Aggettivi qualificativi nel parlato italiano, francese, portoghese e

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Aggettivi qualificativi nel parlato italiano, francese, portoghese e
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Aggettivi qualificativi nel parlato italiano, francese,
portoghese e spagnolo (corpus C-ORAL-ROM).
Frequenze e strutture
Antonietta Scarano
(Università di Firenze)
1. L’aggettivo qualificativo nelle lingue romanze
La ricerca di cui presentiamo i primi dati in questo contributo si propone di
studiare gli usi dell’aggettivo qualificativo nel parlato delle principali
lingue romanze. In genere, gli studi specifici sull’aggettivo e le trattazioni
grammaticali generali, anche quelle più recenti (si veda per il francese
Riegel et al. 1994, per l’italiano Serianni 1997, per il portoghese Mateus et
al. 2003, per lo spagnolo Bosque & Demonte 1999), trascurano la rilevanza
sintattica e il potenziale pragmatico di questa classe di parole, concentrando
l’attenzione su aspetti lessicali e semantici, legati esclusivamente al
concetto di modificazione operata dall’aggettivo. In questo lavoro sono
considerati tutti e quattro i livelli dell’analisi linguistica: quello lessicale,
quello semantico, quello sintattico e quello pragmatico. L’aggettivo
qualificativo, per quanto tradizionalmente associato alla funzione di
modificazione all’interno del sintagma nominale, in realtà, in italiano e
nelle altre lingue romanze, se pure con dei tratti specifici per ciascuna di
esse, ha possibilità “distributive” piuttosto varie. In generale, come
mostrano gli esempi che seguono, esso può occorrere:
- all’interno del sintagma nominale, in sequenza NA e AN (nei nostri
grafici rispettivamente 'ant' e 'pos'):
(1)
(2)
(3)
(4)
(5)
(6)
(7)
*GAB: c’era una piazza grandissima //
*MIC: <e ci sono stati> dei grandissimi attori // (italiano)
*ANT: ce qu’on peut remarquer / c’est surtout le [/] le [/] le début de match
superbe / que fait l’équipe de France //
*DAV: c’était quand même [/] moi je trouve ça assez [/] une superbe histoire hein
// (francese)
*LUI: isso é / hhh / um bocado difícil //
*LOC: nos prédios antigos / nos elevadores que têm já muitos anos / há /
certamente / muitos problemas / que já não há / em relação aos elevadores novos /
que / são de difícil resolução // (portoghese)
*JOS: bueno / pues España / debe de ser un país diferente / o hay algunos
españoles / que creen que el resto de los españoles / somos tontos //
2
(8)
*LUI // este [/] este vínculo / se &a [/] se aprecia / tanto en la aparición / como en
el desarrollo / como en la diferente / conformación // (spagnolo)
- l’interno del sintagma verbale ('pre'), “in sequenza VA”, come predicato
nominale (9-12) o complemento predicativo (13-16):
(9)
(10)
(11)
(12)
(13)
(14)
(15)
(16)
*SIL: però è bellino questo posto / è simpatico qua // (it.)
*SOP: <oui ben ils sont fous> // (fr.)
*PED: isso já é <interessante> // (po.)
*EMI: no // no fue capaz // (sp.)
*VAL: tutti que’ cosi / le radici / sembro scema // (it.)
*INF: ça devient difficile // (fr.)
*CAT: eu acho que isto já são / dez minutos // já me parece / <suficiente> // (po.)
*PAT: me parece superhorrible // (sp.)
- in isolamento, “sintagma aggettivale A”, all’interno di unità informative
che sono parte o costituiscono da sole enunciati ('iso'):
(17)
(18)
(19)
(20)
*ALE: acustica // bella // (it.)
*MAR: sympa // (fr.)
*TER: um senhor francês // &eh / muito bom // (po.)
*QUI: si // normal // (sp.)
Sarebbe per noi interessante arrivare a stabilire, disponendo di una vasta
base di dati, se esistano aggettivi che, per loro caratteristiche, siano inclini
ad occorrere più frequentemente, se non esclusivamente, in una data costruzione piuttosto che in un’altra. A nostra conoscenza non sono stati svolti
studi che riferiscano della “disposizione naturale”, dell’inclinazione di
alcuni aggettivi ad occorrere in SN o in SV, che potesse essere verificata
nella nostra indagine. Sono numerosi gli studi sulla posizione
dell’aggettivo all’interno del SN. Essi, come anche le trattazioni
grammaticali tradizionali, riferiscono di alcuni tratti (fonologico-ritmici,
semantici, sintattici), che influiscono sulla posizione dell’aggettivo rispetto
al nome. Nel selezionare gli aggettivi che potessero ad un qualche livello
risultare significativi in questa prima fase della nostra indagine, abbiamo
allora considerato alcuni dei tratti coinvolti nella collocazione
dell’aggettivo in SN, tratti che abbiamo assunto come parametri di
variazione di differenti tipologie di aggettivi. I parametri che abbiamo
considerati sono: l’ampiezza semantica,1 che quanto più è maggiore, tanto
1
Non discuterò il concetto di ampiezza semantica. Adotto un criterio, operativo, che è
quello utilizzato da altri studi sull’aggettivo (si veda Stammerjohann & Radatz 1996):
3
più favorirebbe un uso in anteposizione dell’aggettivo (Stammerjohann &
Radatz 1996: 526); la polarità (un aggettivo è bipolare se può seguire o
precedere il nome cui si riferisce, è polare se può occorrere solo prima o
dopo di esso); la variazione di significato al variare della posizione
all’interno del sintagma nominale; il numero di sillabe (ritenuto importante
nell’anteposizione/posposizione dell’aggettivo in lingue come il francese,
Riegel et al. 1994: 182, lo spagnolo, Bosque & Demonte 1999: 200-201, le
lingue romanze in generale Stammerjohann & Radatz 1996: 527-528).
Vedremo nel corso del nostro lavoro in che modo essi incidano
effettivamente sulla posizione dell’aggettivo, ma verificheremo altresì se le
tipologie delineate su queste basi mostrino attitudini regolari anche rispetto
alla loro occorrenza in SV o se la collocazione in SV possa essere giudicata
assolutamente indipendente rispetto ad esse.
La collocazione dell’aggettivo all’interno del SN è fondamentalmente
ritenuta libera, nonostante tutti gli studi sull’argomento delineino dei tratti
degli aggettivi che “predisporrebbero” all’anteposizione o alla
posposizione. La posizione post-nominale è ritenuta non marcata, quella
pre-nominale è ritenuta marcata. Il giudizio di marcatezza è un giudizio di
competenza: un fenomeno è marcato allorché non è sentito come
“naturale”, normale, da un parlante nativo della lingua analizzata. Negli
studi sulla posizione dell’aggettivo, tuttavia, la marcatezza
dell’anteposizione oltre ad essere variamente riferita a “scarsa occorrenza”,
“minore naturalezza”, “significato non letterale”, è anche associata ad
aggettivi ad alta frequenza (v. Riegel et al. 1994, Stammerjohann & Radatz
1996). L’associazione di marcatezza, come giudizio sulla naturalezza della
costruzione, e alta frequenza degli aggettivi che la realizzano sarebbe
davvero un binomio interessante se confermata nella nostra analisi.2
Ritorneremo su questo argomento a conclusione del nostro lavoro.
2. Selezione del campione
Il corpus C-ORAL-ROM (si veda Moneglia in questo volume; CrestiMoneglia 2005), da cui abbiamo tratto gli esempi e che costituisce la base
indicatore operativo dell’ampiezza semantica è la lunghezza della definizione del
lemma nel dizionario: più il significato è vario, più il suo campo di applicazione è largo.
2
Il valore euristico che può avere nella ricerca linguistica su dati concreti l’associazione
di alta frequenza e giudizio di marcatezza mi è stato fatto acutamente notare da
Massimo Moneglia.
4
di dati della ricerca, è costituito da 1.200.000 parole e circa 135.000
enunciati ed è strutturato in nodi e sottonodi (parlato informale vs. parlato
formale, quest’ultimo a sua volta suddiviso in media e natural context) di
cui terremo conto nella valutazioni dei dati della ricerca.
L’analisi delle 45.800 forme aggettivali attestate nel corpus non è
ancora terminata. In questo lavoro presenteremo i risultati definitivi relativi
all’indagine svolta su quattro aggettivi, selezionati con criteri che ne
garantiscono la rappresentatività sia rispetto all’intero corpus (sono fra i
primi trenta aggettivi più frequenti nelle quattro lingue), sia, come abbiamo
anticipato, a livello di tipologie differenti di aggettivi qualificativi.
La selezione ha proceduto nel modo che illustriamo di seguito.
Nella prima fase sono stati selezionati i 30 aggettivi più frequenti nelle
quattro lingue (Tab. 1).3
Tab. 1.
Italiano
1.BELLO
2.GRANDE
3.certo
4.vero
5.diverso
6.solo
7.giusto
8.bravo
9.IMPORTANTE
10.POSSIBILE
11.NUOVO
12.esatto
13.chiaro
14.PICCOLO
15.mezzo
16.politico
17.ITALIANO
18.pronto
19.unico
20.complesso
21.BUONO
22.DIFFICILE
3
Francese
1.PETIT
2.vrai
3.GRAND
4.autre
5.même
6.bien
7.BON
8.BEAU
9.IMPORTANT
10.seul
11.FRANÇAIS
12.jeune
13.gros
14.DERNIER
15.social
16.sûr17.politique
18.NOUVEAU
19.différent
20.DIFFICILE
21.long
22.juste
23.pareil
Portoghese
1.BOM
2.GRANDE
3.NOVO
4.PORTUGUÊS
5.diferente
6.PEQUENO
7.engraçado
8.melhor
9.IMPORTANTE
10.maior
11.DIFÍCIL
12.ÚLTIMO
13.capaz
14.mau
15.POSSÍVEL
16.preciso
17.interessante
18.social
19.nacional
20.evidente
21.giro
22.meio
Spagnolo
1.mismo
2.BUENO
3.mejor
4.PEQUEÑO
5.GRANDE
6.IMPORTANTE
7.ÚLTIMO
8.solo
9.NUEVO
10.normal
11.mayor
12.social
13.distinto
14.ESPAÑOL
15.BONITO
16.propio
17.único
18.siguiente
19.político
20.malo
21.POSIBLE
22.mal
Alcuni degli aggettivi contenuti nei quattro elenchi presentavano problemi di
classificazione riguardanti diverse questioni, come, ad esempio le scelte diverse di POS
tagging nelle quattro équipes (mismo in spagnolo e même in francese sono stati
considerati qualificativi, ma non, ad esempio in italiano). In questa fase della ricerca
non ci siamo occupati di questo tipo di problemi.
5
23.prossimo
24.grosso
25.ferroviario
26.pubblico
27.scorso
28.ULTIMO
29.interessante
30.locale
24.intéressant
25.certain
26.sympa
27.dur
28.propre
29.POSSIBLE
30.général
23.antigo
24.BONITO
25.unico
26.seguinte
27.alto
28.velho
29.especial
30.igual
23.fuerte
24.DIFÍCIL
25.cierto
26.bajo
27.general
28.diferente
29.júnto
30.alto
Nella seconda fase del lavoro abbiamo focalizzato l’attenzione solo sugli
aggettivi comuni a tutte e quattro le lingue. Sono risultati essere 10 (quelli
in maiuscoletto nella tab. 1).4 In questo lavoro presentiamo l’analisi
dettagliata di 4 di essi, che presentano caratteristiche costanti nelle quattro
lingue e che, per le stesse caratteristiche, possono essere ritenuti
rappresentativi di quattro tipologie differenti di aggettivi qualificativi.
I quattro lemmi considerati (in maiuscoletto e grassetto nella tabella
che precede), che sono compresi tra il 2° e il 14° rango e realizzano 1.910
occorrenze aggettivali, sono:
1.
2.
3.
4.
grande (it., sp., po.), grand (fr.) (per un totale di 837 occorrenze nelle
quattro lingue);
nuovo (it.), nouveau (fr.), novo (po.), nuevo (sp.) (372 occorrenze);
importante (it., sp., po.), important (fr.) (377 occorrenze);
i quattro aggettivi relativi alla nazionalità dei quattro paesi, che,
sorprendentemente, fanno parte dei quattro aggettivi a più alta
frequenza presenti nei quattro corpora: italiano (77 occorrenze),
français (100 occorrenze), português (71 occorrenze), español (76
occorrenze).
Grande/grand ha notevole ampiezza semantica, è bipolare, lo
spostamento nel SN produce non un vero e proprio cambiamento, ma una
modificazione di significato,5 è bisillabo o monosillabo.
4
Gli aggettivi comuni a tutt’e quattro le lingue sono 10, quelli comuni a tre sono 7,
quelli comuni a due sono 11, quelli presenti in una sola lingua sono 36. Si tratta, in
totale, perciò, di 64 aggettivi, su 120 possibili.
5
Si ha una modificazione di significato e non un cambiamento quando varia il campo di
applicazione del significato di un aggettivo. Ad esempio, in italiano, in sintagmi come
libro grande vs. grande libro, l’aggettivo grande anteposto significa sempre “che
supera la norma, la media”, ma non è riferibile a dimensione, ampiezza quantità (a ciò
che è misurabile), ma a qualità, doti, ecc., vale a dire ad ambiti più astratti.
6
Nuovo/nouveau/novo/nuevo è di ampiezza semantica media, è
bipolare, il suo spostamento all’interno di SN provoca un cambiamento di
significato (es.: ho comprato un libro nuovo = ‘ho comprato un libro
appena uscito/scritto oppure che non è stato usato’; ho comprato un nuovo
libro = ‘ho comprato un altro, ulteriore, libro’), è bisillabico.
Importante/important ha ampiezza semantica piuttosto limitata, è
bipolare, il suo spostamento non produce variazioni di significato,6 ha più
di due sillabe.
Gli aggettivi di nazionalità, infine, hanno significato puntuale e sono
polari.
3. Analisi dei dati7
3.1. grande (it., sp., po.), grand (fr.)
I grafici che seguono (Fig. 1) mostrano che la costruzione predicativa, delle
tre principalmente significative (attributiva prima e dopo il nome e
predicativa), è la meno attestata. L’anteposizione è largamente, e con
nettezza, la posizione più realizzata dell’aggettivo grande in tutte le lingue.
Prevedibile per il francese, per il quale è previsto che obbligatoriamente
molti aggettivi monosillabici precedano il nome, non lo è assolutamente per
le altre lingue romanze, per le quali l’uso in anteposizione coinciderebbe
semplicemente con il significato meno proprio dell’aggettivo in questione.
Sembrerebbe, quindi, che, poiché occupa in SN la posizione prenominale
nella stragrande maggioranza dei casi, grande abbia in genere un ambito di
applicazione relativo all’astratto e non a qualità fisiche.8
6
In un libro importante e in un importante libro l’aggettivo importante ha lo stesso
significato, seppure il sintagma nominale ha nel suo complesso sfumature differenti di
significato, che, secondo la letteratura, hanno a che fare con la soggettività e
l’oggettività del giudizio.
7
Nei grafici che seguono sono riportati, oltre ai dati relativi alle categorie individuate al
paragrafo 1., anche quelli relativi ai casi non classificabili a causa di fenomeni di
disfluenza ('ncl'), e ai casi di aggettivi all'interno di locuzioni, con valore grammaticale
indecidibile ('loc').
8
È in corso, e perciò con risultati non ancora definitivi, una verifica, esempio per
esempio, della veridicità di questa affermazione, che comporta l’analisi anche dei
referenti nominali.
7
a)
b)
c)
d)
8
Fig. 1
3.2. nuovo (it.), nouveau (fr.), novo (po.), nuevo (sp.)
Per nuovo (Fig. 2) si ripropone la situazione che abbiamo visto delinearsi,
ripetuta nelle quattro lingue, per grande. Un elemento di differenziazione,
tuttavia, c’è, e consiste nell’aumento di realizzazioni post-nominali e
nell’incremento significativo di quelle predicative. Due tratti, fra quelli da
noi adottati, distinguono nuovo da grande: la minore ampiezza semantica e
il cambiamento di significato in relazione al cambiamento di posizione in
SN. Nel corso della ricerca sarà interessante verificare su tutti gli aggettivi
del corpus se questi tratti influiscano allo stesso modo anche su altri
aggettivi che si differenziano solo per essi.
a)
b)
9
c)
d)
Fig. 2
3.3 importante (it., sp. po.), important (fr.)
Per quanto riguarda importante (Fig. 3), si nota che esso è attestato, se pur
con percentuali variabili, quasi esclusivamente in posizione post-nominale
e predicativa; solo nel francese l’anteposizione raggiunge il 5% delle
attestazioni. Nel portoghese esso è usato prevalentemente all’interno di SV.
a)
10
b)
c)
d)
Fig. 3
Interessante notare che così come il calo di casi di anteposizione per nuovo
era parallelo ad un incremento di utilizzazione predicativa, la scarsissima
attestazione di anteposizioni per importante è parallela all’incremento
considerevole di utilizzazione in SV. Quale tratto agisce in tal senso fra
quelli descritti? Importante è bipolare come lo sono grande e nuovo; ha
11
maggiore lunghezza sillabica, ma non si vede come essa possa incidere
sulla sua utilizzazione in SV; il suo significato non varia al variare della sua
collocazione in SN (ma non può essere ipotizzato come tratto decisivo,
perché nuovo, che pure faceva registrare un incremento di realizzazioni
post-nominali e predicative, è soggetto a cambiamento di significato); ha
minore ampiezza semantica rispetto agli altri due aggettivi. La progressiva
riduzione dell’ampiezza semantica (grande > nuovo > importante) sembra
essere concomitante al progressivo incremento di utilizzazione
dell’aggettivo in posizione post-nominale e all’interno di SV. Altra
interessante prospettiva di indagine da verificare sull’intera base di dati.
3.4. Aggettivi di nazionalità
Per quanto riguarda gli aggettivi di nazionalità, bisogna dire che, come
previsto, essendo degli aggettivi di relazione, sono nella quasi totalità dei
casi posposti (percentuali comprese tra il 92% e il 99%); sono in
percentuale minima predicativi (percentuali comprese tra l’1% e l’8%) e
mai anteposti. Risultano interessanti soprattutto perché non ci si
aspetterebbe che siano così frequenti nella lingua parlata. I dati relativi alla
loro variazione diafasica (Tab. 2) mostrano però che la larga attestazione è
dovuta principalmente al loro largo uso nel parlato formale (dei media in
particolare, con percentuali comprese tra 52% e 70%). Si distingue rispetto
alle altre lingue il francese, che ha una percentuale assai significativa di
français anche nel parlato informale (18%, contro il 9,5% dell’italiano,
l’8,2% del portoghese e il 6,9% dello spagnolo; Tab. 2).
Tab. 2
informale
media
formale “natural context”
italiano français português español
9,50% 18,14% 8,24%
6,91%
70,95% 60,46% 52,20% 67,02%
19,55% 21,40% 39,56% 26,07%
Un’ultima osservazione, riguardante l’utilizzazione dell’aggettivo in
isolamento: dei quattro aggettivi, nessuno presenta un numero significativo
di occorrenze in isolamento, fatta eccezione per grande in italiano (4,5%) e
importante in portoghese (4,2%). Da altre ricerche svolte sull’italiano
(Scarano 1999: 206-219), sappiamo che mediamente gli “aggettivi in
isolamento” (enunciati o unità informative a sé stanti rispetto a nome e
12
verbo) sono attestati nel parlato con percentuali pari all’11%.
Probabilmente, ma è l’ennesima verifica che andrà fatta sulla totalità dei
lemmi aggettivali, è un fenomeno che riguarda un numero ristretto di
aggettivi e/o a non alta frequenza.
4. Aggettivi qualificativi e variazione sociolinguistica
Tutti i dati relativi a fenomeni di anteposizione, posposizione e uso predicativo finora presentati possono essere affinati e, per certi versi, anche più
correttamente interpretati allorché si passa a considerare la variazione dei
fenomeni in questione lungo i nodi del corpus design (Tab. 3).
Tab. 3
grande (it.)
grand
grande (po.)
grande (sp.)
informale
%ant %pos %pre
44,65 24,11 11,60
85,62 5,75 5,75
74,57 22,03 0,00
23,55 43,02 29,07
nuovo
nouveau
novo
nuevo
35,29
50
31,58
15,00
52,94 8,83 89,74 7,69
29,17 20,83 86,21 10,34
63,16 0,00 62,50 33,33
72,50 12,50 83,33 13,89
importante (it.)
important
importante (po.)
importante (sp.)
0
7,69
0,00
0,00
34,28
53,84
18,75
66,67
62,85
36,55
75,00
33,33
%ant
85,71
94
87,50
86,76
2,50
3,57
4,54
8,00
media
%pos
8,57
0
5,36
8,83
formale natural context
%pre
4,77
2
3,57
4,41
2,57
3,45
4,17
2,78
65
32,50
42,86
50
22,73 72,73
66,00 26,00
%ant %pos %pre
73,90 17,40 4,35
97,82 2,18
0
92,00 0,00 0,00
77,78 20,00 0,00
60,60 39,40
73,68 21,06
70,00 25,00
90,32 6,45
0
0
5,00
3,23
2,63
4,35
0,00
0,00
36,85
47,83
66,67
20,00
55,26
39,13
22,22
77,78
Per quanto riguarda grande, in italiano, francese e portoghese sembra che si
riproponga in tutti i nodi il dato generale già rilevato (prevalenza dell’anteposizione) e che ciò che distingua i dati dell’informale da quelli dei media e
del formale natural context sia solamente la crescita in questi ultimi due
nodi del divario fra anteposizioni e posposizioni. Fa eccezione lo spagnolo,
che nell’informale ha un’attestazione più ampia di posposizioni e
predicativi rispetto alle anteposizioni.
Per quanto riguarda nuovo, il dato generale relativo alla netta
supremazia di anteposizioni viene confermato solo nel formale natural
context e nei media; fa eccezione il francese che conferma la preferenza
13
all’anteposizione anche nell’informale. Nell’informale di italiano, spagnolo
e portoghese prevalgono i casi di posposizione.
La preferenza di importante per la posposizione rispetto al nome e per
l’utilizzazione all’interno di SV, è confermata in tutti e tre i nodi, in tutte e
quattro le lingue. Sembrerebbe che in questo caso la posposizione non sia
legato all’informalità, come sembra essere per nuovo, ma sia dovuto a
caratteristiche proprie dell’aggettivo. In altre parole, l’uso preferenziale
della posposizione potrebbe essere proprio di aggettivi polisillabici e a
scarso “rendimento semantico” (di scarsa ampiezza di significato, non
suscettibili né di variazioni, né di cambiamenti di significato).
5. Conclusioni
Quelle che proponiamo, considerata la fase ancora iniziale della nostra
ricerca, di cui abbiamo presentato metodi e situazioni “prototipiche”, non
sono vere e proprie conclusioni, ma osservazioni e spunti di ricerca che ci
paiono interessanti.
L’anteposizione, per gli aggettivi considerati, ad alta frequenza e
comuni a tutte e quattro le lingue, è maggiormente realizzata nel parlato
trasmesso e nel formale in contesto naturale.
Fra le lingue romanze il francese sembra avere la più netta tendenza
all’anteposizione, mentre lo spagnolo presenta la più forte resistenza all’anteposizione nel parlato informale.
Quella prenominale è la posizione più attestata di alcuni aggettivi (grande e nuovo) in tutte le lingue considerate, eppure l’anteposizione è la
posizione tradizionalmente considerata marcata. Si tratta di un dato
interessante per riflettere sul concetto di marcatezza riferito
all’anteposizione. In realtà, noi crediamo, non è giusto considerare in
assoluto la posizione prenominale dell’aggettivo come marcata. In effetti,
se c’è variazione di significato dell’aggettivo (come per grande) o
cambiamento (come per nuovo), le costruzioni non vengono sentite come
marcate; se la possibilità di esprimere un significato è legata ad una
posizione, non c’è marcatezza. Se la possibilità di un aggettivo di esprimere
il suo significato non dipende dalla posizione, e il cambiamento di
posizione produce solo variazioni relative alla soggettività del giudizio
(come nel caso di importante), l’anteposizione può essere sentita come
marcata. Non c’è perciò “contraddizione” tra l’alta frequenza di grande e
14
nuovo e la loro preferenza per l’anteposizione, perché in questi casi essa
non è marcata. Semplicemente, dai dati emerge che sono più frequenti gli
aggettivi che sono realizzati di preferenza anteposti al nome, soprattutto nel
parlato formale e nel trasmesso, ma sono più numerosi quelli che sono
realizzati di preferenza dopo il nome, per i quali la posizione prenominale
dà vita ad un costrutto sentito come “marcato”, perché semanticamente non
necessario. Considerato infine che il grosso delle anteposizioni, in generale,
è registrato nel parlato formale e nel trasmesso, si potrebbe anche pensare
che sono tanto più sentite come marcate le costruzioni che non sono proprie
del parlato informale.
Le occorrenze in SN sono in assoluto più numerose di quelle in SV.
Tuttavia, emerge dai dati, in tutte e quattro le lingue, una correlazione
sistematica e “trasversale”, che dovrà essere in qualche modo spiegata, fra
incremento di occorrenze di un lemma aggettivale in posizione postnominale e occorrenze dello stesso lemma in SV. L’utilizzo di forme
aggettivali post-nominali e predicative, perciò, risulta essere la vera
alternativa all’anteposizione: se in taluni nodi diminuisce l’anteposizione
(come nel caso di nuovo nel formale italiano), aumentano in maniera
concomitante non solo gli usi post-nominali ma anche quelli predicativi.
Siccome criteri come quello della lunghezza dell’aggettivo non possono
incidere sulla sua possibilità di occorrenza in sintagma nominale oppure in
sintagma verbale, sembrerebbe che i tratti operanti in questo caso siano in
realtà semantici. Probabilmente, ed è un’interessante prospettiva di ricerca,
aggettivi posposti e predicativi sfruttano medesime caratteristiche
semantiche degli aggettivi.
Bibliografia
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