Rassegna stampa del 4 ottobre 2011

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Rassegna stampa del 4 ottobre 2011
del 04/10/2011
4 ottobre 2011
http://www.asca.it/newsL_AQUILA_RICOSTRUZIONE__GIOVANARDI__IDEE_CONFUSE_MA_DEGLI_AMMINI
STRATORI-1054633-ORA-.html
L'AQUILA/RICOSTRUZIONE: GIOVANARDI, IDEE CONFUSE MA DEGLI
AMMINISTRATORI
''Continuo a ritenere che le idee confuse sui fondi della ricostruzione per L'Aquila ce
l'abbiano gli amministratori di quella citta' e non il governo''. lLo ribadisce il sottosegretario
alla Presidenza del Consiglio, Carlo Giovanardi, che spiega: ''Per quanto ci riguarda,
infatti, con piu' di due anni di ritardo e non certo per nostra responsabilita', eravamo
finalmente in grado di procedere all'assegnazione dei 12 milioni di euro stanziati nel 2009
dal dipartimento per le politiche della famiglia, 3 dei quali per la realizzazione di un
progetto proposto dal comune de L'Aquila e i restanti 9 per progetti proposti anche da altri
comuni del cratere sulla base di una graduatoria stilata da una commissione mista statoregione, in virtu' di un bando pubblico. Per noi - sottolinea Giovanardi - questi sono i
soggetti beneficiari, ma avendo appreso dalla stampa di essere parte lesa di una
eventuale, tentata truffa nei nostri confronti, prima di liquidare tali somme, ci aspettiamo
che la Magistratura faccia rapidamente piena luce''.
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http://www.asca.it/newsL_AQUILA_RICOSTRUZIONE__PEZZOPANE__SU_SOCIALE_GIOVANARDI_HA_IDEE
_CONFUSE-1054435-ATT-.html
L'AQUILA/RICOSTRUZIONE: PEZZOPANE, SU SOCIALE GIOVANARDI
HA IDEE CONFUSE
''Sull'assegnazione dei fondi per il sociale, il sottosegretario Carlo Giovanardi ha ancora le
idee un po' confuse''. Ne e' convinta Stefania Pezzopane, assessore al Comune
dell'Aquila, che argomenta: ''In una dichiarazione del 24 settembre, all'indomani della
notizia dell'inchiesta per tentata truffa, il Sottosegretario afferma di voler bloccare i 12
milioni di euro; due giorni dopo, in un comunicato stampa pubblicato anche sul sito del
Dipartimento delle Politiche per la famiglia, Giovanardi afferma l'esatto contrario e cioe' di
voler assegnare quei fondi sulla base della graduatoria approvata lo scorso 12 settembre.
Qual e', dunque, la linea che il Sottosegretario intende seguire'? - chiede la Pezzopane Bloccare i finanziamenti o assegnarli'? Dica con chiarezza quale strada intende seguire''.
L'Assessore ricorda di aver sollecitato chiarezza sulla graduatoria nei giorni scorsi,
''inoltrando da piu' di due settimane al presidente della Regione, Gianni Chiodi, una
richiesta formale di accesso agli atti, senza ricevere ancora alcuna risposta''. ''Sulla
graduatoria va fatta piena luce - torna ad esortare la Pezzopane - mentre i 3,1 milioni per
l'ex Onpi, progetto presentato dal Comune dell'Aquila, sono stati gia' impegnati, come
conferma anche il comunicato del Dipartimento; il Provveditorato alle Opere Pubbliche sta
completando le procedure di gara''.
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http://ilcentro.gelocal.it/laquila/cronaca/2011/10/04/news/molinari-pronto-ad-andare-dalpm-sono-a-disposizione-della-procura-5079413
MOLINARI PRONTO AD ANDARE DAL PM «SONO A DISPOSIZIONE
DELLA PROCURA»
«Sono a disposizione di tutti. Pronto ad andare in Procura, anche a parlare coi magistrati
se ci sarà la necessità. A ribadire ancora una volta che noi non c'entriamo niente, che
siamo stati imbrogliati, che siamo parti offese». IL MANTRA. L'arcivescovo Giuseppe
Molinari allarga le braccia quasi in segno di resa. Sono giorni che lui e l'ausiliare ripetono
come un mantra, prima a se stessi e poi ai preti e ai fedeli sconcertati, che la Chiesa non
c'entra niente. Che era andata per fare bene e non poteva, no, neppure di fronte ad
avvertimenti pubblici e prese di distanza dall'attività di Traversi e soci, nemmeno
lontanamente pensare che si sarebbe infilata in un vicolo cieco. Da dove si sta cercando di
uscire. Sì, ma come? Se non bastano le scuse pubbliche, rese in piazza da D'Ercole, se
non basta la lettera scritta col cuore in mano a parroci e comunità («Non lasciateci soli»),
cos'altro fare? La consegna, per ora, è simile a quella del personaggio di Pio VII
(interpretato da Paolo Stoppa) nel film «Il marchese del Grillo»: silenzio e preghiera.
PORTA CHIUSA. C'è una porta chiusa, al primo piano del capannone donato alla Curia
dopo il sisma per sistemarvi gli uffici. Dentro c'è l'ausiliare Giovanni D'Ercole. Chi lo ha
incontrato negli ultimi giorni riferisce di non aver riconosciuto, in lui, il don Giovanni
sorridente della tv che un anno e mezzo fa mise mano alla pala per togliere le macerie da
piazza Palazzo. Quel giorno, in piazza, fu accolto da fischi e qualche applauso, pacche
sulla spalla ma anche imprecazioni da parte di chi non voleva che quella tonaca nera si
sporcasse di bianco. «Ho sbagliato, mi sono fidato, ma dateci fiducia», le sue parole
sussurrate in piazza, dov'è andato, da solo, ad affrontare gli sguardi, il giudizio della gente.
E anche, forse, il «pregiudizio» che tanto addolora, in queste ore, i due presuli che si
sentono raggirati, turlupinati, traditi. E anche, specie negli ultimi giorni, abbandonati. E non
solo dai laici. In altri tempi, nel giorno di una conferenza stampa in Curia per annunciare
un convegno sul ruolo dei cattolici nell'Unità d'Italia (in programma il 13 e 14 ottobre a
Strinella 88) il vescovo comunicatore sarebbe stato in prima fila, completamente a suo
agio tra telecamere e microfoni. Non ora, che la ferita per le «traversie» della Fondazione
ancora sanguina. PASTORI. Allora, tocca a Molinari «immolarsi» davanti ai cronisti. A chi
gli ha mandato a dire che "non è un buon Pastore chi sceglie cattive compagnie" il presule
replica: «Eccoci di nuovo alle piccole miserie quotidiane. A patto che le cose le si voglia
vedere senza pregiudizi, c'è una responsabilità del Pastore e del primo collaboratore del
Pastore. Ma le nostre intenzioni erano buone. Non volevamo fare nulla di male ma solo
bene. L'ho già detto in passato. Mi fido sempre delle persone fino a quando non mi
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dimostrano il contrario. Ci è mancata l'astuzia dei serpenti. Mai avremmo potuto credere
che si sarebbe arrivati fino a questa degenerazione». Quanto ai piani di Traversi per il
turismo religioso, col coinvolgimento delle altre 10 diocesi d'Abruzzo e Molise per
intascare altri 4 milioni (progetti di cui il professore arrestato aveva informato tutti e due i
vescovi), Molinari sostiene che «per quello che ne so io, era tutta un'ipotesi loro».
Incassata la solidarietà dell'arcivescovo di Chieti-Vasto Forte («ho molta fiducia nella
serietà morale di questi Pastori», ha dichiarato al Centro), Molinari e D'Ercole si preparano
a incontrare, domani in Curia, tutti i vescovi della Ceam per una riunione «programmata da
tempo».
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http://www.improntalaquila.org/2011/10/03/articolo28444/
LO SCANDALO DEI FONDI GIOVANARDI SARÀ L’ULTIMO? LA
PROVINCIA ED I COMUNI ESCANO DALLA FONDAZIONE
In attesa che la Giustizia faccia il suo corso e che i vari Traversi, Cavaliere ed Altri
possano dimostrare la loro innocenza, al di là dei comportamenti delle persone a me
interessa che le Istituzioni coinvolte in un modo o nell’altro traggano le dovute e
conseguenti decisioni, riconoscendo l’errore di partecipare a Fondazioni che nascono per
sfruttare od approfittare dei fondi destinati ai cittadini o alla ricostruzione della città.
Finora, segnali positivi non si vedono ed il rischio è che come in passato per i tanti altri
scandali finisca tutto in una bolla di sapone, senza che nulla cambi nei comportamenti e
nei rapporti dei rappresentanti delle Istituzioni con i procacciatori di affari e con gli
spregiudicati, che ridono e vedono come un’opportunità di arricchimento personale il
dramma del terremoto. C’è bisogno di una risposta ferma da parte di tutti. C’è bisogno che
emerga un sentimento di indignazione popolare.
C’è bisogno che le Istituzioni facciano la loro parte: La Provincia ed i Comuni escano
subito con atto formale dalla Fondazione; il Presidente Chiodi dica pubblicamente che non
aveva rapporti particolari con i personaggi inquisiti; l’arcivescovo, Molinari, ed il vescovo,
D’Ercole, riconoscano pubblicamente le loro responsabilità o le loro complicità, e dicano ai
fedeli che mai più si occuperanno di cose o di fondi, ma solo di anime o di solidarietà
verso più deboli.
Una città alle prese con una complicata e difficile ricostruzione deve poter recuperare un
pizzico di fiducia nelle Istituzioni locali e un’indispensabile dose di speranza nella
possibilità di combattere il malcostume ed il malgoverno che stanno in varie forme
dominando la vita politica cittadina.
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http://www.ilcapoluogo.com/News/Attualita/Progettazione-partecipata-66251
PROGETTAZIONE PARTECIPATA
Oggi risulta difficoltoso tematizzare la complessità degli interventi necessari per
trasformare o riqualificare l'ambiente in particolar modo dopo il sisma devastante che ha
colpito un'area molto estesa dell'Abruzzo interno.Ogni singola realtà amministrativa ha
tentato,finora,di mettere mano ad un progetto di ricostruzione dei centri distrutti basandosi
anche sulla collaborazione di università che hanno messo a disposizione i propri specialisti
e tecnici di urbanistica.Attualmente si assiste ad un fenomeno nuovo nell'ambito della
progettazione da parte di specialisti, i quali dopo aver rimosso la neutralità dei progetti ed
anche quella dell'apporto scientifico si trovano a dover competere con una complessa rete
di deleghe, commissari,valutazioni che rischiano di vanificare gli sforzi soprattutto per la
mancanza di adeguati strumenti di urbanizzazione a cui fare riferimento.Mentre la
popolazione diminuisce gli spazi di antropizzazione si dilatano in maniera esponenziale
con conseguente incremento della mobilità dovuta ad una improvvida atomizzazione dei
nuclei residenziali e sedi lavorative.L'intero corpo urbano della città de L'Aquila
incredibilmente ha occupato spazi sull'alveo dell'Aterno da tempo ritenuti sensibili per via
delle improvvise alluvioni causate dal fiume Aterno.Il problema fu posto già dai tempi di
Plinio il Vecchio,scrittore romano ( 23-79 d.C. ) che nella sua Historia Naturalis descrive la
molteplicità di sorgenti presenti nella zona di Pettino e l'irruenza del Novanus Fluvius che
riversava le sue acque dalla piana di Cascio lungo il fosso di S Giuliano trascinando
cumuli di detriti nelle zona compresa tra l'attuale quartiere di S.Sisto,piazza d'Armi,Villa
Gioia,il palazzo di Giustizia il Vetoio e l'attuale ospedale regionale.
Dovendo redigere,negli anni '70,il Piano Regolatore Generale de L'Aquila gli urbanisti del
gruppo Tecnici Emiliani Associati (TEA) intrapresero una lettura geofisica dell'alveo
dell'Aterno stabilendo di procedere ad un incremento per "atomi ambientali" delle zone di
ampliamento sia abitativo che industriale ed artigianale e dei servizi e non per azione di
dinamica concentrica così come attuato da Piccinato.In questa fase elaborativa molto influì
la partecipazione popolare chiamata a formulare proposte,critiche o suggerimenti
nell'ambito dei Consigli di Circoscrizione al loro avvio.I risultati furono,per
l'epoca,soddisfacenti ed ogni singolo cittadino si rese conto di come veniva individuato il
futuro della città e perfino la tipologia abitativa dell'intera area interessata.Ora il rapporto
tra progettazione professionale ed evoluzione sociale risulta stravolto poichè l'ambiente
viene interamente progettato da professionisti e l'architettura ha perduto il suo linguaggio
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condiviso e la gente chiede interventi "in linea" più confacenti a regole da rispettare e
tempi non dilatati. Al momento attuale si richiede la riqualificazione dell'ambiente e non la
dilatazione ulteriore degli spazi urbani. Esempi emblematici sono la nuova sede della
Corte d'Appello e il vecchio mattatoio e così di seguito...Fa piacere udire anche da
rappresentati istituzionali che è giunto il momento che la città si doti di un nuovo Piano
Regolatore Generale da stendere nelle linee di strategia globale ma che possa operare
tatticamente ed in tempi ridotti in ogni settore,ove il procedere per tattica costituisca una
somma di segmenti riconducibili all'obiettivo globale individuato con l'apporto partecipativo
della popolazione.E' pur vero che il momento attuale è carico di fibrillazione per le elezioni
amministrative del 2012 e per i numerosi casi di illegalità amministrativa che si
commentano da soli e dei quali la magistratura stabilirà le responsabilità individuali e
collettive ma nulla impedisce di provvedere tenacemente alla rinascita di un territorio che
merita la nostra attenzione e la sopravvivenza dei nostri figli.
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http://www.abruzzoweb.it/contenuti/laquila-rassegnati-alla-precarieta-petulla-studio-sulbisogno--sociale/37318-302/
L'AQUILA: RASSEGNATI ALLA PRECARIETA'
PETULLA', ''STUDIO SUL BISOGNO SOCIALE''
Abitudini stravolte, orizzonti fisici e morali mutati, amici e vicinato lontani, nuove facce sul
pianerottolo di casa, spesso con lingua e abitudini diverse, spazi che non sono più i loro e
soprattutto un senso di provvisorietà, di temporaneità che non permette un adattamento
completo alle nuove sistemazioni È questa la nuova vita degli aquilani che vivono
nei moduli abitativi provvisori o nel progetto C.a.s.e., dati che emergono anche
dall'indagine sul campo che AbruzzoWeb fa periodicamente nell'inchiesta "C.a.s.e. Tour".
La sensazione è quella di essere ospiti, di dover prima o poi partire di nuovo, compiere
l'ennesimo trasloco che in questi due anni e mezzo sembra essere stata l'occupazione
principale degli aquilani. "Ritengo sia arrivato il momento, dopo la fase dell'emergenza e la
sistemazione in alloggi non di fortuna, di analizzare le condizioni di vita all'interno dei siti
del progetto C.a.s.e. e più ancora negli insediamenti dei Moduli abitativi provvisori (Map)".
L’ha detto ad Abruzzoweb Roberto Petullà, coordinatore della Struttura per la gestione
dell'emergenza, parlando delle necessità di compiere uno studio per verificare le
condizioni di vita mutate e la nuova socialità nell'ambito dei Progetti C.a.s.e. e dei Map.
"La Sge potrebbe anche compiere lo studio - ha continuato Petullà - fermo restando che
sarebbe più un compito di natura sociologica. Sarebbe meglio se lo facesse il Comune
dell'Aquila. Ci si dovrebbe accertare che nessun Comune lo stia già facendo". "La mia - ha
precisato Petullà - è una sollecitazione affinché si faccia, potrebbe essere anche
una iniziativa del Commissario per la ricostruzione. I Map sono comunque di pertinenza
dei vari Comuni e dovrebbero essere loro a fare un'indagine del genere". A oggi, le uniche
due indagini sulla socialità nei nuovi nuclei abitativi sono state svolte, in maniera del tutto
indipendente dai Comuni di pertinenza, da Lina Calandra, professoressa della Facoltà di
Lettere e filosofia dell'Università dell'Aquila, studio intitolato Verso una nuova geografia
sociale dell'Aquila post-sisma, e dall'Università di Roma "La Sapienza", ancora in corso.
La situazione appare chiara a tutti, molte persone, soprattutto gli anziani, ma non solo loro,
stanno vivendo la separazione dai luoghi della propria vita in maniera traumatica e
angosciante.
Petullà ha aggiunto che è importante "capire come la delocalizzazione debba essere
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affrontata, affrontare il problema della socializzazione, individuare gli strumenti idonei a
garantire una migliore qualità della vita". La reazione di molti è la chiusura totale verso le
nuove relazioni sociali e le famiglie si chiudono nella loro "c.a.s.a.", rifiutando il contatto
con gli altri inquilini e limitandosi al "buongiorno" e "buonasera". "Non credo che a due
anni e mezzo dal sisma si possa prescindere da valutazioni di questo tipo e qualcuno
dovrebbe cominciare a farle: in maniera scientifica ma anche con vocazione didattica
perché occorre formare a un diverso tipo di convivenza cui forse molti non erano abituati",
ha concluso Petullà. La socialità, oggi, si cerca altrove, e quasi esclusivamente nei nuovi
centri commerciali che, come funghi, nascono in ogni angolo della città, ma anche questo
tipo di relazione è completamente diverso da quello, pre-sisma, del passeggio nel centro
cittadino, del ritrovo nella piazza, inteso come punto nevralgico delle relazioni
interpersonali, luogo di confronto e di "Socialità" con la "s" maiuscola.
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http://www.redattoresociale.it/DettaglioNotizie.aspx?idNews=367172
RIUNITO A L'AQUILA IL CDA DI BANCA ETICA
Si è riunita oggi a L’Aquila presso la casa del volontariato il consiglio di amministrazione di
banca Etica, il primo istituto di credito italiano interamente dedito alla finanza etica che da
tempo lavora in Abruzzo, con una particolare attenzione al capoluogo duramente colpito
dal terremoto del 2009, che ha portato a finanziare progetti di economia civile e solidale
per un ammontare complessivo pari a quasi 4 milioni di euro. In particolare Banca Etica ha
contribuito alla costruzione della nuova Casa del Volontariato dell'Aquila, inaugurata lo
scorso 16 luglio, che vuole offrire al Terzo Settore aquilano uno spazio di incontro, di
crescita e di scambio che possa facilitare la crescita del privato sociale, ancora più
necessario dopo il sisma. Presso la Casa del Volontariato è attivo anche lo sportello del
“banchiere ambulante” di Banca Etica che offre ai cittadini e alle associazioni abruzzesi
un'opportunità in più per scegliere un uso responsabile del denaro. “Proprio in questi giorni
- si legge in una nota - Banca Etica ha lanciato dal Festival di Internazionale a Ferrara
una campagna chiamata “Non con i miei soldi” che mira a risvegliare nei cittadini la
coscienza che la crisi si combatte anche dal basso, attraverso le reti capaci di rigenerare
fiducia e le scelte degli individui che possono e devono chiedere alle loro banche una
maggiore trasparenza circa l'uso del denaro che viene loro affidato e che dovrebbe essere
utilizzato per investimenti concerti e capaci di creare un indotto positivo e non per
scommesse speculative che mettono a rischio l'economia globale”.
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http://www.pagineabruzzo.it/notizie/news/L
%27Aquila/44383/Il_cda_di_banca_etica_riunito_all_aquila.html
IL CDA DI BANCA ETICA RIUNITO ALL'AQUILA
Il Consiglio di amministrazione di Banca Etica si riunisce oggi e domani a L'Aquila, presso
la Casa del Volontariato.
Banca Etica è il primo istituto di credito italiano interamente dedito alla finanza etica e da
tempo lavora in Abruzzo, con una particolare attenzione al capoluogo duramente colpito
dal terremoto del 2009. Oggi Banca Etica conta in Abruzzo circa 400 soci che
conferiscono una somma di capitale sociale pari a € 205mila. La Banca sta finanziando in
Abruzzo progetti di economia civile e solidale per un ammontare complessivo pari a quasi
4 milioni di euro, a fronte di una raccolta di risparmio che nella Regione sfiora i 3 milioni.
In particolare Banca Etica ha contribuito a finanziare la costruzione della nuova Casa del
Volontariato dell'Aquila, inaugurata lo scorso 16 luglio, e che vuole offrire al Terzo Settore
aquilano uno spazio di incontro, di crescita e di scambio che possa facilitare la crescita del
privato sociale, ancora più necessario dopo il sisma.
Presso la Casa del Volontariato è attivo anche lo sportello del “banchiere ambulante” di
Banca Etica che offre ai cittadini e alle associazioni abruzzesi un'opportunità in più per
scegliere un uso responsabile del denaro. Proprio in questi giorni Banca Etica ha lanciato
dal Festival di Internazionale a Ferrara una campagna chiamata “Non con i miei soldi” che
mira a risvegliare nei cittadini la coscienza che la crisi si combatte anche dal basso,
attraverso le reti capaci di rigenerare fiducia e le scelte degli individui che possono e
devono chiedere alle loro banche una maggiore trasparenza circa l'uso del denaro che
viene loro affidato e che dovrebbe essere utilizzato per investimenti concerti e capaci di
creare un indotto positivo e non per scommesse speculative che mettono a rischio
l'economia globale.
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http://www.improntalaquila.org/2011/10/03/articolo28449/
IL CDA DI BANCA ETICA ALL’AQUILA PRESSO LA CASA DEL
VOLONTARIATO
Il Consiglio di amministrazione di Banca Etica, per esprimere vicinanza al territorio e
lanciare la campagna “Non Con i Miei Soldi” per un uso responsabile del denaro, si è
riunito oggi e tornerà a riunirsi domani a L’Aquila, presso la Casa del Volontariato. Banca
Etica è il primo istituto di credito italiano interamente dedito alla finanza etica e da tempo
lavora in Abruzzo, con una particolare attenzione al capoluogo duramente colpito dal
terremoto del 2009. Oggi Banca Etica conta in Abruzzo circa 400 soci che conferiscono
una somma di capitale sociale pari a € 205mila. La Banca sta finanziando in Abruzzo
progetti di economia civile e solidale per un ammontare complessivo pari a quasi 4 milioni
di euro, a fronte di una raccolta di risparmio che nella Regione sfiora i 3 milioni.
In particolare Banca Etica ha contribuito a finanziare la costruzione della nuova Casa del
Volontariato dell’Aquila, inaugurata lo scorso 16 luglio, e che vuole offrire al Terzo Settore
aquilano uno spazio di incontro, di crescita e di scambio che possa facilitare la crescita del
privato sociale, ancora più necessario dopo il sisma.
Presso la Casa del Volontariato è attivo anche lo sportello del “banchiere ambulante” di
Banca Etica che offre ai cittadini e alle associazioni abruzzesi un’opportunità in più per
scegliere un uso responsabile del denaro. Proprio in questi giorni Banca Etica ha lanciato
dal Festival di Internazionale a Ferrara una campagna chiamata “Non con i miei soldi” che
mira a risvegliare nei cittadini la coscienza che la crisi si combatte anche dal basso,
attraverso le reti capaci di rigenerare fiducia e le scelte degli individui che possono e
devono chiedere alle loro banche una maggiore trasparenza circa l’uso del denaro che
viene loro affidato e che dovrebbe essere utilizzato per investimenti concerti e capaci di
creare un indotto positivo e non per scommesse speculative che mettono a rischio
l’economia globale.
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http://ilcentro.gelocal.it/laquila/cronaca/2011/10/03/news/otto-associazioni-contro-i-nuoviparcheggi-5076351
OTTO ASSOCIAZIONI CONTRO I NUOVI PARCHEGGI
Le associazioni della città si schierano contro il project financing per i parcheggi di piazza
Martiri di Capistrello e piazza Matteotti. Ambientalisti e tutori dei consumatori scendono in
campo per dire no al progetto da sette milioni di euro con il quale il Comune vuole
realizzare due strutture per le auto e il restyling delle due piazze e di corso della Libertà.
Centro giuridico del consumatore, Ambiente e Vita, Forum luce, Comitato borgo Incile No
Powercrop, Rindertimi, Archeoclub Marsica, Italia nostra, Comitato pendolari 5.30, sono le
associazioni che unite in una rete di cittadinanza attiva, vogliono dar battaglia al Comune
contro il maxi project financing progettato dall'architetto Paolo Luccioni. «Con questo
progetto non si fa l'interesse pubblico, ma solo di qualcuno», hanno spiegato gli esponenti
delle 8 associazioni, «il Comune ha deliberato di consegnare le chiavi della città a una
società di un'altra regione affidandole un lavoro da 7 milioni di euro che stravolgerà
l'immagine storica, economica, commerciale e culturale di Avezzano». Gli esponenti della
rete di cittadinanza attiva contestano all'amministrazione che «la società forestiera
diventerà proprietaria unica di tutti i parcheggi, anche di quelli già esistenti, circa 2mila, e
controllerà i sette dipendenti pubblici che vi operano». Secondo i responsabili delle
associazioni dall'accordo per la realizzazione dei parcheggi il Comune ci rimetterà perché
«con le strisce blu oggi incassa 700mila euro l'anno, in futuro invece ne ricaverà solo
200mila». Inoltre, la società che realizzerà le due maxi strutture per gli esponenti delle
associazioni «si impossesserà di alcune zone della città, sotto le quali è interrato il cuore
dell'Avezzano dei nostri padri, in cambio di un garage sotterraneo e di un palazzo a
quattro piani realizzano in una zona a elevata densità abitativa. Inoltre, metterà le mani su
piazza Matteotti, giardino all'italiana dei primi del Novecento, ridimensionandolo per pochi
posti auto costosissimi per tutti, pendolari compresi». In sintesi, la rete di associazioni
contesta «l'interesse pubblico» del progetto che mercoledì pomeriggio sarà al centro di un
consiglio straordinario convocato dal presidente Lino Cipolloni per approvare il project
financing e far partire l'iter burocratico. «Perché l'amministrazione comunale, a sei mesi
dalla scadenza del mandato, vuole regalare pezzi della città con tanta fretta?», si chiedono
i responsabili dell'associazioni guidati da Augusto Di Bastiano, presidente del Centro
giuridico del consumatore, «mercoledì l'opera verrà dichiarata dal consiglio di interesse
pubblico, gli avezzanesi per evitare tutto ciò devono raggiungere i propri eletti in consiglio
e suggerire di rivedere il progetto».
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http://www.abruzzo24ore.tv/news/Menodotto-Snam-i-comitati-pronti-allamobilitazione/55185.htm
MENODOTTO SNAM: I COMITATI PRONTI ALLA MOBILITAZIONE
L'appello dei Comitati cittadini per l’ambiente che in Valle peligna si oppongono con tutte le
forze al metanodotto della Snam.
''La Snam, prima società dell’ENI, tratta il nostro territorio come se fosse una colonia di
sua proprietà
Nonostante la contrarietà dei cittadini, dei Comuni, della Comunità Montana e della
Provincia, la Snam vuole imporci a tutti i costi il SUO metanodotto e la SUA centrale di
compressione, che servono per rivendere in Europa ( e quindi fare profitti sulla nostra
pelle) il gas che dovrebbe arrivare dall’Africa e dalla Russia
In questo sciagurato disegno - che mette a repentaglio la nostra sicurezza e la nostra
salute e danneggia fortemente l’economia locale - la Snam è spalleggiata dal Governo
nazionale, che ha portato avanti a buon punto l’iter autorizzativo. La Regione Abruzzo
continua a sfuggire e a non pronunciarsi. Il “No” della Regione è decisivo perché
costringerebbe la Snam a rivedere il progetto
CITTADINI, FACCIAMOCI VALERE! NON SIAMO SUDDITI DELL’ENI E DEI SUOI
ENORMI INTERESSI!
GIOVEDI
6
OTTOBRE,
ALLE
ORE
17,3O
ASSEMBLEA
PUBBLICA
Presso la Comunità montana Peligna ( via Angeloni) Sulmona Per decidere insieme le
nuove iniziative di lotta
SONO INVITATI A PARTECIPARE ANCHE I PARLAMENTARI, I SINDACI, IL
PRESIDENTE DELLA COMUNITA’ MONTANA, I CONSIGLIERI PROVINCIALI E
COMUNALI DEL TERRITORIO. INTERVENITE TUTTI!
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http://www.primadanoi.it/modules/articolo/article.php?storyid=8933
A L’AQUILA “ANTENNE DELLA MEMORIA” IN RICORDO DELLE
VITTIME DELLA MAFIA E DEL TERREMOTO
Legalità e memoria. Saranno questi i temi affrontati durante l’evento ''Antenne di
memoria'', un progetto che si svolgerà a L’Aquila dal 5 al 9 ottobre.
L’evento, presentato dal Comitato Territoriale Arci L’Aquila, dal circolo culturale Querenzia
e Gli Artisti Aquilani con la collaborazione del Comune e Provincia de L’Aquila, del Centro
Servizi per il Volontariato della Provincia de L’Aquila e del Teatro Stabile d’Abruzzo, si
snoderà in una serie di conferenze, spettacoli, video, storie di mafia e di lotta, di
sopraffazione e di memoria.
Un incontro creato anche per avvicinare le giovani generazioni alla legalità e al ricordo
delle vittime della malavita e del terremoto. Infatti nel corso della manifestazione sono
previsti incontri con le scuole così come un soggiorno di tre giorni a Cinisi, per il “Viaggio
della Memoria a casa Badalamenti”.
Tra i partecipanti ci saranno Giovanni Impastato, custode di “Casa Memoria Felicia e
Peppino Impastato” e Claudio La Camera coordinatore del museo della Ndrangheta di
Reggio Calabria, oltre ad una nutrita schiera di scolaresche.
Tutto avrà inizio mercoledì 5 ottobre , alle 21.00 presso il circolo Querenzia dove verrà
presentato il libro“I Medici della camorra" di Corrado De Rosa, con la partecipazione di
Carlo Maria Marchi, pedagogo presso la Casa Circondariale “Le Costarelle”.
Il 6 ottobre alle16.30 toccherà a Giovanni Impastato e Claudio La Camera ricordare, alla
“Casa dello Studente”, tutte le giovani vittime del sisma del 6 aprile. Seguirà una
conferenza sul tema “Memoria e conoscenza per combattere le mafie”, a cui interverrà
Angelo Venti (responsabile del presidio di Libera a L'Aquila).
Nel corso della conferenza verrà proiettato il docufilm “Penombre” di Giusy Utano e
Claudio La Camera, in collaborazione con Rai Calabria che mira ad approfondire il senso
della giustizia all’indomani di importanti operazioni di repressione della attività della
n’drangheta in provincia di Reggio Calabria.
E poi La Casa del Teatro ospiterà lo spettacolo teatrale “Mafie, Sud e resistenza” prodotto
dalla Compagnia dei Merli Bianchi in collaborazione con il Museo della n’drangheta, per la
regia di Claudio La Camera ed il 7 ottobre, lo spettacolo “Sete”, interpretato da Giulio
Votta, un monologo a due voci sulla figura di Leonardo Vitale, primo pentito di mafia
assassinato a Palermo il 2 dicembre 1984.
L’appuntamento si concluderà domenica 9 ottobre con una conferenza spettacolo a cura
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della associazione Teatro Atlante di Palermo nel corso della quale verrà presentata
l’attività che essa conduce da diversi anni nei laboratori teatrali per bambini e ragazzi nel
quartiere Ballarò-Albergheria, uno dei più “ a rischio” della città.
Così come si potrà assistere a frammenti dello spettacolo “Onora la madre” una nuova
produzione della compagnia che affronta il rapporto fra donne e mafia.
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http://www.abruzzo24ore.tv/news/Antenne-di-memoria-cultura-della-resistenza-estrumenti-di-sopravvivenza/55167.htm
ANTENNE DI MEMORIA, CULTURA DELLA RESISTENZA E STRUMENTI
DI SOPRAVVIVENZA
Il Comitato Territoriale ARCI L'Aquila, il circolo culturale Querenzia e Gli Artisti Aquilani
presentano. Antenne di memoria. Cultura della resistenza e strumenti di sopravvivenza, un
progetto per la legalità e la cittadinanza attiva. La manifestazione che vedrà la presenza di
Giovanni Impastato, custode di Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato e Claudio La
Camera coordinatore del Museo della Ndrangheta di Reggio Calabria, è tappa di un ampio
percorso che intende trasmettere valori democratici e cultura della legalità come somma di
esperienze individuali interattive, guidate dalla storia, dagli eventi, da testimoni eccellenti.
Dal 5 al 9 ottobre a Piazza d'Arti si intrecceranno conferenze, spettacoli, video, storie di
mafia e di lotta, di sopraffazione e di memoria. Mercoledì 5 ottobre , alle h 21,00 presso il
Circolo Querencia verrà presentato il libro "I Medici della camorra" di Corrado De Rosa,
con la partecipazione di Carlo Maria Marchi, pedagogo presso la Casa Circondariale "Le
Costarelle" che ospita anche detenuti in regime di 41 bis.
Il 6 ottobre alle h. 16,30 Giovanni Impastato e Claudio La Camera saranno alla Casa dello
Studente, per ricordare tutte le giovani vittime del sisma del 6 aprile., ragazze e ragazzi
che, venuti a L'Aquila per costruire il loro futuro, vi hanno incontrato la morte. Subito dopo
Impastato e La Camera terranno al Circolo Querencia (h. 18,00) una conferenza sul tema
"Memoria e conoscenza per combattere le mafie" , a cui interverranno Angelo Venti
(responsabile del presidio di Libera a L'Aquila) e Giovanna Maria Iurato, Prefetto
dell'Aquila.
Nel corso della conferenza verrà proiettato il documentario "Penombre" di Giusy Utano e
Claudio La Camera, in collaborazione con RAI Calabria: una riflessione sulla percezione
del senso della legalità e della giustizia all'indomani di importanti operazioni di repressione
della attività della 'drangheta in provincia di Reggio Calabria.
E alle h. 21:00 La Casa del Teatro ospiterà lo spettacolo teatrale "Mafie, Sud e resistenza"
prodotto dalla Compagnia dei Merli Bianchi in collaborazione con il Museo della
ndrangheta, per la regia di Claudio La Camera La pièce, interpretata da Mariangela
Berazzi e Margherita Di Marco, racconta esemplari storie di donne e tra queste, quella di
Felicia Impastato, madre di Peppino, e quella di Rita Atria, figlia di un boss mafioso e poi
testimone di giustizia. Storie identiche di resistenza.
Un inno al coraggio vero, quello fatto di ostinazione, di lotta nel totale isolamento, di forza
nella fragilità estrema, di sordità alla rassegnazione. Ancora uno spettacolo, il 7 ottobre,
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sempre presso la Casa del Teatro: Sete, interpretato da Giulio Votta, per la regia di Emilio
Ajovalasit: monologo a due voci sulla figura di Leonardo Vitale, primo pentito di mafia.
Leonardo Vitale, assassinato a Palermo il 2 dicembre 1984, è considerato il primo pentito
di mafia per motivi di coscienza. La sua confessione e le sue rivelazioni arrivarono infatti
nel 1973, periodo in cui non esisteva alcuna legge sui collaboratori di giustizia.
Dalle sue dichiarazioni non ebbe alcun vantaggio, anzi, accusatosi di diversi omicidi e atti
criminosi, fu arrestato e successivamente internato in diversi manicomi criminali. Questa
piccola rassegna della legalità si chiude domenica 9 ottobre una conferenza spettacolo
(alle h. 18,00, Casa del Teatro) a cura della associazione Teatro Atlante di Palermo che,
oltre alla ricerca teatrale e alla produzione di spettacoli, conduce da diversi anni laboratori
teatrali per bambini e ragazzi nel quartiere Ballarò-Albergheria, uno dei più " a rischio"
della città.
Ogni anno questo laboratorio si conclude con una parata-spettacolo che attraversa i vicoli
del quartiere. Nel corso della conferenza verrà mostrata e commentata una
documentazione video-fotografica di queste attività e sarà possibile assistere a frammenti
dello spettacolo "Onora la madre" (con: Preziosa Salatino/ regia: Emilio Ajovalasit) una
nuova produzione della compagnia che affronta il rapporto fra donne e mafia.
La storia narrata è quella di Annina, donna del Sud, una donna come tante, una storia
come altre che ci mostra il dramma comune a tante donne meridionali: infanzie austere
prive di carezze, matrimoni combinati, maternità precoci, vedovanze e lutti da ostentare,
sottomissione ai propri mariti, spirito di abnegazione nei confronti della famiglia, rapporto
difficile con i figli maschi e infine un sofferto e opprimente "senso dell'onore". Nel corso
della manifestazione sono previsti incontri con le scuole e all'interno del progetto è in
programma un soggiorno di tre giorni a Cinisi, per il Viaggio della Memoria a casa
Badalamenti e percorso dei cento passi. Inoltre Giovanni Impastato e Claudio La Camera
incontreranno le scolaresche aquilane per conferenze e dibattiti. La manifestazione vede
la collaborazione di Comune e Provincia dell'Aquila, Centro Servizi per il Volontariato della
Provincia dell'Aquila e Teatro Stabile d'Abruzzo. PER INFORMAZIONI Antonietta
Centofanti cel. 347-0343505
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http://www.inabruzzo.com/?p=93583
“MAFIE SUD E RESISTENZA”
“Mafie Sud e Resistenza” è lo spettacolo prodotto dalla Compagnia dei Merli Bianchi in
collaborazione con il Teatro Proskenion di Scilla e con la regia di Claudio La Camera. E’
parte dell’omonimo progetto, promosso dalla compagnia teatrale di Giulianova in
collaborazione con il “Museo della ‘Ndrangheta” di Reggio Calabria e la “Casa Memoria
Felicia e Peppino Impastato”, teso a sostenere, anche tramite il teatro, la diffusione di una
cultura della legalità democratica. Nei mesi scorsi è stato proposto in diverse piazze
italiane e abruzzesi, tra le quali L’Aquila.
In scena due due brave attrici, Margherita Di Marco e Mariangela Berazzi, note per
l’impegno sociale e culturale rivolto soprattutto a favore dei ragazzi e dei bambini, anche in
ambito scolastico, ai quali, forti di una formazione nel teatro di ricerca, propongono
dimensioni educative di alto profilo drammaturgico, con una speciale capacità di stimolare
interessi narrativi duraturi e coinvolgenti.
“Mafie, Sud e Resistenza” è, in primo luogo, teatro di impegno civile, con l’aspirazione
manifesta ma poeticamente orchestrata, di fare avvertire allo spettatore il peso di quel
giogo insopportabile e pernicioso che è la cultura mafiosa, intesa come controllo violento e
omertoso e negazione di libero arbitrio personale e sociale. Lo spettacolo, infatti, si apre
con una lucida denuncia, da parte di una delle protagoniste, sulla corresponsabilità civile
del pubblico in quelle forme di condizionamento cui tacitamente in potenza tutti possiamo
aderire ed un’esortazione al rifiuto dei compromessi anche quando questi tocchino il
personale interesse. Tante e diversificate le suggestioni culturali e drammaturgiche che si
percepiscono nello spettacolo, le cui atmosfere rimandano echi di Beckett e Pirandello.
Sulla scena due donne, ispirate l’una a Felicia Impastato, madre di Peppino, il giovane
barbaramente ucciso dalla Mafia nel 1978, e Rita Atria, figlia di un boss pentito e morta
suicida a diciassette anni, rivivono straniate alcuni pezzi delle loro vite, impazzite di dolore
e come sospese in una terra di mezzo, che non è realtà ma neppure pienamente aldilà.
Ciascuna porta con sé un fardello di memorie vive e brucianti, materializzato in una
quantità di valigie di cartone, che ripetutamente spostano, svuotano o soltanto aprono per
rivelare brandelli di vissuto.
Esprimono, a tratti gioiosamente ma il più delle volte dolorosamente, l’anelito verso una
qualche pacificazione dell’anima, come falene intorno ad una luce che pare attrarle
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dall’alto ma incespicando continuamente contro i lacci che le tengono attaccate al suolo in
una dimensione di farneticante sofferenza. La mafia non viene nominata, ma evocata
come presenza incombente che tutto ascolta e tutto sa. La tragedia di Peppino è
nell’evocazione di quei “cento passi” che il film di Giordana ha rivelato al grande pubblico e
nel sacrario intimo che la Madre ha imbastito dentro una valigia. La Resistenza è nel “no”
che le protagoniste testardamente oppongono, in una trasognata rivincita culturale.
Aspettano…qualcosa. Che arrivi dall’alto, come la scia di un’aereo che le trascini via verso
un mondo di utopica felicità, ma è un attimo di speranza fuggevole che si trasforma subito
in disincanto: “Passa e mi regala una scia: come le lumache”, ripete ciclicamente l’una,
mentre l’altra intona canti dolenti e affascinanti, immaginandosi fanciulla ridente e sposa.
Entrambe le protagoniste a tratti tornano bambine e in quella dimensione di fanciullezza
osano il rifiuto, la satira e lo spergiuro di quei “fottutissimi cornuti” che hanno avvelenato le
loro vite e quelle di tanti. Il dramma non ha acme né risoluzione e le due figure: amate,
tenere sorelle sognanti, dopo la recita di un brindisi improbabile, escono di scena e
ritornano all’oscurità dalla quale erano emerse, rincorrendosi ed abbracciandosi non viste,
condannate a rivivere, all’infinito
Sulla scena resta un vuoto emozionato di parole, le valigie di cartone bene ordinate ed il
silenzio vibrante degli spettatori. Poi l’applauso convinto alla bravura delle interpreti e ad
un lavoro teatrale di rara efficacia.
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http://www.improntalaquila.org/2011/10/03/articolo28438/
AL VIA IL MESE DELLA PREVENZIONE ONCOLOGICA CON I CICLAMINI
DELLA SOLIDARIETÀ ANT
Per tutto il mese di ottobre la Fondazione ANT Italia Onlus offrirà un servizio di ascolto
nazionale: gli oncologi della Fondazione risponderanno a quesiti sulla prevenzione dei
tumori. Sarà sufficiente chiamare il Numero Verde ANT 800 92 92 03 attivo tutti i giorni,
dalle 10.00 alle 12.00, e ogni lunedì, mercoledì e giovedì anche dalle 15.00 alle 17.00.
Questo servizio sarà in gran parte sostenuto grazie alla campagna di raccolta
fondi“Ciclamini della Solidarietà ANT” presente a partire dal mese di settembre in
molte piazzed’Italia. La campagna culminerà nelle date nazionali di sabato 22 e domenica
23 ottobre e proseguirà per tutto il mese.
Beneficeranno della raccolta fondi anche i venti Ospedali Domiciliari Oncologici (ODOANT) presenti in nove regioni italiane e i progetti di Prevenzione portati avanti dalla
Fondazione. A oggi sono più di 38.000 le visite di prevenzione gratuite offerte da ANT in 36
diverse province nell’ambito del solo progetto Melanoma, cui si affiancano i progetti
Donna,Tiroide e Mammella.
“La Fondazione ANT autofinanzia se stessa grazie alle campagne di raccolta fondi –
afferma Raffaella Pannuti, Presidente ANT. Il mese della prevenzione oncologica è solo
uno dei tantissimi servizi che fanno parte del nostro più ampio Progetto Eubiosia, volto a
migliorare la qualità della vita dei Sofferenti. Nei progetti futuri di ANT la prevenzione
affiancherà sempre più le attività di assistenza domiciliare, in ognuna delle zone d’Italia
dove siamo presenti, con ambulatori dedicati e campagne specifiche.”
L’elenco completo delle piazze in cui è possibile trovare i ciclamini sarà
disponibilesu www.ant.it oppure telefonando ai numeri della Fondazione.
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