impianti e macchine per la deumidificazione delle
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impianti e macchine per la deumidificazione delle
PROGETTAZIONE Luca Ferrari IMPIANTI E MACCHINE PER LA DEUMIDIFICAZIONE DELLE PISCINE del sistema, dovrà comunque tenere in debito conto i costi dell’applicazione, primi tra tutti quelli di gestione. Solo in questo modo è possibile poter eseguire una scelta consapevole tra i diversi metodi di deumidificazione, tenendo presente che non sempre i sistemi più complessi risultano i migliori per ogni situazione gestionale. E’ opportuno ricordare che tra le diverse variabili che influiscono in modo tangibile sui costi di gestione quella delle condizioni climatiche esterne presenta certamente il maggior impatto economico. Viene così spontaneo procedere ad una mappatura annuale (su scala giornaliera, meglio ancora oraria) delle esigenze gestionali del centro natatorio, in modo da poter prendere la migliore decisione per l’acquisto del sistema di deumidificazione più efficace. Le tipologie impiantistiche Nel seguito sono delineate le tipologie di impianto che possono rappresen- RCI I l controllo dell’umidità è stato affrontato fino ad oggi con diverse soluzioni di impianto, da quelle più semplici delle origini fino ad arrivare a sistemi molto sofisticati e di elevata efficienza energetica. E’ naturale quindi prendere in considerazione dai sistemi più semplici ed economici fino a complesse architetture impiantistiche che integrino in un’unica gestione tutti i fluidi resi disponibili nella struttura. La tipologia impiantistica individuata, indipendentemente dalla complessità LUGLIO 2016 GLI IMPIANTI E LE MACCHINE DI DEUMIDIFICAZIONE PER LE PISCINE COPERTE RICEVONO CONTINUI AGGIORNAMENTI DETTATI SIA DALL’ADEGUAMENTO AI NUOVI STANDARD ENERGETICI E SIA DALL’EVOLUZIONE TECNOLOGICA. UNA SELEZIONE ATTENTA NON PUÒ PRESCINDERE DA UN’ANALISI COSTI-BENEFICI E DALLA COMPLESSITÀ DEL SISTEMA PRESCELTO. 67 PROGETTAZIONE tare delle pietre miliari nello sviluppo dei sistemi di climatizzazione per l’ambiente piscina: ■ Sola termoventilazione (ricambi d’aria esterna con portata costante e variabile). ■ Termoventilazione con scambiatore di calore aria-aria (recupero di calore). ■ Deumidificazione standard. ■ Deumidificazione con economizzatore (free cooling). ■ Deumidificazione con pompa di calore e recuperatori aria/acqua. Va subito detto che le normative e gli standard di riferimento hanno, e questo per tutte le soluzioni esaminate, un’influenza diretta sui carichi latenti sviluppati all’interno della struttura. Difatti, sia la norma Ashrae 62.1, che l’accordo del 16 gennaio 2003 tra Stato - Regioni (Gazzetta Ufficiale N. 51 del 3 Marzo 2003) prevedono valori minimi inderogabili di ventilazione con aria esterna, che dunque risultano discriminanti in sede progettuale. In particolare la norma Ashrae 62.1 richiede una quantità di aria esterna pari a 2,5 l/s per metro quadrato di superficie della vasca e della zona perimetrale. Viceversa, in presenza di un’area spettatori, questo valore viene posto, solo in quel settore, a 7 RCI LUGLIO 2016 Fig. 1 - Schema di un impianto “push pull” per la ventilazione di piscine coperte. La semplicità del sistema, dipendente dalle condizioni climatiche esterne, non permette il controllo in continuo dell’umidità relativa indoor. 1) batteria di riscaldamento; 2) aria esterna; 3) riscaldamento acqua piscina. 68 Fig. 2 - Impianto derivato dal precedente ma con l’aggiunta di un recuperatore di calore a piastre, a flussi incrociati tra aria espulsa e aria esterna. Pur migliorando il bilancio energetico del processo di deumidificazione, conserva le stesse limitazioni dell’impianto di sola termoventilazione. 1) batteria di preriscaldamento; 2) batteria di riscaldamento; 3) aria di mandata; 4. scambiatore aria-aria; 5. aria espulsa. l/s per persona presente. L’accordo del 16 gennaio 2003 tra il Ministro della salute, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano sugli aspetti igienico-sanitari per la costruzione, la manutenzione e la vigilanza delle piscine a uso natatorio indica un ricambio di aria esterna di almeno 20 m3/h per metro quadrato di vasca. Nelle altre zone destinate ai frequentatori (spogliatoi, servizi igienici, pronto soccorso) il ricambio dell’aria dovrà risultare non inferiore a 4 volumi/h. Va da sé che in tutti i casi, i valori dei tassi di ricambio con aria esterna, per come sono stati stabiliti, non considerano le diverse situazioni dei carichi latenti di deumidificazione. Di conseguenza, l’impianto di trattamento dell’aria di ricambio deve essere progettato prevedendo una maggior portata di aria esterna al fine di compensare la richiesta di deumidificazione. Pertanto, in generale, per almeno otto mesi all’anno nelle regioni settentrionali, la portata d’aria esterna per la deumidificazione risulta circa il doppio di quella prevista dalla normativa, mentre nel Sud dell’Italia questo valore può raggiungere quattro volte la quantità regolamentare prevista. In sintesi una vera analisi di spesa di funzionamento deve prendere in considerazione quanto segue: ■ Portata aria esterna (fredda) da riscaldare (in ottemperanza alla normativa di riferimento). ■ Riscaldamento dell’acqua della piscina per compensare le perdite di calore per evaporazione. ■ Totale dei costi elettrici consumo (compressore e ventilatori). ■ Totale del risparmio energetico per recupero di energia. ■ Risparmio di recupero di calore dell’aria di scarico (accreditamento). Sola termoventilazione Il sistema che può dirsi capostipite è quello con ventilazione mediante tutta aria esterna, denominato “pushpull” (spingi - estrai, riferito all’aria) nella terminologia americana, il cui La sua logica evoluzione ha previsto l’installazione di un recuperatore di calore sull’aria espulsa che effettua un pretrattamento dell’aria esterna prima che essa venga immessa in ambiente, come rappresentato dallo schema nella figura 2. Ciò offre un apprezzabile recupero di energia, che però in certe condizioni è meno eclatante di quanto sembri. Ad esempio, in zone con basse temperature esterne invernali è necessario prevedere una batteria di preriscaldamento a monte dell’ingresso al recuperatore per evitare pericoli di gelo. Normalmente questo processo di scambio termico viene descritto con efficienze molto elevate (oltre il 70%), almeno sulla carta, ma viceversa un’analisi energetica stagionale basata su principi psicrometrici dimostra molto spesso che tali valori di efficienza non possono essere certamente garantiti lungo tutto l’arco dell’anno. Infatti il recupero dell’energia totale (sensibile + latente) dell’apparecchio varia con la temperatura e l’umidità e in generale presenta una curva caratteristica come quella illustrata nella figura 3. In sostanza, quando si richie- de il massimo recupero di energia l’efficienza del recuperatore si ritrova ai suoi valori minimi! Inoltre, neppure con questo sistema è possibile la climatizzazione estiva e ciò limita le possibilità di utilizzo della struttura. In queste situazioni, il controllo termoigrometrico delle condizioni indoor della piscina risultano completamente fuori controllo, così come la funzione di recupero del calore. Anche in questo caso, per stimare le implicazioni del sistema sui costi, è bene prendere in considerazione: - riscaldamento dell’aria esterna (fredda); - riscaldamento dell’acqua della piscina per compensare le perdite di calore per evaporazione; - costi operativi del ventilatore di mandata e di espulsione; - costo dei comandi supplementari di controllo, delle serrande, dello scambiatore e delle canalizzazioni; - recupero di energia sensibile dall’aria espulsa (risparmio). Deumidificatore standard Durante la metà degli anni 70 del novecento, è stato realizzato il primo deumidificatore basato su un ciclo di refrigerazione, destinato a rimuovere l’umidità da un ambiente natatorio indipendentemente dalle condizioni climatiche esterne (figura 4). Una versione migliorativa del prodotto prevedeva inoltre l’utilizzo di una pompa di calore con recupero di energia in modo da poter recuperare entrambe Fig. 4 - Schema di un impianto di climatizzazione e deumidificazione per piscine coperte nel quale è prevista un’unità di deumidificazione a pompa di calore e recupero di energia che permette il recupero del calore totale (latente + sensibile) per il riscaldamento dell’aria e/o dell’acqua di piscina. 1) aria di ricircolo calda e umida; 2) deumidificatore; 3) batteria di riscaldamento; 4) scambiatore per il riscaldamento dell’acqua di piscina; 5) aria calda e asciutta. LUGLIO 2016 Termoventilazione con scambiatore di calore Fig. 3 - Andamento tipico dell’efficienza totale di scambio termico di un recuperatore di calore aria-aria a flussi incrociati in funzione della temperatura dell’aria esterna di ingresso. RCI schema di principio è riportato nella figura 1. L’aria esterna previamente riscaldata da una batteria viene immessa in ambiente da un ventilatore, mentre un quantitativo leggermente maggiore viene estratto da un secondo ventilatore, creando perciò una leggera depressione nel locale. Non vi è alcun recupero e, come può intuirsi, il consumo di energia è elevato poiché viene dispersa in atmosfera un’aliquota rilevante di calore sensibile e latente. Ad esso si aggiunge il consumo di energia dei ventilatori. Oltretutto il controllo dell’umidità e della temperatura sono molto limitati e non è previsto il condizionamento estivo. Al suo attivo il sistema ha però il basso costo di acquisto e di installazione, oltre alla rapidità con cui si possono eseguire i lavori. 69 PROGETTAZIONE Fig. 5 - Unità di trattamento per piscine coperte dotata di un economizzatore che prevede il regime di free cooling, arrestando il compressore, quando la temperatura esterna lo permette. 1) aria di espulsione; 2) aria esterna; 3) batteria dell’evaporatore; 4) batteria di post-riscaldamento; 5) batteria supplementare ad acqua calda; 6) scambiatore di calore per riscaldamento acqua di piscina; 7) aria di mandata; 8) aria di ricircolo. RCI LUGLIO 2016 Fig. 6 - Schema funzionale di un’unità di climatizzazione per piscine coperte dotata di uno speciale scambiatore di calore espressamente progettata per questi ambienti. Il regime illustrato è quello dell’invio della minima quantità di aria esterna, recupero del calore e ricircolo (Menerga). 70 le frazioni di energia (sensibile e latente) direttamente dall’aria calda e umida sostituita, restituendo il contenuto all’aria di rinnovo. In questo modo il controllo sull’unità deumidificante riduce drasticamente la richiesta di aria esterna, procurando un notevole risparmio economico. Di per se il sistema rimane molto semplice in quanto un deumidificatore basato sul ciclo di refrigerazione si comporta sostanzialmente come un condizionatore d’aria. Durante la fase di raffreddamento l’energia recuperata dall’aria ambiente può ancora essere utilizzata per riscaldare l’acqua della piscina o per preriscaldare l’acqua calda per uso sanitario. Per stimare i costi del sistema con deumidificatore standard si devono esaminare: - portata d’aria esterna (fredda) da riscaldare (in ottemperanza alla nor- mativa di riferimento); - riscaldamento dell’acqua della piscina per compensare le perdite di calore per evaporazione; - costi operativi del ventilatore di mandata e di espulsione; - totale dei costi elettrici consumo (compressore e ventilatori); - totale del risparmio energetico per recupero di energia. Deumidificatore ed economizzatore Con specifiche condizioni esterne è possibile prelevare e immettere direttamente nei locali piscine quantità di aria esterna non trattata in modalità free cooling (figura 5). L’economizzatore è costituito sostanzialmente da un sistema di serrande pilotato dal microprocessore della macchina. La presenza dell’economizzatore a tutta aria esterna non deve trarre in inganno sulla convenienza del siste- ma: l’opzione “free cooling” risulta mediamente operativa solo tra il 7 e il 18 % del tempo totale di funzionamento dell’impianto. Si tratta dunque, in determinati periodi dell’anno, di utilizzare l’impianto di deumidificazione come una semplice unità di condizionamento dell’aria dotata di economizzatore, cioè con la possibilità di sospensione del ciclo frigorifero di raffreddamento quando la temperatura esterna dell’aria è opportuna per approfittare del conosciuto processo di “free cooling”. Va da sé comunque che per stabilire il pronto intervento del regime di economizzazione sia necessario il controllo e l’interazione automatica di diversi parametri ambiente e impianto. Inoltre, per usufruire appieno di questo beneficio bisogna escludere le seguenti operazioni: ■ Quando la piscina è inutilizzata, e dunque non è necessario osservare le portate d’aria esterna di ventilazione previste dalla normativa, la modalità di ventilazione in “free cooling” può essere interrotta. ■ Se la temperatura dell’aria esterna è minore della temperatura di blocco dell’evaporatore (di solito 12,5 °C), allora diviene più redditizio utilizzare, previo preriscaldamento dell’aria esterna (con recupero di calore), il solo condizionatore escludendo la funzione economizzatrice. ■ Durante la stagione estiva, la temperatura dell’aria degli ambienti interni tenderà ad aumentare anche per l’aria calda immessa con la ventilazione e per gli apporti solari. Per impedire Fig. 7 - Schema funzionale dell’unità della figura precedente con l’aggiunta del recupero termodinamico; l’aria esterna viene dapprima preriscaldata attraversando il recuperatore di calore, quindi la batteria di riscaldamento della pompa di calore, ed eventualmente postriscaldata attraverso una batteria di postriscaldamento (Menerga). Deumidificatore a pompa di calore e recuperatori di calore Come detto, i ricambi obbligatori di aria esterna imposti dalle normative rappresentano la più grande causa di perdita di energia dell’ambiente piscina. Appare evidente che un sistema completo di deumidificazione dovrebbe poter recuperare, anche se parzialmente, questa perdita di energia. Le unità di deumidificazione più recenti integrano le funzioni di recupero di calore sia dell’aria espulsa, e sia dall’acqua della piscina, con la possibilità di far funzionare il sistema con molteplici ruoli operativi. Queste macchine nei modelli particolarmente efficienti sono dotate di circuito frigorifero (recupero di calore termodinamico) associato a un recuperatore di calore statico. L’abbinamento è in grado di far raggiungere alle unità COP estremamente elevati. Di norma la portata d’aria inviata in piscina viene deumidificata attraverso l’immissione di una minima porta- Fig. 8 - Circuito frigorifero essenziale di un deumidificatore per piscine coperte, equipaggiato con due condensatori, ad aria (con funzione di batteria di post-riscaldamento), e ad acqua, eventualmente per il riscaldamento dell’acqua di piscina. La scelta tra l’uno o l’altro viene effettuata mediante valvola a 3 vie sulla mandata del compressore (Desert Aire). LUGLIO 2016 esclusivamente al “free cooling”. Dunque anche con questa applicazione è necessario osservare: - portata aria esterna (fredda) da riscaldare; - riscaldamento dell’acqua della piscina per compensare le perdite di calore per evaporazione; - totale dei costi elettrici per il funzionamento dell’unità; - totale del risparmio energetico per recupero di energia. RCI questo surriscaldamento, la modalità “free cooling” deve essere arrestata e l’unità di condizionamento deve procedere in modo autonomo deumidificando l’ambiente. ■ La funzione “free cooling”, diversamente da altre applicazioni, dovrebbe controllare in questi casi soprattutto i valori di umidità in ambiente. Pare evidente che in presenza di condizioni atmosferiche esterne con alti valori di umidità, la procedura perda completamente di vista il suo scopo. ■ Alcune gestioni di regolazione stabiliscono una priorità nel riscaldamento dell’acqua della piscina. In queste condizioni l’economizzatore viene inibito. Preso singolarmente, ognuno dei suddetti parametri di controllo varia a seconda delle località e del tipo di progettazione impiantistica. Combinando però le diverse opzioni non si può nascondere un dato estremamente interessante, indipendentemente dalla zona climatica: la modalità in “free cooling” dell’impianto copre un arco di tempo di funzionamento durante l’anno tra il 7% - 18%. Va da se che il sistema generi un risparmio energetico rispetto, per esempio, al semplice impianto di termoventilazione già descritto, ma già di fronte al solo impianto di deumidificazione, la modalità economizzatrice presenta un costo operativo decisamente più elevato, in virtù della presenza di un’unità ventilante, funzionante 24 ore al giorno, dedicata 71 PROGETTAZIONE Fig. 9 - Soluzione analoga alla precedente ma con applicazione di un condensatore remoto ad aria al posto di quello ad acqua (Desert Aire). RCI LUGLIO 2016 Fig. 10 - Ulteriore trasformazione dello schema fondamentale della macchina prevedendo la presenza, oltre alla batteria di post-riscaldamento, di un condensatore ad aria remoto e uno ad acqua (parziale) con due valvole a 3 vie per un funzionamento flessibile come spiegato nel testo (Desert Aire). 72 ta di aria esterna, in quantità tale da rispettare le normative (ad esempio, VDI 2089), che si va così ad aggiungere a quella ricircolata. La percentuale di aria esterna dipende dall’evaporazione dell’acqua (e quindi dal livello di occupazione della piscina), così come dall’umidità dell’aria esterna. Questo valore è dunque regolato in continuo nelle macchine in modo automatico tramite un microprocessore, che gestisce tramite sonde di regolazione dedicate, il volume di aria esterna necessaria a soddisfare la normativa di legge, tenendo sempre un occhio di riguardo al risparmio energetico. Se il recupero di calore risulta non sufficiente a raggiungere la temperatura desiderata dell’aria in immissione, viene attivata la batteria di riscaldamento (figura 6). Quando sia necessario rendere ancor più efficiente il processo di recupero di calore dall’aria espulsa come anticipato è possibile prevedere un sistema comprensivo di pompa di calore. Si ha così che nella stagione invernale l’aria viene espulsa solo dopo aver attraversato un recuperatore di calore asimmetrico ad alta efficienza e in continuo subire un ulteriore preraffreddamento sull’evaporatore della pompa di calore che recuperando parte della sua energia la restituisce al condensatore per un preriscaldamento dell’aria esterna. Con questo preraffreddamento la capacità di deumidificazione della macchina viene notevolmente aumentata. La figura 7 rappresenta lo schema del regime di funzionamento normale con deumidificazione; l’aria esterna è preriscaldata attraversando dapprima il recuperatore di calore, quindi attraversando una batteria di riscaldamento della pompa di calore, in parziale miscela con aria di ripresa, e successivamente eventualmente postriscaldata attraverso una batteria di postriscaldamento (in bianco). In aggiunta, è possibile inviare, tramite una valvola a tre vie, parte del calore recuperato all’evaporatore ad una batteria ad acqua che potrà utilizzarlo per i servizi di ACS o per il riscaldamento dell’acqua delle vasche. nologie mutuate dai condizionatori autonomi monoblocco a espansione diretta, però con una serie di varianti del tutto peculiari. Questi apparecchi rappresentano il sistema più pratico, efficiente ed economico per effettuare la deumidificazione dell’aria mantenendola entro valori moderati di umidità relativa, tra il 30% e il 60%. Dai diagrammi prestazionali pubblicati dai costruttori si può verificare come le migliori condizioni di funzionamento di queste macchine si abbiano quando la temperatura dell’aria ambiente da deumidificare sia compresa tra 15 e 30 °C, mentre l’umidità relativa sia al di sopra del 50%. In queste condizioni si produce La tecnologia delle macchine la maggiore asportazione di umidità. Nella sostanza, i moderni deumi- Indicativamente, le capacità di rimodificatori per piscine utilizzano tec- zione di umidità dall’aria per i modelli Fig. 11 - Schema di un’unità di deumidificazione a pompa di calore con due circuiti frigoriferi indipendenti con doppie batterie per consentire un funzionamento di massima flessibilità. 1) batteria evaporatore; 2) serranda di bypass; 3) batteria di postriscaldamento; 4) scambiatore di calore per riscaldamento acqua di piscina; 5) ventilatore; 6) condensatore remoto (Desert Aire). aria remoto, secondo la domanda. Nel caso in cui non vi sia domanda di riscaldamento dell’acqua, la prima valvola a 3 vie dirige il refrigerante direttamente alla valvola successiva che lo può immettere o nella batteria di post-riscaldamento o dirottare verso il condensatore remoto. Il sistema è quindi modulante e tiene conto da Fig. 12 - Due diversi modelli di unità di climatizzazione e deumidificazione a pompa di calore per piscine coperte di dimensione medio/grande a sviluppo orizzontale e verticale (Desert Aire). LUGLIO 2016 in uscita dal compressore incontra una valvola a 3 vie che può dirigerlo verso il condensatore ad acqua (per il riscaldamento di acqua di piscina o produzione di acqua calda sanitaria). Il refrigerante in uscita prosegue fino alla seconda valvola a 3 vie che può dirigerlo o alla batteria di postriscaldamento o al condensatore ad RCI monoblocco sono intorno a 50 - 60 litri/24 ore per kW di potenza assorbita. Questi dati sono però riferiti a condizioni molto favorevoli: aria entrante a 30 °C con l’80% di umidità relativa. In realtà essi possono dimezzarsi passando dall’80% al 50% di umidità relativa, o scendendo da 30 °C a 15 - 20 °C. I modelli per usi speciali e nelle piscine possono raggiungere capacità tali da rimuovere anche oltre 3000 litri d’acqua dall’aria umida nelle 24 ore, acqua che viene poi variamente riutilizzata. Le figure 8, 9 e 10 rivelano le alternative che le macchine possono incorporare per rispondere al meglio alle diverse funzioni richieste. Assumendo la figura 8 come schema di partenza, si osserva già la presenza di due condensatori distinti: il primo, costituito da una batteria refrigerante-aria, svolge in realtà le funzioni di post-riscaldatore per l’aria di mandata; il secondo può essere chiamato in funzionamento quando il post-riscaldamento non è richiesto e può eventualmente provvedere a riscaldare l’acqua di piscina con un evidente recupero di energia. Una valvola a tre vie devia verso l’uno o l’altro il gas refrigerante surriscaldato in uscita dal compressore. Invece nella figura 9 il condensatore ad acqua è sostituito da un condensatore ad aria remoto, escludendosi in tal caso ogni possibilità di recupero di energia. La soluzione successiva, illustrata nella figura 10, prevede, in aggiunta alla batteria di post-riscaldamento, la presenza di un condensatore ad acqua di capacità solamente parziale e in più di un condensatore ad aria remoto. Il gas surriscaldato 73