Provincia di Ferrara Servizio Pianificazione Territoriale 1
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RELAZIONE DI PIANO Provincia di Ferrara Servizio Pianificazione Territoriale 1 RELAZIONE DI PIANO PROVINCIA DI FERRARA Servizio Pianificazione Territoriale Assessore Dott. Bracciano Lodi Dirigente Arch. Moreno Po P.I.A.E. 2002 – 2011 (Piano Infraregionale delle Attività Estrattive) Resp. Procedimento Arch. Moreno Po (Dirigente Settore Pianificazione Territoriale e Ambiente) Gruppo di lavoro Dott. Geol. Gabriella Dugoni (Resp. U.o.p.c. Sviluppo sostenibile – V.I.A.) Dott. Geol. Alceste Zecchi (Resp. U.o.p.c. Uff. Geologico e Protezione Civile) Geom. Fausto Bertoncelli (Uff. Attività Estrattive) Mauro Mainardi (Uff. Sistemi Informativi Territoriali) Consulenti Arch. Pietro Pigozzi - Coordinatore (Uteco Associati Studio Tecnico) Ing. Riccardo Ricci (Valutazione di Sostenibilità Ambientale e territoriale) Dott. Francesco Vazzano (Calcolo del fabbisogno) Dott. Geol. Elena Bonora (Elaborazione geologica) Geom. Marco Pigozzi (Elaborazione grafica) Proff. Giovanni Masè - Università degli Studi di Ferrara Dip.to Scienze della Terra (Consulenza geologica) Dott. Maria Chiara Turrini - Università degli Studi di Ferrara Dip.to Scienze della Terra (Consulenza geologica) Provincia di Ferrara Servizio Pianificazione Territoriale 2 RELAZIONE DI PIANO INDICE 1. PREMESSA Pag. 3 2. INDIRIZZI, STRATEGIE ED OBIETTIVI DEL PIAE 2001-2011 Pag. 4 3. IL QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO Pag. 6 4. LA CONFERENZA DI PIANIFICAZIONE Pag. 8 5. IL PROCESSOO DI AGENZA 21 APPLICATO AL PIAE Pag. 10 6. IL METODO DI LAVORO ADOTTATO E LE SCELTE Pag. 11 7. ELEMENTI DI QUALITA’ E QUANTITA’ DEL PIANO Pag. 12 8. IL PRIMO PIAE PROVINCIALE (1995-2001) Pag. 13 9. IL SECONDO PIAE PROVINCIALE (2002-2011): INDIRIZZI STRATEGICI Pag. 15 10. IL SECONDO PIAE PROVINCIALE (2002-2011): DIMENSIONATO Pag. 18 11. Il SECONDO PIAE (2002-2011): SOSTENIBILITA’ E INDIRIZZI ALLA PIANIFICAZIONE AMBIENTALE Pag. 20 12. LO STUDIO DI BILANCIO AMBIENTALE (S.B.A.) Pag. 22 13. DEFINIZIONE DELLE AREE ESTRATTIVE DI PIANO Pag. 23 14. CRITERI E METODOLOGIE PER LA COLTIVAZIONE E LA SISTEMAZIONE FINALE DELLE CAVE Pag. 26 15. MODALITA’ TECNICHE DI ESTRAZIONE Pag. 28 16. PRINCIPALI PROBELAMTICHE ESTRATTIVE Pag. 30 16.1 PROBLEMI LEGATI ALLO SFRUTTAMENTO DELLE SABBIE Pag. 30 16.2 PRINCIPALI PROBLEMATICHE GEOLOGICHE DELLE CAVE DI SABBIA Pag. 30 16.3 PRINCIPALI PROBLEMATICHE LEGATE ALLO SFRUTTAMENTO DELLE ARGILLE Pag. 32 16.4 PRINCIPALI PROBLEMATICHE GEOLOGICHE DLELE CAVE DI ARGILLA Pag. 32 17. LA TUTELA DEGLI ACQUIFERI E LA COMPATIBILITA’ IDRAULICA DELLE AREE ESTRATTIVE Pag. 33 18. INDIRIZZI E CRITERI PER LA SISTEMAZIONE FINALE DELLE CAVE Pag. 34 19. LA NORMATIVA TECNICA DI ATTUAZIONE Pag. 37 Provincia di Ferrara Servizio Pianificazione Territoriale 3 RELAZIONE DI PIANO 1. PREMESSA Anche la pianificazione in materia di attività estrattive contiene tutte le complessità tipiche della moderna gestione delle risorse naturali nelle società complesse come quella contemporanea. Da un lato ci si riferisce ad una “risorsa” finita la cui estrazione e trattamento produce inevitabili impatti ambientali sul territorio, dall’altro si tratta di un bene indispensabile alle attività edilizie ed infrastrutturali attorno al quale gravitano i bisogni di un moderno sistema economico. In Italia la storia recente ha visto spesso le ragioni del territorio e dell’ambiente messe in secondo piano rispetto alle necessità dello sviluppo e l’immagine che trasmette di se questo settore risente delle ferite inferte al territorio. L’attività estrattive non sfugge al paradosso ambientale tale per cui appare: insostenibile quando si pensa alle attività delle cave, mentre appare fondamentale quando pensiamo alle realizzazioni delle attività edilizie conseguenti. Lo sforzo programmatico deve concorrere a realizzare un sistema locale che realizzi le infrastrutture necessarie, assicura qualità edilizia ma non rifiuta i disagi dell’attività estrattiva limitandosi ad importare materiali inerti da altre province. Occorre quindi rileggere criticamente anche le esperienze compiute assumendo pienamente come Provincia la responsabilità di governo del territorio, con una pianificazione che sappia comprendere le complessità nuove del sistema e indirizzare la programmazione sul terreno dello sviluppo sostenibile. Provincia di Ferrara Servizio Pianificazione Territoriale 4 RELAZIONE DI PIANO 2. INDIRIZZI, STRATEGIE ED OBIETTIVI DEL P.I.A.E. 2002-2011 Nell'elaborazione del Piano Infraregionale delle Attività Estrattive sono stati seguiti gli indirizzi forniti dalla Regione Emilia-Romagna compendiati, oltre che nel quadro normativo di riferimento della nota regionale n. 4402/191 del 10 giugno 1992, “Criteri per la formazione dei Piani infraregionali e comunali delle attività estrattive”, e della Deliberazione di C.R. n. 173 del 4 aprile 2001, “Atto di indirizzo e di coordinamento tecnico per l’attuazione della L.R. 24 marzo 2000, n. 20. Contenuti conoscitivi e valutativi dei Piani e Conferenza di pianificazione”. Nella scelta delle aree estrattive e nel precisare le quantità estraibili, pur tenendo conto delle esigenze produttive, è stato posto in primo piano l'esigenza di tutelare il patrimonio culturale, ambientale e paesistico del territorio in esame, sia escludendo ampie superfici dall'attività estrattiva, sia definendo in via preliminare le opportune modalità di recupero ambientale per le aree interessate dalle cave previste. Gli elementi di priorità per le scelte di pianificazione operate nel presente Piano e contenute nel Documento Preliminare sono i seguenti: 1) salvaguardia dei valori ambientali ed in primo luogo delle risorse idriche, attraverso le seguenti valutazioni: aggiornamento delle analisi territoriali estese per individuare tutte le aree incompatibili, per valore ambientale, con l’attività estrattiva, tramite l'aggiornamento delle elaborazioni di analisi precedenti; adeguamento della verifica della compatibilità ambientale con le azioni da indicare come obiettivo che definirà, nell’ambito della valutazione di sostenibilità ambientale e territoriale, anche le misure di mitigazione da adottarsi in via preventiva all’atto dell’individuazione delle zonizzazioni; scelta prioritaria delle aree di cava fra i siti già pianificati o comunque interessati da attività estrattive, individuati nel Piano precedente; per le nuove aree, valutazioni in merito alle infrastrutture occorrenti per la gestione e loro collocazione previa contemporanea individuazione dei soggetti imprenditoriali proponenti; per le nuove aree, valutazioni in merito agli impatti paesaggistici; 2) flessibilità dello strumento per consentire ai Comuni di effettuare scelte e varianti Provincia di Ferrara Servizio Pianificazione Territoriale 5 RELAZIONE DI PIANO all’interno dello stesso; 3) gestione delle risorse provenienti da attività diverse, al fine di diminuire il fabbisogno richiesto e di sfruttare al meglio le risorse del territorio; 4) ottimale e completo sfruttamento dei giacimenti; 5) utilizzazioni compensative dell’area nei settori del recupero dei materiali inerti e della difesa del suolo; 6) contenimento delle attività sul territorio; 7) concertazione delle previsioni con le Amministrazioni comunali interessate. Gli elementi sovraesposti hanno determinato la scelta delle aree estrattive previste dal presente piano; inoltre hanno fornito elemento di verifica ambientale per la stesura della Carta delle zone incompatibili, attraverso la quale gli strumenti comunali, alle condizioni previste dalle Norme del presente Piano, potranno individuare le specificità dei Poli estrattivi.. I contenuti del Piano, come previsto dalla L.R. 17/91 e successive modifiche in sintesi sono: a) la quantificazione su scala infraregionale dei fabbisogni dei diversi materiali per un arco temporale decennale; b) l’individuazione dei poli estrattivi di valenza sovracomunale; c) i criteri e le metodologie per la coltivazione e la sistemazione finale delle cave nuove, nonché per il recupero di quelle abbandonate e non sistemate; d) i criteri per le destinazioni finali delle cave a sistemazioni avvenute, perseguendo ove possibile il restauro naturalistico, gli usi pubblici, gli usi sociali. Questi già ambiziosi obiettivi sono stati arricchiti dalla più recente L.R. 3/99, che attribuisce alle Provincie specifiche competenze nel settore minerario e in particolare la zonizzazione di aree suscettibili di sfruttamento minerario. Importanti novità si presentano anche rispetto al procedimento di approvazione del P.I.A.E. che, nel rispetto della L.R. 20/2000, ha seguito un percorso che ha visto direttamente impegnati, oltre alla Provincia, tutti gli Enti territorialmente interessati. Provincia di Ferrara Servizio Pianificazione Territoriale 6 RELAZIONE DI PIANO 3. IL QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO Il P.I.A.E. come definito dalla L.R. n. 17/1991 costituisce parte del Piano Infraregionale previsto dall’art. 12 della L.R. 5 settembre 1988, n. 36 e ne rappresenta la specificazione per il settore delle attività estrattive. E’ elaborato dalla Provincia territorialmente competente, sentiti i comuni. Attua le prescrizioni e le previsioni del PTR e dei Piani di Bacino di cui alla Legge 18 maggio 1989, n. 183 ed è di norma formato nell’ambito del Piano Infraregionale di cui alla L.R. n. 36 del 1988. Sarà elaborato come Piano di Settore ai sensi del comma 6 dell’art. 12 della stessa legge. Il P.I.A.E. dovrà contenere: a) la quantificazione su scala infraregionale dei fabbisogni dei diversi materiali per un arco temporale decennale; b) l’individuazione dei poli estrattivi di valenza sovracomunale; c) i criteri per le destinazioni finali delle cave a sistemazioni avvenute, perseguendo, ove possibile il restauro naturalistico, gli usi pubblici, gli usi sociali. Il P.I.A.E. dovrà tenere conto, ai fini della quantificazione, dei materiali litoidi nonché delle materie prime secondarie alternative ai materiali di cui al comma 1 dell’art. 3 della L.R. n. 17/91. Il P.I.A.E. sarà corredato da uno studio di bilancio ambientale che verificherà la compatibilità ambientale dell’attività estrattiva sulla base delle normative vigenti. Lo studio di bilancio ambientale dovrà contenere l’individuazione delle aree ad alta sensibilità ambientale, le motivazioni delle scelte previste anche in rapporto alle possibili alternative, la descrizione delle modificazioni indotte e delle misure di mitigazione degli effetti negativi. Le procedure di consultazioni in base alla Legge Regionale avvengono in sede di deposito ed osservazione del P.I.A.E. Provincia di Ferrara Servizio Pianificazione Territoriale 7 RELAZIONE DI PIANO Il Piano Infraregionale delle Attività Estrattive della Provincia di Ferrara, è lo strumento provinciale che regola la pianificazione territoriale delle attività di cava, così come stabilito dall’art. 6 della L.R. n. 17/91, “Disciplina delle Attività Estrattive”, che costituisce il riferimento principale e regionale in merito alle attività estrattive. Tale legge indica i contenuti propri del PI.A.E. ed esplicita i rapporti fra lo stesso e gli strumenti di settore sott’ordinati. Sono considerare inoltre, nell’ambito della redazione del presente Piano, la L.R. n. 9/99 “Disciplina della procedura di valutazione dell’impatto ambientale”, nonché la L.R. 20/00 “Disciplina generale sulla tutela e l’uso del territorio” che, in particolare definisce gli obiettivi ed i contenuti, degli strumenti urbanistici, nonché gli aspetti procedurali finalizzati alla concentrazione e condivisione delle scelte di piano. Il presente Piano costituisce parte del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale ai sensi dell’art. 26 della L.R. 20/00, e ne rappresenta la specificazione per il settore attività estrattive. Negli indirizzi programmatici della Provincia il P.I.A.E. dovrà essere inserito nell’ambito di un più ampio sistema di concertazione e di programmazione all’interno del Progetto di Sviluppo Locale. Provincia di Ferrara Servizio Pianificazione Territoriale 8 RELAZIONE DI PIANO 4. LA CONFERENZA DI PIANIFICAZIONE La Legge Regionale n. 20/2000 “Disciplina generale sulla tutela e l’uso del territorio” con deliberazione del Consiglio Regionale n. 173 del 04/04/2001 in “Approvazione dell’indirizzo e coordinamento tecnico sui contenuti conoscitivi e valutativi dei piani e conferenza di pianificazione” stabiliscono e regolamentano il procedimento dell’elaborazione del PI.A.E.; tale procedimento prevede quale fase necessita la convocazione di una Conferenza di Pianificazione con l’obiettivo dir realizzare la concertazione istituzionale tra le Amministrazioni interessate dall’esercizio delle funzioni di pianificazione, attraverso l’integrazione delle diverse competenze e la ricerca di condivisione degli obiettivi generali e delle scelte strategiche di piano. Tale procedura si è articolata in una prima definizione di “Linee guida per la redazione del documento preliminare del Piano” (vedi delibera della G.P. del 10/12/2002), nella produzione di un: a) Quadro conoscitivo b) Documento preliminare c) Valutazione preventiva di sostenibilità territoriale ed ambientale Si è proceduto inoltre con la raccolta ed analisi delle “Proposte di Ampliamento e Nuovi Insediamenti” da considerarsi come “manifestazioni di interesse” da parte del sistema imprenditoriale di riferimento. Le proposte per le quali è pervenuta la richiesta formale sono state catalogate e ordinate per comune e per materiale, localizzate su una apposita cartografia e catalogate secondo le seguenti modalità: 1) Denominazione 2) Comune 3) Materiale 4) P/A: Polo o Ambito (secondo i criteri indicati dalla Circolare Regionale per la redazione dei P.I.A.E., Prot. n. 4402/1991) 5) N/A: Nuova o Ampliamento (di zonizzazione esistente) Attraverso questo primo esame ed alla comparazione con le linee guida deliberate dalla G.P. si è giunti a stabilire quali proposte potranno concorrere ad orientare la suddivisione dei fabbisogni per Comune. Provincia di Ferrara Servizio Pianificazione Territoriale 9 RELAZIONE DI PIANO Nelle sedute svolte della Conferenza di Pianificazione si sono condivise le linee e gli indirizzi del Documento Preliminare e analizzati i contributi presentati dalle Amministrazioni, Enti ed Associazioni. E’ stato convocato anche un Forum Agenda 21. I verbali ed i contributi sono contenuti dell’Allegato 1. Anche la Provincia di Ferrara sta affrontando una nuova stagione di pianificazione successiva all’approvazione della Legge Regionale urbanistica del 2000. La Legge 20/2000 propone un processo di pianificazione concertata che si applica a tutti i piani, compresi quelli settoriali come il P.I.A.E. La concertazione oltre che ispirarsi alla sussidiarietà, alla partecipazione, introduce il principio fondamentale della responsabilità, affidando alla pianificazione un grado maggiore di complessità nella determinazione delle scelte strategiche, ma al contempo più possibilità nell’attuare gli obiettivi specifici individuati. Con la definizione di scelte comuni già in sede di conferenza di pianificazione, come è avvenuto, si possono meglio integrare le previsioni di estrazione dei materiali inerti con quelle relative al recupero ambientale, ai controlli, alla gestione e alla più generale innovazione dell’attività estrattiva pianificata. Riallineare la pianificazione ad un orizzonte temporale almeno decennale contribuirà anche alla crescita di una cultura imprenditoriale del settore estrattivo, una sua qualificazione e partecipazione attiva agli obiettivi di qualità ambientale e territoriale del piano. Un’azione programmatoria che nascesse con l’unico scopo di indicare solamente le quantità, si limiterebbe a governare l’indicatore del materiale estratto per preparare la successiva variante, senza essere in grado di incidere realmente sulla qualità della filiera degli inerti. Per questa ragione il nuovo P.I.A.E. si propone obiettivi ben più ambiziosi del semplice riallineamento quantitativo. Lo strumento dovrà permettere di tenere insieme i due vantaggi di fondo insiti nella pianificazione: offrire uno scenario di programmazione credibile al progetto di sviluppo che la comunità locale si è data e coordinare ed attuare le scelte cercando di garantirne benefici reali e duraturi alla stessa comunità locale. Provincia di Ferrara Servizio Pianificazione Territoriale 10 RELAZIONE DI PIANO 5. IL PROCESSO DI AGENZA 21 APPLICATO AL PI.A.E. La Provincia di Ferrara ha deciso, in coerenza con le modalità di elaborazione degli strumenti di pianificazione e programmazione, di affiancare alle fasi di pianificazione del proprio P.I.A.E. un processo di Agenda 21 coinvolgendo il Forum Agenda 21 Provinciale dedicato specificatamente al tema delle attività estrattive, con la volontà di cogliere le opportunità che tale procedura offre in termini di consultazione dei soggetti coinvolti in un settore e di arricchimento del dibattito. Il Tavolo di consultazione P.I.A.E., messo in essere dall’Assessorato Ambiente ed alla Pianificazione territoriale, si è sviluppato nel corso di specifici incontri: il Forum appositamente convocato ha concorso ad approfondire i temi e le scelte del Piano. Il Tavolo ha visto la partecipazione di numerosi attori direttamente rappresentativi di soggetti coinvolti e più generalmente interessati al processo di pianificazione delle attività estrattive. Il clima in cui si sono svolti gli incontri tra i partecipanti tra i partecipanti si è caratterizzato per il clima costruttivo, il dibattito autentico di merito su alcuni punti, collaborazione fattiva nell’elaborazione di soluzioni alternative e di proposte di miglioramento del percorso individuato sin qui dall’Amministrazione Provinciale. Si sono evidenziati alcuni elementi comuni, sui quali, a titolo di esempio, si vuole richiamare l’attenzione per la loro rilevanza e significatività. In primo luogo, si è segnalata una generale condivisione, comprensibilmente all’insegna di accenti differenziati, del principio dell’autosufficienza rispetto al fabbisogno provinciale dei materiali estraibili. Si è concordato sulla costruzione di un sistema di controlli – da definire accuratamente – che si incarichi di supportare la vigilanza e la sorveglianza sulle escavazioni e si è invocata, più generalmente, l’intensificazione delle azioni di contrasto contro le attività abusive. Alcune delle tematiche e dei suggerimenti hanno contribuito ad arricchire ed integrare il Documento Preliminare; a talune delle criticità individuate è stata fornita una risposta immediata, alcune altre, invece, rientrano in ambiti che esulano, in effetti, dalle competenze della Provincia. Il lavoro di P.I.A.E. è, comunque, ancora in itinere e, pertanto, ulteriori tematiche verranno accolte nelle fasi successive di definizione. Provincia di Ferrara Servizio Pianificazione Territoriale 11 RELAZIONE DI PIANO 6. IL METODO DI LAVORO ADOTTATO E LE SCELTE DI PIANO Come specificato nel punto precedente “INDIRIZZI, STRATEGIE ED OBIETTIVI DEL PIAE 2001 – 20011” è stata adottata la stessa “filosofia” di impostazione del P.I.A.E. precedente con la elaborazione di uno strumento che pianifica per “poli” di valenza sovracomunale, che introduce la possibilità di attivare interventi di recupero ambientale e che ridefinisce gli elementi attuativi del Piano in: a) poli estrattivi per i quali si intendono le aree estrattive di grande capacità e durata, ovvero gli areali definiti dal presente Piano entro cui i Comuni procedono, attraverso i P.A.E., alla perimetrazione puntuale dei siti di cava da sottoporre a pianificazione particolareggiata ed a convenzione. Ogni polo è identificato con una Scheda Progetto; b) Unità minime di intervento (U.M.I.) si intendono le porzioni minime in cui, sulla base delle condizioni morfologiche dell’area, può essere eventualmente suddiviso dal P.A.E. comunale un polo. La presentazione del progetto di trasformazione territoriale o di coltivazione del polo dovrà riguardare una o più U.M.I. tra di loro contigue e rispettare, nel caso di ambito, le disposizioni contenute nella scheda di intervento. Al medesimo progetto corrisponderà il rilascio di un’unica autorizzazione ad estrarre o un’unica autorizzazione a commercializzare i materiali di recupero; c) Progetti di riqualificazione ambientale e di ricostruzione paesaggistica per i quali si intende possano essere attuati interventi ricadenti in ambiti di valorizzazione territoriale riconosciuti e regolamentati dalla pianificazione comunale e sovracomunale con la possibilità di ammettere alla commercializzazione i materiali inerti risultanti eccedenti. I P.A.E. comunali dovranno recuperare le prescrizioni contenute nel P.I.A.E.; in particolare dovranno recepire precisando i “poli” così come individuati dal P.I.A.E.. Nella scelta dei poli si è cercato in questa fase di favorire l’ampliamento di attività esistenti e utilizzare proposte verificate a livello delle Amministrazioni Comunali, per ottenere garanzie sulla efficacia di attuazione del Piano. In questo modo si riduce al minimo l’incremento di attività estrattive sul territorio, e tramite nuovo convenzionamento è possibile il recupero di degradi preesistenti. Provincia di Ferrara Servizio Pianificazione Territoriale 12 RELAZIONE DI PIANO 7. ELEMENTI DI QUALITA’ E QUANTITA’ DEL PIANO Come si diceva in precedenza gli inerti sono una risorsa finita e trasportabile quindi è imprescindibile programmare il fabbisogno in una ottica di autosufficienza per evitarne la commercializzazione fine a se stessa, ma occorre altresì espletare l’azione di piano fissando anche chiari obiettivi qualitativi e benefici possibili per la collettività. In generale esaminando a ritroso le diverse fasi “storiche” della pianificazione si può notare come gli obiettivi di contenimento non siano solo stati in grado di produrre effetti virtuosi sui processi di crescita. Non si può modificare e non si qualifica un moderno modello di sviluppo semplicemente pianificando meno infrastrutture, meno case o meno aree industriali. La possibilità offerta alla pianificazione di agire sulla qualità dei processi e quindi su un razionale e sostenibile uso delle risorse sarà quella di accogliere nei piani la complessità dei fattori reali di crescita, di farne maturare il processo di piano fino al punto di equilibrio delle diverse dinamiche, anche se sono nettamente contrastanti. L’unico risultato prodotto da scelte pianificatorie parziali o attente solo al dato numerico della risorsa stessa, oppure indurre il sistema a rivolgersi all’esterno con esiti comunque deleteri. Che si produca una pianificazione di contenimento o sovrabbondante, il risultato sarà che se ne limiti al solo dato economico, di conseguenza si interverrà solo sul valore della risorsa senza ottenerne particolari risultati qualitativi. Occorrerà quindi determinare il fabbisogno, il cui unico pregio dovrà essere l’equilibrio e la rispondenza alla realtà, rivolgendo in contemporanea l’attenzione ai contenuti complessivi del piano. Provincia di Ferrara Servizio Pianificazione Territoriale 13 RELAZIONE DI PIANO 8. IL PRIMO P.I.A.E. PROVINCIALE (1995-2001): INDIRIZZI STRATEGICI La prima esperienza di pianificazione nel settore, affrontata nella seconda metà degli anni novanta della nostra come delle altre Province emiliane in occasione della L.R. 17/92, puntò essenzialmente sulla determinazione di un primo bilancio sul fabbisogno di inerti e sulla individuazione dei limiti di sostenibilità per le attività estrattive. La prima linea di attività consentì di definire i parametri di calcolo sull’impiego di inerti nelle singole attività di costruzione e di trasformazione del territorio, oltre che ovviamente determinare un primo calcolo di fabbisogno poliennale (stimato in circa 12,3 milioni di mc. nel periodo 1995-2001) che resterà come termine di paragone e come verifica di prestazione per il nuovo piano e per quelli a venire. Nel secondo filone di lavoro ci si preoccupò di effettuare una prima valutazione delle potenzialità quantitative del nostro territorio, vale a dire la disponibilità di risorse sfruttabili dalle attività di estrazione di inerti fuori dagli alvei fluviali, e contemporaneamente di individuare con precisione gli ambiti territoriali in cui la attività di estrazione non è comunque compatibile con il corretto mantenimento del sistema territoriale o, come meglio diremmo oggi, non è sostenibile a prescindere dalle potenzialità rilevate o dalle quantità estraibili. Ne è conseguito un piano articolato su tre livelli: 1. delle aree sottratte permanentemente determinazione alle attività di settore; 2. individuazione degli ambiti particolarmente vocati alle attività, per potenzialità rilevate e per sostenibilità degli effetti indotti nelle fasi di lavorazione e di abbandono dei siti esauriti; 3. indirizzi alla pianificazione comunale (generale e settoriale) per la puntuale localizzazione dei siti da attivare rispetto alle quantità concordemente determinate come compatibili con la poliennalità del primo P.I.A.E. Il bilancio del primo P.I.A.E. impostato in questo modo è, a nostro giudizio, positivo per molti determinanti aspetti: Provincia di Ferrara Servizio Pianificazione Territoriale 14 RELAZIONE DI PIANO a. le previsioni poliennali sono state sostanzialmente rispettate, dimostrando sia la buona capacità di risposta degli operatori ma anche la effettiva sintonia tra livelli diversi di governo locale, determinando un indice di realizzazione pari al 70% che viene assunto come base di prestazione minima la valutazione del nuovo P.I.A.E.; b. non si sono verificate situazioni di disagio o di tensione nelle aree (e tra le popolazioni) interessate dalla attuazione dei poli estrattivi previsti nel P.I.A.E. concluso; c. la operatività del settore si è consolidata selezionando le imprese rispetto alla loro capacità di “fare impresa” ampliando la redditività del settore su molte linee collaterali alla pura estrazione e vendita dei materiali vergini, tanto da poter oggi – appunto – individuare “un settore” e non “un gruppo di operatori”; d. sono fortemente diminuite anche se non scomparse, con la necessità di mantenere quindi una “guardia alta” le attività surrettizie ed altamente rischiose per l’assetto del territorio che in passato caratterizzavano le modalità di procacciamento di inerti in un ambito di regolazioni farraginose. Un bilancio quindi di compartecipazione, trasparenza, certezza delle condizioni operative che ha consentito di avere un primo atto copianificato tra Provincia e Comuni e di dare prospettiva di lungo periodo al settore e ai suoi operatori. Provincia di Ferrara Servizio Pianificazione Territoriale 15 RELAZIONE DI PIANO 9. IL SECONDO P.I.A.E. PROVINCIALE (2002-2011) Da questo bilancio parte la attività di progettazione del nuovo P.I.A.E., con l’obiettivo generale di migliorare su tutti i livelli le prestazioni del Piano precedente, in particolare: 1. Aumentare la precisione delle Previsioni di Piano sia migliorando il rapporto tra previsione e realizzazione quantitativa, sia incrementando la griglia di valutazione per la individuazione dei poli estrattivi nei P.A.E. comunali; 2. Aumentare la integrazione del Piano di settore sia con la pianificazione generale – ed in particolare con le azioni di corretta gestione del paesaggio – sia con la programmazione economica locale; 3. Incrementare la sostenibilità del Piano, in particolare incrementando il recupero di materiali inerti ed il suo rapporto percentuale di concorso al raggiungimento dei quantitativi globali stimati nel P.I.A.E. In sintesi, il nuovo P.I.A.E. dovrà: a. garantire il consolidamento e lo sviluppo del settore economico direttamente interessato, senza incrementare in valore assoluto la quantità di materiali vergini estratti rispetto alle precedenti poliennalità; b. ridurre la estrazione di materiali vergini, in rapporto percentuale sul totale dei consumi del sistema territoriale provinciale rispetto al precedente P.I.A.E.; c. perseguire la minimizzazione degli impatti da cava, contenendo il numero dei poli estrattivi e favorendo lo sfruttamento dei siti a più lunga potenzialità stimata; d. favorire il consolidamento dei poli estrattivi - in particolare quelli a maggiore potenzialità – come poli produttivi a tutti gli effetti, ottimizzando il sistema dei servizi attivato insieme alla attivazione del polo stesso; e. perseguire il consolidamento dei poli di cui sopra come nodi di una rete logistica destinata al recupero, smaltimento, trattamento e trasformazione dei materiali inerti, anche sostituendo il sistema delle discariche specifiche oggi non più compatibili con la legislazione in materia di rifiuti e non regolabile nell’ambito del P.R.G.; Provincia di Ferrara Servizio Pianificazione Territoriale 16 RELAZIONE DI PIANO f. favorire la localizzazione dei nuovi poli e degli ambiti estrattivi nelle situazioni in cui l’abbandono finale consenta l’incremento delle occasioni di lavoro e reddito in sede locale basate sulla messa in valore delle qualità del territorio; g. dare priorità, nella individuazione dei siti da parte dei P.A.E. comunali, alle situazioni che concorrano alla regolazione idraulica del territorio ed alla messa in sicurezza degli insediamenti umani; h. incrementare la integrazione dei P.A.E. comunali con gli altri strumenti di programmazione economica e territoriali locali, nello spirito di univocità delle azioni sostenibili nelle singole aree. Per indirizzare nell’ambito dei P.A.E. comunali la scelta di nuovi eventuali siti e/o per eventuali ampliamenti si cercherà di rispondere in maniera adeguata ad un insieme di obiettivi presenti anche nel P.I.A.E. precedente. In particolare si cercherà di: 1) favorire le proposte con i migliori livelli di efficienza per garantire il rispetto dei parametri di efficacia e di impatto ambientale e sociale; 2) favorire la nascita del minor numero di poli nuovi e favorire l’ampliamento di attività esistenti, e/o lo sfruttamento di risorse plurime, per non diffondere gli impatti sul territorio e consentire – tramite il riconvenzionamento – il recupero di degradi preesistenti, nonché facilitare ai Comuni le procedure di controllo; 3) favorire proposte che non scontino opposizione da parte dell’amministrazione che lascino spazio alla pianificazione locale, per ottenere maggior certezza di attuazione del Piano; 4) favorire proposte il più possibile vicine ai poli di domanda per limitare l’impatto complessivo sul sistema dei trasporti; 5) favorire proposte che consentano il rifornimento degli impianti idonei esistenti, e che facciano raggiungere al Piano una certa equità nei confronti degli operatori; 6) utilizzare proposte che consentano la soluzione di altri problemi ambientali quali il miglioramento del regime idraulico di aree soggette ad esondazioni periodiche, anche attraverso la realizzazione di adeguate casse di espansione; 7) massima Valorizzazione del materiale estratto: l’attività estrattiva è, per definizione, una attività “non sostenibile” in quanto usa, e consuma, un bene “non Provincia di Ferrara Servizio Pianificazione Territoriale 17 RELAZIONE DI PIANO rinnovabile”. Pertanto la ricerca della sostenibilità ambientale passa attraverso la massima valorizzazione del materiale estratto, che dovrà essere impiegato in modo da sfruttare appieno le caratteristiche meccaniche, chimiche e fisiche del materiale; 8) massimo recupero del materiale da demolizioni: in questi anni con un processo quasi spontaneo la quota del materiale di recupero è aumentata. Nei prossimi anni l’incidenza di tali materiali dovrà ulteriormente aumentare, in modo da costituire una conveniente alternativa ai materiali naturali non solo per sottofondi o riempimenti ma anche in lavorazioni più pregiate, quali malte e conglomerati; 9) tutela delle falde: le nuove zonizzazioni dovranno garantire la massima tutela delle falde acquifere impedendo qualsiasi forma di contaminazione delle acque, da scavi o per facilitazione all’ingresso degli inquinanti; particolare attenzione dovrà essere posta al fenomeno dell’ingresso del “Cuneo Salino” nel Basso Ferrarese. Provincia di Ferrara Servizio Pianificazione Territoriale 18 RELAZIONE DI PIANO 10. IL SECONDO P.I.A.E. PROVINCIALE (2002-2011): DIMENSIONAMENTO La stima delle dimensioni del nuovo P.I.A.E. si articola sulla parte dalla base consolidata nel primo Piano, dimostratasi realistica rispetto alle capacità del settore e sostenibile rispetto alle potenzialità del territorio. Il nuovo calcolo sul versante “Calcolo del fabbisogno di Piano” è stato impostato sulle seguenti linee programmatiche: a. Proiezione nel periodo di validità del Piano del fabbisogno derivante dalle attività di costruzione e di trasformazione del territorio rilevabili dalle ipotesi dei P.R.G. vigenti, applicando i parametri di consumo per attività definiti nel precedente P.I.A.E.; b. Fabbisogno derivante da grandi opere di infrastrutturazione di realizzazione certa nel periodo di validità del P.I.A.E., determinato sulla base dei progetti definitivi od esecutivi già approvati, incrementato delle quantità segnalate dai soggetti gestori delle infrastrutture come fabbisogni per le attività ordinarie di manutenzione territoriale; c. Fabbisogno derivante dalle attività industriali presenti sul territorio, stimato sui dati forniti dalle organizzazioni di categoria; d. Fabbisogno derivante dalle esportazioni a compensazione di materiali non disponibili nella Provincia. Per il calcolo del fabbisogno relativo grandi infrastrutture valutate non realizzabili con certezza nel periodo di validità del P.I.A.E. si procederà – a differenza del passato – ad una stima separata ed approssimata, indicando le modalità di concertazione da attivare nel caso singolo opere dovessero concretizzarsi nel periodo del Piano, per la necessaria revisione del P.I.A.E. e del P.A.E. comunali conseguenti anche attraverso Accordi di Pianificazione. Provincia di Ferrara Servizio Pianificazione Territoriale 19 RELAZIONE DI PIANO Sul lato “entrate” si è tenuto conto: a. dei materiali importati da altri territori, stimati sulla base dei dati forniti dagli operatori della commercializzazione e da quelli forniti dalle imprese industriali consumatrici di inerti; b. dei materiali derivanti dalla realizzazione di infrastrutture ed opere pubbliche valutate come attuabili nel periodo di validità del Piano, stimati sulla base dei progetti definitivi ed esecutivi approvati integrati, con i dati forniti dagli Enti ed Aziende di manutenzione del territorio; c. dei materiali derivanti dalla realizzazione di opere civili (non pubbliche) oggetto di concessione edilizia o di autorizzazione edilizia specifica, incrementati dai materiali di recupero minori in precedenza conferiti alle “discariche per inerti”. A tale stima viene comunque assegnata una prestazione minima non inferiore al 20% in rapporto alla quantità di materiali vergini estratti nel periodo di Piano (vedi punto successivo); d. dei materiali vergini estraibili nel periodo di validità del Piano, dimensionati rispetto alle prestazioni rilevate con la attuazione del Piano precedente. Il bilancio che ne è conseguito dal raffronto di tali dati è stato considerato la base di valutazione per il monitoraggio del Piano, per la definizione delle prestazioni assegnate ai P.A.E. comunali, per la decisione sulle necessità di revisione in corso di validità del P.I.A.E. Provincia di Ferrara Servizio Pianificazione Territoriale 20 RELAZIONE DI PIANO 11. IL SECONDO P.I.A.E. PROVINCIALE (2002-2011): SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE ED INDIRIZZI ALLA PIANIFICAZIONE COMUNALE La scansione degli elementi su cui valutare il Piano per la sostenibilità (che è stata descritta nel Documento Preliminare posta all’attenzione della Conferenza di Pianificazione) è partita dal lavoro già fatto nel Piano precedente, integrato dalle valutazioni sulla forma del territorio e sulla integrazione settoriale messe a punto nei percorsi di costruzione del P.T.C.P. e del Programma di sviluppo locale sul nuovo Obiettivo 2. In sintesi, il nuovo P.I.A.E. concorre a: a. garantire il consolidamento e lo sviluppo del settore economico direttamente interessato, senza incrementare in valore assoluto la quantità di materiali vergini estratti rispetto alle precedenti poliennalità; b. ridurre la estrazione di materiali vergini, in rapporto percentuale sul totale dei consumi del sistema territoriale provinciale rispetto al precedente P.I.A.E.; c. perseguire la minimizzazione degli impatti da cava, contenendo il numero dei poli estrattivi e favorendo lo sfruttamento dei siti a più lunga potenzialità stimata; d. favorire il consolidamento dei poli estrattivi - in particolare quelli a maggiore potenzialità – come poli produttivi a tutti gli effetti, ottimizzando il sistema dei servizi attivato insieme alla attivazione del polo stesso; e. perseguire il consolidamento dei poli di cui sopra come nodi di una rete logistica destinata al recupero, smaltimento, trattamento e trasformazione dei materiali inerti, anche sostituendo il sistema delle discariche specifiche oggi non più compatibili con la legislazione in materia di rifiuti e non regolabile nell’ambito del P.R.G.; f. favorire la localizzazione dei nuovi poli e degli ambiti estrattivi nelle situazioni in cui l’abbandono finale consenta l’incremento delle occasioni di lavoro e reddito in sede locale basate sulla messa in valore delle qualità del territorio; Provincia di Ferrara Servizio Pianificazione Territoriale 21 RELAZIONE DI PIANO g. dare priorità, nella individuazione dei siti da parte dei P.A.E. comunali, alle situazioni che concorrano alla regolazione idraulica del territorio ed alla messa in sicurezza degli insediamenti umani; h. incrementare la integrazione dei P.A.E. comunali con gli altri strumenti di programmazione economica e territoriali locali, nello spirito di univocità delle azioni sostenibili nelle singole aree. La programmazione di settore comunale dovrà articolare in programmi specifici tali indirizzi in sintonia con la elaborazione ed approvazione dei Piani Strutturali Comunali (P.S.C.) e dei Piani Operativi Comunali (P.O.C.) di cui agli articoli 28 e 30 della L.R. 20/00. Provincia di Ferrara Servizio Pianificazione Territoriale 22 RELAZIONE DI PIANO 12. LO STUDIO DI BILANCIO AMBIENTALE ( S.B.A.) L’articolo 6 della L.R. 17/91 stabilisce che il P.I.A.E. deve essere “corredato da uno studio di bilancio ambientale che verifichi la compatibilità ambientale delle attività estrattive sulla base delle normative vigenti”. Nell’ambito della elaborazione del P.I.A.E. è stata predisposta una specifica elaborazione della “Valutazione di sostenibilità Ambientale e Territoriale “ come indicato dall’art. 5 della L.R. 20/00 e nell’ambito delle Schede Progetto di ogni Polo allegate sono stati riportati tutti gli elementi che costituiscono l’impianto per misurare l’efficienza economica e l’impatto ambientale dell’attività estrattiva. Nell’ambito delle Schede Progetto, con il termine “impatto ambientale “ è inteso come l’insieme degli impatti che, generati da un intervento estrattivo, possono avere conseguenze sia sul sistema sociale, che sul sistema naturale: i primi sono di carattere temporaneo e cioè sono legati alla fase di attività della cava, a meno di operazioni di riassetto inadeguate o addirittura sbagliate, mentre i secondi sono più spesso di carattere permanente e perciò tendono a perdurare anche dopo la conclusione dei lavori di riassetto dell’area a sfruttamento esaurito. I diversi criteri di valutazione presi in considerazione sono di massima i seguenti: Infrastrutture Ambito Sociale Impatto Livello Rumore Ambito Sanitario Sociale sul Sistema sul Sistema Qualità Aria Qualità Acque Paesaggio Ambito Paesistico Geomorfologia Ambito Idrogeologico Impatto Naturale Idrografia superficiale Idrografia profonda Vegetazione Ambito Biologico Fauna Tali criteri che incidono su specifici ambiti di riferimento inducono Impatti suddivisi su due settori principali: gli impatti sul Sistema Sociale e sul Sistema Naturale di riferimento. Da questa valutazione trova origine l’elaborazione specifica condotta nella V.A.L.S.A.T. allegata al Piano. Provincia di Ferrara Servizio Pianificazione Territoriale 23 RELAZIONE DI PIANO 13. DEFINIZIONE DELLE AREE ESTRATTIVE DI PIANO Il Documento Preliminare non ha determinato la localizzazione delle previsioni estrattive che concorreranno al soddisfacimento del fabbisogno, assegnando questo compito al P.I.A.E. nel rispetto degli indirizzi fissati. Il nucleo centrale della procedura di definizione delle localizzazioni è stata la verifica degli Studi di Bilancio Ambientale dal precedente P.I.A.E., previsto dalla L.R. 17/91 e ritenuto tuttora il miglior strumento per la valutazione preventiva e comparazione degli impatti attesi dei Poli esistenti, ed eventualmente da ampliare, non sono stati sufficienti per costruire una scelta complessiva ed organica di tutte le previsioni di P.I.A.E.. Sono stati introdotti la V.A.L.S.AT. sull’intero piano e le procedure previste dalla nuova legislazione di settore. Con la Conferenza di Pianificazione e con il processo di Agenda 21, sono stati determinati l’insieme dei fattori escludenti e di quelli preferenziali, integrando per esempio il quadro vincolistico con particolari attenzioni derivanti dal raffronto della programmazione e progettazione dei livelli amministrativi, o dalla discussione sviluppatasi nelle diverse sedi di confronto, in questa fase si sono inoltre determinati alcuni criteri o valori premianti. Le fasi successive hanno permesso il confronto con le prime ipotesi localizzative all’interno di un percorso che ha considerato le specifiche sensibilità locali e verificato effetti sinergici che le singole previsioni hanno prodotto da loro abbinamento ad altre previsioni, bonifica, reti ecologiche, ecc… inoltre è stato tenuto in considerazione la congruenza con gli indirizzi per i ripristini, da definirsi a livello di singolo bacino. Questo percorso di definizione ha contribuito a definire progressivamente all’interno Quadro Conoscitivo una mappatura sempre più precisa di tutte le aree della provincia non idonee alle attività estrattive. In questa fase del processo sono stati individuati i criteri sulla base dei quali, fermo restando l’obiettivo del soddisfacimento del fabbisogno per le varie tipologie di materiale individuate, si è proceduto alla localizzazione delle previsioni estrattive: a) le ipotesi localizzative sono state formulate sulla base degli studi geologici effettuati a livello provinciale per la individuazione delle risorse potenzialmente disponibili, nonché delle proposte avanzate dagli operatori del settore, supportate da adeguate valutazioni ed approfondimenti, comprese quelle non accolte nella precedente fasi di pianificazione, perché allora non conformi al quadro normativo; Provincia di Ferrara Servizio Pianificazione Territoriale 24 RELAZIONE DI PIANO b) le ipotesi localizzative sono state formulate in aree prive di vincoli per l’attività estrattiva, prioritariamente in ampliamento e/o approfondimento dei siti esistenti, ed in diversi ambiti territoriali, al fine di distribuire le previsioni estrattive tenendo conto delle problematiche viarie, della presenza degli impianti di trasformazione e dei luoghi di destinazione della risorsa; c) le proposte localizzative hanno tenuto conto del rapporto con tutte le componenti territoriali ed ambientali, compreso il sistema insediativo e viabilistico. In questo senso l’applicazione della metodologia dello Studio di Bilancio Ambientale (S.B.A.) contenuto nelle Schede Progetto allegate alle scelte localizzitive, riveduta e aggiornata, ha fornito per ogni area gli elementi a supporto della pianificazione. La scelta di privilegiare lo sfruttamento di aree contermini ai siti esistenti consente di contenere gli impatti negativi sulle componenti sensibili. LE SCHEDE DI PROGETTO Il Piano è articolato in Schede Progetto con le specifiche descrizioni dei poli estrattivi, in quanto, i quantitativi assegnati ai Comuni risultano sempre molto elevati, in coerenza con la scelta di non attuare ambiti estrattivi di dimensione inferiore al Polo. I quantitativi assegnati sono sempre superiori o uguali a 500.000 mc, scompare perciò la tipologia dell’ambito di cava e tutti i Comuni interessati dall’attività hanno estrattiva hanno la presenza di soli poli, superiori al milione di metri cubi per i Poli di sabbia e in alcuni casi di tipo intercomunale. E’ così interessante poter disporre di schede riguardanti i singoli poli estrattivi. All’interno di queste schede si trova una descrizione completa delle aree estrattive, riguardante la loro ubicazione, all’interno della Provincia, la loro corografia, superfici e volumi, la descrizione dei vincoli ambientali ricadenti all’interno e nelle immediate vicinanze, delle modalità di scavo e del potenziale ripristino dell’area. Ma la cosa più interessante è la descrizione geologica, geomorfologica del sito, curata dalla Facoltà di Geologia dell’Università di Ferrara, che contiene anche un calcolo approssimativo di quelli che sono i volumi potenzialmente estraibili, la qualità del materiale, le caratteristiche idrogeologiche delle falde e quelle geotecniche dei terreni. Infine si è inserito in ogni scheda uno Studio di Bilancio Ambientale, nel quale vengono descritti tutti i possibili impatti causati dall’attività di cava. In particolare sono considerate Provincia di Ferrara Servizio Pianificazione Territoriale 25 RELAZIONE DI PIANO le componenti ambientali che costituiscono il territorio circostante e che possono essere alterati dalla presenza della cava, ed i fattori ambientali che dipendono direttamente dall’attività estrattiva e quindi dalle azioni di costruzione e di esercizio di questa. Metodo utilizzato per il calcolo dei volumi del giacimento L’analisi dei sondaggi meccanici fatti all’interno dei poli estrattivi individuati mostra una grande variazione granulometrica sia verticale che laterale. Per poter ricostruire le sezioni stratigrafiche, variamente distribuite all’interno dei poli, è stato necessario introdurre perciò delle semplificazioni nelle stratigrafie, accorpando sedimenti che presentano granulometrie simili. In questo modo è stato possibile ricostruire, nel modo più realistico possibile, il modello geologico del sottosuolo. Per la stima del cubaggio del giacimento in considerazione è stato necessario introdurre un’ulteriore semplificazione che è consistita essenzialmente nel considerare il giacimento esteso per tutta l’area del polo e con uno spessore costante. Tale spessore, definito come spessore o altezza equivalente, è stato calcolato a partire dalle diverse sezioni stratigrafiche nel modo seguente: - per ogni sezione è stata misurata l’area corrispondente al giacimento - tale area è stata divisa per la lunghezza della sezione, ottenendo quindi un’altezza - lo spessore equivalente è stato ottenuto come media aritmetica delle altezze ottenute nelle diverse sezioni. Chiaramente questo artificio ha il solo scopo di semplificare il calcolo del cubaggio e le semplificazioni introdotte consentono di ottenere una stima, ancorché abbastanza attendibile in relazione ai dati in ingresso, del volume complessivo del giacimento. Dato il metodo adottato e sopra descritto, confrontando gli spessori del giacimento nei sondaggi e lo spessore equivalente ottenuto, non si può naturalmente avere una corrispondenza; questo porta a concludere che, quando si vogliano indagare le profondità di scavo e l’estensione areale del giacimento, è necessario riferirsi alle stratigrafie in sondaggio e alle sezioni stratigrafiche. Provincia di Ferrara Servizio Pianificazione Territoriale 26 RELAZIONE DI PIANO 14. CRITERI E METODOLOGIE PER LA COLTIVAZIONE E LA SISTEMAZIONE FINALE DELLE CAVE PREMESSA L’attivazione di una attività estrattiva determina in maniera prioritaria la modifica dell’assetto morfologico di un’area e l’eliminazione della vegetazione originaria. Per favorire ed accelerare i processi di re-inserimento delle aree di ex-cave nel territorio sarà necessario dove possibile limitare e favorire i processi evolutivi della vegetazione, interrotti al momento dell’inizio dell’escavazione. A tale proposito sarà necessario avere una conoscenza dettagliata della situazione di partenza per favorire e superare con il progetto i fattori limitanti la crescita della vegetazione e più in generale il suo inserimento ambientale. La definizione dell’obiettivo finale a cui destinare l’area di cava, esaurita l’attività estrattiva, rappresenta la prima e più importante scelta che il proponente deve operare, in quanto condiziona tutto il prosieguo del progetto ed influenza l’evoluzione, almeno nel breve e medio periodo, dell’area risistemata. Importante anche perché non esistono delle regole codificate per stabilire “razionalmente” quali siano le scelte corrette. La scelta può infatti derivare sia da aspettative interne al sito ed all’area circostante: legate alle caratteristiche del sito e del suo circondario e sia da aspettative esterne: indipendenti dai caratteri del sito. La scelta dovrà sempre confrontarsi con gli effetti dell’attività estrattiva (forme di abbandono, pendenze, ambiti, condizioni ecologiche, ecc…). La definizione dell’obiettivo dovrà avvenire contestualmente alla redazione del piano di coltivazione e sfruttamento del giacimento. Normalmente le esigenze del riuso sono sempre secondarie, sia in termini di importanza che di tempi, rispetto al progetto di sfruttamento e di investimento economico. Questo porta alla redazione di piani di sistemazione inadeguati, non proiettati nel tempo. In quanto predisposti su di un sistema morfologico pensato solo in termini estrattivi. Provincia di Ferrara Servizio Pianificazione Territoriale 27 RELAZIONE DI PIANO Le esigenze del recupero devono coesistete e pesare a fianco di tutte le altre scelte. La prassi negativa ha causato in passato gravi danni ambientali e paesaggistici e un generale rifiuto (sia da parte delle amministrazioni che della cittadinanza) verso tutta l’attività estrattiva. Un rapporto più stretto tra le esigenze dell’uso immediato e del riuso futuro consentirebbe di ottimizzare le decisioni ed i progetti, con un conseguente calmieramento dei costi del recupero, aumentando nel contempo l’efficacia degli interventi. Provincia di Ferrara Servizio Pianificazione Territoriale 28 RELAZIONE DI PIANO 15. MODALITA’ TECNICHE D’ESTRAZIONE Al fine di definire le principali e più correnti tecniche d’estrazione è utile ricordare che in tuta la Provincia di Ferrara il livello della falda freatica è molto vicino alla superficie. Gran parte del territorio provinciale è per la maggior parte assoggettato a bonifica mediante abbassamento forzato del livello freatico, per mezzo di reti di canali adducenti alle idrovore elettromeccaniche. Questa è la principale caratteristica del territorio ferrarese, dove sotto al superficie del terreno emerso il franco, imposto dalla bonifica, varia da valori di circa m 1 a valori di m 2 circa. Ogni escavazione dunque che venga fatta a profondità anche poco rilevante interessa sempre la falda di superficie; sia nel caso di argille sia per le sabbie. Le tecniche di estrazione delle argille prevedono che queste siano all’asciutto per necessità di trasporto e di successiva lavorazione. Pertanto l’area soggetta all’estrazione viene tenuta asciutta mediante l’impiego di una pompa. Lo scavo dei materiali sabbiosi avviene mediante draghe idrorifluenti che non determinano squilibri al regime delle acque sotterranee. Il livello della falda freatica resta indisturbato, se non si considera come disturbo un abbassamento di pochi decimetri dovuto alla lentezza del rimpiazzo corrispondente ai metri cubi solidi estratti e ad una trascurabile evaporazione nel periodo estivo. Le draghe sono pompe che aspirano attraverso un lungo tubo mobile e spingono una miscela di acqua-sabbia fino all’impianto di lavorazione dove avviene la separazione ed il lavaggio. L’acqua ritorna al lago trascinandovi le frazioni pulverulente. Per la sabbiella da rilevati e riempimenti la spesa di estrazione costituisce la parte preponderante del prezzo di vendita. Di conseguenza ne deriva la necessità di tenere basso il costo di estrazione e quindi, quando possibile di procedere allo sbanco, mediante pale gommate frontali e carico diretto sugli automezzi della sabbia asciutta. Coltivare cave di sabbia al di sotto della superficie della falda freatica, comporta l’uso di draga, il successivo deposito ed il carico che dovrà avvenire mediante pala frontale. Provincia di Ferrara Servizio Pianificazione Territoriale 29 RELAZIONE DI PIANO La necessità del dragaggio pone oltretutto un limite alla quantità giornaliera estraibile che nella coltivazione all’asciutto sarà determinato dal numero di mezzi messi a disposizione. Il altri casi viene adottato il sistema misto: sbanco diretto all’ ”asciutto” per i primi 2-3 metri, e prosecuzione mediante draga fino all’esaurimento del giacimento. La scelta del metodo più adatto è sempre legata alle condizioni idrologiche ed idrogeologiche del territorio circostante e dovrà essere individuato nelle proposte di progetto e descritto nell’ambito della documentazione necessaria per la Valutazione di Impatto Ambientale (L.R. 9/099 modificato dalla L.R. 9/99 modificato dalla L.R. 35/00). Provincia di Ferrara Servizio Pianificazione Territoriale 30 RELAZIONE DI PIANO 16. PRINCIPALI PROBELAMTICHE ESTRATTIVE 16.1 PRINCIPALI PROBLEMATICHE LEGATE ALLO SFRUTTAMENTO DELLE SABBIE Nell’ambito del territorio provinciale si possono prevedere due diversi tipologie di cave: - cave all’asciutto; - cave di falda. A) CAVE ALL’ASCIUTTO Si tratta di una tipologia molto rara in condizioni naturali, in quanto nel territorio provinciale il livello della falda è sempre molto vicino alla superficie di campagna. Si potrà verificare in caso di sfruttamenti che interessino aree piuttosto ampie, spinti a debole profondità, e soprattutto quanto tali aree siano situate in corrispondenza di spartiacque naturali e più in particolare, su argini di paleoalvei esclusi dalla rete di irrigazione attuale. B) CAVE IN FALDA Per questa tipologia il materiale sarà estratto con opportuni metodi e mezzi, in relazione alla profondità di sfruttamento autorizzato. Per basse profondità potranno essere usati escavatori a lancio tipo drag-line, mentre per profondità superiori ai 5 metri, si dovrà ricorrere a draghe aspiranti posizionate su chiatte e tubi di andata all’impianto di selezione. 16.2 PRINCIPALI PROBLEMATICHE GEOLOGICHE DELLE CAVE DI SABBIA I principali problemi geologici ed idrogeologici che dovranno essere affrontati per questo tipo di attività estrattiva sono: a) scelta dell’area di cava in relazione al territorio circostante; b) problematiche di coltivazione; c) sistemazione e nuova destinazione d’uso dell’area di cava; Provincia di Ferrara Servizio Pianificazione Territoriale 31 RELAZIONE DI PIANO d) relativamente alla scelta dell’area sarà necessario sviluppare uno studio più particolareggiato di quanto indicato nelle Schede Progetto allegate al P.I.A.E. che individuano i Poli Estrattivi al fine di dare indicazioni precise alle seguenti problematiche: d.1) evitare che l’attivazione della cava possa produrre alterazioni nell’assetto idrografico di superficie. In particolare si dovrà evitare di interrompere le linee di drenaggio, come pure non dovranno essere sbancate linee di displuvio naturali o artificiali, al fine di rispettare la delimitazione dei bacini di scolo attualmente definita dagli Enti preposti alla regimazione delle acque. d.2) evitare squilibri nel regime delle acque sotterranee, rappresentati da eccessivi abbassamenti della superficie freatica; d.3) evitare che la cava venga a svolgere il ruolo di una via di facile inquinamento sia per le acque di superficie, che, soprattutto, per le acque di falda; e) nella fase di coltivazione della cava, dovranno essere tenuti in considerazione tutti gli accorgimenti necessari per garantire condizioni di sicurezza nella lavorazione; in particolare, valutare attentamente la forma dello scavo con attenzione soprattutto alla pendenza delle pareti di cava. Per le cave che necessitano l’uso di acque per il lavaggio del materiali, sarà necessario organizzare le lavorazioni in modo da non alterare le condizioni idrogeologiche dei terreni circostanti. Per le cave in falda, una volta che la coltivazione sia entrata in regime, si utilizzerà sempre la stessa acqua, almeno per quanto possibile; f) sistemazione e nuova destinazione delle aree coltivate. Questi temi saranno approfonditi successivamente. Provincia di Ferrara Servizio Pianificazione Territoriale 32 RELAZIONE DI PIANO 16.3 PRINCIPALI PROBLEMATICHE LEGATE ALLO SFRUTTAMENTO DELLE ARGILLE Anche in questo settore si possono prevedere due tipi di cave: - cave all’asciutto; - cave di falda. A) CAVE ALL’ASCIUTTO Queste condizioni di lavorazione si incontreranno di rado in condizioni naturali, data la vicinanza della superficie di falda rispetto al piano di campagna. L’estrazione di argille verrà praticata più frequentemente previo abbassamento locale e temporaneo della falda idrica. In questo tipo di cave l’abbassamento dovrà essere ottenuto evitando di estendere eccessivamente il cono di depressione ai terreni circostanti, condizione questa favorita di frequente dalla bassissima permeabilità dei terreni interessati. A questo proposito potranno essere usati gli stessi accorgimenti precedentemente descritti per le cave di sabbia. B) CAVE IN FALDA Si tratta di una condizione economicamente e tecnicamente poco vantaggiosa per l’estrazione di argille. In questi casi si usa riportarsi alle condizioni precedentemente descritte, scavando all’asciutto. 16.4 PRINCIPALI PROBLEMATICHE GEOLOGICHE DELLE CAVE DI ARGILLA Le principali problematiche da evidenziare in questa fase sono: a) scelta dell’area di cava in relazione alle condizioni idrologiche ed idrogeologiche del territorio circostante; b) problemi legati alla coltivazione che sono costituiti dall’opportuno dimensionamento dello scavo e delle relative scarpate, in funzione delle condizioni di sicurezza nella lavorazione e della sistemazione finale dell’area sfruttata. Queste condizioni saranno definite in rapporto alle caratteristiche geotecniche del materiale interessato c) sistemazione e nuova destinazione d’uso delle aree coltivate. Provincia di Ferrara Servizio Pianificazione Territoriale 33 RELAZIONE DI PIANO 17. LA TUTELA DEGLI ACQUIFERI E LA COMPATIBILITA’ IDRAULICA DELLE AREE ESTRATTIVE Nell’ambito del Progetto di Piano e nella localizzazione dei poli estrattivi si sono tenuti in considerazione i sistemi acquiferi sfruttati ad uso idropotabile. E’ evidente l’importanza soprattutto per la Provincia di Ferrara della tutela della risorsa idrica sotterranea e la conseguente necessità di costruire un Quadro Conoscitivo approfondito in misura tale da permettere di effettuare scelte che offrano ampie garanzie in termini di salvaguardia, sia in termini qualitativi che quantitativi, della risorsa idrica stessa. A tale proposito non sono previste attività estrattive in aree di questo tipo. Un ulteriore tema di verifica i cui risultati implementeranno il Quadro Conoscitivo è rappresentato dallo studio di compatibilità idraulico ambientale che, ai sensi dell’art. 22 delle norme di attuazione del primo stralcio per l’Assetto Idrogeologico del bacino del fiume Po (P.A.I.) accompagna il piano di settore delle attività estrattive, al fine di verificarne la compatibilità con la pianificazione di bacino. Lo stesso articolo prescrive inoltre che tali piani, e quindi il P.I.A.E. , definiscono modalità di ripristino ambientale delle aree estrattive coerenti con le finalità e gli effetti del P.A.I., nonché corrette modalità di manutenzione e gestione a conclusione dell’attività e di recupero ambientale per quelle insistenti in aree protette. Nell’ambito della Conferenza Servizi sono state acquisite le indicazioni ed i contributi pervenuti dall’A.I.P.O. con il P.A.I. e P.A.I. Delta (adottato dal Comitato Istituzionale con delibera n. 26 del 18/12/2001). Provincia di Ferrara Servizio Pianificazione Territoriale 34 RELAZIONE DI PIANO 18. INDIRIZZI E CRITERI PER LA SISTEMAZIONE FINALE DELLE CAVE Le destinazioni finali delle cave a sistemazioni avvenute, dovranno perseguire in via prioritaria la ricostruzione del paesaggio storico di pianura secondo gli indirizzi sulle singole Unità di Paesaggio contenuti nella parte seconda del PTCP vigente, il recupero naturalistico, la messa in sicurezza idraulica del territorio, favorendo inoltre gli usi pubblici e gli usi sociali delle aree sistemate e la loro collocazione nell’ambito delle reti ecologiche di pianura della programmazione e pianificazione infraregionale. Tali indirizzi dovranno permettere ai Comuni la definizione più puntuale delle modalità di recupero delle aree estrattive. Come particolare supporto viene individuato il manuale teorico e pratico pubblicato dalla Regione: “ Il Recupero e la riqualificazione ambientale della cave in Emilia – Romagna” (marzo 2003). Particolare attenzione dovrà essere posta alle connessioni che si possono realizzare tra piani di recupero di una cava ed il territorio circostante con riferimento alle reti ecologiche. Queste infatti rivestono un grande interesse naturalistico, in particolare per la fauna selvatica, in difficoltà nelle aree fortemente popolate e sfruttate dall’uomo. Per reti ecologiche si intende quell’insieme di spazi naturali (o seminaturali) e degli elementi del territorio che ne assicurano una connessione, consentendo così la diffusione delle specie selvatiche. Infatti gli animali e la piante tendono generalmente ad insediarsi e a formare popolazioni stabili negli habitat più adatti e da lì si diffondono nel territorio circostante, per occupare nuove aree, per cercare risorse utili alla sopravvivenza, per riprodursi o per sfuggire a situazioni divenute ostili. Nelle zone di pianura le vie principali di diffusione delle specie selvatiche sono costituite da elementi di connessione come corsi d’acqua, siepi e filari, mentre sono ostacolate dalla presenza di barriere come infrastrutture vari, centri abitati e aree di agricoltura intensiva. Spesso ciò che rimane a piante e animali selvatici sono solo piccoli frammenti di habitat naturali (es. zone umide) immersi in un “mare” di ambienti artificiali, barriere per essi spesso insormontabili. E’ quindi essenziale che i frammenti rimasti vengano potenziati e messi in collegamento fra loro, con la creazione di passaggi e vie di connessione studiati e realizzati con l’obiettivo di formare una rete estesa. In quest’ottica il recupero ambientale delle aree di cava può fornire un contributo molto importante. Provincia di Ferrara Servizio Pianificazione Territoriale 35 RELAZIONE DI PIANO In particolare il recupero di ciascun polo estrattivo dovrà essere oggetto di un progetto che definisca l’assetto morfologico, vegetazionale e funzionale finale tenendo conto delle indicazioni generali segnalate nel presente piano e supportato da studi sulle caratteristiche dell’area che si trova intorno al polo estrattivo. La pendenza finale delle scarpate dovrà essere definita in base al progetto complessivo, tenendo conto delle necessità di un raccordo non brusco con la morfologia circostante. L’area occupata dovrà essere lasciata in condizioni di assoluta sicurezza e stabilità. Il progetto di recupero, con indicazione delle modalità e dei tempi di esecuzione, dovrà essere univoco per tutte le aziende che fossero interessate all’attività del polo estrattivo. Le opere di recupero finale devono essere eseguite per lotti successivi e dovranno avvenire immediatamente a seguito della coltivazione, dove questa è ultimata o dove è possibile procedere alla sistemazione definitiva. Dovranno essere incentivati interventi provvisori di sistemazione dei fronti al fine di limitare l’impatto visivo. METODOLOGIE DI RECUPERO AMBIENTALE DELLE CAVE Le tipologie di recupero sono collegate con le caratteristiche del contesto territoriale in cui le cave stesse possono risultare localizzate. Sia nei casi in cui sono ipotizzate più tipologie di recupero, che in quelli in cui è prevista una sola tipologia di recupero, la specifica destinazione d’uso finale delle aree escavate sarà definita d’intesa con i Comuni interessati e valutate nell’ambito del processo di VI.A. di cui alla L.R. 9/99 e successive modifiche. Nella elaborazione dei P.A.E. comunali si dovranno individuare la presenza di siti abbandonati senza le necessarie realizzazioni di ripristino e si dovranno prevedere le modalità di recupero. Il Piano nelle prescrizioni annesse ai singoli Poli (vedi Schede Progetto) ipotizza di individuare condizioni di coerenza ad esempio con il Parco del Delta o con il Parco Urbano di Ferrara, intesi come elementi morfologici a scala territoriale rilevante. Provincia di Ferrara Servizio Pianificazione Territoriale 36 RELAZIONE DI PIANO Compito della Commissione Tecnica infraregionale per le attività estrattive sarà quello di individuare questo “disegno” organico volto alla rinaturalizzazione ed al ripristino della complessità biologica di un territorio, come il nostro, spesso “oppresso” dalle pratiche agricole di tipo estensivo, dall’adozione delle pratiche del drenaggio sotterraneo, dall’annullamento, come conseguenza delle bonifiche idrauliche, delle strutture morfologiche. Provincia di Ferrara Servizio Pianificazione Territoriale 37 RELAZIONE DI PIANO 19. LA NORMATIVA TECNICA DI ATTUAZIONE La revisione dell’apparato normativo allegato al Piano, oltre alla finalità generale di aggiornamento rispetto alla legislazione più recente in materia di tutela ed uso del territorio (LR 20/2000), della nuova disciplina sulla Valutazione di Impatto Ambientale (LR 9/99), di eventuale riutilizzo di materiali di risulta negli interventi di sistemazione (decreti attuativi del “Ronchi”) ecc., è finalizzata al raggiungimento di un più elevato standard qualitativo di progettazione e di gestione delle attività di coltivazione e di recupero ambientale frutto dell’esperienza condotta in questi anni del Servizio Provinciale di riferimento. L’impianto normativo si articolerà in disposizioni per la pianificazione provinciale, nonché indirizzi per la redazione della normativa di livello comunale. In relazione a questi ultimi aspetti, è utile ricordare che la normativa vigente prevede già ora un sistema di controllo e di garanzie, che vanno dall’obbligo di presentazione di un progetto di sistemazione della cava in sede di richiesta di autorizzazione (ai sensi dell’art. 13 della L.R. 17/91), alla stipula di una convenzione – sempre autorizzata – che, tra le altre cose (art. 12 L.R. 17/91), impegna il soggetto richiedente ad eseguire le opere previste nel progetto di sistemazione della cava secondo le modalità ed i tempi previsti nell’autorizzazione, ed a prestare al Comune una garanzia finanziaria di ammontare corrispondente alla spesa necessaria per l'esecuzione della sistemazione stessa. Effettivamente negli ultimi anni, anche attraverso il ruolo esercitato dalla Commissione Tecnica provinciale, che esprime un parere obbligatorio su tutti i progetti di coltivazione e sistemazione presentati in fase di richiesta di autorizzazione, è osservabile una certa evoluzione della qualità progettuale rispetto al tema dei recuperi, che si è tradotta anche in un incremento dell’importo delle garanzie fideiussione prestate. Provincia di Ferrara Servizio Pianificazione Territoriale 38