Mi avvicino allo specchio. Metto un filo di matita nera per gli occhi
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Mi avvicino allo specchio. Metto un filo di matita nera per gli occhi
Mi avvicino allo specchio. Metto un filo di matita nera per gli occhi. Ecco, sono pronta suo cuore è tenero come il burro in estate. Non lo vorrei diverso da come è. AH lavora tanto, lavora sempre. Eppure, hanno fatto di tutto per mandarlo via dalla sua portineria. Lui puliva lo specchio dell'ascensore e qualcuno lo sporcava, solo per potere dire che il lavoro non era stato fatto a dovere. Lui portava via i sacchi dell'immondizia e qualcuno lasciava cadere a terra i rifiuti, solo per dimostrare che non era stato attento. Lui non abbandonava mai la sua guardiola e qualcuno lo chiamava, solo per raccontare quanto si era distratto. Gli inquilini non volevano "un extracomunitario che ruba il lavoro agli italiani". Dicevano che la nostra casa piazzava di cibo cattivo. E, alla fine, ce l'hanno fatta a mandarlo via, e non sono servite le proteste di quei pochi che lo hanno difeso. C'era una ragazza offesa e indignata per il comportamento degli altri. Penso spesso a lei con tenerezza. Avrebbe voluto una bambina, e aveva difficoltà a rimanere incinta. Ho pregato che il mio Dio le mandasse il regalo più bello e, tempo dopo, ho saputo che la mia preghiera era stata esaudita. In quei giorni, quando AB ha perso la casa e il lavoro, non ha pianto e nemmeno io. «Tutto quello che succede è per una ragione. Il disegno divino è già scritto» mi ha detto, mentre facevamo i bagagli. Ho annuito, cercando il mio sguardo più dolce e AB non si è dato per vinto. Ha ricominciato a fare di tutto. Anche i lavori più umili. Senza lamentarsi mai, senza recriminare. Senza tradire, nemmeno per un istante, il nostro sogno. Ho pregato ancora, ho pregato sempre. La nostra fede ci insegna l'amore. E l'amore ha vinto. L'amore vince sempre. S ono trascorsi dieci anni da quando vivo in Italia. I ricordi sono tantissimi, belli, brutti, si accavallano. Tra pochi giorni, Junior compirà 18 anni e frequenta il liceo. È un ottimo studente e ci riempie d'orgoglio. Dell'Egitto non ricorda quasi niente. La sua casa è con noi e non ha mai detto che vuole tornare dove è nato. La sua lingua è l'italiano, anche se parla bene l'arabo e l'inglese. Ha tanti amici e non sono tutti di qui. Come qualsiasi mamma, ho cercato di trasmettergli le cose che per me sono più importanti. Tra queste anche la fede, e lui l'ha fatta sua. I suoi fratelli sono ancora piccoli per scegliere. È stato difficile, quando dovevano nascere, accettare che mi visitasse un dottore. Per noi è proibito. Le intimità dobbiamo riservarle al nostro uomo. Ho superato questa e le altre differenze tra la nostra cultura e quella italiana. Adesso insegno arabo e Ali ha una piccola impresa di pulizie. Viviamo in un bel quartiere, dove c'è anche una moschea, che per noi è importante. Avvicino un'ultima volta il viso allo specchio. Metto un filo di matita nera, per sottolineare gli occhi? Ecco fatto. L'ultimo tocco, prima di uscire con la mia piccina. Guardo il mio velo e sorrido. Quando cammino per strada, a volte sento gli sguardi degli altri su di me. So che osservano la mia testa coperta e, forse, non capiscono. Oppure, pensano di avere già capito tutto e non sanno quanto stanno sbagliando. Ma io non me la prendo. Non voglio coltivare il rancore né l'odio. La mia religione insegna l'amore. Solo a volte, dico a me stessa che potrebbero anche chiedermi perché porto il velo. Così, direi loro che è un simbolo della mia fede, che per me è importante, e forse smetterebbero di guardarmi con curiosità, perché capirebbero che la religione è il filo conduttore della mia vita, del mio amore per Ah", della gioia che mi danno i figli. E non sono diversa da chiunque altro possieda il dono della fede. O STORIE DI IMMIGRATI «Ho comprato per strada Babele 56 (Terre di Mezzo, 8 euro). Sono otto storie vere, come quelle di Confidenze, che il giornalista Giorgio Fontana ha raccolto sull'autobus 56 di Milano. Entrando nelle vite di questi stranieri, possiamo capirle meglio e avvicinarci a loro». Elisa R., 34 anni, Milano Hai vissuto un'esperienza interessante? Riassumila in 20 righe e spediscila a: Confidenze OGNI VITA È UN ROMANZO Mondadori - 20090 Segrate (Milano) oppure manda un'e-mail all'indirizzo: [email protected]. Confidenze 49