Introduzione - Edizioni Curci
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Introduzione - Edizioni Curci
Introduzione Questo libro è scritto: • per chi vuole avvicinarsi in modo consapevole al linguaggio musicale, sia in veste di ascoltatore sia come esecutore; • per gli allievi il cui percorso di studi prevede prove d’esame di “ascolto”. Tali prove, la cui importanza è ormai indiscussa, fanno parte dei programmi sia nazionali sia internazionali (come ad esempio le prove di aural test del percorso ABRSM); • per fornire alcuni concetti di base e alcuni approfondimenti riguardo la notazione musicale e la storia della musica. Scopo del libro è analizzare gli elementi costitutivi della musica occidentale dal XVII al XX secolo e renderli accessibili attraverso una presentazione teorica e storica, supportata da esempi tratti da opere concrete. I riferimenti alle opere d’autore cercano di citare composizioni conosciute e facilmente reperibili sia come esecuzione sia come partitura. Le conoscenze teoriche non sostituiscono l’ascolto, ma lo aiutano. Ascoltare è imprescindibile, ma conoscere alcuni aspetti teorici e storici vuol dire riconoscerli nelle opere, dando a queste ultime un significato più completo. E oltre ad ascoltare (e riascoltare) la musica bisognerebbe recuperare la dimensione dell’ascolto dal vivo. Se l’avvento dei dischi ha reso la musica fruibile a un pubblico molto più vasto, è anche vero che con le registrazioni si è persa una dimensione fondamentale e cioè l’elemento visivo dell’esecuzione. Per apprezzare e comprendere in modo più profondo la musica, il senso della frase che prende una forma in uno spazio ben definito, la fusione dei timbri e il gioco degli strumenti, meglio sarebbe vedere la musica suonata e non solamente ascoltarla. Nelle esecuzioni dal vivo l’occhio può seguire le parti che dialogano, il movimento dei musicisti che diventa suono, il gesto del direttore che plasma l’orchestra. Ecco perché in questo libro sono citate opere che è possibile non solo ascoltare ma anche vedere dal sito www.edizionicurci.it/libromisto, sperando di instillare nel lettore la curiosità di frequentare le sale da concerto e i teatri. Proprietà esclusiva per tutti i Paesi: EDIZIONI CURCI S.r.l. – Galleria del Corso, 4 – 20122 Milano © 2012 by EDIZIONI CURCI S.r.l. – Tutti i diritti sono riservati 4 Introduzione Come utilizzare il libro Per rendere più facile la consultazione, si utilizzano nel testo i seguenti riferimenti: Definizione Brani da ascoltare. Per una comprensione più completa degli argomenti si raccomandano l’ascolto e la lettura delle partiture. Gli esempi di ascolto citati sono solo a titolo indicativo; moltissimi altri potranno essere cercati personalmente dal lettore. I brani proposti sono celebri e facilmente reperibili. Per agevolarne la ricerca, i titoli sono spesso dati anche in lingua originale. Di alcuni sono già stati selezionati video che contengono l’esecuzione e/o quella che viene chiamata talvolta animated score (o score animation), in cui la partitura scorre mentre si ascolta la musica. Per accedervi, è sufficiente registrarsi sul sito www.edizionicurci.it/libromisto1. Talvolta si sono dovuti anticipare degli argomenti la cui spiegazione si rimanda a un capitolo successivo. Il numero indica la pagina, o le pagine, di riferimento. Approfondimenti o argomenti più complessi. ? ! Test di verifica. Le risposte ai test di verifica possono essere consultate alle pagine 124 e seguenti. Curiosità. Introduce aneddoti o precisazioni curiose. I nomi dei compositori citati sono riportati per esteso nell’indice alle pagine 138 e seguenti.1 In ottemperanza all’Art. 15 della legge n. 133/2008 e alla circolare n. 18 del 9.2.2012 emanata dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, questo volume è redatto in forma mista e perciò adottabile come libro di testo scolastico. 1 Proprietà esclusiva per tutti i Paesi: EDIZIONI CURCI S.r.l. – Galleria del Corso, 4 – 20122 Milano © 2012 by EDIZIONI CURCI S.r.l. – Tutti i diritti sono riservati Capitolo 12 Le forme Se il capitolo precedente aveva come oggetto il modo in cui il materiale musicale si organizza all’interno di una composizione, ci occuperemo ora delle forme principali codificate dalla storia per la musica strumentale. Molte di queste percorrono vari secoli, con le dovute trasformazioni. Nella presentazione si è cercato di dare una prospettiva storica oltre che formale. Non sempre le composizioni rientrano esattamente negli schemi codificati dalla teoria musicale e spesso i compositori piegano la forma alle loro intenzioni; diventa quindi ancor più interessante studiare la relazione fra il modello e la composizione, per sottolinearne gli elementi di originalità che la identificano spesso come unica. La suite Nata nel barocco, la suite si presenta come una serie di brani indipendenti, scritti per strumenti solisti o per orchestra e pensati per essere suonati in sequenza. Nella suite barocca (che porta anche il nome di ordre, partita o in Inghilterra Händel compose 22 suites per clavitalvolta lesson), i singoli brani sono cembalo, J. S. Bach ne compose per delle danze scritte tutte nella stessa clavicembalo (Suites inglesi, Suites tonalità. Le danze in origine erano sicufrancesi, Partite), per violoncello, per violino, per flauto, per liuto oltre che per varie formaramente ballate, ma la forma musicale zioni cameristiche. divenne poi indipendente e il termine Tra i brani più famosi tratti dalle suites per suite passò a indicare una composiorchestra si ricordano l’Aria tratta dalla Suite zione puramente strumentale. n. 3 (resa famosa anche dalla versione otto• L’impianto base, che risponde all’esicentesca che l’ha trascritta in modo da poter essere suonata tutta “sulla quarta corda” del genza di alternare tempi più lenti a violino) e la celebre Badinerie per flauto, tratta tempi più veloci, è costituito da dalla Suite n. 2. allemanda-corrente-sarabanda-giga. Proprietà esclusiva per tutti i Paesi: EDIZIONI CURCI S.r.l. – Galleria del Corso, 4 – 20122 Milano © 2012 by EDIZIONI CURCI S.r.l. – Tutti i diritti sono riservati 75 Le forme • Questo schema è stato più volte arricchito e modificato dai compositori: spesso la suite si apre con un preludio o una ouverture e tra la sarabanda e la giga si inseriscono altre danze (gavotta, bourrée, minuetto, musetta, loure, rigaudon, passepied, hornpipe, ecc.), come ad esempio nelle Suites francesi e nelle Suites inglesi di J. S. Bach. • Le danze della suite (tutte nella stessa tonalità) sono monotematiche (un unico tema) e bipartite (due parti). La prima parte espone il materiale tematico e termina con una modulazione alla dominante se la tonalità d’impianto è maggiore, al relativo maggiore (o, meno frequentemente, alla dominante minore) se la tonalità d’impianto è minore. La seconda parte propone una rielaborazione del materiale tematico con diversi artifici e attraverso varie modulazioni che sfociano poi nuovamente nella tonalità d’impianto. Ogni parte ha un segno di ritornello. In epoca barocca le ripetizioni erano sicuramente ornate con degli abbellimenti improvvisati. • Se gli ornamenti e le fioriture sono così consistenti da diventare parte integrante della danza si ha un double. La danza, ancora riconoscibile nella sua essenza, viene riscritta completamente in versione molto ornata. Double: Suites inglesi di J. S. Bach: • Corrente II dalla Suite n. 1 • Sarabanda dalla Suite n. 2 • Sarabanda dalla Suite n. 3 Nel periodo classico e romantico la suite venne abbandonata. Fu ripresa alla fine del XIX secolo con un significato più generico, indicando sempre una serie di brani, ma non necessariamente Da balletti: di danze. I brani che costituiscono questo nuovo tipo • Ciajkovskij: Lo schiaccianoci; Il ladi suite possono: • essere estrapolati da un’opera, da un balletto o da musiche di scena ed essere proposti solo in versione da concerto, oppure Holst, The Planets • essere legati da un’idea comune o ancora go dei cigni • Stravinskij: L’uccello di fuoco; Petruška Da opere: • Bizet: Carmen; L’arlésienne Da musiche di scena: • Grieg, Peer Gynt (2 suites) Proprietà esclusiva per tutti i Paesi: EDIZIONI CURCI S.r.l. – Galleria del Corso, 4 – 20122 Milano © 2012 by EDIZIONI CURCI S.r.l. – Tutti i diritti sono riservati 76 Capitolo 12 • essere un richiamo esplicito alla suite barocca, pur con le dovute trasformazioni. • Debussy, Pour le piano e Suite bergamasque (il cui brano più celebre, Clair de lune, non ha nessun richiamo alle forme della suite barocca, mentre gli altri movimenti sono Preludio, Minuetto e Passepied) • Ravel, Le tombeau de Couperin • Schönberg, Suite per pianoforte op. 25 Le danze della suite barocca Come già sottolineato la struttura di base della suite barocca è allemanda – corrente – sarabanda – giga, con l’usuale inserimento di altre danze prima della giga. Le tabelle che seguono riportano i caratteri distintivi delle singole danze. Allemanda Tempo quaternario Andamento Inizio Linguaggio compositivo moderato e scor- anacrusico revole Caratteri particolari tendenzialmente usa spesso semicontrappuntistico crome e/o figurazioni ritmiche puntate μ\ œ Händel, Allemanda dalla Suite per clavicembalo in re minore HWV 428 & b c ≈ œ œ œ œ œ œ # œ œ≈ œ œ œ œœ n œ ≈ ‰ œj ‰ œj œ ?b c Œ œ. œ œ J œœœœœœœœœ œ œœœœ ‰ œj ‰œ œj œ œ œœ œ œ . ≈ œ œ œ œ J • J. S. Bach, Allemanda dalla Partita per violino n. 2 BWV 1004 • J. S. Bach, Allemanda dalla Suite inglese n. 3 BWV 808 • J. S. Bach, Allemanda dalla Suite francese n. 3 BWV 814 Corrente Ci sono due tipi di corrente: quella francese e quella italiana. Entrambe sono in tempo ternario e iniziano in levare. La corrente italiana è però più scorrevole rispetto a quella francese. L’esecutore moderno deve stare attento a non confondere le due “nazionalità” delle danze per non sbagliare le velocità. Bach, Händel e Corelli hanno Proprietà esclusiva per tutti i Paesi: EDIZIONI CURCI S.r.l. – Galleria del Corso, 4 – 20122 Milano © 2012 by EDIZIONI CURCI S.r.l. – Tutti i diritti sono riservati 77 Le forme ESEMPI MAGARAGGIA seconda bozza 12 07 2012 incluso entrambi i tipi di danze nelle loro suites; Bach aiuta l’esecutore distinguendo spesso fra corrente (italiana) e courante (francese), ma è soprattutto l’analisi Ÿ dei œ œ. œ œ œ œ œ œ. œ œ œ œda. œguida caratteri distintivi che farà œ . œ œall’interprete. œ œœ &b c ∑ Corrente francese (courante) ∑ ∑ ∑ & 12 ? b c ∑ œ . Jœ ∑ œ . œ & ternario, danza più lenta J e Tempo Andamento ∑ Ÿ œ. œ œ. œ Inizio # anacrusico ∑ Ÿ rispetto generalmente scritta maestosa œa. œquella in& b œ œ œ . œ italianaœ . œ œ . œ œ &b œ œ Ó œ œ. œ œ. œ œ œ œ œ œœ #œ œ œ . ∑ œ œ . œ œ∑ ∑ œ . œ œ . œ.. ∑ . œ contrapœscrittura • J Linguaggio compositivo ∑ ∑ œ œ ∑ œ . .. Caratteri particolari ∑ spesso presente Ÿ œ abbapuntistica ; œ œ . œ œ ilœ .ritmo Ÿ œ . œ œ . stanza œ œ œ .densa œ œ cadenze • nelle œ . œ .. œœ il diventa Ÿ œ œ œ . spesso Ÿ. œ œ œ. œ œ œ. . œ . œ œ œ. œ œ. œ œ œ. œœ œM œœ œœ œ œ œ. œ œ œ. j œ œ œ .. #œ μ œœœ œ nœ œ œ œ œ œ œ œœ .. œJœ œœ œ œœ œ œœ œœ .œ œœ œœ œ œ œ œ œ œ œ ‰ .œœ œ œ œ # œœ œ œ . œœ .. J œ. J œ œ œ œ œ ? b œ œ. œ œ. œ œ œ œ œ œ œ . œœ œ œ # œ œœ œ œ œ n œ œ .. œ # œ œ œ œœ œ œ œœ œ œ ?3œ œ œ œ J &b œ œ 3 j B&b 2œ œœ 2 ‰ 6 4 6 5 5 3 J. S. Bach, Courante della Suite inglese n. 2 BWV 807 œ œ œ . œ œ . œ Œ œ œ . œ œ . œ œ . œj œ œ œ œ 4 3 6 6 5 œ 7 7 6 4 7 5 3 9 7 6 8 6 6 4 5 3 J. S. Bach, Courante della Suite francese n. 2 BWV 812 Violino I &b c ∑ . œ .. œ œ .. œ R R p œ œ œœ #œ œ Ó Con sord. Con sord. 3 3 3 3 6 6 Corrente italiana Violino#II & b c œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ !. ! . œ . p œ n œ œ Andamento œœœœœ & #Tempo 6 6 Con sord. ! B b c œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ !.. Viola œ œ œ œ œdanza œ œ œ œ più œ œ œveloce (da .. cui ternario, ! ? # # # œ scritta œ pœ3 œin 3 il#nome) œ œ ! œa quella generalmente œ œ 3 3rispetto œ œ œ œ ‰ J ‰ J ‰ Œœ Violoncello e ? c œ ‰ J ‰ Œ francese o ‰ J b J J Basso p !. 6 œ !œ. . Inizio!œ. œ œ!. 6 6 .. !.. !anacrusico ! ! #œ #œœ œ ‰ œJ ‰ J ‰ œ ‰ J J 6 6 6 œœœ œ œ œ ! ! ! !. œ #Linguaggio œ . œ . # œ . 6 6 6 #œ 6 œ !.. !.. •!.. scrittura !.. contrappun!.. !.. ! ! ! œ ! ! ! snella; œ jœ œ œœ œ • j tistica œ j j œ ‰ œJ ‰ J ‰ Œ struttura œ ‰ J ‰ J ‰ Œ œ chiara œ ‰ Jœ ‰œœJ ‰ œar-‰ 6 6 6 6 6 6 compositivo monica e ritmica. Händel, Corrente dalla Suite per clavicembalo in re minore HWV 437 œ #œ. nœ œ œ œ œ œ œ œ œ œ. œœ œ # œ œ œ œ . n œ œ œ œ . j j œœ. œ œj œ œ œ. # œ œ œ ‰ # œ œ œ œ œœ œ œ œ œ œ œœ œ œ œ œ œ ‰ j œ ? 3 œ œœ œ & b# 4 #œœœ œ œ .œ n œœœ œ œ œ .œœ œ œ œœ œ . œ œ œ œ œ # œœ œ œœ . œ œ œ œ œ œ . œœ .œ œ .. J J J J œ 3 j & b 4 œ œ. ? ## œ #œ œ #œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ Proprietà esclusiva per tutti i Paesi: EDIZIONI CURCI S.r.l. – Galleria del Corso, 4 – 20122 Milano © 2012 by EDIZIONI CURCI S.r.l. – Tutti i diritti sono riservati œ œ . œ . 78 Capitolo 12 J. S. Bach, Corrente della Partita n. 6 BWV 830 per clavicembalo Sarabanda #œ nœ œ œ œ œ œ nœ œ ∑ ternario lento œ œ œ œ œ bœ œ œ œ ? b œ œ œ œ œ # œ œ # œœ œ œ &b œ Tempo & b œ . Andamento ≈ œ nœ œ œ # wœ . Inizio Linguaggio œœ œ . œ œ œ œ œ œ compositivo œ Finale e œ œ inizio tetico • œ œ œ œ œœ œ œ # œ œ . œ œ œ œ œ œ particolari scrittura gene- • il tratto ritmico Caratteri œ (in distintivo è il ralmente accorœ battere) j j ‰ che œ œ œ # œœ œ œœ œ œœ . ‰ œ ‰œ dale j œpiù Œ f er m a r≈s iœ œs uœ l J #œ œœœœ ‰ ≈ œ œ # œsecondo mocontrappuntifinale femminile œ vimento. stica; (in levare) j sequen• spesso œ. ≈ œ œ . sono œj• Una œ wœ œ œ œ œ œ # œ w molti z a t i p i c a è presenti œ j ? b œœ .# œ œ œ œ œ œ . ≈œœœœ j j œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ# œ œ œ œ œ œ œ œ œœ . œ œ œ œ œ œœ # œL’allungamento œ œ œoœdel delnsecondo œ œ œ terzo movimento abbellimenti . è un retaggio dei passi trascinati della danza. J. S. Bach, Sarabanda dalla Partita per violino n. 2 in re minore BWV 1004 3 &b 4 œœ . œ œœ . œ Ÿ j œ j œ œ œ œ œœ œœ .. œ œœ œ œ œ œ œœ œ œj œ œ œ œ œ nœ œ œ n œœ œœ b œ œ # œ . œ œ # œ œ œ j œ #œ œ #œ J œ • Un celebre esempio è la sarabanda tratta dalla Suite in re minore (G 108-111) di Händel • Sempre di Händel e altrettanto famosa è l’aria Lascia ch’io pianga, tratta dall’opera Rinaldo. L’aria ha le caratteristiche della sarabanda, sebbene sia scritta in forma tripartita. j M M œ j œ c Œ ‰ ‰ ‰ œj ‰ œj œ & œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ M ‰ J œ œ œ M œœ J J œ J J œ ? c ≈ Di origine œ œ œ œ era≈ unaœ danza spagnola, ≈ ≈ œ œ œdel œ œsarabanda œ œ all’inizio œ la œ œ XVII œ œ secolo œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ e licenziosa. œ œ Verso il 1720-30 diventa œ œ una danza lenta, con un’armoveloce nizzazione molto più densa. & .. M œœœ ( #) j ‰ œœ M œœœ J j nœ œ œ ‰ œœJ œ œ œ œœ œœ œœ Œ œ œœ œœ œ jM ‰ b œœ œœ J œœ Proprietà esclusiva per tutti i Paesi: EDIZIONI CURCI S.r.l. – Galleria del Corso, 4 – 20122 Milano © 2012 by EDIZIONI CURCI S.r.l. – Tutti i diritti sono riservati j œ ‰ œJ œœœœœ 79 Le forme Anche la giga poteva essere francese (gigue) o italiana. Giga œ & bfrancese 43 œ (gigue) œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ #œ œ œ œ œ œ #œ œ œ œ œ œ œ Tempo Andamento Linguaggio compositivo M[ M M[ contrappuntistica tempo composto veloce[ scrittura ? b 43 œ Œ Œ Œ Œ Œ œ Œ Œ Œ Œ e spesso œ Œ imitativa Œ Œ œ œ œ J. S. Bach, Gigue della Suite inglese n. 3 in sol minore BWV 808 œœ n œœ œœ œœ bb b œœ Œ ‰ œœ œœ œœ & œ ? b œœœ Œ ‰ n œœœ œœœ œœœ bb œœœ œœ n œœœ œœ Œ ‰œ œœ œœ Œ ‰ n œœœ œ œœœ œœœ œœ œœ œœ œœ œœ œœ n œœœ œœ œ œœ œ œœ n œœ œ œœ œœ œœ n œœ œœ œ œœ n œœ œ œœ œœ œœ n œœ œœ œ œœ n œœ œ œœ œœ œœ n œœ œ œ œ œ œœ œœ Œ n œœ Œ n œœ œ œœ Œ n œœœ Œ œœ œœ Œ œœ œœ Œ œœ J. S. Bach, Gigue della Partita n. 3 in la minore BWV 827 per clavicembalo b & b bbb ? bb bbb Giga italiana Tempo Andamento tempo composto veloce œ8. œ U œ œ œœ ww ‰ œ J œ œœ œœ w œ S ƒœ œ œœ œ U œœ. ‰ œ Linguaggio w œ œœ compositivo g g J • linguaggio armonico gg ww chiaro • scrittura accordale sciolta Corelli, Giga dalla Sonata op. 5 n. IX Allegro # # 12 œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ & 8 J œ J œ J œ . Œ œj œ œ œ # œ œ œ œ œ Œ J œ œ œ # œ œ œ œ œ œ œ # œ œ œ œ . Œ œj 6 6 # [ 5 5 5 6 # . œ# œ . œ . œ œ # œ # œ . . . ? # # 12 œ œ œ . . . . œ ‰ # œ . 8 œ. œ. œ. œ œ œ œ œ Giga J. S. Bach,œGiga dalla œ œSuiteœ inglese n.œ .2 inœla œminore BWV 807 œ œ ? ‰Jœ œ J . œ œ œ . œj 6 D 7 2 # 7 5 6 7 6 7 6 # Proprietà esclusiva per tutti i Paesi: EDIZIONI CURCI S.r.l. – Galleria del Corso, 4 – 20122 Milano © 2012 by EDIZIONI CURCI S.r.l. – Tutti i diritti sono riservati U ∑ 80 Capitolo 12 Fra la sarabanda e la giga erano spesso interposte altre danze. Molte di queste presentavano strutture complessive tripartite, nel senso che a una danza ne seguiva un’altra della stessa specie e poi si riproponeva la prima, secondo l’alternanza: DANZA 1 – DANZA 2 – DANZA 1. Innumerevoli sono le suites che propongono un’alternanza di minuetti, gavotte, bourrées, passepieds. Minuetto Tempo tempo ternario Andamento moderatamente veloce Inizio Caratteri particolari inizio tetico (in battere) • evidente eleganza • di solito è seguito da un altro Minuetto o più spesso da un Trio J. S. Bach, Minuetto BWV 841 (prima parte) Il minuetto, al contrario della sarabanda, nacque come danza veloce intorno alla metà del XVII secolo (con un solo accordo per ogni battuta); rallentò poi fino ad assumere il tipico tempo dei minuetti di Bach e Händel per accelerare nuovamente verso la fine del XVIII secolo divenendo il modello dello scherzo ai tempi di Beethoven. Il trio era chiamato così Il minuetto è l’unica danza della suite che sopravvisse perché in origine il oltre il barocco e che diventò parte integrante delle secondo minuetto non era suonato da tutto l’insieme, composizioni classiche, costituendo uno dei tempi (di ma solo da tre strumenti. La solito il terzo dei quattro) di quasi tutte le sonate ( 98), parola trio divenne più tardi le sinfonie ( 103) e di molta musica da camera. di uso comune per indicare il Minuetto 1 - Minuetto 2 (o Trio) - Minuetto 1 formano secondo minuetto in qualsiasi una struttura globale ternaria; al loro interno il formazione. minuetto o il trio possono a loro volta essere in forma bipartita (con la prima parte che finisce in dominante ! Proprietà esclusiva per tutti i Paesi: EDIZIONI CURCI S.r.l. – Galleria del Corso, 4 – 20122 Milano © 2012 by EDIZIONI CURCI S.r.l. – Tutti i diritti sono riservati 81 Le forme o al relativo maggiore) o – diversamente dalle altre danze della suite – in forma tripartita (con la prima parte che finisce in tonica e con un’evidente ripresa tematica dopo la parte centrale). Per seguire l’evoluzione del minuetto si potranno ascoltare le seguenti opere: • Lully, Menuet de Monsieur Jourdain da Le bourgeois gentilhomme • J. S. Bach, Minuetto dalla Suite per orchestra n. 2 BWV 1067 • Mozart, Minuetto dalla Sinfonia n. 36 Linz KV 425 • Beethoven, Scherzo dalla Sinfonia n. 3 Eroica op. 55 La gavotta è un’altra danza che esiste in versione italiana e francese (gavotte). La prima gavotta poteva essere seguita da un’altra Bordone: nota o accordo di gavotta o da una musetta, nella quale è presente un accompagnamento mantebordone che vuole imitare la cornamusa francese nuti per tutta la melodia. (musette). La prima gavotta veniva poi ripetuta. Gavotta italiana Tempo Andamento Inizio Linguaggio compositivo Caratteri particolari tempo binario o moderatamente inizio tetico (in scrittura scorre- • carattere compassato ed elequaternario veloce, battere) vole e ritmicagante (come il mente semplice minuetto) ma spesso indicata comunque legcon “allegro” giadro • Gavotta 1 – Gavotta 2 (Musette) – Gavotta 1 Zipoli, Gavotta dalla Suite n. 1 per clavicembalo Proprietà esclusiva per tutti i Paesi: EDIZIONI CURCI S.r.l. – Galleria del Corso, 4 – 20122 Milano © 2012 by EDIZIONI CURCI S.r.l. – Tutti i diritti sono riservati 82 Capitolo 12 Gavotte francese Tempo Andamento Inizio Linguaggio compositivo Caratteri particolari tempo binario o moderatamente parte alla metà scrittura scorre- • carattere compassato ed elevole e ritmicaquaternario veloce, ma meno della battuta gante (come il mente semplice scorrevole di quella minuetto) ma italiana comunque leggiadro • Gavotta 1 – Gavotta 2 (Musette) – Gavotta 1 J. S. Bach, Gavotte dalla Suite per violoncello n. 6 BWV 1012 Gavotte francesi e italiane • J. S. Bach, Gavotte dalla Suite per violoncello n. 6 BWV 1012 • J. S. Bach, Gavotte dalla Suite per orchestra n. 3 BWV 1068 • Zipoli, Gavotta dalla Suite per clavicembalo n. 1 La bourrée e il rigaudon erano danze veloci in tempo binario e con inizio generalmente in levare, mentre hornpipe indica nel periodo barocco una danza in tempo ternario, scritta generalmente in minime e di andamento non troppo veloce. Il passepied è assimilabile per molti aspetti al minuetto, anche se ha un carattere più leggiadro, è leggermente più veloce e inizia in levare. La loure è in tempo composto e di andamento piuttosto lento; deve essere suonata in modo vigoroso con un forte accento sul battere. Il nome deriva dallo strumento (loure) che in origine accompagnava la danza, della famiglia della cornamusa. Proprietà esclusiva per tutti i Paesi: EDIZIONI CURCI S.r.l. – Galleria del Corso, 4 – 20122 Milano © 2012 by EDIZIONI CURCI S.r.l. – Tutti i diritti sono riservati Le forme ? 83 QUESITO N. 14 Ascolta e analizza la partitura della Suite francese n. 5 di J. S. Bach e identifica i tratti caratteristici delle singole danze. ......................................................................................................................................... ......................................................................................................................................... ......................................................................................................................................... ......................................................................................................................................... ......................................................................................................................................... ......................................................................................................................................... ......................................................................................................................................... ......................................................................................................................................... ......................................................................................................................................... ......................................................................................................................................... ......................................................................................................................................... Altre danze: polacca, valzer, mazurka Altre danze, oltre quelle della suite, nacquero per essere ballate ma si trovarono poi protagoniste delle sale da concerto. Tra queste ricordiamo almeno la polacca, il valzer e la mazurka. In tempo ternario abbastanza moderato e di andamento maestoso, la polacca (o polonaise) deriva, ovviamente, dalla Polonia. Nata come danza popolare, entra a far parte della suite strumentale barocca e si ritrova nel XIX secolo con caratteri diversi, essenzialmente per pianoforte. Chopin, Polacche Sulle origini del valzer si sono scritti fiumi d’inchiostro e le derivazioni sono incerte. È un dato di fatto comunque che i valzer invasero le sale da ballo dell’inizio del XIX secolo, scatenando una vera febbre e numerosi divieti: nella coppia chiusa che si guardava negli occhi volteggiando in perfetta sincronia (il verbo “walzen” significa Proprietà esclusiva per tutti i Paesi: EDIZIONI CURCI S.r.l. – Galleria del Corso, 4 – 20122 Milano © 2012 by EDIZIONI CURCI S.r.l. – Tutti i diritti sono riservati Capitolo 14 Quali domande per un ascolto consapevole? Possiamo ascoltare uno stesso brano con varie intenzioni o diversi stati d’animo e probabilmente ogni volta avrà su di noi un effetto diverso. Si può ascoltare musica in modo passivo, lasciando che ci avvolga e ci dia delle emozioni inconsce. Oppure l’ascolto può essere attivo, ed è ciò che abbiamo cercato di perseguire con questo libro. Naturalmente, non si potrà cogliere tutto in una volta sola, ma sarà proprio l’abitudine a riascoltare uno stesso brano che affinerà via via le capacità percettive; l’esercizio svilupperà l’abilità di individuare un numero sempre maggiore di dettagli. Quando ci accostiamo a un nuovo brano, sappiamo anzitutto l’organico per cui è scritto. • Che informazioni ci dà sul periodo e sullo stile della musica? C’è uno strumento solista? Si tratta di una formazione cameristica od orchestrale? Quali strumenti sono presenti? Sono antichi o moderni? • Che tipo di destinazione ci suggerisce (musica da camera, musica da chiesa, musica per esecuzioni all’aperto, musica per danza, musica da salotto, musica da concerto)? Un altro punto di partenza per un ascolto consapevole è cominciare dalla reazione emotiva personale alla musica, per analizzarne i motivi. La prima impressione è sicuramente legata al carattere. Una volta definita l’area espressiva del brano, si dovranno individuare gli elementi musicali più generali che la sostengono. • Che andamento ha la composizione? Ci sono delle variazioni agogiche evidenti? • Come si sviluppa la dinamica al suo interno? Che limiti tocca l’ambito dinamico? Molto estesi e contrastanti o generalmente uniformi? • Che tipo di articolazione viene utilizzato? • Il tempo è facilmente identificabile? Partecipa a definire il carattere della musica? Proprietà esclusiva per tutti i Paesi: EDIZIONI CURCI S.r.l. – Galleria del Corso, 4 – 20122 Milano © 2012 by EDIZIONI CURCI S.r.l. – Tutti i diritti sono riservati Quali domande per un ascolto consapevole? 123 L’analisi della testura ci darà indicazioni sempre più precise sullo stile e sul periodo. • Che tipo di linguaggio viene utilizzato? Monodico, polifonico, omofonico? C’è un solo linguaggio di riferimento o la composizione alterna momenti diversi? • Che tipo di accompagnamento si percepisce? • Qual è l’elemento testurale più fortemente caratterizzato? Il linguaggio compositivo? La melodia? Il ritmo? Il timbro? • Qual è la tessitura entro cui si muove la musica? • La scrittura è densa o rarefatta? • Il linguaggio utilizzato è tonale o no? • L’armonia è semplice o complessa? • A che periodo può appartenere la composizione? Un altro elemento molto importante a cui prestare attenzione è la forma. Non è un elemento facile da cogliere a un primo ascolto perché la musica scorre rapidamente, ma ci si potrà interrogare sui seguenti punti. • Ci sono dei richiami tematici? • Questi richiami diventano ripetizioni di intere sezioni nel corso della composizione? • Le frasi che costituiscono le sezioni più grandi sono facilmente identificabili? • È riconoscibile una forma codificata? L’analisi porterà poi a elementi sempre più specifici. • Come può essere descritta, se è presente, la melodia? • Come si muove la melodia attraverso le varie parti? Resta sempre nello stesso registro o passa dall’uno all’altro? • C’è un ritmo caratteristico? È un ritmo di danza? Cominciando ad attirare l’attenzione dell’orecchio sulle caratteristiche della musica, un po’ alla volta lo si abituerà a cogliere sempre nuovi particolari, come si abitua l’occhio a cogliere i dettagli di un quadro. La musica può essere fruita a vari livelli e molti ascoltatori ne captano il fascino anche solo a livello epidermico. Tuttavia, sapere cosa ascoltare, con spirito analitico, non toglie nulla al fascino avvolgente della musica e anzi la rende ancora più interessante. La magia resta preservata. Proprietà esclusiva per tutti i Paesi: EDIZIONI CURCI S.r.l. – Galleria del Corso, 4 – 20122 Milano © 2012 by EDIZIONI CURCI S.r.l. – Tutti i diritti sono riservati Indice Introduzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3 Capitolo 1 – Tempo e ritmo . . . . . . . . Il tempo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Modi di scrivere l’indicazione di tempo Il ritmo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Sincope e controtempo . . . . . . . . . Ritmi iniziali e finali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Capitolo 2 – Agogica . . . . . . . . Indicazioni agogiche di livello . . . Indicazioni agogiche di passaggio . Le indicazioni agogiche nella storia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 14 14 15 16 Capitolo 3 – Dinamica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Segni dinamici . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . La dinamica nella storia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 18 18 19 Capitolo 4 – Articolazione e segni di fraseggio . . . . . . . . . . . . . . Segni di articolazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . L’articolazione nella storia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 21 21 22 Capitolo 5 – Il carattere . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Individuare il carattere di un brano . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Indicazioni di carattere . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 24 24 25 Capitolo 6 – Il timbro . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Formazioni da camera, orchestre, bande . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Il timbro nella storia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 27 27 30 Capitolo 7 – Intervalli Toni e semitoni . . . . Le scale . . . . . . . . Gli intervalli. . . . . . 32 32 33 36 e . . . scale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Proprietà esclusiva per tutti i Paesi: EDIZIONI CURCI S.r.l. – Galleria del Corso, 4 – 20122 Milano © 2012 by EDIZIONI CURCI S.r.l. – Tutti i diritti sono riservati . . . . . . . . . . . . 5 5 8 9 10 11 142 Indice Capitolo 8 – La melodia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Descrivere una melodia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 38 38 Capitolo 9 – L’armonia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Gli accordi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . L’armonia nella storia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 43 43 46 Capitolo 10 – La testura . . . . . Definizioni . . . . . . . . . . . . . Monodia . . . . . . . . . . . . . . Polifonia e contrappunto. . . . . . Omofonia . . . . . . . . . . . . . Il basso continuo . . . . . . . . Accompagnamento accordale . Controcanto . . . . . . . . . . Linguaggio accordale . . . . . . . Accordi sciolti . . . . . . . . . Accordi interi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 47 47 48 49 53 54 55 56 57 57 58 Capitolo 11 – La forma . . . . . . . . . . . . . . . . Incisi, frasi, periodi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Le cadenze . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Lunghezza delle frasi – Frasi regolari e frasi irregolari. Giustapposizione di periodi e di sezioni più grandi . . Forma a periodo unico: A o A-A1 . . . . . . . . Forma bipartita (o binaria): A-B . . . . . . . . . . Forma tripartita (o ternaria): A-B-A . . . . . . . . Forma-rondò: A-B-A-C-A . . . . . . . . . . . . . Forma a parti libere: A-B-C... . . . . . . . . . . . Forma a variazione. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 60 60 62 65 68 69 69 70 72 72 72 Capitolo 12 – Le forme . . . . . . . La suite . . . . . . . . . . . . . . . . Le danze della suite barocca . . Altre danze: polacca, valzer, mazurka Preludio, fantasia, toccata . . . . . . Corale . . . . . . . . . . . . . . . . Fuga . . . . . . . . . . . . . . . . . Ricercare . . . . . . . . . . . . . . . Basso ostinato, ciaccona, passacaglia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 74 74 76 83 84 87 87 91 91 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Proprietà esclusiva per tutti i Paesi: EDIZIONI CURCI S.r.l. – Galleria del Corso, 4 – 20122 Milano © 2012 by EDIZIONI CURCI S.r.l. – Tutti i diritti sono riservati 143 Indice Le variazioni (aria e variazioni – tema e variazioni) . . . . . . . . . . La sonata – Sonata barocca e sonata classica . . . . . . . . . . . . . Sonata da chiesa e sonata da camera . . . . . . . . . . . . . . La sonata per clavicembalo solo . . . . . . . . . . . . . . . . . La sonata classica e la forma-sonata . . . . . . . . . . . . . . . Gli altri tempi della sonata . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Il concerto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Il concerto barocco: concerto grosso, concerto a più strumenti, concerto solistico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Il concerto classico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Sinfonia e poema sinfonico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Forme brevi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Capitolo 13 – Stili e periodi . . . . . . . . . . . . . . . Sviluppo dei linguaggi compositivi . . . . . . . . . . . . . Il barocco . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Generi e compositori di riferimento . . . . . . . . . Riconoscere lo stile barocco all’ascolto. . . . . . . . Il rococò . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Il classicismo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Generi e compositori di riferimento . . . . . . . . . Riconoscere lo stile classico all’ascolto . . . . . . . . Lo stile romantico e ottocentesco . . . . . . . . . . . . . Generi e compositori di riferimento . . . . . . . . . Riconoscere lo stile ottocentesco all’ascolto . . . . . Il Novecento . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Compositori di riferimento . . . . . . . . . . . . . . Riconoscere il linguaggio del Novecento all’ascolto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 92 . 95 . 95 . 97 . 98 . 100 . 100 . . . . . . . . . . . . . . . . 101 102 103 106 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 108 108 110 111 111 112 112 113 113 114 115 117 117 120 120 Capitolo 14 – Quali domande per un ascolto consapevole? . . . . . . 122 Appendice – Risposte ai quesiti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 124 Glossario . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 131 Riferimenti bibliografici . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 136 Indice dei nomi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 138 Proprietà esclusiva per tutti i Paesi: EDIZIONI CURCI S.r.l. – Galleria del Corso, 4 – 20122 Milano © 2012 by EDIZIONI CURCI S.r.l. – Tutti i diritti sono riservati