Il Tirreno (ed. Cecina)
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Il Tirreno (ed. Cecina)
ANAAO TOSCANA Sabato, 21 febbraio 2015 ANAAO TOSCANA Sabato, 21 febbraio 2015 Anaao Toscana 21/02/2015 Corriere Fiorentino Pagina 8 Sanità Cura per l' epatite C gratis a 1.700 malati 21/02/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 5 Alt ai medicinali di fascia C nella Gdo, ma in farmacia entrano le... 21/02/2015 Il Tirreno (ed. Cecina) Pagina 15 Pronti a chiedere i danni alla Società della salute 21/02/2015 Il Tirreno (ed. Cecina) Pagina 16 Corsi Oss, pronte le graduatorie definitive 21/02/2015 Il Tirreno (ed. Cecina) Pagina 16 SANITÀ Cure palliative, si cambia 21/02/2015 Il Tirreno (ed. Cecina) Pagina 16 UNA CONQUISTA DI CIVILTÀ E LE PROMESSE DI MARZO 21/02/2015 Il Tirreno (ed. Cecina) Pagina 16 Diagnostiche aperte 24 ore altro che accordi coi privati 21/02/2015 Il Tirreno (ed. Cecina) Pagina 16 Primo incontro tra i sindaci e il dg Porfido 21/02/2015 Il Tirreno (ed. Cecina) Pagina 16 Si rinnovano le Rsu seggi aperti il 3, 4 e 5 marzo 21/02/2015 Il Tirreno (ed. Grosseto) Pagina 16 «Escrementi di topi in sala operatoria» Protesta in ospedale 21/02/2015 Il Tirreno (ed. Grosseto) Pagina 16 Contratti illegittimi, la Asl deve risarcire la farmacista 21/02/2015 Il Tirreno (ed. Grosseto) Pagina 16 Meno vaccinazioni, più rischi di malattie 21/02/2015 Il Tirreno (ed. Grosseto) Pagina 16 Trasfusione sbagliata A giudizio due sanitari 21/02/2015 Il Tirreno (ed. Lucca) Pagina 19 Asl, necessarie le proroghe approvate 21/02/2015 Il Tirreno (ed. Lucca) Pagina 19 Comparto, l' Asl assegna sei incarichi 21/02/2015 Il Tirreno (ed. MassaCarrara) Pagina 15 Neonato morto, i consulenti mettono nei guai il medico 21/02/2015 Il Tirreno (ed. PiombinoElba) Pagina 17 IL DIRITTO DI NASCERE IN SICUREZZA 21/02/2015 Il Tirreno (ed. PiombinoElba) Pagina 21 «Rafforzare l' ospedale elbano senza accorparlo con Piombino» 21/02/2015 Il Tirreno (ed. Pisa) Pagina 16 «Borbotti non si sente bene ora dice cose inattendibili» 21/02/2015 Il Tirreno (ed. Pisa) Pagina 16 «Se avessi avuto dei sospetti sarei andato dai magistrati» 21/02/2015 Il Tirreno (ed. PistoiaMontecatini) Pagina 15 Fondazione Maic Appello dei sindacati alle istituzioni 21/02/2015 Il Tirreno (ed. PistoiaMontecatini) Pagina 17 Ceppo, demolizioni al via entro fine anno 21/02/2015 Il Tirreno (ed. PistoiaMontecatini) Pagina 17 L' Asl a caccia dei 18 milioni e il rebus dei conti economici 21/02/2015 Il Tirreno (ed. PistoiaMontecatini) Pagina 23 «Ospedale carente perché così è il... 21/02/2015 Il Tirreno (ed. PistoiaMontecatini) Pagina 23 La Regione promette letti e infermieri in più 21/02/2015 Il Tirreno (ed. PistoiaMontecatini) Pagina 23 Rassicurazioni sulla maxiAsl, ma la preoccupazione è grande 21/02/2015 Il Tirreno (ed. Pontedera) Pagina 31 «C' è bisogno di donatori» L' Asl 11 lancia l' appello 21/02/2015 Il Tirreno (ed. Viareggio) Pagina 15 Azienda e sindacati trattano sui tagli 21/02/2015 Il Tirreno (ed. Viareggio) Pagina 15 Liste d' attesa chiuse per visite ed esami Ma non si può dire 21/02/2015 Il Tirreno (ed. Viareggio) Pagina 15 La denuncia: «Ho la bronchite, ma mi visitano a luglio» 21/02/2015 La Repubblica (ed. Firenze) Pagina 11 Marroni: da dicembre i medici prescrivono il nuovo farmaco Sovaldi contro... 1 2 4 5 6 8 9 11 12 13 15 16 18 20 21 22 23 25 27 28 30 32 34 35 36 38 39 40 41 43 44 21 febbraio 2015 Pagina 8 Corriere Fiorentino Anaao Toscana Sanità Cura per l' epatite C gratis a 1.700 malati In Toscana i pazienti affetti da epatite C possono curarsi gratuitamente con il nuovo farmaco Sovaldi. Il medicinale è disponibile da dicembre (quando è stato autorizzato dall' Aifa); i medici possono prescriverlo «senza limitazione nelle quantità e nella disponibilità» ha assicurato l' assessore regionale Luigi Marroni. I pazienti dovranno rivolgersi ai centri ospedalieri, una quindicina in Toscana. Un ciclo di trattamenti costa 30.000 euro a persona. La Regione stima che nel 2015 i malati da curare possano essere 1.700; la spesa, circa 50 milioni, sarà coperta dal fondo previsto dalla Finanziaria 2015 per i farmaci innovativi e attraverso una «riorganizzazione del sistema sanitario» s p i e g a Marroni. L a percentuale di guarigione con il Sovaldi è fra l' 80 e il 95%. (Ivana Zuliani) Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 1 21 febbraio 2015 Pagina 5 Il Sole 24 Ore Anaao Toscana FARMACI. Alt ai medicinali di fascia C nella Gdo, ma in farmacia entrano le società di capitali E alla fine la montagna partorì la tigre. Evitata in extremis la perdita dell' esclusività della vendita dei farmaci C con ricetta a favore anche di parafarmacie e della Gdo, le farmacie private convenzionate col Ssn devono ora guardarsi da un nemico ben più insidioso: le società di capitali, che potranno fare shopping e acquistarle senza limite di licenze che oggi è di 4 al massimo anche per i singoli purché a dirigerle ci sia un farmacista. Pur senza aumentare il numero di farmacie, insomma, l' Italia va verso modelli già diffusissimi in Europa. Con catene di vendita finale di farmaci dalla formidabile forza finanziaria che potranno fare incetta di farmacie in crisi al posto di chi voglia cedere il passo e fare subito cassa. Una chance che secondo il Governo permetterebbe economie di scala «tali da consentire l' abbassamento dei costi per i consumatori». Quello sulle farmacie è stato tra i capitoli più caldi del Cdm sulla concorrenza di ieri, con due ministre contro Federica Guidi pro liberalizzazioni e Beatrice Lorenzin su sponda opposta e un testo d' ingresso che confermava ancora i farmaci C con ricetta anche fuori farmacia e l' improvviso ingresso delle società di capitali. La mediazione finale arriva dopo un lungo confronto in Consiglio dei ministri. Dove ciascuna delle parti ha ceduto qualcosa, anche se è chiaro che la partita sul Ddl (prevedibilmente lunga e complicata) si sposta in Parlamento. «Vittoria dei cittadini, una garanzia per la salute» ha twittato Lorenzin; «Non tocchiamo i farmaci, andiamo verso la modernità» la soddisfazione di Guidi. Di mezzo le categorie, con tutti i pro e i contro del caso. I genericisti contestano il passo indietro sull' ingresso rapido dei loro prodotti sul mercato che non accorcia i brevetti. I farmacisti titolari di Federfarma che brindano amaro alla vittoria sulla conferma dell' esclusività dei farmaci C e che ora temono gli effetti dell' ingresso dei colossi mondiali (e non solo) della distribuzione, quelle merger che già «preoccupano» la categoria. Come preoccupano l' Ordine dei farmacisti: «Si trasformano le farmacie in lavanderie. Di capitali», l' accusa a Renzi. Masticano amaro la Gdo con le Coop e le parafarmacie: «Un' occasione persa per i cittadini, avrebbero risparmiato. Premiato il capitale, non la professionalità». E il Codacons: «Un regalo alla casta dei farmacisti, un danno enorme per i cittadini». Il mercato in farmacia, secondo i dati di Ims Health, ha chiuso il 2014 con un fatturato totale di 24,8 miliardi (0,3%), con la classe C con ricetta giù del 2% a quota 2,9 miliardi e +3% in libera vendita. Una chiusura flat che secondo il general manager Sergio Liberatore «ha una valenza positiva se Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 2 21 febbraio 2015 Pagina 5 < Segue Il Sole 24 Ore Anaao Toscana confrontato con la situazione macroeconomica e con i risultati di altri settori». Va da sé che Credifarma, la società che fa credito alle farmacie (sono circa 4.500 le associate su oltre 16mila private) è in grave sofferenza e nel mirino per non essere in regola con Basilea 3. Il che significa una massa non piccola di farmacie che potrebbero presto finire sotto scacco. Non mancano i colossi in campo, come quelli che già hanno in gestione per 99 anni centinaia di farmacie comunali in tutta Italia su 1.600 totali. Gestiscono, non possiedono. Ma ora potrebbero gettarsi nell' affare delle farmacie private, a partire dalla CelesioAdmenta ora sotto la statunitense McKesson. Ma nel mondo ci sono catene come quelle di Walmart o quella guidata dall' italiano Stefano Pessina, mister mille miliardi, il terzo uomo più ricco d' Italia secondo Forbes, fondatore di Alliance Boots, collegata al colosso Wallgreen. Compratori motivati non mancano insomma per le farmacie. © RIPRODUZIONE RISERVATA Roberto Turno. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 3 21 febbraio 2015 Pagina 15 Il Tirreno (ed. Cecina) Anaao Toscana Pronti a chiedere i danni alla Società della salute Scoprono che dal 2010 avrebbero diritto a un assegno integrativo dell' Inps Nell' ambito dell' Asl 6 sono esclusi solo i residenti nella Bassa Val di Cecina. di Manolo Morandini wCECINA Lo scopre per caso. Sua sorella che vive in Sardegna e si sta occupando della mamma riceve dall' Inps un assegno. Una sorta di welfare integrativo, a costo zero per gli enti locali, di cui possono beneficiare i dipendenti o i pensionati del pubblico impiego. Per accedere al beneficio però la Società della salute deve aderire al bando dell' Istituto di previdenza. E l' assurdo è che in tutta l' area dell' Azienda sanitaria 6 di Livorno gli unici a non essersi mai attivati sono i Comuni della Bassa Val di Cecina. Dal 2010, moltiplicato per quanti avrebbero potuto accedere al beneficio, significa aver fatto perdere tanti soldi, gli assegni in base all' Isee vanno dai 200 ai 1.200 euro. La signora chiama a raccolta conoscenti nella sua stessa condizione. Si attiva il passa parola e se ci saranno le condizioni sono pronti a fare una class action contro la Società della salute. Più che la faccia a farli parlare sono la rabbia e la delusione. Oltretutto anche per il prossimo anno non potranno beneficiare dell' assegno perché i termini per la Società della salute di adesione al nuovo bando sono già scaduti. Nel dettaglio il progetto si chiama Home Care Premium ed è riservato ai dipendenti e i pensionati pubblici, per i loro conviventi, per i loro familiari di primo grado, non autosufficienti. E quest' anno garantirà un assegno per nove mesi, da marzo a novembre. In pratica, è una forma di intervento mista: da un lato la concessione di contributi economici alla famiglia per pagare familiari o badanti, dall' altro l' ottenimento di prestazioni integrative e complementari erogate dalla Società della salute (operatori socioassistenziali, centro diurno, servizi di accompagnamento e trasporto, consegna pasti a domicilio, percorsi di integrazione scolastica o di inserimento lavorativo, servizi alla persona come parrucchiere, podologo e simili). «Perdiamo un diritto affermano perché la Società della salute a cui i Comuni hanno delegato il settore sociosanitario in questi anni non si è mai attivata. Un' apparente distrazione gravissime e che è difficile da comprendere». E aggiungono: «L' assurdo è che neppure all' interno della stessa azienda sanitaria gli uffici si parlano. Il territorio della Bassa Val di Cecina è l' unico ad essere escluso dall' accesso a questo beneficio». L' effetto si traduce in sacrificio economico che almeno in parte avrebbe potuto essere alleviato. «Le famiglie si impoveriscono per tenere i propri cari a casa concludono e ci troviamo anche a fare i conti con l' istituzione competente che è distratta». Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 4 21 febbraio 2015 Pagina 16 Il Tirreno (ed. Cecina) Anaao Toscana Corsi Oss, pronte le graduatorie definitive CHI CE L' HA FATTA. CECINA. Sono state pubblicate sul sito dell' Asl 6 ( w w w .usl6.toscana.it) le graduatorie definitive degli idonei ai corsi per Operatore Socio Sanitario (due i corsi: quello cosiddetto Percorso Abbreviato e quello Percorso 1000 ore) banditi dall' Azienda Usl 6 di Livorno. Come previsto dal bando, i candidati aventi diritto sono i primi 30 della graduatoria. L' unità operativa Formazione provvederà a convocare, con lettera raccomandata, i candidati collocati utilmente nelle graduatorie, scorrendo in caso di rinuncia. Sul sito internet del Tirreno www.iltirreno.it sono pubblicati tutti i nomi in graduatoria. Al corso 1000 ore hanno partecipato 197 candidati. Di questi sono risultati idonei in tutto 77, la graduatoria però è diventata definitiva solo dopo la prova di italiano per i cittadini stranieri risultati idonei. Al corso abbreviato hanno partecipato 139 candidati. Di questi sono risultati idonei in 129. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 5 21 febbraio 2015 Pagina 16 Il Tirreno (ed. Cecina) Anaao Toscana SANITÀ Cure palliative, si cambia di Anna Cecchini CECINA Inaugurato l' ambulatorio di Cure palliative al' interno dell' ospedale cittadino. Ieri mattina la presentazione ufficiale della nuova attività, che g a r a n t i r à c o n s u l e n z e ospedaliere e principalmente accoglierà pazienti esterni che avranno necessità di avviare terapie del dolore. Il nuovo ambulatorio. «Con questo nuovo servizio spiega Eugenio Porfido, direttore generale dell' Asl 6 continuiamo il progetto di rafforzamento della rete delle Cure palliative che, lo ricordo, si struttura su tre livelli: un primo legato ai servizi territoriali e domiciliari, portato avanti anche con i medici di base. Un secondo come quello appena attivato su Cecina che offre servizi sia dentro che fuori dall' ospedale e un terzo livello di gestione ospedaliera offerta tramite l' hospice livornese». Quello presentato ieri è quindi un servizio ambulatoriale, al quale potranno ricorrere sia gli specialisti interni all' ospedale che hanno in cura, anche per un ricovero, pazienti che necessitano di terapie del dolore. Non un hospice, ma posti letto disponibili. Quanto all' attivazione di un vero e proprio hospice, durante la presentazione del nuovo servizio a cui erano presenti anche Giovanna Poliseno (direttore dell' ospedale di Cecina e Paolo Lucchesi (direttore zona Bvc), Porfido sottolinea che in verità «posti letto di questo tipo, ossia del terzo livello di Cure palliative, esistono in tutti i presidi ospedalieri. A Cecina ci sono quattro posti letto all' interno dell' ospedale di comunità, come del resto ce ne sono a Piombino e Portoferraio». Undici i posti letto dell' hospice di Livorno, guidato dalla dottoressa Costanza Galli, responsabile del servizio Cure palliative dell' Asl 6, a cui i pazienti della provincia possono accedere anche attraverso il nuovo ambulatorio dell' ospedale di Cecina. «Abbiamo un continuo contatto con l' hospice livornese sottolinea Giovanni Soldano, responsabile dell' ambulatorio di Cure palliative in modo da capire se i nostri pazienti possono accedere a quel servizio». «Con questo nuovo ambulatorio prosegue Porfido il servizio diventa ancora più diffuso e capillare su tutto il territorio dell' Asl 6. Questo non sarebbe possibile senza l' aiuto fondamentale dell' associazionismo e in particolare del professor Aligi Carnicelli, in qualità di presidente dell' associazione Cure palliative di Cecina che supporta e indirizza i nostri sforzi». Oltre 250 malati oncologici ogni anno. Un servizio particolarmente importante quello dell' ambulatorio di Cure palliative, se si considera, come spiega Franco Berti, coordinatore sanitario della zona Bvc, «che ogni anno nella nostra zona ci sono oltre 250 malati oncologici, e che oltre la metà di questi ricorrono al servizio di Cure palliative». Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 6 21 febbraio 2015 Pagina 16 < Segue Il Tirreno (ed. Cecina) Anaao Toscana L' ambulatorio offre principalmente l' attività di gestione della terapia del dolore, «sia di malati oncologici che di pazienti con patologie non oncologiche», precisa Soldano. Orario dell' ambulatorio e modalità di accesso. A parte le consulenze interne all' ospedale, potranno utilizzare l' ambulatorio i pazienti esterni . Come? «Il medico curante deve fare un' apposita richiesta spiega ancora Berti e poi deve esser effettuata la prenotazione al Cord. Si può andare allo sportello o telefonare (i numeri sono 0586614328 e 0586614369), attivo dal lunedì al venerdì dalle 8,30 alle 12,30». Dopo il primo accesso, il paziente viene in pratica preso in carica dall' ambulatorio, che gestirà la terapia del dolore in modo specifico per ogni malato, restando in contatto anche con il medico di base. Quanto all' orario di attività dell' ambulatorio, situato al secondo piano dell' ospedale cittadino nell' area del Cord, resta aperto il lunedì e mercoledì (1013) e il venerdì (1113), con possibilità di controllo del funzionamento delle terapie anche in orari diversi. Anche perché in genere prosegue Soldano l' avvio delle terapie prevede un controllo dell' andamento dopo 72 ore». «Il progetto dice ancora Soldano è stato istituzionalizzato a fine gennaio, e da allora abbiamo in cura alcuni pazienti, sui quali abbiamo registrato un buon risultato sul controllo del dolore, grazie all' impegno delle dottoresse Fantei, Giannetti, Fraschi e della psicologa Smulizza». ©RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 7 21 febbraio 2015 Pagina 16 Il Tirreno (ed. Cecina) Anaao Toscana UNA CONQUISTA DI CIVILTÀ E LE PROMESSE DI MARZO di MARIA MEINI Ma alla fine non si è capito quando sarà operativo il parto indolore all' ospedale di Cecina. Sembrava che i corsi di formazione fossero terminati e che a marzo, con l' arrivo di un altro anestesista a potenziare l' organico, si potesse attivare il nuovo servizio. Nuovo per Cecina perché l' epidurale è una pratica ormai sperimentata e praticata da decenni in tutta Italia e nei paesi del mondo occidentale. Nel nord Europa è una prassi, la prima offerta che viene proposta alla partoriente: lì, al contrario, è la donna che chiede il parto naturale se non desidera ricorrere all' epidurale. Lo ripetiamo: è una scelta, nessuna forzatura. Il parto è un atto talmente personale e naturale che non ci devono essere interferenze con le decisioni della donna. Ma se scelta dev' essere devono coesistere entrambe le opportunità. Ed è anche una disposizione di legge: il ministero della salute include infatti il parto indolore nei Lea, i livelli essenziali di assistenza. Quindi se l' ospedale di Cecina, che oltretutto per i numeri quasi 700 parti l' anno e sarebbero di più se non ci fossero le fughe proprio verso i centri in cui si pratica l' indolore è il primo punto nascita della provincia, vuole stabilizzare la propria posizione deve necessariamente attivare l' epidurale. Invece l' Asl prima è partita dall' Elba, poco più di cento parti l' anno, ma per ragioni organizzative ha detto: lì il personale era già formato. Poi sono stati attivati i corsi per Cecina, buon ultimo Piombino. La direzione sanitaria locale ha annunciato che a marzo si può cominciare. Ma il direttore generale Porfido in un fuori onda in commissione consiliare ha rimesso in discussione tutto dicendo che a Cecina siamo dovuti partire da zero, formare gli operatori... Unica certezza resta la data dell' 8 marzo, che guarda caso è la festa della donna, ma per la presentazione del progetto epidurale. Presentazione, che ci auguriamo non sia solo uno spot con le mimose; da lì all' applicazione potrebbero passare mesi. Forse in estate le partorienti che scelgono di far nascere il proprio bambino a Cecina potranno usufruire dell' epidurale. Una riflessione a margine di una bella giornata per l' ospedale cecinese, con l' inaugurazione delle nuove Cure palliative. La cura del dolore è una conquista di civiltà, che umanizza la medicina. È un controsenso che per le donne si continui a pensare che devono per forza "partorire con dolore". ©RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 8 21 febbraio 2015 Pagina 16 Il Tirreno (ed. Cecina) Anaao Toscana Diagnostiche aperte 24 ore altro che accordi coi privati Camelli (Uil) sulle liste d' attesa: «Occorre investire, il ritorno sta nei ticket» L' ospedale? «Insieme con Piombino e Elba, potenziando la medicina d' urgenza» di Andrea Rocchi wCECINA Partiamo da un problema che sta a cuore dei cittadini più di tanti discorsi: le attese infinite per un' ecografia, una Tac o un doppler. Più di sei mesi, se va bene. Il diggì Eugenio Porfido ha appena annunciato nuove convenzioni coi privati da parte dell' Asl 6 per snellire le agende. Paolo Camelli, segretario Uil Fp, è netto: «Pannicelli caldi, non è questa la cura». E allora qual è? «Quello che noi come Uil insieme a Cgil e Cisl, andiamo ripetendo da tempo: occorre investire nelle diagnostiche e nelle specialistiche ambulatoriali, facendole viaggiare H24. L' azienda dirà che è una spesa, ma la maggior parte dei cittadini in lista d' attesa paga il ticket. L' Asl recupererà questo investimento e limiterà le fughe verso altri ospedali. Perchè quando un cittadino va a fare un esame in un altro ospedale poi è probabile che venga preso in cura da specialisti di quella zona. Noi proponiamo l' apertura diurna per gli esami, la notte per l' attività interna». Però quello delle liste d' attesa è uno dei problemi della sanità locale che sconta un taglio (regionale) di 240milioni. E con l' ex decreto Balduzzi, più che mai vegeto, che dice che sotto 150mila abitanti non esiste ospedale. A proposito Camelli spiega: «Restano due strade, o diventiamo tutti una depandance di Livorno, oppure Cecina, Piombino e l' Elba si mettono insieme e formano un bacino di 180mila abitanti. E questa è la soluzione che proponiamo. Noi crediamo che i tre ospedali insieme possono costruire una rete partendo dall' emergenzaurgenza. Cioè, potenziamento dei pronto soccorso e mantenimento delle specialistiche di secondo livello come la chirurgia, l' ortopedia, l' oculistica, l' otorino....Il pronto soccorso, tuttavia, deve lavorare col metodo della medicina e chirurgia d' urgenza per trattare i casi più frequenti di patologie legate all' ictus e all' infarto». Camelli ricorda che per avere un' unità operativa complessa di pronto soccorso occorre superare i 60mila accessi all' anno. «Ecco perchè i tre ospedali devono stare insieme». Il modello, per la Uil, potrebbe essere quello delle direzioni uniche "magari pensando a Cecina per la direzione del materno infantile, a Piombino per la chirurgia, all' Elba per l' emergenza" . Infine Camelli sostiene che le medicine "generiche" così come concepite non hanno più futuro ma occorre andare verso specializzazioni, formando il personale capace di trattare malattie respiratorie, diabete, malattie cardiologiche, ictus, patologie più frequenti nei degenti in queste aree. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 9 21 febbraio 2015 Pagina 16 < Segue Il Tirreno (ed. Cecina) Anaao Toscana Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 10 21 febbraio 2015 Pagina 16 Il Tirreno (ed. Cecina) Anaao Toscana Primo incontro tra i sindaci e il dg Porfido ipotesi unione con la val di cornia. Doveva essere il primo faccia a faccia ufficiale tra Asl, Regione e sindaci della Bassa Val di Cecina e della Val di Cornia, per cominciare a discutere dell' ipotesi di integrazione dei servizi socio sanitari, compreso quelli in ospedale, tra le due aree. L' assessore regionale alla salute Luigi Marroni, però, impegnato a Firenze, non è potuto intervenire. E quindi l' incontro è stato rinviato (al 5 o al 12 marzo). Comunque, ieri pomeriggio, un primo passo verso l' unione delle attività sociosanitarie tra bassa Val di Cecina (nella foto l' ospedale cittadino)e Val di Cornia, è stato fatto. All' appuntamento, che si è svolto in ospedale, c' erano il direttore generale dell' Asl Eugenio Porfido e i s i n d a c i ( o i l o r o rappresentanti) di tutti i Comuni delle due aree interessate da un' ipotesi di riorganizzazione sanitaria su cui sembra puntare in particolar modo il primo cittadino di Cecina Samuele Lippi. «Non sta a me spiega Porfido all' uscita dall' incontro dare giudizi su ipotesi che i sindaci possono ritenere di percorrere. Se quest' idea va avanti, ho consigliato di prevedere un percorso, definendo modalità e obiettivi intermedi. L' idea alla base è l' unificazione della parte sociosanitaria di due zone in una sola». Sulla proposta di Lippi di unire anche le attività ospedaliere suddividendole sui due presìdi, Porfido non si sbilancia, limitandosi a dire che si tratta di una possibilità. «L' incontro spiega invece il sindaco di Cecina è stata la prima vera riunione per confrontarsi sull' idea di strutturare il territorio creando un bacino più ampio, con un ospedale unico su due presìdi, che consenta d dare più servizi Una scelta di questo tipo significherebbe superare gli steccati, in una logica di rete sicuramente migliore». Vista la vastità del tema (attività e reparti ospedalieri da suddividere, servizi sociosanitari territoriali da integrare), «è stato deciso sottolinea Lippi di sintetizzare il progetto preparando un documento che poi vorremmo discutere sul territorio, con le associazioni. Si tratta di un argomento su cui aprire un confronto». La settimana prossima è in programma la Conferenza dei sindaci, e nei giorni successivi dovrebbe prendere corpo il documento, che di fatto servirà a mettere nero su bianco la proposta politica di unione tra le due zone sanitarie. (a.c. ) Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 11 21 febbraio 2015 Pagina 16 Il Tirreno (ed. Cecina) Anaao Toscana Si rinnovano le Rsu seggi aperti il 3, 4 e 5 marzo CECINA. Si svolgeranno nei giorni 3, 4 e 5 marzo le elezioni delle Rappresentanze sindacali unitarie (RSU) dell' Azienda USL 6 di Livorno. I lavoratori potranno votare dalle 7 alle 18. Sul sito aziendale sono state caricate le liste dei candidati. Questo l' elenco dei seggi. È importante ricordare che la Commissione consente, ad ogni modo, all' elettore di votare in un seggio diverso da quello stabilito, al fine di facilitare le operazioni di voto. Zona Bassa Val di Cecina : due seggi Dove si vota: presidio ospedaliero di Cecina (Sala Riunioni ex Biblioteca) Chi vota: personale P.O. Cecina, Centro Direzionale, Sert e CSS Donoratico Dove si vota: Css Rosignano (locale al 2° piano nella sala corso preparazione al parto). Chi vota: personale Rosignano Zona livornese (3 seggi) Dove si vota: P.O. di Livorno (stanza n°3 al Terzo padiglione piano Terreno), Css di via Impastato (via Impastato stanza n° 2 stanza del medico distrettuale al piano terra); Css Nord Fiorentina (via Fiera di Sant' Antonino stanza n° 4 stanza coordinatore infermieristico al piano terra). Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 12 21 febbraio 2015 Pagina 16 Il Tirreno (ed. Grosseto) Anaao Toscana «Escrementi di topi in sala operatoria» Protesta in ospedale Il problema segnalato al 3º piano del Misericordia L' Asl 9 si attiva: «Fatta ogni verifica ma nessuna traccia» di Elisabetta Giorgi wGROSSETO Escrementi di topi in sala operatoria. La segnalazione giunge dall' ospedale Misericordia di Grosseto dove intorno ai primi di febbraio, come emerge dal racconto di alcuni operatori sanitari, qualcuno ha avvistato «tracce inequivocabili dei roditori» nei pressi dei lettini operatori. La notizia ha rapidamente percorso i corridoi dell' ospedale creando scompiglio. Il giorno dopo l' avvistamento sono state posizionate trappole. Il fatto risale al 1º febbraio: era domenica quando è arrivata la segnalazione dei lavoratori del terzo piano, giunta dritta alla direzione dell' Asl 9 e che puntava il dito sulla presenza di feci di topi nel pavimento: in molti si sono infuriati perché se il giorno dopo sono state posizionate trappole nessun provvedimento è invece scattato per la chiusura della sala operatoria. L' Asl 9 risponde illustrando l' esistenza di una procedura interna, messa a punto dal Dipartimento della Prevenzione e che viene sempre attivata nel caso in cui vengano segnalati elementi che facciano ipotizzare la presenza di «animali infestanti» all' interno delle strutture sanitarie. «Questa procedura spiega l' Asl si affianca a una serie di azioni di prevenzione del fenomeno che, per quanto riguarda l' ospedale di Grosseto, tengono conto delle difficoltà legate alla localizzazione del presidio (in campagna), agli innumerevoli accessi (per gli utenti e di servizio) che mettono in comunicazione i piano terra e i seminterrati con i piani superiori, alla presenza di cantieri dentro e fuori la struttura». La presenza di topi in ospedale insomma non sarebbe del tutto ingiustificata, anzi è messa in conto dalla stessa direzione sanitaria pronta a scattare nell' eventualità in cui spuntino topi in zona. Da qui, «la scelta dell' Asl 9 è stata quella di affidare il servizio di eventuale disinfestazione, internamente, ai professionisti della Zoologia ambientale che intervengono nel caso di segnalazioni con una procedura che prevede un protocollo ben preciso, ovvero l' analisi del problema e la pianificazione del sopralluogo; il sopralluogo con la collaborazione di altri servizi della Asl e della ditta di manutenzione o delle pulizie; il prelievo e l' analisi di eventuali campioni biologici e ambientali; la verifica della necessità di effettuare un immediato intervento di bonifica igienicosanitaria e la comunicazione degli esiti del sopralluogo (o della bonifica igienicosanitaria, se necessaria ed effettuata) al responsabile della struttura richiedente e alla Direzione sanitaria. Tutto in un tempo massimo di 48 ore». Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 13 21 febbraio 2015 Pagina 16 < Segue Il Tirreno (ed. Grosseto) Anaao Toscana Fin qui la procedura e il protocollo che l' Asl contempla in casi del genere. Ma nel merito e nel caso specifico? Qui l' azienda risponde che c' è stata sì la segnalazione, ma che «non riguardava le sale operatorie bensì i locali adibiti allo stoccaggio di materiale che proviene dall' esterno dell' ospedale. Come da procedura aziendale prosegue l' azienda sono stati avvertiti i servizi competenti che hanno fatto le verifiche negli stessi locali e in quelli immediatamente adiacenti (anche con apposite trappole)». Alla fine «non sono state trovate tracce di topi», conclude l' Asl specificando che «ovviamente, se fossero venuti meno anche i minimi requisiti di sicurezza, la sala operatoria sarebbe stata immediatamente chiusa». Questo è quanto risponde l' azienda, anche se gli operatori cui non è andata giù la faccenda sostengono che le trappole sono rimaste nei locali del 3º piano per alcuni giorni e che solo sul finire della settimana è intervenuta una squadra di operatori, per toglierle e sanificare gli ambienti. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 14 21 febbraio 2015 Pagina 16 Il Tirreno (ed. Grosseto) Anaao Toscana Contratti illegittimi, la Asl deve risarcire la farmacista GROSSETO È illegittima la successione di contratti a termine intercorsi tra il 2002 e il 2012 tra la Asl e una farmacista. Lo ha stabilito il giudice del lavoro Antonella Casoli, che ha anche condannato l' azienda sanitaria a l risarcimento della ex dipendente per un danno pari a 20 mensilità dell' ultima retribuzione di fatto, più interessi e rivalutazione. Compensate le spese di lite. Il giudice ha accolto il ricorso di Alessandra Rispoli, un nome conosciuto perché è la vedova di Niccolò Campo, il medico del 118 morto nella tragedia di Pegaso del 2001; dopo la tragedia venne assunta dalla Asl 9 proprio come farmacista. Assistita dall' avvocato Alessio Scheggi, la farmacista ha chiesto al giudice di accertare l' illegittimità del contratto a tempo determinato rinnovato di biennio in biennio, fino al 2012, quando l' azienda non ha proceduto a ulteriori rinnovi. La Asl s i e r a opposta portando vari argomenti. Il giudice ha però accolto il ricorso di Rispoli, analizzando la legislazione nazionale ed europea. «Non può che rilevarsi argomenta la chiara violazione della normativa applicabile, avendo pacificamente l' amministrazione proceduto alla stipula di un contratto a tempo determinato avente durata complessiva decennale e in assenza di allegazione e prova della esistenza di esigenze temporanee ed eccezionali che potessero costituire una ragione obiettiva per il ricorso al contratto a tempo determinato». Perché per la dirigenza sanitaria il termine massimo dei contratti è quello di cinque anni. Chi è assunto con contratto a termine illegittimo nel settore pubblico non può aspirare alla conversione in un contratto a tempo indeterminato ma può «vantare il diritto al risarcimento del danno». E così il giudice ha liquidato le 20 mensilità. (p.s. ) Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 15 21 febbraio 2015 Pagina 16 Il Tirreno (ed. Grosseto) Anaao Toscana Meno vaccinazioni, più rischi di malattie I numeri parlano di un calo del 3 per cento. Dai medici un appello ai genitori destinato ai bambini. GROSSETO Cala in maniera significativa, anche in provincia, il numero dei vaccini consigliati: quelli cioè non obbligatori, ma che la comunità scientifica internazionale raccomanda di fare ai bambini e, in alcuni casi, agli adulti. Nel 2014, la percentuale è stata del 92%, con tre punti in meno rispetto al 2012. Un dato che h a i n d o t t o i sanitari d e l l a Asl 9 , c h e s i o c c u p a n o d i I g i e n e e sanità p u b b l i c a , a lanciare un appello ai cittadini affinché si rivolgano ai centri aziendali per far vaccinare i propri bambini contro malattie infettive come morbillo, varicella e rosolia. «L' obbligo di legge spiegano i medici della Asl 9 è di far vaccinare i neonati contro difterite, tetano, poliomelite e, da alcuni anni, anche contro l' epatite B. Sono invece non obbligatori, ma raccomandati dalla comunità scientifica, i vaccini per malattie infettive meno gravi, ma che possono produrre complicanze molto serie, come ad esempio il morbillo; o che possono produrre conseguenze dannose per il feto se contratte in gravidanza, come avviene per la rosolia. L' obiettivo principale dei programmi vaccinali contro la rosolia, ad esempio, è proprio la prevenzione dell' infezione in gravidanza e, di conseguenza, della rosolia congenita. La strategia della vaccinazione di tutti i bambini al secondo anno di vita si è dimostrata efficace, ma si stima che per eliminare la rosolia congenita a livello internazionale, la percentuale di donne in età fertile immune alla malattia dovrebbe essere superiore al 95 per cento». Il discorso può essere esteso al morbillo. «Purtroppo aggiungono i sanitari della Asl 9 una cattiva informazione, i timori dei genitori verso i vaccini, alcune tesi, poi smentite dalla ricerca, sul collegamento tra la somministrazione del vaccino trivalente MPR e l' insorgenza dell' autismo, possono avere indotto un senso di sfiducia delle famiglie nei confronti dei vaccini. Eppure, per rimanere sullo stesso esempio, il morbillo provoca danni permanenti in 1 caso su 1000, la morte in 1 caso su 10 mila». In calco anche la somministrazione dell' antinfluenzale: a partire dalla stagione 20132014, in provincia di Grosseto si è vaccinato circa il 60% della popolazione a rischio (l' obiettivo minimo secondo le raccomandazioni del ministero della Salute è del 75 %). Nella campagna vaccinale 20142015, si teme che il numero dei vaccinati sia anche più basso. In provincia, il numero delle persone colpite dall' influenza nel 20142015 è allineato al dato toscano, con un picco di circa 10 casi su 1.000 abitanti, la scorsa settimana, poi sceso intorno agli 8 su 1.000 abitanti. Per info: www.usl9.grosseto.it, dalla home Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 16 21 febbraio 2015 Pagina 16 < Segue Il Tirreno (ed. Grosseto) Anaao Toscana cliccare su "Sapere dove e come", poi "Come fare per" "vaccinazioni" (http://www. usl9.grosseto.it/default.asp? idlingua=1&idContenuto=4543). Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 17 21 febbraio 2015 Pagina 16 Il Tirreno (ed. Grosseto) Anaao Toscana Trasfusione sbagliata A giudizio due sanitari Medico e infermiera devono rispondere di cooperazione in omicidio colposo Sergio Fiorini, 76 anni, morì in rianimazione nell' agosto di due anni fa di Pierluigi Sposato wGROSSETO È un' ipotesi di cooperazione colposa in omicidio colposo, in termini giuridici, quella di cui devono rispondere il dottor Alessandro Panella e l' infermiera Giuliana Tondini, entrambi in servizio nel reparto di rianimazione dell' ospedale di Grosseto. In altre parole, sono loro d u e i sanitari c h e p o t r e b b e r o a v e r e responsabilità nella morte di Sergio Fiorini, 76 anni, deceduto il 25 agosto 2013 dopo una somministrazione di sangue incompatibile: oltre tutto una trasfusione erronea, secondo l' accusa, perché Fiorini non ne aveva bisogno. Il giudice dell' udienza preliminare Marco Bilisari ha accolto la richiesta del sostituto procuratore Laura D' Amelio e ha ritenuto necessario il dibattimento, che si terrà a partire dal 9 giugno davanti al giudice Andrea Stramenga. Il giudice non ha accolto la richiesta di perizia avanzata dai difensori dei d u e sanitari (gli avvocati Luciano Giorgi e Carlo Valle), finalizzata a comprendere in termini di giorni le chances di sopravvivenza del paziente già dalla salute compromessa per le complicazioni di una polmonite se non ci fosse stato l' errore: la richiesta sarà rinnovata in dibattimento. Perché la richiesta? Perché la consulenza del pm ha accertato una chance del 25%, mentre quella fatta eseguire dalla difesa è arrivata a percentuali molto più basse, non superiori ai 23 giorni di vita. Tra l' altro la difesa nota leggendo la consulenza fatta eseguire dalla Procura che Fiorini, pur essendo stato seguito intensamente e professionalmente in altri reparti, aveva visto un aggravamento progressivo della sua patologia. Chi ha ragione? Il pm ha chiesto il processo per i due sanitari dopo che la consulenza e il supplemento avevano escluso possibili responsabilità di altri sanitari inizialmente coinvolti, e la cui posizione è stata archiviata (erano 11 gli indagati complessivamente). Ciò che la Procura contesta è l' inosservanza del protocollo per le trasfusioni. Perché l' infermiera non avrebbe verificato l' identità del paziente mediante il braccialetto; non avrebbe verificato la corrispondenza dei dati sulla sacca, come il gruppo sanguigno, con il modulo del paziente; non avrebbe verificato la compatibilità del gruppo sanguigno di Fiorini con quello della sacca. In particolare, l' infermiera avrebbe interrotto per un' emergenza la trasfusione a un paziente vicino di letto e l' avrebbe poi iniziata erroneamente con Fiorini, non accorgendosi tra l' altro che quest' ultimo non aveva lo stesso gruppo ARh positivo della sacca destinata al primo paziente. Sarebbero stati Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 18 21 febbraio 2015 Pagina 16 < Segue Il Tirreno (ed. Grosseto) Anaao Toscana somministrati 50 millilitri, in circa quindici minuti. Al medico è contestata la mancata presenza congiunta con l' infermiera all' inizio della trasfusione; la mancata verifica dell' identità; il mancato controllo della corrispondenza tra dati della sacca e moduli del paziente; il mancato controllo della compatibilità; la mancata sorveglianza per 1015 minuti del paziente dopo l' inizio della trasfusione. Il comportamento d e l medico, sempre secondo l' accusa, avrebbe agevolato l' errore commesso dall' infermiera, lasciando che quest' ultima rimanesse da sola nella fase di osservazione; sarebbe così mancato il supporto medico necessario a fronteggiare la reazione derivante dalla trasfusione erronea. La morte di Fiorini era sopraggiunta dopo poche ore: già sofferente di una grave insufficienza respiratoria, il suo quadro clinico era bruscamente peggiorato fino a una compromissione terminale gravissima. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 19 21 febbraio 2015 Pagina 19 Il Tirreno (ed. Lucca) Anaao Toscana Asl, necessarie le proroghe approvate LUCCA Le delibere all' esame della Corte dei Conti sono legate a contratti adottati a seguito di originarie procedure ad evidenza pubblica per le quali l' azienda, alla luce del termine contrattuale, ha adottato la proroga avendo già chiesto ad Estav l' indizione della gara che è di sua pertinenza. Lo precisa la direzione dell' Asl 2 che replica alle affermazioni dei consiglieri regionali di Forza Italia Stefano Mugnai e Giovanni Santini. «Da tempo spiega l' Asl le aziende sanitarie non sono più titolari della funzione acquisti, che è stata trasferita prima (dal 2002) ai Consorzi di Area Vasta e poi (dal 2005) agli Estav, subentrati ai primi con deliberazione della giunta regionale. «Da alcuni anni, quindi, l' azienda, poiché non ha più al suo interno le specifiche competenze visto che il personale adibito a tale funzione è stato trasferito ad Estav, non può indire per proprio conto procedure ad evidenza pubblica per l' acquisizione di bene e servizi». Da precisare, comunque, che la direzione Estar ha condiviso formalmente l' approccio s e g u i t o d a l l a Asl e s i è r e c e n t e m e n t e impegnata ad attuare un percorso prioritario per espletare in tempi rapidi le gare richieste da tempo proprio dall' Asl 2. L' azienda quindi sottolinea che i rilievi mossi dai revisori riguardano proroghe di attività sociosanitarie indispensabili. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 20 21 febbraio 2015 Pagina 19 Il Tirreno (ed. Lucca) Anaao Toscana Comparto, l' Asl assegna sei incarichi Dall' emergenza urgenza al dipartimento chirurgico, alle cure intermedie: ecco i nuovi responsabili. LUCCA La direzione generale dell' Asl ha assegnato gli incarichi per la copertura di sei importanti posizioni organizzative del comparto. Si sono infatti concluse le selezioni che erano state avviate per una serie di ruoli: l' assistenza infermieristica ospedaliera al San Luca, il dipartimento attività specialistiche, il dipartimento emergenza urgenza, il dipartimento chirurgico e delle specialità chirurgiche, il dipartimento cure primarie, intermedie e residenzialità; la continuità assistenziale, cure domiciliari e Uvm Zona Piana di Lucca. I lavori della selezione per l' attribuzione degli incarichi delle posizioni organizzative e coordinamenti si sono svolti nel mese di gennaio e si è quindi arrivati alla redazione dei verbali con i vincitori. Ecco l' esito: assistenza infermieristica ospedaliera Luisa Natucci; dipartimento attività specialistiche Paola Sacconi; dipartimento emergenza urgenza Sauro Franceschini; dipartimento chirurgico e delle specialità chirurgiche Antonella Palandri; dipartimento cure primarie, intermedie e residenzialità Svaldo Sensi; continuità assistenziali, cure domiciliari e Uvm zona Piana di Lucca Laura Unti. Roberto Locci, responsabile della struttura complessa amministrazione e gestione risorse umane ha quindi deciso di prendere atto degli atti e dei verbali relativi alle selezioni, per titoli e colloquio, per l' assegnazione dell' incarico nella posizione organizzativa e coordinamento e di procedere all' assegnazione della titolarità delle posizioni stesse. E' anche stato dato mandato alla struttura complessa amministrazione e gestione risorse umane di procedere agli adempimenti relativi all' esecuzione dell' atto e inviata comunicazione ai settori di appartenenza. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 21 21 febbraio 2015 Pagina 15 Il Tirreno (ed. Massa Carrara) Anaao Toscana Neonato morto, i consulenti mettono nei guai il medico Secondo i periti di accusa e parte civile sono stati sottovalutati i tracciati Lo specialista per il pm non si è accorto che il feto era in sofferenza MASSA Dopo il primo tracciato, che già evidenziava una situazione da tenere sotto controllo, la donna era stata invitata dal ginecologo di turno quella notte all' Opa a tornare dopo qualche ora perché il bimbo non era ancora pronto. Così lei insieme al marito è tornata in auto e ha fatto una passeggiata prima di ripresentarsi: nel secondo tracciato si comincia a vedere una certa sofferenza, ma la situazione era ancora al limite e quindi non c' era bisogno, secondo il medico, di effettuare un cesareo. Invece quel neonato stava morendo prima ancora di lanciare il suo primo vagito. Una gioia che si è trasformata in un dolore tremendo per una mamma e un papà che aspettavano quel momento da oltre quaranta settimane. Per questo motivo lo specialista Roberto Marrai è sotto processo. Ieri il giudice Fabrizio Garofalo ha sentito due consulenti, di accusa e parte civile. Tutto verteva sui due tracciati effettuati quella notte all' Opa. Decifrandoli il tribunale dovrà decidere se Marrai è colpevole oppure no. Ovvero il medico ha rispettato le linee guida del protocollo di intervento? Quello che dicono i periti è che c' era una lieve tachicardia che doveva essere monitorata, senza dire alla paziente di allontanarsi. Marrai, difeso dall' avvocato Andrea Verona, spiegherà quello che è accaduto quella notte nella prossima udienza, venerdì 17 aprile. Quello che sostiene il ginecologo è che la situazione è precipitata all' improvviso. Tanto che poi quando è stato fatto il cesareo ormai il piccolo aveva smesso di vivere. Per il pubblico ministero Massimo Pennacchi e per i legali che rappresentano le parti civili i genitori, il fratellino e i nonni il processo sta tutto in quelle tre ore, dalle 3 a dopo le sei, in cui per la donna non è scattato il ricovero. Ricovero che, secondo gli avvocati, sarebbe dovuto avvenire subito, visto che aveva superato la quarantunesima settimana di gravidanza. Per il legale della difesa invece pesa l' incidente probatorio che servirà anche al giudice Garofalo a chiarire molti aspetti della vicenda, ed eventualità e ulteriori responsabilità in merito all' accaduto. Il cesareo non è stato fatto da Marrai, ma dai colleghi del turno successivo al suo. Ma non sono stati indagati. I consulenti hanno cercato di fare chiarezza, ora tocca all' imputato. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 22 21 febbraio 2015 Pagina 17 Il Tirreno (ed. Piombino Elba) Anaao Toscana la questione dei reparti di maternitÁ. IL DIRITTO DI NASCERE IN SICUREZZA Sul Tirreno di oggi (ieri, ndr) a firma di Valeria Parrini si leggono notizie che confermano la validità dei punti nascita di Portoferraio,Piombino e Cecina. Tutti gli atti compiuti dalla Regione in questi anni hanno risposto allo standard (oltre le 500 nascite), con l' innalzamento dei livelli di sicurezza dei nostri punti nascita. E' una scelta che abbiamo condiviso e sosteniamo perché risponde al requisito di territori lontani dai punti eccellenza, al diritto di nascere in sicurezza,anche se tale requisito e tale diritto alza i costi gestionali dei nostri punti nascita in confronto a quelli di dimensioni più grandi. Non c' è nessun bisogno di integrare gli ospedali di CecinaPiombinoElba per salvare i punti nascita; quello che serve è avere una buona e sufficiente squadra di infermieri, ostetriche, ginecologi, pediatri, anestesisti, associati a procedure sicure e adeguati mezzi di trasporto dei parti a rischio. Tutti requisiti che in questi anni abbiamo costruito e che la nascita dell' ambito ospedaliero C e c i n a P i o m b i n o E l b a p o t r à rendere ancora più forti e solidi. Quello che non si deve fare è confondere il punto nascita con l' area maternoinfantile che comprende anche la chirurgia ginecologica e la pediatria. C' è ancora qualcuno che pensa di poter avere in bacini di popolazione piccoli servizi di eccellenza quali l' emodinamica e la terapia intensiva neonatale. Ricordo solo e nuovamente che per questi servizi la legislazione attuale impone una casistica riscontrabile in ambiti di popolazione ben superiori a 300mila e che la loro presenza in ambiti più piccoli rappresenterebbe un pericolo per la salute dei cittadini. E' proprio il caso di Catania a ricordarcelo: la clinica privata di Catania, seppure accreditata, non possedeva e non possiede i requisiti minimi che sono presenti a Portoferraio. La morte di quella bambina, purtroppo, era annunciata proprio da questa imprudenza e la domanda viene spontanea: chi può aver accreditato quella clinica che non possiede i servizi di supporto in presenta di un evento critico qual è quello che si è manifestato? In altre parole quella clinica in Toscana non avrebbe potuto essere accreditata perché se non c' è la contemporanea presenza dell' anestesista non si può adottare un protocollo capace di fronteggiare eventi critici di quel tipo. Ecco perché CecinaPiombinoElba, unendo le loro forze, potranno consentire alla Regione di accreditarci per i servizi di medicina e chirurgia di urgenza, di specialistiche mediche e chirurgiche di secondo livello, e di un buon livello di tutta l' area maternoinfantile che saranno garantite in tutti e tre i Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 23 21 febbraio 2015 Pagina 17 < Segue Il Tirreno (ed. Piombino Elba) Anaao Toscana presidi ospedalieri in base alla domanda espressa da ciascuna popolazione. Intanto l' azienda sanitaria,raccogliendo anche le nostre pressioni, ha appena bandito una nuova delibera per assumere cinque ortopedici, due a Piombino, uno a Cecina, due all' Elba, necessari a ristabilire la normalità di questa attività. Paolo Camelli (segretario Uilfpl) Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 24 21 febbraio 2015 Pagina 21 Il Tirreno (ed. Piombino Elba) Anaao Toscana «Rafforzare l' ospedale elbano senza accorparlo con Piombino» Bulgaresi spiega il progetto elaborato dalla conferenza dei sindaci in collaborazione con i comitati «Siamo un' area disagiata, servono servizi adeguati». Ma Luciano Rossi frena: «Ipotesi irrealizzabile» di Stefano Taglione wPORTOFERRAIO No alla rete con Piombino e Cecina, sì al rafforzamento dell' ospedale dell' Elba in quanto unico presidio di una zona disagiata. Un' operazione che si potrebbe raggiungere anche attraverso una sinergia con l' Azienda ospedaliero universitaria pisana, che con la nuova riforma sanitaria entrerà nella stessa area amministrativa di Livorno (insieme a Lucca, Viareggio, Massa Carrara e all' Asl di Pisa). È quanto prevede il documento redatto dal sindaco di Marciana, Anna Bulgaresi, dopo aver ricevuto l' input dalla Conferenza dei primi cittadini elbani la cui riunione prevista per mercoledì sera è stata rimandata e l' aiuto della responsabile dei Comitati elbani riuniti, Marialuisa Chiappa. Il documento che dovrà essere condiviso si regge su tre punti: il secco no alla rete ospedaliera Cecina Piombino Portoferraio, il riconoscimento del nostro presidio come struttura fondamentale e dai servizi irrinunciabili per la popolazione, visto che è situato su un' isola con tutti i problemi che questo comporta, e la proposta di una partnership con l' Aou pisana, che magari possa portare all' Elba specializzandi e giovani talenti della medicina. Al sindaco di Marciana non importa se l' ospedale di Portoferraio venga classificato come «presidio di prossimità» o «di base». «Il nocciolo della questione sostiene la neo vicepresidente della Conferenza dei sindaci sulla sanità sono i servizi erogati. E devono essere adeguati a una realtà disagiata come la nostra». Per questo viene bocciata la rete con Cecina e Piombino. «Se il piano sanitario regionale prevede che noi isolani subiamo più disagi e sancisce quindi una nostra specificità, garantendoci più servizi continua Bulgaresi non vedo perché dovremmo farci utilizzare dai politici di Cecina e Piombino per i loro scopi. È chiaro che con una rete ospedaliera del genere sarebbero i nostri malati ad attraversare il canale. Non certo il contrario». L' obiettivo secondo quanto spiegato nel documento ora al vaglio delle otto amministrazioni è che la Regione riconosca nel concreto i disagi patiti dagli elbani. «Per inseguire quest' obiettivo ci muoveremo Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 25 21 febbraio 2015 Pagina 21 < Segue Il Tirreno (ed. Piombino Elba) Anaao Toscana su più livelli commenta Bulgaresi : con l' Asl, la Regione e con il ministero della Salute. Siamo pronti a lottare». Il primo cittadino marcianese si dice soddisfatto della presa di posizione del Pd elbano, che vede «l' accordo del 2012 come punto di partenza» e auspica «una Conferenza dei sindaci che avanza unitariamente una proposta concreta, realistica e che si confronta con il proprio braccio tecnico rappresentato dall' Asl». Con il primo cittadino di Marciana sono in sintonia i colleghi di Porto Azzurro, Marciana Marina e Capoliveri, ma l' obiettivo della Conferenza sarà di unire e non di dividere. A cominciare da Portoferraio, che è l' amministrazione più lontana da questo progetto. «A mio parere è abbastanza irrealizzabile, ma è una mia opinione personale spiega il consigliere delegato alla sanità, Luciano Rossi . Noi da soli non possiamo più andare da nessuna parte. Sono dieci anni che giochiamo la carta dell' insularità e dopo dieci anni ci troviamo un ospedale di prossimità. Ma se è i sindaci giocheranno nuovamente questa carta, collaboreremo seppur poco entusiasticamente». Ferrari, però, preferisce rimandare ogni commento. «Con la salute non si scherza, prima di esprimere qualsiasi valutazione voglio incontrare tutti i sindaci spiega e stiamo lavorando per definire il giorno della riunione». Probabile che il primo cittadino portoferraiese tenti in extremis di convincere i colleghi. Intanto a Rio nell' Elba, Claudio De Santi, dice di «non aver alcuna certezza su quale sia la migliore proposta» ma in ogni caso auspica «un' unità di intenti». «All' unanimità o a maggioranza spiega una decisione va presa. Bisogna restare uniti e ognuno di noi piuttosto deve rinunciare a qualcosa». De Santi non ha però ripensamenti sul ricorso al Tar. «Era da fare a prescindere da tutto il resto conclude il primo cittadino riese perché qui all' Elba, fra una situazione e l' altra, siamo veramente disastrati». ©RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 26 21 febbraio 2015 Pagina 16 Il Tirreno (ed. Pisa) Anaao Toscana «Borbotti non si sente bene ora dice cose inattendibili» L' avvocato Venturi difende l' ex responsabile dell' ufficio entrate e contratti «Inutile fare dichiarazioni condizionate da uno stato di prostrazione fisica» PISA «Il mio cliente non sta bene. È stato dimesso dall' ospedale da due settimane. Inutile fare ora dichiarazioni che potrebbero essere inattendibili». L' avvocato Giulio Venturi è il legale che assiste Marco Borbotti, 47 anni, di Molina di Quosa, indagato per truffa ai danni dello Stato per un ammanco milionario ai danni dell' Istituto di Fisiologia Clinica del Cnr di Pisa. Ieri pomeriggio l' avvocato è stato contattato dalla sorella di Borbotti per assumere la difesa del 47enne che da diverse settimane versa in uno stato di prostrazione psicofisica che gli impedisce di concentrarsi su quella che dovrà essere la sua difesa davanti ai magistrati che indagano sulla voragine aperta in pochi anni nel bilancio dell' Ifc. Borbotti è stato ricoverato in ospedale per lo stress accumulato dopo il licenziamento dall' Istituto di Fisiologia Clinica avvenuto il 10 gennaio dopo la scoperta della mancanza del titolo di studio in economia e commercio necessario per sostenere il concorso poi vinto dall' ex responsabile dell' ufficio entrate e contratti. Da due settimane è tornato a casa. Mercoledì ha subìto una perquisizione domiciliare oltre a ricevere la notifica dell' atto che lo trasforma in indagato. «Non abbiamo ancora affrontato quella che sarà la difesa prosegue il legale . Il mio assistito al momento non è in grado di prepararsi in modo adeguato. E anche quello che potrebbe dire o ha detto va attribuito a una persona prostrata fisicamente e psicologicamente che potrebbe rivelarsi inattendibile. Per questo motivo preferiamo attendere che si ristabilisca e poi risponderemo a tutto ciò che ci verrà chiesto». Nell' impossibilità di fare affermazioni sensate e coerenti, Borbotti segue la cura prescritta dai medici al momento delle dimissioni. Sulle condizioni di salute dell' indagato, la Procura si riserva di nominare un consulente per prendere conoscenza del quadro clinico. (p.b.) ©RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 27 21 febbraio 2015 Pagina 16 Il Tirreno (ed. Pisa) Anaao Toscana parla l' ex direttore eugenio Picano. «Se avessi avuto dei sospetti sarei andato dai magistrati» d i G i a n l u c a C a m p a n e l l a w P I S A Dottor Eugenio Picano, lei è stato direttore dell' Istituto di fisiologia clinica fino al 2014. Ha mai sospettato che Marco Borbotti non fosse laureato o potesse commettere quelle irregolarità contabili che oggi gli vengono contestate? «No. Lo avessi saputo, sarei corso in procura». Al passaggio delle consegne nel 2014 lei fece presente che i 40 milioni di debito erano diventati 4? Che tipo di risposta le è stata data dalla direzione di Roma? «L' istituto aveva raccolto nel 2008 un macigno amministrativo di debiti per oltre 40 milioni di euro che sono stati ridotti in 6 anni a poco più di 4. Lo zoccolo duro di debiti dal recupero problematico era stato sostanzialmente identificato a pochi mesi dal mio insediamento e comunicato tempestivamente agli uffici romani». Se l' ufficio entrate risponde alla segreteria amministrativa, era quella la figura che doveva accorgersi delle presunte irregolarità? Ed è un incarico fiduciario: quindi lei si è fidato di una persona non all' altezza? «Si utilizzano le risorse umane che ci sono, spesso in assenza di alternative, cercando di metterle in condizione di operare al meglio. La complessità dell' istituto (per la massacrante attività di recupero del macigno dei vecchi crediti e il volume di nuovi contratti acquisiti) è stato un vero stress test per un sistema con risorse umane comunque limitate rispetto ai volumi di attività». Si sente investito dal principio di responsabilità oggettiva? «Sono la persona meno indicata a rispondere. Voglio però ricordare che l' istituto nei miei quasi 6 anni di mandato ha triplicato la sua produttività scientifica, quintuplicato le attività di trasferimento tecnologico e decuplicato (da 2 a 20) il numero dei progetti europei acquisiti. Non sarebbe stato possibile acquisire, gestire e rendicontare questi progetti senza una segreteria amministrativa efficiente in tutti i suoi uffici». C' è un articolo scientifico firmato anche da lei in cui si evidenzia la presunta inappropriatezza di alcuni trattamenti medici svolti in Fondazione Toscana Gabriele Monasterio. Se il direttore di Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 28 21 febbraio 2015 Pagina 16 < Segue Il Tirreno (ed. Pisa) Anaao Toscana un istituto del Cnr firma un articolo che parla male di una Fondazione collegata al Cnr, dimostra l' indipendenza della ricerca. Ma è opportuno partecipare a quella ricerca? «L' articolo di cui si parla descrive che l' appropriatezza era al 7080% in molte tecniche di immagine cardiologiche, dalle più semplici alle più complesse. Non parlava male di nessuno, perché la appropriatezza risultava in linea con quella riportata nelle maggiori istituzioni mondiali. E i ricercatori non descrivevano l' inappropriatezza altrui ma la propria, visto che all' epoca erano i coautori dell' articolo a svolgere attività clinica come responsabili nei principali servizi diagnostici dell' istituzione». ©RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 29 21 febbraio 2015 Pagina 15 Il Tirreno (ed. Pistoia Montecatini) Anaao Toscana il caso. Fondazione Maic Appello dei sindacati alle istituzioni PISTOIA Il futuro della Fondazione Maria Assunta in Cielo preoccupa il sindacato. Cgil, Cisl e Uil Funzione Pubblica hanno incontrato ieri Luigi Bardelli, presidente della Fondazione, che aveva annunciato nei giorni scorsi un ridimensionamento del personale come conseguenza degli ulteriori tagli previsti dall' Asl 3 al sociale. Terminato l' incontro, i sindacati lanciano un appello all' Asl perché insieme alla Fondazione provi a trovare le soluzioni che scongiurino una riduzione di personale o dei servizi alle famiglie. Sollecitano inoltre le istituzioni locali e la Regione a farsi carico del problema per salvaguardare appunto l' occupazione e servizi così delicati come quelli rivolti alle persone con handicap. La Fondazione Maic dà lavoro a 120 persone e cura l' assistenza di circa 2.000 disabili. La convenzione con l' Asl 3 ammontava fino a qualche tempo fa a 5,7 milioni di euro per tutte le attività di seminternato e ambulatoriali svolte nelle varie strutture della Fondazione. I tagli imposti negli ultimi tre anni dalla Regione alle Asl e da queste "girati" alle strutture del territorio hanno ridotto la convenzione di 500.000 euro. Adesso l' annuncio di nuove sforbiciate da parte dell' Asl ha fatto traboccare il vaso. «Non abbiamo più niente da tagliare spiega il presidente Bardelli Finora ci siamo riorganizzati e ingegnati per poter garantire gli stessi servizi, da ora in poi non è più possibile andare avanti se non intervenendo sull personale. Da lunedì prossimo bisognerà cominciare a ragionare col sindacato in termine di riduzione di orari, di contratti di solidarietà e, se non bastasse, di riduzione del personale». Il termine imminente di lunedì ha certo anche il tenore dell' ultimatum per smuovere le acque. Messaggio raccolto dal sindacato che infatti chiede alla Regione e all' Asl di dare risposte urgenti, dopo aver verificato anche il bilancio della Fondazione che Bardelli è pronto a mettere a disposizione. «Sarebbe grave dice Fabrizio Baldi, Cgil Fp Sanità penalizzare una realtà che potrebbe addirittura creare nuova occupazione, considerando le liste d' attesa e la richiesta autentica di servizi da parte dei cittadini. L' unica realtà, tra l' altro, che fa sociale davvero, perché in questo settore abbondano gli enti che si definiscono no profit, ma che in definitiva operano sul mercato come imprenditori». L' Asl potrebbe trovarsi a dover fare una scelta. Decidere se chiedere alla Fondazione di trattare più casi semplici e meno casi complessi (quelli che richiedono maggiore professionalità e l' impiego di più specialisti), penalizzando però in questo caso i pazienti; o chiedere al contrario un maggior impegno proprio sui "casi complessi" riducendo quelli semplici, una sorta di riconoscimento di specializzazione della Fondazione. Ma qualsiasi soluzione non sarà comunque indolore in presenza di nuovi tagli. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 30 21 febbraio 2015 Pagina 15 < Segue Il Tirreno (ed. Pistoia Montecatini) ©RIPRODUZIONE RISERVATA. Anaao Toscana Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 31 21 febbraio 2015 Pagina 17 Il Tirreno (ed. Pistoia Montecatini) Anaao Toscana Ceppo, demolizioni al via entro fine anno Saranno le ruspe a cambiare per prime il volto all' ex ospedale: destinati all' abbattimento oltre 5.000 mq di edificiLA MAPPA. di Fabio Calamati wPISTOIA Prima ancora che dalle nuove costruzioni, il vecchio Ceppo cambierà volto attraverso le demolizioni. E sarà proprio questo il primo grande cantiere che i pistoiesi vedranno aprirsi nei dieci ettari tra piazza Giovanni XXIII e viale Matteotti, sede per sette secoli dell' ospedale cittadino prima che, nel 2013, aprisse i battenti il nuovo San Jacopo. In base alle bozze dell' accordo di programma, oltre 5.000 metri quadri di superficie saranno liberati dalle costruzioni attualmente presenti. Il tutto verrà a costare circa cinque milioni di euro: soldi che metterà la Regione (anche questo è previsto nell' accordo di programma) e che spenderà direttamente la Asl. Ad essere abbattuti saranno sostanzialmente tre blocchi di costruzioni. Guardando il vecchio ospedale dal lato di viale Matteotti, intanto verranno demoliti gli edifici cosiddetti "del Piloto", che ora ospitano strutture tecniche e le cucine del vecchio ospedale. Lì il piano Cervellati prevede la costruzione di nuove abitazioni. Proseguendo verso il centro dell' area del Vecchio Ceppo, c' è la cosiddetta "Piastra operatoria", cioè l' edificio moderno realizzato subito alle spalle dell' ingresso moderno, di fianco all' anatomia patologica. Anche qui le ruspe avranno da lavorare per abbattere tutto: l' idea è di lasciare qui una grande piazza, che sarà un po' il cuore del nuovo quartiere del Ceppo. Proseguendo ora in direzione dell' antico ospedale, quello che si affaccia su piazza Giovanni XXIII, si incontrano le cosiddette "maniche ospedaliere" cioè quei collegamenti a più altezze, che uniscono il padiglione Lazzereschi al Cassa di risparmio, all' ex radiologia. Anche tutte queste strutture sono destinate alla demolizione. Infine, sono destinati a sparire gli edifici del laboratorio di analisi, che si affaccia su via del Ceppo dall' antico ospedale fino alla palazzina dell' Avis, e quelli dell' ex radiologia, alle spalle di quell' ala dell' ex convento di Santa Maria delle Grazie che si affaccia direttamente su piazza San Lorenzo. Sarà questa, forse, la novità più spettacolare: ora, camminando per via del Ceppo, si vede solo una cortina di edifici: domani da lì si potrà entrare nel nuovo quartiere e l' occhio sarà libero di spaziare fino al padiglione Lazzereschi. Lì ci saranno alloggi e uffici. Sull' altro lato della piazza che nascerà dalla demolizione della piastra operatoria ci saranno i nuovi alloggi del Piloto. Accanto all' ex convento, invece, al piano terra i negozi di vicinato che saranno introdotti nelle previsioni urbanistiche, al primo piano alloggi e uffici come previsto. Il tutto costituisce la parte "profit" del Ceppo, che l' Asl metterà sul mercato per Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 32 21 febbraio 2015 Pagina 17 < Segue Il Tirreno (ed. Pistoia Montecatini) Anaao Toscana ricavarne 18 milioni di euro. Ma torniamo alle demolizioni: quando cominceranno? Ipotizzando una sigla dell' accordo entro marzoaprile, in Comune sono convinti che l' Asl possa iniziare subito a predisporre le demolizioni, con i progetti, le gare e quant' altro. Per questa fase il tempo stimato è di 56 mesi. Tirando le somme, dunque, la stima è quella di un' apertura dei cantieri di demolizione entro la fine dell' anno. Questa è anche l' ipotesi descritta dal sindaco Samuele Bertinelli nel corso della riunione della commissione 2 in cui i contenuti dell' accordo di programma sono stati illustrati per la prima volta ai consiglieri comunali. Ma per vedere del movimento nell' area dell' ex ospedale non bisognerà attendere fino ad allora. L' Asl ha infatti assunto l' impegno che attende solo di essere formalizzato di liberare i locali del padiglione Cassa di risparmio entro il 31 maggio. Si tratta del grande edificio (10.000 metri quadri) che si incontra subito dopo aver lasciato l' antico ospedale: lì il Comune vorrebbe trasferire progressivamente una buona parte dei suoi uffici, dalla sicurezza sociale (ora a Villa Benti, destinata alla dismissione) alla pubblica istruzione (ora a Villa Baldi Papini), dall' ufficio tecnico all' annona. In più, la succursale del liceo artistico. Il tutto, naturalmente, se non prenderà consistenza l' idea di spostare lì spazi e uffici del tribunale, ipotesi lanciata dall' Ordine degli avvocati e attualmente sottoposta a verifica tecnica. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 33 21 febbraio 2015 Pagina 17 Il Tirreno (ed. Pistoia Montecatini) Anaao Toscana L' Asl a caccia dei 18 milioni e il rebus dei conti economici PISTOIA I conti economici sull' operazione vecchio Ceppo è uno dei temi che sicuramente animerà il dibattito cittadino dei prossimi mesi. Dalla vendita delle parti che non passeranno al Comune e non resteranno all' Asl per scopi sanitari, l' azienda sanitaria deve ricavare i 18 milioni previsti come suo contributo alla realizzazione del nuovo ospedale. Se in sei anni non raggiungerà l' obiettivo, il Comune si è impegnato a versarle fino a due milioni. Ma quei soldi potranno venire solo dagli oneri di urbanizzazione che i privati dovranno versare allo stesso Comune al momento di costruire (o ristrutturare), oneri stimati in 3,84 milioni. Se l' operazione saprà camminare sulle sue gambe, insomma, genererà da sola i fondi che il Comune potrebbe essere chiamato a versare all' Asl. La Regione stima poi in 3637 milioni le risorse messe a disposizione, tra edifici regalati al Comune (ma 16,6 sono il valore dell' antico ospedale che, di fatto, non ha mercato) e soldi spesi direttamente (ad esempio i 5 milioni per le demolizioni). Il Comune, da parte sua, spenderà direttamente i 7,2 milioni per lavori di urbanizzazione. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 34 21 febbraio 2015 Pagina 23 Il Tirreno (ed. Pistoia Montecatini) Anaao Toscana biancalani. «Ospedale carente perché così è il territorio» PRATO Una sanità sottodimensionata quella pratese, già a partite dalle risorse assegnate: ogni pratese riceve ogni anno 1.403 euro, contro i 1.477 dei pistoiesi, 1.523 dei lucchesi e 1.564 dei fiorentini. Si potrebbe continuare ma basta aggiungere che Prato è fanalino di coda in Toscana e che la media nazionale è fra i 1600e i 1700 euro. I dati sono stati riportati durante il convegno di ieri dall' assessore comunale alla salute Luigi Biancalani che non ha mancato di presentare a Maroni la lista delle richieste e delle cose che non vanno. A partire dal nuovo ospedale. «Sia i cittadini che gli operatori hanno sempre la sensazione che sia insufficiente ai bisogni della popolazione ha detto Biancalani Ci rendiamo conto che il problema principale nasce dall' assistenziale territoriale carente , in particolare la carenza di strutture importante per le cure intermedie. I 12 postiletto trovati all' ospedale non bastano: i locali ad ospitarne di più ci sarebbero, manca il personale». Altro punto dolente, il pronto soccorso: «Si va avanti con la buona volontà degli operatori, ma oltre 300 persone al giorno è un accesso davvero difficile da poter gestire. La risposta è ottima sui casi acuti, meno sui codici inferiori, per i quali si ha la sensazione che il ponto soccorso sia una sorta di poliambulatorio ove tutti possono andare. Questo perché la sanità territoriale non è in grado di intercettare questa ampia fascia di persone». Sorprendendo la platea, Maroni ha detto che «il fatto che gli accessi al pronto soccorso sono aumentati del 2025% è un segnale positivo, perché significa che il nuovo ospedale attira più di prima e ci sono meno fughe di pazienti verso altre strutture». (f.a.) Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 35 21 febbraio 2015 Pagina 23 Il Tirreno (ed. Pistoia Montecatini) Anaao Toscana La Regione promette letti e infermieri in più L' assessore Marroni ha assicurato che i 3 milioni destinati a Prato arriveranno «Saranno fuori bilancio e destinati al potenziamento delle cure intermedie» PRATO La sanità pratese riceverà i 3 milioni in più accordati con il "Progetto Prato" fuori budget, ovvero al riparo dai tagli già previsti per i minori trasferimenti statali alle Regioni. Lo ha detto l' assessore toscano alla sanità Luigi Marroni durante il convegno che si è tenuto ieri in sala consiliare e organizzato dall' associazione Arsa che si occupa di anziani e residenze assistite. "I 3 milioni ha detto Marroni in parte già impegnati per il progetto della sicurezza sul lavoro nelle imprese cinesi, per il quale sono al lavoro decine di tecnici, hanno però come destinazione prevalente quella del potenziamento delle cure intermedie e dell' assistenza territoriale». Il direttore generale dell' Asl 4 Edoardo Maino ha tradotto in postiletto e infermieri in più questo potenziamento delle cure intermedie, ovvero dell' assistenza a pazienti cronici e non abbastanza gravi da essere assistiti nei reparti ospedalieri di urgenza, con un aggravio sull' ospedale. Maino ha provato a quantificare questa iniezione di nuovo personale: «I posti letto ha detto non si possono fare se non c' è personale a supportarli. Tre milioni sembrano pochi, ma sono abbastanza se si considera che un milione equivale all' assunzione di 25 infermieri». Le carenze dell' ospedale Santo Stefano, pur in quadro generale di miglioramento rispetto al Misericordia e dolce, sono state al centro del dibattito, così come il sottodimensionamento di risorse assegnate, seppure in parte migliorate negli ultimi anni ha tenuto a precisare Marroni che ancora la sanità pratese è costretta a subire. Il presidente dell' associazione Arsa, Paolo Migliorini, ha parlato della situazione dei fondi destinati alle residenze per anziani e alla nonautosufficienza: 500 quote assegnate a Prato contro le 800 della media regionale. «Ci troviamo di fronte a una situazione di bisogni crescenti a causa dell' invecchiamento della popolazione, che a Prato è meno sensibile rispetto ad altre realtà ma presente e inevitabile. La nostra associazione raccoglie 150 postiletto con un età media che si attesta sugli 85 anni . Siamo in presenza di anziani con multipatologie, alcuni ne sopportano tre fi estrema gravità. Questo quadro deve convivere con una contrazione delle risorse sia pubbliche che private, con rette che diventano poco remunerative per i gestori e insopportabili per i cittadini. Vanno trovate modalità innovative di assistenza o il problema nei prossimi anni diventerà esplosivo». Migliorini parla di grande disomogeneità fra realtà territoriali della Toscana: in alcuni casi il cittadino può scegliere la Rsa dove ricoverarsi, in altri no. Ci sono diversità nelle modalità di accesso al servizio fra province Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 36 21 febbraio 2015 Pagina 23 < Segue Il Tirreno (ed. Pistoia Montecatini) Anaao Toscana toscane. E poi una distribuzione delle risorse che penalizza, tradizionalmente Prato: «Il fatto che Prato abbia meno anziani non giustifica l' assegnazione di 500 quote contro le 800 della media toscana». Migliorini ha poi dato una tirata d' orecchie all' Asl, quando ha chiesto alla Regione solo 30 quote (cioè soldi) aggiuntive per la nonautosufficienza. L' assessore Marroni ha ricordato che il fondo sociale per le Rsa nel 2011 fu quasi azzerato con i vari tagli operati in successione dai governi: «Nonostante questo la Regione ha supplito a questa carenza cercando di recuperare il gap con il fondo per la non autosufficienza. Parte della manovre fatte negli ultimi anni sulla sanità sono dipese proprio dalla volontà di recuperare quel fondo». Francesco Albonetti. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 37 21 febbraio 2015 Pagina 23 Il Tirreno (ed. Pistoia Montecatini) Anaao Toscana Rassicurazioni sulla maxiAsl, ma la preoccupazione è grande L' altro grande tema trattato nel convegno di ieri è stato quello dell' imminente riorganizzazione della sanità toscana. Una vera rivoluzione, come l' ha definita l' assessore regionale, dopo l' ultima che portò all' attuale ripartizione delle Usl che risale esattamente a 20 anni fa, il 1995. Entro la fine dell' anno, con due step successivi di approvazione di legge in sede regionale (una prima bozza a metà marzo, una legge di dettaglio in autunno), verranno create delle macroAsl, f r a c u i q u e l l a d e l l a T o s c a n a centrale che comprende le attuali aziende sanitarie di Firenze (esclusa Careggi che farà parte dell' azienda universitaria), Prato, Pistoia e Empoli. Prato avrà una sua divisione, autonoma dal punto di vista operativo, che avrà a capo un vicecommissario nella fase transitoria e successivamente un direttore. Molte le preoccupazioni da parte dei presenti che Prato possa perdere importanti funzioni e livelli decisionali. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 38 21 febbraio 2015 Pagina 31 Il Tirreno (ed. Pontedera) Anaao Toscana emergenza sangue. «C' è bisogno di donatori» L' Asl 11 lancia l' appello EMPOLI C' è urgente bisogno di sangue gruppo A e gruppo Zero. L' Asl 11 rivolge un appello ai cittadini, che sempre hanno dimostrato un forte spirito solidale e altruistico, affinché si rechino quanto prima nei centri trasfusionali del territorio o prendano contatto tramite le associazioni dei donatori di sangue per effettuare la propria donazione. I gruppi sanguigni A e Zero (Rh positivo e Rh negativo) sono i più necessari, ma l' invito è rivolto anche a tutti gli altri donatori, qualunque sia il loro gruppo. I donatori, e tutti coloro che volessero compiere questo indispensabile gesto di umanità, sono invitati a recarsi ai centri trasfusionali dislocati negli ospedali "San Pietro Igneo" di Fucecchio, "Santa Verdiana" di Castelfiorentino e "San Giuseppe" di Empoli. E' possibile donare sangue dal lunedì al sabato dalle ore 7.30 alle ore 11 e plasma dalle ore 7.30 alle ore 12. L' età minima per donare sangue è 18 anni, quella massima 65 anni, il peso corporeo deve essere superiore a 50 Kg. Si ricorda, inoltre, che è anche possibile prenotare il giorno e l' ora in cui effettuare la propria donazione grazie ad AgenDona, il sistema informatico che gestisce le donazioni. Per prenotare la donazione basta telefonare alla propria associazione di appartenenza (Avis, Fratres, Anpas, Cri) oppure al Centro trasfusionale. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 39 21 febbraio 2015 Pagina 15 Il Tirreno (ed. Viareggio) Anaao Toscana il confronto. Azienda e sindacati trattano sui tagli VIAREGGIO Sindacati Cgil Cisl e Uil, azienda sanitaria e Società della salute a confronto sui tagli alla sanità pubblica in Versilia con l' obiettivo di contenere il più possibile le conseguenze per gli utenti, in particolare gli anziani. «L' incontro fanno sapere le organizzazioni sindacali ha affrontato i temi della riorganizzazione del sistema socio sanitario del territorio della Versilia, anche alla luce delle ricadute della normativa ragionale di riferimento in approvazione. La preoccupazione è che i tagli legati alla decisione della Corte dei Conti uniti alla riduzione dei trasferimenti dallo Stato alle Regioni, dalla nuova normativa regionale possa ridurre pesantemente i livelli di servizio ed aumentare i carichi di lavoro. I tagli è emerso che non sono ancora quantificabili nei dettagli, mentre alcune prime risposte la direzione Asl l e h a c e r c a t e n e i p r e pensionamenti volontari, e quindi nella riduzione degli organici, oltre che nella ottimizzazione con tagli alla sanità privata, ma con un conseguente di aumento liste attesa e aumento dei carichi di lavoro a livelli non sempre accettabili». «Le parti continuano i sindacati hanno espresso forti preoccupazioni sulla possibilità di realizzare un assetto completo e rispondente ai bisogni dell' utenza di servizi a livello territoriale, che sia complemento ai servizi offerti dall' ospedale ad alta intensità di cure, così come previsto dal sistema regionale della sanità, che realizzi appieno l' integrazione socio sanitaria. È stato esaminato quindi lo stato di realizzazione delle case della salute e l' attività svolta dalla società delle salute. È stato concordato di proseguire il confronto, attivando tre tavoli , aventi per oggetto i seguenti argomenti: i progetti in corso e la non autosufficienza, il territorio, integrazione socio sanitaria, l' ospedale». Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 40 21 febbraio 2015 Pagina 15 Il Tirreno (ed. Viareggio) Anaao Toscana Liste d' attesa chiuse per visite ed esami Ma non si può dire La direzione invia una nota agli operatori del Cup: «Non si deve rispondere che non sono imprenotabili» VIAREGGIO Liste di attesa chiuse per visite ed esami. Lo hanno denunciato i comitati in difesa della salute dei cittadini di tutta la Toscana. Succede anche in Versilia per certi tipi di visite specialistiche ed esami diagnostici dove la richiesta dell' utenza è particolarmente elevata. Ma questo, almeno i cittadini che chiamano il Cup dell' azienda sanitaria della Versilia, non lo devono sapere. Tanto che gli operatori del servizio che si occupa delle prenotazioni hanno ricevuto dalla direzione una nota piuttosto chiara sull' argomento. La nota è del 12 febbraio ed è inviata allo scopo di «uniformare le risposte degli operatori del Cup all' utenza». In particolare «nel caso in cui non esistano posti disponibili per alcune prestazioni si legge nella comunicazione dell' Asl n o n s i d e v e assolutamente rispondere che sono imprenotabili ma si deve prendere il nominativo del paziente, dopo aver creato un elenco specifico, assicurando che verrà richiamato appena possibile». L' azienda suggerisce anche cosa rispondere a fronte di eventuali proteste o richieste di spiegazioni dell' utenza. «La spiegazione eventuale da dare dice ancora la nota è che l' azienda sta provvedendo all' apertura di nuove agende allo scopo di soddisfare la richiesta ricevuta. Non sono ammessi altri tipi di commenti». La nota dell' azienda si chiude con una raccomandazione agli operatori: se ci saranno lamentele sulle risposte degli operatori veranno attivate delle verifiche «con conseguente eventuale richiamo scritto dell' operatore implicato». Perché in effetti di lamentele dell' utenza nel tempo ne sono arrivate in buon numero. All' Asl ma anche ai giornali. Lamentele, per la verità, più legate al fatto di non poter accedere allo visite e agli esami richiesti che al tono con il quale rispondono gli operatori del Cup. Il problema dell' impossibilità di fissare una data per la prestazione sanitaria richiesta da questo o quell' utente, infatti, non si risolve creando una lista d' attesa parallela, quella appunto deI "fuori lista". Va detto che l' azienda sanitaria sta lavorando, con uno specifico progetto, al contenimento delle liste di attesa. Di più: non si parla, o meglio, non si deve parlare di liste bloccate, ma è vero che è in corso una revisione delle agende finalizzata a dare risposte anche a chi, nell' immediato, non può averne. Detto questo la coperta, come si suol dire, resta corta. Da un lato c' è l' esigenza, imposta dalla Corte dei Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 41 21 febbraio 2015 Pagina 15 < Segue Il Tirreno (ed. Viareggio) Anaao Toscana Conti, di tagliare sul personale: ad esempio non verranno confermati sei tecnici a tempo determinato in un reparto strategico come radiologia. Dall' altro c' è quella, derivante da minori stanziamenti statali e quindi regionali, di contenere i costi della sanità pubblica sul territorio. E in questo senso va, ad esempio, il recente taglio del 10% circa della spesa per le prestazioni presso privati convenzionati. Cosa succederà all' utente che chiede una visita o un esame e non riesce ad ottenere in Versilia? Se può permetterselo alzerà la cornetta per chiamare un privato e ottenere la stessa prestazione. Altrimenti dovrà aspettare. Quanto? Dipenderà dal bilancio dell' Asl. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 42 21 febbraio 2015 Pagina 15 Il Tirreno (ed. Viareggio) Anaao Toscana La denuncia: «Ho la bronchite, ma mi visitano a luglio» «Ho la bronchite da un mese circa, non mi passa. E ho avuto anche qualche complicazione con l' asma così il mio medico mi ha detto di fare un esame più dettagliato dal pneumatologo. Sapete cosa mi hanno risposto? Il primo appuntamento disponibile è il 14 luglio. Per quella data spero di essere guarito, se così non fosse o sono morto o mi devono ricoverare. E a quel punto quanto costerei alla sanità p u b b l i c a ? » . S o n o l e considerazioni di un pensionato settantaquattrenne di Massarosa che ha contattato il Cup per un esame specialistico e, come accade a tanti di questi tempi, si è visto dare un appuntamento in tempi estremamente lunghi: poco meno di cinque mesi. Visto i tempi e le polemiche degli ultimi giorni sulle liste di attesa chiuse verrebbe da dire che che il paziente in questione comunque una risposta l' ha avuto. La segnalazione, però, rientra in un quadro generale di difficoltà. Come confermano i numeri pubblicati sul sito dell' Asl relativi alle liste di attesa (l' elenco è aggiornato al 27 gennaio scorso). Se per prestazioni importanti come la visite chirurgiche, dematologiche, ginecolociche o oculistiche l' attesa è ampiamente al di sotto dei dieci giorni. Soffrono invece nefrologia (45 giorni) neuropsichiatria infantile (101), pneumologia (49) e alcune tipologia di radiografia, tac e risonanza magnetica. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 43 21 febbraio 2015 Pagina 11 La Repubblica (ed. Firenze) Anaao Toscana LA REGIONE. Marroni: da dicembre i medici prescrivono il nuovo farmaco Sovaldi contro l' epatite C «DALLO scorso dicembre i nostri medici possono prescrivere il nuovo farmaco contro l' epatite C, il Sovaldi, senza limitazioni». L' assessore alla salute Luigi Marroni spiega che la Toscana non è tra le regioni in difficoltà nella somministrazione del costosissimo medicinale. Per ora ne ha consegnati solo 19, perché si attende l' approvazione di nuovi farmaci da associare al Sovaldi. Sono stati però ben 216 quelli dati ai malati fino a novembre, in base al principio delle cure compassionevoli. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 44