Mondi di finzione [0.08in] 2 - Dipartimento di Filosofia

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Mondi di finzione [0.08in] 2 - Dipartimento di Filosofia
Il prossimo passo
I
Secondo l’Analisi 0, una frase della forma pNell’opera di
finzione f, p q è vera se p è vera in tutti i mondi possibili in cui
f è narrata come un fatto conosciuto.
2
I
Abbiamo visto alcuni problemi per questa analisi sollevati da
Lewis.
Sandro Zucchi
I
Per evitare questi problemi dobbiamo caratterizzare
diversamente l’insieme dei mondi rilevanti per determinare ciò
che è vero in un’opera di finzione.
I
Ma come?
Mondi di finzione
2013-14
S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2014 – Mondi di finzione 2
1
Il principio di realtà
S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2014 – Mondi di finzione 2
2
I mondi dell’opera di finzione
Terza caratterizzazione
I
I
L’idea è questa:
quando consideriamo i mondi di un’opera di finzione,
dobbiamo allontanarci dalla realtà solo quanto è
necessario per raggiungere dei mondi in cui l’opera
di finzione è narrata come un fatto conosciuto. Non
dobbiamo introdurre cioè dei cambiamenti gratuiti.
I
D. I mondi di un’opera di finzione f sono i mondi in cui f è narrata
come un fatto conosciuto che assomigliano al mondo reale (al
mondo in cui l’opera è stata prodotta) tanto quanto il suo
essere narrata come un fatto conosciuto permette.
Assumere che la geografia di Londra è diversa nei mondi dei
racconti di Conan Doyle, o che Holmes ha una terza narice, o
che nei mondi di No se puede mirar i fucili sparano da soli
appesi per aria equivale ad allontanarsi troppo, introdurre dei
cambiamenti gratuiti rispetto alla realtà.
S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2014 – Mondi di finzione 2
Secondo l’idea precedente, i mondi possibili rilevanti per
determinare ciò che è vero in un’opera di finzione si
caratterizzano cosı̀:
3
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4
La nuova analisi
Opere di finzione impossibili
I
I
I
Mettendo insieme la nuova caratterizzazione proposta con le
condizioni di verità per pNell’opera di finzione f, p q,
otteniamo l’analisi seguente:
I
A. Un enunciato della forma pNell’opera di finzione f, p q è vero
se p è vero in tutti i mondi di f; è falso se p è falso in tutti i
mondi di f; altrimenti non è né vero né falso.
D. I mondi di un’opera di finzione f sono i mondi in cui f è narrata
come un fatto conosciuto che sono i più simili al mondo reale
(al mondo in cui l’opera è stata prodotta).
I
I
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5
L’Analisi 1
A.
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Nota bene
1. se non esistono mondi possibili in cui f è narrata come un fatto
conosciuto, pNell’opera di finzione f, p q è vero;
2. se esistono dei mondi possibili in cui f è narrata come un fatto
conosciuto, pNell’opera di finzione f, p q è vero se p è vero in
tutti i mondi di f; è falso se p è falso in tutti i mondi di f;
altrimenti non è né vero né falso.
D. I mondi di un’opera di finzione f sono i mondi in cui f è narrata
come un fatto conosciuto che sono i più simili al mondo reale.
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L’analisi precedente, non è ancora quella proposta da Lewis in
sostituzione dell’analisi 0.
Finora abbiamo dato per scontato che ad ogni opera di finzione
corrisponda una pluralità di mondi possibili.
Ma come la mettiamo se l’opera di finzione narra cose
impossibili, per esempio narra che qualcuno quadra il cerchio o
cose del genere? In questo caso, non esiste alcun mondo mondo
possibile in cui l’opera è narrata come un fatto conosciuto. (Se
esistessero mondi del genere, ciò che l’opera narra dovrebbe
essere vero in questi mondi, ma non ci sono mondi possibili in
cui qualcuno quadra davvero il cerchio).
L’idea di Lewis è che in opere che narrano cose impossibili
anything goes, qualsiasi cosa è vera. Discuteremo più avanti se
questa posizione sia ragionevole o no.
Ora vediamo come formulare l’analisi per far posto a questa
assunzione.
7
I
La versione dell’Analisi 1 che abbiamo presentato è una
versione semplificata (quindi è leggermente diversa da quella
che Lewis presenta nel saggio sulla verità nella finzione).
I
Lewis vuole ammettere la possibilità che ci sia qualche
enunciato p tale che, per ogni mondo possibile w in cui p è
vero, è possibile trovare un mondo possibile in cui p è vero più
simile di w al mondo reale.
I
Per amore di semplicità, qui ignoriamo una possibilità del
genere, e quindi non ne teniamo conto nel formulare l’analisi
di Lewis.
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Verità di finzione e controfattuali
I
Va osservato che l’Analisi 1 utilizza gli stessi ingredienti
utilizzati da Lewis per descrivere le condizioni di verità dei
condizionali controfattuali: i mondi possibili e le relazioni di
somiglianza tra loro.
I
Infatti, date le condizioni di verità assunte da Lewis per i
controfattuali, l’Analisi 1 potrebbe anche essere formulata
cosı̀:
“Ciò che è vero nelle storie di Sherlock Holmes è ciò
che sarebbe vero se quelle storie venissero raccontate
come un fatto conosciuto invece che come finzione.”
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Esame dell’Analisi 1
Vediamo ora come l’Analisi 1 si comporta nei casi problematici per
l’Analisi 0 e in altri casi.
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Il problema della stazione
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Soluzione del problema della stazione
I
I
Nelle storie di Sherlock Holmes, Holmes vive più vicino
a Paddington Station che a Waterloo Station.
I
L’Analisi 0 prediceva erroneamente che (1) non fosse vero.
I
Cosa predice l’Analisi 1 riguardo al valore di verità di (1)?
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L’Analisi 1 predice correttamente che l’enunciato (1) è vero:
(1)
Considerate di nuovo l’enunciato (1):
(1)
10
11
Nelle storie di Sherlock Holmes, Holmes vive più vicino
a Paddington Station che a Waterloo Station.
I
Infatti, nei mondi più simili al mondo reale in cui le storie di
Sherlock Holmes sono narrate come un fatto conosciuto la
geografia di Londra rimane immutata (dal momento che le
storie non introducono alcuna modifica a questo riguardo).
I
Dunque, in questi mondi l’abitazione di Holmes in Baker street
è più vicina a Paddington Station che a Waterloo Station.
I
Dunque, (1) è vero secondo l’Analisi 1.
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Il problema di No se puede mirar
Soluzione del problema di No se puede mirar
I
L’Analisi 1 predice correttamente che (2) è vero:
(2)
I
L’Analisi 0 prediceva erroneamente che (2) non fosse vero:
(2)
I
I
In No se puede mirar, i fucili sono imbracciati da
qualcuno.
Cosa predice l’Analisi 1 riguardo al valore di verità di (2)?
Infatti, nel mondo reale qualcuno imbraccia i fucili nelle
fucilazioni. Dunque, nei mondi possibili più simili al mondo
reale in cui No se puede mirar è narrato come un fatto
conosciuto, (3) è vero:
(3)
I
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Una storia della terra piatta
I fucili sono imbracciati da qualcuno.
Dunque, (2) è vero.
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Una constatazione e una domanda
Si consideri ora il caso seguente descritto da Walton:
I
“Un narratore, in una cultura in cui tutti sono
fermamente d’accordo che la terra è piatta e che ad
avventurarsi troppo lontano in mare si rischia di cadere
giù, inventa una storia di avventure su dei marinai
coraggiosi che si avventurano proprio troppo lontano in
mare. Nella storia non si fa menzione della forma della
terra o del pericolo. Sarebbe superfluo, pensa il
narratore, perché lui e il suo pubblico assumono che la
terra nella storia ha la stessa forma che essi credono che
abbia nella realtà. Tutti assumono che sia implicato che
nella finzione c’è, in qualche punto del vasto oceano, un
precipizio verso il nulla.”
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In No se puede mirar, i fucili sono imbracciati da
qualcuno.
Considerate l’enunciato (4):
(4)
15
Nel racconto d’avventure sui marinai coraggiosi, la
terra è piatta.
I
Intuitivamente, (4) è vero. Come osserva Walton, insistere sul
fatto che la terra è tonda nel racconto equivarrebbe a
“sradicare la storia dal suo contesto originale e forzare
un’interpretazione che né l’autore né il più attento dei suoi
presunti ascoltatori potrebbero aver in mente . . . E far questo
rovinerebbe una buona storia di avventure; il racconto
. . . dipende dal pericolo per conseguire il suo effetto
drammatico.”
I
Cosa predice l’Analisi 1 riguardo al valore di verità di (4)?
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La predizione
I
Nel racconto d’avventure sui marinai coraggiosi, la
terra è piatta.
“Nell’‘Avventura della fascia maculata’ Sherlock Holmes
risolve un caso di omicidio mostrando che la vittima è
stata uccisa da una vipera di Russell che si è arrampicata
sulla corda di un campanello. Ciò di cui Holmes non si
era reso conto era che la vipera di Russell non è un
costrittore. Questo serpente è pertanto incapace di
movimenti a fisarmonica e non poteva essersi arrampicato
sulla corda. O il serpente ha raggiunto la sua vittima in
qualche altro modo o il caso rimane aperto.”
Infatti, nel mondo reale la terra è rotonda. Dunque, dal
momento che la storia non dice esplicitamente che la terra è
piatta, nei mondi più simili al mondo reale in cui la storia dei
marinai coraggiosi è narrata come un fatto conosciuto, (5) è
vero:
(5)
I
In un articolo pubblicato nel 1970 su Scientific American dal titolo
“Come si muovono i serpenti”, Carl Gans propone l’argomento
seguente:
L’Analisi 1 predice erroneamente che (4) è falso:
(4)
I
Holmes e le vipere di palude
La terra è rotonda.
Dunque, (4) è falso secondo l’Analisi 1.
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Un’intuizione
I
Lewis osserva che alcuni troveranno l’argomento di Gans
discutibile.
I
Anche se le vipere di Russell non possono arrampicarsi sulle
funi nel mondo reale, questo non vuol dire che, nella storia,
Holmes ha torto.
I
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Una domanda
Cosa predice l’Analisi 1 riguardo a (6)?
(6)
Nell’“Avventura della fascia maculata”, Holmes ha torto.
Secondo questa intuizione, (6) è falso:
(6)
Nell’“Avventura della fascia maculata”, Holmes ha
torto.
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La risposta
La storia di Amleto
I
Nell’“Avventura della fascia maculata,” non si dice
esplicitamente che Holmes ha ragione nel ritenere che la
vipera di Russell si sia arrampicata su una fune.
I
Inoltre, nel mondo reale, le vipere di Russell sono incapaci di
arrampicarsi cosı̀.
I
Dunque, nei mondi più simili al mondo reale in cui
“L’avventura della fascia maculata” è narrata come un fatto
conosciuto, la vipera non si arrampica su una fune e Holmes
ha torto.
I
Dunque, l’Analisi 1 predice erroneamente che (6) è vero.
(6)
Lo spettro del re di Danimarca rivela al principe Amleto, suo figlio,
di essere morto per mano del fratello Claudio, lo zio di Amleto, che
ha usurpato il trono e sposato la madre di Amleto, la regina
Gertrude. Lo spettro chiede ad Amleto di vendicarlo. Ma il
principe esita, è torturato dai dubbi. . .
Nell’“Avventura della fascia maculata”, Holmes ha
torto.
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L’indugiare di Amleto
S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2014 – Mondi di finzione 2
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Il complesso edipico di Amleto
Nel suo saggio, Jones propone questa spiegazione dell’indugiare di
Amleto:
I
Perché Amleto indugia? Perché non vendica immediatamente
il padre?
I
Ernest Jones, un discepolo di Freud, afferma, in un articolo
pubblicato nel 1910 su The American Journal of Psychology:
“Il mistero centrale della storia, vale a dire la causa
dell’esitazione di Amleto a ottenere vendetta per
l’omicidio del padre, è stata chiamata con ragione la
Sfinge della letteratura moderna.”
S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2014 – Mondi di finzione 2
Da bambino Amleto provava un grandissimo affetto per la
madre, e questo affetto, come accade sempre, conteneva alcuni
elementi di natura erotica definita più o meno
vagamente. . . Ora giunge la morte del padre e il secondo
matrimonio della madre. Il desiderio a lungo ‘represso’ di
prendere il posto del padre nel cuore della madre è risvegliato
inconsciamente dalla vista di qualcuno che usurpa questa
posizione esattamente come egli aveva desiderato fare una
volta. . . Il richiamo al dovere di uccidere lo zio non può essere
obbedito perché si collega al richiamo della sua natura di
uccidere il marito della madre, sia che si tratti del primo marito
che del secondo; questo secondo richiamo è fortemente
‘represso’ e dunque necessariamente la stessa cosa vale per il
primo. (Jones 1910)
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Freud su Amleto
Una domanda
Questa spiegazione psicoanalitica del comportamento di Amleto era
già stata suggerita da Freud nell’Interpretazione dei sogni (1899):
Cosa dunque lo inibisce nell’adempimento del compito che
lo spettro del padre gli ha assegnato? Appare qui di nuovo
chiara la spiegazione: la particolare natura di questo compito.
Amleto può tutto, tranne compiere la vendetta sull’uomo che
ha eliminato suo padre prendendone il posto presso la madre,
l’uomo che gli mostra attuati i suoi desideri infantili rimossi. Il
ribrezzo che dovrebbe spingerlo alla vendetta è sostituito in lui
da autorimproveri, scrupoli di coscienza, i quali gli rinfacciano
letteralmente che egli stesso non è migliore del peccatore che
dovrebbe punire. (Freud 1899)
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I
(7)
I
25
La risposta
I
Cosa predice l’Analisi 1 in relazione a (7)? Predice che è vero
o che è falso?
26
Il problema
Se effettivamente il comportamento di Amleto è il tipo di
comportamento esibito nel mondo reale da persone affette da
una nevrosi di questo genere, ne segue che, nei mondi più
simili al mondo reale in cui Amleto è narrato come un fatto
conosciuto, egli soffre di una nevrosi spiegabile in termini
freudiani.
I
I
In questo caso, (7) è vero secondo l’Analisi 1:
I
(7)
In Amleto, l’eroe indugia perché è affetto da una
nevrosi di origine edipica.
S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2014 – Mondi di finzione 2
I
I
Considerate ora l’enunciato seguente:
In Amleto, l’eroe indugia perché è affetto da una
nevrosi di origine edipica.
Dunque, l’Analisi 1 legittima pratiche interpretative che
applicano la psicoanalisi ai personaggi di finzione (se
assumiamo che la psicoanalisi descriva correttamente come
funziona la mente umana nel mondo reale).
Quelli che sono favorevoli all’uso di pratiche interpretative di
questo genere possono accogliere di buon grado questo esito
della teoria.
Tuttavia, osserva Lewis, la psicoanalisi dei caratteri di finzione
ha sollevato delle forti obiezioni.
Dopotutto, considerando che Amleto è stato prodotto in
un’epoca in cui non si sapeva nulla della teoria freudiana, può
apparire anacronistico ritenere che (7) sia vero:
(7)
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In Amleto, l’eroe indugia perché è affetto da una nevrosi di
origine edipica.
S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2014 – Mondi di finzione 2
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I capelli di Cesare
L’irruzione di verità estranee
I
I
Supponiamo che n sia il numero di capelli che Giulio Cesare
aveva in testa nel momento in cui venne assassinato.
I
Considerate ora l’enunciato seguente:
(8)
I
I
Nelle Avventure di Sherlock Holmes, Giulio Cesare
aveva n capelli in testa nel momento in cui venne
assassinato.
Cosa predice l’Analisi 1 riguardo al valore di verità di (8)?
Predice che è vero o predice che è falso?
I
I
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La storia del Giro di vite
L’Analisi 1 legittima l’intrusione, tra le verità della storia, di proposizioni del
tutto estranee alla storia.
Per dirla con Walton, “ogni dettaglio delle avventure di Marco Polo, del
terremoto e dell’incendio di San Francisco, dello scandalo del Watergate, di
innumerevoli altri drammi della vita reale . . . apparterrà al mondo” della storia
di finzione se essa non contraddice o rende meno probabili queste verità.
S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2014 – Mondi di finzione 2
La casa è piacevole e i bambini sono inusuali sia per bellezza
che per charme.
Alla fine del romanzo, il lettore viene lasciato nell’incertezza:
egli può ritenere che Il giro di vite sia una storia di fantasmi
oppure che sia il prodotto della fantasia isterica della giovane
governante.
I
Ben presto, alla governante appaiono le figure dell’ex
maggiordomo, Peter Quint, e della governante precedente,
Miss Jessel. Quint e Jessel erano amanti e sono morti qualche
tempo prima del suo arrivo.
Apparentemente, James stesso voleva generare questa
ambiguità. Egli ha infatti descritto la storia come “una
trappola per gli ignari.”
I
Se effettivamente la storia è ambigua in questo modo,
dovremmo concludere che l’enunciato (9) non è né vero né
falso:
Nel Giro di vite di H. James, una giovane governante è
chiamata a prendersi cura di due orfanelli in una casa di
campagna.
I
I
La giovane governante è convinta che questi spettri stiano
cercando di attirare i bambini nella loro rete di peccato e
malvagità. . .
S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2014 – Mondi di finzione 2
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Storia di spettri o fantasia isterica?
I
I
I
Niente nella storia di Holmes contraddice esplicitamente, o rende meno
probabile, il fatto che Cesare avesse n capelli in testa nel momento in cui venne
assassinato.
Dunque, come osserva Currie, che ha sollevato questo problema,
se la storia di Holmes fosse narrata come un fatto conosciuto,
sarebbe ancora vero che ci sarebbero n capelli sulla testa di Cesare
quando è morto. Utilizzando [l’Analisi 1], dobbiamo concludere che è
vero nella storia di Sherlock Holmes che Cesare aveva n capelli in
testa al tempo della sua morte. Questa pare essere una conseguenza
intuitivamente non desiderabile. Questo fatto, come innumerevoli
fatti simili che saranno veri nella storia di Holmes secondo la teoria di
Lewis espressa [nell’Analisi 1], è del tutto estraneo alla storia. (Currie)
(9)
I
31
Nel Giro di vite, ci sono dei fantasmi.
Cosa predice l’Analisi 1 al riguardo?
S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2014 – Mondi di finzione 2
32
La predizione
I
I
Nel mondo reale non esistono i fantasmi. Dunque, nei mondi
più simili al mondo reale in cui Il giro di vite è raccontato
come un fatto conosciuto, non esistono i fantasmi.
Dunque, secondo l’Analisi 1, l’enunciato (9) è falso:
(9)
I
I
I
Riassumendo
I L’Analisi 1 permette di catturare alcune verità implicite nelle opere
di finzione, in quanto secondo questa analisi ciò che è vero nella
finzione è il prodotto del contenuto esplicito del testo e dello sfondo
determinato da ciò che è vero nel mondo reale.
Nel Giro di vite, ci sono dei fantasmi.
I In questo modo, l’Analisi 1 evita il problema della stazione sollevato
da Lewis e il problema di No se puede mirar sollevato da Walton.
Come osserva Currie, questa non è una predizione desiderabile.
Parte del fascino del Giro di vite sta nella sua ambiguità, nel
fatto che il racconto lascia aperte due possibilità
interpretative.
Un’analisi che forza una delle due interpretazioni, che ci
costringe a concludere che si tratta di una fantasia isterica e
non di una storia di spettri, fallisce il compito di catturare ciò
che è vero nel racconto.
S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2014 – Mondi di finzione 2
I Ma l’Analisi 1 incorre in altre difficoltà:
1.
2.
3.
4.
5.
33
Una riflessione
I
I
I
I
I
problema
problema
problema
problema
problema
della terra piatta (Walton),
della vipera di Russell (Lewis),
di Amleto (Lewis),
dei capelli di Cesare (Currie, Walton),
dei fantasmi (Currie).
S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2014 – Mondi di finzione 2
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Un inciso
Possiamo classificare cosı̀ i problemi sollevati da Lewis, Currie e Walton
per l’Analisi 1.
Nei casi della storia della terra piatta e dell’“Avventura della fascia
maculata” (per quelli che rifiutano l’argomento di Gans), l’Analisi 1 non
riesce a catturare certe verità implicite nell’opera di finzione. Non riesce
cioè a catturare il fatto che nella storia della terra piatta la terra è piatta e
che nell’“Avventura della fascia maculata” Holmes risolve il caso.
Nel caso del Giro di vite, l’Analisi 1 non ci permette di catturare
l’ambiguità della storia, ci costringe cioè ad affermare che un enunciato
che non è né vero né falso nella storia ha invece un valore di verità
determinato.
Il problema dei capelli di Giulio Cesare, come abbiamo già osservato,
evidenzia il fatto che questa analisi lascia entrare nella storia una serie di
verità che sono del tutto estranee ad essa.
Il problema dell’edipicità di Amleto è un problema se riteniamo
ingiustificato applicare la teoria psicoanalitica a un’opera di finzione
prodotta in una società in cui non si sapeva nulla della psicoanalisi.
S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2014 – Mondi di finzione 2
il
il
il
il
il
I
I
I
I
I
35
Va precisato, per inciso, che Lewis non considera il problema della
vipera di Russell e dell’edipicità di Amleto ragioni conclusive per
abbandonare l’Analisi 1.
Infatti, Lewis concede che le intuizioni possono differire riguardo a
questi casi: per coloro che accettano che Holmes ha torto
nell’“Avventura della fascia maculata” e che sono disposti ad
applicare la psicoanalisi ai drammi elisabettiani, l’Analisi 1 fa
predizioni corrette.
Non tutti però accettano che Holmes abbia torto o accettano le
interpretazioni psicoanalitiche di Amleto. Per quelli che rifiutano
queste conclusioni, è chiaro che l’Analisi 1 è inadeguata.
Inoltre, come abbiamo visto, l’Analisi 1 incorre anche in altri
problemi: il problema della terra piatta, il problema dei capelli di
Cesare, il problema del Giro di vite.
Ce n’è abbastanza per andare in cerca di un’altra teoria che soddisfi
le intuizioni di quelli che trovano l’Analisi 1 inadeguata.
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Fatti poco noti
I
I
I
I
Errori poco noti
Consideriamo di nuovo il caso dell’“Avventura della fascia maculata.”
La difficoltà è generata dal fatto che nel mondo reale le vipere di
palude non possono arrampicarsi sulle funi. Questo fa sı̀ che i mondi
possibili più vicini al mondo reale in cui il racconto è narrato come un
fatto conosciuto siano mondi in cui Holmes ha torto ad affermare che
la vipera si è arrampicata su una fune. Secondo l’analisi 1, dobbiamo
dunque concludere che Holmes ha torto.
Il problema, osserva Lewis, è che “fatti poco noti o sconosciuti relativi
al nostro mondo sono irrilevanti per la verità nell’opera di finzione.” Il
fatto che le vipere di Russell siano incapaci di arrampicarsi sulle funi,
essendo un fatto poco noto per la massa dei lettori, non dovrebbe
contare per determinare ciò che è vero nell’“Avventura della fascia
maculata”.
L’Analisi 1 fa predizioni errate in questo caso appunto perché non
esclude che fatti di questo genere possano contare per determinare
quali sono i mondi dell’opera di finzione.
S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2014 – Mondi di finzione 2
Le riflessioni precedenti suggeriscono che
ciò che è vero (e ciò che è falso) in un’opera di
finzione dipende in qualche misura dalle credenze
condivise della comunità a cui l’opera è rivolta.
I
L’analisi che Lewis propone in alternativa all’Analisi 1 si basa
su questa idea.
Inoltre, osserva sempre Lewis,
se fatti poco noti o sconosciuti sono irrilevanti, lo stesso vale
per errori poco noti o sconosciuti nel corpus di opinioni condivise
che sono generalmente prese per fatti. Pensiamo di sapere tutti
che non ci sono gnomi purpurei, ma se ce ne sono realmente
alcuni, sconosciuti a tutti tranne che a se stessi, che vivono in
una capanna isolata vicino al Loch Ness? Una volta che
mettiamo da parte l’uso dato dall’Analisi 1, pare chiaro che, per
quanto ci possano essere degli gnomi purpurei nascosti in angoli
sperduti del nostro mondo reale, continua a non essercene
nessuno nei mondi di Sherlock Holmes.
I
In altre parole, anche se, contrariamente a quanto crediamo, fosse vero
che esistono degli gnomi purpurei, l’enunciato (10) continuerebbe ad
essere vero:
(10)
I
37
Qual è il punto
I
I
Nelle Avventure di Sherlock Holmes, non ci sono gnomi purpurei.
L’Analisi 1 predice invece che (10) sarebbe falso in questo caso.
S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2014 – Mondi di finzione 2
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La soluzione di Lewis
La soluzione proposta da Lewis per superare le difficoltà
dell’Analisi 1 è questa:
i mondi rilevanti per determinare ciò che è vero nelle
opere di finzione non sono il prodotto congiunto del
contenuto esplicito dell’opera e di ciò che è vero nel
mondo reale. Sono invece determinati dal contenuto
esplicito dell’opera e dalle credenze esplicite
generalmente prevalenti nella comunità di origine
dell’opera.
Esploriamo questa idea in dettaglio.
S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2014 – Mondi di finzione 2
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S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2014 – Mondi di finzione 2
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Le credenze di Terry
I
I
I
Mondi di credenza
Si consideri il caso di Terry, un fiero cagnolino Yorkshire che crede
fermamente che la terra sia rotonda e il pesce sia buono, ma che è del
tutto all’oscuro di cosa sia accaduto ai mondiali di calcio del 2002.
Supponiamo di metterlo di fronte alle alternative seguenti:
Alternativa 1: la terra è rotonda, il pesce è buono, l’Italia ha vinto i
mondiali nel 2002.
Alternativa 2: la terra è piatta, il pesce è buono, l’Italia ha vinto i
mondiali nel 2002.
Alternativa 3: la terra è rotonda, il pesce è buono, il Brasile ha vinto i
mondiali nel 2002.
Alternativa 4: la terra è rotonda, il pesce è cattivo, l’Italia ha vinto i
mondiali nel 2002.
Se gli si chiedesse quali di queste alternative sono compatibili con le sue
convinzioni, Terry rifiuterebbe 2 e 4 come descrizioni parziali del mondo in
cui vive, mentre accetterebbe 1 e 3, dal momento che nulla di ciò che egli
crede esclude la possibilità che il mondo in cui vive sia parzialmente
descritto da 1 o 3.
S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2014 – Mondi di finzione 2
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Credenze esplicite in una comunità
I
Alla luce delle considerazioni precedenti, possiamo
rappresentare le credenze di Terry per mezzo di un insieme di
mondi possibili.
I
In particolare, possiamo definire cosı̀ i mondi che
rappresentano le credenze di Terry:
i mondi di credenza di Terry sono i mondi in cui
tutto ciò che Terry crede è vero.
I
Generalizzando, possiamo dunque dire che
i mondi di credenza di un individuo sono i mondi in
cui tutto ciò che crede quell’individuo è vero.
S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2014 – Mondi di finzione 2
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Mondi di credenza collettiva di una comunità
Seguendo la definizione di Lewis, diciamo ora che
I
“una credenza è esplicita in una comunità in un
certo momento se e solo se più o meno tutti la
condividono, più o meno tutti pensano che più o
meno tutti gli altri la condividono, e via dicendo.”
S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2014 – Mondi di finzione 2
I
Sempre seguendo Lewis, possiamo ora definire cosı̀ i mondi di
credenza collettiva di una comunità:
i mondi di credenza collettiva di una comunità sono
quei mondi in cui le credenze esplicite della
comunità sono tutte vere.
43
S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2014 – Mondi di finzione 2
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I mondi dell’opera di finzione
Come identificare i mondi più simili
Quarta caratterizzazione
I
I
I
I
I mondi possibili rilevanti per determinare ciò che è vero in
un’opera di finzione possono ora essere caratterizzati cosı̀:
I
E. I mondi di un’opera di finzione f sono i mondi in cui f è narrata
come un fatto conosciuto che sono i più simili ai mondi di
credenza collettiva della comunità di origine di f.
I
Come si identificano, tra i mondi in cui un’opera di finzione è narrata
come un fatto conosciuto, quelli che sono più simili ai mondi di
credenza collettiva della comunità di origine dell’opera?
Ecco un esempio.
Supponiamo che w sia uno dei mondi in cui l’opera f è narrata come
un fatto conosciuto e che in questo mondo sia vero l’enunciato “q”.
Supponiamo invece che l’enunciato “q” sia falso in tutti i mondi di
credenza collettiva della comunità di origine di f.
Ora, supponiamo che ci sia un altro mondo mondo w 0 che soddisfa
queste proprietà:
• f è narrata come un fatto conosciuto in w 0 ,
• “q” è falso in w 0 ,
• in altri rispetti, w 0 supporta tanto quanto w le verità che valgono in
tutti i mondi di credenza collettiva della comunità di origine di f.
I
S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2014 – Mondi di finzione 2
45
L’Analisi 2
In questo caso, è chiaro che w non è tra i mondi di f, in quanto c’è
un mondo più simile di w ai mondi di credenza collettiva della
comunità di origine dell’opera f, vale a dire il mondo w 0 .
S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2014 – Mondi di finzione 2
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Alcune conseguenze dell’Analisi 2
Possiamo ora formulare cosı̀ l’Analisi 2 di Lewis:
A.
1. se non esistono mondi possibili in cui f è narrata come un fatto
conosciuto, pNell’opera di finzione f, p q è vero;
2. se esistono dei mondi possibili in cui f è narrata come un fatto
conosciuto, pNell’opera di finzione f, p q è vero se p è vero in
tutti i mondi di f; è falso se p è falso in tutti i mondi di f;
altrimenti non è né vero né falso.
Vediamo ora come l’Analisi 2 affronta i problemi sollevati per
l’Analisi 1.
E. I mondi di un’opera di finzione f sono i mondi in cui f è
narrata come un fatto conosciuto che sono i più simili ai
mondi di credenza collettiva della comunità di origine di f.
S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2014 – Mondi di finzione 2
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S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2014 – Mondi di finzione 2
48
Soluzione del problema della terra piatta
Soluzione del problema della vipera di Russell
I
I
Nella società in cui è stata prodotta la storia della terra piatta,
per ipotesi, una credenza esplicita è che la terra sia piatta.
I
Dunque, nei mondi di credenza collettiva della comunità in cui
la storia ha origine, la terra è piatta.
I
I
I
Dal momento che la storia non contraddice la credenza che la
terra sia piatta, ne segue che, nei mondi più simili a questi
mondi di credenza collettiva in cui la storia è raccontata come
un fatto conosciuto, la terra è piatta.
I
Dunque, l’Analisi 2 predice correttamente che (4) è vero:
(4)
I
Nel racconto d’avventure sui marinai coraggiosi, la
terra è piatta.
S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2014 – Mondi di finzione 2
(6)
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Soluzione del problema di Amleto
I
I
I
I
S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2014 – Mondi di finzione 2
I
I
I
I
In Amleto, l’eroe indugia perché è affetto da una
nevrosi di origine edipica.
S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2014 – Mondi di finzione 2
Nell’“Avventura della fascia maculata,” Holmes ha torto.
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Soluzione del problema dei capelli di Cesare
Nella società elisabettiana, in cui Amleto è stato prodotto,
l’esistenza del complesso di Edipo (ammesso che esista) non è
una credenza esplicita.
Dunque, in alcuni mondi di credenza collettiva di quella
società, Amleto non è affetto da nevrosi edipica.
Pertanto, tra i mondi in cui Amleto è narrato come un fatto
conosciuto che sono i più simili ai mondi di credenza collettiva
della società elisabettiana, ce ne sono alcuni in cui è falso che
Amleto indugia perché è affetto da una nevrosi di origine
edipica.
Dunque, l’Analisi 2 predice che (7) non è vero:
(7)
Nella società vittoriana, in cui è stata prodotta “L’avventura
della fascia maculata”, il fatto che le vipere di Russell sono
incapaci di arrampicarsi sulle funi non era una credenza
condivisa.
Al contrario, nei mondi di credenza collettiva di quella
comunità, i serpenti sono in grado di arrampicarsi sulle funi.
Dunque, nei mondi più simili a questi mondi in cui “L’avventura
della fascia maculata” è narrata come un fatto conosciuto, la
vipera può arrampicarsi sulla corda del campanello, e Holmes ha
prodotto una spiegazione convincente.
Dunque, l’Analisi 2 predice che (6) è falso, in accordo con le
intuizioni di coloro che non accettano l’argomento di Gans:
Nella società vittoriana, in cui le Le avventure di Sherlock
Holmes è stato prodotto, non esiste alcuna credenza esplicita
relativa al numero di capelli che Cesare aveva in testa nel
momento in cui venne ucciso.
Dunque, in alcuni mondi di credenza collettiva di quella società
è falso che il numero di capelli che Cesare aveva in testa
quando venne ucciso sia n, mentre in altri è vero.
Dunque, tra i mondi in cui Le avventure di Sherlock Holmes è
narrato come un fatto conosciuto che sono i più simili ai mondi
di credenza collettiva della società vittoriana, ce ne sono alcuni
in cui Giulio Cesare aveva n capelli in testa quando venne
ucciso e altri in cui aveva invece un numero di capelli diverso.
Dunque, l’Analisi 2 predice che (8) non è né vero né falso:
(8)
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Nelle Avventure di Sherlock Holmes, Giulio Cesare aveva
n capelli in testa nel momento in cui venne assassinato.
S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2014 – Mondi di finzione 2
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Soluzione del problema del Giro di vite
I
I
I
I
I
Riassumendo
Il giro di vite viene pubblicato nel Regno Unito nel 1898. Sono gli ultimi
anni di regno della regina Vittoria. La società tardo-vittoriana era
relativamente tollerante riguardo agli spettri. Alcuni ci credevano e altri
no.
Dunque, nella società in cui Il giro di vite ha origine, non esiste né una
credenza esplicita che ci sono i fantasmi né una credenza esplicita che non
ci sono.
Pertanto, in alcuni mondi di credenza collettiva della società in cui Il giro
di vite ha origine i fantasmi ci sono e in altri no.
Dunque, tra i mondi in cui Il giro di vite è narrato come un fatto
conosciuto che sono i più simili ai mondi di credenza collettiva della
società di origine del Giro di vite, ci saranno dei mondi in cui ci sono i
fantasmi e dei mondi in cui non ci sono.
Dunque, l’Analisi 2 predice che (9) non è né vero né è falso:
(9)
I Abbiamo discusso due analisi proposte da D. Lewis riguardo alle
condizioni di verità degli enunciati della forma pNell’opera di
finzione f, p q.
I L’Analisi 1 afferma che per determinare ciò che è vero in un’opera di
finzione dobbiamo controllare ciò che accade nei mondi possibili più
simili al mondo reale in cui l’opera di finzione è narrata come un
fatto conosciuto.
I L’Analisi 2 afferma che per determinare ciò che è vero in un’opera di
finzione dobbiamo controllare ciò che accade nei mondi possibili in
cui l’opera di finzione è narrata come un fatto conosciuto che sono i
più simili ai mondi di credenza collettiva della società in cui l’opera
di finzione è stata prodotta.
Nel Giro di vite, ci sono dei fantasmi.
I Abbiamo discusso alcuni casi che sembrano favorire l’Analisi 2
I
In altre parole, la questione dell’esistenza dei fantasmi nel Giro di vite è
lasciata aperta, come desiderava il suo autore.
S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2014 – Mondi di finzione 2
rispetto all’Analisi 1.
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S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2014 – Mondi di finzione 2
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