morire - Kath.ch

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morire - Kath.ch
I
mpedire ad un essere umano
di morire, e ciò in virtù d‘un
accanimento terapeutico, non è
degno della persona umana. Perciò
è indispensabile porre dei limiti a
ogni „violenza“ medica. Ma anche
la sedicente eutanasia attiva diretta
non corrisponde alla dignità umana,
perché impedisce arbitrariamente
all‘essere umano di vivere la sua
morte come ultima tappa della vita,
volendo farlo morire, per così dire,
in buona salute. E‘ quindi necessario
porre dei limiti al fatto di poter
disporre della vita. Se prolungare
arbitrariamente o, viceversa,
abbreviare arbitrariamente la vita
umana sono parimenti inaccettabili,
siamo chiamati a riconoscere la
dignità di ogni uomo anche nelle
condizioni penose della vita.
Mgr Kurt Koch, vescovo
Questo dépliant riassume le riflessioni ed i
principi espressi nella Nota pastorale n° 9 della
Conferenza dei vescovi svizzeri del marzo 2003,
intitolata „Mourir dans la dignité“ (che esiste
per ora in francese e tedesco). I vescovi desiderano far conoscere i loro argomenti nel pubblico
dibattito sull‘eutanasia, grazie ad una riflessione approfondita sul significato del morire per
i cristiani. Essi intendono proteggere la dignità
della persona morente e, ciò facendo, contribuire in definitiva a migliorare la qualità di vita
nella nostra società - anche se può sembrare
paradossale.
MORIRE
Il documento completo „Mourir dans la dignité“
può essere comandato alla segreteria della CVS
ed è disponibile su internet sotto:
www.kath.ch/sbk-ces-cvs/pdf/Mourir_dans_la_
dignite.pdf (in francese)
www.kath.ch/sbk-ces-cvs/rtf/Document_euthanasie_d.rtf (in tedesco)
Editore :
Segreteria della Conferenza dei
vescovi svizzeri (CVS)
Av. du Moléson 21
Casella postale 122
CH-1706 Friburgo
tel. +41 (0)26 322 47 94
fax +41 (0)26 322 49 93
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www.kath.ch/sbk-ces-cvs
Redazione e realizzazione
forum - Bollettino parrocchiale della Chiesa
cattolica del Canton Zurigo
Foto :
Valérie Winckler in „Dem Tod so nah“
Edizioni Recom 1989.
Dépliant sul file formato PDF sotto:
www.kath.ch/sbk-ces-cvs/pdf/morire.pdf
SOLIDALI, VARCANDO UNA TAPPA
DIFFICILE DELLA VITA
Uno sguardo cristiano sulla morte
Possibilità e limiti dell‘eutanasia
Favorire l‘accompagnamento dei malati in
fase terminale
Uno sguardo cristiano sulla morte
La morte è una componente essenziale della
vita umana, poiché...
• morire è più di finire una vita : coinvolge tutto
il vissuto dell‘uomo;
• sia per chi è giunto al termine della vita terrena, sia per chi gli sta attorno, la morte si
prospetta come una separazione duratura;
• dal profilo religioso, morire significa incamminarsi nello sconosciuto, nel misterioso, nel
„Tutt‘Altro“.
La consapevolezza cristiana della morte rimanda alla Bibbia, ove la vita è sacra in quanto dono
di Dio. Il Nuovo Testamento offre una rinnovata prospettiva di fede alla comprensione della
morte: la morte di Gesù Cristo „per noi“. Questa
dimensione apre uno spiraglio sul morire dei
cristiani : la morte fisica non conduce alla morte
punto e basta, bensì alla vita con Gesù Cristo al
cospetto del Padre. I credenti sanno che la vita
„non viene loro tolta, ma trasformata“, come
proclama la Chiesa nell‘Ufficio dei defunti. Tale
convinzione fonda la speranza cristiana.
La morte è un avvenimento solenne. Esiste infatti una dignità propria alla persona che muore;
lo evidenziano i riti liturgici che accompagnano i
moribondi e i defunti.
Accingendosi a morire, l‘essere umano non è più
in grado di disporre della propria vita e sperimenta in modo radicale la fragilità e la dipendenza da chi lo circonda.
Possibilità e limiti dell‘eutanasia
Quando si parla di eutanasia si intende:
• la rinuncia a misure destinate a mantenere
in vita un paziente (eutanasia passiva). Generalmente, si tratta della decisione medica di
rinunciare a un trattamento o di interromperlo;
• l‘amministrazione di sostanze destinate a
combattere il dolore, i cui effetti secondari
sono suscettibili di ridurre la durata di vita
del paziente (eutanasia attiva indiretta) ;
• il fatto di provocare consciamente la morte
del paziente, con lo scopo di abbreviarne le
sofferenze (eutanasia attiva diretta) ;
ed in tutti questi casi per il benessere o su
domanda della persona gravemente sofferente o
morente.
Lasciar morire?
E‘ la scelta di rinunciare a quelle misure rivolte
a mantenere in vita un paziente in fase terminale. L‘interruzione di terapie mediche, quando
queste sono senza alcun rapporto con il risultato sperato, può essere legittima. Ciò facendo
si auspica non di provocare la morte, ma di
accettare l‘inevitabile.
Rassegnarsi a veder abbreviata la vita?
Vengono trattati soltanto i sintomi ed i dolori, anche col rischio di abbreviare la vita del
paziente. L‘impiego di analgesici destinati ad
alleviarne le sofferenze può essere moralmente
compatibile con la dignità della persona umana,
a condizione che non si proponga di accelerarne la morte, bensì semplicemente di accettarla
come ineluttabile.
Uccidere su domanda?
Questa forma d‘eutanasia attiva diretta è ingiustificabile. Essa non aiuta in alcun modo il
malato in fase terminale, bensì ne accelera la
morte impedendo che muoia di morte naturale.
Perciò essa è inconciliabile con la dignità della
persona.
Assistenza al suicidio ?
Questa forma di eutanasia va equiparata
all‘omicidio su domanda. Tra queste due forme
esiste una minima differenza giuridica, su cui
però si basa la nostra legislazione penale obsoleta.
Dal profilo cristiano, l‘eutanasia attiva diretta
non può affatto essere considerata come atto
di compassione o di misericordia. Essa è in
contraddizione sia con il divieto di mettere a
morte un innocente sia con il dovere di proteggere ogni vita umana.
Favorire l‘accompagnamento dei malati in fase terminale.
Per un accompagnamento animato da spirito
cristiano, è primordiale che la compassione verso la persona che soffre non prospetti
l‘uccisione, ma si orienti risolutamente verso le
cure palliative* - anche se sono più onerose.
L‘accompagnamento di chi è in fase terminale
della vita deve rispondere alle quattro esigenze essenziali di un moribondo:
• non essere lasciato morire solo
• non dover soffrire troppo
• poter regolare le ultime volontà
• poter porre la domanda del «dopo morte» e
di una speranza che la oltrepassa.
L‘esigenza di non lasciar morire in solitudine
richiede un impegno umano importante, che
può essere fornito non solo dal personale medico ma anche da volontari e da persone vicine al
moribondo. Occorre per questo formare adeguatamente accompagnatori ed accompagnatrici
volontari. E‘ compito della Chiesa accompagnare i moribondi con la preghiera ed i sacramenti,
tramite la presenza di sacerdoti ed animatori
pastorali.
* cure palliative : assistenza medica
integrale in una malattia incurabile