Provincia di Ferrara Servizio Pianificazione Territoriale 1

Transcript

Provincia di Ferrara Servizio Pianificazione Territoriale 1
RELAZIONE DI PIANO
Provincia di Ferrara
Servizio Pianificazione Territoriale
1
RELAZIONE DI PIANO
PROVINCIA DI FERRARA
Servizio Pianificazione Territoriale
Assessore Dott. Bracciano Lodi
Dirigente Arch. Moreno Po
P.I.A.E. 2002 – 2011
(Piano Infraregionale delle Attività Estrattive)
Resp. Procedimento
Arch. Moreno Po
(Dirigente Settore Pianificazione Territoriale e Ambiente)
Gruppo di lavoro
Dott. Geol. Gabriella Dugoni
(Resp. U.o.p.c. Sviluppo sostenibile – V.I.A.)
Dott. Geol. Alceste Zecchi
(Resp. U.o.p.c. Uff. Geologico e Protezione Civile)
Geom. Fausto Bertoncelli
(Uff. Attività Estrattive)
Mauro Mainardi
(Uff. Sistemi Informativi Territoriali)
Consulenti
Arch. Pietro Pigozzi - Coordinatore
(Uteco Associati Studio Tecnico)
Ing. Riccardo Ricci
(Valutazione di Sostenibilità Ambientale e territoriale)
Dott. Francesco Vazzano
(Calcolo del fabbisogno)
Dott. Geol. Elena Bonora
(Elaborazione geologica)
Geom. Marco Pigozzi
(Elaborazione grafica)
Proff. Giovanni Masè - Università degli Studi di Ferrara Dip.to Scienze della Terra
(Consulenza geologica)
Dott. Maria Chiara Turrini - Università degli Studi di Ferrara Dip.to Scienze della Terra
(Consulenza geologica)
Provincia di Ferrara
Servizio Pianificazione Territoriale
2
RELAZIONE DI PIANO
INDICE
1.
PREMESSA
Pag.
3
2.
INDIRIZZI, STRATEGIE ED OBIETTIVI DEL PIAE 2001-2011
Pag.
4
3.
IL QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO
Pag.
6
4.
LA CONFERENZA DI PIANIFICAZIONE
Pag.
8
5.
IL PROCESSOO DI AGENZA 21 APPLICATO AL PIAE
Pag.
10
6.
IL METODO DI LAVORO ADOTTATO E LE SCELTE
Pag.
11
7.
ELEMENTI DI QUALITA’ E QUANTITA’ DEL PIANO
Pag.
12
8.
IL PRIMO PIAE PROVINCIALE (1995-2001)
Pag.
13
9.
IL SECONDO PIAE PROVINCIALE (2002-2011): INDIRIZZI STRATEGICI
Pag.
15
10.
IL SECONDO PIAE PROVINCIALE (2002-2011): DIMENSIONATO
Pag.
18
11.
Il SECONDO PIAE (2002-2011): SOSTENIBILITA’ E INDIRIZZI ALLA
PIANIFICAZIONE AMBIENTALE
Pag.
20
12.
LO STUDIO DI BILANCIO AMBIENTALE (S.B.A.)
Pag.
22
13.
DEFINIZIONE DELLE AREE ESTRATTIVE DI PIANO
Pag.
23
14.
CRITERI E METODOLOGIE PER LA COLTIVAZIONE E LA SISTEMAZIONE
FINALE DELLE CAVE
Pag.
26
15.
MODALITA’ TECNICHE DI ESTRAZIONE
Pag.
28
16.
PRINCIPALI PROBELAMTICHE ESTRATTIVE
Pag.
30
16.1
PROBLEMI LEGATI ALLO SFRUTTAMENTO DELLE SABBIE
Pag.
30
16.2
PRINCIPALI PROBLEMATICHE GEOLOGICHE DELLE CAVE DI SABBIA
Pag.
30
16.3
PRINCIPALI PROBLEMATICHE LEGATE ALLO SFRUTTAMENTO DELLE
ARGILLE
Pag.
32
16.4
PRINCIPALI PROBLEMATICHE GEOLOGICHE DLELE CAVE DI ARGILLA
Pag.
32
17.
LA TUTELA DEGLI ACQUIFERI E LA COMPATIBILITA’ IDRAULICA DELLE
AREE ESTRATTIVE
Pag.
33
18.
INDIRIZZI E CRITERI PER LA SISTEMAZIONE FINALE DELLE CAVE
Pag.
34
19.
LA NORMATIVA TECNICA DI ATTUAZIONE
Pag.
37
Provincia di Ferrara
Servizio Pianificazione Territoriale
3
RELAZIONE DI PIANO
1. PREMESSA
Anche la pianificazione in materia di attività estrattive contiene tutte le complessità
tipiche della moderna gestione delle risorse naturali nelle società complesse come quella
contemporanea.
Da un lato ci si riferisce ad una “risorsa” finita la cui estrazione e trattamento produce
inevitabili impatti ambientali sul territorio, dall’altro si tratta di un bene indispensabile alle
attività edilizie ed infrastrutturali attorno al quale gravitano i bisogni di un moderno
sistema economico.
In Italia la storia recente ha visto spesso le ragioni del territorio e dell’ambiente messe in
secondo piano rispetto alle necessità dello sviluppo e l’immagine che trasmette di se
questo settore risente delle ferite inferte al territorio.
L’attività estrattive non sfugge al paradosso ambientale tale per cui appare: insostenibile
quando si pensa alle attività delle cave, mentre appare fondamentale quando pensiamo
alle realizzazioni delle attività edilizie conseguenti.
Lo sforzo programmatico deve concorrere a realizzare un sistema locale che realizzi le
infrastrutture necessarie, assicura qualità edilizia ma non rifiuta i disagi dell’attività
estrattiva limitandosi ad importare materiali inerti da altre province.
Occorre quindi rileggere criticamente anche le esperienze compiute assumendo
pienamente come Provincia la responsabilità di governo del territorio, con una
pianificazione che sappia comprendere le complessità nuove del sistema e indirizzare la
programmazione sul terreno dello sviluppo sostenibile.
Provincia di Ferrara
Servizio Pianificazione Territoriale
4
RELAZIONE DI PIANO
2. INDIRIZZI, STRATEGIE ED OBIETTIVI DEL P.I.A.E. 2002-2011
Nell'elaborazione del Piano Infraregionale delle Attività Estrattive sono stati seguiti gli
indirizzi forniti dalla Regione Emilia-Romagna compendiati, oltre che nel quadro
normativo di riferimento della nota regionale n. 4402/191 del 10 giugno 1992, “Criteri per
la formazione dei Piani infraregionali e comunali delle attività estrattive”, e della
Deliberazione di C.R. n. 173 del 4 aprile 2001, “Atto di indirizzo e di coordinamento
tecnico per l’attuazione della L.R. 24 marzo 2000, n. 20. Contenuti conoscitivi e valutativi
dei Piani e Conferenza di pianificazione”.
Nella scelta delle aree estrattive e nel precisare le quantità estraibili, pur tenendo conto
delle esigenze produttive, è stato posto in primo piano l'esigenza di tutelare il patrimonio
culturale, ambientale e paesistico del territorio in esame, sia escludendo ampie superfici
dall'attività estrattiva, sia definendo in via preliminare le opportune modalità di recupero
ambientale per le aree interessate dalle cave previste.
Gli elementi di priorità per le scelte di pianificazione operate nel presente Piano e
contenute nel Documento Preliminare sono i seguenti:
1) salvaguardia dei valori ambientali ed in primo luogo delle risorse idriche, attraverso
le seguenti valutazioni:
aggiornamento delle analisi territoriali estese per individuare tutte le aree
incompatibili, per valore ambientale, con l’attività estrattiva, tramite l'aggiornamento
delle elaborazioni di analisi precedenti;
adeguamento della verifica della compatibilità ambientale con le azioni da indicare
come obiettivo che definirà, nell’ambito della valutazione di sostenibilità
ambientale e territoriale, anche le misure di mitigazione da adottarsi in via
preventiva all’atto dell’individuazione delle zonizzazioni;
scelta prioritaria delle aree di cava fra i siti già pianificati o comunque interessati da
attività estrattive, individuati nel Piano precedente;
per le nuove aree, valutazioni in merito alle infrastrutture occorrenti per la gestione e
loro collocazione previa contemporanea individuazione dei soggetti imprenditoriali
proponenti;
per le nuove aree, valutazioni in merito agli impatti paesaggistici;
2) flessibilità dello strumento per consentire ai Comuni di effettuare scelte e varianti
Provincia di Ferrara
Servizio Pianificazione Territoriale
5
RELAZIONE DI PIANO
all’interno dello stesso;
3) gestione delle risorse provenienti da attività diverse, al fine di diminuire il fabbisogno
richiesto e di sfruttare al meglio le risorse del territorio;
4) ottimale e completo sfruttamento dei giacimenti;
5) utilizzazioni compensative dell’area nei settori del recupero dei materiali inerti e
della difesa del suolo;
6) contenimento delle attività sul territorio;
7) concertazione delle previsioni con le Amministrazioni comunali interessate.
Gli elementi sovraesposti hanno determinato la scelta delle aree estrattive previste dal
presente piano; inoltre hanno fornito elemento di verifica ambientale per la stesura della
Carta delle zone incompatibili, attraverso la quale gli strumenti comunali, alle condizioni
previste dalle Norme del presente Piano, potranno individuare le specificità dei Poli
estrattivi..
I contenuti del Piano, come previsto dalla L.R. 17/91 e successive modifiche in sintesi
sono:
a) la quantificazione su scala infraregionale dei fabbisogni dei diversi materiali per un
arco temporale decennale;
b) l’individuazione dei poli estrattivi di valenza sovracomunale;
c) i criteri e le metodologie per la coltivazione e la sistemazione finale delle cave nuove,
nonché per il recupero di quelle abbandonate e non sistemate;
d) i criteri per le destinazioni finali delle cave a sistemazioni avvenute, perseguendo ove
possibile il restauro naturalistico, gli usi pubblici, gli usi sociali.
Questi già ambiziosi obiettivi sono stati arricchiti dalla più recente L.R. 3/99, che
attribuisce alle Provincie specifiche competenze nel settore minerario e in particolare la
zonizzazione di aree suscettibili di sfruttamento minerario.
Importanti novità si presentano anche rispetto al procedimento di approvazione del
P.I.A.E. che, nel rispetto della L.R. 20/2000, ha seguito un percorso che ha visto
direttamente impegnati, oltre alla Provincia, tutti gli Enti territorialmente interessati.
Provincia di Ferrara
Servizio Pianificazione Territoriale
6
RELAZIONE DI PIANO
3. IL QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO
Il P.I.A.E. come definito dalla L.R. n. 17/1991 costituisce parte del Piano Infraregionale
previsto dall’art. 12 della L.R. 5 settembre 1988, n. 36 e ne rappresenta la specificazione
per il settore delle attività estrattive. E’ elaborato dalla Provincia territorialmente
competente, sentiti i comuni.
Attua le prescrizioni e le previsioni del PTR e dei Piani di Bacino di cui alla Legge 18
maggio 1989, n. 183 ed è di norma formato nell’ambito del Piano Infraregionale di cui alla
L.R. n. 36 del 1988. Sarà elaborato come Piano di Settore ai sensi del comma 6 dell’art.
12 della stessa legge.
Il P.I.A.E. dovrà contenere:
a) la quantificazione su scala infraregionale dei fabbisogni dei diversi materiali per un
arco temporale decennale;
b) l’individuazione dei poli estrattivi di valenza sovracomunale;
c) i criteri per le destinazioni finali delle cave a sistemazioni avvenute, perseguendo, ove
possibile il restauro naturalistico, gli usi pubblici, gli usi sociali.
Il P.I.A.E. dovrà tenere conto, ai fini della quantificazione, dei materiali litoidi nonché delle
materie prime secondarie alternative ai materiali di cui al comma 1 dell’art. 3 della L.R. n.
17/91.
Il P.I.A.E. sarà corredato da uno studio di bilancio ambientale che verificherà la
compatibilità ambientale dell’attività estrattiva sulla base delle normative vigenti.
Lo studio di bilancio ambientale dovrà contenere l’individuazione delle aree ad alta
sensibilità ambientale, le motivazioni delle scelte previste anche in rapporto alle possibili
alternative, la descrizione delle modificazioni indotte e delle misure di mitigazione degli
effetti negativi. Le procedure di consultazioni in base alla Legge Regionale avvengono in
sede di deposito ed osservazione del P.I.A.E.
Provincia di Ferrara
Servizio Pianificazione Territoriale
7
RELAZIONE DI PIANO
Il Piano Infraregionale delle Attività Estrattive della Provincia di Ferrara, è lo strumento
provinciale che regola la pianificazione territoriale delle attività di cava, così come stabilito
dall’art. 6 della L.R. n. 17/91, “Disciplina delle Attività Estrattive”, che costituisce il
riferimento principale e regionale in merito alle attività estrattive. Tale legge indica i
contenuti propri del PI.A.E. ed esplicita i rapporti fra lo stesso e gli strumenti di settore
sott’ordinati. Sono considerare inoltre, nell’ambito della redazione del presente Piano, la
L.R. n. 9/99 “Disciplina della procedura di valutazione dell’impatto ambientale”, nonché la
L.R. 20/00 “Disciplina generale sulla tutela e l’uso del territorio” che, in particolare
definisce gli obiettivi ed i contenuti, degli strumenti urbanistici, nonché gli aspetti
procedurali finalizzati alla concentrazione e condivisione delle scelte di piano.
Il presente Piano costituisce parte del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale ai
sensi dell’art. 26 della L.R. 20/00, e ne rappresenta la specificazione per il settore attività
estrattive.
Negli indirizzi programmatici della Provincia il P.I.A.E. dovrà essere inserito nell’ambito di
un più ampio sistema di concertazione e di programmazione all’interno del Progetto di
Sviluppo Locale.
Provincia di Ferrara
Servizio Pianificazione Territoriale
8
RELAZIONE DI PIANO
4. LA CONFERENZA DI PIANIFICAZIONE
La Legge Regionale n. 20/2000 “Disciplina generale sulla tutela e l’uso del territorio” con
deliberazione del Consiglio Regionale n. 173 del 04/04/2001 in “Approvazione
dell’indirizzo e coordinamento tecnico sui contenuti conoscitivi e valutativi dei piani e
conferenza
di
pianificazione”
stabiliscono
e
regolamentano
il
procedimento
dell’elaborazione del PI.A.E.; tale procedimento prevede quale fase necessita la
convocazione di una Conferenza di Pianificazione con l’obiettivo dir realizzare la
concertazione istituzionale tra le Amministrazioni interessate dall’esercizio delle funzioni
di pianificazione, attraverso l’integrazione delle diverse competenze e la ricerca di
condivisione degli obiettivi generali e delle scelte strategiche di piano.
Tale procedura si è articolata in una prima definizione di “Linee guida per la redazione del
documento preliminare del Piano” (vedi delibera della G.P. del 10/12/2002), nella
produzione di un:
a) Quadro conoscitivo
b) Documento preliminare
c) Valutazione preventiva di sostenibilità territoriale ed ambientale
Si è proceduto inoltre con la raccolta ed analisi delle “Proposte di Ampliamento e Nuovi
Insediamenti” da considerarsi come “manifestazioni di interesse” da parte del sistema
imprenditoriale di riferimento.
Le proposte per le quali è pervenuta la richiesta formale sono state catalogate e ordinate
per comune e per materiale, localizzate su una apposita cartografia e catalogate secondo
le seguenti modalità:
1) Denominazione
2) Comune
3) Materiale
4) P/A: Polo o Ambito (secondo i criteri indicati dalla Circolare Regionale per la
redazione dei P.I.A.E., Prot. n. 4402/1991)
5) N/A: Nuova o Ampliamento (di zonizzazione esistente)
Attraverso questo primo esame ed alla comparazione con le linee guida deliberate dalla
G.P. si è giunti a stabilire quali proposte potranno concorrere ad orientare la suddivisione
dei fabbisogni per Comune.
Provincia di Ferrara
Servizio Pianificazione Territoriale
9
RELAZIONE DI PIANO
Nelle sedute svolte della Conferenza di Pianificazione si sono condivise le linee e gli
indirizzi
del
Documento
Preliminare
e
analizzati
i
contributi
presentati
dalle
Amministrazioni, Enti ed Associazioni.
E’ stato convocato anche un Forum Agenda 21. I verbali ed i contributi sono contenuti
dell’Allegato 1.
Anche la Provincia di Ferrara sta affrontando una nuova stagione di pianificazione
successiva all’approvazione della Legge Regionale urbanistica del 2000. La Legge
20/2000 propone un processo di pianificazione concertata che si applica a tutti i piani,
compresi quelli settoriali come il P.I.A.E.
La concertazione oltre che ispirarsi alla sussidiarietà, alla partecipazione, introduce il
principio fondamentale della responsabilità, affidando alla pianificazione un grado
maggiore di complessità nella determinazione delle scelte strategiche, ma al contempo
più possibilità nell’attuare gli obiettivi specifici individuati.
Con la definizione di scelte comuni già in sede di conferenza di pianificazione, come è
avvenuto, si possono meglio integrare le previsioni di estrazione dei materiali inerti con
quelle relative al recupero ambientale, ai controlli, alla gestione e alla più generale
innovazione dell’attività estrattiva pianificata.
Riallineare la pianificazione ad un orizzonte temporale almeno decennale contribuirà
anche alla crescita
di una cultura imprenditoriale del settore estrattivo, una sua
qualificazione e partecipazione attiva agli obiettivi di qualità ambientale e territoriale del
piano.
Un’azione programmatoria che nascesse con l’unico scopo di indicare solamente le
quantità, si limiterebbe a governare l’indicatore del materiale estratto per preparare la
successiva variante, senza essere in grado di incidere realmente sulla qualità della filiera
degli inerti. Per questa ragione il nuovo P.I.A.E. si propone obiettivi ben più ambiziosi del
semplice riallineamento quantitativo. Lo strumento dovrà permettere di tenere insieme i
due vantaggi di fondo insiti nella pianificazione: offrire uno scenario di programmazione
credibile al progetto di sviluppo che la comunità locale si è data e coordinare ed attuare le
scelte cercando di garantirne benefici reali e duraturi alla stessa comunità locale.
Provincia di Ferrara
Servizio Pianificazione Territoriale
10
RELAZIONE DI PIANO
5. IL PROCESSO DI AGENZA 21 APPLICATO AL PI.A.E.
La Provincia di Ferrara ha deciso, in coerenza con le modalità di elaborazione degli
strumenti di pianificazione e programmazione, di affiancare alle fasi di pianificazione del
proprio P.I.A.E. un processo di Agenda 21 coinvolgendo il Forum Agenda 21 Provinciale
dedicato specificatamente al tema delle attività estrattive, con la volontà di cogliere le
opportunità che tale procedura offre in termini di consultazione dei soggetti coinvolti in un
settore e di arricchimento del dibattito.
Il Tavolo di consultazione P.I.A.E., messo in essere dall’Assessorato Ambiente ed alla
Pianificazione territoriale, si è sviluppato nel corso di specifici incontri: il Forum
appositamente convocato ha concorso ad approfondire i temi e le scelte del Piano. Il
Tavolo ha visto la partecipazione di numerosi attori direttamente rappresentativi di
soggetti coinvolti e più generalmente interessati al processo di pianificazione delle attività
estrattive.
Il clima in cui si sono svolti gli incontri tra i partecipanti tra i partecipanti si è caratterizzato
per il clima costruttivo, il dibattito autentico di merito su alcuni punti, collaborazione fattiva
nell’elaborazione di soluzioni alternative e di proposte di miglioramento del percorso
individuato sin qui dall’Amministrazione Provinciale.
Si sono evidenziati alcuni elementi comuni, sui quali, a titolo di esempio, si vuole
richiamare l’attenzione per la loro rilevanza e significatività. In primo luogo, si è segnalata
una generale condivisione, comprensibilmente all’insegna di accenti differenziati, del
principio dell’autosufficienza rispetto al fabbisogno provinciale dei materiali estraibili.
Si è concordato sulla costruzione di un sistema di controlli – da definire accuratamente –
che si incarichi di supportare la vigilanza e la sorveglianza sulle escavazioni e si è
invocata, più generalmente, l’intensificazione delle azioni di contrasto contro le attività
abusive.
Alcune delle tematiche e dei suggerimenti hanno contribuito ad arricchire ed integrare il
Documento Preliminare; a talune delle criticità individuate è stata fornita una risposta
immediata, alcune altre, invece, rientrano in ambiti che esulano, in effetti, dalle
competenze della Provincia. Il lavoro di P.I.A.E. è, comunque, ancora in itinere e,
pertanto, ulteriori tematiche verranno accolte nelle fasi successive di definizione.
Provincia di Ferrara
Servizio Pianificazione Territoriale
11
RELAZIONE DI PIANO
6. IL METODO DI LAVORO ADOTTATO E LE SCELTE DI PIANO
Come specificato nel punto precedente “INDIRIZZI, STRATEGIE ED OBIETTIVI DEL
PIAE 2001 – 20011” è stata adottata la stessa “filosofia” di impostazione del P.I.A.E.
precedente con la elaborazione di uno strumento che pianifica per “poli” di valenza
sovracomunale, che introduce la possibilità di attivare interventi di recupero ambientale e
che ridefinisce gli elementi attuativi del Piano in:
a) poli estrattivi per i quali si intendono le aree estrattive di grande capacità e durata,
ovvero gli areali definiti dal presente Piano entro cui i Comuni procedono, attraverso i
P.A.E., alla perimetrazione puntuale dei siti di cava da sottoporre a pianificazione
particolareggiata ed a convenzione. Ogni polo è identificato con una Scheda
Progetto;
b) Unità minime di intervento (U.M.I.) si intendono le porzioni minime in cui, sulla base
delle condizioni morfologiche dell’area, può essere eventualmente suddiviso dal
P.A.E. comunale un polo. La presentazione del progetto di trasformazione territoriale
o di coltivazione del polo dovrà riguardare una o più U.M.I. tra di loro contigue e
rispettare, nel caso di ambito, le disposizioni contenute nella scheda di intervento. Al
medesimo progetto corrisponderà il rilascio di un’unica autorizzazione ad estrarre o
un’unica autorizzazione a commercializzare i materiali di recupero;
c) Progetti di riqualificazione ambientale e di ricostruzione paesaggistica per i
quali si intende possano essere attuati interventi ricadenti in ambiti di valorizzazione
territoriale
riconosciuti
e
regolamentati
dalla
pianificazione
comunale
e
sovracomunale con la possibilità di ammettere alla commercializzazione i materiali
inerti risultanti eccedenti.
I P.A.E. comunali dovranno recuperare le prescrizioni contenute nel P.I.A.E.; in
particolare dovranno recepire precisando i “poli” così come individuati dal P.I.A.E..
Nella scelta dei poli si è cercato in questa fase di favorire l’ampliamento di attività
esistenti e utilizzare proposte verificate a livello delle Amministrazioni Comunali, per
ottenere garanzie sulla efficacia di attuazione del Piano.
In questo modo si riduce al minimo l’incremento di attività estrattive sul territorio, e tramite
nuovo convenzionamento è possibile il recupero di degradi preesistenti.
Provincia di Ferrara
Servizio Pianificazione Territoriale
12
RELAZIONE DI PIANO
7.
ELEMENTI DI QUALITA’ E QUANTITA’ DEL PIANO
Come si diceva in precedenza gli inerti sono una risorsa finita e trasportabile quindi è
imprescindibile programmare il fabbisogno in una ottica di autosufficienza per evitarne la
commercializzazione fine a se stessa, ma occorre altresì espletare l’azione di piano
fissando anche chiari obiettivi qualitativi e benefici possibili per la collettività.
In generale esaminando a ritroso le diverse fasi “storiche” della pianificazione si può
notare come gli obiettivi di contenimento non siano solo stati in grado di produrre effetti
virtuosi sui processi di crescita.
Non si può modificare e non si qualifica un moderno modello di sviluppo semplicemente
pianificando meno infrastrutture, meno case o meno aree industriali. La possibilità offerta
alla pianificazione di agire sulla qualità dei processi e quindi su un razionale e sostenibile
uso delle risorse sarà quella di accogliere nei piani la complessità dei fattori reali di
crescita, di farne maturare il processo di piano fino al punto di equilibrio delle diverse
dinamiche, anche se sono nettamente contrastanti. L’unico risultato prodotto da scelte
pianificatorie parziali o attente solo al dato numerico della risorsa stessa, oppure indurre il
sistema a rivolgersi all’esterno con esiti comunque deleteri.
Che si produca una pianificazione di contenimento o sovrabbondante, il risultato sarà che
se ne limiti al solo dato economico, di conseguenza si interverrà solo sul valore della
risorsa senza ottenerne particolari risultati qualitativi. Occorrerà quindi determinare il
fabbisogno, il cui unico pregio dovrà essere l’equilibrio e la rispondenza alla realtà,
rivolgendo in contemporanea l’attenzione ai contenuti complessivi del piano.
Provincia di Ferrara
Servizio Pianificazione Territoriale
13
RELAZIONE DI PIANO
8. IL PRIMO P.I.A.E. PROVINCIALE (1995-2001): INDIRIZZI STRATEGICI
La prima esperienza di pianificazione nel settore, affrontata nella seconda metà degli
anni novanta della nostra come delle altre Province emiliane in occasione della L.R.
17/92, puntò essenzialmente sulla determinazione di un primo bilancio sul fabbisogno di
inerti e sulla individuazione dei limiti di sostenibilità per le attività estrattive.
La prima linea di attività consentì di definire i parametri di calcolo sull’impiego di inerti
nelle singole attività di costruzione e di trasformazione del territorio, oltre che ovviamente
determinare un primo calcolo di fabbisogno poliennale (stimato in circa 12,3 milioni di mc.
nel periodo 1995-2001) che resterà come termine di paragone e come verifica di
prestazione per il nuovo piano e per quelli a venire.
Nel secondo filone di lavoro ci si preoccupò di effettuare una prima valutazione delle
potenzialità quantitative del nostro territorio, vale a dire la disponibilità di risorse sfruttabili
dalle attività di estrazione di inerti fuori dagli alvei fluviali, e contemporaneamente di
individuare con precisione gli ambiti territoriali in cui la attività di estrazione non è
comunque compatibile con il corretto mantenimento del sistema territoriale o, come
meglio diremmo oggi, non è sostenibile a prescindere dalle potenzialità rilevate o dalle
quantità estraibili.
Ne è conseguito un piano articolato su tre livelli:
1. delle aree sottratte permanentemente determinazione alle attività di settore;
2. individuazione degli ambiti particolarmente vocati alle attività, per potenzialità rilevate
e per sostenibilità degli effetti indotti nelle fasi di lavorazione e di abbandono dei siti
esauriti;
3. indirizzi alla pianificazione comunale (generale e settoriale) per la puntuale
localizzazione dei siti da attivare rispetto alle quantità concordemente determinate
come compatibili con la poliennalità del primo P.I.A.E.
Il bilancio del primo P.I.A.E. impostato in questo modo è, a nostro giudizio, positivo per
molti determinanti aspetti:
Provincia di Ferrara
Servizio Pianificazione Territoriale
14
RELAZIONE DI PIANO
a. le previsioni poliennali sono state sostanzialmente rispettate, dimostrando sia la buona
capacità di risposta degli operatori ma anche la effettiva sintonia tra livelli diversi di
governo locale, determinando un indice di realizzazione pari al 70% che viene assunto
come base di prestazione minima la valutazione del nuovo P.I.A.E.;
b. non si sono verificate situazioni di disagio o di tensione nelle aree (e tra le popolazioni)
interessate dalla attuazione dei poli estrattivi previsti nel P.I.A.E. concluso;
c. la operatività del settore si è consolidata selezionando le imprese rispetto alla loro
capacità di “fare impresa” ampliando la redditività del settore su molte linee collaterali
alla pura estrazione e vendita dei materiali vergini, tanto da poter oggi – appunto –
individuare “un settore” e non “un gruppo di operatori”;
d. sono fortemente diminuite anche se non scomparse, con la necessità di mantenere
quindi una “guardia alta” le attività surrettizie ed altamente rischiose per l’assetto del
territorio che in passato caratterizzavano le modalità di procacciamento di inerti in un
ambito di regolazioni farraginose. Un bilancio quindi di compartecipazione,
trasparenza, certezza delle condizioni operative che ha consentito di avere un primo
atto copianificato tra Provincia e Comuni e di dare prospettiva di lungo periodo al
settore e ai suoi operatori.
Provincia di Ferrara
Servizio Pianificazione Territoriale
15
RELAZIONE DI PIANO
9. IL SECONDO P.I.A.E. PROVINCIALE (2002-2011)
Da questo bilancio parte la attività di progettazione del nuovo P.I.A.E., con l’obiettivo
generale di migliorare su tutti i livelli le prestazioni del Piano precedente, in particolare:
1.
Aumentare la precisione delle Previsioni di Piano sia migliorando il rapporto tra
previsione e realizzazione quantitativa, sia incrementando la griglia di valutazione
per la individuazione dei poli estrattivi nei P.A.E. comunali;
2.
Aumentare la integrazione del Piano di settore sia con la pianificazione generale –
ed in particolare con le azioni di corretta gestione del paesaggio – sia con la
programmazione economica locale;
3.
Incrementare la sostenibilità del Piano, in particolare incrementando il recupero di
materiali inerti ed il suo rapporto percentuale di concorso al raggiungimento dei
quantitativi globali stimati nel P.I.A.E.
In sintesi, il nuovo P.I.A.E. dovrà:
a. garantire il consolidamento e lo sviluppo del settore economico direttamente
interessato, senza incrementare in valore assoluto la quantità di materiali vergini
estratti rispetto alle precedenti poliennalità;
b. ridurre la estrazione di materiali vergini, in rapporto percentuale sul totale dei consumi
del sistema territoriale provinciale rispetto al precedente P.I.A.E.;
c. perseguire la minimizzazione degli impatti da cava, contenendo il numero dei poli
estrattivi e favorendo lo sfruttamento dei siti a più lunga potenzialità stimata;
d. favorire il consolidamento dei poli estrattivi - in particolare quelli a maggiore
potenzialità – come poli produttivi a tutti gli effetti, ottimizzando il sistema dei servizi
attivato insieme alla attivazione del polo stesso;
e. perseguire il consolidamento dei poli di cui sopra come nodi di una rete logistica
destinata al recupero, smaltimento, trattamento e trasformazione dei materiali inerti,
anche sostituendo il sistema delle discariche specifiche oggi non più compatibili con la
legislazione in materia di rifiuti e non regolabile nell’ambito del P.R.G.;
Provincia di Ferrara
Servizio Pianificazione Territoriale
16
RELAZIONE DI PIANO
f. favorire la localizzazione dei nuovi poli e degli ambiti estrattivi nelle situazioni in cui
l’abbandono finale consenta l’incremento delle occasioni di lavoro e reddito in sede
locale basate sulla messa in valore delle qualità del territorio;
g. dare priorità, nella individuazione dei siti da parte dei P.A.E. comunali, alle situazioni
che concorrano alla regolazione idraulica del territorio ed alla messa in sicurezza degli
insediamenti umani;
h. incrementare la integrazione dei P.A.E. comunali con gli altri strumenti di
programmazione economica e territoriali locali, nello spirito di univocità delle azioni
sostenibili nelle singole aree.
Per indirizzare nell’ambito dei P.A.E. comunali la scelta di nuovi eventuali siti e/o per
eventuali ampliamenti si cercherà di rispondere in maniera adeguata ad un insieme di
obiettivi presenti anche nel P.I.A.E. precedente.
In particolare si cercherà di:
1) favorire le proposte con i migliori livelli di efficienza per garantire il rispetto dei
parametri di efficacia e di impatto ambientale e sociale;
2) favorire la nascita del minor numero di poli nuovi e favorire l’ampliamento di
attività esistenti, e/o lo sfruttamento di risorse plurime, per non diffondere gli impatti
sul territorio e consentire – tramite il riconvenzionamento – il recupero di degradi
preesistenti, nonché facilitare ai Comuni le procedure di controllo;
3) favorire proposte che non scontino opposizione da parte dell’amministrazione che
lascino spazio alla pianificazione locale, per ottenere maggior certezza di attuazione
del Piano;
4) favorire proposte il più possibile vicine ai poli di domanda per limitare l’impatto
complessivo sul sistema dei trasporti;
5) favorire proposte che consentano il rifornimento degli impianti idonei esistenti, e
che facciano raggiungere al Piano una certa equità nei confronti degli operatori;
6) utilizzare proposte che consentano la soluzione di altri problemi ambientali quali il
miglioramento del regime idraulico di aree soggette ad esondazioni periodiche, anche
attraverso la realizzazione di adeguate casse di espansione;
7) massima Valorizzazione del materiale estratto: l’attività estrattiva è, per
definizione, una attività “non sostenibile” in quanto usa, e consuma, un bene “non
Provincia di Ferrara
Servizio Pianificazione Territoriale
17
RELAZIONE DI PIANO
rinnovabile”. Pertanto la ricerca della sostenibilità ambientale passa attraverso la
massima valorizzazione del materiale estratto, che dovrà essere impiegato in modo
da sfruttare appieno le caratteristiche meccaniche, chimiche e fisiche del materiale;
8) massimo recupero del materiale da demolizioni: in questi anni con un processo
quasi spontaneo la quota del materiale di recupero è aumentata. Nei prossimi anni
l’incidenza di tali materiali dovrà ulteriormente aumentare, in modo da costituire una
conveniente alternativa ai materiali naturali non solo per sottofondi o riempimenti ma
anche in lavorazioni più pregiate, quali malte e conglomerati;
9) tutela delle falde: le nuove zonizzazioni dovranno garantire la massima tutela delle
falde acquifere impedendo qualsiasi forma di contaminazione delle acque, da scavi o
per facilitazione all’ingresso degli inquinanti; particolare attenzione dovrà essere
posta al fenomeno dell’ingresso del “Cuneo Salino” nel Basso Ferrarese.
Provincia di Ferrara
Servizio Pianificazione Territoriale
18
RELAZIONE DI PIANO
10. IL SECONDO P.I.A.E. PROVINCIALE (2002-2011): DIMENSIONAMENTO
La stima delle dimensioni del nuovo P.I.A.E. si articola sulla parte dalla base consolidata
nel primo Piano, dimostratasi realistica rispetto alle capacità del settore e sostenibile
rispetto alle potenzialità del territorio.
Il nuovo calcolo sul versante “Calcolo del fabbisogno di Piano” è stato impostato sulle
seguenti linee programmatiche:
a. Proiezione nel periodo di validità del Piano del fabbisogno derivante dalle attività di
costruzione e di trasformazione del territorio rilevabili dalle ipotesi dei P.R.G. vigenti,
applicando i parametri di consumo per attività definiti nel precedente P.I.A.E.;
b. Fabbisogno derivante da grandi opere di infrastrutturazione di realizzazione certa nel
periodo di validità del P.I.A.E., determinato sulla base dei progetti definitivi od esecutivi
già approvati, incrementato delle quantità segnalate dai soggetti gestori delle
infrastrutture come fabbisogni per le attività ordinarie di manutenzione territoriale;
c. Fabbisogno derivante dalle attività industriali presenti sul territorio, stimato sui dati
forniti dalle organizzazioni di categoria;
d. Fabbisogno derivante dalle esportazioni a compensazione di materiali non disponibili
nella Provincia.
Per il calcolo del fabbisogno relativo grandi infrastrutture valutate non realizzabili con
certezza nel periodo di validità del P.I.A.E. si procederà – a differenza del passato – ad
una stima separata ed approssimata, indicando le modalità di concertazione da attivare
nel caso singolo opere dovessero concretizzarsi nel periodo del Piano, per la necessaria
revisione del P.I.A.E. e del P.A.E. comunali conseguenti anche attraverso Accordi di
Pianificazione.
Provincia di Ferrara
Servizio Pianificazione Territoriale
19
RELAZIONE DI PIANO
Sul lato “entrate” si è tenuto conto:
a. dei materiali importati da altri territori, stimati sulla base dei dati forniti dagli operatori
della commercializzazione e da quelli forniti dalle imprese industriali consumatrici di
inerti;
b. dei materiali derivanti dalla realizzazione di infrastrutture ed opere pubbliche valutate
come attuabili nel periodo di validità del Piano, stimati sulla base dei progetti definitivi
ed esecutivi approvati integrati, con i dati forniti dagli Enti ed Aziende di manutenzione
del territorio;
c. dei materiali derivanti dalla realizzazione di opere civili (non pubbliche) oggetto di
concessione edilizia o di autorizzazione edilizia specifica, incrementati dai materiali di
recupero minori in precedenza conferiti alle “discariche per inerti”. A tale stima viene
comunque assegnata una prestazione minima non inferiore al 20% in rapporto alla
quantità di materiali vergini estratti nel periodo di Piano (vedi punto successivo);
d. dei materiali vergini estraibili nel periodo di validità del Piano, dimensionati rispetto alle
prestazioni rilevate con la attuazione del Piano precedente.
Il bilancio che ne è conseguito dal raffronto di tali dati è stato considerato la base di
valutazione per il monitoraggio del Piano, per la definizione delle prestazioni assegnate ai
P.A.E. comunali, per la decisione sulle necessità di revisione in corso di validità del
P.I.A.E.
Provincia di Ferrara
Servizio Pianificazione Territoriale
20
RELAZIONE DI PIANO
11. IL SECONDO P.I.A.E. PROVINCIALE (2002-2011): SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE
ED INDIRIZZI ALLA PIANIFICAZIONE COMUNALE
La scansione degli elementi su cui valutare il Piano per la sostenibilità (che è stata
descritta
nel
Documento
Preliminare
posta
all’attenzione
della
Conferenza
di
Pianificazione) è partita dal lavoro già fatto nel Piano precedente, integrato dalle
valutazioni sulla forma del territorio e sulla integrazione settoriale messe a punto nei
percorsi di costruzione del P.T.C.P. e del Programma di sviluppo locale sul nuovo
Obiettivo 2.
In sintesi, il nuovo P.I.A.E. concorre a:
a. garantire il consolidamento e lo sviluppo del settore economico direttamente
interessato, senza incrementare in valore assoluto la quantità di materiali vergini
estratti rispetto alle precedenti poliennalità;
b. ridurre la estrazione di materiali vergini, in rapporto percentuale sul totale dei consumi
del sistema territoriale provinciale rispetto al precedente P.I.A.E.;
c. perseguire la minimizzazione degli impatti da cava, contenendo il numero dei poli
estrattivi e favorendo lo sfruttamento dei siti a più lunga potenzialità stimata;
d. favorire il consolidamento dei poli estrattivi - in particolare quelli a maggiore
potenzialità – come poli produttivi a tutti gli effetti, ottimizzando il sistema dei servizi
attivato insieme alla attivazione del polo stesso;
e. perseguire il consolidamento dei poli di cui sopra come nodi di una rete logistica
destinata al recupero, smaltimento, trattamento e trasformazione dei materiali inerti,
anche sostituendo il sistema delle discariche specifiche oggi non più compatibili con la
legislazione in materia di rifiuti e non regolabile nell’ambito del P.R.G.;
f. favorire la localizzazione dei nuovi poli e degli ambiti estrattivi nelle situazioni in cui
l’abbandono finale consenta l’incremento delle occasioni di lavoro e reddito in sede
locale basate sulla messa in valore delle qualità del territorio;
Provincia di Ferrara
Servizio Pianificazione Territoriale
21
RELAZIONE DI PIANO
g. dare priorità, nella individuazione dei siti da parte dei P.A.E. comunali, alle situazioni
che concorrano alla regolazione idraulica del territorio ed alla messa in sicurezza degli
insediamenti umani;
h. incrementare la integrazione dei P.A.E. comunali con gli altri strumenti di
programmazione economica e territoriali locali, nello spirito di univocità delle azioni
sostenibili nelle singole aree.
La programmazione di settore comunale dovrà articolare in programmi specifici tali
indirizzi in sintonia con la elaborazione ed approvazione dei Piani Strutturali Comunali
(P.S.C.) e dei Piani Operativi Comunali (P.O.C.) di cui agli articoli 28 e 30 della L.R.
20/00.
Provincia di Ferrara
Servizio Pianificazione Territoriale
22
RELAZIONE DI PIANO
12. LO STUDIO DI BILANCIO AMBIENTALE ( S.B.A.)
L’articolo 6 della L.R. 17/91 stabilisce che il P.I.A.E. deve essere “corredato da uno studio
di bilancio ambientale che verifichi la compatibilità ambientale delle attività estrattive sulla
base delle normative vigenti”.
Nell’ambito della elaborazione del P.I.A.E. è stata predisposta una specifica elaborazione
della “Valutazione di sostenibilità Ambientale e Territoriale “ come indicato dall’art. 5 della
L.R. 20/00 e nell’ambito delle Schede Progetto di ogni Polo allegate sono stati riportati
tutti gli elementi che costituiscono l’impianto per misurare l’efficienza economica e
l’impatto ambientale dell’attività estrattiva. Nell’ambito delle Schede Progetto, con il
termine “impatto ambientale “ è inteso come l’insieme degli impatti che, generati da un
intervento estrattivo, possono avere conseguenze sia sul sistema sociale, che sul
sistema naturale: i primi sono di carattere temporaneo e cioè sono legati alla fase di
attività della cava, a meno di operazioni di riassetto inadeguate o addirittura sbagliate,
mentre i secondi sono più spesso di carattere permanente e perciò tendono a perdurare
anche dopo la conclusione dei lavori di riassetto dell’area a sfruttamento esaurito.
I diversi criteri di valutazione presi in considerazione sono di massima i seguenti:
Infrastrutture
Ambito Sociale
Impatto
Livello Rumore
Ambito Sanitario
Sociale
sul
Sistema
sul
Sistema
Qualità Aria
Qualità Acque
Paesaggio
Ambito Paesistico
Geomorfologia
Ambito Idrogeologico
Impatto
Naturale
Idrografia superficiale
Idrografia profonda
Vegetazione
Ambito Biologico
Fauna
Tali criteri che incidono su specifici ambiti di riferimento inducono Impatti suddivisi su due
settori principali: gli impatti sul Sistema Sociale e sul Sistema Naturale di riferimento. Da
questa valutazione trova origine l’elaborazione specifica condotta nella V.A.L.S.A.T.
allegata al Piano.
Provincia di Ferrara
Servizio Pianificazione Territoriale
23
RELAZIONE DI PIANO
13. DEFINIZIONE DELLE AREE ESTRATTIVE DI PIANO
Il Documento Preliminare non ha determinato la localizzazione delle previsioni estrattive
che concorreranno al soddisfacimento del fabbisogno, assegnando questo compito al
P.I.A.E. nel rispetto degli indirizzi fissati. Il nucleo centrale della procedura di definizione
delle localizzazioni è stata la verifica degli Studi di Bilancio Ambientale dal precedente
P.I.A.E., previsto dalla L.R. 17/91 e ritenuto tuttora il miglior strumento per la valutazione
preventiva e comparazione degli impatti attesi dei Poli esistenti, ed eventualmente da
ampliare, non sono stati sufficienti per costruire una scelta complessiva ed organica di
tutte le previsioni di P.I.A.E..
Sono stati introdotti la V.A.L.S.AT. sull’intero piano e le procedure previste dalla nuova
legislazione di settore. Con la Conferenza di Pianificazione e con il processo di Agenda
21, sono stati determinati l’insieme dei fattori escludenti e di quelli preferenziali,
integrando per esempio il quadro vincolistico con particolari attenzioni derivanti dal
raffronto della programmazione e progettazione dei livelli amministrativi, o dalla
discussione sviluppatasi nelle diverse sedi di confronto, in questa fase si sono inoltre
determinati alcuni criteri o valori premianti. Le fasi successive hanno permesso il
confronto con le prime ipotesi localizzative all’interno di un percorso che ha considerato
le specifiche sensibilità locali e verificato effetti sinergici che le singole previsioni hanno
prodotto da loro abbinamento ad altre previsioni, bonifica, reti ecologiche, ecc… inoltre è
stato tenuto in considerazione la congruenza con gli indirizzi per i ripristini, da definirsi a
livello di singolo bacino. Questo percorso di definizione ha contribuito a definire
progressivamente all’interno Quadro Conoscitivo una mappatura sempre più precisa di
tutte le aree della provincia non idonee alle attività estrattive.
In questa fase del processo sono stati individuati i criteri sulla base dei quali, fermo
restando l’obiettivo del soddisfacimento del fabbisogno per le varie tipologie di materiale
individuate, si è proceduto alla localizzazione delle previsioni estrattive:
a) le ipotesi localizzative sono state formulate sulla base degli studi geologici effettuati a
livello provinciale per la individuazione delle risorse potenzialmente disponibili,
nonché delle proposte avanzate dagli operatori del settore, supportate da adeguate
valutazioni ed approfondimenti, comprese quelle non accolte nella precedente fasi di
pianificazione, perché allora non conformi al quadro normativo;
Provincia di Ferrara
Servizio Pianificazione Territoriale
24
RELAZIONE DI PIANO
b) le ipotesi localizzative sono state formulate in aree prive di vincoli per l’attività
estrattiva, prioritariamente in ampliamento e/o approfondimento dei siti esistenti, ed in
diversi ambiti territoriali, al fine di distribuire le previsioni estrattive tenendo conto delle
problematiche viarie, della presenza degli impianti di trasformazione e dei luoghi di
destinazione della risorsa;
c) le proposte localizzative hanno tenuto conto del rapporto con tutte le componenti
territoriali ed ambientali, compreso il sistema insediativo e viabilistico. In questo senso
l’applicazione della metodologia dello Studio di Bilancio Ambientale (S.B.A.)
contenuto nelle Schede Progetto allegate alle scelte localizzitive, riveduta e
aggiornata, ha fornito per ogni area gli elementi a supporto della pianificazione. La
scelta di privilegiare lo sfruttamento di aree contermini ai siti esistenti consente di
contenere gli impatti negativi sulle componenti sensibili.
LE SCHEDE DI PROGETTO
Il Piano è articolato in Schede Progetto con le specifiche descrizioni dei poli estrattivi, in
quanto, i quantitativi assegnati ai Comuni risultano sempre molto elevati, in coerenza con
la scelta di non attuare ambiti estrattivi di dimensione inferiore al Polo. I quantitativi
assegnati sono sempre superiori o uguali a 500.000 mc, scompare perciò la tipologia
dell’ambito di cava e tutti i Comuni interessati dall’attività hanno estrattiva hanno la
presenza di soli poli, superiori al milione di metri cubi per i Poli di sabbia e in alcuni casi
di tipo intercomunale. E’ così interessante poter disporre di schede riguardanti i singoli
poli estrattivi.
All’interno di queste schede si trova una descrizione completa delle aree estrattive,
riguardante la loro ubicazione, all’interno della Provincia, la loro corografia, superfici e
volumi, la descrizione dei vincoli ambientali ricadenti all’interno e nelle immediate
vicinanze, delle modalità di scavo e del potenziale ripristino dell’area. Ma la cosa più
interessante è la descrizione geologica, geomorfologica del sito, curata dalla Facoltà di
Geologia dell’Università di Ferrara, che contiene anche un calcolo approssimativo di
quelli che sono i volumi potenzialmente estraibili, la qualità del materiale, le
caratteristiche idrogeologiche delle falde e quelle geotecniche dei terreni.
Infine si è inserito in ogni scheda uno Studio di Bilancio Ambientale, nel quale vengono
descritti tutti i possibili impatti causati dall’attività di cava. In particolare sono considerate
Provincia di Ferrara
Servizio Pianificazione Territoriale
25
RELAZIONE DI PIANO
le componenti ambientali che costituiscono il territorio circostante e che possono essere
alterati dalla presenza della cava, ed i fattori ambientali che dipendono direttamente
dall’attività estrattiva e quindi dalle azioni di costruzione e di esercizio di questa.
Metodo utilizzato per il calcolo dei volumi del giacimento
L’analisi dei sondaggi meccanici fatti all’interno dei poli estrattivi individuati mostra una
grande variazione granulometrica sia verticale che laterale. Per poter ricostruire le sezioni
stratigrafiche, variamente distribuite all’interno dei poli, è stato necessario introdurre
perciò delle semplificazioni nelle stratigrafie, accorpando sedimenti che presentano
granulometrie simili. In questo modo è stato possibile ricostruire, nel modo più realistico
possibile, il modello geologico del sottosuolo.
Per la stima del cubaggio del giacimento in considerazione è stato necessario introdurre
un’ulteriore semplificazione che è consistita essenzialmente nel considerare il giacimento
esteso per tutta l’area del polo e con uno spessore costante.
Tale spessore, definito come spessore o altezza equivalente, è stato calcolato a partire
dalle diverse sezioni stratigrafiche nel modo seguente:
-
per ogni sezione è stata misurata l’area corrispondente al giacimento
-
tale area è stata divisa per la lunghezza della sezione, ottenendo quindi
un’altezza
-
lo spessore equivalente è stato ottenuto come media aritmetica delle altezze
ottenute nelle diverse sezioni.
Chiaramente questo artificio ha il solo scopo di semplificare il calcolo del cubaggio e le
semplificazioni introdotte consentono di ottenere una stima, ancorché abbastanza
attendibile in relazione ai dati in ingresso, del volume complessivo del giacimento.
Dato il metodo adottato e sopra descritto, confrontando gli spessori del giacimento nei
sondaggi e lo spessore equivalente ottenuto, non si può naturalmente avere una
corrispondenza; questo porta a concludere che, quando si vogliano indagare le
profondità di scavo e l’estensione areale del giacimento, è necessario riferirsi alle
stratigrafie in sondaggio e alle sezioni stratigrafiche.
Provincia di Ferrara
Servizio Pianificazione Territoriale
26
RELAZIONE DI PIANO
14. CRITERI E METODOLOGIE PER LA COLTIVAZIONE E LA SISTEMAZIONE
FINALE DELLE CAVE
PREMESSA
L’attivazione di una attività estrattiva determina in maniera prioritaria la modifica
dell’assetto morfologico di un’area e l’eliminazione della vegetazione originaria.
Per favorire ed accelerare i processi di re-inserimento delle aree di ex-cave nel territorio
sarà necessario dove possibile limitare e favorire i processi evolutivi della vegetazione,
interrotti al momento dell’inizio dell’escavazione.
A tale proposito sarà necessario avere una conoscenza dettagliata della situazione di
partenza per favorire e superare con il progetto i fattori limitanti la crescita della
vegetazione e più in generale il suo inserimento ambientale.
La definizione dell’obiettivo finale a cui destinare l’area di cava, esaurita l’attività
estrattiva, rappresenta la prima e più importante scelta che il proponente deve operare, in
quanto condiziona tutto il prosieguo del progetto ed influenza l’evoluzione, almeno nel
breve e medio periodo, dell’area risistemata. Importante anche perché non esistono delle
regole codificate per stabilire “razionalmente” quali siano le scelte corrette. La scelta può
infatti derivare sia da aspettative interne al sito ed all’area circostante: legate alle
caratteristiche del sito e del suo circondario e sia da aspettative esterne: indipendenti dai
caratteri del sito.
La scelta dovrà sempre confrontarsi con gli effetti dell’attività estrattiva (forme di
abbandono, pendenze, ambiti, condizioni ecologiche, ecc…). La definizione dell’obiettivo
dovrà avvenire contestualmente alla redazione del piano di coltivazione e sfruttamento
del giacimento.
Normalmente le esigenze del riuso sono sempre secondarie, sia in termini di importanza
che di tempi, rispetto al progetto di sfruttamento e di investimento economico. Questo
porta alla redazione di piani di sistemazione inadeguati, non proiettati nel tempo. In
quanto predisposti su di un sistema morfologico pensato solo in termini estrattivi.
Provincia di Ferrara
Servizio Pianificazione Territoriale
27
RELAZIONE DI PIANO
Le esigenze del recupero devono coesistete e pesare a fianco di tutte le altre scelte. La
prassi negativa ha causato in passato gravi danni ambientali e paesaggistici e un
generale rifiuto (sia da parte delle amministrazioni che della cittadinanza) verso tutta
l’attività estrattiva. Un rapporto più stretto tra le esigenze dell’uso immediato e del riuso
futuro consentirebbe di ottimizzare le decisioni ed i progetti, con un conseguente
calmieramento dei costi del recupero, aumentando nel contempo l’efficacia degli
interventi.
Provincia di Ferrara
Servizio Pianificazione Territoriale
28
RELAZIONE DI PIANO
15. MODALITA’ TECNICHE D’ESTRAZIONE
Al fine di definire le principali e più correnti tecniche d’estrazione è utile ricordare che in
tuta la Provincia di Ferrara il livello della falda freatica è molto vicino alla superficie. Gran
parte del territorio provinciale è per la maggior parte assoggettato a bonifica mediante
abbassamento forzato del livello freatico, per mezzo di reti di canali adducenti alle
idrovore elettromeccaniche. Questa è la principale caratteristica del territorio ferrarese,
dove sotto al superficie del terreno emerso il franco, imposto dalla bonifica, varia da valori
di circa m 1 a valori di m 2 circa.
Ogni escavazione dunque che venga fatta a profondità anche poco rilevante interessa
sempre la falda di superficie; sia nel caso di argille sia per le sabbie.
Le tecniche di estrazione delle argille prevedono che queste siano all’asciutto per
necessità di trasporto e di successiva lavorazione. Pertanto l’area soggetta all’estrazione
viene tenuta asciutta mediante l’impiego di una pompa.
Lo scavo dei materiali sabbiosi avviene mediante draghe idrorifluenti che non
determinano squilibri al regime delle acque sotterranee. Il livello della falda freatica resta
indisturbato, se non si considera come disturbo un abbassamento di pochi decimetri
dovuto alla lentezza del rimpiazzo corrispondente ai metri cubi solidi estratti e ad una
trascurabile evaporazione nel periodo estivo.
Le draghe sono pompe che aspirano attraverso un lungo tubo mobile e spingono una
miscela di acqua-sabbia fino all’impianto di lavorazione dove avviene la separazione ed il
lavaggio. L’acqua ritorna al lago trascinandovi le frazioni pulverulente. Per la sabbiella da
rilevati e riempimenti la spesa di estrazione costituisce la parte preponderante del prezzo
di vendita.
Di conseguenza ne deriva la necessità di tenere basso il costo di estrazione e quindi,
quando possibile di procedere allo sbanco, mediante pale gommate frontali e carico
diretto sugli automezzi della sabbia asciutta.
Coltivare cave di sabbia al di sotto della superficie della falda freatica, comporta l’uso di
draga, il successivo deposito ed il carico che dovrà avvenire mediante pala frontale.
Provincia di Ferrara
Servizio Pianificazione Territoriale
29
RELAZIONE DI PIANO
La necessità del dragaggio pone oltretutto un limite alla quantità giornaliera estraibile che
nella coltivazione all’asciutto sarà determinato dal numero di mezzi messi a disposizione.
Il altri casi viene adottato il sistema misto: sbanco diretto all’ ”asciutto” per i primi 2-3
metri, e prosecuzione mediante draga fino all’esaurimento del giacimento.
La scelta del metodo più adatto è sempre legata alle condizioni idrologiche ed
idrogeologiche del territorio circostante e dovrà essere individuato nelle proposte di
progetto e descritto nell’ambito della documentazione necessaria per la Valutazione di
Impatto Ambientale (L.R. 9/099 modificato dalla L.R. 9/99 modificato dalla L.R. 35/00).
Provincia di Ferrara
Servizio Pianificazione Territoriale
30
RELAZIONE DI PIANO
16. PRINCIPALI PROBELAMTICHE ESTRATTIVE
16.1 PRINCIPALI PROBLEMATICHE LEGATE ALLO SFRUTTAMENTO DELLE
SABBIE
Nell’ambito del territorio provinciale si possono prevedere due diversi tipologie di cave:
-
cave all’asciutto;
-
cave di falda.
A) CAVE ALL’ASCIUTTO
Si tratta di una tipologia molto rara in condizioni naturali, in quanto nel territorio
provinciale il livello della falda è sempre molto vicino alla superficie di campagna.
Si potrà verificare in caso di sfruttamenti che interessino aree piuttosto ampie, spinti a
debole profondità, e soprattutto quanto tali aree siano situate in corrispondenza di
spartiacque naturali e più in particolare, su argini di paleoalvei esclusi dalla rete di
irrigazione attuale.
B) CAVE IN FALDA
Per questa tipologia il materiale sarà estratto con opportuni metodi e mezzi, in relazione
alla profondità di sfruttamento autorizzato. Per basse profondità potranno essere usati
escavatori a lancio tipo drag-line, mentre per profondità superiori ai 5 metri, si dovrà
ricorrere a draghe aspiranti posizionate su chiatte e tubi di andata all’impianto di
selezione.
16.2 PRINCIPALI PROBLEMATICHE GEOLOGICHE DELLE CAVE DI SABBIA
I principali problemi geologici ed idrogeologici che dovranno essere affrontati per questo
tipo di attività estrattiva sono:
a) scelta dell’area di cava in relazione al territorio circostante;
b) problematiche di coltivazione;
c) sistemazione e nuova destinazione d’uso dell’area di cava;
Provincia di Ferrara
Servizio Pianificazione Territoriale
31
RELAZIONE DI PIANO
d) relativamente alla scelta dell’area sarà necessario sviluppare uno studio più
particolareggiato di quanto indicato nelle Schede Progetto allegate al P.I.A.E. che
individuano i Poli Estrattivi al fine di dare indicazioni precise alle seguenti
problematiche:
d.1) evitare che l’attivazione della cava possa produrre alterazioni nell’assetto
idrografico di superficie. In particolare si dovrà evitare di interrompere le linee di
drenaggio, come pure non dovranno essere sbancate linee di displuvio naturali o
artificiali, al fine di rispettare la delimitazione dei bacini di scolo attualmente definita
dagli Enti preposti alla regimazione delle acque.
d.2) evitare squilibri nel regime delle acque sotterranee, rappresentati da eccessivi
abbassamenti della superficie freatica;
d.3) evitare che la cava venga a svolgere il ruolo di una via di facile inquinamento sia
per le acque di superficie, che, soprattutto, per le acque di falda;
e) nella fase di coltivazione della cava, dovranno essere tenuti in considerazione tutti gli
accorgimenti necessari per garantire condizioni di sicurezza nella lavorazione; in
particolare, valutare attentamente la forma dello scavo con attenzione soprattutto alla
pendenza delle pareti di cava. Per le cave che necessitano l’uso di acque per il
lavaggio del materiali, sarà necessario organizzare le lavorazioni in modo da non
alterare le condizioni idrogeologiche dei terreni circostanti. Per le cave in falda, una
volta che la coltivazione sia entrata in regime, si utilizzerà sempre la stessa acqua,
almeno per quanto possibile;
f)
sistemazione e nuova destinazione delle aree coltivate. Questi temi saranno
approfonditi successivamente.
Provincia di Ferrara
Servizio Pianificazione Territoriale
32
RELAZIONE DI PIANO
16.3 PRINCIPALI PROBLEMATICHE LEGATE ALLO SFRUTTAMENTO DELLE
ARGILLE
Anche in questo settore si possono prevedere due tipi di cave:
-
cave all’asciutto;
-
cave di falda.
A) CAVE ALL’ASCIUTTO
Queste condizioni di lavorazione si incontreranno di rado in condizioni naturali, data la
vicinanza della superficie di falda rispetto al piano di campagna. L’estrazione di argille
verrà praticata più frequentemente previo abbassamento locale e temporaneo della falda
idrica. In questo tipo di cave l’abbassamento dovrà essere ottenuto evitando di estendere
eccessivamente il cono di depressione ai terreni circostanti, condizione questa favorita di
frequente dalla bassissima permeabilità dei terreni interessati.
A questo proposito potranno essere usati gli stessi accorgimenti precedentemente
descritti per le cave di sabbia.
B) CAVE IN FALDA
Si tratta di una condizione economicamente e tecnicamente poco vantaggiosa per
l’estrazione di argille. In questi casi si usa riportarsi alle condizioni precedentemente
descritte, scavando all’asciutto.
16.4 PRINCIPALI PROBLEMATICHE GEOLOGICHE DELLE CAVE DI ARGILLA
Le principali problematiche da evidenziare in questa fase sono:
a) scelta dell’area di cava in relazione alle condizioni idrologiche ed idrogeologiche del
territorio circostante;
b) problemi legati alla coltivazione che sono costituiti dall’opportuno dimensionamento
dello scavo e delle relative scarpate, in funzione delle condizioni di sicurezza nella
lavorazione e della sistemazione finale dell’area sfruttata. Queste condizioni saranno
definite in rapporto alle caratteristiche geotecniche del materiale interessato
c) sistemazione e nuova destinazione d’uso delle aree coltivate.
Provincia di Ferrara
Servizio Pianificazione Territoriale
33
RELAZIONE DI PIANO
17. LA TUTELA DEGLI ACQUIFERI E LA COMPATIBILITA’ IDRAULICA DELLE AREE
ESTRATTIVE
Nell’ambito del Progetto di Piano e nella localizzazione dei poli estrattivi si sono tenuti in
considerazione i sistemi acquiferi sfruttati ad uso idropotabile. E’ evidente l’importanza
soprattutto per la Provincia di Ferrara della tutela della risorsa idrica sotterranea e la
conseguente necessità di costruire un Quadro Conoscitivo approfondito in misura tale da
permettere di effettuare scelte che offrano ampie garanzie in termini di salvaguardia, sia
in termini qualitativi che quantitativi, della risorsa idrica stessa. A tale proposito non sono
previste attività estrattive in aree di questo tipo.
Un ulteriore tema di verifica i cui risultati implementeranno il Quadro Conoscitivo è
rappresentato dallo studio di compatibilità idraulico ambientale che, ai sensi dell’art. 22
delle norme di attuazione del primo stralcio per l’Assetto Idrogeologico del bacino del
fiume Po (P.A.I.) accompagna il piano di settore delle attività estrattive, al fine di
verificarne la compatibilità con la pianificazione di bacino. Lo stesso articolo prescrive
inoltre che tali piani, e quindi il P.I.A.E. , definiscono modalità di ripristino ambientale delle
aree estrattive coerenti con le finalità e gli effetti del P.A.I., nonché corrette modalità di
manutenzione e gestione a conclusione dell’attività e di recupero ambientale per quelle
insistenti in aree protette.
Nell’ambito della Conferenza Servizi sono state acquisite le indicazioni ed i contributi
pervenuti dall’A.I.P.O. con il P.A.I. e P.A.I. Delta (adottato dal Comitato Istituzionale con
delibera n. 26 del 18/12/2001).
Provincia di Ferrara
Servizio Pianificazione Territoriale
34
RELAZIONE DI PIANO
18. INDIRIZZI E CRITERI PER LA SISTEMAZIONE FINALE DELLE CAVE
Le destinazioni finali delle cave a sistemazioni avvenute, dovranno perseguire in via
prioritaria la ricostruzione del paesaggio storico di pianura secondo gli indirizzi sulle
singole Unità di Paesaggio contenuti nella parte seconda del PTCP vigente, il recupero
naturalistico, la messa in sicurezza idraulica del territorio, favorendo inoltre gli usi pubblici
e gli usi sociali delle aree sistemate e la loro collocazione nell’ambito delle reti ecologiche
di pianura della programmazione e pianificazione infraregionale.
Tali indirizzi dovranno permettere ai Comuni la definizione più puntuale delle modalità di
recupero delle aree estrattive. Come particolare supporto viene individuato il manuale
teorico e pratico pubblicato dalla Regione: “ Il Recupero e la riqualificazione ambientale
della cave in Emilia – Romagna” (marzo 2003).
Particolare attenzione dovrà essere posta alle connessioni che si possono realizzare tra
piani di recupero di una cava ed il territorio circostante con riferimento alle reti
ecologiche. Queste infatti rivestono un grande interesse naturalistico, in particolare per la
fauna selvatica, in difficoltà nelle aree fortemente popolate e sfruttate dall’uomo.
Per reti ecologiche si intende quell’insieme di spazi naturali (o seminaturali) e degli
elementi del territorio che ne assicurano una connessione, consentendo così la diffusione
delle specie selvatiche. Infatti gli animali e la piante tendono generalmente ad insediarsi e
a formare popolazioni stabili negli habitat più adatti e da lì si diffondono nel territorio
circostante, per occupare nuove aree, per cercare risorse utili alla sopravvivenza, per
riprodursi o per sfuggire a situazioni divenute ostili. Nelle zone di pianura le vie principali
di diffusione delle specie selvatiche sono costituite da elementi di connessione come
corsi d’acqua, siepi e filari, mentre sono ostacolate dalla presenza di barriere come
infrastrutture vari, centri abitati e aree di agricoltura intensiva. Spesso ciò che rimane a
piante e animali selvatici sono solo piccoli frammenti di habitat naturali (es. zone umide)
immersi in un “mare” di ambienti artificiali, barriere per essi spesso insormontabili. E’
quindi essenziale che i frammenti rimasti vengano potenziati e messi in collegamento fra
loro, con la creazione di passaggi e vie di connessione studiati e realizzati con l’obiettivo
di formare una rete estesa. In quest’ottica il recupero ambientale delle aree di cava può
fornire un contributo molto importante.
Provincia di Ferrara
Servizio Pianificazione Territoriale
35
RELAZIONE DI PIANO
In particolare il recupero di ciascun polo estrattivo dovrà essere oggetto di un progetto
che definisca l’assetto morfologico, vegetazionale e funzionale finale tenendo conto delle
indicazioni generali segnalate nel presente piano e supportato da studi sulle
caratteristiche dell’area che si trova intorno al polo estrattivo.
La pendenza finale delle scarpate dovrà essere definita in base al progetto complessivo,
tenendo conto delle necessità di un raccordo non brusco con la morfologia circostante.
L’area occupata dovrà essere lasciata in condizioni di assoluta sicurezza e stabilità.
Il progetto di recupero, con indicazione delle modalità e dei tempi di esecuzione, dovrà
essere univoco per tutte le aziende che fossero interessate all’attività del polo estrattivo.
Le opere di recupero finale devono essere eseguite per lotti successivi e dovranno
avvenire immediatamente a seguito della coltivazione, dove questa è ultimata o dove è
possibile procedere alla sistemazione definitiva. Dovranno essere incentivati interventi
provvisori di sistemazione dei fronti al fine di limitare l’impatto visivo.
METODOLOGIE DI RECUPERO AMBIENTALE DELLE CAVE
Le tipologie di recupero sono collegate con le caratteristiche del contesto territoriale in cui
le cave stesse possono risultare localizzate.
Sia nei casi in cui sono ipotizzate più tipologie di recupero, che in quelli in cui è prevista
una sola tipologia di recupero, la specifica destinazione d’uso finale delle aree escavate
sarà definita d’intesa con i Comuni interessati e valutate nell’ambito del processo di VI.A.
di cui alla L.R. 9/99 e successive modifiche.
Nella elaborazione dei P.A.E. comunali si dovranno individuare la presenza di siti
abbandonati senza le necessarie realizzazioni di ripristino e si dovranno prevedere le
modalità di recupero.
Il Piano nelle prescrizioni annesse ai singoli Poli (vedi Schede Progetto) ipotizza di
individuare condizioni di coerenza ad esempio con il Parco del Delta o con il Parco
Urbano di Ferrara, intesi come elementi morfologici a scala territoriale rilevante.
Provincia di Ferrara
Servizio Pianificazione Territoriale
36
RELAZIONE DI PIANO
Compito della Commissione Tecnica infraregionale per le attività estrattive sarà quello di
individuare questo “disegno” organico volto alla rinaturalizzazione ed al ripristino della
complessità biologica di un territorio, come il nostro, spesso “oppresso” dalle pratiche
agricole di tipo estensivo, dall’adozione delle pratiche del drenaggio sotterraneo,
dall’annullamento, come conseguenza delle bonifiche idrauliche, delle strutture
morfologiche.
Provincia di Ferrara
Servizio Pianificazione Territoriale
37
RELAZIONE DI PIANO
19. LA NORMATIVA TECNICA DI ATTUAZIONE
La revisione dell’apparato normativo allegato al Piano, oltre alla finalità generale di
aggiornamento rispetto alla legislazione più recente in materia di tutela ed uso del
territorio (LR 20/2000), della nuova disciplina sulla Valutazione di Impatto Ambientale (LR
9/99), di eventuale riutilizzo di materiali di risulta negli interventi di sistemazione (decreti
attuativi del “Ronchi”) ecc., è finalizzata al raggiungimento di un più elevato standard
qualitativo di progettazione e di gestione delle attività di coltivazione e di recupero
ambientale frutto dell’esperienza condotta in questi anni del Servizio Provinciale di
riferimento.
L’impianto normativo si articolerà in disposizioni per la pianificazione provinciale, nonché
indirizzi per la redazione della normativa di livello comunale.
In relazione a questi ultimi aspetti, è utile ricordare che la normativa vigente prevede già
ora un sistema di controllo e di garanzie, che vanno dall’obbligo di presentazione di un
progetto di sistemazione della cava in sede di richiesta di autorizzazione (ai sensi dell’art.
13 della L.R. 17/91), alla stipula di una convenzione – sempre autorizzata – che, tra le
altre cose (art. 12 L.R. 17/91), impegna il soggetto richiedente ad eseguire le opere
previste nel progetto di sistemazione della cava secondo le modalità ed i tempi previsti
nell’autorizzazione, ed a prestare al Comune una garanzia finanziaria di ammontare
corrispondente alla spesa necessaria per l'esecuzione della sistemazione stessa.
Effettivamente negli ultimi anni, anche attraverso il ruolo esercitato dalla Commissione
Tecnica provinciale, che esprime un parere obbligatorio su tutti i progetti di coltivazione e
sistemazione presentati in fase di richiesta di autorizzazione, è osservabile una certa
evoluzione della qualità progettuale rispetto al tema dei recuperi, che si è tradotta anche
in un incremento dell’importo delle garanzie fideiussione prestate.
Provincia di Ferrara
Servizio Pianificazione Territoriale
38