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Roberto Guerra
FUTURISMO PER
LA NUOVA UMANITÀ
Dopo Marinetti: arte, società, tecnologia
ARMANDO
EDITORE
Sommario
Note sul Futurismo contemporaneo
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Premessa: Dopo Marinetti – cronaca del Futurismo post 1944
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Enzo Benedetto – Futurismo Oggi
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Futurismo Renaissance
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Futurismo Rosso Trevi
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Tempi postumani
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Neofuturisti transumanisti
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Net.futuristi del web
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La fantascienza connettivista
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Futurismo postcontemporaneo
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Futurismo Robot
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Neopostavanguardia
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Poesia logica
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Urfuturisti
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L’avanguardia senza “ismi”
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Cibernetica virtuosa
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Salemi villaggio elettronico
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Il Nuovo Futurismo postpop
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Manifesti futuristi della nuova umanità
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Galileo e la Vergine
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Per una futuristica umana e scientifica
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Appendice: Verso l’Uomo 2.0
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(interviste dell’autore a: Antonio Fiore, Alessandro Amaducci,
Sandro Battisti, Riccardo Campa, Graziano Cecchini, DJ Afghan, Sandro Giovannini, Filippo Landini, Emmanuele Pilia,
Riccardo Roversi, Antonio Saccoccio, Ugo Spezza, Rémi Sussan, Vitaliano Teti, Stefano Vaj)
Bibliografia
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Note sul Futurismo contemporaneo
Ugo Spezza (in Roberto Guerra, L’Immaginario futurista, «Futurology on line», 2010):
“… Alcuni, alla morte del Marinetti nel 1944, avevano diagnosticato
anche la morte del movimento futurista. Al contrario autori neofuturisti
contemporanei come Roberto Guerra, Antonio Saccoccio e altri portano
avanti una revisione di quegli ideali e un adattamento alla società contemporanea della filosofia futurista…”.
Riccardo Campa (in AA.VV., «Divenire 3 – Futurismo», 2009; Riccardo Campa, Mutare o Perire. La sfida del transumanesimo, 2010, entrambi editi da Sestante Edizioni, Bergamo):
“…Esiste tuttora un movimento nominalmente futurista: uno degli
esponenti più attivi di questo movimento è senza dubbio il poeta Roberto Guerra… Sui legami tra Futurismo e postumano, risultano istruttivi
anche due brevi saggi di Roberto Guerra, Marinetti e il Duemila e L’Immaginario Futurista)”.
Exibart on line (ottobre 2010)
Graziano Cecchini e i futuristi a “TransVision 2010” a Milano, convegno internazionale transumanista tra scienza e arte:
“A Milano, dal 22 al 24 ottobre, presso la sala conferenze dell’Hotel
Cavalieri, pieno centro, è in programma ‘TransVision 2010’, il periodico
convegno internazionale del Movimento culturale-scientifico Transumanista, tra Futurismo scientifico e artistico. A cura del gruppo italiano AIT,
interverranno oltre 50 relatori, tra celebri informatici, filosofi di scienza,
artisti d’avanguardia e net-art. Tra i nomi Aubrey de Gray, David Orban, Max More, Martine Rothblatt, gli italiani Giulio Prisco, Riccardo
Campa, Stefano Vaj e gli artisti elettronici Natasha Vita More, Khannea
Suntzu e Simon Deering, Francesco Verso, Vitaliano Teti. Da segnalare
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tra gli artisti un nutrito gruppo di futuristi contemporanei, pilotati dal
celebre Graziano Cecchini Rosso Trevi, accreditato oggi dal Movimento
transumanista che rilegge il Futurismo come letteratura e arte d’anticipazione. Già lo scorso anno Riccardo Campa mandò alle stampe il volume
collettivo programmatico «Divenire 3 – Futurismo» in tal senso. Tra i
gli autori lo stesso Graziano Cecchini e il futurista ferrarese Roberto
Guerra. Anche quest’ultimo a ‘TransVision’, oltre al terzo neofuturista
oggi più noto, ovvero Antonio Saccoccio del gruppo ‘Net.Futurismo’.
Riassumendo va memorizzato questo significativo effetto del centenario
futurista. A quanto pare non solo celebrativo, ma rilancio anche della
più importante e rivoluzionaria avanguardia italiana, oggi accreditata –
come dimostra il presente convegno, a livello culturale scientifico”.
Giulio Prisco (blog di Raymond Kurzweil Accelerating Intelligence,
10-2010): Transhumanist Science, Futurist Art, Telepresence and Cosmic Visions of the Future at “TransVision 2010”.
Italian futurist and transhumanist movements
“The sociologist Riccardo Campa, founder and President of the Italian Transhumanist Association, offered a sensible analysis of today’s
transhumanist community in a wider cultural, societal and political context. In another talk, Campa traced the origins of modern transhumanism
to the Italian Futurist movement of the early 20th century. The second
half of the first day was dedicated to the current Italian ‘neo-Futurist’
literary and artistic movement (but we should actually not call it ‘neo’
because Futurism is always Neo, by definition). The Italian Futurist artists who made waves last year with celebrations of the first centenary
of the publication of Filippo Tommaso Marinetti’s Futurist Manifesto
– Graziano Cecchini, Roberto Guerra, Antonio Saccoccio – showed
samples of their work after Campa’s introduction to Futurism. Cecchini
summarizes Futurism as ‘Action, speed, technology, creativity, communication. Futurist Action is the only antidote to mental sleepwalking for
our society. Thanks to today’s technology, Action can be shared with
and communicated to the whole world, at gigabyte speed’. Campa made
it clear that Italian Futurism should be considered as a precursor of Transhumanism…”.
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Premessa
Dopo Marinetti – cronaca del Futurismo post 1944
“Parigi, la plastica città con il suo dinamismo fuso in un
blocco d’acciaio vedrà l’espressione dinamica, la plasticità pittorica, la lirica della dinamica del movimento. Noi futuristi del
3° millennio realizzeremo questa fusione, noi costruiremo l’universo rallegrandolo di una forza onnicomprensiva, doneremo
anima scheletro e carne per dare corpo all’incorporeo, forma
all’infinitesimale”.
Graziano Cecchini (Manifesto del Futurismo, 2009)
La cosiddetta storia del Neofuturismo (cosiddetto anch’esso, come
vedremo) in realtà, alla luce sia delle conoscenze storiche sia del centenario del 2009, dopo decenni di oblio spesso in malafede degli storici
dell’arte oppure per disinformazione e assenza di download e aggiornamenti, altro non può essere che la storia della continuità futurista, dopo
Marinetti, dopo la scomparsa di Marinetti e la fine cosiddetta del Movimento “storico” nel 1944 del secolo scorso. Neo, post, trans o altri
“neologismi” associati alla parola Futurismo hanno un mero valore relativo, per evidenziare, nell’arco dell’unica avanguardia capace – piaccia
o meno – di riprodursi e quasi (con una metafora) clonarsi per un secolo
intero, semplicemente un divenire storico, necessariamente in progress
e con variabili autonome ed originali, ma sempre innestate nella matrice del Futurismo storico di Marinetti e dei Manifesti fondatori. Basti
pensare che persino “accademicamente” si è spesso parlato di secondo
o anche terzo Futurismo, persino di Neofuturismo, anche per quel che riguarda il Futurismo degli anni ’20, ’30, ’40 del Novecento. Grazie a dati
storici verificabili e documentabili, non soltanto in documenti on line,
ma nell’editoria italiana e negli archivi di quotidiani e riviste, possiamo
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distinguere, ferma restando la premessa succitata, i seguenti neofuturismi. FTM Azione Futurista, lanciato dal futurista oggi più noto, Graziano
Cecchini, dal celebre blitz della Fontana Rossa di Trevi (2007) in sinergia dal centenario del 2009 con i neofuturisti di Ferrara, pilotati fin dagli
anni ’80 da chi scrive e altri: il centenario di Ferrara, rilanciato dai media
televisivi nazionali (Rai Due, Il Futuro del Futurismo), è tra gli eventi
ufficiali e significativi del Futurismo del Duemila. Ricordiamo anche i
nativi digitali del compositore e scrittore Antonio Saccoccio di Latina,
Net.Futurismo. I neofuturisti transumanisti di Riccardo Campa, Stefano
Vaj (e altri). Gli ultimi futuristi del secondo Novecento, post «Futurismo
Oggi» (Roma), i vari Enzo Benedetto, Antonio Fiore, Baldo Savonari
(anche Guerra e lo stesso Riccardo Roversi, tra i giovani – all’epoca
– anni ’80-’90 circa), Franceco Grisi, il critico d’arte d’area Luigi Tallarico. Infine gli stessi scrittori di fantascienza, cosiddetti connettivisti,
Francesco Verso, Sandro Battisti, Marco Milani (e altri).
Nel 2010, infine, non a caso, a Milano, proprio i futurologi transumanisti, nel convegno internazionale periodico del movimento, “TransVision 2010” (a cura di Giulio Prisco) hanno codificato ufficialmente
il Nuovo Futurismo italiano (Guerra, Saccoccio e lo stesso Cecchini,
tra i relatori). E nei dintorni dell’odierno Futurismus renaissance (per
dirla con Luciano De Maria), sia nel secondo Novecento, sia esponenzialmente a partire dal Duemila e dal centenario, diverse altre variabili
neofuturiste o anche oltre il Futurismo. Nonostante i fatti, tuttavia, persiste certo revisionismo alla rovescia, a livello mediatico e accademico
storico-artistico: la continuità del Futurismo è tutt’oggi edulcorata, rimossa, al massimo con riscontri soggettivi per i promotori più noti, ma
il movimento resta di nicchia, underground puro, dopo 100 anni!
Che cosa dimostra l’attuale esplosione futurista, infinite celebrazioni, curate da ottimi e anche geniali critici, ma appunto creativi museificatori, dal Mart alle Scuderie del Quirinale di Roma eccetera? Da un
bordo l’unicità della rivoluzione futurista, dopo 100 anni attuale e incompiuta, non per chissà quale nostalgia culturale, ma riflessa dai fatti,
dall’avvento dell’era futuristica informatica e scientifica: oggi scienza e
tecnologia, piaccia o meno agli eterni struzzi e gamberi, sono lo stomaco
dell’Homo Technologicus, da New York al villaggio dell’Antartide dove
sparuti scienziati studiano l’evoluzione climatica.
Dall’altro, la prova quasi popperiana, esemplare “falsificazione” di
certo revisionismo pseudoprogressista e ideologico che ha sterilizzato la
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dis-continuità del Futurismo post 1944, negando i fatti, fatte le proporzioni d’obbligo quasi un negazionismo. Perché anche i più geniali critici
non sono figli della scienza o del web: spesso, per dirla con Enzensberger, hanno software mentali ancora troppo umanistici, semi-analfabeti
scientifici! Anche perché come dimostriamo con il Nuovo Futurismo
on line, siti, blog e webzines (oltre, off line, libri e cataloghi editoriali,
performance, anticonferenze, nuove azioni futuriste), i futuristi futuribili viventi hanno celebrato il primo centenario, rilanciando il Futurismo,
fatti d’arte non più rimovibili (proprio in senso freudiano) dalla storia
dell’arte contemporanea.
Antonio Fiore Ufagrà a Roma, neofuturisti, transumanisti, connettivisti, tecnoanarchici, sono oggi al “fronte”, combattono l’Arte della
Guerra culturale e futuribile (per dirla con Baldo Savonari) con le armi
della scrittura, dell’arte elettronica, della musica electro minimale o dub,
dei Numeri Innamorati di Balla e compagni diventati, oggi algebra digitale o pensante, con il Rosso Trevi che ha persino rinnovato la Teoria
dei Colori dell’immenso Goethe!
Post 1944 è il potentissimo link codice di Giorgio Di Genova, il critico d’arte e curatore di Ufagrà/Fiore. È un numero fatale ma aperto, che
già ha preso vita propria e suggerisce quel che Di Genova (ma anche a
suo tempo Francesco Grisi e certi rari critici non ideologici che hanno
quasi “computerizzato” nei decenni scorsi il Futurismo salvandolo dai
critici conformisti e negazionisti) con esemplare witz lacaniano ha “postato” nel 2009. Il Futurismo sarebbe morto nel 1944 (con la scomparsa
di Marinetti), paradossalmente subito autoclonato da Enzo Benedetto e
compagni: come il celebre gatto di Schrödinger. Più semplicemente certa dis-continuità è Simultaneità concreta e applicata. Dall’ismo… il Futur-ismo alle parole griffe in libertà dei futurismi post 1944, della terza
quarta quinta generazione: nessun schema lineare, per (metafora?) salti
quantici, transtemporali: “futuristi futurismi connettivisti transumanisti
neofuturisti”… Come un computer: il Futurismo è il sistema operativo
tra altri dell’arte contemporanea per captarla senza il virus degli storici
revisionisti, senza gli spyware e i malware di certo postmoderno (ma
all’italiana soprattutto) contaminato dalla casta dell’arte contemporanea
(artisti spesso complici deboli dal pensiero appunto anoressico…). Poi i
software variano: neofuturisti, transumanisti, connettivisti, e certamente
nella stessa pluralità democratica di altri sistemi operativi possibili e con
piena legittimità.
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Nella fondamentale affinità della RAM come una trasparente affinità elettronica, la stringa reale-virtuale dell’interfaccia Uomo-Macchina,
Uomo-Scienza, reinventa la peculiare “Estetica della Macchina” marinettiana e di Majakovskij, nel dinamismo verso il futuro dal presente
goduto e vissuto oggi (felice l’avanguardia autentica, mai elogio della
depressione esistenziale!), oggi estetica del computer e della scienza, di
Internet, mai decorazione, sempre creazione o trasformazione, persino
metafisica e neotrascendente (una Celeste Meccanica…).
E il Futurismo come sistema operativo, rispetto ad altri codici possibili, forse è tutt’oggi la Microsoft di Bill Gates, più che Linux o McIntosh o Apple. Anche contro certo tardo alternativismo paleoborghese,
spesso scorie del post 1968, con la Forza dell’Immaginazione (neofuturisti, connettivisti) e la Grazia della Ragione (transumanisti e postavanguardisti). I futurismi del 2009! E nell’arte come scienza, nessun genio
– forse – nella quinta generazione: ma, progetto non più alchemico e
finalmente biochimico e bioelettronico, abbiamo una rotta da illuminare
(con elettricità e/o raggi laser, non parolami pseudonirvanici): dal web
nascente la Scienza come Arte e i futuri artisti geniali. Quando la Poesia
sarà Scienza in-esatta!
E complice della rivoluzione scientifica: verso le stelle, ma anche
sulla Terra. E contro le scimmie balbuzienti che inquinano… il Sistema
Solare! Passatisti sopravvissuti destinati finalmente al naturale destino darwiniano. Oggi, Net.Futurismo docet (i futuristi nativi digitali di
Saccoccio), per la nostra rivoluzione Lenin o Mussolini sono superflui,
abbiamo la bomba atomica di Internet, sublime macchina, democratica
ghigliottina… futurista!
Sitografia minima
http://it.wikipedia.org/wiki/Futurismo#Futuristi_italiani
http://www.arte-argomenti.org/manifesti/oggi.htm (dichiarazione di «Futurismo Oggi», 1967)
http://transvision2010.wordpress.com
http://www.teatro.org/rubriche/news/dettaglio.asp?id_news=16733 (Futurismo 100 Live, Ferrara)
http://www.youtube.com/watch?v=d91UHAMzFeY&list=PL196E69CEB
0BA8056&index=8 (Il Futuro del Futurismo, Rai Due, estratto, YouTube)
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Enzo Benedetto – Futurismo Oggi
A partire dagli anni ’50 del Novecento, dopo alcuni tentativi di rilanciare il movimento, subito dopo la seconda guerra mondiale, l’esperienza neofuturista più significativa, concreta e organizzata, va individuata
soprattutto nel gruppo di Enzo Benedetto (detto “Record” da Marinetti),
già giovane futurista anteguerra, autore tra l’altro del fondamentale volume autobiografico Futurismo Cento X 100 (1975), incredibilmente mai
ristampato dalla grande editoria nazionale. Prova persino “popperiana”
della continuità futurista del secondo Novecento: mostre, iniziative culturali ed editoriali e riviste testimoniano l’attività dei futuristi cosiddetti
“sopravvissuti” alla presunta fine dell’avanguardia storica futurista (tra i
quali, in generale, Tullio Crali, Alberto Sartoris, Mino Delle Site, Sante
Monachesi, Osvaldo Peruzzi e molti altri).
Benedetto, infatti, rilanciò (con il coinvolgimento e l’adesione di
molti futuristi dell’ultima generazione dell’era “fascista”) il Futurismo, coagulandolo prima attorno alla rivista «Arte Viva», soprattutto
dal 1967 al 1993 con «Futurismo Oggi», periodico dei giovani futuristi
italiani, con tanto di Manifesto Dichiarazione (1967). Periodico, per la
cronaca, avallato, tra i suoi aderenti, persino dal Moma di New York, dal
Centre Pompidou di Parigi, dall’Electro Institute – Grenoble – del musicista bruitista J.M. Vivenza, oltre che da figure autorevoli della cultura
italiana del secondo Novecento, quali Luigi Tallarico, Francesco Grisi,
Marzio Pinottini, Gino Agnese, oppure lo stesso Giovanni Lista (Francia) e altri collaboratori noti.
Oltre a nuovi giovani o giovanissimi futuristi, tra cui Antonio Fiore,
Baldo Savonari, Roberto Guerra (chi scrive), Riccardo Roversi e Luigi
Picchi (poi collaboratore della storica rivista science fiction italiana «Future Shock» a cura di Antonio Scacco), Marco Rossi (ricercatore e gallerista), il celebre poeta visivo Michele Perfetti (e altri), tutt’oggi attivissimi,
alcuni, ora, tra i principali promotori del cosiddetto Neofuturismo contemporaneo. Nell’anno del centenario, da segnalare, per quel che riguarda
Benedetto, due significative mostre retrospettive a Reggio Calabria e a
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Roma (“Galleria Marzocco”). Antonio Fiore, detto Ufagrà, parallelamente in quegli anni eroici (per le censure di certa casta culturale, ma non
di certa stampa nazionale, né dei critici di cui sopra e altri – tra cui Giorgio
Di Genova) promosse con Sante Monachesi (altro futurista storico), il cosiddetto Movimento Agrà (Arte Gravitazionale). Per il centenario Ufagrà
è stato quasi in tour: a febbraio una personale straordinaria a Roma, poi a
Lecce con Tallarico, infine presso Macerata. Baldo Savonari, inoltre, a suo
tempo lanciò il cosiddetto Terzo Futurismo (manifesti compresi), coinvolgendo altri neofuturisti, diverse mostre come esperienze concrete di tale
continuità (aggiornata). «Futurismo Oggi» si chiuse appunto con la scomparsa di Benedetto. Per qualche tempo, Sergio Lotti, uno dei collaboratori,
promosse la rivista «Simultaneità», esperienza poi trasformata in ambito
multimediale. A fine anni ’90, intanto, Riccardo Campa lanciò a Mantova
un altro percorso neofuturista, prima dell’evoluzione transumanista.
Al di là di «Futurismo Oggi», sempre nel secondo Novecento, da segnalare, qua e là esperienze neofuturiste, per iniziative alcune anche molto
autorevoli, ma di carattere soprattutto individuale o etichettate con neogriffe anche tattiche… Su tutti, l’italo-francese Daniel Schinasi (Manifesto
del 1966-1970), pittore. Lo stesso notissimo Enrico Baj lanciò a cavallo
del Duemila un nuovo manifesto, d’ispirazione persino ecologica. Testimonianza in controluce anche di parecchia cosiddetta avanguardia (o anche transavanguardia o pop art italiana) visiva spesso etichettata con altro
nome, soprattutto certi cosiddetti spazio-nucleari, debitrice proprio del Futurismo (anche riconosciuto spesso dai protagonisti artisti, Munari, Schifano, o Crippa). Da segnalare, recentemente, anche Guido Andrea Pautasso
con un superbo Epopea della cucina futurista. Tutt’oggi attivi sono anche
Marco Lodola e il cosiddetto Nuovo Futurismo neopop, promosso da Renato Barilli e altri. Parecchi anche gli input futuristici, almeno nella video
art o musica techno-pop, da Nam June Paik ai Kraftwerk, gli stessi David
Bowie, Devo, Gary Numan, John Foxx, Depeche Mode, Laurie Anderson
e Brian Eno (poi a Roma, quest’ultimo, nel centenario del 2009).
Sitografia minima
http://www.simultaneità.net
http://www.antoniofiore.it
http://www.rockol.it/news-99362/Brian-Eno-a-Roma-per-celebrare-il-futurismo
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Futurismo Renaissance
Roberto Guerra, scrittore e videopoeta, attraversa con sinergie nazionali il Futurismo dal secondo Novecento a oggi, testimonianza principale del Neofuturismo a Ferrara, città già cronaca per il cosiddetto ritorno
dei futuristi. Guerra ha prodotto diversi lavori e iniziative, coinvolgendo
gran parte dell’avanguardia contemporanea ferrarese (e non solo).
Per la poesia da segnalare: L’Ariosto sulla Luna (1988, Liberty House); per la saggistica, Il Futuro del Villaggio (1990, Ferrara), Marinetti
e il Duemila (2000, Ferrara) e – 2009 – ristampato dai transumanisti di
Riccardo Campa; per la narrativa (fantascienza), Moana Lisa Cyberpunk (2010, EDS). Per l’arte elettronica: i video Fiori della Scienza (con
Franco Ferioli), Bunker e New Dance Pop (con Andrea Forlani e Filippo Landini), Moana Lisa Cyberpunk (con Giacomo Verdoia e Poesia
Sonora), Balla Marinetti (con Giorgio Felloni) da cui lo spettacolo di
tecnodanza Punkedelic Cybernova (con Alessandra Fabbri e Riccardo
Roversi), l’eBook (Manifesti e poesie) Nuovi futuristi Nuovi Umanisti
(Este Edition, 2011).
Ha partecipato a Ferrara ai videofestival “U-Tape”, “The Scientist” e
“High Foundation”. Negli anni ’80 e ’90, ha promosso la rivista letteraria «Poeticamente» a cura di Lamberto Donegà (poeta e critico) e segnalata da Alberto Bertoni; ha collaborato con «Futurismo Oggi» (Roma),
«La Révoltes des Chutes» (Parigi). Dal 2000, on line ha pubblicato alcuni testi sulla rivista letteraria «Argo», collabora con «Spigoli&Culture»
magazine (Ferrara), cura il giornale on line futurista «Asino Rosso», la
webzine «Futurismo 2009 Space», l’editing on line Futurist Editions, in
collaborazione con Graziano Cecchini. Con lo stesso Cecchini ha curato
nel 2009 il centenario futurista di Ferrara, rilanciato anche da Rai Due;
dopo il preludio anteprima di Futurismo Renaissance del 2007 (titolo tributo a Luciano De Maria), sorta di manifesto “naturale”, del Futurismo
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e futuribile ferrarese, simbiosi creativa arte/scienza: 30 artisti ferraresi, coinvolti (tra essi Andrea Amaducci, Andrea Forlani, Silvia Donini,
Nedda Bonini, Emidio De Stefano, Dino Marsan, Adriana Mastellari,
Romulina Trentini, Daniela Favretti, Jessica Steri, e anche in video, a
cura di Guerra e Eugenio Squarcia, con lo stesso Renzo Orsini, “special
guest” critico nel clip, poi presentato anche a Roma). Guerra è inoltre
ricercatore culturale per gli stessi transumanisti di Riccardo Campa (Milano), con cui ha partecipato a “TransVision 2010” e per i net.futuristi.
Infine: per certa critica sul Futurismo da segnalare l’azione notevole
dei vari Lamberto Donegà, Lucio Scardino, Antonio Caggiano, Laura
Rossi, Raffaella Picello, mentre, prossimi al Futurismo ferrarese da evidenziare: il minimalista Riccardo Roversi (già collaboratore di «Futurismo Oggi»), lo scrittore sperimentale Giovanni Tuzet, Maurizio Ganzaroli, scrittore e artista dark futurista e transumanista (anche a Milano,
2009, per la mostra “De Broglie”, con il progetto elettronico Electric
Girls, collaboratore anche di «Italia Avanguardista» di Dario Lapenta e
altri, Roma), il video maker e scrittore tecnoanarchico Filippo Landini,
la poetessa “spaziale” Sylvia Forty (autrice della silloge Biancaneve a
New York, 2002, Este Edition), lo stesso Zairo Ferrante, promotore postromantico del cosiddetto Dinanimismo (del giro di Giovanna Mulas,
la rivista «Isola Nera»). Tutti anche collaboratori in diverse iniziative di
Guerra, già dichiaratamente futurista fin dal programmatico manifesto
Microchip del 1983:
L’era cibernetica suggerisce una co-scienza cibernetica: la tecnofantasia futurista suggerisce un rapporto vivente con l’estetica della realtà.
L’era della scienza suggerisce la dissoluzione organica di religione e
mito, nonché la valorizzazione delle intuizioni presenti in tali sistemi
di comprensione umana storicamente superati. Politicamente, il capitalismo industriale (pre-cibernetico) e il comunismo sono incompatibili
con la natura scientifica dell’uomo: perché entrambi sono l’esatta negazione della libertà umana. Il problema, a rigor di logica, non è quale
chiesa scegliere, ma come vivere nel rispetto del principio di realtà, deducibile dall’etica della conoscenza scientifica (Jacques Monod), dalla psicoanalisi di Freud, dall’umanesimo marxista, dalle avanguardie
artistiche, dall’Illuminismo… dei nostri antenati di Parigi e… Atene,
dalla semiotica dei massmediologi critici. Al di là del bene e del male,
c’è l’aurora del nuovo mondo, ma anche le tenebre del vecchio: da cui
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il cinismo dell’impotenza… La paura irrazionale contemporanea delle
macchine è l’ultima fuga dalla libertà della nostra società industriale,
ancora inquinata di religione. Noi trasformiamo il ’68 perdente in un
computer vincente!
Sitografia minima
http://transvision2010.wordpress.com/2010/07/28/transvision-2010-toward-scientific-futurism
http://thefuturist.splinder.com
http://www.teatro.org/rubriche/news/futurismo_renaissance_a_ferrara_10_agosto_10_settembre_9895
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Futurismo Rosso Trevi
19-10-2007: 1, 10, 100000 Fontane Rosse futuriste. A partire dalla
sola Azione Futurista della Fontana di Trevi a Roma, alla velocità del
gigabyte – apparso quasi dal 1909 con la macchina del tempo – Graziano Cecchini detto poi Rosso Trevi – genialoide mediatico – ha riportato
il Futurismo in prima pagina su tutti i media, cartacei e dell’etere: “un
vandalo” fu definito all’indomani della celebre, bella e persino ecologica (nessun prodotto nocivo!) performance della Fontana Rossa di Trevi,
con i turisti finalmente sorpresi (taluni, bontà loro, pensavano a una originale creativa trovata di Veltroni), stupiti, che ammiravano l’immortale
Fontana finalmente colorata, rivivificata, sottratta con il blitz futurista,
per sempre, alla retorica della Dolce Vita e di Anita Ekberg.
E splendido, rivoluzionario, rivelatore uno dei clip di Cecchini su
YouTube: Bambini giocano, pochi secondi, giocano con la rossa fontana, videati in diretta, un virus fatale per tutti i media analfabeti! Poi…
benpensanti e pennivendoli, politici in testa, ignari persino della differenza tra… coloranti innocui e vernice, si sono rimangiati tutto, anche
l’ennesimo passatismo antifuturista. Cecchini (o “futurzig” o “futurpalla”, inizialmente, poi soltanto Rosso Trevi) futurista ha poi replicato con
altre corrosive e giocose performance spettacolari; “le palline di Piazza
di Spagna”, le “modelle nude” a Firenze, nel caffè storico dei futuristi
“Giubbe Rosse” – tutt’oggi attivo, acclamato e difeso finalmente da due
delle menti più futuristiche d’Italia – Vittorio Sgarbi e quell’altro genio
mediatico di Toscani, che l’hanno poi voluto a Salemi per il “Progetto
terremoto” e l’esperimento dell’incredibile città siciliana, tutt’oggi in
progress.
Poi, gli assi di cuori, che hanno spiazzato definitivamente i borghesi
o comunisti nei fatti reazionari e conservatori che lo tacciavano di futurfascismo nostalgico. Blitz con coriandoli dedicati alla Stella di David
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e alla Bandiera in difesa di Israele, nel salotto centrale molto bugiardo
e ipocrita alla Fiera del Libro di Torino, contro il boicottaggio appunto
di Israele, preteso da certo fanatismo islamico (purtroppo anche scrittori
noti arabi…), con il collaborazionismo di molti cosiddetti democratici
italiani, media e intellettuali silenti; Cecchini ha protestato con eleganza
e bella provocazione, non una parola ad esempio da Umberto Eco o Dario Fo. Questo è il Futurismo!
E altro blitz analogo in difesa dei monaci tibetani, certi storici – ideologici – sono ora in crisi depressiva. Cecchini, criticamente parlando,
è il miglior interprete contemporaneo delle famose serate futuriste di
Marinetti ed équipe: tra Futurismo, dadaismo e situazionismo, una sorta
di Cattelan del Nuovo Futurismo, molto più perturbante dell’artista oggi
italiano più quotato nel mondo. Cattelan, bravissimo, ma chiaramente meno autentico, più innocuo, troppo vicino al gusto reificato tipico
dell’odierna paleoborghesia analfabeta, dominante tra molti critici e
mercanti d’arte e il pubblico.
Il resto è cronaca live: nuovamente il cosiddetto Futurismo dei diritti
umani, con Free Tibet (le mongolfiere per il Tibet e il popolo autoctono
birmano oppresso dei Karen), il reportage live trasmesso in diretta anche
da RadioRadicale, da cui la personale fotografica La vita non ha colori,
presentata da Sgarbi; il video clip a “The Scientist International Video
Art” (a Ferrara, a cura di Vitaliano Teti), la sinergia con Azione Futurista
Ferrara, il centenario di Ferrara, rilanciato da Rai Due (e il Futurismo
on line), i nuovi blitz futuristi, dal misterioso “Ara Pacis” a Roma, al
Futurismo graffito del 1 Maggio 2010 a Roma (durante il “concertone”);
il “Festival della Creatività” a Firenze, al blitz parziale ma significativo
del “GF11”, alle future mostre, frutto di un ritorno recente all’arte contemporanea pura, tra Futurismo e street art.
Non ultimo: i manifesti del Nuovo Futurismo 2008 e 2009 in «Divenire 3» (AA.VV.) a cura di Riccardo Campa e i neofuturisti/transumanisti (Rosso Trevi è anche ricercatore per l’AIT) e unico artista contemporaneo italiano inserito nel prestigioso Catalogo Trespass Taschen
Usa 2010; numerose – a partire proprio dal «New York Times» per la
Fontana Rossa – interviste e rilanci della stampa straniera su Graziano
Cecchini.
Il Futurismo di Cecchini? Uno schiaffo elegante all’infame buonsenso (per dirla con il futurista Vladimir Majakovskij): “Marciare per non
morire, lottare per non marcire”.
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20-2-2009: Futurismo 100 a Ferrara con Graziano Cecchini. Il Futurismo del Duemila è stato rilanciato a Ferrara, proprio il fatidico 20
febbraio 2009. Un centenario unico, non a caso griffato “Futurismo 100
Live!”, a cura di chi scrive, Graziano Cecchini e FTM Azione Futurista,
“Ferrara Video&Arte” (art director Vitaliano Teti) e altri, non celebrativo come quasi tutti gli altri centenari, ma con la presenza di tutti i
neofuturismi contemporanei attivi, live o via video.
Ricordiamo, dal gruppo storico del secondo Novecento, «Futurismo
Oggi» (Antonio Fiore Ufagrà via clip, Baldo Savonari dal vivo, oltre
allo stesso Guerra e Riccardo Roversi via video); i transumanisti con sia
Riccardo Campa che Stefano Vaj in conferenza, lo stesso neofuturista
Alessio Brugnoli che ha presentato anche i connettivisti fantascientifici
con in platea Marco Milani (anche via clip i connettivisti); performance
di Valerio Zekkini, intervento video del celebre scrittore Paolo Ruffilli,
interventi live o video dell’avanguardia ferrarese futuristica (Lamberto
Donegà, Filppo Landini, Andrea Forlani, lo stesso Teti, Maurizio Ganzaroli, Giovanni Tuzet, Sylvia Forty, Alessandra Fabbri), via video anche i net.futuristi di Saccoccio (il clip Ninna Nanna di Marinetti a cura
di Guerra e Croce), la band electro dub leccese In Sintesi.
Non ultimo, un remix video della fortunata anteprima ferrarese del
2007, Futurismo Renaissance. Tutti interventi squisitamente antiaccademici, verifica scientifica ad hoc della dis-continuità del Futurismo dell’era di Internet, preceduto alla vigilia dall’incredibile rilancio mediatico
su Rai Due nello speciale più importante dedicato a Marinetti e al centenario del Futurismo (Il Futuro del Futurismo, “Palco&Retropalco”),
con Ferrara futurista evidenziata (anche flashes clip di Rosso Trevi, Vitaliano Teti, In Sintesi) tra i 6-7 centenari più rilevanti (Roma-MilanoBologna-Trento…).
Un grande evento a costo zero per la città, compresi tutti i relatori
e gli artisti elettronici, anche la star Graziano Cecchini, già particolare
significativo. Rosso Trevi in carne ed ossa ha naturalmente suggellato
la rinascita dell’avanguardia di Marinetti con l’ouverture. Esplosiva e
sorprendente: non soltanto Cecchini, il miglior erede delle leggendarie
serate futuriste, con i suoi noti blitz neosituazionisti e contemporanei
quasi alla Christo, ma anticonferenziere elettrodinamico e quadricromatico, persuasivo, rarità nazionale…
La prova anni Duemila del Futurismo vivente, sempre culturalmente e politicamente scorretto, iconoclastico e sovversivo: letteralmente
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frullata, nelle parole laser di Rosso Trevi, certa casta culturale italiana,
lezione futurista, più nello specifico, sul divenire dei colori e dell’arte
contemporanea, la net-pittura “alla velocità del gigabyte” da Boccioni,
Balla e gli aeropittori futuristi storici alla renaissance in atto dall’azione
futurista della Fontana Rossa di Trevi.
Una serata futurista costellata di aneddoti: la poetessa Sylvia Forty l’ha atteso in stazione a Ferrara, con la bandiera futurista tricolore;
Cecchini è poi sbarcato in Piazza Municipale (la Sala Estense sede del
centenario) al telefono con un giornalista, imprecando contro Bonito
Oliva. L’Assessore ferrarese non si è mai visto, peraltro tra i creatori del Festival Rock “Ferrara sotto le Stelle”, ben noto in Italia, prima
“latitante” ufficialmente (nonostante Rai Due e relatori – a parte Rosso
Trevi – celebri a livello nazionale, i transumanisti anche in ambito scientifico…), poi apparso puntuale; poi, appena intravisto Cecchini, il futurista “vandalo” della Fontana Rossa, se l’è data a gambe… (ma anche
un simpatico e affettuoso scherzo futurista… poi tornato per la sezione
video).
Nonostante, invece, l’incredibile censura di certa stampa ferrarese e
delle Istituzioni ferraresi stesse – eccetto il magazine on line «Estense.
com» e «Spigoli&Culture» –, oltre al filmato Rai, restano le preziose
riprese di Telestense, l’intervista radiofonica di Guerra (“Radio Veronica”), fatti testimonianze dell’anno 01 del Nuovo Futurismo, battezzato a
Ferrara. Il Futurismo Rosso Trevi.
Sitografia minima
http://it.wikipedia.org/wiki/Graziano_Cecchini
http://www.futurismocarbonaro.it
http://www.myspace.com/azionefuturista
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