MARIA, «faccendiera» del Paradiso
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MARIA, «faccendiera» del Paradiso
Il libro di don Gino Franchi su S. Elisabetta Anna Seton Un dialogo di amicizia e di fede Via del Seminario, 61 57122 Livorno tel. e fax 0586/210217 [email protected] Notiziario locale Direttore responsabile Alberto Migone Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983 11 febbraio 2007 Una guerriglia scatenata da ragazzi L VERGOGNA, SENZA SE E SENZA MA! Gli incresciosi fatti di Catania mi spingono : - A porgere la mia solidarietà e quella di tutta la Chiesa livornese alle forze di polizia, a tutte le forze dell’ordine e alla famiglia del poliziotto ucciso, ma anche a tutte quelle famiglie che hanno dovuto piangere dopo fatti simili - A sostenere e riaffermare l’illimitato valore della vita umana ed a difenderla da ogni pericolo di soppressione. - A sentirmi ancora più impegnato nell’educazione dei giovani ai valori della legalità e del massimo rispetto degli altri e delle loro idee ed a sostenere che etica e sport possono e debbono convivere. - A condannare ogni forma di violenza gratuita e soprattutto la non razionale reazione di tante persone che invece di vivere un momento sportivo, creano violenza e danni. Così si uccide lo sport! - A condannare tutti coloro che appoggiano esplicitamente o implicitamente gli autori di questi fatti - Ad invitare le persone sane ad isolare questi fanatici che fanno della violenza una espressione delle loro frustrazioni, fragilità e delusioni e compiono atti più animaleschi che umani. Nello stesso tempo, dinanzi alle scritte apparse sui muri della nostra città: - Esprimo il mio più alto sdegno e grido la mia indignazione per una forma che getta discredito su una popolazione che certamente non si riconosce in simili gesti e desidera sempre più gesti di pace, attenzione e condivisione. - Auspico che non si riprendano i campionati fino a che tutti, ad iniziare dalle società, non si prendano le loro responsabilità e lascino da parte certi personaggi - Mi auguro che tutta la nostra città, ferita e disgustata da questo gesto, alzi la sua voce di condanna senza se o ma: QUESTA NON E’ LIVORNO, questa non è la Livorno che conosciamo, questa non è la Livorno in cui ci riconosciamo. - Mi rendo disponibile, insieme a tutta la Diocesi, a collaborare a qualsiasi iniziativa si intenda intraprendere per correggere questi erranti e per fare emergere il buono che, seppur nascosto, dimora in loro. - Mi auguro che non ci si fermi al momento, ma si apra un tavolo di discussione e proposte per fare emergere il positivo di tutta la nostra gente. monsignor Paolo Razzauti, Amministratore Diocesano di Livorno sarà presentato il volume: «Un dialogo di amicizia e di fede. Corrispondenza tra i Seton e i Filicchi (1788-1890)» di don Gino Franchi, edito dalla casa editrice «Books & Company» di Livorno La presentazione sarà introdotta dal professor Riccardo Burigana, Istituto Studi Ecumenici di Venezia, mentre porteranno i loro saluti Giorgio Kutufà, Presidente della Provincia di Livorno e Alessandro Cosimi, Sindaco delComune di Livorno Alla presentazione interverranno monsignor Alberto Ablondi,Vescovo emerito di Livorno; monsignor Paolo Razzauti, Amministratore della diocesi di Livorno; sua eccellenza Ronald Spogli, Ambasciatore degli Stati Uniti di America in Italia; don Gino Franchi, parroco della Chiesa Santa Anna Elisabetta Seton. Saranno presenti anche il professor Luca Codignola, Università di Genova e la professoressa Donatella Aurili Ruggiero, Università di Genova che parleranno su: «Storia di un’amicizia. Da Livorno all’America rapporti economici e spirituali a margine del volume sui Filicchi e Anna Elisabetta Seton». MARIA, «faccendiera» del Paradiso Quello che non ci deve lasciare tranquilli a Chiesa livornese, attraverso le parole del suo Amministratore diocesano che riportiamo di seguito, ha preso una posizione netta sui tragici fatti di Catania, che hanno monopolizzato l’attenzione dell’opinione pubblica in questi giorni. È noto che anche a Livorno (ma non solo, purtroppo), sono comparse scritte farneticanti, opera di persone che attendono momenti come questi per salire alla ribalta della cronaca che, altrimenti, non si prenderebbe mai cura di loro. Non credo che la scritta di uno debba rappresentare il pensiero di una città intera; è preoccupante, certo, ma non deve far perdere il senso delle proporzioni. Dispiace però osservare che la città, nel suo insieme, non perda occasione per far parlare di sé in modo negativo, spesso enfatizzando episodi che non meritano tale attenzione. Di tutto quello che è successo e si è detto in questi giorni, credo che meriti attenzione un particolare, che penso non sia sfuggito a più attenti: una buona parte degli arrestati di Catania sono minorenni. Questo significa che i promotori della guerriglia urbana, che si è scatenata intorno ad un incontro di calcio, sono poco più che ragazzi; questo che è uno degli aspetti più preoccupanti e che non ci deve lasciare tranquilli. Se questi sono i «valori» che esprimono i ragazzi delle città italiane, l’emergenza educativa assume contorni drammatici. Tutto questo non è certo un fenomeno nuovo nella storia: ce lo ricorda anche la storia di un Santo di cui abbiamo celebrato la festa in questi giorni, don Bosco. Era solito ripetere il suo grido allarmato: «Poveri giovani!»; ma questo non rimase in lui uno sterile lamento, come rischia di accadere ai nostri giorni. L’impegno della Chiesa livornese, già annunciato dalla chiara posizione di monsignor Razzauti, deve collocarsi nella prospettiva di don Bosco che, compreso l’universo giovanile, divenne un padre per i giovani, anche quelli più difficili, e li seppe amare fino alla follia. n.s. artedì 13 febbraio 2007 alle ore 15..30 M nella Sala Consiliare della Provincia di Livorno (piazza del Municipio, 4 - Livorno) Il cardinale Antonelli celebra per la Candelora el quadro delle manifestazioni per la presenza a Livorno dell’icona della Madonna di Montenero la Festa della presentazione del Signore al tempio è iniziata nella Chiesa della Purificazione con la benedizione delle candele la tradizione popolare chiama questa festa «Candelora») e con l’invocazione a Dio, fonte e principio di ogni luce, da parte del cardinale Ennio Antonelli, Arcivescovo di Firenze. Dalla Purificazione è iniziata la processione che si è snodata nelle vie del centro per arrivare nella cattedrale dove il Cardinale ha presieduto la concelebrazione insieme all’Amministratore diocesano monsignor Razzauti e al prevosto don Mauro Peccioli. In apertura della omelia monsignor Antonelli ha salutato il vescovo Ablondi «amatissimo da me e da tutti», i sacerdoti, i diaconi e la comunità in attesa del nuovo Vescovo, e ha aggiunto di sentire vicino il vescovo Diego «che è unito a noi nella preghiera». Nel ricordare i festeggiamenti per il 200° anniversario della diocesi, il Cardinale ha aggiunto che per guardare al futuro è importante fare memoria del passato, custodire la memoria non è cosa facile in un mondo che privilegia la novità, spetta a noi cristiani ravvivare la memoria e rinnovare la coscienza della nostra identità e della nostra missione nel mondo. Monsignor Antonelli ha poi svolto una riflessione sulla festa della presentazione al tempio, che ha definito «festa dell’incontro», incontro di Gesù con il suo popolo, incontro che si avvale della cooperazione di Maria. Anche oggi Maria continua a far incontrare Gesù con la gente e accompagna il cammino della Chiesa e di ciascuno di noi, Maria è la grande «faccendiera» del Paradiso, sempre piena di premure per tutti gli uomini che devono crescere nella vita divina e nella testimonianza. L’immagine della Madonna di Montenero è raffigurata nell’atto di presentare Gesù a noi, questo perché vuole N l’incontro di Gesù con la gente, e noi, come cristiani, dobbiamo poi essere capaci di manifestarlo agli altri. I fedeli devono ravvivare la consapevolezza che essere cristiani significa anche essere missionari. Monsignor Antonelli ha terminato chiedendo la grazia che questa coscienza missionaria sia sempre presente in ogni fedele perché per comunicare il Vangelo in un mondo che cambia bisogna che ci sia chi lo manifesti. A chiusura della celebrazione monsignor Razzauti ha ringraziato il Cardinale per le sue parole «illuminate e illuminanti», i confratelli sacerdoti, i diaconi e i fedeli la cui presenza è il segno dell’amore di tutta la diocesi verso la Madonna di Montenero. Ha dato poi la parola a monsignor Ablondi che ha ricordato di aver passato 40 anni nella diocesi sui 200 della sua fondazione, poi nel fare menzione della sua collaborazione con il cardinale Antonelli lo ha ringraziato per «il dono che ha fatto alla Chiesa» per la redazione del nuovo catechismo per gli adulti. Il messaggio di oggi - ha concluso il vescovo emerito - è la luce, la Chiesa è apportatrice di luce, la luce fa vedere le diversità e le fa amare, la luce ci fa scoprire tutti i doni che Gesù ci ha donato. Gianni Giovangiacomo CELEBRAZIONE IN CATTEDRALE I giovani e la Madonna avanti all’immagine di S. Maria delle Grazie di D Montenero i giovani si sono incontrati in cattedrale. Durante la celebrazione, presieduta da monsignor Paolo Razzauti, è stato tracciato un quadro della realtà giovanile livornese «oggi è più facile incontrare ragazzi stanchi, delusi, questo forse perché non riescono ancora a riconoscere i Signore», ha detto Razzauti commentando la lettura dei due discepoli che incontrano Gesù sulla strada per Emmaus, lettura che ha guidato la celebrazione. «Il Signore si incontra nelle scritture, nella parola di Dio e della Chiesa, infatti Gesù quando incontra i discepoli spiega loro gli avvenimenti attraverso le letture - ha aggiunto - loro riconoscono il Signore quando spezzano insieme il pane» e facendo riferimento alla messa domenicale ha ricordato come nell’Eucarestia ogni domenica si rinnova l’incontro con il Signore. I giovani presenti alla celebrazione sono stati invitati a porre delle domande a Razzauti, domande che hanno riportato l’attenzione sui giovani di oggi e i loro problemi «I giovani spesso vengono repressi nella Chiesa» ha risposto monsignor Razzauti «invece in questa devono potersi esprimere liberamente - e ha continuato - i ragazzi hanno bisogno di certezze, anche piccole, non devono inseguire illusioni ma capire dove stanno i valori« e ha concluso indicando come via sicura, non semplice e veloce, quella del Signore poiché come ha detto rispondendo ad una delle molte domande postagli «Il Signore non delude mai perché non sparisce mai». Martina Vecce II TOSCANA OGGI La risposta alla lettera di Mauro Nobili Il tempo del Vescovo (2) accio eco volentieri alla «provocazione» di Mauro Nobili, apparsa su «La Settimana» del 28 gennaio scorso nell’articolo «Il tempo del Vescovo», per associarmi a lui nella critica ad un certo modo di intendere la Chiesa che anch’io riscontro nella mia esperienza di laico e operatore pastorale. Mi permetto innanzitutto di osservare che l’esigenza di «dedicare molto tempo ai preti», sottolineata da Mons. Coletti, risulta paradossalmente rafforzata dalla critica di Nobili. Infatti, se le cose stanno così come lui dice, c’è un grande bisogno di rivedere e ripensare il rapporto tra laici e presbiteri prima di poter sperare in una visione meno verticale e gerarchica della Chiesa. In questo senso, allora, occorre davvero che un Vescovo dedichi molto tempo ed energie al proprio clero diocesano. Il Nobili, comunque, non intende criticare il fondamento teologico del ministero dei sacerdoti, né avanzare una più ardita visione del sacerdozio dei fedeli, bensì suscitare quella che definirei una «santa indignazione» nel popolo di Dio per tutte le volte che il comportamento supponente dei presbiteri e l’esercizio di una pastorale dissennata lacerano i rapporti con il laicato e feriscono la comunione ecclesiale! Il dibattito sul rapporto tra pastori e laici, squisitamente interno alla Chiesa, ritorna periodicamente sul palcoscenico ecclesiale da qualche decennio; segno, questo, di una grave mancanza di apertura da parte dei presbiteri e di una pericolosa sottovalutazione del problema da parte dei fedeli: cose che permettono di osservare come il Concilio Vaticano II non sia ancora penetrato a fondo nelle parrocchie, nelle mentalità e nelle coscienze cattoliche. Il Magistero della Chiesa è tornato più volte ad esprimersi su questi temi. A beneficio di coloro che non ne avessero colto subito le intenzioni o che non trovino giustificate le preoccupazioni e le diagnosi di chi scrive, sarà bene richiamarne alcune fonti, così da sgombrare il campo alle accuse di infondatezza o inopportunità in questa sede: Presbyterorum Ordinis (n. 9); Ecclesiae de mistero (premessa); Il presbitero, maestro della parola, ministro dei sacramenti e guida della comunità in vista del terzo millennio cristiano (n. 3); Il presbitero, pastore e guida della comunità parrocchiale (n. 7); Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia (n. 12); etc. Nel 2002 sono andato in Olanda ad ascoltare l’esperienza di un presbitero italiano inviato là per sanare una situazione ecclesiale tanto spiacevole quanto diffusa. Al suo arrivo, infatti, presentandosi come il nuovo parroco inviato dal vescovo ha trovato una gentile signora che gli ha risposto: «no, il parroco sono io!». La nascita di queste figure laiche che arrivano anche a «recitare» la S. Messa è il frutto amaro di un processo di secolarizzazione del clero e di clericalizzazione dei laici che, sebbene in tutt’altra forma e misura, avviene anche in Italia e di cui non si dovrebbero sottovalutare né le cause remote né gli effetti a lungo termine. Durante il ministero episcopale di Mons. Coletti a Livorno ho avuto modo di sollevare una sola volta nel CPD. la questione del rapporto tra laici e presbiteri, proprio durante la seduta illustrativa del documento sulla «pastorale integrata». Quel testo ha messo bene in guardia dal rischio dell’autoreferenzialità delle comunità e dal pericolo di intendere la parrocchia come centro-servizi ma, nonostante ciò, il tema non innescò alcun tipo di discussione. Per concludere mi limito ad osservare che gli strumenti per favorire la corresponsabilità ecclesiale esistono e sono i CPP e i CPAE, i cui Statuti dovrebbero essere ben noti sia ai presbiteri che ai laici ma i cui metodi e dinamiche di partecipazione non sono evidentemente altrettanto noti. In un Consiglio si parla e si ascolta a turno: forse i laici di oggi hanno poco da dire? o piuttosto i preti non intendono ascoltare? E questa sordità non sarà forse causata dalla paura di perdere potere e visibilità? ed il mutismo non è forse il segno di una fede poco praticata poiché poco ricevuta? Tutto ciò non dimostra, come dice Nobili, che questo Popolo di Dio serve «solo se stesso, il proprio ruolo, le proprie idee e convinzioni?». Una volta dissi al mio Capo: «C’è un problema di lavoro in officina...» ed egli mi interruppe dicendo: «Lei è qui con la soluzione al problema o ne fa parte?». Per quel che riguarda la Chiesa direi che se si tratta di un problema di potere allora i presbiteri possono dormire sonni tranquilli: i laici non riesumeranno certo il montanismo. Ma se il problema è invece la fedeltà al Vangelo allora sarà meglio che entrambi valutino più attentamente la loro tiepidezza pastorale alla luce dell’incombente vomito apocalittico. Alberto Fanfani F LA SETTIMANA DI LIVORNO 11 febbraio 2007 Le celebrazioni in onore della Madonna di Montenero in cattedrale FAMIGLIE E LAVORO: Due realtà profondamente unite La Messa in cattedrale presieduta da mons. Plotti a celebrazione dedicata alle famiglie e al mondo del lavoro, durante una delle giornate in cui la sacra immagine di Maria delle Grazie di Montenero è stata presente a Livorno, è stata presieduta da monsignor Alessandro Plotti, arcivescovo di Pisa. La cattedrale era piena di fedeli, pur essendo un giorno feriale e pur essendo una delle molte celebrazioni di questa settimana che ha visto un calendario piuttosto fitto di impegni legati alla presenza dell’immagine della Madonna di Montenero. Ad accogliere monsignor Plotti vi era l’Amministratore diocesano, monsignor Paolo Razzauti. Ad animare la Messa era stata chiamata la corale «Perosi» della parrocchia di SS. Trinità. La liturgia della Parola proponeva alcuni versetti del primo libro di Samuele, quelli in cui si descrive la maternità di Anna e la sua decisione di dedicare il proprio figlio al Signore che glielo aveva donato; alcuni versetti della prima lettera di San Giovanni apostolo, nella quale si enuncia quanto è grande l’amore di Dio per noi, al punto che ci ha chiamati figli ricordando il suo comandamento più grande: «che ci amiamo gli uni gli altri»; ed infine il vangelo di Luca che riporta il momento della vita di Gesù in cui resta nel tempio di Gerusalemme «per occuparsi delle cose del Padre mio». «Famiglia e lavoro sono due cose correlate fra di loro molto strettamente. Per la maggior parte, ognuno di voi lavora per mantenere la propria famiglia, per dare ai L propri figli ciò di cui hanno bisogno – ha detto l’arcivescovo di Pisa. Famiglia e lavoro sono due valori messi in crisi dal mondo di oggi: vi è sempre meno lavoro ed è sempre più precario. I giovani non trovano un lavoro che possa permetter loro di «farsi una famiglia, alcuni padri lo perdono e non possono più assicurare una solidità alla loro famiglia. Spesso nella famiglia non è più soltanto il padre a lavorare, ma anche la madre, perché non basta più un solo stipendio. Anche la famiglia è in crisi, molte famiglie si sfaldano, sono sempre più numerose le separazioni. Il luogo di lavoro deve essere, per ogni cristiano, il posto nel quale testimoniare la propria fede, ma spesso è un luogo in cui si entra in competizione con gli altri. Per questi motivi è necessario pregare per il lavoro e la famiglia affinché restino punti saldi nella vita di tutti noi». Alla fine della celebrazione monsignor Razzauti ha salutato monsignor Plotti e lo ha ringraziato per la sua presenza in questa occasione e per le riflessioni proposte, ricordando la vicinanza non soltanto geografica delle due città e data l’occasione dei duecento anni della nostra Diocesi si è augurato che i rapporti fra le due città siano sempre migliori rammentando, scherzosamente, come nel momento della fondazione della Diocesi di Livorno, Pisa fu un po’ «avara» concedendo alla nuova Diocesi solo una piccola lingua di terra sulla quale estendersi. Elena Cerini Maria, una madre odighitria La Messa a Rosignano na chiesa, quella di sant’Ilario e san Giovanni Battista a Rosignano Marittimo, che domenica scorsa ha visto la presenza di moltissimi fedeli in occasione della sosta dell’icona di S.M. delle Grazie, che ha concluso il suo pellegrinaggio nella diocesi. Il V vicariato ha avuto modo di vivere un momento importante, all’interno delle celebrazioni per i 200 anni della fondazione della diocesi, e di pregare davanti alla Sacra Immagine venerata a Montenero che, dopo la sosta in Cattedrale, ha toccato altri due Comuni che fanno parte della Diocesi stessa. La Santa Messa, concelebrata da tutti i parroci del Vicariato, con la presenza del padre Priore U del Santuario di Montenero e presieduta dall’Amministratore diocesano, ha dato inizio alla giornata di preghiera; in tale occasione era stato deciso di sospendere tutte le celebrazioni nelle chiese del territorio del Comune, come segno di unità e per sottolineare il forte momento comunitario che ci veniva offerto come Chiesa. Nel pomeriggio è stato possibile ai fedeli sostare per la preghiera personale e, successivamente, si è svolta una preghiera comunitaria, guidata da brevi riflessioni ispirate all’icona. Attraverso un itinerario che si è soffermato su alcuni particolari dell’immagine: il colore delle vesti, la mano che indica il Bambino, lo sguardo della Madre che ci interpella e ci invita nel cammino della Chiesa, la figura del credente rappresentato da quel cardellino che è posato sul braccio di Maria, essa si è mostrata sempre più Odighitria, cioè colei che ci «indica la via» verso Colui che è «Via, verità e vita». La recita del S. Rosario e la celebrazione solenne dei Vespri hanno concluso la giornata. Prima del rientro dell’icona nel suo santuario, appena fuori della chiesa, è stata impartita una benedizione estesa a tutto il territorio del Comune, alla quale ha fatto seguito uno scrosciante applauso e il canto della Salve Regina, a significare, nella straordinaria partecipazione di tutte le comunità parrocchiali del Vicariato, la grande venerazione per la sacra immagine di Maria. diacono Luigi Diddi LA MADONNA DI MONTENERO AL MONASTERO DEL CARMELO na delle tappe più suggestive dell’Anno U Giubilare che la nostra Diocesi sta vivendo è costituita indubbiamente dalla solenne traslazione dell’immagine miracolosa di Maria SS.ma "Madre delle grazie" in Cattedrale, dove per una settimana sarà al centro di importanti e significative celebrazioni. In occasione ditale avvenimento, alla vigilia della Festa del Voto, la sacra icona ha sostato eccezionalmente per alcune ore presso il nostro Monastero, cuore orante della Chiesa che è in Livorno. L’abbiamo accolta, con molta gioia e profonda commozione, nella mattinata di Venerdì 26 Gennaio, introdotta nella clausura monastica da don Luca Giustarini, vallombrosano che l’ha affidata alla nostra filiale e affettuosa venerazione. Per circa sette ore il nostro Coro, luogo dove ogni giorno ci riuniamo per lodare e adorare il Signore, è divenuto così un piccolo «santuario», segno della presenza discreta, ma potente della Madre di Dio in mezzo a noi. Ora dopo ora ci siamo avvicendate in preghiera dinanzi all’immagine più amata dal popolo livornese, quasi simbolo della sua fede. Nel silenzio del colloquio orante, a tu per tu, con la Madre delle grazie, abbiamo pregato per la nostra Città e per la Diocesi, in questo momento tanto delicato della sua storia, per il Vescovo che ci ha lasciati e per quello che il Signore ci donerà, per i nostri Sacerdoti, i Religiosi e le Religiose, i Diaconi e per tutti coloro che offrono quotidianamente la loro bella testimonianza di vita cristiana, pur in mezzo a tante lotte e difficoltà. Spiritualmente vicine, come veramente ci sentiamo, ad ogni uomo e ad ogni donna che cammina sulle strade della nostra Città e soprattutto ai più sofferenti, non abbiamo voluto dimenticare nessuno, fiduciose nella potente intercessione della Madonna, che tante volte ha manifestato il suo amore di predilezione per i suoi figli livornesi. È stato un evento di grazia e di misericordia, di cui vogliamo sinceramente rendere grazie al Signore, che ci ha volute benedire con questo singolare e immeritato privilegio. La nostra più viva riconoscenza va in particolare ai Padri Vallombrosani della Comunità di Montenero e all’Amministratore Diocesano monsignor Paolo Razzauti, che hanno preso questa iniziativa, adoperandosi, non senza difficoltà, per ottenere i necessari permessi. Maria SS.ma di Montenero ha voluto così preparare, nel silenzio della preghiera, il suo rinnovato incontro con i numerosissimi fedeli che l’avrebbero accolta in cattedrale. Quasi a voler sottolineare quello che monsignor Coletti ha scritto nella sua ultima Lettera pastorale: «La preghiera ci appare come il terreno nel quale cresce la comunità, o meglio come l’acqua che lo rende fecondo». E vogliamo proprio sperare che questa straordinaria visita della Madre del Signore sia sorgente sovrabbondante di luce e di benedizione per la nostra Comunità diocesana, chiamata oggi più che mai a rendere testimonianza della speranza che la sostiene, della sua fede incrollabile nel Signore Gesù. Le Suore del Carmelo TOSCANA OGGI LA SETTIMANA DI LIVORNO 11 febbraio 2007 Alla parrocchia S. Agostino ogni giovedì funziona un «ufficio lavoro» AGENDA DIOCESANA LUNEDÌ 12 FEBBRAIO - 18.00 presso il centro artistico «Il grattacielo» (via del Platano 6) incontro dei «Lunedì dantesch» sul tema “I nomi di Dio”.Tema della serata: «Induismo». - 21.00 parrocchia S. Croce (Rosignano Solvay) LECTIO DIVINA per i giovani.Tema «Legge antica o fede nella croce. Al bivio tra vecchia religione e nuova avventura di libertà» (At. 14,27; 15,35) Più che un’agenzia per il lavoro DI GIAMPAOLO DONATI iù di 2000 colloqui di lavoro in un anno, con un «database» di 707 iscritti nel 2006, di cui più della metà ha trovato lavoro, e 176 persone registrate nel solo mese di gennaio 2007. Non sono le cifre di una qualche agenzia interinale, ma dell’Ufficio Lavoro della Caritas Diocesana di Livorno, che da oltre dieci anni si occupa di intermediazione gratuita fra domanda e offerta di lavoro nella nostra città «anche se», ci dicono le due volontarie che abbiamo incontrato, Laura Nobili e Anna Scardigli «in alcuni casi hanno ricevuto offerte di lavoro anche da altre città, o addirittura dall’estero». Risultati straordinari se si pensa che alla base di tutto ci sono otto donne che, del tutto gratuitamente, si dedicano da anni ad un compito delicato che richiede non solo grande disponibilità ma anche, come è facilmente intuibile, una grande professionalità e competenza. L’ufficio è attivo ogni giovedì mattina presso i locali della Parrocchia di Sant’Agostino a partire dalle 9:30. L’orario di chiusura sarebbe alle 11:30 «ma» precisano «si va avanti a oltranza fino a che ci sono colloqui da fare, non si tratta di un ufficio di impiegati con P un orario di lavoro da rispettare». Come funziona concretamente il servizio? Le volontarie hanno dato la disponibilità del loro numero telefonico di casa, e ricevono durante la settimana le offerte dai datori di lavoro. Per lo più, ci dicono, si tratta di privati che richiedono personale per servizi domiciliari: le figure più gettonate a questo proposito sono gli assistenti per anziani, le baby sitter e le collaboratrici domestiche. Una volta raccolte le offerte, il giovedì mattina vengono convocati i «datori di lavoro» e, contemporaneamente, si presentano all’ufficio anche gli aspiranti occupati, ai quali viene data la possibilità di «registrarsi» alle offerte disponibili. E la mattina stessa vengono effettuati anche i colloqui. «Ogni datore di lavoro - raccontano - alla presenza di un volontario, incontra uno per volta tutti coloro che si sono resi disponibili per la sua offerta e, alla fine della mattinata, il prescelto viene assunto immediatamente». Una grande efficienza, quindi, ma anche un tour de force non indifferente per le volontarie, dato che ogni giovedì vengono effettuati mediamente dai 70 agli 80 colloqui. «D’altra parte tengono a dire - il collo- R Questi invece gli appuntamenti legati alla festa patronale dei sette Santi fondatori. TRIDUO IN PREPARAZIONE ALLA FESTA giovedì 15 febbraio ore 17.30 Recita dei Vespri e Be- Viaggio nel volontariato ex vigile del Comune di Livorno, Paolo Cardosi, sta LBrigata ’rischiando di perdere il suo appartamento di via Garibaldi, a causa di un debito iniziale con il condominio di Euro 1850.00, che poi è salito a circa 16.000 euro a causa delle spese legali e processuali. Purtroppo la casa è già stata messa all’asta, nel mese di dicembre e in quello di gennaio ci sono stati due incanti andati deserti. Il prossimo appuntamento per la vendita sarà il 9 maggio prossimo. È una corsa contro il tempo quella che stiamo provando a fare per salvare la casa di Paolo. Grazie all’interessamento di alcuni amici e conoscenti di Cardosi è stato aperto un conto corrente per una raccolta di offerte: c/c n. 40813040, presso UNICREDIT banca ag. via Cairoli, CAUSALE «PRO EX VIGILE CARDOSI». quio, pur portando via molto tempo, rappresenta l’elemento più qualificante del nostro servizio: in questo modo, infatti, le due parti hanno modo di conoscersi in anticipo e verificare immediatamente se si instaura un rapporto di fiducia reciproca o meno, in modo che il futuro rapporto di lavoro possa essere poi duraturo». Come si può facilmente comprendere, la maggior parte di coloro che si rivolgono a questo tipo di servizio sono immigrati. «Tutte persone regolari - tengono a precisare le volontarie l’elemento tassativo per poter essere inseriti nel database è di essere in regola con i documenti». Tuttavia, negli ultimi anni, si è assistito ad un Lectio divina, storia della Chiesa e festa patronale iprendono proprio in questi giorni alla parrocchia Sette Santi gli incontri con don Pablo (LECTIO DIVINA SUL VANGELO DI LUCA) e con don Ordesio (STORIA DELLA CHIESA E DELLA TEOLOGIA). Ecco il calendario degli appuntamenti: LECTIO DIVINA (ore 16.00 e 21.00)): giovedì’ 22 febbraio; giovedì 15 marzo; giovedì 29 marzo; giovedì 26 aprile; giovedì 10 maggio; giovedì 24 maggio STORIA DELLA CHIESA (ore 16.00 e 21.00) giovedì 25 gennaio; giovedì 1 marzo; giovedì 22 marzo; giovedì 19 aprile; giovedì 3 maggio; giovedì 17 maggio. VENERDÌ 16 FEBBRAIO - 19.00 parrocchia S. Elisabetta Anna Seton (P.za Lavagna), ultimo incontro di formazione per i catechisti della Diocesi. Interviene don Cesare Bissoli sul tema «Modelli e sussidi per la Catechesi». Un aiuto per Paolo Cardosi ALLA PARROCCHIA DEI SETTE SANTI nedizione Eucaristica; ore 18.00 Messa; ore 21.15 riflessione di don Pablo su: «La santità del cristiano nel Nuovo Testamento e nel Conc. Vaticano II. Pienezza di vita o vita dimezzata?» Venerdì 16 febbraio ore 17.30 Recita dei Vespri e Benedizione Eucaristica; ore 18.00 Messa; ore 21.15 Riflessione di don Ordesio su: «Eccclesia sancta et sempre reformanda. Riforma o aggiornamento della Chiesa? Chiesa con Cristo o chiesa con i tempi?» Sabato 17 febbraio ore 17.30 Recita dei Vespri e Benedizione Eucaristica; ore 18.00 Messa prefestiva; ore 21.15 Riflessione di don Pablo e don Ordesio su: «La vita religiosa nel N.T. e nel Conc.Vat.II» (d. Pablo) «Monaci, frati e ordini religiosi nella storia della Chiesa» (d. Ordesio) Domenica 18 febbraio FESTA DEI SETTE SANTI: ore 10.30 S. Messa solenne concelebrata; ore 12.00 S. Messa. III forte aumento del numero di italiani. «Si tratta di un segno evidente che la povertà è in aumento: oltre tutto, mentre in passato coloro che accettavano i lavori più duri, come ad esempio l’assistenza anziani 24 ore su 24, erano solo stranieri, oggi vi sono sempre più italiani che si rendono disponibili ad accettare questo genere di contratto». Ma come mai, chiediamo, una persona, datore di lavoro o lavoratore, decide di rivolgersi a voi anziché all’Ufficio di Collocamento o a un’agenzia interinale? «Sicuramente - rispondono con orgoglio le volontarie - abbiamo tre fiori all’occhiello: prima di tutto la nostra efficienza e la pressoché totale as- senza di burocrazia, che riduce di molto i tempi di incontro fra domanda e offerta: il datore di lavoro sa che, nel giro di poco, troverà la persona che cerca, come anche il lavoratore, il quale non viene iscritto a un database generico, ma comincia immediatamente a fare concreti colloqui di lavoro: e normalmente, chi ha voglia di lavorare, con noi nel giro di poco trova una sistemazione. Il secondo punto di forza è la gratuità: a differenza delle agenzie interinali, noi non prendiamo nulla dal datore di lavoro, e neppure dal lavoratore: quest’ultimo punto può sembrare banale, ma non è per nulla scontato nel mondo degli immigrati, dove esiste un sottobosco di compravendita e subappalto di posti di lavoro; e poi, da ultimo, il fatto che chi si rivolge a noi, trova dall’altra parte non un impiegato distaccato e distante, ma persone che cercano di dare prima di tutto calore umano: l’anziano che non riesce a trovare assistenza e che ci telefona in crisi ascolta dall’altra parte una voce che lo ascolta e gli dà coraggio, come pure i lavoratori, che spesso hanno storie drammatiche da raccontare e che trovano in noi non solo assistenza lavorativa, ma anche affetto e amicizia». Alla Scuola di Teologia diocesana un seminario con la professoressa Senesi Escatologia ed esistenza cristiana lla SdT (Scuola di teologia diocesana) si terrà nei prossimi giorni un seminario sull’escatologia. Il seminario si propone di approfondire alcuni lineamenti dell’escatologia cristiana, tenendo conto del dato biblico e della tradizione ecclesiale, in particolare si cercherà di dare rilievo alla tematica escatologica per ciò che riguarda l’interpretazione della storia e dell’esistenza cristiana nei momenti fondamentali del vissuto e nell’evento parusiaco. Nel corso delle lezioni affrontati i seguenti argomenti: • Prospettiva cristologica e dimensione antropologica dell’escatologia cristiana • Il dato biblico e la tradizione ecclesiale • Il dibattito sull’escatologia nel XX secolo: aspetti ecumenici e dottrina del Vaticano II • Esistenza cristiana ed escatologia • L’esistenza cristiana nella morte come condizione escatologica • L’esistenza cristiana nell’evento parusiaco. Testo di riferimento: M. BORDONI-N. CIOLA «Gesù nostra speranza. Saggio di escatologia in prospettiva trinitaria» Dehoniane, Bologna 2000. Le lezioni, che saranno tenute dalla professoressa Maria Enrica Senesi, si svolgeranno sempre alle ore 18.00 nei locali del centro culturale diocesano (via delle Galere 35) nelle seguenti date: Mercoledì 14 febbraio; mercoledì 28 febbraio; mercoledì 7 marzo; mercoledì 14 marzo; mercoledì 21 marzo; mercoledì 28 marzo. Per informazioni rivolgersi lun-merc-ven 10.30-12 al num. 0586/896516. A ALLA SCUOLA SONO APERTE LE ISCRIZIONI PER IL II QUADRIMESTRE Corsi e docenti: Iº anno – IIº quadrimestre La Rivelazione: la testimonianza della Scrittura nella Chiesa – don Piergiorgio Paolini; Gesù Cristo, mediatore e pienezza di tutta la Rivelazione – diac. Franco Caccavale IIIº anno – IIº quadrimestre Teologia morale della vita fisica o bioetica – don Raffaello Schiavone; Antropologia teologica: l’uomo in Cristo – Prof.ssa Marina Basilico;I Sacramenti – don Antonio Marini SABATO 17 FEBBRAIO - 9.30/ 18.00 giornata di ritiro organizzata dal FIES presso l’istituto S. Caterina (viale Italia 181). Guiderà l’incontro padre Florio Quercia s.j. Per informazioni, segreteria FIES 0586/211082, via fagioli 1 (lun-ven 17.00/19.00) DOMENICA 18 FEBBRAIO - 15.30 presso l’istituto Sacro Cuore in via Cecconi, incontro di formazione USMI. Don Andrea Brutto parlerà sul tema «Corpo, persona, relazione». LA GIORNATA PER LA VITA UNA RIFLESSIONE ella giornata dedicata alla vita (la prima D domenica di febbraio) non può passare inosservato il significato. Abbiamo partecipato con dolore a varie condanne a morte, tramite la TV e di recente abbiamo sofferto per la vicenda penosa di Piergiorgio Welby. Con indifferenza, invece, nel silenzio viviamo quanto accade intorno a noi: vite innocenti vengono spente nel grembo materno perché le mamme, per varie ragioni, non vogliono accogliere il frutto della propria fecondità. Sono anime che vanno a glorificare il Dio della vita, insieme ai suoi angeli, ma viene loro negato il dono meraviglioso di far parte del nostro mondo, dal Signore loro offerto per camminare accanto a noi. Se un tale misfatto lascia in perenne rimorso nei cuori di chi l’ha commesso, quelle vite non pesano, non vivono, ci mancano. La misericordia di Dio è infinita, ma non si può vivere nell’indifferenza per un tale agire disumano. Chiediamo alla Madre di Gesù che interceda per questo mondo: a te, Madre dei viventi, affidiamo la causa della vita: guarda, o Madre, ai bambini cui viene impedito di nascere e guarda ancora ai poveri cui è reso difficile vivere, a uomini e donne vittime di disumana violenza, ad anziani e malati, uccisi dall’indifferenza. Fa, o Madre, che almeno quanti credono nel tuo Figlio, sappiano annunziare con amore il Vangelo della vita, a lode e gloria di Dio, creatore e amante della vita. Lucia Menga L’INCONTRO DI PREGHIERA PER LE VOCAZIONI ICONA GUIDA ALLA PREGHIERA: DON ROBERTO ANGELI MARTEDÌ 20 FEBBRAIO ALLE ORE 17,00 PRESSO LA PARROCCHIA DI SAN Matteo in via Provinciale Pisana, avrà luogo l’incontro di preghiera per le Vocazioni e alle ore 18,00 seguirà la celebrazione della S. Messa. Icona di questo incontro è don Roberto Angeli. Questo incontro si vuole collegare nella commemorazione che la Comunità di S. Matteo vuole fare in occasione del decimo anniversario della morte di don Renato Roberti. on Roberto Angeli nasce a Schio (in D Romagna) nel 1913. Si trasferisce presto a Livorno dove viene ordinato presbitero nel 1936. Da subito è cappellano a S. Giulia, poi nel 1940 parroco a Torretta e dal 1942 parroco a S. Jacopo. Negli anni della guerra è un punto di riferimento per i giovani cattolici. Nel maggio del 1944 viene arrestato dalla Gestapo e deportato nei campi di Firenze e Fossoli prima e Mathausen e Dachau poi. Un anno dopo, nel maggio 1945 viene liberato e torna a Livorno. Presiede la sezione livornese della Pontificia Opera di Assistenza, fonda il CLA: Comitato Livornese Assistenza, il quale a carattere provinciale si occupava dell’assistenza dei ragazzi della strada, malnutriti e malati. Fonda il giornale «Fides». Tra i suoi scritti alcune biografie dei santi, Quilici, Seton, Stenone. Il libro più famoso è «Vangelo nei lager», ispirato al suo periodo di prigionia. In seguito ai maltrattamenti subiti nella prigionia il suo stato di salute va declinando nel tempo e si spegne a 65 anni il 26 maggio 1978. INTENZIONE DI PREGHIERA Perché gli uomini e le donne che si consacrano nella vita religiosa la vivano nella sua genuina integrità, nelle sue alte e tremende esigenze di santità, per far nascere negli altri la nostalgia di Dio. C.D.V. diocesano