demografia e agricoltura

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demografia e agricoltura
DEMOGRAFIA E
AGRICOLTURA
Incremento demografico del Settecento
In seguito alla fase di stagnazione economica e alla relativa crisi demografica del Seicento, a
partire dai primi anni del Settecento si ebbe un incremento della popolazione pari al 66% che fu
causato da vari motivi:
Sviluppo della
medicina
Miglioramento delle
condizioni economiche
ed alimentari
Diminuzione
delle carestie
e delle
epidemie di
peste
Declino della
mortalità
Aumento della
natalità
Sul piano economico: vi era una maggiore opportunità di lavoro e per questo le coppie si sposavano
prima, determinando così un aumento della natalità, dovuto ad una maggiore fertilità media .
Sul piano dell’ agricoltura: nel Settecento l’ agricoltura subisce una grande trasformazione che
prende il nome di rivoluzione agricola per i profondi cambiamenti che determina in campo
agricolo. Il prodotto della terra aumenta in modo deciso tanto che vengono soddisfatte le
maggiori richieste alimentari della popolazione in continua crescita.
Le trasformazioni principali :
• Passaggio da open fields
enclosures
agricoltura basata sul profitto
• Passaggio da rotazione triennale
rotazione pluriennale
Altri cambiamenti in campo agricolo furono: l’utilizzo di attrezzature nuove, la selezione delle
sementi e degli animali da riproduzione, maggior impiego dei cavalli nei lavori agricoli (velocità
di traino maggiore di quella del bue quindi si possono coltivare maggiori estensioni di territorio in
tempi minori).
A favorire la crescita demografica si aggiunsero: l’ importazione di nuovi alimenti quali il mais, la
patata, che arricchirono notevolmente la dieta mediterranea, il tè, lo zucchero, il cacao, il caffè, il
tabacco e, un aumento della produzione agricola sia per via intensiva ( aumentare le rese) ed
estensiva ( rendere coltivabili più terre).
Oltre alla campagna inglese queste innovazioni agricole si ebbero nei Paesi Bassi, in Danimarca, e in
alcune zone della Germania settentrionale e nella pianura padana. Per concludere, alla fine del ‘700,
non è più soltanto l’ esperienza a guidare l’ attività del contadino: infatti , sulla spinta delle istanze
illuministiche cominciarono a diffondersi i testi di agronomia (nel 1753 a Firenze sorge l’ Accademia
dei Georgofili). L’ agricoltura diventa una scienza.
 Campi recintati in Inghilterra
PROTOINDUSTRIA E
MANIFATTURA
L’economia del Settecento ricevette un notevole impulso anche dal campo della produzione
manifatturiera, ovvero per ciò che riguarda la lavorazione di materie prime per la fabbricazione di
utensili e prodotti destinati al commercio.
Intorno al Seicento si ha una modifica dell’antico processo di produzione delle merci, e le istituzioni
che prima garantivano la corretta svolta del lavoro, ovvero le corporazioni, vennero sostituite dalla
figura del mercante-imprenditore.
Infatti in quel periodo la necessità di rispondere alla nuova struttura commerciale dei mercati
internazionali si scontrava con quella che era la staticità delle botteghe cittadine, in quanto
subordinate ai rigidi regolamenti e vincoli delle corporazioni. Per tanto il processo innovativo dovette
trovare nuovi sbocchi, e confluì infatti nelle campagne, dove incominciò a comparire il domestycsystem o putting-out system.
Questo processo di produzione ricorda molto quello tipicamente «industriale», soprattutto per ciò che
riguarda la suddivisione e del lavoro e la possibilità di coordinare le varie fasi, inducendo gli storici a
coniare il termine di protoindustria.
Le fasi di questo sistema, che riguardava prevalentemente il settore tessile, erano:
RECEPIMENTO
DELLE
MATERIE PRIME DA
PARTE DEL
MERCANTE.
LAVORAZIONE DELLE
MATERIE PRIME DA
PARTE DELLA
MANIFATTURA
CONTADINA.
RIVENDITA DEL
RPODOTTO
FINITO SUL
MERCATO.
Bisogna considerare però che la forza-lavoro era costituita prevalentemente da uomini e donne della
civiltà rurale, senza alcun tipo di istruzione e preparazione. Pertanto il prodotto finito non aveva la
stessa qualità di un prodotto delle botteghe cittadine e quindi anche il costo di produzione era molto
basso, in quanto inoltre i macchinari per la lavorazione erano sotto proprietà delle singole famiglie
rurali. Perciò questo sistema di industria a domicilio consentiva, da un lato un notevole guadagno da
parte dell’imprenditore, che sfruttava manodopera a basso costo eludendo il controllo delle
corporazioni, e dall’altra garantiva anche alle famiglie contadine delle entrate di denaro maggiori.
Questo spostamento di produzione nelle campagne ebbe diversi effetti:
 in campagna aumentò il
ritmo del sistema demografico, infatti grazie all’aumento del reddito,
l’emancipazione economica delle nuove generazioni veniva raggiunta molto più velocemente,
abbassando l’età del matrimonio;
 la struttura produttiva nelle città
perse il monopolio dell’attività manifatturiera e per tanto si
svilupparono servizi alla produzione e soprattutto all’esportazione.
ECONOMIA-M0NDO
Economia-Mondo: spazio economico unitario che collega varie zone geografiche di diversi continenti
specializzate in differenti ambiti. In essa vi si trova un «centro» dinamico e delle zone «periferiche»
(rapporto gerarchico tra le varie aree). Tale dinamicità è dovuta al fatto che nei vari secoli il centro si
spostava, dal momento che, nel XV secolo, coincideva con Anversa, Venezia, Genova e Spagna, nel
XVII secolo si trasferì in Inghilterra e in Olanda e infine, nel XVIII, in Inghilterra e in Francia.
Economia- mondo
Termine coniato per
indicare la
Crescita e dilatazione
degli scambi
commerciali
In questo «centro», che all’epoca coincideva con l’ Europa, sia le potenze in ascesa che quelle
in declino utilizzavano politiche basate sul
Mercantilismo: termine che indica le politiche economiche seguite all’epoca dai maggiori stati
europei.
Il concetto base del mercantilismo è l’identificazione tra ricchezza e possesso di metalli preziosi
(stock). Ne consegue che la politica commerciale cerca di ridurre le importazioni e incrementare le
esportazioni:
• Forti barriere doganali sulle importazioni ( dazi )
• Stimolare la produzione interna
• Imporre condizioni commerciali favorevoli
Per mantenere la propria egemonia, le potenze europee, per non sprecare l’argento che secondo il
mercantilismo era simbolo di potere, aumentarono le esportazioni e cominciarono a praticare il
commercio triangolare nel quale le merci venivano barattate con altre merci e l’argento non veniva
utilizzato come mezzo di pagamento.
Ecco in dettaglio i commerci triangolari(Europa-Africa-America):… (slide seguente)
FASI :
•
•
•
PRIMA: dall’ Europa all’ Africa
sulla «costa degli schiavi» (attuali
Senegal, Sierra Leone, Benin). Le
navi europee salpavano da Nantes
o da Liverpool cariche di manufatti
( armi da fuoco, oggetti di cuoio e
in vetro, alcolici, tessuti fabbricati
appositamente per il mercato
africano) che venivano barattati in
cambio di schiavi dai negrieri
(schiavisti bianchi).
SECONDA: dall’Africa all’
America; gli schiavi venivano
trasportati con le navi e mandati a
lavorare nelle piantagioni delle
Antille e nelle colonie inglesi del
sud.
TERZA: dall’ America all’ Europa;
venduti gli schiavi le navi
rientravano in Europa con le stive
piene di prodotti coloniali
(zucchero. tabacco, cotone, rum).
Inghilterra
America
del Nord
Europa
Francia
Africa
Antille
Senegal
Sierra leone
America
Del Sud
Brasile
Benin
APPROFONDIMENTO:
TRATTA DEGLI SCHIAVI
Dalla scoperta dell’America fino al XVII/XVIII
secolo
Fin dal Medioevo gli Arabi e i berberi commerciavano gli africani delle zone tropicali ed equatoriali, che erano
destinati all’esercito o agli harem dell’impero ottomano. Fra gli Europei, i primi mercanti di schiavi neri furono i
Portoghesi, presto seguiti da tutti i paesi che avevano colonie in America: olandesi francesi spagnoli e inglesi.
All’inizio gli schiavi erano utilizzati per svolgere lavori locali o venivano deportati nelle piantagioni di
Madeira(isola a 900 km dal portogallo) e messi al servizio di ricche famigli di Lisbona. Successivamente a
seguito dell’aumento della richiesta di manodopera proveniente dal continente americano gli schiavi vennero
impegnati soprattutto nel massacrante lavoro delle miniere e delle piantagioni (di tabacco, canna di zucchero,
cacao, caffè, cotone).
In un primo momento i coloni provarono a servirsi delle popolazioni indigene dell’America, ma gli Indios
erano pochi, indeboliti dalla fame e dalle malattie, e non resistevano alla fatica, Furono impiegati anche degli
europei, soprattutto criminali condannati al lavoro forzato, ma anche adulti e bambini rapiti. Il loro numero,
tuttavia, rimaneva sempre insufficiente. La manodopera nera invece non solo resisteva ai climi caldi, ma costava
poco e sembrava inesauribile.
All’inizio gli schiavi erano catturati dagli stessi negrieri in cambio di manufatti provenienti dall’Europa o dalle
popolazioni costiere che cercavano in questo modo di salvarsi dalla deportazione, che circondavano di
sorpresa i loro villaggi e tendevano reti nelle foreste per intrappolarli, proprio come se fossero stati animali.
Successivamente, quando la richiesta di schiavi divenne più pressante, alcuni re africani accettarono di
collaborare con gli Europei, organizzando razzie o guerre contro le altre tribù per procurare prigionieri. In
circa quattro secoli furono trasferiti in America 15milioni di schiavi tuttavia furono di più quelli realmente
deportati dal momento che moltissimi morirono durante la traversata per stenti e malattie.
CONTRO LA SCHIAVITÙ…
Alla tratta degli schiavi si oppose il pensiero
liberale dell’Illuminismo ovvero la corrente di
pensiero che si diffuse nella seconda metà del
‘700 in Europa. Infatti alla base del pensiero
illuminista vi era la concezione secondo la quale
tutti gli uomini possiedono gli stessi diritti dal
momento che ognuno è dotato potenzialmente
della ragione.
La tratta degli schiavi fu vietata in Francia nel 1791
in Danimarca nel 1792 in Gran Bretagna e negli
Stati Uniti nel 1807 e in Olanda nel 1814
nonostante gli impegni presi ad abolire lo
schiavismo esso continuò a diffondersi attraverso
il contrabbando.
 Medaglione ufficiale della Società
Britannica contro lo Schiavismo, 1795.
Lavoro compiuto dagli alunni: Linda Vandi, Sofia Rossi,
Riccardo Pacioni, Elisa Partisani, Gaia Tosi, Matteo Piraccini e
Federico Alessandrini.