Report su Rendicontazione di Sostenibilità 2014

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Report su Rendicontazione di Sostenibilità 2014
Rendicontazione di Sostenibilità 2014
Analisi dello stato dell’arte nel settore bancario italiano
DOCUMENTO RISERVATO ALLE BANCHE
Dicembre 2015
Rendicontazione di Sostenibilità 2014 - Analisi dello stato dell’arte nel settore bancario italiano
Il documento è stato curato dall’Ufficio Responsabilità Sociale di Impresa di
ABI, Chiara Provasoli, Serena Razzi, Angela Tanno, con la supervisione di
Giancarlo Durante, Direttore Centrale, Responsabile della Direzione
Sindacale e del Lavoro di ABI.
Un ringraziamento a tutte le banche che hanno contribuito all’analisi,
partecipando al dibattito all’interno del Gruppo di Lavoro Sostenibilità e
rispondendo al questionario dell’ESG Benchmark 2015.
Per informazioni scrivere a [email protected]
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Indice
Le attività in ambito associativo .............................................. 4
Rendicontazione di sostenibilità 2014: le fonti dell’analisi ...... 5
Principali evidenze .................................................................. 6
Le novità del 2015 ................................................................... 7
Focus sulla mappa di materialità, stakeholder engagement e
contenuti del Bilancio di Sostenibilità ...................................... 9
Documento integrato = Pensiero integrato? .......................... 11
Altre evidenze sul bilancio di sostenibilità dall’ESG Benchmark
2015 ...................................................................................... 13
Evoluzione del processo di rendicontazione di sostenibilità nel
settore bancario italiano: il punto di vista delle banche......... 15
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Le attività in ambito associativo
Da oltre dieci anni ABI si pone come punto di raccordo per il sistema
bancario e finanziario su informazioni ed iniziative in tema di responsabilità
sociale d’impresa, così come definita dalla Commissione europea nella
Comunicazione del 2011:
“Per soddisfare pienamente la loro responsabilità sociale, le imprese devono
avere in atto un processo per integrare le questioni sociali, ambientali,
etiche, i diritti umani e le sollecitazioni dei consumatori nelle loro operazioni
commerciali e nella loro strategia di base in stretta collaborazione con i
rispettivi interlocutori, con l'obiettivo di:
– fare tutto il possibile per creare un valore condiviso tra i loro proprietari
/azionisti e gli altri loro soggetti interessati e la società in generale
– identificare, prevenire e mitigare i loro possibili effetti avversi.”
Conformemente ai propri compiti e obiettivi organizzativi, l’ABI assume in
questo contesto un duplice ruolo: contribuire a sviluppare il dibattito e la
diffusione del tema, ai diversi livelli nella comunità bancaria, tramite una
serie di ricognizioni e di approfondimenti; fornire ai propri Associati gli
strumenti necessari per integrare strategie di responsabilità sociale nel
proprio business.
Il tema della rendicontazione di sostenibilità è stato costante focus di
attenzione delle attività interbancarie, sin dallo sviluppo di un apposito
modello per la redazione del Bilancio Sociale del 2001. Da allora diversi
sono stati i lavori svolti nell’ambito del gruppo di lavoro interbancario (GdL)
dedicato ai temi della “Rendicontazione di Sostenibilità”.
Nel 2013, il GdL ha prodotto le Linee guida ABI sull’applicazione in banca
degli Indicatori del GRI, una guida interpretativa per la diffusione di
metriche comuni volta a valorizzare gli aspetti extra-finanziari del business
adattati al contesto italiano e alle specificità del settore bancario.
Nel 2014 ABI ha organizzato quattro incontri di approfondimento con gli
Associati sul bilancio di sostenibilità, con l’obiettivo di approfondire i temi
connessi alle sfide e alle opportunità che l’evoluzione del bilancio di
sostenibilità pone, con un focus su l’analisi di materialità, lo stakeholder
engagement, la comunicazione della responsabilità sociale d’impresa e il
bilancio integrato. Gli incontri hanno affrontato i temi sia da un punto di
vista teorico che di buone pratiche, attraverso le testimonianze di chi
supporta le imprese e delle imprese stesse, bancarie e di altri settori,
raccolte in un unico documento: Incontri di approfondimento 2014 con gli
Associati sul processo di rendicontazione.
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Seguendo l’evolversi dei bisogni delle banche e del modo di reinterpretare la
propria sostenibilità d’impresa, nel 2014 è stato proposto un Progetto sul
Valore Condiviso con l’obiettivo di svolgere, parallelamente all’analisi sullo
stato dell’arte della rendicontazione di sostenibilità fra le banche italiane,
uno studio utile a:
•
fornire ai CSR manager strumenti utili a dialogare all’interno della
struttura per coinvolgere il management e i colleghi del business, fornendo
evidenza su come l’integrazione di un approccio di sostenibilità ambientale e
sociale d’impresa nell’attività bancaria consenta di gestire meglio i rischi, di
essere maggiormente competitivi sul mercato, di rispondere alle richieste
degli interlocutori
•
promuovere una riflessione sul ruolo del settore bancario per lo
sviluppo del Paese, continuando il lavoro di analisi sugli impatti dell’attività
delle banche, identificando le leve da promuovere per sostenere le attività
produttive e i progetti individuali e delle famiglie e per affrontare le
evoluzioni di contesto economico, sociale e ambientale.
Al Progetto, sviluppato con SCS Consulting, hanno partecipato 11 banche.
La sintesi dei lavori è stata presentata al Forum CSR ABI 2014 e l’output
finale del Progetto consegnato alle banche aderenti.
Nel 2015 il lavoro sul Valore Condiviso è proseguito con un diverso specifico
Progetto, con il supporto di KPMG, a cui hanno aderito 10 banche. La sintesi
dei lavori è stata presentata al Forum CSR ABI 2015.
Rendicontazione
dell’analisi
di
sostenibilità
2014:
le
fonti
Proseguendo l’analisi dello stato dell’arte sulla Rendicontazione di
sostenibilità nel settore bancario italiano, nel 2015 sono state prese in
considerazione diverse fonti:
−
Le considerazioni emerse dal confronto costante sul tema della
rendicontazione di sostenibilità all’interno del Gruppo di Lavoro
interbancario “Sostenibilità”
−
L’analisi annuale realizzata all’interno dell’Ufficio Responsabilità Sociale
di Impresa di ABI, condotta a livello di settore, sui documenti pubblicati
dagli Istituti Finanziari per rendicontare la propria sostenibilità. Il lavoro
ha portato ad analizzare i documenti pubblicati da 25 Istituti Finanziari
che rappresentano l’80% del totale attivo di settore
−
Una analisi più qualitativa realizzata con il supporto di un questionario
con 6 domande aperte inviato ai componenti del Gruppo di Lavoro
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Sostenibilità e mirata ad analizzare come si è evoluto il processo di
rendicontazione di sostenibilità all’interno della propria struttura
bancaria. Hanno risposto all’indagine 10 Istituti Finanziari rappresentativi
del 67% del totale attivo di settore a cui si aggiunge Federcasse
−
L’edizione 2015 di ESG Benchmark che ABI realizza ogni due anni
tramite invio di un questionario a tutti gli associati. Si tratta di un’analisi
di posizionamento sull’integrazione dei fattori ESG – Environmental,
Social and Governance - nella strategia, nell’organizzazione, nei processi
e nella relativa rendicontazione delle attività della banca, a supporto
dello sviluppo del business del settore bancario. Il questionario è stato
trasmesso a tutti gli Istituti iscritti all’albo bancario alla data del 31
dicembre 2014. Hanno risposto 11 banche rappresentative del 75% del
totale attivo di settore.
Principali evidenze
Le banche italiane continuano ad essere molto attive in tema di
rendicontazione degli elementi ambientali, sociali e di governance - ESG
issues. Nel 2015 hanno pubblicato un documento che rendiconta la propria
sostenibilità 25 Istituti Finanziari (14 gruppi e 11 banche) che
rappresentano l’80% del totale attivo di settore.
Negli ultimi 2 anni ci sono stati numerosi cambiamenti nello scenario della
rendicontazione di sostenibilità che hanno avuto impatti sulle scelte di
rendicontazione delle banche. A novembre 2014 è stata pubblicata nella
Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea la Direttiva 2014/95/UE sulla
comunicazione di informazioni di carattere non finanziario e di informazioni
sulle politiche di diversity con l'obiettivo di migliorare la trasparenza e
l'accountability di alcune grandi imprese sui temi non finanziari; le
organizzazioni multistakeholder maggiormente seguite in tema di
rendicontazione di sostenibilità, Global Reporting Initiative (GRI) e
International Integrated Reporting Committee (IIRC), hanno pubblicato le
nuove versioni dei rispettivi standard, le Linee Guida G4 e l’International
Integrated Reporting Framework, che introducono importanti innovazioni sul
tema.
Il monitoraggio dello stato dell’arte sulla rendicontazione non finanziaria del
settore bancario, condotto dall’Ufficio Responsabilità Sociale di Impresa di
ABI, evidenzia che, a fianco alla pubblicazione dei tradizionali bilanci di
sostenibilità, le banche stanno sviluppando altre forme di comunicazione per
diffondere il proprio impegno sui temi ESG. È aumentata l’eterogeneità delle
pratiche. Siamo in una fase di sperimentazione, che segue anni di
consolidamento in cui il bilancio sociale/di sostenibilità si era affermato
come documento di comunicazione sui temi ESG.
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L’aumento di eterogeneità delle pratiche di rendicontazione promosse
evidenzia un grande fermento sul tema che spinge le banche ad interrogarsi
sul modo più efficace di valorizzare il proprio operato, integrando le ESG
nella strategia e nell’operatività bancaria.
Le principali tipologie di rendicontazione individuate sono:
−
documenti narrativo-descrittivi dei progetti di sostenibilità sviluppati
−
bilanci che si innestano nella tradizionale attività di rendicontazione di
sostenibilità della banca portando però innovazioni di contenuti: focus su
innovazione e tecnologie; pubblicazione della mappa di materialità;
descrizione del processo di stakeholder engagement
−
documenti più innovativi che indicano una nuova direzione di
rendicontazione scegliendo di presentare l’impegno della banca
focalizzandosi sulle risorse e sui risultati in termini di “Capitali” a
disposizione della banca, su cui la banca investe e che creano valore
condiviso per gli stakeholder. Occorre però notare che tali esempi
condividono un orientamento comune (di riferimenti a standard – GRI e
IIRC - e di metodologia appunto per Capitali) ma si concretizzano in
documenti abbastanza diversi fra di loro per contenuto, forma scelta per
la presentazione dei dati, lunghezza del documento. Diversità che si
riflette anche nella denominazione scelta per il documento, ad esempio:
“Relazione Finanziaria Integrata”; ”Rapporto di sostenibilità”; “Bilancio
Integrato”. La scelta di analizzare e presentare le informazioni ESG con
una prospettiva sui “Capitali” è coerente con la metodologia “integrated
thinking e reporting” promossa dall’IIRC.
Le novità del 2015
Nel 2015, le novità maggiormente significative hanno riguardato:
1. La pubblicazione di bilanci “integrati” ovvero di documenti
contenenti informazioni economico-finanziarie e ESG e il
riferimento alle linee guida promosse da IIRC
Il 38% del totale attivo di settore (9 istituti finanziari) pubblica le
informazioni economico finanziarie e quelle ESG in un unico documento.
Si tratta di 9 documenti molto diversi fra loro che in alcuni casi non
sostituiscono il bilancio di esercizio o il bilancio di sostenibilità. Il 58%
del totale attivo di settore (6 istituti finanziari) indica le Linee Guida
dell’IIRC come uno dei riferimenti utilizzati nella redazione del
documento di rendicontazione, mentre il 43% del totale attivo di settore
(13 banche) inserisce nella relazione sulla gestione informazioni sui temi
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ESG. Anche quest’ultimo dato indica la volontà di convergere verso una
integrazione delle informazioni.
Questi numeri sono quindi destinati a crescere come conferma anche
l’indagine ESG Benchmark 2015: il 33% del totale attivo del campione (3
banche) dichiara di lavorare internamente per realizzare il Bilancio
Integrato.
2. L’utilizzo delle linee guida G4 e la conseguente diffusione della
pubblicazione della mappa di materialità
Per la rendicontazione di sostenibilità nel settore bancario italiano si
afferma l’utilizzo delle Linee Guida internazionali Global Reporting
Initiative – GRI prese a riferimento dal 77% del totale attivo di settore e
del supplemento per il settore finanziario del GRI , utilizzato dal 73% del
totale attivo di sistema.
Il riferimento al GRI, in questa sede, comprende sia i bilanci conformi al
GRI, secondo G3.1 o G4, sia i bilanci nei quali si dichiara di “ispirarsi” a
questo standard nella redazione.
Il 57% del totale attivo di settore (9 istituti finanziari) dichiara che la
rendicontazione è “in accordance” alle G4. Nello specifico: 8 documenti
sono “in accordance Core” e uno “in accordance Comprehensive”.
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Focus sulla mappa di materialità, stakeholder
engagement e contenuti del Bilancio di Sostenibilità
Considerate l’elevata diffusione dello standard GRI e l’obbligatorietà dal
2016 di utilizzare le Linee Guida G4 per chi vorrà continuare ad usare
questo standard, la mappa di materialità e lo stakeholder engagement
assumono una valenza importante.
In particolare, l’utilizzo delle Linee Guida GRI - G4, prevede una riflessione
specifica sulla matrice di materialità, da considerarsi come tappa
fondamentale di un percorso che mira a promuovere una sempre maggiore
integrazione (di pensiero, strategia e azione) della sostenibilità nelle attività
della banca.
Nel 2015:
−
11 istituti finanziari pubblicano la mappa di materialità – 60% del totale
attivo di settore
−
15 istituti finanziari realizzano attività di stakeholder engagement – 67%
del totale attivo di settore
Per quanto riguarda il coinvolgimento degli stakeholder sui temi ESG, l’ESG
Benchmark 2015 rileva le seguenti azioni:
Forme di coinvolgimento
N. banche
Incontri mono-stakeholder
5
Indagine campionaria diretta sul mass market
5
Incontri multi-stakeholder
4
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All’interno dello stesso metodo usato, le banche si comportano in modo
diverso coinvolgendo stakeholder diversi.
Incontri mono stakeholder
N. banche
dipendenti/collaboratori
5
azionisti/soci
4
sindacati
4
associazioni dei consumatori
3
associazioni d'impresa e ordini professionali
2
clienti
2
comunità (Enti locali, Fondazioni, etc.)
2
investitori istituzionali
2
media
2
Per quanto riguarda gli incontri multi-stakeholder, le 4 banche del
campione coinvolgono i seguenti interlocutori:
−
Banca 1: Istituzioni e autorità di vigilanza
−
Banca 2: Accademia (università ed enti di ricerca); Associazioni
d'impresa e ordini professionali; Istituzioni e autorità di vigilanza;
comunità (Enti locali, Fondazioni, etc.); Media; Organizzazioni del Terzo
Settore; ONG
−
Banca 3: Comunità (Enti locali, Fondazioni, etc.); Organizzazioni del
Terzo Settore
−
Banca 4: Accademia (università ed enti di ricerca); Associazioni dei
consumatori; Associazioni d'impresa e ordini professionali; Azionisti-soci;
dipendenti-collaboratori; Clienti; Comunità (Enti locali, Fondazioni, etc.);
Sindacati.
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Per quanto riguarda i contenuti del bilancio, l’ESG Benchmark 2015 rileva la
presenza nel Bilancio di:
a.
enunciazione di impegni precisi nei confronti dei diversi stakeholder
(84% del campione)
b.
identificazione delle aree critiche (89%)
c.
misurazione
del
livello
di
precedentemente fissati (75%)
d.
priorità degli stakeholder (78%).
raggiungimento
degli
obiettivi
Se da un lato sono incrementate le pratiche di rendicontazione che
presentano una Mappa di materialità, si riscontra grande disomogeneità di
metodologie per rilevare le priorità della banca e quelle degli stakeholder.
Inoltre, la presenza della mappa di materialità tende a cristallizzare la
fotografia delle informazioni significative perdendo, nella maggior parte dei
casi, i contenuti a, b, c. A fianco alla mappa di materialità occorrerebbe
trovare il modo di recuperare sia una prospettiva temporale, che evidenzi
cosa la banca ha raggiunto rispetto a quello che si era prefissata e come
intende agire per raggiungere gli obiettivi che si pone per il futuro, sia la
presentazione dei risultati parzialmente raggiunti e dei limiti che ne hanno
ostacolato il pieno raggiungimento.
Documento integrato = Pensiero integrato?
La scelta di pubblicare un unico documento, che contiene le informazioni
ESG e quelle tradizionali del bilancio di esercizio, dovrebbe essere compiuta
riflettendo su alcuni temi, ad esempio:
•
Stiamo integrando o affiancando le informazioni? nella quasi
totalità dei casi si tratta di affiancamento delle informazioni, piuttosto che di
integrazione. La lettura delle informazioni ESG è separata da quella delle
informazioni economico-finanziarie. Viene ad esempio inserito nel bilancio di
esercizio un paragrafo/capitolo dedicato alla CSR intesa in senso lato, da
indicatori ESG ad attività di giving. In ottica di integrazione potrebbero
essere sviluppati approcci che rendono evidente il collegamento sull’utilità
delle informazioni ESG per il business della banca, la misurazione di impatti
dell’attività bancaria sulla collettività, la misurazione del valore condiviso
creato.
•
È un documento leggibile? la leggibilità del documento è un punto
che ha a che fare non solo con la lunghezza dello stesso (alcuni documenti
integrati sono di 300, 400 fino ad arrivare a 900 pagine) ma con la
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significatività delle informazioni a cui si sceglie di dare priorità rispetto ai
destinatari di quelle informazioni
•
Rispetto a cosa la banca rendiconta? qual è lo scopo della
rendicontazione di sostenibilità o di una rendicontazione integrata? Una
spiegazione del perché si ritiene utile pubblicare il documento è spesso
contenuta nelle dichiarazioni introduttive dei vertici. Presentare un progetto
che spieghi la coerenza tra le dichiarazioni e le informazioni qualitative e
quantitative inserite nel bilancio consentirebbe di orientare il lettore nel
percorso che la banca ha intrapreso per dare concretezza agli obiettivi con
azioni pianificate in raccordo alla strategia aziendale.
•
Si lavora insieme al documento unico? Il 72% del campione
dell’ESG Benchmark 2015 afferma che l'interazione tra l'unità / presidio CSR
e le altre aree della banca è formalizzata con uno specifico modello /
processo. Nella totalità dei casi la formalizzazione nasce per facilitare la
raccolta di informazioni utili alla Rendicontazione di Sostenibilità. Il
coordinamento raggiunto, in alcune strutture, per la raccolta,
l’interpretazione e la validazione dei dati è frutto di un lavoro sviluppato
durante gli anni, funzionale a gestire le informazioni informatizzate ma
anche a coinvolgere i colleghi delle varie funzioni, responsabili non solo della
raccolta dei dati ma anche di promuovere a monte le attività da raccontare
poi nel documento. Altre banche si stanno attivando per rafforzare i sistemi
interni di raccolta dati utili a fornire un quadro completo del valore creato
dall’impresa. Queste esperienze vanno tutelate e ottimizzate se si passa ad
un approccio integrato, in cui il CFO può assumere un ruolo importante.
Bisogna evitare che il Bilancio Integrato sia vissuto come lo strumento con
cui si smantella una rete interna di conoscenza condivisa, a effimero
vantaggio di ridotte risorse da impiegare nel breve termine.
•
La banca comunica ai dipendenti il cambio di rotta?
Comunicazione interna: l’esigenza di comunicare internamente, ai colleghi e
a tutta la struttura, l’identità della banca, i valori che la animano e gli
strumenti a supporto dell’implementazione di questi valori, oltre ai risultati
in termini di sostenibilità che la banca raggiunge, è da sempre una delle
motivazioni alla rendicontazione di sostenibilità. Scegliere di innovare
l’approccio al bilancio sociale attraverso la pubblicazione di un unico
documento e non comunicare la scelta al proprio interno rischia di
disorientare i dipendenti e di non cogliere appieno l’opportunità di rinforzare
la strategia che ispira il documento unico e che ha a che fare con
l’integrazione nel business.
•
Come
sono
valorizzati
i
contenuti
del
documento?
Comunicazione esterna: proprio perché unico, il documento può essere
pensato per un pubblico eterogeneo, stakeholder con esigenze e interessi
dissimili. A questo punto la banca può perseguire diverse strade che vanno
da quella della completezza e dell’approfondimento a quella della sintesi e
della significatività, rimandando a eventuali approfondimenti su altri
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strumenti, ad esempio sul web. Probabilmente dalla prima scelta scaturisce
un documento lungo, poco focalizzato e di difficile lettura, redatto
soprattutto per esigenze formali e normative; la seconda scelta permette di
valorizzare il documento come strumento di comunicazione, pensato per
veicolare messaggi scelti che contribuiscono al posizionamento della banca.
Alla luce delle esperienze attuali, pubblicare un documento integrato può
rispondere agli obblighi di rendicontazione contenuti nella Direttiva europea
2014/95/UE ma, in mancanza di una strategia integrata, è forte il rischio di
promuovere un mero adeguamento formale.
Inoltre, l’eterogeneità delle pratiche pone una riflessione generale sulla
confrontabilità dei dati (confronto temporale, di settore, di contesto) e sulla
qualità del processo di rendicontazione connesso in particolare all’analisi di
materialità e alle attività di stakeholder engagement.
Altre evidenze sul bilancio di sostenibilità dall’ESG
Benchmark 2015
Per quanto riguarda il coinvolgimento delle diverse funzioni aziendali
nell’elaborazione del Bilancio di Sostenibilità, il Benchmark rileva
un’intensità relazionale eterogenea che vede una diffusa partecipazione,
oltre che della specifica unità CSR, delle funzioni risorse umane,
comunicazione/pubbliche
relazioni,
commerciale/settori
operativi,
pianificazione e controllo, e, con un’intensità minore, marketing, compliance
e, a seguire, bilancio, acquisti/logistica, segreteria generale e
amministrazione.
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acquisti/logistica
pianificazione e controllo
internal auditing
commerciale/settori operativi
investor relations
risorse umane/relazioni interne
marketing
comunicazione/pubbliche relazioni
risk management
compliance
bilancio
legale
segreteria generale
amministrazione
chief financial officer
CSR
0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100%
Per niente
Poco
Abbastanza
Molto
Fonte: ABI ESG Benchmark 2015
La verifica del Rendiconto ad opera della società di revisione si conferma il
metodo più diffuso: è infatti adottato dalla quasi totalità del campione
(96%).
Per quanto riguarda le modalità di diffusione della rendicontazione di
sostenibilità:
−
3 banche - 49% del campione - allegano il documento al bilancio di
esercizio
−
6 banche - 51% del campione - producono e distribuiscono una sintesi
del documento
Canali di diffusione utilizzati
N. banche
11
internet
rete intranet
8
evento pubblico
3
evento interno
2
distribuzione in filiale
1
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Il 63% del totale attivo del campione gestisce i riscontri degli stakeholder
sul documento di rendicontazione di sostenibilità.
Strumenti per la gestione dei feedback degli
stakeholder
N. banche
raccolta e analisi questionari
5
incontri mono-stakeholder
4
incontri multi-stakeholder
2
linee di ascolto dedicate
2
interviste telefoniche
1
Evoluzione del processo di rendicontazione di
sostenibilità nel settore bancario italiano: il punto di
vista delle banche
Per completare l’analisi dello stato dell’arte delle pratiche di rendicontazione
di sostenibilità nel settore bancario, è stata svolta, all’interno del Gruppo di
Lavoro Sostenibilità, un’analisi qualitativa per analizzare la percezione di
come si è evoluto il processo di rendicontazione di sostenibilità all’interno
delle rispettive strutture bancarie. Hanno risposto all’indagine 10 istituti
finanziari rappresentativi del 67% del totale attivo di settore a cui si
aggiunge Federcasse.
Alla domanda 1. “Nei primi anni in cui si è stata promossa, la
rendicontazione di sostenibilità, nella mia Banca, aveva questo significato e
questa utilità” la maggior parte delle risposte hanno converso verso i
seguenti cluster tematici: valenza di monitoraggio interno, comunicazione
interna, comunicazione esterna, iniziale indirizzo strategico.
Passando all’attualità, con la domanda 2. “Oggi, la rendicontazione di
sostenibilità, nella mia Banca, ha questo significato e questa utilità”, si
rilevano: l’evoluzione della rendicontazione da strumento di comunicazione
a strumento a valenza strategica, con un’attenzione alla creazione di valore
per gli stakeholder e all’integrazione del modello di gestione della CSR nei
processi aziendali; la valenza di comunicazione interna; il miglioramento
della comunicazione esterna, con riferimento, ad esempio, al linguaggio
semplice, alla grafica accattivante, al focus sui contenuti, e all’impegno per
rendere le informazioni misurabili; l’adeguamento progressivo a standard
internazionali, come ad esempio il G4 del GRI, che forniscono l’opportunità
di migliorare la qualità dei contenuti anche attraverso il dialogo con gli
stakeholder.
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Per quanto riguarda il prossimo avvenire, domanda 3. “In futuro, la
rendicontazione di sostenibilità, nella mia Banca, avrà questo significato e
questa utilità”, le banche indicano le potenzialità del processo e dello
strumento come: un elemento centrale per la definizione della strategia
aziendale, in particolare riferendosi ad un documento programmatico che
contiene obiettivi concreti, misurabili negli effetti e nei tempi di
realizzazione; un elemento chiave di misurazione e di comunicazione
qualificato dalla disponibilità di dati quantitativi; un’attività per un maggiore
coinvolgimento interno, del vertice aziendale e di tutta la struttura, e di un
maggiore coinvolgimento degli stakeholder per migliorare la matrice di
materialità.
Passando all’esame dei vincoli con cui le banche si confrontano, domanda 4.
“Nella mia Banca, le principali difficoltà legate alla rendicontazione di
sostenibilità, sono”, emerge la sfida di sviluppare una strategia organica di
sostenibilità, ovvero, a monte del processo di rendicontazione, per molti si
tratta ancora di definire rispetto a cosa la banca rendiconta. Questo è un
concetto trasversale legato alle difficoltà citate che riguardano: l’evoluzione
impegnativa verso una visione unica ed integrata; il supporto limitato degli
standard in evoluzione verso il reporting integrato; il processo strutturato
per la raccolta, validazione, coordinamento interpretazione dati; il
coinvolgimento interno e la disponibilità di budget. Nel futuro (domanda 5),
peraltro, le difficoltà che le banche immaginano sono le stesse, oltre ad un
cenno al contesto che, o per la dimensione internazionale o per quella
territoriale (v. assetto del sistema bancario popolare), può fortemente
condizionare l’evoluzione del processo di rendicontazione.
Nonostante i limiti sopradescritti, reali e percepiti, alla domanda 6.
“Considerando l’evoluzione della rendicontazione di sostenibilità nella mia
Banca, sono stati raggiunti i seguenti traguardi”, le banche rispondono con
indicazioni chiare che vanno dall’integrazione delle informazioni (con esempi
di Bilancio Integrato, Relazione fra il Report e il Piano Industriale,
evoluzione dell’approccio alla rendicontazione verso una prospettiva di
valutazione di impatto per Capitali, Visibilità ESG nella relazione finanziaria,
Maggiore coinvolgimento interno) alla significatività dei dati (attraverso, ad
esempio, l’Introduzione della analisi di materialità, l’Utilizzo di standard
internazionali,
una
Maggior
quantificazione
delle
informazioni,
l’Organizzazione dei contenuti maggiormente rispondente alle esigenze dei
vari interlocutori), dalla migliore grafica alla distribuzione impatto zero,
passando per una generale percezione di miglioramento della reputazione
della banca e del settore indicato dall’assegnazione di vari riconoscimenti e
dalle valutazioni di agenzie di rating specializzate.
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