Agli esordi della Repubblica Italiana 1802

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Agli esordi della Repubblica Italiana 1802
Giovedì, 04 Agosto 2011
CORREVA
L ‘ A N N O (12^)
GRAFFIGNANA AGLI ESORDI DELLA REPUBBLICA ITALIANA 1802
Nella rubrica Correva l’anno scorsa, n. 41 di giovedì 6 luglio, abbiamo presentato alcune situazioni
del periodo Cisalpino: sia della 1^ (1797-1798); sia della 2^ (1801-1802) con particolari riferimenti
alla casa Belgioioso e alla situazione scolastica, specie nelle campagne.
Con la presente aggiornamento (il 12° di Verso l’Unità d’Italia) iniziamo a considerare alcuni aspetti
della pur breve e poco più che triennale vicenda della Repubblica Italiana, con capitale Milano, da
fine gennaio 1802 ai primi di giugno 1805.
REPUBBLICA ITALIANA: COSTITUITA A LIONE (26.01), PROCLAMATA A MILANO
(15.02)
Il 26 gennaio 1802 la seduta conclusiva della Consulta (Comizi nazionali) di Lione approva la
Costituzione voluta da Napoleone e predisposta da Francesco Melzi d’Eril: la repubblica Cisalpina si
trasforma in Repubblica Italiana (26.01.1802-07.06.1805): capitale Milano, presidente Napoleone
e vicepresidente Francesco Melzi D'Eril:
Curioso il finale dell’evento:
alla lettura del definitivo testo costituzionale, il bolognese Vincenzo Brunetti pronuncia “
Repubblica cis…” ma è interrotto dall’assemblea al grido di “ Italiana! Italiana !”: al che lo stesso
Napoleone con un sorriso acconsente.
- Giuseppe Galasso, 1802. Prima repubblica, regalo di Napoleone “, in Corriere della Sera,
del 17.12.2001, pag. 23.
La soluzione istituzionale di Lione sarà sancita a livello internazionale con la pace di Amiens (25
marzo 1802) con cui ha termine la II^ coalizione antifrancese (1798-1802): Inghilterra, Turchia,
Austria, Russia contro Francia.
Con la Repubblica Italiana profonde revisioni amministrative: istituito lo stato civile, abolito il
catasto teresiano, aboliti maggiorascato e fidecommesso, soppressi gli ordini religiosi.
- Piero Lucca, Nella galassia europea, in AAVV, Cento anni di storia Lombarda, Vallardi editore,
1994, pag. 36;
Compaiono e si rafforzano le nuove figure di Prefetto (Capo Dipartimento) e di podestà e sindaco a
livello comunale: per alcuni anni compaiono i " savi ", (una sorta di assessori).
I lodigiani presentano due soluzioni per il ripristino della perduta autonomia provinciale del
Dipartimento dell’Adda: entrambi con Lodi capoluogo e una ipotetica tripartizione distrettuale:
1
Lodi, Crema, Codogno nella prima; Lodi, Treviglio e Codogno nella seconda: tentativi che vanno a
vuoto: Lodi e il Lodigiano restano inclusi nel Dipartimento dell’Alto Po con capoluogo Cremona.
- Angelo Stroppa, Atlante storico geografico, pag. 49 e 55.
Con Proclama 15 febbraio 1802 Francesco Melzi annuncia l’entrata in funzione del Governo
Costituzionale della repubblica Italiana:
“ No, non siamo per anco un popolo; e dobbiamo diventarlo *…+ Noi non abbiamo Governo
ordinato, e dobbiamo pure crearlo. Non abbiamo Amministrazione organizzata, e dobbiamo
organizzarla “.
- Proclama di Melzi del 15.02.1802, in I Carteggi di Francesco Melzi d’Eril duca di
Lodi, a cura di C. Zaghi, Milano 1958, La vicepresidenza della Repubblica
italiana, vol. I, pp. 45;
- Cesare Mozzarelli, Modelli amministrativi e struttura sociale: prospettive di ricerca sulla
burocrazia milanese, in “ Notabili e funzionari nell’Italia napoleonica, Quaderni
storici/37, Ancona, gen-apr 1978,AGE, Urbino, (a cura di P. Villani),
pag. 173, nota 45 di p.188.
ABOLITI CALENDARIO FRANCESE E TITOLI NOBILIARI: TUTTI “ CITTADINI;
ATTI IN LINGUA ITALIANA ,UNIFICATI PESI E MISURE, TORNA GIOCO D’ AZZARDO
(1802)
Il 17 febbraio 1802 il vicepresidente della appena nata repubblica italiana, conte Francesco Melzi,
decreta la fine del calendario rivoluzionario imposto dai francesi nel 1796 (per la verità mai
attecchito in Lombardia se non forzatamente nei documenti ufficiali) e ripristina quello gregoriano,
stabilendo che gli atti di governo siano redatti in lingua italiana.
Il 22 febbraio 1802 con decreto sancisce l’obbligo nei rapporti con enti pubblici di abolire tutti i
titoli nobiliari e utilizzare solo quello di “ cittadino “.
Il 26 febbraio 1802 unifica pesi e misure e monete nel territorio repubblicano: di monete allora ne
circolavano ben 75.
- Nino Del Bianco, Francesco Melzi d’Eril: la grande occasione perduta “ Gli albori
dell’indipendenza nell’Italia napoleonica “, Corbaccio, Milano, 2002,
pag. 158 nota 36 di p. 240.
Anche il gioco è ripristinato: si gioca molto, dopo che i Francesi hanno permesso il gioco d’azzardo,
severamente proibito dal precedente governo austriaco.
- Toti Celona, Gli scrittori, in “ Scrittori e architetti nella Lombardia napoleonica”, pag. 16.
REQUISITE LE ORSOLINE A BORGHETTO: LETTI E BIANCHERIA PER OSPEDALE
(II.1802)
Ai primi del 1802 compare a Borghetto un primo preciso riferimento ad un Ospedale che sorge in
Borghetto in casa Bigli (attuale via Garibaldi) : " Ospitale a vantaggio dé soli veri indigenti di questa
Popolazione attaccati da Febre dominante ", al cui arredo sono forzosamente tenuti i maggiori
possidenti, preferibilmente ecclesiastici.
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- Arc. Par.Borgh, anno 1802
Le suore Orsoline sono requisite di 3 letti e biancheria per l’erezione, in casa Biglia (attuale via
Garibaldi), d’un Ospedale per gli indigenti del Comune attaccati da febbre dominante.
Nella somministrazione di frumento le Orsole danno Moggia 4 di frumento,e inoltre 1 torcia a
vento, 1 materasso con 2 cuscini, 1 coperta lana e 2 lenzuola.
L’11 febbraio 1802, infatti, il Delegato di Borghetto, Carlo Astori, a nome della “ San Bartolomeo –
Comunità di Borghetto – Distreto IV°, scrive “ Alle Cittadine M. Orsole” con queste parole: “ Siete
invitate Cittadine, a nome dell’umanità e di questa Comune, come possidenti à somministrare tre
letti per Domenica prossima dopo il pranzo farete tradure in casa Biglia per l’erezione d’un
Ospedale à vantaggio de’ soli veri indigenti di questa Popolazione, attaccati da Febre dominante.
Salute, Fratellanza ”.
Ogni letto consiste n° 1 Pagliazzo
n° 1 Matarazzo
n ° 2 Lenzuoli
n. 1 Cosino
n. 1 Coperta di lana.
Lì 11 Febbraio 1802 U. S.
Borghetto
Delegato
Prete Astori.
- Arch. Parrocc. Borgetto, 11 febraio 1802, lettera del delegato Carlo Astori alle Orsoline.
VICEPREFETTO CUSANI A LODI, GRAFFIGNANA COMUNE DI 3^ CLASSE 24.07.1802
Proclamata la Repubblica Italiana, è approvata la Legge 24 luglio 1802 che ridefinisce
l’amministrazione dello Stato nel suo complesso coinvolgendo ovviamente anche le Municipalità,
ma le cui norme impiegano qualche mese diventare esecutive ad ogni effetto.
Con legge 24 luglio 1802 la repubblica Italiana emana nuove disposizioni di carattere
amministrativo che consolidano e rafforzano il riferimento al modello francese della legge 17
febbraio 1800, (28 piovoso, anno VIII)
Il prefetto resta nei dipartimenti come “ organo immediato di Governo “ (art. 7) assistito da due
luogotenenti e da un segretario generale di prefettura nominati dallo stesso governo,
La legge conserva anche i viceprefetti nei circondari, e le autorità distrettuali, cioè il cancelliere ed
il consiglio distrettuale, cui ogni comune invia un proprio deputato (art. 157).
Inoltre potenzia il consiglio distrettuale ed il cancelliere distrettuale “ organo immediato del
Governo nel rispettivo distretto ”, incaricati di diramare leggi, regolamenti e proclami in quanto “
delegati dal Governo”.
- E. C. Ghisalberti, Le amministrazioni locali in periodo napoleonico, ora nel suo volume “
Contributi alla storia delle amministrazioni pre-unitarie ”, Milano 1963, p. 56;
- M Roberti,
- E. Rotelli… pag. 195
3
- Livio Antonelli, Apparato amministrativo periferico, 1802-1814, pag. 198-199)
Per Lodi è confermata la appartenenza al Dipartimento dell’Alto Po con capoluogo a Cremona,
nonostante un tentativo di scongiurarlo, vano ora come durante il Triennio giacobino (1798) e la
II^ Cisapina il 23 giugno 1801 (4 messidoro anno IX).
- E. Pagano, Enti locali e Stato sotto Napoleone, p. 112, e p. 64.
- Gianluca Albergoni, Il Comune di Lodi in età napoleonica: 1796-1814, in “ Tra due secoli: 17061859”; Bolis edizioni, Comune, 2008; pag. 150-151 nota 82-83 di p. 176;
Il 17 luglio 1802, anche a Lodi è attivata la viceprefettura incaricata degli affari di polizia locale,
pur rimanendo a carico del Comune: così preciserà lo stesso viceprefetto di Lodi Cesare Cusani
(nobile milanese del ramo Cusani Confalonieri) il 6 dicembre 1802, aggregato ad esso in pianta
stabile.
- Gianluca Albergoni, Il Comune di Lodi in età napoleonica: 1796-1814, in “ Tra due secoli: 17061859”; Bolis edizioni, Comune, 2008; pag. 150-151 nota 89 di p. 177;
Per la prima volta è introdotta la suddivisione dei comuni in tre classi secondo la popolazione:
- 1^: oltre i diecimila: n. 40 consiglieri comunali; 7 o 9 municipali;
- 2^: fra tre e diecimila: n. 30
“
“ ;5o7 “ ;
- 3^: sotto i tremila:
3 municipali;
Organo per tutte e tre le classi dei comuni è il Consiglio comunale:
in prima e seconda classe i consiglieri i quaranta e trenta consiglieri (art. 112), “ metà dei quali
debbono essere necessariamente possidenti ” (art. 113) sono rinnovabili parzialmente di anno in
anno per un quinquennio e non rieleggibili se non dopo due anni.
Solo “ nelle comuni di terza classe intervengono ai Consigli comunali tutti gli estimati in quelle
Comuni, benché altrove domiciliati, e tutti i capi di famiglia non possidenti, ma però descritti nel
registro civico della stessa Comune, che abbiano compiuto l’età di 35 anni ed abbiano uno
stabilimento di agricoltura, di industria e di commercio, nel di lei circondario e vi paghino la tassa
personale ” (art. 110)
- Ettore Rotelli, Gli Ordinamenti locali, pag. 195-196;
Graffignana nel 1802, agli esordi della Repubblica Italiana, è quindi un comune di 3^ classe.
LA NUOVA LEGGE DELLA REPUBBLICA ITALIANA SUI COMUNI (24.07. 1802).
I consiglieri comunali (che rinnovano parzialmente di anno in anno entro il quinquennio), sono
scelti dal consiglio generale dipartimentale su una lista di candidati presentata dal Consiglio
comunale stesso, formata con un numero di candidati triplo rispetto al numero dei posti vacanti
(la prima volta è nominato dal consiglio generale):
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La Municipalità (o giunta) per i comuni di terza classe è composta di tre componenti due eletti tra i
possidenti ” benché altrove domiciliati ” (uno “ necessariamente ” fra i sei maggiori estimati) e il
terzo tra i non possidenti (art. 80 e 81).
- E. Rotelli, Gli Ordinamenti locali, pag. 196;
I consigli comunali di terza classe, amministrati da un Sindaco si svolgono in presenza del
Cancelliere distrettuale: l’autorità centrale , prefettizia, di fatto esautora i consigli comunali e
municipalità, e nomina i sindaci stessi.
- Angelo Stroppa, Atlante.., pag. 49.
Il consiglio comunale è convocato al suono della campana in genere due volte all’anno:
la prima, tra gennaio e febbraio per il rendiconto della Municipalità in ordine all’esercizio
precedente;
la seconda fra settembre e ottobre provvede bilancio di previsione per l’esercizio prossimo,
nomine di competenza
- membri dei consigli generali per i Comuni di prima classe e capoluoghi di dipartimento;
- formazione liste doppie e\o triple, per nomina membri consigli distrettuali;
- rinnovo o conferma amministratori per l’anno successivo;
- determinazione spese e ammontare imposte comunali per l’anno in corso
La Municipalità ha il compito di eseguire le deliberazioni de Consiglio e di dirigere la cosa pubblica.
(art. 77).
- E. Rotelli, Gli Ordinamenti locali, pag. 196;
- M. Roberti, … pag. 227-230.
Tutti gli atti di consigli comunali vano trasmessi in copia per essere approvati al prefetto, che di
fatto gode dei vastissimi poterei e finisce per esautorare le funzioni degli amministratori locali.
- Legge sull’organizzazione delle Autorità amministrative, 24 luglio 1802, in “ Bollettino delle
Leggi della Repubblica italiana dalla Costituzione proclamata nei Comizi in Lione al
31 dicembre 1802 “, anno I, Milano 1802, pp. 185-208.
- Angelo Stroppa, Borghetto e la sua banca, “, Un secolo di storia dal territorio al capoluogo,
BCC Borghetto, Bolis edizioni, settembre 2010, pag. 27-28, pag. 133.
Con legge 24 luglio 1802 gli “ Estratti dei registri dell’Amministrazione municipale “ devono essere
inoltrati al prefetto per la approvazione.
- Gianluca Albergoni, Il Comune di Lodi in età napoleonica: 1796-1814, in “ Tra due secoli: 17061859”; Bolis edizioni, Comune, 2008; pag. 153;
BASTA ELEZIONE POPOLARE DEI PARROCI, SI A LEVA OBBLIGATORIA (SOSTITUBILE)
Il 15 agosto 1802 il governo napoleonico della Repubblica Italiana revoca la legge sull’elezione
popolare dei parroci: con un nuovo concordato: il vescovo di Lodi mons. Della Beretta può così
sanare le situazioni createsi in diverse parrocchie della diocesi.
- Luigi Samarati , I vescovi, pag. 295-296)
Il 13 agosto 1802 è emanata la legge sulla “coscrizione militare obbligatoria”, molto caldeggiata dal
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Melzi d’Eril come presupposto per un esercito italiano: sul tipo di quella francese prevede il
servizio per i giovani validi dai 20 ai 25 anni, con la possibilità della “ sostituzione ”, per i più ricchi.
- Franco Della Peruta, Considerazioni introduttive, in Atti, “Napoleone e la Lombardia nel triennio
giacobino”, pag. 15.
- Franco Della Peruta, Esercito e società, cap. 2, 3 ,4; su renitenza alla leva obbligatoria dal 1802, e
diserzioni di massa;
Dal 1802 al 1811 il territorio della Repubblica Italiana, e di conseguenza anche il Lodigiano, è
interessato da tentativi ed iniziative di fusione coatta fra municipi di modesta entità.
Nell’estate 1802 il Prefetto di Cremona invita diverse municipalità e le delegazioni dell’estimo,
anche nel Lodigiano, a collaborare con la apposita “ Commissione delle aggregazioni delle Comuni
” per una più efficiente organizzazione del Compartimento Territoriale della Repubblica, tenendo
conto delle distanze dei luoghi, del commercio, delle popolazioni e dei servizi pubblici.
- Franco Fraschini, Roncaglia, pag. 160.
NUOVA LEGGE REPUBBLICANA SU PUBBLICA ISTRUZIONE OBBLIGATORIA
(04.09.1802)
Il 4 settembre 1802 la repubblica italiana approva la “ legge relativa alla pubblica istruzione “.
Oltre settanta articoli che definiscono l’ intero settore scolastico in modo organico con la
creazione di una scuola pubblica, laica, alle dirette dipendenze del governo e dei suoi organi.
- 1): scuole elementari gestite dai comuni con spese a loro carico:
“ il Governo veglia sulla qualità dei maestri, sulle materie che vi si insegnano,
e sulla forma d’istruzione “; e inoltre: “ il Governo provvede perché in ogni
comune vi sia almeno una scuola ove s’insegnino il leggere, lo scrivere, e i
principi d’aritmetica “.
- 2): Ginnasi e licei gestiti e con le spese a carico dei singoli Dipartimenti.
La legge precisa che ginnasi e licei sono istituiti nel capoluogo del
Dipartimento, che i grandi comuni hanno facoltà di istituire ginnasi,
e fissa il numero di insegnanti per ogni tipo di istituto.
- 3): Università a carico dello Stato e sotto la guida del governo.
I maestri delle scuole elementari vengono eletti dai consigli comunali sopra una doppia lista
presentata dalle comunità, ma la scelta deve essere comunque approvata dal prefetto.
L’indirizzo obbligatorio dato alle scuole primarie e il suo essere posto in capo ai comuni è
l’elemento di maggior rilievo ed incidenza di tale provvedimento, in applicazione di una massima
cara al Melzi: “ Buone scuole elementari, quest’è la forza delle nazioni “, da lui esplicitata in una
lettera al Marescalchi del 14 febbraio 1803.
- Legge relativa alla pubblica istruzione, del 4 settembre 1802,
- Xenio Toscani, Scuole e analfabetismo nello Stato di Milano da Carlo Borromeo alla
rivoluzione, Brescia, La Scuola, 1993.
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- Carteggi, vol. IV, pag. 27, lettera Melzi a Marescalchi del 14 febbraio 1803.
- Nino Del Bianco, Francesco Melzi d’Eril: la grande occasione perduta “ Gli albori
dell’indipendenza nell’Italia napoleonica “, Corbaccio, Milano, 2002,
pag. 182-183 note 71-72 di p. 244-245.
SINTESI PROVVEDIMENTI SCOLASTICI TRA I DUE SECOLI: XVIII-XIX.
Per l’istruzione “ primaria elementare”, dopo le disposizioni del 1797 della “ scuola primitiva “ ,
della prima cisalpina, va segnalata la circolare ministeriale del 5 gennaio 1801 della seconda
Cisalpina, e inoltre la “ relativa alla pubblica istruzione” legge repubblica italiana del 4 settembre
1802.
Il 7 giugno 1805 il Regno d’Italia istituiirà una Direzione generale di pubblica istruzione diretta da
uomini come Pietro Moscati e Giovanni Scopoli promotori ed attuatori di piani di scolarizzazione
ed alfabetizzazione di notevole influenza nell’arco del decennio.
Seguiranno, poi, le “ Istruzioni scolastiche “ del direttore Scopoli del 15 febbraio 1812 e le
Statistiche scolastiche nei vari Dipartimenti ad opera di Melchiorre Gioia del 1812.
Infine il Regolamento scolastico del 7 dicembre 1818, per il Lombardo-Veneto austriaco.
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