Macchine e attrezzature per la frantumazione
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Macchine e attrezzature per la frantumazione
PRIMO PIANO n di Roberto Negri Macchine e attrezzature per la frantumazione F E B B R A I O 2 0 1 1 M T 85 Macchine e attrezzature per la frantumazione D a un lato, costo e sempre meno facile reperibilità delle materie prime; dall’altro, vincoli e difficoltà nel trattamento dei materiali di risulta. Questi i due temi tra cui si gioca oggi la gestione e il riciclaggio degli scarti provenienti da costruzioni e demolizioni. Materiali che, è bene ricordarlo, sono classificati come rifiuti speciali e che perciò, dopo anni di incurie e disattenzioni, sono divenuti oggetto di una disciplina sempre più specifica e vincolante e di una conseguente maggiore attenzione alle problematiche legate sia alla loro gestione che al loro eventuale riutilizzo. Né, del resto, è difficile comprenderne il motivo: basti pensare che, in base alle più recenti valutazioni, solo in Italia vengono prodotti annualmente circa 40 milioni di tonnellate di rifiuti inerti provenienti da opere di demolizione. Inerti il cui smaltimento dovrebbe avvenire attraverso il conferimento in discarica autorizzata. Il condizionale tuttavia è d’obbligo, poiché non è spettacolo raro vedere tali materiali abbandonati abusivamente in maniera incontrollata su suoli pubblici e privati. Al tempo stesso, come accennato, il reperimento di materiale inerte vergine da cava è divenuto progressivamente più difficoltoso a seguito delle politiche sempre più restrittive adottate dalle amministrazioni locali nei riguardi delle attività estrattive per tutelare il proprio territorio. Mancanza di controlli efficaci da parte delle autorità competenti, costi non trascurabili per lo smaltimento e il trasporto in discarica dei rifiuti, carenza nelle zone a maggiore densità abitativa di discariche autorizzate per il recupero e il riciclo dei rifiuti costituiscono lo scenario con cui il trattamento e l’eventuale riciclaggio dei materiali di risulta si trova alle prese oggi. Le dimensioni del problema Le stime della quantità dei rifiuti da costruzione e demolizione e della loro qualità costituiscono uno dei nodi problematici del riciclo delle materie edili. 86 M T F E B B R A I O 2 0 1 1 Il metodo più diffuso per quantificare le macerie provenienti dall’attività edilizia e per permettere un confronto a livello internazionale è la costruzione di indici riferiti alla popolazione. I rifiuti da costruzione e demolizione costituiscono una quota percentuale rilevante della produzione totale di rifiuti in tutti i paesi dell’Unione Europea; si stima, infatti, che essi rappresentino circa il 25% in peso di tutti i rifiuti prodotti in Europa. Solitamente i materiali inerti non hanno un grosso impatto sull’ambiente e sulla salute dell’uomo, poiché contengono basse percentuali di sostanze pericolose contenute in alcuni materiali da costru- I numeri del settore 40 milioni: le tonnellate di scarti da costruzione e demolizione prodotte annualmente in Italia. 25%: la percentuale degli scarti da C&D sul totale dei rifiuti prodotti annualmente in Europa. 1.000-2.000 kg/m²: il peso dei rifiuti prodotti da opere di demolizione. 53%: il peso dei rifiuti da microdemolizioni residenziali. 39%: il peso dei rifiuti da microdemolizioni non residenziali. 8%: il peso dei rifiuti da demolizione di interi edifici. zione o derivanti da demolizione di siti contaminati. Quindi il maggior problema non è tanto la pericolosità, quanto i quantitativi prodotti. La segmentazione della produzione di detriti provenienti dalla demolizione in Italia è così ripartita: circa il 53% in peso proviene dal settore della microdemolizione residenziale, il 39% in peso da attività di microdemolizione del patrimonio edilizio non residenziale, mentre l’8% in peso proviene dalle demolizione di interi edifici. Tra le attività di costruzione e demolizione in generale è la demolizione che origina il maggior flusso di rifiuti: quelli prodotti in fase di demolizione vera e propria oscillano tra i 1.000 e i 2.000 kg/m², pari al 93% della produzione complessiva; 50-100 kg/m² sono quelli prodotti in fase di manutenzione, pari al 4,6%; 25-50 kg/m² sono quelli prodotti in fase di costruzione, pari al 2,3%. La soluzione Negli ultimi anni lo sviluppo dell’impiantistica finalizzata al trattamento dei residui da costruzione e demolizione ha trovato un notevole impulso grazie all’incremento dei costi di smaltimento in discarica. Tale incremento ha portato i produttori di rifiuti inerti a optare per il trattamento degli stessi isolando le componenti più pericolose e conferendo la restante parte alle discariche meno onerose, recuperando in tal modo altri materiali da riciclare nei cicli di produzione. Tutto ciò è stato reso possibile dalla diffusione, prima, degli impianti sia fissi che mobili per la frantumazione e selezione dei materiali di risulta; quindi di un ventaglio sempre più ampio di attrezzature idrauliche come le benne frantumatrici, di varia taglia e capacità produttiva, destinate all’installazione su macchine operatrici. Per quanto riguarda in particolare gli impianti fissi di trattamento e riciclaggio, questi sono oggi progettati adottando soluzioni molto avanzate dal punto di vista tecnologico e sono perciò in grado di garantire un materiale inerte in uscita omogeneo e controllato da un punto di vista granulometrico, totalmente privo di componenti non inerti e che quindi può essere destinato al reimpiego in svariate applicazioni, in particolare per sottofondi e riempimenti. Questa tipologia impiantistica è di norma caratterizzata da soluzioni standard per le fasi di frantumazione, vagliatura e deferrizzazione, mentre la fase di selezione della frazione leggera risulta particolarmente diversificata a seconda del livello di riciclaggio che s’intende perseguire. I gruppi mobili, derivanti dai tradizionali impianti di frantumazione di inerti da cava ed economicamen- primo piano te convenienti in grossi cantieri di demolizione, consentono principalmente la riduzione volumetrica dei singoli elementi immessi nell’impianto, ma grazie a opportuni accorgimenti tecnologici ed equipaggiamenti opzionali possono garantire anche un adeguato assortimento granulometrico dei materiali in uscita al trattamento e l’eliminazione delle frazioni non inerti. Una tale tipologia impiantistica offre come vantaggio sostanziale la possibilità di abbattere eventuali costi di trasporto nel caso di riutilizzo in loco del materiale da destinare alla frantumazione, operazione che comunque richiede un’opportuna valutazione delle caratteristiche dei materiali stessi al fine di una loro reintegrazione nei cicli di produzione. Gli evidenti vantaggi derivanti dal trattamento in sito dei materiali di risulta, in termini di risparmio sui costi di conferimento in discarica e possibilità di un loro riutilizzo diretto in cantiere, hanno impresso un forte stimolo allo sviluppo di un’ulteriore tipologia di attrezzature, che rappresentano in buona sostanza l’evoluzione portati- Le aziende citate le del concetto di queste macchine. Ci riferiamo in particolare alle benne frantumatrici, “attachment” idraulici tipicamente alimentati da escavatori nei modelli di taglia maggiore, ma anche da skid loader in quelli appartenenti al segmento più leggero, che – pur a fronte di una produttività oraria sicuramente inferiore a quella di un vero e proprio impianto di frantumazione e degli inevitabili limiti nella pezzatura e tipologia del materiale trattabile – offrono d’altra parte apprezzabili vantaggi. In primo luogo in termini di praticità, poiché possono essere gestiti come qualsiasi altra attrezzatura installabile su una macchina operatrice, ma anche sotto il profilo della flessibilità d’uso e gestione, in quanto consentono con pochi accorgimenti di variare la granulometria degli inerti ottenibili, nonché l’agevole sostituzione dei componenti soggetti a usura. Quale che sia la soluzione adottata – e le possibilità di scelta, come abbiamo visto, sono molteplici – il rapporto costo/prestazioni garantito dal trattamento in sito dei materiali da costruzione o demolizione è in ogni caso vantaggioso. In questo Primo Piano presentiamo una panoramica dei principali produttori di attrezzature per la demolizione e di macchine che, per scelta editoriale, abbiamo limitato a quelle mobili e compatte. condi, senza necessità di utensili speciali ma semplicemente usando l’apposita leva di regolazione. Inoltre, l’ampia area di alimentazione e il meccanismo a mascelle gemellate brevettato garantiscono la massima efficienza di frantumazione minimizzando i bloccaggi. Il Bavtrak 025 è montato su cingoli in gomma ed è disponibile in dotazione standard con due velocità di traslazione. • Allu (www.allu.net) • Ariko (www.ariko.it) • Bav Crusher (www.bavcrushers.co.uk) • CM (www.cmcrushermachines.com) • Guidetti (www.guidettirecyclingsrl.com) • Komplet Italia (www.komplet.it) • MB (www.mbcrusher.com) • Officine Rinaldi (www.officinerinaldi.it) • Red Rhino (www.redrhinocrushers.com) • Simex (www.simex.it) • Trevi Benne (www.trevibenne.it) • VTN Europe (www.vtneurope.com) • Zemmler (www.zemmler.de) È per il riciclaggio dei materiali di risulta da cantieri di piccola entità che è stato progettato e costruito da Bav Crusher il Bavtrak 025, mini-impianto di frantumazione semovente che, grazie a una bocca di alimentazione da 630x330 mm e un meccanismo di frantumazione completamente idrostatico, è in grado di trattare agevolmente svariate tipologie di materiali. Il potente e silenzioso motore Hatz raffreddato ad aria, che equipaggia la macchina, fornisce elevate prestazioni, affidabilità e una produttività che consente l’impiego dell’impianto con mini e midi escavatori da 3 a 7,5 t. Il Bavtrak 025 consente un controllo ottimale della pezzatura del materiale trattato: questa, infatti, può essere regolata a uno dei tre livelli disponibili in pochi se- Macchine Bav Crusher F E B B R A I O 2 0 1 1 M T 87 Macchine Macchine e attrezzature per la frantumazione Guidetti Ideati per la macinazione di inerti e particolarmente adatti per l’utilizzo in cantieri cittadini dove lo spazio è molto ridotto, i frantoi della linea Guidetti sono autonomi e richiedono l’impiego di un unico operatore, riutilizzano direttamente l’inerte macinato ed evitano il costo di trasporto e della discarica e riducono quelli di gestione grazie ai modesti oneri operativi. All’interno della gamma d’offerta dell’azienda spicca in particolare il modello Caesar 2, impianto da 5.640 mm di lunghezza per 2.000 mm di larghezza con un’altezza di carico di 2.530 mm, per un peso operativo di 6.500 kg. L’impianto, equipaggiato con un motore Isuzu 4LE2, quattro cilindri diesel, della potenza di 35 kW a 2.500 giri/min, adotta un frantoio a mascelle da 530x400 mm che consente una regolazione meccanica della granulometria da 25 a 70 mm. Il tutto per una produttività oraria fino a 50 m³/h, variabile in funzione della tipologia del materiale e della granulometria desiderata. Tra le altre caratteristiche dell’impianto segnaliamo la tramog- gia di carico con alimentatore grizzly, il carro semovente con cingoli in ferro, il radiatore di raffreddamento per il motore e per l’impianto idraulico, il nastro trasportatore e il telecomando. In via opzionale, Caesar 2 è equipaggiabile anche con radiocomando a distanza e overbelt magnetico. to vibrante tipo grizzly, nastro sottogriglia posteriore e nastro principale pieghevole idraulicamente. L’impianto è in grado di frantumare qualsiasi tipo di inerte derivante da demolizione, trasformandolo da prodotto di scarto in materiale riutilizzabile. Con un peso di 11.500 kg e una larghezza di 2.400 mm, la macchina monta un motore Isuzu da 60 kW, in grado di garantire una produttività oraria fino a 40 m3 di materiale, e adotta un frantoio a mascelle da 600x400 mm dotato di regolazione idraulica della granulometria, ottenibile da 20 fino a 100 mm. Il Lem Track 6040 è fornito di radiocomando in grado di pilotare tutti i movimenti della macchina. Komplet Komplet opera nel settore della premescolazione del calcestruzzo con una gamma di mescolatori a doppio asse, continui e turbina, e nel settore del riciclaggio in cantiere dei materiali da C&D, dove dispone di un’ampia gamma di macchine e attrezzature che semplifica il lavoro in molti cantieri del mondo, dall’Europa all’Oceania, dal continente americano a quello africano. La gamma dispone di frantumatori sia fissi che semoventi, a mascelle e a martelli, vagli vibranti per la selezione del materiale, nastri trasportatori e accessori che soddisfano le esigenze di recupero e riciclo in cantiere. All’interno della linea di macchine e attrezzature per la frantumazione proposta dall’azienda spicca il Lem Track 6040, un impianto mobile cingolato compatto azionato da motore diesel con raffreddamento ad acqua composto da frantoio, casset88 M T F E B B R A I O 2 0 1 1 primo piano Officine Rinaldi è specializzata nella costruzione di macchine per la frantumazione delle pietre, per uso sia agricolo che industriale. Grazie a una grande esperienza acquisita nel settore e a un’accurata selezione dei materiali, i suoi prodotti possono vantare un alto livello qualitativo. L’azienda offre una gamma che comprende oltre 50 modelli di frangipietre, frese trinciatutto, scarificatrici e impianti mobili di frantumazione. I frantoi mobili proposti sono equipaggiati di motore diesel indipendente a bordo macchina, di cingoli per il trasporto, di vasca di alimentazione e nastri basculanti per il trasporto del materiale in uscita dal mulino. La granulometria del prodotto finito può essere regolata mediante la sostituzione della griglia montata all’interno del mulino. L’intero impianto è controllabile a distanza mediante radiocomando. Quattro, in particolare, Macchine Officine Rinaldi i modelli in gamma (MM100, MM150, MM200 e MM500), con potenze motore installate da 100, 170, 260 e 520 HP, lunghezza totale con nastro da 7.000 a 12.000 mm. Le altezze d’ingresso variano dai 600 mm del modello MM100 ai 1.000 mm del modello MM500, mentre le larghezze di ingresso sono rispettiva- mente di 700, 900, 1.000 e 1.350 mm per i quattro modelli. Elevata la produzione oraria, che oscilla dai 20-30 m3 del modello base ai 100-150 m3 del modello MM500, in funzione della tipologia del materiale trattato. I quattro impianti della gamma proposta hanno un peso operativo tra i 6.000 e i 25.000 kg. idraulica; le mascelle hanno un’ampiezza di 700x400 mm. Per quanto riguarda le pezzature ottenibili, le opzioni sono comprese tra 30 e 140 mm. Tra le caratteristiche principali della serie 7000 troviamo il doppio comando a distanza, il cavo di comando di serie per gestire tutte le funzioni (il frantumatore dispone anche di leve idrauliche) e la possibilità di scelta tra la tramoggia a gravità e il vassoio vibrante. Tra le opzioni: un vassoio di alimentazione vibrante, un alimentatore “grizzly”, uno scivolo di separazione e un nastro trasportatore posteriore per l’eliminazione del materiale fine. Sono inoltre disponibili un separatore magnetico e un setaccio per nastro trasportatore. Red Rhino Progettati e costruiti in Gran Bretagna, i minifrantumatori Red Rhino sono mezzi performanti e in continua evoluzione, utilizzabili in svariate applicazioni e sono nati per rispondere alla crescente necessità di ristrutturare, demolire, frantumare e riciclare in spazi sempre più ridotti. In Italia, questi prodotti sono distribuiti da Ariko (San Mauro Pascoli - Fc), azienda che fin dalla sua nascita offre articoli pensati per operare nel rispetto dell’ambiente riducendo al minimo l’impatto ambientale. Le serie disponibili si distinguono nelle denominazioni: 2000 Multiform, 3000 Multiform, 4000, 5000 e 7000. La serie 7000, in particolare, è costituita da frantumatori a mascelle con giunto a ginocchiera e mascelle reversibili in acciaio al manganese (14%). La macchina è equipaggiata con propulsori diesel Deutz da 67 CV raffreddati ad acqua; i cingoli sono in acciaio a trazione F E B B R A I O 2 0 1 1 M T 89 Attrezzature Macchine Macchine e attrezzature per la frantumazione 90 Zemmler Zemmler nasce nel 2000, quando Heiko Zemmler – che fino ad allora aveva lavorato alle dipendenze di Svedala (costruttore svedese di impianti di vagliatura) – fonda a Großräschen l’azienda. L’impresa si pone come obiettivo la riparazione di impianti di vagliatura a doppio tamburo della Vedbysonder Maskinfabrik e, più tardi, di Svedala, l’acquisto di impianti di vagliatura usati (destinati alla rivendita dopo essere stati rigenerati) e il noleggio di macchinari esistenti. Oggi Zemmler è una realtà consolidata nel settore della frantumazione. Scarti di demolizione, macerie, ghiaia, pietre sono solo alcuni esempi dei materiali che l’impianto di frantumazione Multi Screen MS 4200 Zemmler è in grado di gestire, separandolo in frazioni di diversa pezzatura (fine, media, pesante). L’MS 4200 adotta un particolare doppio tamburo, con angolo d’inclinazione fissa e velocità varia- bile in continuo, costituito da un tamburo interno di 1.500 mm e un fusto esterno di 2.005 mm di diametro, della lunghezza complessiva di 4.200 mm, i n grado di offrire un’area di vagliatura totale di circa 32 m². Il cestello interno è stato progettato in modo da garantire una distribuzione uniforme del materiale trattato nel tamburo, in modo da offrire una migliore selezione del materiale stesso. Inoltre, mantiene all’interno il materiale di maggiore pezzatura, così da proteggere il fusto esterno. I setacci installati nell’impianto presentano maglie di dimensioni variabili da 2 a 80 mm, consentendo all’utilizzatore di regolare l’impianto alla pezzatura desiderata. dard, per quasi tutti i tipi di applicazione; ovali, per lavorare materiali che contengono molto inerte, come i terreni ciottolosi; a martelli ad ascia, progettati per materiali che richiedono un maggiore effetto di disgregazione, come i rifiuti biologici e la corteccia. Tra i vantaggi offerti da queste macchine vi sono un costo d’investimen- to molto basso rispetto ad altri macchinari specifici, la doppia funzione di vagliatura e frantumazione, la possibilità di vagliare e frantumare diversi tipi di materiali, anche molto bagnati, la facilità di trasporto e sostituzione di tamburi e martelli, una manutenzione limitata che non necessita di personale specializzato. Allu Allu propone sul mercato la ben nota benna vagliatrice e disgregatrice serie D, istallabile su qualunque tipo di macchina base e utilizzabile per frantumare materiali provenienti da demolizioni quali calcinacci, mattoni, mattonelle o vetro alla pezzatura di un tout venant e renderlo quindi riutilizzabile come sottofondo o riempitivo. Il funzionamento è molto semplice: la potenza idraulica viene trasferita dalla macchina base – un escavatore, pala o terna – attraverso tubi idraulici fino al motore del disgregatore; questo azionerà i tamburi tramite ingranaggi e catena. La misura media del frantumato dipende dal tipo di tamburi utilizzati e da possibili accessori come le barre di frantumazione. I tamburi sono da 60 mm o 40 mm (spaziatura tra i dischi). I martelli sono in acciaio ad alta resistenza all’usura e sono disponibili in tre versioni: stanM T F E B B R A I O 2 0 1 1 primo piano Le benne vagliatrici proposte sul mercato da Ariko – azienda di San Mauro Pascoli (Fc) produttrice e distributrice in esclusiva per il mercato italiano ed europeo di attrezzature e accessori per macchine movimento terra delle migliori marche – sono idonee alla vagliatura e alla separazione di macerie, detriti e composti di risulta, con materiale di pezzatura in uscita da 0 a 15 mm. Con queste attrezzature si possono trattare, disgregare e miscelare materiali di diversa natura e consistenza provenienti da demolizioni o scavi come torba, argilla, corteccia e compost. Le benne Ariko selezionano materiale di scarto per essere riutilizzato in riempimenti di scavi e bonifiche di diversa natura. I rotori a coltello sono costruiti in Hardox e sono posti verticalmente, per un maggior equilibrio del siste- Attrezzature Ariko ma e per ridurre al massimo le vibrazioni. La trasmissione a catena è progettata per sopportare sollecitazioni di lavoro gravose, si trova nella parte superiore, per un rapido accesso, ed è totalmente protetta e provvista di sistema di lubrificazione centralizzato, per una facile manutenzione. La posizione verti- cale dei rotori e la grande superficie priva di sporgenza garantisce una migliore distribuzione del materiale da trattare, aumentando produzione e resa. Il motore idraulico Sauer Danfoss, assemblato in posizione riparata - così come tutta la trasmissione - è provvisto di valvola regolatrice di flusso. l’attrezzatura opera a una pressione di 180-200 bar, con una portata idraulica di 150 l/min. La CBF09, invece, è indicata per escavatori di peso da 20 a 30 t, ha un peso di 3.200 kg e una capacità di 0,85 m3, per una larghezza della bocca di carico di 900x550 mm e un’apertura variabile da 25 a 125 mm; l’attrezzatura ope- ra a una pressione di 180-200 bar, con una portata idraulica di 180 l/min. La leggerezza, compattezza e solidità di queste attrezzature ne consentono un agevole impiego direttamente in sito, consentendo di eliminare le spese di smaltimento del materiale inerte e il suo eventuale riutilizzo immediato. CM L’azienda produce una vasta gamma di accessori per macchine movimento terra, da demolizione, riciclaggio e per l’edilizia. Tra questi, la linea CBF di benne frantumatrici, che consentono di trattare il materiale inerte proveniente da demolizioni, da cava o pietrisco naturale. Macchina particolarmente adatta a lavori di piccola-media consistenza grazie alla sua facilità di montaggio su mezzi d‘opera, adotta una carcassa costruita interamente in Hardox per limitare al massimo l’usura e aumentare la sua resistenza agli urti. Due, attualmente, i modelli di benne in gamma: la CBF07 e la CBF09. La prima, idonea all’installazione su escavatori di peso da 13 a 20 t, ha un peso di 2.150 kg e una capacità di 0,7 m3, per una larghezza della bocca di carico di 700x550 mm e un’apertura variabile da 25 a 125 mm; F E B B R A I O 2 0 1 1 M T 91 Attrezzature Macchine e attrezzature per la frantumazione MB La benna frantoio MB, prima attrezzatura di questa tipologia a comparire sul mercato, funziona sfruttando l’impianto idraulico degli escavatori su cui è’ montata. Può essere utilizzata su tutta la gamma di escavatori dalle 8 t in su e le sue aree di applicazione sono numerose: dalle demolizioni all’edilizia in genere, dalla riqualificazione di ex aree industriali e urbane al trattamento di materiali provenienti da scavi, dal settore movimento terra ai lavori stradali, dalle cave alle miniere, dalle bonifiche ambientali alle applicazioni su roccia. La sua versatilità di utilizzo e i vantaggi che ne conseguono si assommano a una produttività particolarmente elevata: la benna frantuma direttamente in cantiere qualsiasi genere di materiale, a esclusione del ferro, e permette la raccolta del prodotto da frantumare depositandolo a cumulo su mezzi d’opera o nello scavo da colmare, velocizzando così le operazioni. Le benne MB consentono una notevole riduzione dei costi vivi e il riciclaggio del materiale inerte direttamente in cantiere, senza passare per la discarica (fattore questo fondamentale sia per il rispetto dell’ambiente che per un risparmio sullo smaltimento). MB propone oggi quattro modelli di benne frantoio di diversa taglia, idonee alle esigenze della piccola come della grande impresa operante nel settore costruzioni, nella demolizione e nel movimento terra in genere. Le attrezzature sono utilizzabili anche in applicazioni speciali come bonifiche ambientali e interventi su roccia. trezzatura; lavora inoltre come una normale benna caricatrice, senza la necessità di una seconda macchina che carichi il materiale. La gamma si compone di cinque modelli, da applicare su escavatori dalle 8 alle 50 t. La Simex CBE frantuma diversi tipi di materiali: inerti, mattoni, cemento, calcestruzzo armato, piastrelle, lastre di asfalto, legno, materiali deformabili in generale, vetro, terra vegetale. Non soffre la presenza di materiali bagnati o deformabili. L’attrezzatura può essere montata su qualsiasi tipo di escavatore in assoluta sicurezza, poiché non genera vibrazioni dannose né per l’operatore, né per la macchina motrice. Simex La benna frantumatrice Simex CBE è progettata per ridurre volumetricamente il materiale demolito direttamente in cantiere, trasformandolo rapidamente in materiale pronto per essere riutilizzato. Il risultato finale è un considerevole risparmio di costi, considerando il tempo che sarebbe necessario per il trasporto fuori dal cantiere e il suo trattamento presso gli impianti di frantumazione fissa. In tal modo la produttività all’interno dei siti migliora e consente inoltre un maggiore tasso di utilizzo della macchina motrice impiegata per la sua alimentazione. La pezzatura del materiale frantumato, con una semplice operazione di sostituzione delle lame, può essere variata: da 0-50 mm a 0-100 mm. La benna frantumatrice CBE può essere utilizzata in qualsiasi sito, anche nei più stretti e angusti, date le dimensioni compatte dell’at92 M T F E B B R A I O 2 0 1 1 primo piano Realizzate con lo scopo di frantumare il materiale inerte proveniente da demolizioni e ristrutturazioni, per recuperare il materiale di risulta derivato da centri di stoccaggio e per il trattamento degli scarti di lavorazione in cava, le benne frantoio della serie BM consentono di riciclare e riutilizzare il prodotto finito in cantiere, con un risparmio sui costi di conferimento in discarica e il reperimento di materiale inerte vergine. Tre i modelli in gamma, costruiti in acciaio Hardox: BM15, per escavatori con peso operativo tra le 12 e le 20 t, BM25, applicabile a escavatori con un peso compreso tra le 18 e le 25 t, e BM35, installabile su macchine dalle 25 alle 45 t. La piccola BM15, in particolare, caratterizzata da un peso di 1.500 kg, presenta una bocca di carico da 600 x 450 mm, una capacità Sae di 0,5 m3 ed è azionabile da impianti idraulici in grado di garantire una portata olio di almeno 150 l/min Attrezzature Trevi Benne a una pressione di 200 bar. La sorella maggiore BM25 presenta invece una massa operativa di 2.500 kg, dimensioni della bocca di 750 x 550 mm, mentre la capacità Sae è di 0,6 m3. L’impianto idraulico richiede in questo caso una portata d’olio di 180 l/min e una pressione di 220 bar. Al vertice della gamma troviamo infine la versione BM35, che si caratterizza per i 3.500 kg di peso e per un’apertura della bocca con dimensione pari a 900 x 650 mm. Portata olio e pressione richieste sono anche in questo caso di 180 l/min a 220 bar. Tutti i modelli sono predisposti all’utilizzo con una regolazione che prevede una pezzatura compresa tra i 20 e i 120 mm (100 mm per il modello BM15). teria con soluzioni innovative e senza comprometterne l’affidabilità strutturale, il peso del nuovo modello, nonostante l’adozione di mascelle di maggiori dimensioni, è stato ridotto di circa 300 kg (da 4.000 a 3.700 kg). Impiegabile ora su escavatori dalle 24 alle 40 t, la FB 350 – come ogni altro modello della gamma – è ideale per interventi non solo in cantiere, ma per la sua forza e capacità produttiva trova corretta applicazione anche nei lavori gravosi come in cava, con materiale roccioso e particolarmente abrasivo. VTN ha concentrato lo studio anche per ridurre al minimo ogni tipo di vibrazione nel ciclo di lavoro, modificando e ottimizzando l’allineamento mascella-albero-volani. VTN Europe La nuova versione della benna frantoio FB 350 conserva le peculiarità del modello della serie tuttora in produzione, ma migliorato nella sua struttura oltre che nelle prestazioni. Fermo restando l’originale movimento delle mascelle, ora peraltro coperto da brevetto internazionale, l’azienda è intervenuta sulle caratteristiche delle stesse, aumentandone larghezza (900 mm anziché 800 mm) e lunghezza (1.170 mm anziché 1.000 mm), ma modificandone la geometria di posizionamento, così da ottenere una resa oraria superiore anche per la migliore presa del materiale da trattare. Sempre realizzate in fusione, le mascelle (una fissa e una mobile) conservano la reversibilità e sono pertanto utilizzabili almeno due volte prima di procedere, quando indispensabile, alla sostituzione. Grazie alla progettazione con utilizzo del calcolo a elementi finiti, che ha consentito di intervenire sulla carpen- F E B B R A I O 2 0 1 1 M T 93
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