sintesi del progetto - Provincia di Varese

Transcript

sintesi del progetto - Provincia di Varese
PROGETTO
COMPLESSITA’
TERRITORIALI
Azione Pilota Locale
SINTESI DEL PROGETTO
Sesto Calende
Vergiate
Golasecca
Arsago
Seprio
Cairate
Cassano
Magnago
0
CAIRE Urbanistica
Casorate
Sempione Gallarate
Somma
Lombardo
Cardano
al Campo
Vizzola
Ticino
Samarate
Ferno
Busto Arsizio
Lonate Pozzolo
APRILE 2009
L’Azione Pilota Locale del Progetto Complessità Territoriali
INDICE
pag
3
Il Progetto
“
5
Il Contesto
“
6
L’oggetto
“
7
Obiettivo APEA
“
9
Il modello di sostenibilità di riferimento
“
11
15 aree per una politica territoriale
“
13
10 politiche per una pianificazione territoriale d’ambito
“
19
Perequazione territoriale ed interventi
“
24
Indice degli elaborati
“
27
Introduzione
1
PROVINCIA
2
DI
VARESE
dicembre 2008
L’Azione Pilota Locale del Progetto Complessità Territoriali
INTRODUZIONE
Nel presente documento si cerca di restituire i tratti principali della terza ed ultima fase,
l’Azione Pilota Locale, del Progetto Complessità Territoriali -promosso da Provincia di Varese,
Regione Lombardia e Parco del Ticino- che si avvia a conclusione, spiegandone l’origine, gli
scopi, le motivazioni e le prospettive che delinea.
Dopo una prima ricognizione del Progetto collocato all’interno del programma S.I.S.Te.M.A.,
si focalizza l’attenzione sul contesto, territoriale ed economico, interessato dall’Azione Pilota
Locale e su quanto si concentra il progetto: le aree produttive.
La Provincia di Varese ha scelto di valorizzare questa importante e consistente risorsa
territoriale gettando le basi per la formazione di Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate
(APEA), nell’ambizione di: dotare le aree produttive di servizi e livelli elevati di efficienza e
funzionalità dei sistemi infrastrutturali; restituire al territorio armonia di organizzazione nella
coesistenza di funzioni diverse; costruire un territorio di qualità e innovazione in un’ottica di
sostenibilità, indispensabile in un territorio, come quello sud-varesino, in cui dimensioni
ambientali, economiche, sociali ed insediative sono strettamente intrecciate ed inscindibili.
E proprio questo intreccio di dimensioni territoriali, che rendono la realtà varesina complessa,
è quanto una politica per le Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate potrebbe affrontare
proficuamente all’interno di un progetto che mira a cogliere le opportunità di riflettere ed
agire sul territorio in modo multidimensionale e sovracomunale. Una politica territoriale
nodale come quella per le aree produttive può rappresentare un’importante porta d’accesso
per dare il via ad una programmazione d’ambito nel sud della provincia dove convivono le
anime di un sistema insediativo denso, di una consistente rete infrastrutturale, di un
importante aeroporto come Malpensa ed di un Parco dalle tante sfaccettature come quello del
Ticino.
Incipit per una riorganizzazione del sistema produttivo e del territorio in chiave sostenibile
possono essere i poli produttivi di rilevanza sovracomunale -indicati in questo documentoche il territorio già ospita e che strutturano il sistema produttivo permettendo una
riqualificazione rappresentano la risorsa su cui investire per ottenere quel rilancio territoriale
sinergico verso la qualità e l’innovazione.
3
PROVINCIA
DI
VARESE
I 18 sistemi territoriali ed urbani individuati dal Programma
S.I.S.Te.M.A. (indicato quello varesino)
4
dicembre 2008
L’Azione Pilota Locale del Progetto Complessità Territoriali
IL PROGETTO
Il Progetto Compl essità Terri toriali si colloca
nell’ambito del pi ù vasto Programma
S.I.S.Te.M.A. (Svilup po Inte grato Siste mi
Territoriali M ulti Azio ne) d el M inistero delle
Infrastrutture che ha l ’obiettivo general e di
supportare la sperimentazione di modelli di
intervento in grado di coniugare lo sviluppo
locale con il rafforzamento del sistema
urbano
policentrico
e
reticolare,
massimizzando le opportunità offerte dalle
reti infrastrutturali di rango europeo.
A live llo n azionale il P
rogramma h a
individuato 18 sistemi -territoriali ed urbani e 21 contesti - contesti bersaglio - che, per
le potenzialità in frastrutturali, e sistenti e in
programma, per la loro dinamicità in termini
di s viluppo e in novazione, p er la
loro
vivacità ammi nistrativa, sono stati candidati
a cogliere le e sternalità d erivanti d al
potenziamento infrastrutturale.
Nei c ontesti-bersaglio in dividuati, le azioni
programmate mirano ad i ncrementare l a
capacità attrattiva:
•
•
aumentando
la
competitività,
attraverso una nuova arti colazione del le
funzioni basata sul
la stretta
interdipendenza t
ra e
ccellenza
dell’armatura
urbana e pi
ena
valorizzazione dell’identità d ei t erritori;
un rafforzamento del
le connessi oni
interne al si stema terri toriale e con le
reti ed i sistemi di livello superiore.
favorendo la coesione territoriale,
attraverso l
a creazi
one e/o
il
rafforzamento di partenari ati orizzontali
e ve rticali; l’ apertura dei partenariati
anche a dimensioni transnazionali.
Nel contesto varesino, i nerente i l si stema
territoriale del l’asse Mal pensa, a parti re
dall’idea programma che si
concentrava
sullo “i ntercettare l e opportunità offerte
dall’asse in frastrutturale N uova Fiera di
Milano-Aeroporto di Malpensa attraverso la
rigenerazione del le aree resi duali di frangi a
e la valorizzazione del si stema ambi entale
transnazionale d el T icino” l’attuazione del
Progetto Compl essità Terri toriali si è
articolata nelle tre seguenti azioni:
1. L’azione di sistema: è consi stita i n
uno s tudio s ulle r icadute t erritoriali
derivanti dalle grandi reti di trasporto e
dal grande hub di Mal pensa, per
l’individuazione d i s trategie p er il
territorio e per l imitare gl i el ementi di
detrazione ambientale.
2. L’azione di contesto: s ulla b ase d elle
analisi della p rima, la s econda fa se h a
attivato il confronto con g li e nti lo cali e
gli a ttori e conomici p er definire le
istanze fondamentali d egli a ttori lo cali e
delineare uno scenari
o di sviluppo
prioritario. Le istanze fondamentali sono
state tradotte in due concetti:
• disporre di un sistema produttivo
ancora forte nel contesto
dell’economia locale ma rinnovato
• elevare le prestazioni che
determinano la qualità del territorio
3. L’azione locale: è quella in c orso d i
attuazione, individuata scegliendo, tra l e
diverse ip otesi p rogettuali e merse d alla
fase precedente, quel la che megl
io
integrava l’ azione r ispetto alle istanze
fondamentali e che avesse
maggior
rilievo in termini di “azione pilota” per la
sua r eplicabilità. L e d ue istanze di
rinnovare i l si stema produtti vo e di
aumentare l a qual ità del terri torio sono
state
coniugate i n questa fase
progettuale o
rientandola a
lla
progettazione di
A ree
Produttive
Ecologicamente Attrezzate (APEA).
5
PROVINCIA
DI
VARESE
IL CONTESTO
Territoriale
Il generico contesto bersaglio della Provincia
di Varese si è del
ineato nel Progetto
Complessità Terri toriali i n un terri torio pi ù
precisato, che interessa una parte del
territorio provinciale, quel lo del sud-ovest e
coincidente con l ’Ambito Terri toriale 9 del
Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale.
Quest’ambito è costi tuito da
15 comuni
molto d iversi t ra lo ro c he s ono i comuni di:
Sesto
Calende,
Golasecca,
Somma
Lombardo, Vizzola Ticino, Vergiate,
Casorate Sempione, Arsago Seprio,
Cardano al Campo,Samarate, Ferno,
Lonate
Pozzolo,
Busto
Arsizio,
Gallarate, Cassano Magnago e Cairate.
Per dimensioni, densi tà abi tative, funzi oni,
economia, morfologia, stori a e capaci tà
attrattiva queste realtà comunal i si di stinguono chi aramente, ma ad
accomunarle
rimane la l oro strategi ca col locazione
geografica sul l’asse i nfra-strutturale Nuova
Fiera Milano – Mal pensa. Quest’asse a
seconda delle peculiarità, d elle vo cazioni e
delle s celte lo cali s pecifiche p uò offrire
numerose opportuni tà di
svi luppo
e
trasformazione.
Economico
Il tessuto economico l ocale, costi tuito da
un’imprenditorialità di ffusa, di pi ccole e
medie imprese, negl i ul timi 10 anni sembra
aver registrato n otevoli c ambiamenti ve rso
una progressi va terzi arizzazione, in parte
dovuta al l’effetto Mal pensa, che ha portato
ad un’espansione d ei s ettori d ella lo gistica,
degli alberghi e dei ristoranti, in parte grazie
allo sviluppo dei servizi alle imprese.
All’interno d i q uesti c ambiamenti r imane
però saldo il ruolo dell’industria che, anzi, ha
continuato a generare val
ore aggi unto,
anche a fronte di
un cal o occupazi onale;
anche la propensione all’export conferma la
solidità e la competitività dell’industria
6
varesina che ri mane una del le economi e
italiane ma ggiormente o rientate a ll’export
(circa il 3 5-40% d el va lore a ggiunto
varesino è infatti generato dal l’export, a
fronte di una medi a i taliana del 22% e di
una media regi onale del 30-35%). Questa
apertura verso l ’estero e l a speci alizzazione
produttiva, i n parti colare di alcuni settori,
sembrano aver promosso
importanti
percorsi di i nnovazione di prodotto e di
processo che rendono vi
vace
e
positivamente reattiva un’economi a che per
decenni ha basato l
a sua prosperi tà su
settori t radizionali, c ome q uello tessile e
meccanico, settori molto esposti ai ri schi
connessi alla globalizzazione dei mercati.
Seppur i n presenza di
una
dinamica
imprenditoriale degna di nota la dimensione
media del le i mprese
varesine
può
rappresentare un el emento di debol ezza: in
un mercato dove la performance aziendale è
fortemente l egata al la capacità innovativa
ed al grado di
internazionalizzazione,
dimensioni a ziendali me dio-piccole p ossono
svantaggiare l ’impresa, soprattutto,
se,
come nella realtà varesina, tali dimensioni si
accompagnano si a ad una scarsa presenza
di personal e l aureato nei
reparti di
progettazione e ri cerca, si a al l’assenza di
rapporti strutturati con i l mondo del la
ricerca, che i n provi ncia di Varese vanta
diverse e importanti realtà.
Nelle prospettive future, di lungo periodo del
Progetto, che vanno ben al
di là della
situazione di c risi e conomica a ttuale, la
solidità e la d inamicità d ell’economia del
settore produttivo (voce i mportantissima
dell’econo-mia varesina) dovranno passare
attraverso una val orizzazione dei punti di
forza del settore produtti vo, dal la spi nta ad
innovare
e d alla in tercettazione d i
investimenti e d o pportunità, c ome q uelli
legati al la presenza nel
2015 dell’Expo a
Milano.
dicembre 2008
L’Azione Pilota Locale del Progetto Complessità Territoriali
L’OGGETTO
Interpretando le necessità emerse dal la fase
2 del Progetto Compl essità Terri toriali di
disporre di un si stema produttivo rinnovato
e di el evare l e prestazi oni che determi nano
la q ualità d el t
erritorio, a ll’interno
dell’Ambito T erritoriale 9 l’ Azione Pilota
Locale, andrà a concentrare i sui sforzi sul
tessuto produttivo che al
l’interno del
territorio varesino non solo è sede di attività
che svol gono un ruol
o primario per
importanza e
r ilevanza n ell’economia
provinciale, ma che anche territorialmente
ricoprono una notevol
e consi stenza nel
tessuto urbanizzato.
Totale aree produttive ambito 9
11.610.809 mq
Come emerge già d all’analisi e conomica, la
realtà produtti va varesi na, ed i n particolare
dell’Ambito Terri toriale 9, si costi tuisce di
un tessuto imprenditoriale minuto e di ffuso;
la media, ma soprattutto la piccola impresa,
permea e costrui sce un contesto territoriale
in cui l a funzi one produtti va spesso si
intreccia con l e al tre funzi oni urbane e
costituisce un reti colo di atti vità in una
realtà che non sol
o è densamente
urbanizzata,
ma che vede anche
l’urbanizzato estendersi senza soluzione di
continuità, l asciando poco spazi o al le aree
naturali o più sempl icemente non costrui te,
e ig norando c onfini c omunali e provinciali,
svuotando così spesso di
si gnificato la
razionalità, limitata, del livello comunale.
7
PROVINCIA
La distribuzione sul terri torio dei tessuti
produttivi emerge chi aramente analizzando
gli s
trumenti u
rbanistici c
omunali;
attraverso il M osaico I nformatizzato d egli
Strumenti Ur banistici Co munali ( MISURC),
che accosta gl i strumenti urbani stici dei
comuni, è possibile anzi tutto avere un
quadro generale dell’Ambito Territoriale 9 in
cui intravedere e leggere i caratteri distintivi
del sistema produttivo locale.
Le real tà produtti ve costel lano, punteggi ano
l’urbanizzato d ella lo ro p resenza fitta,
diffusa, frammentata ma costante, i n una
cornice
di densa urbani
zzazione del
territorio.
“Nonostante l a frammentazi one del tessuto
produttivo s ono c omunque r iconoscibili sul
territorio delle realtà in cui la concentrazione
e la c ompattezza d elle fu nzioni p roduttive
delineano d elle p olarità, d egli a gglomerati
produttivi, riportati con un codi ce nel la
mappa, che assumono ri
levanza sovraomunale.
Per questi pol i, sul la base degli ultimi dati
censuari, è stato possi bile ricavare dei primi
dati territorializzati da cui partire per l’analisi
economica approfondita del territorio.
DI
VARESE
Sono stati stilati 9 i ndicatori, ognuno con l a
sua rappresentazione cartografica, in grado
di caratteri zzare, sebbene semplicemente,
ogni pol o sul la base di : numero di addetti
per ettaro; percentual e di addetti nel
settore tessi le; quel la di addetti nel settore
metalmeccanico/metallurgico; q uella
di
addetti ad al
tri settori ; l ivello
di
terziarizzazione d elle a ree; superficie media
occupata dalle unità lo cali d i o gni p olo;
media di addetti per uni tà l ocale; e infine
percentuale di aree l
ibere secondo gl
i
strumenti urbani stici comunal i vi genti, e
percentuale di aree l ibere al 2003 (di cui
sotto è riportata la mappa esemplificativa).
A fronte di una real tà produtti va costi tuita
da un tessuto denso, seppur con caratteri e
connotazioni di
versi per morfol
ogia,
organizzazione e funzi oni, e a fronte del le
istanze di innovazione e q ualità n el s istema
produttivo terri toriale, che
nell’Ambito
Territoriale 9 interessa già 11.610.809 mq di
territorio, ci si amo chi esti come rinnovare,
rilanciare, come aprire una nuova stagi one
per rafforzare effi
cacemente il sistema
produttivo? E soprattutto, come
farlo
all’insegna d ella q ualità territoriale? Una
risposta può essere rappresentata dalle Aree
Produttive Ecologicamente Attrezzate.”
Gli indicatori:
aree libere – valori
in percentuale
8
dicembre 2008
L’Azione Pilota Locale del Progetto Complessità Territoriali
OBIETTIVO APEA
L’attenzione a lle p roblematiche a mbientali e
l’irrompere del t ema d ella s ostenibilità
nell’arena i stituzionale hanno riproposto con
grande r ilievo il t ema delle aree produttive
che hanno trovato una pri ma “prospettiva
sostenibile” con la formulazione del concetto
di “Aree Ecol ogicamente Attrezzate” nel
Decreto Legi slativo (cd Bassanini) 112/98
che a ll’articolo 2 6 fa r iferimento a lle a ree
industriali e a lle a ree ecologicamente
attrezzate come aree
dotate
delle
infrastrutture e dei sistemi necessari a
garantire la tutela della salute, della
sicurezza e dell’ambiente, e come aree
dotate di una
gestione unitaria delle
infrastrutture e dei servizi.
Di s eguito i 5 p unti cardine che nella loro
realizzazione connotano le
Aree
Ecologicamente Attrezzate (AEA) o, per
meglio caratteri zzarle, l e Aree Produttive
Ecologicamente Attrezzate (APEA).
5 PUNTI CARDINE
1
Razionalita’, funzionalita’ ed
efficienza territoriale
Il modello in sediativo d elle AP EA d eve
garantire l’efficienza c omplessiva d ell’insediamento nel
si
stema terri
toriale;
funzionalità ed efficienza ri guardano si a
le in frastrutture, d a q uelle p er la mobilità,
su ferro e su gomma, a quel le del le reti
idriche ed energeti che, si a fattori socioeconomici da cui dipendono la s tabilità e la
permanenza del tessuto produtti
vo nel
territorio.
2. Livello elevato di progettazione
dei sistemi infrastrutturali: funzionalita’ ed efficienza
Le APEA si
confi gurano come
comparti
produttivi che presentano
un
livello
qualitativo-progettuale adeguato a garanti re
elevati parametri ambientali, funzionali
e gestionali nell’offerta infrastrutturale e di
servizi alle a ttività p roduttive. P articolare
attenzione ri chiedono i seguenti el ementi
cardine:
•
Efficienza del sistema della mobilità
•
Equilibrato mix funzionale
• Effi
• Vivib
•
cacia ambientale
ilità ambientale
Controllo qualitativo dell’intervento
3. Efficacia della manovra fondiaria
pubblica
L’incremento d ei c osti in sediativi, d erivante
dal g arantire s tandard fu nzionali e d i
efficienza el evati, i n un contesto
di
razionalità, deve essere bilanciato attraverso
azioni compensative
La p olitica d elle a ree d ovrà a ssicurare il
controllo dei prezzi attraverso manovre
fondiarie adeguate, che possono
essere
utilmente accompagnate da un’azi one sul
versante d ella manovra fiscale regi onale,
come ad esempi o una ri duzione di aliquota
dell’IRAP p er le a ziende c ertificate EMAS o
ISO 14000 o i nserite nel le aree ecol ogicaente attrezzate.
4. Perequazione territoriale
La ri cerca di economi e di scal a, che
consentono agl i i nsediamenti produttivi di
compensare (e c osì in ternalizzare) le
diseconomie esterne (esternal ità negati ve)
generate, c
hiama in
causa
quella
dimensione in teristituzionale in c ui r isiede
9
PROVINCIA
l’esigenza di perequare gl
i effetti che
l’insediamento genera s ulla fis calità lo cale
sia d irettamente, in t ermini di investimenti
richiesti ed entrate generate,
si
a
indirettamente, per l a domanda di servi zi
che può nascere dai
processi di sviluppo
generati dagli insediamenti.
5. Il modello gestionale integrato
Contenuto essenziale e preci puo dell’APEA è
l’esistenza di un soggetto gestore che,
oltre a garanti re l a soggetti vità del le aree
produttive nel rapporto con i
l si stema
territoriale, garanti sce, nel
tempo
il
permanere di
performance
ambientali
adeguate, assi
curando un’azi
one di
monitoraggio e regol azione attraverso l a
gestione di reti e di impianti e del l’offerta di
servizi alle imprese.
DI
VARESE
Ma anche al tre esperi enze pi ù o
meno
recenti, c ome q uella marchigiana del
consorzio
ZIPA (Zone Imprendi
toriali
Provincia A ncona), di versamente dalla
precedente, d
i in
iziativa
pubblica,
dimostrano
come si a stato possi
bile
sfruttare le e conomie d i s cala intrinseche
alle grosse aree in dustriali, c he p erò
tipicamente
non vengono sfruttate
semplicemente per mancanza di una spi nta
a consi derare l ’area i ndustriale un unico
organismo.
Le esperi enze di A ree Ecol ogicamente
Attrezzate di mostrano come si a possi bile
attivare economi e di scal a e come si
a
possibile in crementare l’ efficienza delle aree
industriali o rganizzando e d o ffrendo servizi
che la s ingola imp resa d ifficilmente s i p uò
permettere.
Applicazioni
A segui to del decreto (*) che demandava
alle Regioni il c ompito di disciplinare le Aree
Ecologicamente Attrezzate e l
a forma di
gestione uni taria del le stesse, alcune
Regioni, c ome le M arche, l’ Emilia R omagna,
la Toscana, la L iguria, l’ Abruzzo, la Ca labria
e la Pugl ia, hanno l egiferato e/o stanno
sollecitando l a speri mentazione da parte di
numerose r ealtà lo cali, c ome testimoniano
alcune esperienze recenti.
Il 2° Macrol otto di
Prato, ad esempio,
duplicherà l a pi oniera esperi enza del 1°
macrolotto di Prato i n cui l e 360 azi ende
insediate hanno costi tuito un consorzi
o
(Conser) per l ’erogazione central izzata di
servizi come q uello d el M obility M anagment
di Area Industriale, del Car Pooling, dell’asilo
interaziendale, del time management di area
industriale, d ei s ervizi d i la vanderia,
farmacia e posta central izzati, ol tre ad aver
costituito anche una soci età per l a gesti one
dell'impianto di ri ciclo del le acque e dell'
acquedotto in dustriale a s ervizio d el 1 °
Macrolotto,
essendo i
l probl
ema
dell’approvvigion-amento del la ri sorsa i drica
una problematica specifica dell’area.
10
(*) Decreto Legislativo (cd Bassanini) 112/98.
dicembre 2008
L’Azione Pilota Locale del Progetto Complessità Territoriali
IL MODELLO DI SOSTENIBILITA’ DI RIFERIMENTO
Per avere u n s olido r iferimento a lla p olitica
delle APEA la r icerca h a c ostruito a lcuni
scenari quantitativi di svi luppo del la
economia d
ell’area va
lutandone le
conseguenze i n termi ni di
sostenibilità
sociale e fiscale.
Il punto di
partenza
della riflessione è
costituito dalle ipotesi di sviluppo della base
economica del di stretto, mi surata dal tasso
di crescita del PIL e consi derata i l “motore
dello s viluppo” d ella e voluzione s ociale e
insediativa.
Le valutazioni sono condotte sul la scorta di
un mo dello c he c onsidera la evoluzione dei
diversi aggregati e conomici e s ociali e le
reciproche in terazioni e c ondizionamenti,
consentendo di formul are scenari calibrati
sulla b ase d i ip otesi a lternative in un
orizzonte di previ sione di l ungo peri odo (al
2021).
In estrema sintesi il mo
quattro blocchi principali:
dello c onsidera
•
il sistema economico la di crescita di
valore aggiunto e occupazione;
•
gli impatti delle dinamiche
economiche sul sistema demografico
•
gli impatti delle dinamiche
economiche sul sistema insediativo
•
gli impatti di dinamiche
demografiche e economiche sulla
fiscalità locale.
Nella formulazione degli scenari di sviluppo,
il di namismo del si stema produttivo viene
considerato come una sorta di forza inerziale
che imprime il suo impulso al sistema locale
agendo sui comportamenti del la soci età e
delle is tituzioni, s alvo d overne s ubire le
retroazioni e g li a ggiustamenti a fr onte d i
scenari di più o meno adeguata sostenibilità.
11
PROVINCIA
La variabile chiave del primo blocco analitico
è rappresentata dal
tasso di crescita
annuo del Valore Aggiunto (i potizzato i n
due scenari , uno di al ta crescita ed uno di
media cresci ta). Il passo successi vo è
rappresentato dalle va lutazioni r elative
all’andamento d ella produttività, misurato
dall’indicatore relativo al valore aggiunto per
occupato i nterno: schemati zzando, si
potrebbe parlare di un model lo “estensi vo”
(corrispondente ad una al ta cresci ta della
occupazione in r elazione a lla c rescita d el
PIL),
e di
un model
lo “i ntensivo”
(corrispondente invece ad una cresci
ta
dell’occupazione pi ù contenuta i n relazione
alla crescita del PIL, a fronte di un maggiore
incremento d el live llo d i p roduttività p er
addetto). A questo punto si apre i l percorso
di ve rifica d elle c onseguenze sociali dello
sviluppo: ve rifica c he è in p rima istanza di
carattere demografico e c he c onsidera g li
effetti trasmessi dal la crescita economica
attraverso il mercato d el la voro a lla
popolazione, sollecitando l’attivazione di
DI
VARESE
flussi migratori in r isposta a lla d omanda d i
lavoro che non trova ri
sposta nel la
popolazione g ià r esidente in r elazione a lla
sua struttura per età.
Parallelamente l’ evoluzione
demografica
rappresenta i l motore di
una domanda
insediativa che, nel
la sua componente
residenziale, è a ppunto c ondizionata dalla
evoluzione quanti
tativa (numero) e
qualitativa ( livello d i r eddito) d elle famiglie.
E’ i nvece l a cresci ta economi ca
a
condizionare di rettamente l a domanda
insediativa p er g li s pazi d a d estinare alla
produzione e a ll’insediamento d i a ttività
economiche.
Lo scenario demografico unitamente a quello
economico da cui è stato i nfluenzato ed alle
ipotesi
sugli e
ffetti c
he e
ntrambi
genereranno sugli insediamenti, rappresenta
a sua volta la base per una val
utazione
dell’impatto sulla fiscalità locale
Gli indicatori:
aree di espansione
da PRG
12
dicembre 2008
L’Azione Pilota Locale del Progetto Complessità Territoriali
15 AREE PER UNA POLITICA TERRITORIALE
Nonostante la frammentazi one del tessuto
produttivo del l’Ambito Terri toriale 9 sono
riconoscibili sul territorio delle realtà in cui la
concentrazione e la c ompattezza d elle
funzioni p roduttive d elineano d elle p olarità,
degli aggl omerati produtti vi che assumono
rilevanza sovracomunale.
Si tratta spesso di esperi enze che si sono
formate e consolidate nel tempo sulla scia di
dinamiche spontanee ed i
ncrementali,
raramente i nvece si tratta di esperi enze
recenti frutto di
una
chiara volontà
programmatoria vol ta a creare dei
veri e
propri poli produttivi e concretizzata tramite
strumenti di p ianificazione d edicati, c ome i
Piani per gli Insediamenti Produttivi.
Nell’Ambito Territoriale 9 sono leggibili 15 di
questi agglomerati produttivi e su questi si è
concentrata l’attenzione del lavoro di analisi,
essendo l a l oro, se pur spesso
relativa,
compattezza e le lo ro d imensioni r ilevanti
due fattori indispensabili p er p oter p ensare
interventi di r iqualificazione d i t essuti
produttivi volti alla fo rmazione d i Ar ee
Produttive Ecologicamente Attrezzate.
Rassegna 15 comparti
Le aree che costi tuiscono i 15 comparti
coprono circa la me tà d elle s uperfici
destinate ad atti vità produtti ve del l’ambito
territoriale 9, i nteressando una superfi cie di
circa 5.848.706 mq.
Per ogni area produtti va è stata prodotta
una scheda diagnostica che ha i
ndagato
molteplici caratteri ed ha voluto evidenziare,
in particolare, i seguenti temi:
a) L’impianto generale: p osizione n ello
spazio rispetto a ll’urbanizzato, a gli a ltri
tessuti insediativi, a i c onfini c omunali,
razionalità d ei t essuti r elazionali interni
all’area, numero e tipologia delle imprese
b) I vincoli esistenti: localizzazione
vincoli deri vanti dal la presenza di beni
individui, del
Parco del
Ticino,
dell’aeroporto, dei corsi d’acqua, degl i
ambiti agricoli, d ei ma nufatti c ome
cimiteri e pozzi idropotabili o industriali,
delle fasce di
ri spetto l egate ad
infrastrutture viarie.
c)
L’infrastrutturazione: l a
presenza
della rete viaria (esistente e di progetto),
di quel la ferrovi aria (esi stente e di
progetto) e delle reti dei sottoservizi.
d) L’utilizzo del suolo: il live
llo d i
saturazione delle aree, eventual i spazi
liberi resi dui e l a presenza di aree di
proprietà pubblica
e) La mobilità: il live llo d i a ccessibilità
dell’area tramite reti di trasporto
pubblico o mezzi sostenibili (bicicletta)
f)
Le dotazioni interne: la presenza di
servizi, aree a verde, aree per la sosta
g) Le prospettive: l e aspettati ve ed i
progetti della pubbl ica ammi nistrazione
comunale su ogni area
Totale aree 15 comparti
5.848.706 mq
(Totale ambito 9 - 11.610.809 mq.)
13
PROVINCIA
DI
VARESE
COMUNE: Busto Arsizio
CODICE: BU_1
SUP: 906.043 mq
MQ LIBERI: 90.892 mq
COMUNE: Ferno
CODICE: FER_9
SUP.: 246.162 mq
MQ LIBERI: 38.793 mq
COMUNE: Busto Arsizio
CODICE: BU_2
SUP.: 302.528 mq
MQ LIBERI: 0
COMUNE: Ferno e
Samarate
CODICE: SAMFER_10
SUP.: 492.261 mq
MQ LIBERI: 196.278 mq
COMUNE: Cassano
Magnago
CODICE: CASMAG_3
SUP.: 482.212 mq
MQ LIBERI: 51.938 mq
COMUNE: Cardano al Campo
CODICE: CARD_11
SUP.: 164.561 mq
MQ LIBERI: 5.999 mq
COMUNE: Cassano
Magnago, Gallarate
CODICE: CASMAG_4
SUP.: 748.174 mq
MQ LIBERI: 6.000 mq
COMUNE: Arsago Seprio
CODICE: ARS_12
SUP.: 208.004 mq
MQ LIBERI: 7.547 mq
COMUNE: Cairate
CODICE: CAIR_5
SUP.: 217.369 mq
MQ LIBERI: 14.582 mq
COMUNE: Cardano,
Gallarate, Samarate
CODICE: CARGAL_6
SUP.: 597.300 mq
MQ LIBERI: 2.801 mq
COMUNE: Lonate Pozzolo,
CODICE: LON_7
SUP.: 304.922 mq
MQ LIBERI: 49.654 mq
COMUNE: Somma Lombardo
CODICE: SOMM_13
SUP.: 392.054 mq
MQ LIBERI: 12.916 mq
COMUNE: Sesto Calende
CODICE: SEST_14
SUP.: 172.666 mq
MQ LIBERI: 23.965 mq
COMUNE: Gallarate
CODICE: GAL_15
SUP.: 207.774 mq
MQ LIBERI: 25.499 mq
COMUNE: : Lonate Pozzolo,
CODICE: LON_8
SUP.: 406.678 mq
MQ LIBERI: 30.476 mq
14
dicembre 2008
L’Azione Pilota Locale del Progetto Complessità Territoriali
In parti colare, ri ferendoci al punto d),
utilizzando le in formazioni r icavabili d al
Mosaico I nformatizzato d egli Strumenti
Urbanistici Co munali c on c ui avevamo
individuato in u n p rimo mo mento tutte le
aree desti nate a funzi oni produttive, in un
secondo momento abbi amo di stinto tra
queste le aree gi à consol idate e quel le
classificate come previ sioni di espansione
per leggere l a capaci tà di i nsediamento di
funzioni produttive del territorio.
Come aree produtti
ve d’espansi
one
risultavano, nel l’Ambito Terri toriale 9, circa
2 milio ni d i me tri q uadrati di territorio.
Chiaramente t
ali p
revisioni e
rano
l’espressione delle prospetti ve comunal i al
momento d ella r edazione degli strumenti
urbanistici comunal i, pi ù o meno lontani
negli a nni, d i c ui ve rificare l’ attuazione n el
tempo.
AREE LIBERE
fonte
MISURC
comparto
Un p rimo c onfronto d elle in formazioni del
MISURC è stato fa tto c on i r
ilievi
aerofotogrammetrici del terri torio del 2003
per l e 15 maggi
ori polarità produttive
individuate nel l’Ambito 9, per ottenere un
primo riscontro di attuazione delle previsioni
comunali; da questo pri mo confronto l a
capacità i nsediativa ri manente risultava
ridotta di circa il 20%, consistendo in circa 1
milione e 500 metri quadrati liberi (al 2003),
rispetto a 1 ,9 milio ni d i mq di espansione
nominale r iportata n el mosaico degli
strumenti urbanistici comunali.
AREE LIBERE
fonte
aerofotog. 2003
AREE LIBERE
fonte
sopralluoghi 2008
BU_1
444.234
444.234
BU_2
14.090
14.090
90.892
0
CASMAG_3
136.084
130.084
51.938
CASMAG_4
245.934
150.434
6.000
CAIR_5
71.297
71.297
14.582
CARGAL_6
24.024
23.024
2.801
LON_7
53.131
53.131
49.654
LON_8
108.547
102.547
30.476
FER_9
144.650
141.156
38.793
SAMFER_10
444.685
196.278
196.278
6.193
6.193
5.999
ARS_12
33.489
33.489
7.547
SOMM_13
92.808
82.808
12.916
SEST_14
73.357
28.357
23.965
GAL_15
73.617
64.617
25.499
1.966.140
1.541.739
557.340
CARD_11
mq totali
15
PROVINCIA
Il confronto con l
a si tuazione attual e è
avvenuto poi con dei sopralluoghi svolti nei
15 comparti produtti vi che hanno resti tuito
le consistenti dinamiche d i e dificazione e
saturazione dei comparti industriali in questi
ultimi 5 anni; le aree l ibere nei 15 comparti
di ri levanza sovracomunal e sono state
stimate i n ci rca 550. 000 metri quadrati che
si di stribuiscono i n modo non omogeneo;
tanti dei 1 5 c omparti in fatti s ono o rmai
prossimi al
la saturazi
one mentre
generalmente le aree produtti ve di maggiori
dimensioni sono anche quel le con maggi ori
riserve di capacità insediativa.
Il live llo d i a nalisi delle schede diagnostiche
allora, che ha fotografato da vi cino le realtà
produttive di rilevanza
sovracomunale, è
stato completato da una matrice riassuntiva,
che accompagna ogni scheda ed i nterpreta
le caratteristiche r ilevate n ei c omparti
formulando alcuni g iudizi q ualitativi in
merito.
DI
VARESE
produttiva nel la prospetti va sopra
citata
come il livello d i g overnance p resente
nell’area, ossi a l a presenza di esperi enze
che abbi ano avuto modo di creare del le reti
e d elle s edi d i in terazione fra le imprese
insediate; la r azionalità d ell’insediamento,
ossia l’ organizzazione, p rincipalmente in
rapporto a gli a ssi via ri e all’urbanizzato,
dell’impianto; i servizi e le d otazioni
presenti, per l e i mprese e per l e persone; il
valore delle a ttività in sediate, r iferito a lla
tipologia d elle imp rese in sediate, a l lo ro
livello d i t erziarizzazione e d alle dimensioni
medie d elle u nità lo cali; il g
rado di
accessibilità a ll’area, in rapporto all’infrastrutturazione presente e di
progetto
dell’area; l a presenza di aree libere interne
ed esterne al l’area, che ne i dentificano i l
livello di s aturazione e n e d eterminano,
insieme a i vin coli p resenti, la p ossibilità d i
ampliamento d el c omparto; e le prospettive
e g li e ventuali p rogetti c omunali che
interessano ogni comparto.
GOVERNANCE
RAZIONALITA’
SERVIZI
ATTIVITA’
ACCESSIBILITA’
AMPLIABILITA’
CONFERMABILITA’
Scheda diagnostica
Come c riteri p er la va lutazione sono stati
scelti a
lcuni fa
ttori r
itenuti
nodali
nell’incarnare il p
otenziale d i un’area
16
Per ognuna di queste voci di val utazione è
stato espresso u n g iudizio q ualitativo
(riconducibile a 4 live lli qualitativi “alto”,
“medio”, “basso”, “n ullo”) d all’insieme d ei
quali emerge la p redisposizione d ell’area a d
essere eventual mente candi data
alla
trasformazione i n un’Area
Produttiva
Ecologicamente Attrezzata e, vi ceversa, l a
distanza della realtà produtti va da un
modello di A rea Produtti va Ecol ogicamente
Attrezzata.
dicembre 2008
L’Azione Pilota Locale del Progetto Complessità Territoriali
Le aree dismesse
Le aree i
ndustriali dismesse, possono
rappresentare una ri sorsa i mportante per il
progetto e può al contempo essere l ’Azione
Pilota Locale un’occasi one per ri solvere l a
questione del riutilizzo di tali aree. A partire
dai dati provi nciali raccol ti nel 2001 che
censivano più d i 2 milio ni d i me tri q uadrati
di aree di smesse nel la provi ncia di Varese,
l’analisi d ella lo calizzazione
e
della
distribuzione di tal i aree ha permesso di
capire le p otenzialità c he q ueste a ree
potevano offri re al Progetto
Complessità
Territoriali, c he s i mu ove a ll’interno d ei
confini di 15 Comuni nel sud della Provincia.
Totale aree dismesse ambito 9
~ 200.000 mq
La percentuale di aree di smesse presenti
nell’Ambito, benché modesta
nella parte
sud-occidentale del la provi ncia, potrebbe
rappresentare una del le risorse all’interno di
una nuova p olitica in dustriale t erritoriale.
Sebbene i nfatti nel la maggi or parte dei casi
si tratti di aree di smesse i solate l ’una
dall’altra, non riconducibili ad una trama o a
un tessuto produtti
vo ri conoscibile e
ripristinabile;
sebbene si ano aree di
dimensioni molto modest e e si tratti quasi
sempre di aree frammentate al l’interno di
centri urbani o di tessuti urbani, la presenza
di
tali
aree p uò r ivelarsi u tile e
rappresentare uno sti molo anche nei
i
territori urbani per ospi tare al cune funzi oni
produttive.
Le aree dismesse
Il quadro emerso dal lo studio ha evidenziato
anzitutto che sul total e del le aree di smesse
provinciali circa il 1 0% r icade a ll’interno
dell’Ambito Territoriale 9 e che dunque tal i
siti da ri funzionalizzare sono circa 20 ettari,
distribuiti n ei 1 5 c omuni o ggetto d el
Progetto.
Essendo i d ati p rovinciali, r elativi a lle aree
dismesse, del 2001, veri ficando la loro
attualità c on i Co
muni
dell’Ambito
Territoriale 9 è emerso che,
nella maggior
parte dei casi in cui si riscontrano differenze
tra il dato e la realtà al 2008, tali differenze
consistono nella diminuzione del le real tà di
17
PROVINCIA
dismissione negl i ul timi anni
oggetto di
riqualificazione soprattutto in virtù della loro
localizzazione spesso central
e;
tale
diminuzione inoltre non sembra bilanciata da
nuovi fenomeni ri levanti di di smissione che,
tutt’al pi ù, si connotano come si
tuazioni
frutto d i d elocalizzazioni p roduttive c he
fanno dell’area lasciata area utilizzata per le
attività di deposito e magazzinaggio.
Infine l a di stribuzione del le aree di smesse
per lo più non interessa e non è riconducibile
a del le pol arità produtti
ve, che si
riconoscono, dense, sul
territorio
dell’ambito; la loro distribuzione, inadatta ad
ospitare in terventi vo lti a lla fo rmazione d i
Aree Produtti ve Ecol ogicamente Attrezzate,
potrebbe essere però uti le per garanti re
spazi a funzioni produttive compatibili con il
contesto urbano.
Le
delocalizzazioni
legate
alla
presenza dell’aeroporto di Malpensa
La presenza nei comuni di Ferno, Lonate
Pozzolo e Somma Lombardo delle così dette
delocalizzazioni è stata una realtà indagata
nell’ambito
del P rogetto Co mplessità
Territoriali per capi re se tal e particolare
risorsa potesse giocare un ruolo nel progetto
e quale. Le aree oggetto di delocalizzazione,
come si legge nel Report n° 3 redatto da
Finlombarda S .p.a. “Redazi one di ipotesi di
programma di r iutilizzo d el p atrimonio
immobiliare
acquisito d
alla R
egione
Lombardia”, sono costituite da tre nucl ei
principali, uno per ognuno dei tre comuni; la
consistenza delle a ree, in t ermini d i
superficie territoriale si quantifica in 97.250
mq nel comune di Ferno, 379. 313 mq nel
comune di Lonate Pozzol o e 263. 769 mq i n
quello di S omma Lombardo, comprendendo
sia le s uperfici d elle a ree r esidenziali, sia
quelle d i c ompletamento ( non residenziali,
inedificate, ad uso pubblico).
Oltre che per consi stenza, questi tre nuclei
di d elocalizzazioni p resentano c aratteri
differenti per natura e per posizione: l’area
18
DI
VARESE
di Somma Lombardo è un intero borgo, Case
Nuove, frazi one sud del comune, a ridosso
del limit e a eroportuale settentrionale e
chiusa a nord e ovest dal la S S 336; l ’area
lonatese è l a parte ovest del comune, posta
tra il centro e una consi
stente zona
industriale, a sud del sedi me aeroportual e;
l’area di Ferno, di scarsa consi stenza, è
posizionata i
mmediatamente ad est
dell’aeroporto adiacente ad una piccola area
industriale.
Ai fini del Progetto Complessità Territoriali le
delocalizzazioni
presenti s ul t erritorio
comunale di Ferno, anche consi derando l a
presenza del la pi ccola area i
ndustriale
contigua, rappresentano una ri sorsa limitata
nella prospettiva di un’A rea Produtti va
Ecologicamente Attrezzata; nel le i mmediate
vicinanze di quel le sul terri torio di Somma
Lombardo i nvece non sono
presenti
insediamenti produttivi da poter riqualificare
ed a mpliare; le
delocalizzazioni lonatesi
invece si caratterizzano positivamente per la
contiguità con una zona
di insediamenti
industriali ad ovest d el c omune, ma la lo ro
posizione ri spetto al l’aeroporto
risulta
critica, ricadendo un eventuale ampliamento
dell’aeroporto
nella parte meri
dionale
dell’attuale sedime aeroportual e, propri o
dove si localizzano l’area industriale ovest di
Lonate P ozzolo e le c ontigue d elocalizzazioni.
Chiaramente c’è da aggi
ungere che il
patrimonio d elle d elocalizzazioni d a u n lato
non è ancora stato acqui sito completamente
ed è costi tuito da manufatti – residenziali inadatti per atti vità produtti ve, dal l’altro
rappresenta una ri sorsa prezi osa per una
eventuale riprogettazione dei comparti
produttivi l imitrofi (LON_8 e FER_9)
se in
coerenza c on le p olitiche in dustriali dei poli
vicini, come il polo di Lonate Pozzolo Est e di
Samarate.
Ferno: 97.250 mq
Somma L.: 263.769 mq
Lonate P.: 379.313 mq
dicembre 2008
L’Azione Pilota Locale del Progetto Complessità Territoriali
10 POLITICHE PER UNA PIANIFICAZIONE
TERRITORIALE D’AMBITO
L’Azione P ilota L ocale d el P rogetto
Complessità Terri toriali benché abbi a come
oggetto pri mo di i ntervento l e aree
produttive, la
lo ro r iqualificazione e
riorganizzazione, per espri mere pi enamente
le sue potenzi alità non deve rimanere un
semplice i
solato esperi
mento
di
progettazione; l’ Azione P ilota L ocale deve
poter s viluppare la p otenzialità in trinseca,
che gli deriva dall’innovatività che porta con
sé e dalla sua di ffusione, di dar vi ta a del le
politiche territoriali.
Non solo una riqualificazione fisica delle aree
industriali, ma a nche u n c ambio d i
prospettiva su tal i aree, un’opportuni tà di
dare qual ità al terri torio attraverso progetti
che hanno nel le aree produtti ve il loro
attacco, ma che fanno senti re l e l oro
ricadute su un suol o pi ù ampio. Efficienza
energetica, standard ambi entali el evati,
servizi n elle a ree in dustriali n on solo
aumentano la c ompetitività d el tessuto
imprenditoriale lo cale, ma r estituiscono a l
territorio un pezzo di ci ttà da vi vere, una
parte di città che convive senza conflitto con
le al tre funzi oni urbane e che anzi diventa
fonte di qualità.
L’azione Pilota L ocale d eve e ssere in oltre
l’inizio di un cambiamento che non coinvolga
solo un comune, o un comune alla volta, ma
deve potersi di ffondere e ri percuotere ad
una s cala p iù va sta, a l livello territoriale
d’ambito, in cui si possa ri
conoscere
l’impronta d i u na p olitica c he s i mu ove in
tante e di
verse di mensioni territoriali
(ecologica, infrastrutturale, funzionale, ecc).
La presenza del
Parco
del Ticino e
dell’aeroporto d i M alpensa ( con il relativo
Piano d
’Area) a
ll’interno
dell’Ambito
Territoriale 9 è poi una risorsa per il
Progetto; queste presenze sono real tà a cui
una p olitica in dustriale n on s olo s i d eve
agganciare, in coerenza e soprattutto i
n
sinergia, ma anche in cui trovare sostegno e
motivazione nella collaborazione.
Quella del l’Ambito Terri toriale 9 potrebbe
rappresentare al lora una realtà pilota in c ui
non s olo c onciliare, ma a nche mettere a
sistema p rogrammazioni e mo delli d i
sviluppo (quelli del P arco, d ell’industria e
dell’aeroporto e dal la ci ttà apparentemente
in antitesi) che possono dar vi ta ad un
territorio di qual ità, mentre, di versamente,
procedendo singolarmente produrrebbero un
territorio nella migliore delle ipotesi coerente
solo “per settori”.
L’ottica nuova di s ostenibilità e d e fficienza
delle aree produtti ve permetterebbe ad una
politica in
dustriale d
i in
crociarsi
proficuamente con al tre programmazioni e
politiche che riguardano lo s tesso t erritorio;
l’articolazione d ell’Azione P ilota d el P rogetto
Complessità Terri toriali si strutturerà infatti
secondo le 10 pol itiche, sotto ri portate, che
ne ricostruiscono la d iversificazione e la
multidimensionalità degli intenti.
1. POLITICHE
INTEGRATE
SOVRACOMUNALI DI RIORDINO E RIQUALIFICAZIONE URBANA DELLE AREE
AD ALTA CENTRALITÀ
Questa politica si pone come obiettivo quello
di ri pensare uni tariamente l ’area che nei
comuni di Gal larate e Cassano Magnago si
colloca tra i due comparti
produtti vi
CASMAG_3, ad est, e CA SMAG_4 ad ovest,
che presenta caratteri
ed el
ementi di
particolare
interesse. La posi
zione
nevralgica, si a a caval lo del l’autostrada A8,
sia adiacente allo s calo fe rroviario HUP AC,
sia, non da ul timo, i nteressata dal la
realizzazione del la Pedemontana e dal suo
19
PROVINCIA
innesto t rasversale c on g li assi viari primari
esistenti, n e fa u n’area p rivilegiata per
accessibilità e c entralità. L ’area, limit ata da
due
comparti produtti vi ri levanti e
interessata da p resenze n aturali q uali i d ue
torrenti, il T enore e d il R
iale, o ffre
l’occasione per pensare organi camente un
nodo t erritoriale d i r ilievo r egionale,
interessato da prospetti ve i nfrastrutturali
importanti e d a c ondizioni d i accessibilità
pressoché uniche nel la provi ncia varesi na;
un’area che, pur divisa amministrativamente
su due comuni, è caratterizzata da elementi
naturali e d a ntropici r ilevanti e d e sprime la
necessità di ri spondere uni tariamente al le
pressioni cui questo terri torio central e è
sottoposto, per permetterne
uno sviluppo
coerente che sappi a bi lanciare l a necessità
di val orizzazione di un terri torio natural e
sensibile e q uella d i o spitare le d inamiche
territoriali che, se non
anticipate da
un’azione strategi
ca l
ungimirante,
rischierebbero di sprecare
o degradare
irreversibilmente il territorio.
CONDIZIONI: questa o perazione a cquisisce p articolare s ignificato nel panorama
della r ealizzazione d ella P edemontana e in
parte della tangenziale di Cassano Magnago
che, parallela al la to e st d ell’autostrada
permette il c
ollegamento d el c omparto
produttivo CASMAG_3 e CASM AG_4 con il
casello a utostradale d i G allarate, evitando
l’attraversamento di
tessuti
urbani
consolidati.
2. POLITICHE
INTEGRATE
SOVRACOMUNALI
DI
POTENZIAMENTO
DELLE AREE PRODUTTIVE (APEA)
Sul terri torio del l’Ambito territoriale 9
varesino d ue in p articolare s ono i p oli
produttivi esistenti che per le condizioni che
presentano possono rappresentare ambi ti
industriali d a p otenziare c ome poli di
eccellenza.
20
DI
VARESE
•
Il comparto produtti
vo LON_7,
di
concezione moderna e di
medie
dimensioni, si tuato ad est
di Lonate
Pozzolo, lu ngo la d irettrice p er Busto
Arsizio.
•
Il comparto produtti vo di Somma
Lombardo (S OMM_13), comprendente
un preesistente tessuto produtti vo a sud
del centro abitato di Somma ed un
nuovo tessuto produtti vo i n fase di
realizzazione (PIP di vi a Processione) in
adiacenza.
La razionalità dell’impianto dei due comparti,
la loro localizzazione r ispetto a gli a ssi
infrastrutturali p
rimari, r
ispetto
agli
insediamenti u rbani e la lo ro u bicazione s ul
territorio ne fa nno p oli p rivilegiati p er u n
potenziamento
dell’offerta di
aree a
destinazione
produttiva e per l
a
sperimentazione di una pol itica di Aree
Produttive Ecol
ogicamente Attrezzate
(APEA).
CONDIZIONI: il p
otenziamento
del
comparto produttivo LON_7 espri
me l a
priorità di real izzare l a V ariante SS 341Nord, in progetto, che permetterebbe un
rapido accesso al
le
arterie
viarie
autostradali, verso nord ( con il lu
ngo
tracciato che porterà al
la SS
336,
all’autostrada A8, e al la Pedemontana) e
verso sud (con i
l breve tracci ato che
permetterà il col legamento al la S S336 e
all’autostrada A4).
Il potenzi amento del comparto produttivo
SOMM_13, che attual mente si compone di
un tessuto i ndustriale stori co e di un nuovo
patrimonio p
roduttivo in
fase
di
realizzazione a Somma
Lombardo
costituirebbe un pol o che si col legherebbe
facilmente verso sud al la S S 336 e da qui
alle autostrade, mentre verso
nord
renderebbe necessari o i l col legamento con
la SS 3 3 d el Se mpione o con l’autostrada
A8dir attraverso uno dei due tracciati viari
tangenziali previ sti ad ovest e ad est
dell’abitato di Somma Lombardo.
dicembre 2008
L’Azione Pilota Locale del Progetto Complessità Territoriali
3. POLITICHE DI INTEGRAZIONE E
QUALIFICAZIONE DI POLI PRODUTTIVI
ESISTENTI
DI
RILIEVO
SOVRACOMUNALE
Ad ospi tare i nterventi di integrazione,
seppur contenuta, del patrimonio produttivo
e soprattutto d i q ualificazione d elle a ree
esistenti sono due comparti produtti vi che,
seppur mol to di versi tra l oro, presentano
condizioni adeguate a tale operazione.
•
Il p rimo c omparto è la zona industriale
di Sacconago (comparto BU_1) che,
sebbene attual mente sconti
gravi
carenze in
frastrutturali
viarie,
rappresenta l
a real
tà
industriale
varesina più consi stente e megl
io
organizzata in t ermini d i r azionalità
dell’impianto e
lo calizzazione s ul
territorio. Per val
orizzare
le
sue
potenzialità si rende necessari a una
qualificazione d al p unto d i vis ta d ei
servizi, a ttualmente in esistenti, e della
valorizzazione d egli s pazi p ubblici
attualmente i nutilizzati. Quest’area,
assolutamente ben i mpostata, ri schia la
mediocrità se priva di qualunque servizio
alle imp rese e d a lle p ersone il c ui
inserimento in nalzerebbe la q ualità e
l’attrattività del pol o i ndustriale. Li mitati
ampliamenti d ell’area, d a r icercare in
compatibilità
con le
c
ondizioni
ambientali –aree agri
coleed
in
coerenza con l
’impianto esi stente
potrebbero ospi tare esi genze l ocali
evitando processi di sovra-saturazione
dell’area esi stente , consi derando anche
che un potenziamento in t ermini d i
nuove aree produtti ve ri schierebbe di
risultare in sostenibile p er il t erritorio e
per i s istemi in frastrutturali via ri, n on
ottimali
anche n
elle p
rospettive
progettuali (realizzazione d ella va riante
alla SS 3
3).
La
riqualificazione/integrazione proposta
dovrebbe
muoversi nella prospetti va del l’Area
Produttiva Ecol ogicamente Attrezzata
(APEA).
•
Il secondo comparto produtti vo che per
rilevanza sul terri torio potrebbe essere
interessato i n futuro da l
ogiche di
integrazione e q ualificazione d i a ssoluto
rilievo nel p anorama r egionale è q uello
della zona ovest
di
Samarate
(SAMFER_10) che, fermo restando l
a
considerazione e il r ispetto della volontà
e dell’interesse d ell’unico o peratore
insediato,
si conferma pol
o di
innovazione tecnologica con significative
potenzialità di sviluppo e , in q uesta
prospettiva, presenta condi
zioni
localizzative ed in sediative in teressanti
per una ri configurazione come Area
Produttiva Ecologicamente Attrezzata.
CONDIZIONI: l’ integrazione e la qualificazione del l’area di Sacconago a Busto Arsizio
dovrebbe andare di
pari passo con
la
realizzazione del tracci ato viario “variante
alla SS 3
3” p er mig liorare la critica
accessibilità all’area.
Un’eventuale in tervento s ull’area o vest d i
Samarate dovrebbe essere accompagnato
dalla r ealizzazione d i e fficienti c ollegamenti
viari oggi assenti.
4. POLITICHE DI COMPATIBILIZZAZIONE E COERENZA DEI POLI PRODUTTIVI DI RILEVANZA SOVRACOMUNALE
Gran parte d ei c omparti p roduttivi d i r ilievo
sovracomunale in dividuati d al Progetto
nell’Ambito Territoriale 9 necessi tano di
migliorare le c ondizioni c he rendono
compatibili le c oncentrazioni produttive
soprattutto con gli insediamenti e le funzioni
urbane vic ini, c on la via bilità lo cale, con le
necessità espresse dal
mondo imprenditoriale, con le presenze naturali-stiche.
Sono interessati da questi i nterventi i
comparti
BU_2, CA IR_5, CA RGAL_6,
CARD_11, ARS_12, SEST_14, GAL_15,
21
PROVINCIA
VARESE
CONDIZIONI: è basilare la conferma di tali
comparti produtti vi , anche nel medio-lungo
periodo.
introdurre servizi alle imprese e alle persone
ed in crementare il p atrimonio p roduttivo, là
dove siano presenti le condizioni.
5. POLITICHE DI COMPATIBILIZZAZIONE E COERENZA DEL TESSUTO
PRODUTTIVO DIFFUSO
7. POLITICHE DI RIFUNZIONALIZZAZIONE DELLE AREE DISMESSE
La presenza di
un consi
stente tessuto
produttivo che si i nserisce in modo diffuso
all’interno degli spazi urbani richiede misure
atte a r endere c ompatibili t ali in sediamenti
con le funzioni urbane, con la viabilità locale
e con le esigenze del tessuto imprenditoriale
stesso, al fine di creare le migliori condizioni
per la c onvivenza e la va lorizzazione di tale
patrimonio produttivo diffuso. Queste misure
di compati bilizzazione potranno
attingere
risorse anche dal
fondo
perequativo
costituito ed a limentato d alle g randi
trasformazioni che potranno
interessare i
principali p
oli p
roduttivi d
i
rilievo
sovracomunale, si
a di
rettamente
in
relazione ai nuovi insediamenti da realizzare
in tali aree, sia indirettamente in relazione a
eventuali p rocessi d i r ilocalizzazione p er la
rifunzionalizzazione e la va lorizzazione d elle
aree dismesse.
6. POLITICHE DI RIPROGETTAZIONE
DELLE AREE DI DELOCALIZZAZIONE
Ad essere i nteressate da questo
tipo di
intervento sono i comparti produtti vi che
sono si
tuati i
n
prossimità
delle
delocalizzazioni r esidenziali d ovute a lla
vicinanza d ell’aeroporto d i M alpensa; nel
comune di Lonate Pozzol o vi è il consistente
comparto ad ovest
(comparto LON_8),
mentre su territorio di Ferno vi è i l nucl eo
produttivo del comparto FER_9.
Il patrimonio resi denziale pubbl ico potrebbe
trovare una ri funzionalizzazione coerente
con le atti vità produtti ve e rappresentare
un’ottima opportuni tà per riconfigurare aree
produttive scarsamente
qualificate,
22
DI
Un’attenzione parti colare deve
essere
prestata a lle a ree p roduttive d ismesse il cui
destino non deve essere banal
izzato
dandone per scontata la riconversione ad usi
residenziali o
t
erziari; p
osizione,
caratteristiche e p otenzialità delle aree
devono essere oggetto di
verifica per
valutare l’ insediabilità d i
funzioni
di
manifattura le ggera o d i s ervizio alla
produzione.
8. POLITICHE DI CONCERTAZIONE E
PEREQUAZIONE TERRITORIALE
Le s celte in me rito a lla lo calizzazione d i
nuove aree p roduttive d i in teresse lo cale
dovranno seguire le in dicazioni d i fo rte
contenimento, a ll’interno d i u na p olitica che
sia concertata tra Provi ncia, tramite il PTCP,
e Comuni, e che preveda adeguate forme di
perequazione territoriale.
CONDIZIONI: condi zione per contempl are
la concertazi one per nuove aree produttive
sono la presenza di richieste di insediamento
di fu nzioni p roduttive n on soddisfacibili con
le aree già a disposizione e l’impossibilità di
indirizzare tali r ichieste ve rso i 2
p oli
produttivi s pecializzati s ovra
comunali
dell’Ambito Territoriale 9.
9. POLITICHE DI ACCOMPAGNAMENTO
DELLE TRASFORMAZIONI
•
Politiche fiscali: s ia a livello comunale
che regi onale (agendo ri spettivamente
sull’ICI e s ull’IRAP) p er a gevolare le
trasformazioni del patrimonio produttivo
dicembre 2008
L’Azione Pilota Locale del Progetto Complessità Territoriali
•
Politiche compensative e perequative: per di stribuire costi e benefici
in una logica sovracomunale
•
Politiche organizzative: p er fa cilitare
la costi tuzione di un soggetto gestore
capace di organizzare le aree produttive,
i p oli s pecializzati in particolare,
sull’esempio del le A ree Produtti ve
Ecologicamente Attrezzate.
•
Politiche di pianificazione e gestione
integrata della mobilità a scala
intercomunale: per concorrere
all’efficacia e a lla s ostenibilità d egli
interventi, in un’area ad al ta densità e a
forte frammentazione degli insediamenti
le c ui r elazioni d i scambio sono
difficilmente
governabili a lla s cala
comunale.
alle a
spirazioni d
i in
tecnologica del territorio.
novazione
10. POLITICHE PRIORITARIE PER GLI
INVESTIMENTI PUBBLICI
•
Politiche viabilistiche: per accompagnare le t rasformazioni in sediative e d il
loro carico urbani stico con adeguate
misure che ri spondano al le esi genze di
trasporto di merci e persone.
•
Politiche ambientali: per consi derare
parallelamente allo s viluppo in dustriale
la tutela e la valorizzazione delle risorse
agricole e paesaggistiche.
•
Politiche energetiche: per ri spondere
in mo do e fficiente a lle esigenze del
settore produtti vo che vede nel
tema
dell’energia u na d elle c hiavi p er la
competitività.
•
Politiche per l’innovazione: per
attrarre s oggetti imp renditoriali e filiere
capaci di
portare
tecnologie
ed
innovazione sul territorio varesino.
•
Politiche per la formazione: per
rispondere alle esigenze delle imprese di
reclutare personal e qual ificato e adatto
23
PROVINCIA
DI
VARESE
PEREQUAZIONE TERRITORIALE ED INTERVENTI
Le 10 pol itiche sopra esposte danno conto
contemporaneamente d ella diversificazione
delle a ree c oinvolte d agli in terventi e della
diversificazione di questi ultimi.
Sulla base degli elementi che costituiscono il
patrimonio produtti vo, aree produtti
ve
diffuse, aree di smesse, poli produttivi, cui si
aggiungono le a ree d i delocalizzazione, le
azioni delle 10 politiche si snodano in modo
tale d a c oinvolgere l’ evoluzione e la
qualificazione in chiave sostenibile di ognuno
degli elementi, a partire dalle caratteristiche
di ognuno e al l’interno di una prospettiva di
sistema territoriale produttivo.
Proprio l’azione rivolta tanto alle aree diffuse
quanto a quel le di smesse ed ai diversi poli
produttivi presenti sul territorio è consenti ta
da questo approccio si stemico che appl ica
meccanismi di perequazi one terri toriale;
attraverso questo ti po di perequazi one è
possibile ripartire i costi ed i benefici a livello
territoriale, di A mbito 9, dove per costi non
si in tendono s olo o neri e conomici bensì
anche scel te, per esempi o di ri nuncia ad
ospitare nuovi i nsediamenti produtti vi sul
proprio terri torio comunal e per concentrarli
in pochi poli privilegiati da potenziare.
Contemporaneamente i l potenzi amento di
alcune aree deve consenti
re l
a
riqualificazione s ia d egli a ltri poli, sia del
tessuto di aree produtti ve di ffuse, i n una
circolarità di azioni che non sol o selezionano
e concentrano, ma diversificano.
Gli stessi 1 5 p oli p roduttivi in dividuati s ul
territorio saranno oggetto, come accennato
all’interno d ella d escrizione d elle
10
politiche, di politiche differenti, ma anche di
interventi d ifferenti c he la
t abella
successivamente ri
portata evi
denzia
sinteticamente (ri mandando al le schede di
potenzialità di ognun comparto per i
dettagli).
Sintesi delle
politiche per
ognuno dei 15
comparti produttivi
sovracomunali
dell’Ambito
territoriale 9.
Evidenziati anche gli
interventi
infrastrutturali viari –
previstiindispensabili per la
sostenibilità di tali
politiche: una delle
due tangenziali di
Somma Lombardo, la
Variante 341 nord, la
Variante alla SS 33 e
la Pedemontana.
24
dicembre 2008
L’Azione Pilota Locale del Progetto Complessità Territoriali
Visione sinottica degli interventi specifici che interesseranno i 15 comparti produttivi di
rilevanza sovracomunale.
(1)
Fuori comparto
(2)
Variante alla SS 33
(3)
Pedemontana e Bretella di Gallarate
(4)
Pedemontana e Bretella di Gallarate
(5)
Variante alla SS 341
(6)
Tangenziale di Somma Lombardo
(7)
Principalmente l'arredo
25
PROVINCIA
26
DI
VARESE
dicembre 2008
L’Azione Pilota Locale del Progetto Complessità Territoriali
INDICE DEGLI ELABORATI
0.
SINTESI DEL PROGETTO
1.
ANALISI TERRITORIALE
2.
SCHEDA DIAGNOSTICA:
Comparto BU_1
Comparto BU_2
Comparto CASMAG_3
Comparto CASMAG_4
Comparto CAIR_5
Comparto CARGAL_6
Comparto LON_7
Comparto LON_8
Comparto FER_9
Comparto SAMFER_10
Comparto CARD_11
Comparto ARS_12
Comparto SOMM_13
Comparto SEST_14
Comparto GAL_15
Area produttiva di Sacconago a Busto Arsizio
Area produttiva nord a Busto Arsizio
Area produttiva di Via Bonicalza a Cassano M.
Area produttiva di Sciarè e Cassano Ovest a Gallarate e Cassano M.
Area produttiva sud-ovest a Cairate
Area produttiva di Cardano al C. sud, Gallarate e Samarate
Area produttiva est di Lonate Pozzolo
Area produttiva ovest di Lonate Pozzolo
Area produttiva di Ferno
Area produttiva di Samarate e Ferno
Area produttiva ovest di Cardano al Campo
Area produttiva est di Arsago Seprio
Area produttiva sud di Somma Lombardo
Area produttiva di Sesto Calende
Area produttiva Cedrate nord di Gallarate
3.
STRUTTURA ECONOMICA
4.
DIALOGO CON IL SISTEMA PRODUTTIVO
5.
CARTA DEL PATRIMONIO
Le politiche per la riqualificazione urbana ed ambientale degli insediamenti produttivi
del sudo ovest della Provincia di Varese
5.a Le 10 politiche nei 15 comparti di rilevanza sovracomunale
6.
REQUISITI MINIMI ED OTTIMALI DELLE APEA
7.
POLITICHE INTEGRATE SOVRACOMUNALI
DI RIORDINO E RIQUALIFICAZIONE URBANA DELLE AREE AD ALTA CENTRALITA’
CARTOGRAFIA
TAV.1
Ricognizione del sistema insediativo produttivo dell’ambito territoriale 9 - scala 1:25.000
TAV.2
Quadro d’unione dei 15 comparti produttivi di rilevanza comunale dell’ambito territoriale 9
scala 1:25.000
TAV.3
Patrimonio produttivo dell’ambito territoriale 9 - scala 1:25.000
27
PROVINCIA
DI
VARESE
VARESE/sintesiprogetto
28
dicembre 2008
SINTESI DEL PROGETTO