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Alberto Di Vita
09/11/2016
Passata sotto traccia, in silenzio: meglio non parlarne insomma. Eppure in Italia c’è sempre una
sorta di deferenza ogni volta che parla Mino Raiola, gli si dedicano anche prime pagine se
necessario.
Ebbene, Raiolone nostro è stato intervistato una quindicina di giorni fa dal Financial Times e, tra le
altre cose, ha affrontato l’argomento Pogba e la sua cessione, lasciandosi scappare probabilmente
qualcosa che potrebbe mettere in imbarazzo la Juventus. Ultimamente è venuta fuori solo grazie
all’opera instancabile di Paolo Ziliani e Maurizio Pistocchi su Twitter.
RICAPITOLIAMO
La storia più o meno la sapete tutti: Paul Pogba viene acquistato dalla Juventus per un paio di
noccioline e venduto per una cifra di 105 milioni circa: abbiamo scritto molto, ma abbiamo anche
scritto che avere tanti buoni amici, e buoni uffici, nei media nazionali porta una quantità
innumerabile di vantaggi.
Ma abbiamo anche osservato che effettivamente non è stato un acquisto proprio a “costo zero”, visto
che ci sono tra gli 8 e i 9 milioni nei bilanci della Juventus come “oneri accessori” (commissioni al
procuratore?), e abbiamo anche affrontato l’argomento più scottante di tutti: quanto ci guadagna
davvero la Juventus?
Plusvalenza e cessione di Pogba: verità svelata
Insomma, pur di avere Pogba, e di rivenderlo a quelle cifre, la Juventus ha stretto un “patto col
diavolo”, cedendo su tutti i fronti ai desiderata di Raiola che, come ci racconta questo articolo di
Calcio e Finanza, con tutta l’operazione ha guadagnato (ed alla Juventus è costato) circa 9 milioni
l’anno, per un totale di 36 milioni di euro circa. Con i 10 del Manchester United di cui si è tanto
vociferato, si arriva a 46 milioni: bingo!
Raiola ha sempre spinto moltissimo, anche mediaticamente, affinché il prezzo di Pogba
salisse il più possibile: questo perché, come confermato da Marotta nell’assemblea dei soci, c’era
un accordo tra società e procuratore grazie al quale il secondo avrebbe intascato 18 milioni
in caso di cessione per un prezzo inferiore ai 90 milioni, mentre sarebbero stati fino a 27
milioni per un totale incassato superiore.
Insomma, è Raiola che vince, visto che la Juventus ha pagato tanto e oggi sembra avere difficoltà a
metà campo, mentre nello United deve ancora trovare tempi e modi per incidere davvero e a lungo
termine.
Tutto tranquillo?
L’INTERVISTA AL FINANCIAL TIMES
Tutto tranquillo anche perché non c’è nessuno che ha la voglia e il coraggio di scartabellare numeri
su numeri per porre freno allo strapotere dei grandi procuratori. E in questo caso parliamo di un
male endemico del calcio.
Ma le parole di Raiola al Financial Times (qui trovate l’intervista) sono interessanti, leggiamole.
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United paid a world record transfer fee of €105m for Pogba in August. Raiola has said he takes only
a cut of his players’ salary — but what about media reports that the clubs paid him €20m, as a
percentage of the transfer fee? “I can’t talk about the contract but, in a deal like Pogba’s, it’s not
just the clubs who earn from it,” he says.
Were you paid a fee by Juventus?
“No — not in the way that you’re saying it.”
So you did get money from Juventus?
“I have to see how I can phrase this in a way that Juventus cannot tackle me through the law, let’s
say. Hmm. How can I say it? [Long pause.] Yes: in this deal Juventus was not the only owner of the
player’s rights.”
But third-party ownership of players (TPO) has been banned?
“Not then. Only afterwards [by Fifa in 2015].”
So until TPO was banned, you often owned stakes in players?
“Not often. But sometimes.”
And Pogba was one of them?
“It’s not TPO. Be careful with the legal definition of TPO. But let’s say that in that case there was an
upside for our side. And by our side, I mean the player’s side.”
Which isn’t allowed any more?
“It’s not allowed any more.”
Juventus says, “No third party had any ownership of the player’s rights.”
TRADUZIONE
Il Manchester United ha pagato una cifra record di € 105m per Pogba nel mese di agosto. Raiola ha
detto di aver preso solo una parte dello stipendio dei suoi giocatori – ma che dire dei media che
riportano un costo di 20 milioni di euro per il club, come percentuale sul prezzo di cessione? “Non
posso parlare del contratto, ma, in un affare come quello di Pogba, non sono solo le società
che ci guadagnano” dice.
La Juventus ti ha pagato una commissione?
“No – o almeno non nel modo in cui lo stai dicendo”
Quindi hai ricevuto soldi dalla Juventus?
“Devo vedere come posso dirlo in un modo che la Juventus non mi possa
affrontare legalmente, diciamo. Hmm. Come posso dirlo? [Lunga pausa.] Sì: in questo affare la
Juventus non era l’unica titolare dei diritti del giocatore “.
Ma le proprietà di terze parti (TPO, third party ownership) non erano state vietate?
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“Non all’epoca. Solo successivamente [dalla FIFA nel 2015] “.
Così fino a quando la TPO non è stata vietata, hai posseduto quote di calciatori?
“Non spesso. Ma a volte.”
E Pogba era uno di loro?
“Non è una TPO. Fate attenzione con la definizione legale di TPO. Ma diciamo che in questo caso c’è
stato un rialzo per la nostra parte. E per nostra parte, voglio dire la parte del giocatore. “
Che non è più consentito?
“Non è più consentito”
La Juventus ha affermato: “Nessuna terza parte aveva alcuna proprietà dei diritti del giocatore.”
TPO
Cosa sono le TPO? Ci sono state diverse forme di TPO negli ultimi anni finché, dopo uno “studio”
durato diversi mesi, la FIFA ne ha bandito l’usanza.
Il sistema più usato prevedeva che una società di calcio ricevesse un aiuto economico, una
sorta di finanziamento, per l’acquisto del calciatore, concordando una percentuale, da
riconoscere a chi erogava quel finanziamento, una percentuale sui diritti di vendita futura.
Pertanto, per quanto riguarda i diritti sportivi, il calciatore era di proprietà della squadra a tutti gli
effetti, mentre per quanto riguarda i diritti economici lo era solo parzialmente, perché una
percentuale era quella che si definisce TPO, diritto economico di terze parti.
I casi più eclatanti sono stati certamente quelli di Carlos Tevez e Javier Mascherano: da lì
si decide di intervenire. Prima di passare al West Ham, i due calciatori erano al Corinthians ma i
diritti economici appartenevano alla Media Sports Investments: per Tevez c’era stato un
finanziamento diretto dell’allora fondo di proprietà di Kia Joorabchian, mentre per Mascherano
l’acquisto era stato fatto con la Global Soccer Agencies. Tevez fu pagato 22 milioni di dollari (di cui
almeno il 20% in commissioni): un record in Sud America.
Nel corso della stagione in cui furono acquistati dal West Ham, la squadra inglese fu
condannata a pagare una multa di 5,5 milioni di sterline perché non fu in grado di, o non
volle, dimostrare l’effettivo possesso dei diritti completi sui due calciatori: su Tevez la MSI
aveva tenuto una percentuale.
Insomma, la TPO era una figura con cui la proprietà di un calciatore era distribuita su due o più
soggetti che si spartivano i diritti economici sullo stesso: i club la sposavano volentieri perché
aumentavano la liquidità a breve termine di fatto vendendo una percentuale sulla cessione futura.
Oggi non è più possibile una situazione del genere, benché tutte le eventuali TPO esistenti prima del
2015 sono valide fino al prossimo trasferimento del calciatore.
L’IMBARAZZO E LE ALLUSIONI
Sulle TPO c’è da fare un chiarimento perché ho letto delle cose che rischiano di fare confusione.
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La FIFA si è dimostrata incapace di prendere una decisione e trovare una soluzione
nell’immediato, probabilmente perché c’erano troppi interessi in gioco. Così, già nel 2008,
l’influenza di terze parti è stata bandita: attenzione, il testo della FIFA parla chiaramente
di INFLUENZA (scusate il maiuscolo ma lo reputiamo necessario).
No club shall enter into a contract which enables any other party to that contract or any third party
to acquire the ability to influence in employment and transfer-related matters its independence, its
policies or the performance of its teams.Fifa - Regulation on the status and transfer of players
Per sicurezza (non si sa mai) inseriamo il documento nei nostri archivi:
regulations_on_the_status_and_transfer_of_players_en_33410-2008.
È un politichese che significa chissà cosa nelle intenzioni, ma che risulta un inaccettabile
“non decidere” che non dovrebbe appartenere a una grande organizzazione. Crediamo di
poterla interpretare con sufficiente ragionevolezza:
Nessun club dovrà (stipulare) un contratto che consenta a qualsiasi altra parte del contratto o a
qualunque terza parte di influenzare l’indipendenza (del club) in materia di trasferimento o di
assunzione (di giocatori) o (permetta a terze parti) di influenzare la sua indipendenza (del club) le
sue politiche o le sue performance sportive.Fifa - Regulation on the status and transfer of players
Cosa vuol dire? Che è vietato, dal 2008, l’influenza di terze parti nelle decisioni del club:
ovvero, nel politichese più assurdo, le TPO erano consentite purché il club mantenesse
l’indipendenza nella scelta sulla futura cessione o permanenza del giocatore.
Quindi va fatta distinzione tra “influenza di terze parti” e “proprietà di terze parti“: la prima
bandita nel 2008 (e successivamente con un documento del 2012) e la seconda definitivamente
nel 2015. Ovvio che la seconda sia molto più restrittiva della prima che è di un assurdo
cerchiobottismo: chi stabilisce che Raiola non abbia influenzato la scelta della Juventus se mandare
Pogba al Real o al Manchester United?
In questo documento della FIFA (2014) c’è la precisazione e la distinzione tra influence e ownership
in cui si specifica testualmente che: “The ban on third-party influence, which is set out in article
18bis of the Regulations on the Status and Transfer of Players (the “Regulations”), has been in place
since 1 January 2008, while amendments to art. 18bis and the ban on TPO, covered by article 18ter,
came into force on 1 May 2015. ” ovvero “Il divieto di influenza di terze parti, all’articolo 18bis del
Regolamento sullo status e trasferimento dei calciatori, è in vigore dal 1 ° gennaio 2008, mentre le
modifiche dell’art. 18bis e il divieto di TPO, all’articolo 18ter, sono entrate in vigore il 1 ° maggio del
2015“.
Questa è invece la circolare che avvisa dei futuri cambiamenti, del ban definitivo delle TPO, ed è
datato 2014.
LA JUVENTUS RISCHIA QUALCOSA?
Insomma, la Juventus ha acquistato Pogba ben prima del 2015 e, se anche TPO ci fosse,
sarebbe stata del tutto legale. Ma allora, perché nell’intervista sono evidenti i passaggi oscuri e le
allusioni di Raiola?
Qual è il senso della frase “Devo vedere come posso dirlo in un modo che la Juventus non mi possa
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affrontare legalmente“? E soprattutto, perché sentenziare “Sì: in questo affare la Juventus non
era l’unica titolare dei diritti del giocatore” lasciando alludere a qualche altra forma di accordo?
C’è, da parte di Raiola, la consapevolezza di avere influenzato il cammino del calciatore, a partire dai
rinnovi (con sostanziose commissioni)? Di avere condizionato club e giocatore per una partenza
proprio in quell’anno e proprio al Manchester United? Davvero è impossibile immaginare, pensare,
dimostrare l’influenza avuta da Raiola nell’operazione?
Anche se fosse così, ad oggi la Juventus rischierebbe una semplice multa così come in altri (pochi)
casi, riportati dal sito della FIFA anche per casi di “influence” pre-2015 e di TPO post 2015: perché,
allora, questo comportamento di Raiola, questo dire-non-dire, questa voluta (perché è
voluta, vero?) ambiguità di fondo? Forse è una sorta di messaggio ai bianconeri?
Chi lo sa, chi può dirlo: Raiola è ormai un milionario che ha prospettive diverse da noi comuni
mortali. Mentre invece si può mettere una pietra tombale su eventuali sanzioni pesanti: il massimo
potrebbe essere una multa, ma è difficile credere che la Fifa possa decidere di procedere.
CHIOSA
A puro titolo di folklore, nell’intervista c’è anche un passaggio che ci ricorda i tempi in cui Moggi
spadroneggiava.
Raiola: Are you Mr Moggi? (Tu sei Moggi?)
Moggi: Yes. (sì)
Raiola: I find it very rude that you made me wait. (Trovo sia maleducato che tu mi abbia fatto
aspettare)
Moggi: Who are you? (Chi sei tu?)
Raiola: I am Raiola. (Io sono Raiola)
Moggi: Ah, you’re Raiola. If you’re this unpleasant to me, you will never sell a player in Italy. (Ah, sei
Raiola. Se fai l’antipatico con me, non venderai mai un giocatore in Italia).
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