di merci e persone. • Politiche ambientali: per consi derare parallelamente allo s viluppo in dustriale la tutela e la valorizzazione delle risorse agricole e paesaggistiche. • Politiche energetiche: per ri spondere in mo do e fficiente a lle esigenze del settore produtti vo che vede nel tema dell’energia u na d elle c hiavi p er la competitività. • Politiche per l’innovazione: per attrarre s oggetti imp renditoriali e filiere capaci di portare tecnologie ed innovazione sul territorio varesino. • Politiche per la formazione: per rispondere alle esigenze delle imprese di reclutare personal e qual ificato e adatto 23 PROVINCIA DI VARESE PEREQUAZIONE TERRITORIALE ED INTERVENTI Le 10 pol itiche sopra esposte danno conto contemporaneamente d ella diversificazione delle a ree c oinvolte d agli in terventi e della diversificazione di questi ultimi. Sulla base degli elementi che costituiscono il patrimonio produtti vo, aree produtti ve diffuse, aree di smesse, poli produttivi, cui si aggiungono le a ree d i delocalizzazione, le azioni delle 10 politiche si snodano in modo tale d a c oinvolgere l’ evoluzione e la qualificazione in chiave sostenibile di ognuno degli elementi, a partire dalle caratteristiche di ognuno e al l’interno di una prospettiva di sistema territoriale produttivo. Proprio l’azione rivolta tanto alle aree diffuse quanto a quel le di smesse ed ai diversi poli produttivi presenti sul territorio è consenti ta da questo approccio si stemico che appl ica meccanismi di perequazi one terri toriale; attraverso questo ti po di perequazi one è possibile ripartire i costi ed i benefici a livello territoriale, di A mbito 9, dove per costi non si in tendono s olo o neri e conomici bensì anche scel te, per esempi o di ri nuncia ad ospitare nuovi i nsediamenti produtti vi sul proprio terri torio comunal e per concentrarli in pochi poli privilegiati da potenziare. Contemporaneamente i l potenzi amento di alcune aree deve consenti re l a riqualificazione s ia d egli a ltri poli, sia del tessuto di aree produtti ve di ffuse, i n una circolarità di azioni che non sol o selezionano e concentrano, ma diversificano. Gli stessi 1 5 p oli p roduttivi in dividuati s ul territorio saranno oggetto, come accennato all’interno d ella d escrizione d elle 10 politiche, di politiche differenti, ma anche di interventi d ifferenti c he la t abella successivamente ri portata evi denzia sinteticamente (ri mandando al le schede di potenzialità di ognun comparto per i dettagli). Sintesi delle politiche per ognuno dei 15 comparti produttivi sovracomunali dell’Ambito territoriale 9. Evidenziati anche gli interventi infrastrutturali viari – previstiindispensabili per la sostenibilità di tali politiche: una delle due tangenziali di Somma Lombardo, la Variante 341 nord, la Variante alla SS 33 e la Pedemontana. 24 dicembre 2008 L’Azione Pilota Locale del Progetto Complessità Territoriali Visione sinottica degli interventi specifici che interesseranno i 15 comparti produttivi di rilevanza sovracomunale. (1) Fuori comparto (2) Variante alla SS 33 (3) Pedemontana e Bretella di Gallarate (4) Pedemontana e Bretella di Gallarate (5) Variante alla SS 341 (6) Tangenziale di Somma Lombardo (7) Principalmente l'arredo 25 PROVINCIA 26 DI VARESE dicembre 2008 L’Azione Pilota Locale del Progetto Complessità Territoriali INDICE DEGLI ELABORATI 0. SINTESI DEL PROGETTO 1. ANALISI TERRITORIALE 2. SCHEDA DIAGNOSTICA: Comparto BU_1 Comparto BU_2 Comparto CASMAG_3 Comparto CASMAG_4 Comparto CAIR_5 Comparto CARGAL_6 Comparto LON_7 Comparto LON_8 Comparto FER_9 Comparto SAMFER_10 Comparto CARD_11 Comparto ARS_12 Comparto SOMM_13 Comparto SEST_14 Comparto GAL_15 Area produttiva di Sacconago a Busto Arsizio Area produttiva nord a Busto Arsizio Area produttiva di Via Bonicalza a Cassano M. Area produttiva di Sciarè e Cassano Ovest a Gallarate e Cassano M. Area produttiva sud-ovest a Cairate Area produttiva di Cardano al C. sud, Gallarate e Samarate Area produttiva est di Lonate Pozzolo Area produttiva ovest di Lonate Pozzolo Area produttiva di Ferno Area produttiva di Samarate e Ferno Area produttiva ovest di Cardano al Campo Area produttiva est di Arsago Seprio Area produttiva sud di Somma Lombardo Area produttiva di Sesto Calende Area produttiva Cedrate nord di Gallarate 3. STRUTTURA ECONOMICA 4. DIALOGO CON IL SISTEMA PRODUTTIVO 5. CARTA DEL PATRIMONIO Le politiche per la riqualificazione urbana ed ambientale degli insediamenti produttivi del sudo ovest della Provincia di Varese 5.a Le 10 politiche nei 15 comparti di rilevanza sovracomunale 6. REQUISITI MINIMI ED OTTIMALI DELLE APEA 7. POLITICHE INTEGRATE SOVRACOMUNALI DI RIORDINO E RIQUALIFICAZIONE URBANA DELLE AREE AD ALTA CENTRALITA’ CARTOGRAFIA TAV.1 Ricognizione del sistema insediativo produttivo dell’ambito territoriale 9 - scala 1:25.000 TAV.2 Quadro d’unione dei 15 comparti produttivi di rilevanza comunale dell’ambito territoriale 9 scala 1:25.000 TAV.3 Patrimonio produttivo dell’ambito territoriale 9 - scala 1:25.000 27 PROVINCIA DI VARESE VARESE/sintesiprogetto 28 dicembre 2008 SINTESI DEL PROGETTO