Storia Insenametno Ostetricia - dipartimento di Scienze Biomediche
Transcript
Storia Insenametno Ostetricia - dipartimento di Scienze Biomediche
PARTE TERZA Storia dell’insegnamento e dell’ostetricia e ginecologia in Siena Francesca Vannozzi STORIA DELL’INSEGNAMENTO DELL’OSTETRICIA E GINECOLOGIA IN SIENA Dirigere e proteggere la mirabile funzione della riproduzione della specie, alleviare e togliere in certi casi i pericoli che la minacciano, mantenere incolumi la vecchia e la nuova generazione, sono i fini veri cui deve mirare l’Ostetricia (V. Balocchi, “Ostetricia per gli studenti di Medicina e Chirurgia”, Milano 1871, p. XIV). L’Ostetricia senese L’Ostetricia può proclamare il secolo XVIII tra i più benemeriti per i conseguiti progressi, specie di carattere pratico. I grandi interventi operatori e l’istituzione di Maternità e di Scuole ostetriche dimostrative sono dalla seconda metà del secolo tra i motivi di maggior sollecito per l’evoluzione della disciplina, il cui insegnamento ed esercizio cambia completamente fisionomia, grazie ai progressi dell’anatomia, fisiologia, clinica, terapia operativa. Ma l’altro aspetto determinante del periodo nella storia dell’ostetricia è il suo progressivo distacco dalla chirurgia per un’affermazione di autonomia disciplinare, anche se per molto tempo gli ostetrici continueranno ad esser reclutati fra i chirurghi, con provata esperienza ostetrica. Del resto, i progressi dell’ostetricia si contano soprattutto dal momento in cui alcuni chirurghi, pur nell’impegno precipuo dei parti difficili, cominciano ad interessarsi della fisiologia anche di quelli normali, in precedenza di esclusivo appannaggio delle levatrici1. A ciò va ad aggiungersi la maggior frequenza nelle classi agiate di avvalersi per l’assistenza al parto dell’opera di un ostetrico professionista. Anche Siena rispecchia la situazione europea descritta e il primo incarico dell’insegnamento dell’ostetricia, attestato dalla documentazione universitaria senese2, risulta conferito nel 1774 a Giacomo Bartolomei, già docente dal 1743 di Medicina Pratica, il quale tiene per due anni lezioni di ostetricia ad oltre una ventina di studenti di medicina, alla presenza del Settore Anatomico Alessandro Felici, di Carrara. Lo stesso settore e chirurgo Felici sostituisce Bartolomei nel 1776, in qualità di Lettore di Ostetricia con la Provvisione di scudi 63. E lo Studio per consentirgli di assolvere al suo nuovo incarico, gli consegna il 15 luglio dello stesso anno lo strumentario utile alla sua attività professionale, da esercitare presso lo Spedaletto delle Partorienti: tiratesta, tenaglie, 1 Per l’Italia nel XVIII secolo, vale segnalare oltre agli studi di Giovan Battista Morgagni (1682-1771) sugli aborti ripetuti e sul rilassamento delle sinfisi nel corso della gravidanza e alle ricerche sulla fecondazione artificiale negli animali di Lazzaro Spallanzani (1729-1799), quelle dei celebri ostetrici Giuseppe Vespa (1727-1804), Paolo Assalini (1759-1840), Francesco Asdrubali (1756-1832). 2 L. DE ANGELIS, G. GIULI, A. BANDIERA, Notizie relative all’Università di Siena e catalogo dei professori dal 1246 al presente (1841), in “Archivio Storico dell’Università degli Studi di Siena”, Miscellanea XX, A 5. 3 ARCHIVIO STORICO UNIVERSITÀ DI SIENA, I “Ruoli de’ Dottori et altro sopra lo Studio”, 19 “Ordini per lo Studio” 1774-’78, fasc. 1777. 2 leve, falcetti, cucchiaia, siringhe, uncini, nonchè venti figure di creta cotta di uso comune nella didattica ostetrica4. Le lezioni agli studenti di medicina, regolamentate dal Motuproprio del 4 aprile 1780, sono tenute, ‘le teoriche’ nella sede dell’Università, mentre quelle a carattere prettamente ‘pratico’ presso l’Ospedale Santa Maria della Scala5. Chirurgia, medicina teorica, medicina pratica, anatomia sono con l’ostetricia le lezioni che seguono gli studenti. Quelle di ostetricia, a cui è dato facoltà di assistere anche alle allieve ostetriche6, sono anch’esse teoriche e pratiche, quest’ultime nello Spedaletto delle Partorienti7, che quindi funge da Scuola per le future levatrici. Alla morte del Felici nel 1779, acciò gli scolari e specialmente le Allieve delle Levatrici non manchino della necessaria istruzione, per ostetricia è chiamato il chirurgo Vincenzo Lanini8. Il Cancelliere del Collegio di Balia della Sapienza e Studio dell’Università di Siena, come di prassi prima di passare la consegna del necessario al nuovo docente, il 24 marzo redige l’inventario della strumentaria ostetrica, conservata nella Scuola presso lo Spedaletto. La lista riporta anche delle venti figure di terracotta della collezione didattica, di cui cinque ne risultano rotte9. Stesso materiale, strumenti e modelli didattici, passeranno il 3 luglio 1780 al successivo docente di ostetricia, già Settore del celebre anatomico Paolo Mascagni, Giovanni Niccolò Semenzi, di Genova. Le scoperte dell’anatomia e fisiologia ostetrica e un miglior strumentario portano così a metà Settecento l’arte ostetrica ad esser come la più nobile e più utile della salutevole Chirurgia10 e i docenti sono scelti tra settori e chirurghi. Il nuovo impulso della disciplina è anche ben testimoniato dall’abbondanza di scritti di ostetrici italiani11, sollecitati dal moderno indirizzo della materia verso studi teorici ed esercizi 4 ARCHIVIO STORICO UNIVERSITÀ DI SIENA, I cit., 19 Ordini per lo Studio 1774-’78, “Inventario d’istrumentj d’Ostetricia”. 5 Del Collegio Filosofico e Medico nel 1780 leggono all’Università i docenti di: medicina teorica, fisica generale e particolare, storia naturale e chimica, geometria, logica metafisica ed ottica; invece all’Ospedale i docenti di: medicina pratica, anatomia, chirurgia, ostetricia. (L. DE ANGELIS, G. GIULI, A. BANDIERA, Notizie relative all’Università di Siena e catalogo dei professori dal 1246 al presente (1841), cit.). 6 ARCHIVIO STORICO UNIVERSITÀ DI SIENA, I cit., 19 Ordini per lo Studio 1774-’78, fasc. 1776. 7 Dalla Riforma dello Studio Senese del 1780 si iniziano a pubblicare i Sillabi, sorta di ‘notiziario universitario’ che saranno poi sostituiti dagli Annuari Accademici dell’Università degli Studi di Siena. Dai Sillabi sono desunti i dati riferiti ai docenti di ostetricia dal 1780 al 1816. ARCHIVIO STORICO UNIVERSITÀ DI SIENA I cit., 20 “Ordini per lo Studio” 1779-‘84, 12 giugno 1780. 8 ARCHIVIO STORICO UNIVERSITÀ DI SIENA, I cit., 20 “Ordini per lo Studio” 1779-’84, fasc. 1779. 9 ARCHIVIO STORICO UNIVERSITÀ DI SIENA, I cit., 20 “Ordini per lo Studio” 1779-‘84, fasc. 24 marzo 1779. 10 ACCADEMIA DEI FISIOCRITICI DI SIENA: Ferretti, Intorno alle diverse situazioni delle donne in tempo di parto, in “Memorie”, n. 3 del 15 gennaio 1774. 11 Un’esauriente lista di tesi in materia è riportata da A. CUZZI: Trattato di Ostetricia e Ginecologia, vol. I, Milano, Vallardi, 1892, pp. LXXVII-LXXX e nella voce ‘ostetricia (storia)’ di A. GUZZONI DEGLI ANCARANI in “Enciclopedia Medica Italiana”, Milano, Vallardi, 1887. 3 pratici, resi possibili dalla sempre più diffusa istituzione di cliniche e Scuole, dove ci si avvale per la didattica di modelli, quali cere, terrecotte, macchine e fantocci. Dall’a.a. 1789-’90, l’insegnamento passa al pisano Anastasio Gambini che lo terrà fino al 182612. “Ad Obstetriciam” viene insegnata dal docente tre volte a settimana e l’Annuario universitario del 1816 al riguardo specifica per la prima volta: Qui etiam docebit Foeminas in domo Parturientium13, quale riferimento ad una iniziale ginecologia. Di Gambini, Professore d’ostetricia nell’Università e Chirurgo Infermiere del R. Spedale della Scala, l’Accademia dei Fisiocritici di Siena pubblica nel Tomo VIII dei suoi Atti, “Istoria di due gravidanze extrauterine”14, che attesta come l’esercizio dell’ostetrico richiedesse anche capacità nella dissezione per quei casi clinici giunti a morte per patologie ritenute d’interesse scientifico. L’attenzione medica all’assistenza al parto è testimoniata anche dalla singolare iniziativa di un clinico senese, docente di Medicina Clinica e Terapia Speciale, Stanislao Grottanelli nel dare alle stampe (Onorato Porri, Siena 1825) nel 1825 la traduzione da lui curata di “Sinossi delle varie specie di difficoltà dei parti” dell’ostetrico inglese Samuel Merriman, dedicandolo ai suoi alunni dell’Università di Siena per consentir loro, nell’ambito delle proprie lezioni di Clinica interna ed esterna , di avere anche alcune nozioni nell’arte di assistere i parti. Nel 1826 si affianca nell’insegnamento di Gambini, divenuto Professore Emerito, il senese Giovan Battista Vannini, sostituito a sua volta a partire dall’a.a. 1835-’36 da Vincenzo Centofanti di Pisa, dove si trasferirà nel 1839. Dall’a.a. 1841-’42, la cattedra passa al professore di patologia chirurgica Luigi Capezzi di Siena, che oltre all’ostetricia nel Santa Maria tiene l’insegnamento di Ginecologia, due volte a settimana, in ‘Aedibus parturientium’. L’appartenenza disciplinare del Capezzi ben testimonia come ancora a metà Ottocento la dipendenza dell’ostetricia dalla chirurgia sia totale; del resto, gran parte dei più importanti interventi ostetrici e ginecologici vengono intrapresi per la prima volta proprio da chirurghi. Come scontata risulta ancora l’appartenenza dell’ostetricia alla chirurgia, così netto è il limite di competenze dell’ostetrico rispetto alla levatrice. Nel suo “Elementi di Ostetricia” del 1843, Capezzi tiene infatti ad evidenziare come per i medici e chirurghi ostetrici, l’ostetricia debba intendersi quale parte della scienza medica la quale comprende tutta la serie delle dottrine che riguardano le funzioni riferibili alla maternità; mentre per le levatrici, con compiti molto limitati rispetto al medico, “l’ostetricia è quella parte di chirurgia che insegna ad assistere le donne 12 Il periodo di docenza del Gambini è interrotto solo l’a.a. 1807-‘08, nel quale l’insegnamento è tenuto da Giovanni Bianchi di Pisa (1693-1775). 13 Sillabo 1816-’17, Siena, Onorato Porri, 1816, p. 13. 14 A. GAMBINI, Istoria di due gravidanze extrauterine, in “Atti Accademia Fisiocritici”, Tomo VIII, Siena, Pazzini Carli Vincenzo e Figli, 1800, pp. 231-236. 4 durante il travaglio del parto”15. Le operazioni ostetriche non possono pertanto che esser sostenute dal chirurgo, che possiede tutti quei vantaggi fisici che all’esercizio d’un arte talora anche faticosa sono necessarj16. Le sue lezioni agli studenti di medicina si estendono anche alle malattie infantili, che insegna dall’a.a. 1843-’44 al ’51, a conferma di come la futura pediatria nasca dall’ambito ostetrico: Aget de Tocologia Theorico-Practica, nec non de Hygienica Praegnantium, variisque Morbis Puerperarum, et Puerorum; docebitque in Magno S. Mariae Nosocomio ad propria scripta partim nuper edita, partim mox typis edenda17. Istituita la Cattedra di ostetricia nel 1845 con Capezzi, gli succede nell’a.a. 1852-’53 nuovamente il Centofanti, che tiene fino al ’57 le sue lezioni “ad Obstetriciam morbosque puerperarum ac infantium pertinent” nel Teatro Anatomico del Santa Maria della Scala; i testi suggeriti agli studenti sono: “Traité Théorique et Pratique de l’art des Accouchements” di P. Cazeaux; “Manuel des accouchements et des maladies des femmes grosses et accouchées” di J. Jacquernier18. Dal 1859 al ‘65, l’insegnamento dell’ostetricia e della “dottrina delle malattie speciali delle donne e dei bambini” è conferito a Carlo Minati di Montepulciano, che agli studenti del 5° anno della Facoltà Medico-Chirurgica consiglia, oltre ai testi suggeriti dal suo predecessore, anche il “Manuale completo di Ostetricia” di Vincenzo Balocchi (III edizione, Milano 1859) e dal ’64 “Maladies de l’Uterus, et de ses annexes” (Parigi 1860) di Nonat, per la “dottrina delle malattie speciali delle donne”19. Minati si dimostra uno degli ostetrici più sensibili al problema di un’adeguata istruzione delle allieve levatrici, per le quali appronta il manuale “Ostetricia minore” (Ulrico Hoepli, Milano 1881). Trasferito il Minati all’Università di Pisa, nell’a.a. 1865-’66 l’insegnamento dell’ostetricia è tenuto dal Professore straordinario Cesare Zanobini e dal 1867-’68 dall’incaricato Emilio Falaschi di Marciana Marina (Isola d’Elba)20, che organizzerà la propria attività didattica secondo gli orientamenti del mondo accademico. Con il Regolamento della Facoltà Medico-Chirurgica, approvato col R. Decreto 14 settembre 1862, la laurea in medicina e chirurgia prevede come obbligatori: “Ostetricia e dottrina 15 L. CAPEZZI , Elementi di Ostetricia teorico-pratica, Siena, Tipografia dell’Ancora, 1843, p. 6. L. CAPEZZI , Elementi di Ostetricia teorico-pratica, cit, p. 7. 17 Annuario 1843-’44, Siena, Onorato Porri, 1843, p. 15. Di Capezzi, che insegnò patologia chirurgica e ostetricia, ci resta anche Compendio storico dell’Ostetricia, Siena, 1839. 18 Annuario 1854-’55, Firenze, Ex Typographeo Magni Ducis, 1854, p. 27. 19 Annuario 1863-’64, Siena, Onorato Porri, 1863, p. 20. 20 Emilio Falaschi (1834, Isola d’Elba–1918, Siena), si laurea a Firenze nel 1855. Aiuto presso Fisiologia a Siena nel 1859, è anche incaricato dal 1877 al 1882 dell’insegnamento di Medicina Legale a Giurisprudenza. Ricevuto l’insegnamento dell’Ostetricia a Medicina nel 1867, diviene professore straordinario nel 1871, direttore nel 1880 della Clinica Ostetrica senese, professore ordinario nel 1894; tiene l’insegnamento dell’Ostetricia fino al 1909, agli studenti di medicina e alle allieve levatrici presso l’Ateneo Senese. F. VANNOZZI, Falaschi Emilio, in “Dizionario Biografico degli Italiani Treccani”, vol,. 44, 1994, pp. 235sgg. 16 5 delle malattie speciali delle donne e dei bambini” (art.4); esercizi pratici di ostetricia (art.5); studi ed esercizi di clinica ostetrica per il 5° anno del corso (art.8); esami speciali per l’ostetricia con prova pratica relativa ad un’operazione sul fantoccio o sul cadavere (art.10)21. “L’arte del guarire” è all’epoca ancora divisa in tre principali branche: Medicina, Chirurgia e Ostetricia e lo studio di quest’ultima, secondo l’ostetrico Balocchi, deve comprendere: 1°. Le cognizioni anatomiche, fisiologiche e sperimentali o pratiche, dalle quali derivano le regole concernenti le cure da prestarsi durante la gravidanza, il parto ed il puerperio, quando corrono secondo l’ordine fisiologico. 2°. Le cognizioni mediche e chirurgiche occorrenti ad apprestare i soccorsi che queste tre fasi diverse di una stessa funzione richiedono, quando esse corrono anormalmente mettendo in pericolo la esistenza della madre o del figlio o quella di ambedue22. L’ostetricia del XIX secolo è intesa come l’ostetricia dell’epoca scientifica, che getta le basi della dottrina del meccanismo del parto con i nuovi studi sulla compressibilità della testa fetale, rivolgimento ed estrazione, embriologia, pelviologia normale e patologica, sulle fasi del secondamento. L’ostetricia nella sua veste razionale scientifica allarga così la cerchia d’azione dell’ostetrico, grazie al superamento dei limiti dovuti alla scarsità del materiale ostetrico e alle difficoltà per l’esame obiettivo della donna. Il più ampio settore di competenza è ben testimoniato dai manuali di metà secolo nei quali è ormai consuetudine fare distinzione tra la parte fisiologica dalla parte patologica dello studio importante della gravidanza, del parto e del puerperio23. Ma l’influenza della chirurgia sulla disciplina è ancora forte e i suoi libri di testo sono rivolti in prevalenza alle future leve dei chirurghi, come il già citato “Elementi d’Ostetricia” di Luigi Capezzi per: i giovani chirurghi specialmente, dispensandogli dalla necessità di vagare qua e là onde rinvenire nei pratici tutti i diversi loro sistemi, le teorie, ed i metodi24. Il parto del resto è da ritenersi essenzialmente evento naturale che non necessita di altra assistenza se non quella della levatrice, mentre il medico è chiamato solo nei casi dell’emergenza, della difficoltà, che richiedono l’atto operatorio, cioè chirurgico, come nell’ipotesi di una sinfisiotomia25. Su tale netta attribuzione di competenze influisce anche l’antica pertinenza medica nei confronti delle metodiche finalizzate alla soppressione del feto, ritenute ‘doveri e diritti’ propri dell’ostetricante: perforazione, craniotomia, cefalotrissia, taglio cesareo, embriotomia effettuata con 21 L’Università degli Studi di Siena, a cura di T. Mozzani, Siena, C. Nava, 1902, p. 178sgg. V. BALOCCHI, Manuale completo di Ostetricia ad uso delle levatrici, Milano, E. Oliva, 1871, p. XIII. 23 A. FINIZIO, Sunto teorico-pratico di ostetricia, Napoli, Pe’ tipi del Cav. Gaetano Nobile, 1860, p. VI. 24 L. CAPEZZI , Elementi di Ostetricia teorico-pratica, cit., p. 3. 25 Operazione eseguita per la prima volta nel 1777 in Germania e che consta nella divisione della sinfisi pubica con conseguente allargamento del bacino in modo da consentire il parto naturale di un feto a termine, P.V. ZWEIFEL, La sinfisiotomia, in Ostetricia e Ginecologia, a cura di E. Leyden, F. Klemperer, Milano, Società Editrice Libraria, p. 233. 22 6 strumenti perforanti e taglienti, dei quali solo l’ostetrico è in obbligo di servirsi quando questi siano il portato di una saggia esperienza o l’emanazione di un razionalismo bene inteso26. I nuovi strumenti, quali leve e forcipi, pesanti e laboriosi a maneggiare, pur rendendo possibili parti fino ad allora ritenuti ad esito letale, richiedono per l’uso non solo perizia, ma anche forza fisica, non riscontrabile nella comare o nella mammana. Il definito ambito dell’intervento medico spiega come nel passaggio di competenza dell’ostetricia dalle mani della levatrice a quelle dell’ostetrico, questi non possa che essere il “chirurgo-raccoglitore” o “chirurgo-ostetrico”, più comunemente “Maestro de’ parti”, da reclutare fra i chirurghi più abili in rischiosi atti operatori. Alla levatrice rimarrà solo l’assistenza al parto, come testimone all’intervento del medico-ostetrico o come essa stessa operatrice sanitaria nel parto fisiologico privo di rischi per la gravida e il bambino. Riconoscimento accademico della disciplina, sua dipendenza dalla chirurgia, utilizzo di strumentazione sempre più elaborata portano così l’ostetricia a strutturarsi quale arte di esclusiva competenza maschile. L’ostetrico operatore è uomo che, ottenuto il necessario consenso all’intervento chirurgico dalla partoriente e famiglia, deve premurarsi di preparare tutto il necessario per il buon andamento dell’atto e cioè una camera la migliore possibile per grandezza, per luce, per riscaldamento, per pulizia, per lontananza dalle latrine, prima di procedere nell’operazione, sempre adiuvato da due o tre assistenti, scelte tra donne di provata esperienza27. La scelta e preparazione della camera da parto avviene solo nelle famiglie benestanti, talvolta nell’ipotesi di dover procedere ad un taglio cesareo. Mentre: nelle abitazioni povere non di rado ci sono letti cascanti, oppure un semplice pagliericcio sul suolo, che rendono impossibile l’operare con sicurezza28. Sempre più, nella seconda metà dell’Ottocento, si va affermando la consapevolezza che: si può esser medico eccellente e saper pochissimo di ostetricia, si può esser chirurgo distinto e fortunato senza pur conoscere i rudimenti dell’ostetricia, ma non si può essere abile ostetrico, senza essere in pari tempo buon medico e buon chirurgo29. Nel 1880 è approvato il nuovo organico della Clinica Ostetrica e della Scuola di Siena: Direttore, Aiuto, Medico Assistente, Levatrice maggiore o Maestra Levatrice, Levatrice Assistente e un portiere, questi ultimi a carico dell’amministrazione ospedaliera30. L’organizzazione del reparto è regolamentata dalla nuova convenzione del 16 agosto 1886 tra Università e Spedale, 26 G. BERRUTI, La craniotomia nella pratica ostetrica, Torino, Stamperia Reale G. Paravia, 1875, pp. 8sgg. A. CUZZI, A. GUZZONI DEGLI ANCARANI, F. MANGIAGALLI, E. PESTALOZZI,Trattato di Ostetricia e Ginecologia, Milano, Vallardi, 1900, vol. II, pp. 10-11. 28 O.V. HERFF, Trattato di tecnica operativa ostetrica per medici e studenti, Roma, D. Alighieri, 1895, p. 25. 29 F. BARKER, Lezioni cliniche sulle malattie del puerperio, Milano, Vallardi, 1876, p. 2. 30 Approvazione del nuovo organico della Scuola di Ostetricia della R. Università di Siena, R. Decreto 25 luglio 1880 n. 5578, Annuario 1885-’86, Siena, L. Lazzeri, 1886, p. 89. 27 7 emesso a favore delle cliniche universitarie allo scopo di facilitare ed ampliare l’istruzione Clinica Universitaria, che all’art. 8 cita: Lo Spedale si obbliga a tenere, come si è praticato pel passato, due camere con letto, o una camera con due letti, biancheria e mobilio, a disposizione degli studenti iscritti alla Clinica Ostetrica, incaricati dal Professore Clinico dell’assistenza ai parti, senza esigere dagli studenti stessi compenso alcuno pecuniario31. Un letto gratuito è assegnato alla Clinica Ostetrica, come per l’Oculistica, la Dermosifilopatica e le Cliniche Medica e Chirurgica. Tali migliorie sono frutto della riconquista dopo quaranta anni da parte dell’Ateneo Senese della prerogativa di possedere completo il corso di studi della medicina e chirurgia per il conferimento del diploma di libero esercizio dell’arte sanitaria32. L’insegnamento clinico assume di conseguenza importanza primaria nella formazione del giovane medico, garantita da precisi rapporti con il servizio ospedaliero. Secondo tale intesa, i clinici universitari con la convenzione dell’‘86 assumono la cura gratuita degli infermi, mentre l’amministrazione del Santa Maria della Scala mette a disposizione dei clinici: locali, strumenti, apparecchi, servizi di infermeria e l’arredamento necessario per le sezioni cliniche. L’accordo fa dell’ospedale senese il primo policlinico universitario in Italia33. La Ginecologia senese E mentre l’ostetricia è assai antica e le sue radici vanno a ritroso nel tempo fino ai primordi della vita sociale, la ginecologia, intesa anch’essa quale branca della medicina pratica, è disciplina formatasi a metà Ottocento, quando la ‘ostetricia chirurgica o meccanica’ diventa ‘medicina ostetrica e ginecologica’. Se infatti fisiologia e fisiopatologia degli organi genitali femminili sono per l’ostetrico la conoscenza base per intervenire nella gestazione e puerperio, per il ginecologo esse sono la chiave per l’interpretazione eziologica delle malattie proprie della donna, o ‘malattie uterine’, da diagnosticare con l’esame fisico manuale e strumentale nella paziente34. Grande impulso in tale direzione è dato dalle innumerevoli Società Ostetriche straniere, sorte a Londra, Berlino, Lipsia, Boston, New York, che dedicano sempre più spazio alla ginecologia, riportando nelle loro pubblicazioni scientifiche frequenti saggi sulle malattie delle 31 Annuario 1888-’89, Siena, L. Lazzeri, 1889, p. 108. La Riforma degli studi teorico-pratici della Facoltà medico-chirurgica sancita dal Motuproprio 3 ottobre 1840 stabilisce come unica Scuola del Granducato quella dell’Arcispedale S. Maria Nuova di Firenze, sopprimendo il Collegio Medico di Siena e riunendo quindi le due Cattedre di Pisa e Siena. 33 Convenzione per il policlinico universitario di Siena, 16 agosto 1886, in L’Università degli Studi di Siena, a cura di T. Mozzani, cit., pp. 242sgg. 34 M. DE CRISTOFORIS, Le malattie della donna, Milano, Dumolard., 1881, pp. 1sgg. 32 8 donne. Nell’ambiente medico italiano si diffondono e diventano libri di testo le traduzioni di opere di valenti ostetrici: McClintock, Hardy, Johnston, Sinclair, Fritsch35 a colmare la deficienza di letture cliniche italiane al riguardo. Nonostante infatti la frequenza della patologia ginecologica nella pratica giornaliera del medico, essa rimane trascurata fino alla seconda metà del XIX secolo, quando cominciano i primi insegnamenti universitari della materia. È riconosciuto alla ginecologia, intesa quale esercizio pratico delle malattie femminili, la conoscenza di molti diversi saperi: i comuni principi della medicina, un’istruzione ostetrica, l’attitudine chirurgica, la conoscenza fisica e psichica della donna, necessari perchè: nel trattamento di malattie le quali occorrono in pazienti di sesso femminile, occorra tenere presente che, oltre alle cause ordinarie di malattie comuni ad ambo i sessi, v’è un’altra serie di cause particolari alle donne. Ogni qualvolta i principii ordinari di patologia non sono sufficienti a spiegare i patimenti di una donna malata o gli ordinarii metodi terapeutici risultano inefficaci a guarirli, si deve ricordare che nel suo sesso e nelle sue speciali malattie si trova forse un indizio della causa dei sintomi attuali36. Tali considerazioni depongono per una ginecologia intesa quale disciplina a sé stante, poiché la cura delle malattie delle donne è comunque da sempre problema di pertinenza medica, al quale anche la scienza antica ha posto attenzione37 soprattutto con l’invenzione di strumenti specifici per l’esplorazione, come lo speculo e la sonda. I manuali della sola ginecologia iniziano ad esser diffusi in Italia alla fine dell’Ottocento , quando alla parte pratica-clinica-terapeutica si aggiungono nozioni di anatomia, diagnosi e terapia chirurgica38. La ginecologia operatoria diventa infatti parte fondamentale dell’ostetricia, la cui formazione è ovviamente riservata ai medici39. La chirurgia antisettica e i grandi interventi, come la isterectomia addominale totale (1898), apriranno la seconda fase della disciplina, conferendole una pertinenza quasi esclusivamente chirurgica. Le malattie dell’apparato genitale femminile del resto necessitano per la cura, come per tutti gli altri apparati, sia l’intervento medico che quello chirurgico e la ginecologia non potrà che assolvere ad entrambi i compiti. A tale evoluzione della disciplina, contribuirono anche le migliorie nella strumentazione ginecologica degli inizi del XX secolo, come il piano inclinato per 35 F. BARKER., Lezioni cliniche sulle malattie del puerperio, Milano, Vallardi, 1876, p. 2. C. WEST, Lezioni sulle malattie delle donne, Milano, Vallardi, 1868, pp. 3-9. 37 Tra i numerosi trattati sulle malattie delle donne e dei bambini, emerge quello del 1833, in due volumi, di Madam BOIVIN, Traité pratique des maladies de l’utèrus et de ses annexes, Parigi, “per molti anni il solo trattato completo e dommatico che potesse fare autorità”, in A. COURTY, Trattato pratico delle malattie dell’utero, delle ovaie e delle trombe”, Milano, Dumolard., 1878, p. XXV. 38 Quale esempio si cita la traduzione dal tedesco di O. KUSTNER, Manuale di ginecologia, Milano, Società Editrice Libraria, 1904, il quale dedica l’ultima parte del capitolo ‘Terapia generale’ all’antisepsi, suddivisa in: disinfezione delle mani, della pelle, del campo operatorio, sterilizzazione degli strumenti, del materiale di medicazione e di sutura, preservazione da infezioni da polvere [aria]. 39 Tra i molti manuali sull’argomento, V.G. BRAUN, Compendio di ostetricia e ginecologia operatoria, Milano, Biblioteca Medica, 1865. 36 9 l’esplorazione ginecologica, l’isteroscopia, la sismoterapia, l’elettroterapia, la terapia con correnti sinusoidali ed ondulatorie. Di pertinenza della terapia ginecologia di fine secolo poi le norme per garantire l’antisepsi, in seguito sostituita dall’asepsi in grado di distruggere non solo i germi patogeni, ma anche le loro spore40. Per ogni intervento diventa prassi assicurare le condizioni di asepsi per l’ambiente, gli strumenti, il chirurgo e la paziente41. E non a caso i trattati, manuali, ‘vade-mecum’ di ginecologia di fine secolo contemplano sempre nell’articolazione del testo un capitolo sulla disinfezione degli strumenti, del materiale di sutura per una globale efficace sterilizzazione degli oggetti usati ed una adeguata preparazione antisettica della paziente. Del resto, l’applicazione dell’antisepsi applicata all’ostetricia e alla ginecologia, dal 1870 in poi, fa della loro storia l’epoca più gloriosa, consentendo buoni risultati anche alle nuove metodiche operatorie e arricchendo l’armamentario degli strumenti per la narcosi. Le principali questioni ancora aperte inerenti la gravidanza, il meccanismo del parto, il puerperio, trovano spesso la loro risoluzione proprio dall’applicazione dell’antisepsi. Troppo spesso accadono morti di madri ed ancor più di bambini, che si potrebbero evitare con una più precisa e maggiore istruzione dell’ostetrico. Le stesse infezioni puerperali, ben lungi, oggi più di prima, dallo scomparire come dovrebbero dalla scena dell’ostetricia, trovano nella deficienza della tecnica operativa uno dei più importanti fattori, afferma l’ostetrico Herff nel 189542. La etiologia della febbre puerperale spiegata dalla vecchia ostetricia con la teoria dell’”essenzialità” della febbre o con la soppressione dei lochi o con le dottrine della pluralità della febbre o con quelle del traumatismo vengono, com’è noto, soppiantate dagli studi e dall’esperienza dell’ostetricia ungherese di Ignaz Philipp Semmelweiss (Buda, 1818-Vienna, 1865), presso la Maternità di Vienna43. Il passo importante, determinante per la fusione nello stesso Istituto dell’insegnamento dell’Ostetricia con quello della Ginecologia, sottraendole dall’ingerenza della chirurgia, è dettato in Italia dal Regolamento Baccelli del 1881 che, tra gli istituti scientifici obbligatoriamente presenti 40 Loius Pasteur scopre nel 1860 lo streptococco nei tessuti di una donna colpita da febbre puerperale e in una conferenza all’Accademia di Medicina di Parigi del 1879 afferma che lo streptococco emolitico è l’agente etiologico dell’infezione. Joseph Lister professore di chirurgia a Glasgow utilizza fin dal 1865 l’acido carbolico come antisettico e, appresa la scoperta di Pasteur dei batteri dell’atmosfera quali possibile causa della putrefazione, decide di operare in una sala precedentemente vaporizzata con tale acido. 41 Trattato medico-chirurgico di ginecologia, a cura di F. Cappone e C. Nicolini, Torino, Unione Tipografico-Editrice Torinese, 1910, pp. 74sgg. 42 O.V. HERFF, Trattato di tecnica operativa ostetrica per medici e studenti, Roma, D. Alighieri, 1895, p. IX. 43 A. CUZZI: Trattato di Ostetricia e Ginecologia, cit., vol. I, pp. CXXVIsgg.: l’esperienza di Semmelweiss inizia con l’obbligo, introdotto nel 1847 nella propria divisione di ostetricia a Vienna, agli studenti di medicina che frequentavano indifferentemente la sala autoptica e il ricovero di maternità, di lavarsi le mani con clorina liquida, soppiantata poi con una soluzione di cloruro di calce, infine con acqua clorurata. 10 nelle facoltà mediche del Regno, riconosce oltre alla clinica medica, chirurgica, dermosifilopatica, oftalmica e psichiatrica, la clinica ostetrico-ginecologica. La ginecologia senese trae, in realtà, la propria origine da un diverbio ‘accademico’ di fine secolo, scaturito dalla richiesta dell’assistente Giovanni Scarlini al Senato Accademico di tenere un corso libero di Clinica Propedeutica Ginecologica. Falaschi, direttore della Clinica, sostiene e rafforza la domanda dell’allievo inoltrando, in data 14 novembre 1888, domanda al Presidente della Commissione Amministrativa del Santa Maria della Scala: di un locale capace di sei o sette letti per accogliere le donne che dovrebbero servirgli di materiale clinico ... una delle stanze della Sezione delle Occulte che da qualche anno sta chiusa, quella cioè contigua alla stanza destinata all’armamentario ostetrico presso l’ambulatorio di ostetricia e ginecologia, al quale assegnare poi due allieve esterne della Scuola come infermiere da compensare con una piccola retribuzione a carico dell’Ospedale44. È chiaro come l’organizzazione di tale corso libero sottintenda in realtà quello dell’istituzione di un servizio clinico: la Sezione ginecologica della Clinica Ostetrica senese. Ma la strategia del Direttore Falaschi viene ben interpretata dal clinico chirurgo Domenico Morisani che, alla presentazione della richiesta a favore di Scarlini, si oppone, arrogandosi il diritto del servizio clinico ginecologico con annesso dispensario. La protesta di Morisani diviene reclamo e poi ricorso quando apertamente il 1° ottobre 1893 Falaschi si appella perché l’Istituto Ostetrico dell’ateneo senese venga dichiarato Istituto Ostetrico-Ginecologico. Morisani sostiene al contrario il diritto che il Direttore della Clinica Chirurgica Generale ha sull’esercizio della Clinica e dispensario ginecologico dell’ospedale. Sulla controversa questione, il Rettore Domenico Barduzzi chiede dunque il parere al Ministero della Pubblica Istruzione, che in data 23 novembre 1893 fornisce la seguente risposta: Per gli articoli 24 e 28 del Regolamento degli istituti scientifici pratici delle facoltà mediche approvato col R. Decreto del 25 ottobre 1881, l’istituto ostetrico abbraccia anche l’insegnamento della ginecologia…Perciò la Direzione di cotesto ospedale policlinico ha istituito una sola ginecologia col relativo dispensario, l’uno e l’altro devono dipendere dal professore di ostetricia e non già da quello di clinica chirurgica45. Il R. Decreto in tema di regolamento organico per gli istituti scientifici pratici delle Facoltà Mediche citato dal Ministro per dirimere la vertenza, in effetti all’art. 24 prevede tra gli istituti clinici, l’ostetrico-ginecologico e l’art. 28 specifica: L’Istituto ostetrico comprende i seguenti insegnamenti: Ostetricia e relativa clinica, Ginecologia. 44 ARCHIVIO STORICO UNIVERSITÀ DI SIENA IV Affari, 40 (1893), fasc. 1 “Insegnamenti e studi”. 11 Il ’94-’95, sarà l’anno accademico nel quale verrà organizzato per la prima volta un ‘corso libero con effetti legali’ di Clinica Ginecologica, tenuto da Giovanni Scarlini46, quale avvio verso una affermazione di disciplina a sé stante, che pian piano si sottrarrà anche all’ingerenza dell’ostetricia. Per la didattica della ginecologia di inizio secolo si ricorre ancora a traduzioni di testi stranieri, come il “Traitè mèdico-chirurgical de Gynècologie” di F. Labadie-Lagrave e F. Legue, che vede a Parigi la sua terza edizione nel 1904 e che si presenta quale trattato pratico a cui ricorrere proprio per l’esercizio professionale del medico generico47. Al giovane medico “perito in ostetricia”, ma non ancora specialista in ginecologia, si raccomanda di essere addestrato alla diagnosi delle più importanti e frequenti malattie muliebri e di essere capace di eseguire tutte le comuni medicature ginecologiche48. La Clinica Ostetrico-Ginecologica e la Scuola di Perfezionamento La Clinica ostetrico-ginecologica senese nel 1901 registra 110 casi di ginecologia, 238 di ostetricia, 207 parti, con un personale composto dal direttore Falaschi, l’aiuto Giovanni Scarlini, l’assistente Antonio Saladino, la levatrice maestra Zeffirina Morrocchi, la levatrice assistente Zoraide Crocetti e il dott. Dante Nardi Botassi come assistente volontario49. Nel proprio programma didattico, il direttore Falaschi dà grande importanza all’Ostetricia Operativa, dedicando lezioni all’uso del forcipe, al rivolgimento, all’embriotomia sul capo e sul tronco, all’operazione cesarea e alla sinfisiotomia, come ben si evince anche dal programma per l’a.a. 1899-1900 del Corso di Ostetricia e Clinica Ostetrica per gli studenti di medicina: Ostetricia Teorica: Anatomia e fisiologia della gravidanza, del parto e del puerperio, Classificazione delle presentazioni e posizioni del feto e studio dimostrativo particolareggiato del meccanismo del parto in ciascheduna di esse, Tecnica ostetrica operativa, indicazioni e controindicazioni principali di ciascheduna delle principali operazioni. Clinica Ostetrica: Tecnica dell’esame ostetrico delle gravide e delle partorienti, Studio pratico analitico del puerperio sì fisiologico che patologico, Illustrazione clinica, caso per caso, delle malattie gravidiche e delle varie cause di distocia, sì materna che fetale50. La chirurgia ostetrica è infatti parte essenziale della didattica, a compendio della ‘teoretica’ relativa a cognizioni di anatomia, fisiologia, igiene materna e fetale e di quella relativa alla 45 Archivio Storico Università di Siena, IV Affari , cit. Annuario 1894-’95, Siena, L. Lazzeri, 1895, pp. 76-77. 47 La prima traduzione italiana sarà a cura di Filippo Cappone e Cesare Nicolini, Torino, Unione Tipografico-Editrice Torinese, 1910. 48 E.F.FABBRI, Considerazioni sull’ordinamento degli studi ostetrici e ginecologici, in “Atti della Società Italiana di Ostetricia e Ginecologia”, Vol. VI, ott. 1899, p. 85. 49 A. GUZZONI DEGLI ANCARANI, L’Italia ostetrica, Catania, S. Di Mattei, 1902, pp. 329-331. 50 Annuario 1899-‘00, Siena, L. Lazzeri, 1899, pp. 99-100. 46 12 patologia della gravidanza, parto e puerperio. L’insegnamento teorico sperimentale si avvale di esercizi ostetrici, da eseguire con strumenti, macchina ostetrica e fantoccio, ma anche con il cadaverino di feto e meglio ancora di questo ultimo posto entro il cadavere di donna. Gli esercizi sperimentali ostetrici pongono il vantaggio di addestrarci nelle operazioni, ma anche quello di addestrare il tatto nella diagnosi ostetrica51. Quando nel 1902 il regolamento speciale per le Facoltà Medico-Chirurgiche al suo art.2 riconosce quale corso fondamentale di Medicina la Clinica ostetrica e ginecologica, da istituirsi nella forma di istituto o scuola o istituto e scuola52, l’Ateneo senese vi si conforma già per l’a.a. 1901-‘02, sempre con la direzione di Falaschi, l’aiuto Scarlini, libero docente di Ostetricia e Ginecologia, e Camillo Gonfiantini quale assistente volontario. Tra i corsi liberi della clinica è da segnalare quello di Venerologia affidato a Francesco Simonello, già docente per la Venereologia forense53. La clinica nel 1905 è locata nel Policlinico universitario dell’Ospedale Santa Maria della Scala, disposta su due piani, con 42 letti per la sezione ostetrica e 21 per la ginecologica; annesso vi è il dispensario ostetrico-ginecologico, aperto tutto l’anno. Nella struttura si registra ancora la presenza del Museo della Scuola ... con una raccolta di 40 tavole in rilievo e colorate, in terra cotta54. Dal 1910 la direzione sia della Clinica Ostetrica che della Scuola passano al Prof. Arturo Guzzoni degli Ancarani e la sua fama è tale che, al suo arrivo e pur nel periodo delle ferie universitarie, tenga due corsi frequentatissimi di Ostetricia, uno per i medici e l’altro per le levatrici esercenti55. Appassionato storico dell’ostetricia, Guzzoni aveva curato la voce “storia dell’ostetricia” per l’Enciclopedia Medica Italiana (Vallardi, Milano 1887) e pubblicato il volume “L’Italia ostetrica” (Cav. S. Di Mattei ed., Catania 1902), frutto di una ricerca condotta all’epoca della sua direzione della Clinica ostetrica di Messina, pochi anni prima del trasferimento a Siena. La necessità di tale studio era emerso a Roma al quarto Congresso internazionale di Ostetricia e Ginecologia, per far luce sullo stato degli istituti ostetrici italiani, Cliniche e Maternità. Dalla pubblicazione, per l’a.a. 1901-’02 emerge come su 22 atenei con 20 facoltà mediche, 27 siano le scuole di ostetricia, frequentate da 1604 allieve levatrici, numero assai basso rispetto alle esigenze del territorio nazionale, anche se confortanti rispetto alle 398 del 1880/’81. Guzzoni è anche ideatore di un giornale per le levatrici, la Gazzetta italiana delle Levatrici, la cui pubblicazione proseguirà dopo il suo periodo senese, a Milano56, nonchè è uno dei direttori 51 E.F.FABBRI, Considerazioni sull’ordinamento degli studi ostetrici e ginecologici, cit., pp. 74-75. Annuario 1901-‘02, Siena, L. Lazzeri, 1902, pp. 148sgg. 53 Annuario 1905-‘06, Siena, L. Lazzeri, 1906, p. 80. 54 A. GUZZONI DEGLI ANCARANI, L’Italia ostetrica, cit., pp. 324-337. 55 Annuario 1910-’11, Siena, L. Lazzeri, 1911, pp. 10-11. 56 L’Università e le istituzioni culturali in Siena, Siena, S. Bernardino, 1935, p. 56-57. 52 13 della “Rivista di Ostetricia e Ginecologia”, che esce dal gennaio 1890 con il fine precipuo di valorizzare tutto ciò che si riferisce allo incremento quotidiano sia della Ostetricia che della Ginecologia, con un indirizzo specialmente pratico57. Del docente, nella prolusione all’inaugurazione degli studi dell’Ateneo senese del 15 novembre 1914, il Rettore Achille Sclavo recita: Il Prof. Guzzoni degli Ancarani, fattosi apostolo della diffusione dell’idea che l’assistenza ostetrica, per opera delle attuali levatrici, non può più corrispondere ai moderni bisogni, perché l’istruzione di esse è deficiente sotto vari riguardi, tentò in varie guise di agitare le ragioni, per le quali si dovrebbe attuare una profonda trasformazione delle Scuole di Ostetricia. Le approvazioni non furono davvero poche da molte parti, ma nessun movimento si palesò verso le mire del Prof. Guzzoni. Egli pensò allora di sostituire alle parole i fatti e due anni fa tenne in Siena, col concorso di vari Colleghi, un corso teorico pratico alle levatrici diplomate, ripetendo il tentativo quest’anno con programma meglio precisato dietro i suggerimenti dell’altra prova. Numerose accorsero le levatrici anche da regioni lontane58. Il 14 dicembre 1918 muore Emilio Falaschi, che per 42 anni era stato docente di ostetricia presso l’Ateneo senese. L’impegno di Falaschi nei confronti della formazione del personale ostetrico era stato rilevante, avendo sostenuto dal 1876 l’istituzione proprio all’interno della Facoltà medica del corso di Ostetricia per allieve ostetriche. Falaschi, direttore dal 1879 della neoscuola ostetrica, era convinto dell’importanza dell’esercizio della professione della levatrice, per la cui formazione riteneva essenziale un corso di studi a livello universitario, con lezioni quindi tenute da accademici. Alle sue prime pubblicazioni di fisiologia, anatomia ed istologia, seguirono poi quasi esclusivamente quelle di ostetricia e ginecologia, tra le quali eccellono gli studi sulla bradicardia puerperale e sull’azione del chinino sull’utero gravido. Falaschi fu il vero protagonista della fusione accademica tra la ginecologia e l’ostetricia, tanto da arricchire, come visto, la propria Clinica di una Sezione di Ginecologia59. Nell’a.a. 1921-’22, il personale della Clinica ostetrico-ginecologica annovera oltre che al direttore Ercole Cova: Piero Perazzi aiuto, Domenico Ferracciu assistente, Amedeo Vassallo, Ermanno Pisaneschi e Giuseppe Delle Piane assistenti volontari, Elia Tassi levatrice maestra, Amelia Vannini levatrice assistente; Cova, Perazzi, Ferracciu, Tassi e Vannini prestano il loro operato anche per la Scuola di Ostetricia per le allieve ostetriche60. 57 A. GUZZONI DEGLI ANCARANI, Programma, in “Rivista di Ostetricia e Ginecologia”, Anno I, n. 1, 15 gennaio 1890, p. 1. 58 Annuario 1914-’15, Siena, L. Lazzeri, 1915, p. 10. 59 F. VANNOZZI, Emilio Falaschi, cit., pp. 235sgg. 60 Annuario 1921-’22, Siena, S. Bernardino, 1922, pp. 64-68. 14 A Cova subentra nella direzione, nell’a.a. 1923-’24, per un anno Paolo Gaifami, poi Cesare Merletti e dal ’25-’26 Cesare Decio, che passerà all’Ateneo di Parma per esser a sua volta sostituito da Francesco Spirito, che sarà direttore della Clinica e della Scuola per Ostetriche di Siena dall’a.a. 1928-’29 fino al suo fuori ruolo, nel 195561. Nella sua lunga carriera di docente, Francesco Spirito ha anche il grande merito di aver perseguito l’obiettivo dell’istituzione della Scuola di Perfezionamento in Ostetricia e Ginecologia, prima scuola di specializzazione per medici, e per lungo tempo unica, nell’Ateneo senese62. Lo statuto della R. Università di Siena del 1931, la regolamenta con gli articoli del suo Titolo V: la Scuola è annessa alla Facoltà di Medicina, di quattro anni, riservata ai laureati in medicina e rilascia il diploma di “Specialista ostetrico-ginecologico”. L’art. 59 è relativo alle materie d’insegnamento: 1. Anatomia del bacino e degli organi genitali femminili, e nozioni di embriologia umana (Professore di Anatomia umana normale); 2. Nozioni di fisiologia ostetrica e ginecologica e sul decorso della gravidanza, parto e puerperio (Professore di Fisiologia); 3. Igiene della gravidanza ed igiene sociale delle gravide (Professore di Clinica ostetricoginecologica); 4. Profilassi e cura della blenorrea dei neonati (Professore di Clinica dermosifilopatica); 5. Profilassi delle malattie veneree e sifilitiche (Professore di Clinica dermosifilopatica); 6. a) Patologia della gravidanza; b) Patologia del parto; c) Patologia del puerperio. Corso triennale (Professore di Clinica ostetrico-ginecologica); 7. Ostetricia operativa sulla partoriente ed esercitazioni diagnostiche ed operative sulla macchina ostetrica (Professore di Clinica ostetrico-ginecologica); 8. Patologia dei genitali femminili e terapia ginecologica. Corso triennale (Professore di Clinica ostetrico-ginecologica e di Radiologia e Radioterapia); 9. I processi infiammatori, le malformazioni ed i tumori delle sfere genitali dal punto di vista anatomo-patologico (Professore di Anatomia Patologica); 10. Ostetricia medico-legale e sociale (Professore di Medicina Legale); 11. Sull’allattamento (Professore di Clinica pediatrica); 12. Malattie del neonato e della prima infanzia e sue cure (Professore di Clinica pediatrica)63. I suddetti corsi sono integrati da internati obbligatori da effettuarsi, per turno, con guardia diurna e notturna. Annualmente sono sostenuti esami di profitto con la discussione della storia clinica di un caso di ostetricia e ginecologia seguito nell’anno, mentre alla fine del corso è richiesto 61 Francesco Spirito (Napoli, 1885-1962) si laurea nel 1909 in Medicina e Chirurgia nella città partenopea. Abilitato nel 1924 alla libera docenza di ostetricia e ginecologia, è nominato direttore della Scuola Ostetrica di Novara nel 1927. Straordinario di Clinica Ostetrica giunge a Siena nel 1928, nel 1931 passa ad ordinario. Preside della Facoltà medica senese dal ’32 al ’34 e per l’a.a. ’38-’39; Presidente dell’Accademia dei Fisiocritici dal ’34 al ’44 e poi dal ’52 al ’60; Rettore dell’Università di Siena dal ’39 al ’43. A lui si deve l’istituzione della Scuola di Specializzazione in Ostetricia e Ginecologia. Da: F. VANNOZZI, I pezzi ‘pietrificati’ dei Fisiocritici di Siena, in “Atti Accademia dei Fisiocritici”, Serie XV-suppl., Tomo XVII, Siena, 2001, pp. 1-19. 62 Annuario 1930-’31, Siena, S. Bernardino, 1931, p. 11sgg. 63 Annuario 1931-’32, Siena, S. Bernardino, 1932, pp. 53-54. 15 il superamento di un esame teorico-pratico di clinica e una dissertazione scritta su un argomento di indole sperimentale o clinica. A seguito delle ripetute richieste del Direttore, nel 1926 l’Amministrazione del Policlinico assegna una sede adatta alla Clinica Ostetrico e Ginecologica, all’ultimo piano dell’Ospedale S. Maria della Scala, attrezzata sia in rapporto alle esigenze cliniche che scientifiche e didattiche, con un museo anatomo-patologico delle specialità: costituito quasi esclusivamente con reperti operatori dell’attuale direzione ... e una raccolta di 40 preparati in rilievo e colorati in terra cotta, acquistati intorno al 1762 da Iacopo Bartolomei, che si ritengono eseguiti da Giov. Battista Manfredini, come i consimili esistenti in altri musei ostetrici d’Italia64. A circa due secoli, permane dunque la testimonianza della presenza della collezione senese settecentesca dei modelli ostetrici. Un servizio continuativo di Guardia Ostetrica, istituito nel ’26, è affidato all’assistente ospedaliero. Nuovi arredi e strumentazione sono acquistati grazie ai contributi dell’Opera Nazionale Maternità ed Infanzia. Del Direttore Spirito, il Consiglio di Facoltà nel 1938 rilascia la seguente attestazione: (Spirito) si è affermato quale clinico di pronta e sicura diagnostica e di intelligente, seria ed efficace attitudine operatoria: ciò gli ha permesso di acquistare la fiducia della popolazione e di realizzare quindi una attività clinica non facilmente superabile nella nostra città… Insegnante efficace, ha sempre scrupolosamente impartito le sue lezioni. Ha dato largo impulso al riordinamento della sua clinica e specialmente dei laboratori… Appassionato ricercatore, ha continuato a lavorare con un ritmo sempre intenso e mai degradante e tale passione ha saputo infondere al personale assistente65. Francesco Spirito, oltre alla sua lunga carriera di direttore di clinica, docente, Preside della Facoltà medica e Rettore dal ’39 al ’43 dell’Università di Siena, dagli anni trenta aveva condotto una sperimentazione che lo porterà a mettere a punto una particolare tecnica di conservazione dei preparati anatomici: la pietrificazione. In una sua comunicazione tenuta nel ’51 all’Accademia dei Fisiocritici di Siena, di cui ricopre per diciotto anni la carica di Presidente, lo studioso afferma come l’uovo di Colombo per tali preparati sia la soluzione di silicato di potassio, grazie alla quale: la massa assume un aspetto ed una consistenza lapidea ... che con l’evaporazione diventa una massa vetrosa trasparente66. 64 L’Università e le istituzioni culturali in Siena, cit., p. 57. F. VANNOZZI, I pezzi ‘pietrificati’ dei Fisiocritici di Siena, cit., pp. 1sgg. 66 F. SPIRITO, Dettagli di tecnica di un metodo personale di pietrificazione reversibile dei pezzi anatomici, in “Atti Accademia dei Fisiocritici”, Serie XII, Tomo XIX, fasc. I, 1951, p. 10. 65 16 I pezzi che Spirito sottopone alla pietrificazione sono in gran parte di provenienza ostetrica e ginecologica, coma sta a testimoniare la sua collezione di 70 preparati, oggi conservata presso il Museo di Storia Naturale dell’Accademia dei Fisiocritici di Siena: feti, fibromi, cisti uterine, carcinomi. L’attuale collezione era parte di una ben più ampia quantità di reperti che Spirito aveva conservato presso la Clinica Ostetrica negli anni della sua direzione, certamente utilizzati quali preziosi sussidi per la sua attività didattica sia agli studenti di medicina, che agli specializzandi e alle allieve ostetriche. Tra gli esiti della sua attività di ricerca, la messa a punto di una nuova tecnica per il taglio cesareo addominale, con caratteristiche comuni al metodo seguito dalla Scuola di Torino, denominato metodo italiano di taglio cesareo con esclusione temporanea o definitiva del peritoneo e con incisione trasversale della cute, detta alla Pfannestiel o longitudinale67. Al suo riorganizzarsi dopo le vicende della guerra, l’Ateneo già registra un alto numero di iscritti. In particolare, per l’a.a. 1947-’48 quelli al primo anno della Scuola di perfezionamento in ostetricia e ginecologia risultano 4268. La Clinica Ostetrica nel 1944 è ancora all’ultimo piano del Santa Maria, al quale si accede mediante una lunga scalinata o con un ascensore per i ricoveri. Le scale immettono in una spaziosa sala antistante la clinica con accesso alle camere del Direttore e delle Maestre Ostetriche, all’aula scolastica, all’appartamento delle Allieve interne della Scuola per il Diploma delle Ostetriche, alla vasta e ricca Biblioteca, al Laboratorio d’analisi per gli esami clinici ed istologici. Una vetrata divide la sala d’attesa dalla clinica, comprendente circa una cinquantina di letti tra camere paganti e di terza classe e circa dieci letti per le malate che per la loro patologia richiedono l’isolamento. Annesse alla degenza, la sala parto, la sala operatoria, la medicheria, la sala di sterilizzazione ed una vasta terrazza69. La Clinica comprende quindi tre Reparti: l’Ostetricia, la Ginecologia, il Laboratorio. Le Cliniche infatti sono autonome in tutto, comprese le Analisi e l’Anestesia, alla quale provvedono gli Assistenti, che ruotano secondo turni mensili. Dal 1955, la Clinica ostetrica e ginecologica è diretta da Pompeo Spoto, trasferitosi dall’Università di Sassari e che la terrà fino al 1° novembre 1964, data del suo nuovo incarico a Pisa. Nel 1962, Spoto è coadiuvato da tre assistenti ordinari (Franco Manca, Norberto D’Antona, Franco Bocci), due straordinari (Daniele Bosi, Pierluigi Capitani), sette assistenti volontari (Aniello Carratù, Giacomo Cascio, Antonio Gazzano, Antonio Giordano, Ferdinando Ravera, Giampaolo 67 R. CHICCO, Racconti dal vero. Appunti di Storia della Medicina, Campobasso, Arti Grafiche La Regione, 2001, pp. 35-36. 68 Annuario 1947-’48, Firenze, Stianti, 1948, pp. 176-182. 69 R. CHICCO, Racconti dal vero. Appunti di Storia della Medicina, cit., pp. 296-297. 17 Romano, Antonio Stanca), due ostetriche (Maria Bossi, Bianca Garavaglia), tre ostetriche volontarie (Dina Chiovoloni, Maria Grazia Confettoni, Nunziatina Guidoni)70. 70 Annuario 1961-’62, Siena, Tipografia Senese, 1962, p. 95. 18