MARIA, «faccendiera» del Paradiso

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MARIA, «faccendiera» del Paradiso
Il libro di don Gino Franchi
su S. Elisabetta Anna Seton
Un dialogo di amicizia e di fede
Via del Seminario, 61
57122 Livorno
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Notiziario locale
Direttore responsabile
Alberto Migone
Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983
11 febbraio 2007
Una guerriglia scatenata da ragazzi
L
VERGOGNA, SENZA SE E SENZA MA!
Gli incresciosi fatti di Catania mi spingono :
- A porgere la mia solidarietà e quella di tutta la Chiesa
livornese alle forze di polizia, a tutte le forze dell’ordine
e alla famiglia del poliziotto ucciso, ma anche a tutte
quelle famiglie che hanno dovuto piangere dopo fatti simili
- A sostenere e riaffermare l’illimitato valore della vita
umana ed a difenderla da ogni pericolo di soppressione.
- A sentirmi ancora più impegnato nell’educazione dei
giovani ai valori della legalità e del massimo rispetto degli altri e delle loro idee ed a sostenere che etica e sport
possono e debbono convivere.
- A condannare ogni forma di violenza gratuita e soprattutto la non razionale reazione di tante persone che invece di vivere un momento sportivo, creano violenza e
danni. Così si uccide lo sport!
- A condannare tutti coloro che appoggiano esplicitamente o implicitamente gli autori di questi fatti
- Ad invitare le persone sane ad isolare questi fanatici che
fanno della violenza una espressione delle loro frustrazioni, fragilità e delusioni e compiono atti più animaleschi che umani.
Nello stesso tempo, dinanzi alle scritte apparse sui muri
della nostra città:
- Esprimo il mio più alto sdegno e grido la mia indignazione per una forma che getta discredito su una popolazione che certamente non si riconosce in simili gesti e
desidera sempre più gesti di pace, attenzione e condivisione.
- Auspico che non si riprendano i campionati fino a che
tutti, ad iniziare dalle società, non si prendano le loro responsabilità e lascino da parte certi personaggi
- Mi auguro che tutta la nostra città, ferita e disgustata da
questo gesto, alzi la sua voce di condanna senza se o ma:
QUESTA NON E’ LIVORNO, questa non è la Livorno che
conosciamo, questa non è la Livorno in cui ci riconosciamo.
- Mi rendo disponibile, insieme a tutta la Diocesi, a collaborare a qualsiasi iniziativa si intenda intraprendere
per correggere questi erranti e per fare emergere il buono
che, seppur nascosto, dimora in loro.
- Mi auguro che non ci si fermi al momento, ma si apra
un tavolo di discussione e proposte per fare emergere il
positivo di tutta la nostra gente.
monsignor Paolo Razzauti,
Amministratore Diocesano di Livorno
sarà presentato il volume: «Un dialogo di
amicizia e di fede. Corrispondenza tra i Seton
e i Filicchi (1788-1890)» di don Gino Franchi,
edito dalla casa editrice «Books & Company»
di Livorno
La presentazione sarà introdotta dal professor
Riccardo Burigana, Istituto Studi Ecumenici di
Venezia, mentre porteranno i loro saluti
Giorgio Kutufà, Presidente della Provincia di
Livorno e Alessandro Cosimi, Sindaco
delComune di Livorno
Alla presentazione interverranno monsignor
Alberto Ablondi,Vescovo emerito di Livorno;
monsignor Paolo Razzauti, Amministratore
della diocesi di Livorno; sua eccellenza
Ronald Spogli, Ambasciatore degli Stati Uniti
di America in Italia; don Gino Franchi, parroco
della Chiesa Santa Anna Elisabetta Seton.
Saranno presenti anche il professor Luca
Codignola, Università di Genova e la
professoressa Donatella Aurili Ruggiero,
Università di Genova che parleranno su:
«Storia di un’amicizia. Da Livorno all’America
rapporti economici e spirituali a margine del
volume sui Filicchi e Anna Elisabetta Seton».
MARIA,
«faccendiera»
del Paradiso
Quello
che non ci deve
lasciare tranquilli
a Chiesa livornese, attraverso le parole del suo Amministratore diocesano che riportiamo di seguito, ha preso
una posizione netta sui tragici fatti di Catania, che
hanno monopolizzato l’attenzione dell’opinione pubblica in questi giorni.
È noto che anche a Livorno (ma non solo, purtroppo), sono
comparse scritte farneticanti, opera di persone che attendono
momenti come questi per salire alla ribalta della cronaca che,
altrimenti, non si prenderebbe mai cura di loro. Non credo
che la scritta di uno debba rappresentare il pensiero di una
città intera; è preoccupante, certo, ma non deve far perdere il
senso delle proporzioni. Dispiace però osservare che la città,
nel suo insieme, non perda occasione per far parlare di sé in
modo negativo, spesso enfatizzando episodi che non meritano
tale attenzione.
Di tutto quello che è successo e si è detto in questi giorni, credo
che meriti attenzione un particolare, che penso non sia sfuggito a più attenti: una buona parte degli arrestati di Catania sono minorenni. Questo significa che i promotori della guerriglia urbana, che si è scatenata intorno ad un incontro di calcio, sono poco più che ragazzi; questo che è uno degli aspetti
più preoccupanti e che non ci deve lasciare tranquilli. Se questi sono i «valori» che esprimono i ragazzi delle città italiane,
l’emergenza educativa assume contorni drammatici.
Tutto questo non è certo un fenomeno nuovo nella storia: ce lo
ricorda anche la storia di un Santo di cui abbiamo celebrato la
festa in questi giorni, don Bosco. Era solito ripetere il suo grido
allarmato: «Poveri giovani!»; ma questo non rimase in lui uno
sterile lamento, come rischia di accadere ai nostri giorni.
L’impegno della Chiesa livornese, già annunciato dalla chiara
posizione di monsignor Razzauti, deve collocarsi nella prospettiva di don Bosco che, compreso l’universo giovanile, divenne
un padre per i giovani, anche quelli più difficili, e li seppe
amare fino alla follia.
n.s.
artedì 13 febbraio 2007 alle ore 15..30
M
nella Sala Consiliare della Provincia di
Livorno (piazza del Municipio, 4 - Livorno)
Il cardinale Antonelli celebra per la Candelora
el quadro delle
manifestazioni per la
presenza a Livorno
dell’icona della
Madonna di Montenero la Festa
della presentazione del Signore al
tempio è iniziata nella Chiesa
della Purificazione con la
benedizione delle candele la
tradizione popolare chiama
questa festa «Candelora») e con
l’invocazione a Dio, fonte e
principio di ogni luce, da parte
del cardinale Ennio Antonelli,
Arcivescovo di Firenze. Dalla
Purificazione è iniziata la
processione che si è snodata nelle
vie del centro per arrivare nella
cattedrale dove il Cardinale ha
presieduto la concelebrazione
insieme all’Amministratore
diocesano monsignor Razzauti e
al prevosto don Mauro Peccioli.
In apertura della omelia
monsignor Antonelli ha salutato
il vescovo Ablondi «amatissimo
da me e da tutti», i sacerdoti, i
diaconi e la comunità in attesa
del nuovo Vescovo, e ha aggiunto
di sentire vicino il vescovo Diego
«che è unito a noi nella
preghiera». Nel ricordare i
festeggiamenti per il 200°
anniversario della diocesi, il
Cardinale ha aggiunto che per
guardare al futuro è importante
fare memoria del passato,
custodire la memoria non è cosa
facile in un mondo che privilegia
la novità, spetta a noi cristiani
ravvivare la memoria e rinnovare
la coscienza della nostra identità
e della nostra missione nel
mondo.
Monsignor Antonelli ha poi
svolto una riflessione sulla festa
della presentazione al tempio,
che ha definito «festa
dell’incontro», incontro di Gesù
con il suo popolo, incontro che si
avvale della cooperazione di
Maria. Anche oggi Maria continua
a far incontrare Gesù con la gente
e accompagna il cammino della
Chiesa e di ciascuno di noi, Maria
è la grande «faccendiera» del
Paradiso, sempre piena di
premure per tutti gli uomini che
devono crescere nella vita divina e
nella testimonianza. L’immagine
della Madonna di Montenero è
raffigurata nell’atto di presentare
Gesù a noi, questo perché vuole
N
l’incontro di Gesù con la gente, e
noi, come cristiani, dobbiamo
poi essere capaci di manifestarlo
agli altri. I fedeli devono ravvivare
la consapevolezza che essere
cristiani significa anche essere
missionari. Monsignor Antonelli
ha terminato chiedendo la grazia
che questa coscienza missionaria
sia sempre presente in ogni fedele
perché per comunicare il Vangelo
in un mondo che cambia bisogna
che ci sia chi lo manifesti.
A chiusura della celebrazione
monsignor Razzauti ha
ringraziato il Cardinale per le sue
parole «illuminate e illuminanti»,
i confratelli sacerdoti, i diaconi e i
fedeli la cui presenza è il segno
dell’amore di tutta la diocesi
verso la Madonna di Montenero.
Ha dato poi la parola a
monsignor Ablondi che ha
ricordato di aver passato 40 anni
nella diocesi sui 200 della sua
fondazione, poi nel fare
menzione della sua
collaborazione con il cardinale
Antonelli lo ha ringraziato per «il
dono che ha fatto alla Chiesa» per
la redazione del nuovo
catechismo per gli adulti. Il
messaggio di oggi - ha concluso il
vescovo emerito - è la luce, la
Chiesa è apportatrice di luce, la
luce fa vedere le diversità e le fa
amare, la luce ci fa scoprire tutti i
doni che Gesù ci ha donato.
Gianni Giovangiacomo
CELEBRAZIONE IN CATTEDRALE
I giovani
e la Madonna
avanti all’immagine di S. Maria delle Grazie di
D
Montenero i giovani si sono incontrati in cattedrale.
Durante la celebrazione, presieduta da monsignor Paolo
Razzauti, è stato tracciato un quadro della realtà giovanile
livornese «oggi è più facile incontrare ragazzi stanchi,
delusi, questo forse perché non riescono ancora a
riconoscere i Signore», ha detto Razzauti commentando la
lettura dei due discepoli che incontrano Gesù sulla strada
per Emmaus, lettura che ha guidato la celebrazione. «Il
Signore si incontra nelle scritture, nella parola di Dio e della
Chiesa, infatti Gesù quando incontra i discepoli spiega loro
gli avvenimenti attraverso le letture - ha aggiunto - loro
riconoscono il Signore quando spezzano insieme il pane» e
facendo riferimento alla messa domenicale ha ricordato
come nell’Eucarestia ogni domenica si rinnova l’incontro
con il Signore.
I giovani presenti alla celebrazione sono stati invitati a porre
delle domande a Razzauti, domande che hanno riportato
l’attenzione sui giovani di oggi e i loro problemi «I giovani
spesso vengono repressi nella Chiesa» ha risposto
monsignor Razzauti «invece in questa devono potersi
esprimere liberamente - e ha continuato - i ragazzi hanno
bisogno di certezze, anche piccole, non devono inseguire
illusioni ma capire dove stanno i valori« e ha concluso
indicando come via sicura, non semplice e veloce, quella del
Signore poiché come ha detto rispondendo ad una delle
molte domande postagli «Il Signore non delude mai perché
non sparisce mai».
Martina Vecce
II
TOSCANA OGGI
La risposta alla lettera
di Mauro Nobili
Il tempo del
Vescovo (2)
accio eco volentieri alla «provocazione»
di Mauro Nobili, apparsa su «La Settimana» del 28 gennaio scorso nell’articolo «Il tempo del Vescovo», per associarmi a lui nella critica ad un certo modo di
intendere la Chiesa che anch’io riscontro nella mia esperienza di laico e operatore pastorale.
Mi permetto innanzitutto di osservare che l’esigenza di «dedicare molto tempo ai preti»,
sottolineata da Mons. Coletti, risulta paradossalmente rafforzata dalla critica di Nobili. Infatti, se le cose stanno così come lui dice, c’è
un grande bisogno di rivedere e ripensare il
rapporto tra laici e presbiteri prima di poter
sperare in una visione meno verticale e gerarchica della Chiesa. In questo senso, allora, occorre davvero che un Vescovo dedichi molto
tempo ed energie al proprio clero diocesano.
Il Nobili, comunque, non intende criticare il
fondamento teologico del ministero dei sacerdoti, né avanzare una più ardita visione del
sacerdozio dei fedeli, bensì suscitare quella
che definirei una «santa indignazione» nel
popolo di Dio per tutte le volte che il comportamento supponente dei presbiteri e l’esercizio di una pastorale dissennata lacerano i rapporti con il laicato e feriscono la comunione
ecclesiale!
Il dibattito sul rapporto tra pastori e laici,
squisitamente interno alla Chiesa, ritorna periodicamente sul palcoscenico ecclesiale da
qualche decennio; segno, questo, di una grave
mancanza di apertura da parte dei presbiteri e
di una pericolosa sottovalutazione del problema da parte dei fedeli: cose che permettono di
osservare come il Concilio Vaticano II non sia
ancora penetrato a fondo nelle parrocchie,
nelle mentalità e nelle coscienze cattoliche.
Il Magistero della Chiesa è tornato più volte
ad esprimersi su questi temi. A beneficio di
coloro che non ne avessero colto subito le intenzioni o che non trovino giustificate le
preoccupazioni e le diagnosi di chi scrive, sarà
bene richiamarne alcune fonti, così da sgombrare il campo alle accuse di infondatezza o
inopportunità in questa sede: Presbyterorum
Ordinis (n. 9); Ecclesiae de mistero (premessa); Il presbitero, maestro della parola, ministro dei sacramenti e guida della comunità in
vista del terzo millennio cristiano (n. 3); Il
presbitero, pastore e guida della comunità
parrocchiale (n. 7); Il volto missionario delle
parrocchie in un mondo che cambia (n. 12);
etc.
Nel 2002 sono andato in Olanda ad ascoltare
l’esperienza di un presbitero italiano inviato
là per sanare una situazione ecclesiale tanto
spiacevole quanto diffusa. Al suo arrivo, infatti, presentandosi come il nuovo parroco inviato dal vescovo ha trovato una gentile signora che gli ha risposto: «no, il parroco sono
io!». La nascita di queste figure laiche che arrivano anche a «recitare» la S. Messa è il frutto
amaro di un processo di secolarizzazione del
clero e di clericalizzazione dei laici che, sebbene in tutt’altra forma e misura, avviene anche
in Italia e di cui non si dovrebbero sottovalutare né le cause remote né gli effetti a lungo
termine.
Durante il ministero episcopale di Mons. Coletti a Livorno ho avuto modo di sollevare
una sola volta nel CPD. la questione del rapporto tra laici e presbiteri, proprio durante la
seduta illustrativa del documento sulla «pastorale integrata». Quel testo ha messo bene
in guardia dal rischio dell’autoreferenzialità
delle comunità e dal pericolo di intendere la
parrocchia come centro-servizi ma, nonostante ciò, il tema non innescò alcun tipo di discussione.
Per concludere mi limito ad osservare che gli
strumenti per favorire la corresponsabilità ecclesiale esistono e sono i CPP e i CPAE, i cui
Statuti dovrebbero essere ben noti sia ai presbiteri che ai laici ma i cui metodi e dinamiche di partecipazione non sono evidentemente altrettanto noti. In un Consiglio si parla e si
ascolta a turno: forse i laici di oggi hanno poco da dire? o piuttosto i preti non intendono
ascoltare? E questa sordità non sarà forse causata dalla paura di perdere potere e visibilità?
ed il mutismo non è forse il segno di una fede
poco praticata poiché poco ricevuta?
Tutto ciò non dimostra, come dice Nobili, che
questo Popolo di Dio serve «solo se stesso, il
proprio ruolo, le proprie idee e convinzioni?».
Una volta dissi al mio Capo: «C’è un problema di lavoro in officina...» ed egli mi interruppe dicendo: «Lei è qui con la soluzione al problema o ne fa parte?». Per quel che riguarda la
Chiesa direi che se si tratta di un problema di
potere allora i presbiteri possono dormire
sonni tranquilli: i laici non riesumeranno certo il montanismo. Ma se il problema è invece
la fedeltà al Vangelo allora sarà meglio che entrambi valutino più attentamente la loro tiepidezza pastorale alla luce dell’incombente
vomito apocalittico.
Alberto Fanfani
F
LA SETTIMANA DI LIVORNO
11 febbraio 2007
Le celebrazioni in onore
della Madonna di Montenero
in cattedrale
FAMIGLIE
E LAVORO:
Due realtà
profondamente
unite
La Messa in cattedrale presieduta da mons. Plotti
a celebrazione dedicata alle
famiglie e al mondo del lavoro,
durante una delle giornate in
cui la sacra immagine di Maria
delle Grazie di Montenero è stata
presente a Livorno, è stata presieduta
da monsignor Alessandro Plotti,
arcivescovo di Pisa.
La cattedrale era piena di fedeli, pur
essendo un giorno feriale e pur
essendo una delle molte celebrazioni
di questa settimana che ha visto un
calendario piuttosto fitto di impegni
legati alla presenza dell’immagine
della Madonna di Montenero.
Ad accogliere monsignor Plotti vi era
l’Amministratore diocesano,
monsignor Paolo Razzauti. Ad
animare la Messa era stata chiamata
la corale «Perosi» della parrocchia di
SS. Trinità.
La liturgia della Parola proponeva
alcuni versetti del primo libro di
Samuele, quelli in cui si descrive la
maternità di Anna e la sua decisione
di dedicare il proprio figlio al
Signore che glielo aveva donato;
alcuni versetti della prima lettera di
San Giovanni apostolo, nella quale
si enuncia quanto è grande l’amore
di Dio per noi, al punto che ci ha
chiamati figli ricordando il suo
comandamento più grande: «che ci
amiamo gli uni gli altri»; ed infine il
vangelo di Luca che riporta il
momento della vita di Gesù in cui
resta nel tempio di Gerusalemme
«per occuparsi delle cose del Padre
mio».
«Famiglia e lavoro sono due cose
correlate fra di loro molto
strettamente. Per la maggior parte,
ognuno di voi lavora per mantenere
la propria famiglia, per dare ai
L
propri figli ciò di cui hanno bisogno
– ha detto l’arcivescovo di Pisa.
Famiglia e lavoro sono due valori
messi in crisi dal mondo di oggi: vi è
sempre meno lavoro ed è sempre più
precario. I giovani non trovano un
lavoro che possa permetter loro di
«farsi una famiglia, alcuni padri lo
perdono e non possono più
assicurare una solidità alla loro
famiglia. Spesso nella famiglia non è
più soltanto il padre a lavorare, ma
anche la madre, perché non basta
più un solo stipendio. Anche la
famiglia è in crisi, molte famiglie si
sfaldano, sono sempre più numerose
le separazioni.
Il luogo di lavoro deve essere, per
ogni cristiano, il posto nel quale
testimoniare la propria fede, ma
spesso è un luogo in cui si entra in
competizione con gli altri.
Per questi motivi è necessario
pregare per il lavoro e la famiglia
affinché restino punti saldi nella vita
di tutti noi».
Alla fine della celebrazione
monsignor Razzauti ha salutato
monsignor Plotti e lo ha ringraziato
per la sua presenza in questa
occasione e per le riflessioni
proposte, ricordando la vicinanza
non soltanto geografica delle due
città e data l’occasione dei duecento
anni della nostra Diocesi si è
augurato che i rapporti fra le due
città siano sempre migliori
rammentando, scherzosamente,
come nel momento della fondazione
della Diocesi di Livorno, Pisa fu un
po’ «avara» concedendo alla nuova
Diocesi solo una piccola lingua di
terra sulla quale estendersi.
Elena Cerini
Maria, una
madre odighitria
La Messa a Rosignano
na chiesa, quella di sant’Ilario
e san Giovanni
Battista a Rosignano Marittimo, che
domenica scorsa ha visto
la presenza di moltissimi
fedeli in occasione della
sosta dell’icona di S.M.
delle Grazie, che ha concluso il suo pellegrinaggio nella diocesi.
Il V vicariato ha avuto
modo di vivere un momento importante, all’interno delle celebrazioni per i 200 anni della
fondazione della diocesi, e di pregare davanti
alla Sacra Immagine venerata a Montenero che,
dopo la sosta in Cattedrale, ha toccato altri
due Comuni che fanno
parte della Diocesi stessa.
La Santa Messa, concelebrata da tutti i parroci
del Vicariato, con la presenza del padre Priore
U
del Santuario di Montenero e presieduta dall’Amministratore diocesano, ha dato inizio alla
giornata di preghiera; in
tale occasione era stato
deciso di sospendere tutte le celebrazioni nelle
chiese del territorio del
Comune, come segno di
unità e per sottolineare il
forte momento comunitario che ci veniva offerto come Chiesa.
Nel pomeriggio è stato
possibile ai fedeli sostare
per la preghiera personale e, successivamente, si è
svolta una preghiera comunitaria, guidata da
brevi riflessioni ispirate
all’icona. Attraverso un
itinerario che si è soffermato su alcuni particolari dell’immagine: il colore delle vesti, la mano
che indica il Bambino,
lo sguardo della Madre
che ci interpella e ci invita nel cammino della
Chiesa, la figura del credente rappresentato da
quel cardellino che è posato sul braccio di Maria,
essa si è mostrata sempre
più Odighitria, cioè colei
che ci «indica la via» verso Colui che è «Via, verità e vita». La recita del
S. Rosario e la celebrazione solenne dei Vespri
hanno concluso la giornata.
Prima del rientro dell’icona nel suo santuario,
appena fuori della chiesa, è stata impartita una
benedizione estesa a tutto il territorio del Comune, alla quale ha fatto seguito uno scrosciante applauso e il canto della
Salve Regina, a significare, nella straordinaria
partecipazione di tutte le
comunità parrocchiali
del Vicariato, la grande
venerazione per la sacra
immagine di Maria.
diacono Luigi Diddi
LA MADONNA
DI MONTENERO
AL MONASTERO
DEL CARMELO
na delle tappe più suggestive dell’Anno
U
Giubilare che la nostra Diocesi sta
vivendo è costituita indubbiamente dalla
solenne traslazione dell’immagine
miracolosa di Maria SS.ma "Madre delle
grazie" in Cattedrale, dove per una
settimana sarà al centro di importanti e
significative celebrazioni.
In occasione ditale avvenimento, alla
vigilia della Festa del Voto, la sacra icona ha
sostato eccezionalmente per alcune ore
presso il nostro Monastero, cuore orante
della Chiesa che è in Livorno. L’abbiamo
accolta, con molta gioia e profonda
commozione, nella mattinata di Venerdì
26 Gennaio, introdotta nella clausura
monastica da don Luca Giustarini,
vallombrosano che l’ha affidata alla nostra
filiale e affettuosa venerazione.
Per circa sette ore il nostro Coro, luogo
dove ogni giorno ci riuniamo per lodare e
adorare il Signore, è divenuto così un
piccolo «santuario», segno della presenza
discreta, ma potente della Madre di Dio in
mezzo a noi. Ora dopo ora ci siamo
avvicendate in preghiera dinanzi
all’immagine più amata dal popolo
livornese, quasi simbolo della sua fede.
Nel silenzio del colloquio orante, a tu per
tu, con la Madre delle grazie, abbiamo
pregato per la nostra Città e per la Diocesi,
in questo momento tanto delicato della
sua storia, per il Vescovo che ci ha lasciati e
per quello che il Signore ci donerà, per i
nostri Sacerdoti, i Religiosi e le Religiose, i
Diaconi e per tutti coloro che offrono
quotidianamente la loro bella
testimonianza di vita cristiana, pur in
mezzo a tante lotte e difficoltà.
Spiritualmente vicine, come veramente ci
sentiamo, ad ogni uomo e ad ogni donna
che cammina sulle strade della nostra Città
e soprattutto ai più sofferenti, non
abbiamo voluto dimenticare nessuno,
fiduciose nella potente intercessione della
Madonna, che tante volte ha manifestato il
suo amore di predilezione per i suoi figli
livornesi.
È stato un evento di grazia e di
misericordia, di cui vogliamo sinceramente
rendere grazie al Signore, che ci ha volute
benedire con questo singolare e
immeritato privilegio. La nostra più viva
riconoscenza va in particolare ai Padri
Vallombrosani della Comunità di
Montenero e all’Amministratore
Diocesano monsignor Paolo Razzauti, che
hanno preso questa iniziativa,
adoperandosi, non senza difficoltà, per
ottenere i necessari permessi.
Maria SS.ma di Montenero ha voluto così
preparare, nel silenzio della preghiera, il
suo rinnovato incontro con i
numerosissimi fedeli che l’avrebbero
accolta in cattedrale. Quasi a voler
sottolineare quello che monsignor Coletti
ha scritto nella sua ultima Lettera pastorale:
«La preghiera ci appare come il terreno nel
quale cresce la comunità, o meglio come
l’acqua che lo rende fecondo».
E vogliamo proprio sperare che questa
straordinaria visita della Madre del Signore
sia sorgente sovrabbondante di luce e di
benedizione per la nostra Comunità
diocesana, chiamata oggi più che mai a
rendere testimonianza della speranza che
la sostiene, della sua fede incrollabile nel
Signore Gesù.
Le Suore del Carmelo
TOSCANA OGGI
LA SETTIMANA DI LIVORNO
11 febbraio 2007
Alla parrocchia S. Agostino ogni
giovedì funziona un «ufficio lavoro»
AGENDA DIOCESANA
LUNEDÌ 12 FEBBRAIO
- 18.00 presso il centro artistico «Il grattacielo»
(via del Platano 6) incontro dei «Lunedì dantesch»
sul tema “I nomi di Dio”.Tema della serata:
«Induismo».
- 21.00 parrocchia S. Croce (Rosignano Solvay)
LECTIO DIVINA per i giovani.Tema «Legge antica o
fede nella croce. Al bivio tra vecchia religione e
nuova avventura di libertà» (At. 14,27; 15,35)
Più che
un’agenzia
per il lavoro
DI
GIAMPAOLO DONATI
iù di 2000 colloqui
di lavoro in un anno, con un «database» di 707 iscritti
nel 2006, di cui più della
metà ha trovato lavoro, e
176 persone registrate
nel solo mese di gennaio
2007. Non sono le cifre
di una qualche agenzia
interinale, ma dell’Ufficio Lavoro della Caritas
Diocesana di Livorno,
che da oltre dieci anni si
occupa di intermediazione gratuita fra domanda e offerta di lavoro nella nostra città «anche se», ci dicono le due
volontarie che abbiamo
incontrato, Laura Nobili
e Anna Scardigli «in alcuni casi hanno ricevuto
offerte di lavoro anche
da altre città, o addirittura dall’estero». Risultati
straordinari se si pensa
che alla base di tutto ci
sono otto donne che, del
tutto gratuitamente, si
dedicano da anni ad un
compito delicato che richiede non solo grande
disponibilità ma anche,
come è facilmente intuibile, una grande professionalità e competenza.
L’ufficio è attivo ogni
giovedì mattina presso i
locali della Parrocchia di
Sant’Agostino a partire
dalle 9:30. L’orario di
chiusura sarebbe alle
11:30 «ma» precisano «si
va avanti a oltranza fino
a che ci sono colloqui da
fare, non si tratta di un
ufficio di impiegati con
P
un orario di lavoro da rispettare».
Come funziona concretamente il servizio? Le
volontarie hanno dato la
disponibilità del loro
numero telefonico di casa, e ricevono durante la
settimana le offerte dai
datori di lavoro. Per lo
più, ci dicono, si tratta di
privati che richiedono
personale per servizi domiciliari: le figure più
gettonate a questo proposito sono gli assistenti
per anziani, le baby sitter
e le collaboratrici domestiche. Una volta raccolte
le offerte, il giovedì mattina vengono convocati i
«datori di lavoro» e, contemporaneamente,
si
presentano
all’ufficio
anche gli aspiranti occupati, ai quali viene data
la possibilità di «registrarsi» alle offerte disponibili. E la mattina
stessa vengono effettuati
anche i colloqui. «Ogni
datore di lavoro - raccontano - alla presenza
di un volontario, incontra uno per volta tutti coloro che si sono resi disponibili per la sua offerta e, alla fine della mattinata, il prescelto viene
assunto immediatamente».
Una grande efficienza,
quindi, ma anche un
tour de force non indifferente per le volontarie,
dato che ogni giovedì
vengono effettuati mediamente dai 70 agli 80
colloqui. «D’altra parte tengono a dire - il collo-
R
Questi invece gli appuntamenti legati alla festa patronale dei sette Santi fondatori.
TRIDUO IN PREPARAZIONE ALLA FESTA
giovedì 15 febbraio ore
17.30 Recita dei Vespri e Be-
Viaggio nel volontariato
ex vigile del Comune di Livorno, Paolo Cardosi, sta
LBrigata
’rischiando
di perdere il suo appartamento di via
Garibaldi, a causa di un debito iniziale con il
condominio di Euro 1850.00, che poi è salito a circa
16.000 euro a causa delle spese legali e processuali.
Purtroppo la casa è già stata messa all’asta, nel mese
di dicembre e in quello di gennaio ci sono stati due
incanti andati deserti. Il prossimo appuntamento per la
vendita sarà il 9 maggio prossimo. È una corsa contro il
tempo quella che stiamo provando a fare per salvare la
casa di Paolo.
Grazie all’interessamento di alcuni amici e conoscenti di
Cardosi è stato aperto un conto corrente per una
raccolta di offerte: c/c n. 40813040, presso UNICREDIT
banca ag. via Cairoli, CAUSALE «PRO EX VIGILE
CARDOSI».
quio, pur portando via
molto tempo, rappresenta l’elemento più
qualificante del nostro
servizio: in questo modo, infatti, le due parti
hanno modo di conoscersi in anticipo e verificare immediatamente se
si instaura un rapporto
di fiducia reciproca o
meno, in modo che il futuro rapporto di lavoro
possa essere poi duraturo». Come si può facilmente comprendere, la
maggior parte di coloro
che si rivolgono a questo
tipo di servizio sono immigrati. «Tutte persone
regolari - tengono a precisare le volontarie l’elemento tassativo per poter essere inseriti nel database è di essere in regola con i documenti».
Tuttavia, negli ultimi anni, si è assistito ad un
Lectio divina,
storia della Chiesa
e festa patronale
iprendono proprio
in questi giorni alla
parrocchia Sette Santi gli incontri con
don Pablo (LECTIO DIVINA SUL VANGELO DI LUCA) e con don Ordesio
(STORIA DELLA CHIESA E
DELLA TEOLOGIA).
Ecco il calendario degli appuntamenti:
LECTIO DIVINA (ore 16.00
e 21.00)):
giovedì’ 22 febbraio; giovedì 15 marzo; giovedì 29
marzo; giovedì 26 aprile;
giovedì 10 maggio; giovedì
24 maggio
STORIA DELLA CHIESA (ore
16.00 e 21.00)
giovedì 25 gennaio; giovedì
1 marzo; giovedì 22 marzo;
giovedì 19 aprile; giovedì 3
maggio; giovedì 17 maggio.
VENERDÌ 16 FEBBRAIO
- 19.00 parrocchia S. Elisabetta Anna Seton (P.za
Lavagna), ultimo incontro di formazione per i
catechisti della Diocesi. Interviene don Cesare
Bissoli sul tema «Modelli e sussidi per la
Catechesi».
Un aiuto per Paolo Cardosi
ALLA PARROCCHIA DEI SETTE SANTI
nedizione Eucaristica; ore
18.00 Messa; ore 21.15 riflessione di don Pablo su:
«La santità del cristiano nel
Nuovo Testamento e nel
Conc. Vaticano II. Pienezza
di vita o vita dimezzata?»
Venerdì 16 febbraio ore
17.30 Recita dei Vespri e Benedizione Eucaristica; ore
18.00 Messa; ore 21.15 Riflessione di don Ordesio su:
«Eccclesia sancta et sempre
reformanda. Riforma o aggiornamento della Chiesa?
Chiesa con Cristo o chiesa
con i tempi?»
Sabato 17 febbraio ore
17.30 Recita dei Vespri e Benedizione Eucaristica; ore
18.00 Messa prefestiva; ore
21.15 Riflessione di don
Pablo e don Ordesio su: «La
vita religiosa nel N.T. e nel
Conc.Vat.II»
(d. Pablo)
«Monaci, frati e ordini religiosi nella storia della Chiesa» (d. Ordesio)
Domenica 18 febbraio FESTA DEI SETTE SANTI: ore
10.30 S. Messa solenne concelebrata; ore 12.00 S. Messa.
III
forte aumento del numero di italiani. «Si tratta di un segno evidente
che la povertà è in aumento: oltre tutto, mentre in passato coloro che
accettavano i lavori più
duri, come ad esempio
l’assistenza anziani 24
ore su 24, erano solo
stranieri, oggi vi sono
sempre più italiani che si
rendono disponibili ad
accettare questo genere
di contratto».
Ma come mai, chiediamo, una persona, datore
di lavoro o lavoratore,
decide di rivolgersi a voi
anziché all’Ufficio di
Collocamento o a un’agenzia interinale? «Sicuramente - rispondono
con orgoglio le volontarie - abbiamo tre fiori all’occhiello: prima di tutto la nostra efficienza e
la pressoché totale as-
senza di burocrazia, che
riduce di molto i tempi
di incontro fra domanda
e offerta: il datore di lavoro sa che, nel giro di
poco, troverà la persona
che cerca, come anche il
lavoratore, il quale non
viene iscritto a un database generico, ma comincia immediatamente
a fare concreti colloqui
di lavoro: e normalmente, chi ha voglia di lavorare, con noi nel giro di
poco trova una sistemazione.
Il secondo punto di forza è la gratuità: a differenza delle agenzie interinali, noi non prendiamo nulla dal datore di
lavoro, e neppure dal lavoratore: quest’ultimo
punto può sembrare banale, ma non è per nulla
scontato nel mondo degli immigrati, dove esiste
un sottobosco di compravendita e subappalto
di posti di lavoro; e poi,
da ultimo, il fatto che
chi si rivolge a noi, trova
dall’altra parte non un
impiegato distaccato e
distante, ma persone che
cercano di dare prima di
tutto calore umano: l’anziano che non riesce a
trovare assistenza e che
ci telefona in crisi ascolta
dall’altra parte una voce
che lo ascolta e gli dà coraggio, come pure i lavoratori, che spesso hanno
storie drammatiche da
raccontare e che trovano
in noi non solo assistenza lavorativa, ma anche
affetto e amicizia».
Alla Scuola di Teologia diocesana un
seminario con la professoressa Senesi
Escatologia
ed esistenza cristiana
lla SdT (Scuola di teologia diocesana) si terrà nei prossimi giorni un
seminario sull’escatologia. Il seminario si propone di approfondire alcuni
lineamenti dell’escatologia cristiana, tenendo conto del dato biblico e
della tradizione ecclesiale, in particolare si cercherà di dare rilievo alla
tematica escatologica per ciò che riguarda l’interpretazione della storia e
dell’esistenza cristiana nei momenti fondamentali del vissuto e nell’evento parusiaco.
Nel corso delle lezioni affrontati i seguenti argomenti:
• Prospettiva cristologica e dimensione antropologica dell’escatologia cristiana
• Il dato biblico e la tradizione ecclesiale
• Il dibattito sull’escatologia nel XX secolo: aspetti ecumenici e dottrina del Vaticano II
• Esistenza cristiana ed escatologia
• L’esistenza cristiana nella morte come condizione escatologica
• L’esistenza cristiana nell’evento parusiaco.
Testo di riferimento: M. BORDONI-N. CIOLA «Gesù nostra speranza. Saggio di
escatologia in prospettiva trinitaria» Dehoniane, Bologna 2000.
Le lezioni, che saranno tenute dalla professoressa Maria Enrica Senesi, si svolgeranno
sempre alle ore 18.00 nei locali del centro culturale diocesano (via delle Galere 35)
nelle seguenti date: Mercoledì 14 febbraio; mercoledì 28 febbraio; mercoledì 7
marzo; mercoledì 14 marzo; mercoledì 21 marzo; mercoledì 28 marzo.
Per informazioni rivolgersi lun-merc-ven 10.30-12 al num. 0586/896516.
A
ALLA SCUOLA SONO APERTE LE ISCRIZIONI PER IL II
QUADRIMESTRE
Corsi e docenti:
Iº anno – IIº quadrimestre
La Rivelazione: la testimonianza della Scrittura nella Chiesa – don
Piergiorgio Paolini; Gesù Cristo, mediatore e pienezza di tutta la Rivelazione
– diac. Franco Caccavale
IIIº anno – IIº quadrimestre
Teologia morale della vita fisica o bioetica – don Raffaello Schiavone;
Antropologia teologica: l’uomo in Cristo – Prof.ssa Marina Basilico;I
Sacramenti – don Antonio Marini
SABATO 17 FEBBRAIO
- 9.30/ 18.00 giornata di ritiro organizzata dal
FIES presso l’istituto S. Caterina (viale Italia 181).
Guiderà l’incontro padre Florio Quercia s.j. Per
informazioni, segreteria FIES 0586/211082, via
fagioli 1 (lun-ven 17.00/19.00)
DOMENICA 18 FEBBRAIO
- 15.30 presso l’istituto Sacro Cuore in via
Cecconi, incontro di formazione USMI. Don Andrea
Brutto parlerà sul tema «Corpo, persona,
relazione».
LA GIORNATA PER LA VITA
UNA RIFLESSIONE
ella giornata dedicata alla vita (la prima
D
domenica di febbraio) non può passare
inosservato il significato. Abbiamo partecipato con
dolore a varie condanne a morte, tramite la TV e di
recente abbiamo sofferto per la vicenda penosa di
Piergiorgio Welby. Con indifferenza, invece, nel
silenzio viviamo quanto accade intorno a noi: vite
innocenti vengono spente nel grembo materno
perché le mamme, per varie ragioni, non vogliono
accogliere il frutto della propria fecondità. Sono
anime che vanno a glorificare il Dio della vita,
insieme ai suoi angeli, ma viene loro negato il dono
meraviglioso di far parte del nostro mondo, dal
Signore loro offerto per camminare accanto a noi.
Se un tale misfatto lascia in perenne rimorso nei
cuori di chi l’ha commesso, quelle vite non pesano,
non vivono, ci mancano. La misericordia di Dio è
infinita, ma non si può vivere nell’indifferenza per
un tale agire disumano.
Chiediamo alla Madre di Gesù che interceda per
questo mondo: a te, Madre dei viventi, affidiamo la
causa della vita: guarda, o Madre, ai bambini cui
viene impedito di nascere e guarda ancora ai
poveri cui è reso difficile vivere, a uomini e donne
vittime di disumana violenza, ad anziani e malati,
uccisi dall’indifferenza. Fa, o Madre, che almeno
quanti credono nel tuo Figlio, sappiano annunziare
con amore il Vangelo della vita, a lode e gloria di
Dio, creatore e amante della vita.
Lucia Menga
L’INCONTRO DI PREGHIERA
PER LE VOCAZIONI
ICONA GUIDA
ALLA PREGHIERA:
DON ROBERTO ANGELI
MARTEDÌ 20 FEBBRAIO ALLE ORE
17,00 PRESSO LA PARROCCHIA DI SAN
Matteo in via Provinciale Pisana, avrà luogo
l’incontro di preghiera per le Vocazioni e alle
ore 18,00 seguirà la celebrazione della S.
Messa. Icona di questo incontro è don Roberto
Angeli.
Questo incontro si vuole collegare nella
commemorazione che la Comunità di S. Matteo
vuole fare in occasione del decimo anniversario
della morte di don Renato Roberti.
on Roberto Angeli nasce a Schio (in
D
Romagna) nel 1913. Si trasferisce presto a
Livorno dove viene ordinato presbitero nel
1936. Da subito è cappellano a S. Giulia, poi
nel 1940 parroco a Torretta e dal 1942 parroco
a S. Jacopo. Negli anni della guerra è un punto
di riferimento per i giovani cattolici. Nel maggio
del 1944 viene arrestato dalla Gestapo e
deportato nei campi di Firenze e Fossoli prima
e Mathausen e Dachau poi. Un anno dopo, nel
maggio 1945 viene liberato e torna a Livorno.
Presiede la sezione livornese della Pontificia
Opera di Assistenza, fonda il CLA: Comitato
Livornese Assistenza, il quale a carattere
provinciale si occupava dell’assistenza dei
ragazzi della strada, malnutriti e malati. Fonda
il giornale «Fides».
Tra i suoi scritti alcune biografie dei santi,
Quilici, Seton, Stenone. Il libro più famoso è
«Vangelo nei lager», ispirato al suo periodo di
prigionia.
In seguito ai maltrattamenti subiti nella
prigionia il suo stato di salute va declinando nel
tempo e si spegne a 65 anni il 26 maggio
1978.
INTENZIONE DI PREGHIERA
Perché gli uomini e le donne che si
consacrano nella vita religiosa la vivano
nella sua genuina integrità, nelle sue alte e
tremende esigenze di santità, per far
nascere negli altri la nostalgia di Dio.
C.D.V. diocesano