Dati storici su cortisone ed immunomodulanti “tradizionali”
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Dati storici su cortisone ed immunomodulanti “tradizionali”
Dati storici su cortisone ed immunomodulanti “tradizionali” Dott.ssa Lucia Moiola Ospedale San Raffaele, Milano SCLEROSI MULTIPLA: dalla chiarezza diagnostica all’efficacia terapeutica Polidiagnostico CAM - Monza, 2 febbraio 2012 Sclerosi multipla • • • • Colpisce i giovani adulti Altamente invalidante Impatto lavorativo, sociale e relazionale Riduzione della QoL Necessità di un trattamento “a tutto tondo” • Trattamento della ricaduta • Trattamento preventivo • Trattamento sintomatico Trattamento della ricaduta Definizioni • Ricaduta (esacerbazione-attacco-relapse) Disturbo neurologico (semplice/complesso, monofocale/plurifocale) della durata di almeno 24 ore, caratterizzato da un nuovo sintomo o dall’aggravamento di sintomi preesistenti e stabili da almeno un mese, ad esordio acuto o subacuto Per diagnosticare 2 attacchi devono trascorrere almeno 30 giorni tra l’insorgenza del primo e del secondo • Pseudoricaduta Peggioramento di preesistenti disturbi neurologici dovuto ad aumento della temperatura corporea o dell’ambiente, o da stress fisico/psicologico. Eliminando i fattori scatenanti la pseudoricaduta si risolve ed i sintomi scompaiono Trattamento della ricaduta • Steroide ad alti dosaggi Metilprednisolone (SoluMedrol) 1g/die ev per 3-5 giorni • Plasmaferesi Miglioramento nell’ 87% dei pazienti che non rispondono ad alti dosaggi steroide Trattamento steroideo e.v. • Metilprednisolone 1 gr/die e.v. in 250 cc di fisiologica in circa 90 min. • Preferibilmente al mattino o primo pomeriggio a stomaco pieno • Associato a: – Gastroprotettore – Diuretico (meglio se risparmiatore di potassio) – Vit D e supplementazione di calcio (ripetuti cicli e.v.) – Eventuali ansiolitici o ipnotici nel periodo di trattamento • Non necessario tapering Trattamento steroideo • Effetto anti-infiammatorio – Inibisce l’attivazione delle celluleT – Favorisce l’apoptosi delle cellule attivate – Inibisce la produzione di citochine proinfiammatorie • Stabilizzatore della barriera ematoencefalica riducendo il passaggio delle cellule autoreattive nel SNC • Riduce la severità del disturbo • Aumenta la velocità del recupero • Non influenza il grado di recupero e la progressione della malattia a lungo termine Efficacia degli Steroidi • Steroidi sono ampiamente riconosciuti come efficaci nel trattamento delle ricadute • Cochrane Database Systemic Review (Filippini et al, 2000): evidenze a favore dell’uso dei corticosteroidi per le ricadute • Una meta-analisi ha mostrato che il trattamento steroideo è efficace nell’accelerare il recupero clinico a breve termine, ma la dose ottimale e la lunghezza del trattamento non è stata ancora stabilita (Brusaferri et al 2000, Thrower 2009) • Sia nella pratica clinica che nei trial clinici le ricadute sono usualmente trattate con metilprednisolone ad alte dosi per via ev • Cochrane Database Systemic Review (Ciccone et al, 2009): non ci sono evidenze sufficienti per giustificare l’uso a lungo termine di corticosteroidi come trattamento per la SM (trend verso effetto benefico ma effetti collaterali) MP e.v. vs MP orale • • • • 1000 mg ev vs 1250 mg po Stesso effetto biologico Buona tollerabilità gastrica La terapia orale è meno costosa, più pratica e preferita dai pazienti MP e.v. vs MP orale • Efficacia clinica sovrapponibile e neuroradiologica Effetti collaterali • • • • • • • • COMUNI Edema Iperglicemia Sintomi G-I Sapore metallico Ansia/depressione Rossore al volto Rush acneiforme Disturbi del sonno • • • • • RARI Infezioni Necrosi asettica Pancreatite Aumento di peso Ipertensione arteriosa Trattamento della ricaduta Gli studi di risonanza magnetica hanno dimostrato che molto spesso nelle fasi tra un attacco e l’altro compaiono nuove lesioni del SNC che non danno luogo a segni o sintomi L’attività RM di malattia è circa 10 volte superiore all’attività clinica Considerare il trattamento steroideo in base a numero, sede e dimensione delle lesioni captanti Trattamento preventivo Terapie in commercio per la Sclerosi Multipla CIS Studi registrativi 89 IFNs 91 93 Copaxone 95 97 99 01 MTX CTX 03 05 07 09 11 Tysabri BMT 1. Trattare è meglio (Studi registrativi) 2. Trattare precocemente (Studi pazienti CIS) 3. Trattare in base alle caratteristiche di malattia: “Induction vs Escalation” FTY Escalation therapy 3rd line therapy 2nd line therapy 1st line therapy BMT Combination therapy Mitoxantrone / Cyclophosphamide Natalizumab Beta-Interferons / Glatiramer acetate More aggressive approach 4th line therapy Induction therapy 4th line therapy BMT 3rd line therapy Combination therapy 2nd line therapy IFN / GA 1st line therapy Mitoxantrone/Cyclophosphamide Natalizumab? Fattori prognostici Favorevoli • • • • • • • • Sesso femminile Esordio < 40 anni Razza caucasica NORB/Sintomi Sensitivi Esordio Monofocale Bassa Relapse Rate primi 5 anni Lungo intervallo I-II attacco No accumulo disabilità a 5 anni Escalation therapy Sfavorevoli • • • • • • • • • Sesso maschile Esordio > 40 anni Razza afro-americana Esordio Motorio/TE/Sfinterico Esordio Multifocale Alta Relapse Rate primi 5 anni Breve intervallo I-II attacco Scarso recupero dopo I attacco Precoce raggiungimento EDSS 4 Induction therapy Gli immunomodulanti • Interferoni: - ß-1a Avonex 30 µgr 1 fl/settimana im - ß-1a Rebif 22 – Rebif 44 µgr 1 fl tre volte/settimana sc - ß-1b Betaferon – Extavia 250 µgr 1 fl a dì alterni sc - Meccanismo d’azione: » Effetto su barriera ematoencefalica (prevenzione della rottura e della migrazione di linfociti all’interno del SNC) » Inibizione di proliferazione e attivazione dei linfociti » Intervento su citochine con shift verso profilo anti-infiammatorio (Th1Th2) • Glatiramer acetato: Copaxone 1 fl 20 mg/die sc - Meccanismo d’azione: » Intervento su citochine con shift verso profilo anti-infiammatorio (Th1Th2) » Effetto neuroprotettivo Somministrabili con AUTOINIETTORI per l’autonomia del paziente Trial registrativi • 1993: Interferone β-1b s.c. Interferone beta 1B is effective in relapsing remitting multiple sclerosis. Clinical results of a multicenter, randomised, double-blind, placebocontrolled trial. • 1996: Interferone β-1a i.m. Intramuscolar Interferone Beta 1A for disease progression in relapsing multiple sclerosis • 1995: Glatiramer acetato s.c. Copolymer 1 reduces relapse rate and improves disability in relapsingremitting multiple sclerosis: results of the phase III multicenter, double blind, placebo-controlled trial • 1998: Interferone β-1a s.c. Randomised double blind placebo-controlled study of interferone β-1a in relapsing/remitting multiple sclerosis Il trattamento con immunomodulanti a “breve-termine” nelle forme RR Relapse Rate Reductions of MS Therapies Relapse Rate Reduction v. Placebo (%) Data from Respective Pivotal Studies 0.8 68% 0.7 66% 58% 0.6 60% 0.5 0.4 32% 34% 29% 32% 0.3 0.2 0.1 0.0 Rebif1 44 mcg Copaxone Betaseron Avonex MTX Cladribrine Tysabri Fingolimod Impact of MS Therapies on Disability Progression Data from Respective Pivotal Studies 70 64% % Reduction In Sustained Disability Progression 60 70% 54% 50 37% 40 30% 30 24% 24%* 20 12%* 10 0 MTX * p=NS 68% Cladribrine TYSABRI Avonex Fingolimod Rebif Betaferon Copaxone 44 mcg Disability Progression: ≥1 pt EDSS, sustained as noted; relative to placebo; over 2 years Il trattamento con immunomodulanti a “lungo-termine” nelle forme RR Efficacia sostenuta anche a lungo termine a livello di ARR, progressione di disabilità e conversione a forma secondariamente progressiva – – – – Ebers et al, 2010 Betaferon, follow-up 16 anni Uitdehaag et al, 2011 Rebif, follow-up 8 anni Bermel et al, 2010 Avonex, follow-up 15 anni Ford et al, 2010 Glatiramer Acetato, follow-up 15 anni Il trattamento delle forme all’esordio “CIS” - Episodio isolato di disfunzione neurologica suggestivo di patologia infiammatoria demielinizzante del SNC - Il 30–70 % delle CIS evolve in SM - Trial clinici hanno dimostrato che il trattamento precoce nelle CIS ritarda la conversione in SM clinicamente definita (35–50 %) e lo sviluppo di disabilità nei 3 anni successivi Trattamento delle forme all’esordio “CIS” ETOMS BENEFIT REFLEX CHAMPS PRECISE IFNβ1 β1a β1 22 qw Placebo IFNβ β1b SC Placebo IFNβ β1a 44 tiw IFNβ β1a 44 qw Placebo CDMS 34% 45% 28% 45% 21% 22% 38% Rel. Risk Reduction 39% 38% 52% 47% 46% 45% Delay in conversion to CDMS over 2 yrs P<0.034 P<0.001 P<0.001 P<0.002 P<0.001 P<0.001 IFNβ β1a IM Placebo GA Placebo 21% 39% 25% 43% • 20 centri SM italiani • 130 pazienti inclusi • Efficacia e sicurezza confermata anche nella popolazione pediatrica Avonex n. 77 Mean age at onset 11.4 ys Mean pre-Rx treatment 2.0 ys RR 2.5 (0.2-8) EDSS 1.3 (0-3.5) 4.5 ys Rebif--Betaferon Rebif n. 39 Mean age at onset 12.6 ys Mean pre-Rx treatment 1.6 ys RR 3.2 (0.2-12) EDSS 1.7 (0-4.5) 5.0 ys Copaxone n. 14 Mean age at onset 13.1ys Mean pre-Rx treatment 0.9 ys RR 2.9 (0.7-8) EDSS 1.1 (0-2.0) 6.2 ys Effetti collaterali: Interferone • La più alta incidenza di reazioni avverse è correlata alla sindrome similinfluenzale (febbre, mialgie, spossatezza) paracetamolo o FANS (ibuprofene) • I sintomi simil-influenzali tendono ad essere maggiori all’inizio del trattamento (circa 70% dei pazienti) e a diminuire di frequenza con il proseguimento del trattamento • Nel 30% circa dei pazienti si osservano anche reazioni nel sito di iniezione Ruotare Ruotare le sedi di iniezione Aumentare la profondità dell’iniezione Terapia topica (anti-istaminico, anti-infiammatorio, arnica, ghiaccio) • Sono frequenti aumenti asintomatici dei parametri di funzionalità epatica e riduzione della conta leucocitaria • Alterazioni della tiroide (ipo o iper tiroidismo) • La maggior parte delle reazioni avverse sono lievi e reversibili e rispondono bene a riduzioni del dosaggio • Aumento rischio di s. depressiva soprattutto in soggetti predisposti Effetti collaterali: Copaxone • Le reazioni avverse più frequenti sono quelle nella sede di iniezione (eritema, dolore, presenza di masse, prurito, edema, infiammazione) Ruotare le sedi di inezione Aumentare la profondità dell’iniezione Terapia topica (anti-istaminico, anti-infiammatorio, ghiaccio) • A lungo termine lipoatrofia • Come reazione immediata dopo l’iniezione è stata descritta una reazione sistemica associata ad almeno uno o più dei seguenti sintomi: flushing al volto e al torace, palpitazione o tachicardia, vasodilatazione, dolore toracico, dispnea. Con quale immunomodulante iniziare? • Studi comparativi tra i farmaci hanno dimostrato una efficacia comparabile tra gli immunomodulanti − INCOMIN, EVIDENCE: meglio IFN-beta ad alta dose − BECOME, BEYOND, REGARD: equivalenza tra IFN-beta e GA Con quale immunomodulante iniziare? • Studi comparativi tra i farmaci hanno dimostrato una efficacia comparabile tra gli immunomodulanti − INCOMIN, EVIDENCE: meglio IFN-beta ad alta dose − BECOME, BEYOND, REGARD: equivalenza tra IFN-beta e GA Basare la scelta su: • Effetti collaterali (sindrome simil influenzale, cefalea) • Frequenza di somministrazione • Patologie e condizioni concomitanti (patologie depressione, spasticità agli arti) • Preferenze del paziente • Caratteristiche di malattia tiroide, Aderenza al trattamento Aderenza al trattamento varia da 66 all’85% a due anni Le cause più frequenti di scarsa aderenza sono la dimenticanza di effettuare l’iniezione ed effetti collaterali (reazione nel sito di iniezione, sindrome simil-influenzale) GAP Study Group, Eur. J. Neurol 2011 Scelta trattamento in base allo stadio della malattia Gestione della terapia • Nonostante la dimostrazione di efficacia dei DMT nei trial clinici, nella pratica clinica: – il 20-50% dei pazienti in terapia con DMT presenta un elevato numero di ricadute ed una progressione della disabilità entro 6 anni Rio et al, 2009 • Pazienti non-responders – Importanza dosaggio NAb – Switch fra immunomodulanti – Passaggio a terapie di seconda linea • Intolleranza al farmaco – Switch tra immunomodulanti Gestione della terapia Rio et al, 2009 Gestione della terapia Rio, et al. Nat. Rev. Neurol, 2009 Sicurezza a lungo termine • La terapia immunomodulante a lungo termine è ben tollerata e con profilo di sicurezza garantito • Gli eventi avversi riscontrati negli studi a lungo termine sono della stessa entità di quelli riscontrati negli studi a breve termine Escalation therapy 3rd line therapy 2nd line therapy 1st line therapy BMT Combination therapy Mitoxantrone / Cyclophosphamide Natalizumab Beta-Interferons / Glatiramer acetate More aggressive approach 4th line therapy Natalizumab • MoAb umanizzato diretto contro α4 integrina (parte di VLA-4) • Impedisce l’ingresso dei linfociti nel SNC • Elevata efficacia sia clinica che neuroradiologica • Somministrato per via ev, una volta ogni 28 giorni • Ottima QoL 57% Libertà da lesioni in T2 95% Libertà da lesioni Gd+ 37% Libertà dall’attività di malattia 84% Libertà dalla progressione di malattia 58% Libertà da lesioni in T1 71% Libertà da recidive Pazienti liberi da attività di malattia per 2 anni Placebo 6% (n=315) Natalizumab 37% (n=797) Natalizumab – Esposizione globale Totale pazienti 88.100 ≥12 Mesi 58.500 ≥18 Mesi 48.100 ≥24 Mesi 38.700 30.100 ≥30 Mesi ≥36 Mesi ≥42 Mesi 165.500 Paziente-anni di esposizione a natalizumab 22.700 13.800 Pazienti Biogen Idec, data on file (Ottobre 2011) * I dati del post-marketing includono i pazienti esposti dal 23 Novembre 2004 al 31 Marzo 2011. Sono esclusi un totale di 4.700 pazienti esposti durante gli studi clinici; 2.100 esposti per >12 mesi; 1.900 esposti per >18 mesi; 1.600 esposti per >24 mesi; 1.300 esposti per >30 mesi; 1.000 esposti per >36 mesi; 700 esposti per >42 mesi. Post-marketing study: disease free Disease free patients Cumulative events 6 m. 12 m. 18 m. 24 m. 80% 74% 69% 63% 52 67 72 74 Sangalli 2010 Post-marketing study: long-term efficacy -90% 2,2 -60% -37% Pre-NTZ 0,2 0,08 0,05 0-12 months 13-24 months 25-36 months ARR 12 months before and 12, 24 and 36 months after natalizumab therapy Natalizumab: sicurezza • Ben tollerato (ottima QoL) • Effetti collaterali più frequenti: • • • • Infezioni Cefalea Faticabilità Reazioni allergiche • Leucoencefalopatia multifocale progressiva (PML) Leucoencefalopatia multifocale progressiva • Malattia demielinizzante del SNC causata da una riattivazione di un’infezione latente del virus JC • Incidenza 1:200000 nella popolazione generale • Maggior frequenza nei pazienti HIV+ o affetti da malattie oncoematologiche • Descritta in pazienti trattati con anticorpi monoclonali Stratificazione del rischio di PML Rischio generale 1:1000 ma come stratificarlo… • La durata del trattamento è un fattore di rischio • Rischio 2-3 volte maggiore nei pazienti precedentemente trattati con immunosoppressori • Rischio doppio nei pazienti sieropositivi per anti-JCV PML: stratificazione del rischio Anti-JCV Antibody Status Positive Negative Prior No Natalizumab Exposure ≤0.11/1000 1–24 months 95% CI: 0, 0.59 25–48 months No Prior IS Use IS use Yes Prior IS Use 0.35/1000 1.2/1000 95% CI: 0.19, 0.60 95% CI: 0.58, 2.2 2.5/1000 7.8/1000 95% CI: 1.8, 3.4 95% CI: 5.2, 11.3 Studio di O’Connor 5/204 pazienti positivi su urine ma anti-JCV ab negativi Proporzione di falsi negativi 2,5% Rischio di sieroconversione 2% all’anno ripetere il test una volta all’anno “Delaying treatment in MS: What is lost is not regained” Inflammation Degeneration Disability Response to treatment R B R B EDSS 3 B R Clinical onset time Tailored therapy Take Home Message No two MS patients are alike in their disease course, response to therapy or their attitude towards their disease and treatment options Grazie per l’attenzione
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