Emozioni e politica. Percorsi di ricerca nella storia dell`Italia
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Emozioni e politica. Percorsi di ricerca nella storia dell`Italia
CANTIERI DI STORIA VI La storia contemporanea in Italia oggi: ricerche e tendenze Forlì 22-24 settembre 2011 www.sissco.it Emozioni e politica. Percorsi di ricerca nella storia dell’Italia contemporanea Coordinatori proponenti: • • Rolf Petri Carlotta Sorba Descrizione generale e motivazione Da qualche anno le scienze storiche internazionali dedicano un numero crescente di lavori ad emozioni, passioni e sentimenti, nel quadro di una riflessione rinnovata sulle trasformazioni storiche delle soggettività. Si tratta di studi che si inscrivono nelle maglie larghe della storia culturale, a partire da una riconsiderazione delle relazioni tra sfera pubblica e sfera privata oltre che dalle riflessioni sui meccanismi della memoria che hanno attraversato gli ultimi decenni. Abbiamo scelto di concentrare i lavori di questo panel sulla dimensione politica nella convinzione che sia uno dei primi terreni sul quale gli storici possono trovare un proprio specifico spazio di analisi su questo tema delicato e difficile. Indagare intorno alle declinazioni storiche dell'emozionalità ed ai loro usi vuole essere inoltre un tentativo di muovere qualche passo avanti in direzione di un'analisi dell'agire politico più attenta agli apporti di altre discipline, in particolare l'antropologia. In prevalenza incentrati sull‟ambito italiano tra Risorgimento ed epoca fascista, i contributi rifletteranno sulle figure retoriche della vergogna nei proclami patriottici, sugli antidoti religiosi e propagandistici contro la paura in guerra, sull‟elaborazione emotiva della transizione al fascismo nel discorso pubblico e privato, e sulla nazione come desiderio utopico di ritorno e accasamento. Attraverso le relazioni e la loro discussione il panel intende aprire un cantiere di ricerca italiano sul tema e fornire spunti di riflessione metodologica seminando, ove appropriato, dubbi e interrogativi. In che misura, con quali fonti, a partire da quali punti di vista lo storico può arrivare ad indagare aspetti emozionali e sentimentali dei comportamenti individuali e collettivi? In che modo può porsi nei confronti delle teorie socio-psicologiche dei sentimenti o delle recenti ipotesi avanzate dalle neuroscienze sul ruolo e la natura dei meccanismi emozionali? Abstract delle relazioni Carlotta Sorba – Emozioni e politica: alcune riflessioni introduttive Gli studi storici sull'emozionalità si sono fino ad oggi maggiormente sviluppati nell'ambito della storia medievale e moderna, con esiti diversi e indubbie difficoltà nella messa a fuoco dei temi e delle modalità di analisi. Eppure l'inclusione di questa particolare dimensione dell'esperienza nell'analisi dei processi di trasformazione di età contemporanea appare ormai sempre più difficile da eludere. Alcune riflessioni introduttive sullo stato degli studi e sui percorsi di ricerca possibili sono necessarie ad aprire i lavori di questo panel. Silvana Patriarca – Vergogna! Retoriche e emozioni dal Risorgimento ad Adua Il mio intervento esplorerà e confronterà il richiamo – esplicito o sottinteso – alla vergogna e le figure dell‟umiliazione nel discorso nazional-patriottico risorgimentale e in quello del movimento nazionalista tra fine Ottocento e inizio Novecento. Affronterò la questione del modo in cui queste retoriche e queste figure si articolano con diversi sentimenti di vergogna o umiliazione e discuterò l‟utilità o meno delle attuali teorie socio-psicologiche della vergogna (e sentimenti affini) per lo studio del nazionalismo come fenomeno storico. Sante Lesti – Come si vince la paura? Miracoli e «crisi della soggettività» nell’Italia della Grande Guerra La riscoperta dell‟universo emotivo della guerra è stata una delle maggiori acquisizioni della “nuova storiografia” della Grande Guerra degli ultimi vent‟anni. L„intervento, a partire dall‟analisi dell‟esperienza del miracolo, vorrebbe portare nuova luce su quell‟impasto di paura, rassegnazione, impotenza (di «crisi della soggettività») che costituì uno dei registri emotivi centrali nell‟«esperienza di guerra» degli uomini – e, indirettamente – delle «loro donne» tra il 1915 e il 1918. Particolare attenzione sarà dedicata alle tensioni di tipo alto/basso che caratterizzarono le interazioni tra le esperienze dei soldati e delle loro famiglie e le strategie di «propaganda» messe in atto dagli speakers ecclesiastici e nazional-patriottici dell‟epoca: quali esperienze, quali emozioni sarebbero state promosse, quali censurate, quali tollerate? Fino a che punto le differenti politiche delle emozioni sarebbero riuscite a pervadere l‟esperienza individuale e collettiva della guerra di trincea? Giulia Albanese – Paura, coraggio e vergogna. Fascisti e antifascisti tra la Marcia su Roma e il 3 gennaio 1925 Obiettivo di questo intervento è riflettere sul modo in cui alcune emozioni siano state parte integrante dell‟interpretazione degli avvenimenti e dell‟azione politica nel discorso pubblico e privato della classe dirigente italiana in due momenti chiave della transizione al fascismo, quali la Marcia su Roma e il discorso del 3 gennaio 1925. Si intendono pertanto comparare quali furono le emozioni provate, con particolare riferimento alla vergogna, alla paura, ma anche al coraggio; 2 come furono espresse ed utilizzate nel discorso pubblico e privato dai diversi attori. Le fonti usate per costruire questo intervento saranno i discorsi pronunciati alla Camera dei Deputati e al Senato, gli articoli e gli interventi nei principali giornali italiani, nonché i carteggi editi e inediti di alcuni dei principali protagonisti della politica del momento. Rolf Petri – Nostalgia e spaesamento. Autoritratti della modernità In epoca moderna e contemporanea il sentimento nostalgico agisce sul piano politico soprattutto in due direzioni: esplica la propria forza mobilitante come desiderio utopico, e interviene nell‟elaborazione della perdita e nella costruzione di un diverso futuro dopo svolte politiche brusche che incidono sulle biografie. Dopo averne passato in rassegna alcuni esempi, si punta a dimostrare che la nostalgia non è semplicemente l‟elaborazione emozionale di un differimento spazio-temporale tendente ad accentuarsi nella modernità. Piuttosto, il sentimento nostalgico si fonda sulla diagnosi di tale differimento in termini di uno stato patologico. I temi sentimentali della nostalgia incorporano dunque un‟interpretazione filosofica e ideologica che la modernità ha prodotto sul proprio conto. Qual è il mestiere dello storico di fronte a ciò? Quello di accreditare tale interpretazione, o quello di storicizzarla? Discussant: Antonella Salomoni 3