R.9 Disciplinare prestazionale materiali

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R.9 Disciplinare prestazionale materiali
Bonifica e messa in sicurezza permanente dell’ex discarica comunale di contrada “Lama Centopiedi”
PROGETTO OPERATIVO
INDICE
1.
PREMESSA ______________________________________________________ 2
2.
CARATTERISTICHE DEI MATERIALI PER LA BONIFICA _________________ 4
3.
2.1.
MATERASSINO BENTONITICO ____________________________________________ 4
2.2.
GEOGRIGLIA PER DRENAGGI ____________________________________________ 5
2.3.
GEOSTUOIA TRIDIMENSIONALE DI RINFORZO ________________________________ 5
2.4.
MATERASSINO RENO__________________________________________________ 7
2.5.
GABBIONATE METALLICHE______________________________________________ 8
2.6.
SFIATI PER IL BIOGAS _________________________________________________ 9
CARATTERISTICHE DEI MATERIALI PER LA SISTEMAZIONE FINALE
DEL SITO _______________________________________________________ 11
3.1.
MATERIALI PER SISTEMAZIONE A VERDE __________________________________ 11
3.2.
VIABILITÀ DI ACCESSO ED INTERNA AL PARCO ______________________________ 12
3.3.
RECINZIONE DELL’AREA A PARCO _______________________________________ 12
3.4.
ARREDI DELL’AREA A PARCO ___________________________________________ 13
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DEGLI IMPIANTI E DEI MATERIALI
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PROGETTO OPERATIVO
1. PREMESSA
Oggetto del presente disciplinare (elaborato previsto dal D.L.163/2006 e smi) è la descrizione
dei principali elementi tecnico-prestazionali che saranno impiegati per la realizzazione
dell’intervento di bonifica con misure di messa in sicurezza permanente e contestuale ripristino e
riqualificazione ambientale del sito osptitante l’ex discarica comunale di località “Resicata” ubicata
in agro di Torremaggiore.
Nel presente elaborato si fornirà una descrizione dei materiali da utilizzarsi per la realizzazione
del “capping” necessario per giungere alla messa in sicurezza permanente dell’ex discarica
comunale, per la sistemazione della viabilità di accesso e la realizzazione di parco “Trisorio –
Cipolluzzi”
Il presente documento fungerà da linea guida e indicazione, al fine di indicare un livello minimo
prestazionale di qualità, per la fornitura degli impianti mobili di trattamento e i materiali che saranno
impiegati per la realizzazione dei lavori previsti nel presente progetto definitivo; gli elementi tecnici
descritti saranno quindi suscettibili di variazioni in funzione delle evoluzioni tecnologiche, del
mercato e degli approfondimenti tecnici che potranno essere eseguiti anche in corso d’opera.
Utilizzo di materiali recuperati o riciclati
In attuazione del decreto del ministero dell’ambiente (D.M.A.) 8 maggio 2003, n. 203, della
Legge Regionale n. 23 del 01.08.2006 e dei relativi provvedimenti attuativi di natura non
regolamentare, la realizzazione di manufatti e la fornitura di beni di cui al comma 3 del citato
D.M.A., purché compatibili con i parametri, le composizioni e le caratteristiche prestazionali stabiliti
con i predetti provvedimenti attuativi, deve avvenire mediante l’utilizzo di materiale riciclato
utilizzando rifiuti derivanti dal post-consumo, nei limiti in peso imposti dalle tecnologie impiegate
per la produzione del materiale medesimo.
I manufatti e i beni di cui sopra sono i seguenti:
a) corpo dei rilevati di opere in terra di ingegneria civile;
b) sottofondi stradali, ferroviari, aeroportuali e di piazzali civili e industriali;
c) strati di fondazione delle infrastrutture di trasporto e di piazzali civili e industriali;
d) recuperi ambientali, riempimenti e colmate;
e) strati accessori (aventi funzione anticapillare, antigelo, drenante, etc.);
f)
calcestruzzi con classe di resistenza Rck \leq 15 Mpa, secondo le indicazioni della norma
UNI 8520-2, mediante aggregato riciclato conforme alla norma armonizzata UNI EN
12620:2004.
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L’aggiudicatario è obbligato a richiedere le debite iscrizioni al Repertorio del Riciclaggio per i
materiali riciclati e i manufatti e beni ottenuti con materiale riciclato, con le relative indicazioni,
codici CER, quantità, perizia giurata e ogni altra informazione richiesta dalle vigenti disposizioni.
L’aggiudicatario deve comunque rispettare le disposizioni in materia di materiale di risulta e
rifiuti, di cui agli articoli da 181 a 198 e agli articoli 214, 215 e 216 del Decreto Legislativo n. 152
del 2006.
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2. CARATTERISTICHE DEI MATERIALI PER LA BONIFICA
I principali materiali previsti nel presente progetto definitivo per la realizzazione dell’intervento
sono illustrati nel seguito della relazione.
2.1. MATERASSINO BENTONITICO
Per la impermeabilizzazione del fondo e delle pareti della discarica da ri-allestire si utilizzerà
un geocomposito in fogli delle dimensioni pari a 30 x 4,25 m..
Prima della posa in opera, la superficie deve essere omogeneizzata, attraverso accurata
livellazione e compattazione (da computarsi a parte).
Qualora il geocomposito bentonitico debba essere posato su un terreno naturale o di riporto, è
necessario che la superficie del terreno stesso sia esente da protuberanze (vegetazione, radici,
pietre etc.) e da buche (da computarsi a parte).
La guaina impermeabilizzante dovrà avere le seguenti caratteristiche:
9 Essere a base di bentonite sodica naturale (minimo 500 gr./mq.)
9 Essere contenuta in due geotessili, dei quali il superiore costituito da un tessuto in
polipropilene legato meccanicamente ad un non tessuto in nylon con grammatura >= 150
gr./mq. e l’inferiore da un non tessuto in poliestere al 100% di grammatura >= 40 gr./mq.
9 Il collegamento tra gli strati dovrà essere costituito da idrocolla completamente solubile e
non tossica.
9 La bentonite interposta dovrà avere un peso specifico di 2,6 gr./cmc., Granulometria con
miscela speciale da 6 a 30 mesh e un contenuto di montmorillonite >= 95%.
9 Il coefficiente di permeabilità normale al piano per una pressione verticale pari a 50 Kpa
dovrà essere < = a 3 x 10 – 11, per una pressione verticale pari a 100 Kpa dovrà essere <
= a 1 x 10 – 11, per una pressione verticale pari a 200 Kpa dovrà essere < = a 8 x 10 – 12
(DIN 18130 – GRI GCL – 2).
9 La resistenza a trazione misurata secondo norme EN ISO 10319, nella direzione
longitudinale dovrà essere >= 10 kN/m, con deformazione a carico massimo <=22%, nella
direzione trasversale dovrà essere >= 10 kN/m, con deformazione a carico massimo <=
25%.
9 Il punzonamento statico, misurato con il metodo CNR secondo la norma EN ISO 12236,
dovrà essere per entrambi gli strati >= 1,4 kN/m. La saldatura dovrà avvenire con
sovrapposizione autosigillante con un sormonto minimo di 15 cm.
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2.2. GEOGRIGLIA PER DRENAGGI
L’armatura del capping di copertura sarà effettuata utilizzando una struttura filtro-drenoprotettiva detta “geocompositi” con elemento filtrante su entrambi i lati. Tali manufatti saranno
costituiti da una struttura centrale tridimensionale composta da 3 ordini di fili paralleli, sovrapposti
ed incrociati, ottenuta per estrusione di polietilene ad alta densità (HDPE) senza l’impiego di
additivi espandenti, sulla quale verranno termosaldati due nontessuti in polipropilene (PP) da 120
g/m² e 140 g/m². Il Geocomposito così ottenuto consentirà una perfetta filtrazione assicurando
un’elevata trasmissività.
I geocompositi saranno resi in cantiere in rotoli da 2,00 m x 30,00 m ed avranno le seguenti
caratteristiche:
HDPE e PP
Polimero costituente il manufatto
1010 g/m² (di cui 120 +140 g/m²
di geotessile)
Peso unitario (ISO 9864)
Spessore (ISO 9863)
- a 20 kPa di pressione
- a 200 kPa di pressione
Resistenza massima a Trazione (ISO 10319)
MD
6.0 mm
5.5 mm
20.0 kN/m
Allungamento al picco (ISO 10319)
MD
50%
MD
1.10 l/m/s
Portata idraulica (ISO 12958)
i=1
v=
100 kPa
Porometria del geotessile contessuto (ISO 12956)
0.07 mm
Dovranno inoltre possedere: inerzia chimica totale, imputrescibilità, inattaccabilità da parte di
roditori e microrganismi, insensibilità agli agenti atmosferici e all’acqua salmastra, stabilità ai raggi
ultravioletti ottenuta mediante adatti quantitativi di nerofumo.
I geocompositi devono avere la marcatura CE, in conformità alle norme EN.
Il Sistema Qualità del Produttore deve essere certificato a fronte delle norme UNI EN ISO
9001:2000.
2.3. GEOSTUOIA TRIDIMENSIONALE DI RINFORZO
La stabilità della scarpata della discarica in fase di post gestione sarà garantita tramite la posa
di una geostuoia tridimensionale in monofilamenti di poliammide termosaldati tra loro nei punti di
contatto, accoppiata ad un tessuto di rinforzo in poliestere ad elevato modulo o in polipropilene.
La particolare struttura della geostuoia dovrà essere tale da preservare i semi ed i germogli dal
dilavamento superficiale ed agisce come armatura permanente dell'apparato radicale, conferendo
una protezione della scarpata duratura nel tempo.
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In base alle tabelle di seguito riportate dalle quali è possibile effettuare la scelta del
geocomposito più adatto, adottando un Fg pari a 3 e osservato che la pendenza del versante è
circa 1:1,5, il geocomposito da porre in opera dovrà avere spessore pari a circa 18 mm..
Piovosità media attesa
Fattore di germinazione
Sufficiente
⇒
2
Insufficiente o T < 10°
⇒
3
Dato non disponibile
⇒
3
Pendenza del versante
Fattore per la pendenza (Fp)
1 : 3 o minore
1
1 : 2.5
2
1:2
3
1 : 1.5
4
1:1
5
Fg + Fp
≤5
>5
(Fg)
Tipologia geocomposito
spessore di circa 8 mm
spessore di circa 18 mm
Il geotessuto deve essere realizzato in fibre al 100% di polipropilene non rigenerate,
assemblate mediante agugliatura, esente da collanti, appretti, impregnature; non deve avere
subito alcun trattamento di termosaldature o termocalandrature.
Deve avere massa areica non inferiore a 250 g/m2 e resistenza a trazione non inferiore a 2,5
kN/m.
Il materiale fornito dovrà essere corredato da idonea certificazione che riporti le caratteristiche
meccaniche ed idrauliche dello stesso ed in particolare lo spessore sotto diverse condizioni di
carico, la resistenza al punzonamento, la resistenza e l’allungamento a rottura.
Ogni rotolo di geotessile fornito deve essere contrassegnato da una etichetta riportante il tipo
di prodotto, le numerazioni del lotto e del rotolo.
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Il materiale dovrà essere inattaccabile da microorganismi, insetti e roditori ed essere resistente
all’invecchiamento ed imputrescibile.
2.4. MATERASSINO RENO
In base ai risultati ottenuti in seguito alle simulazioni effettuate con il software Hec-Ras e
descritte nello studio di compatibilità idraulica allegato al progetto operativo, il transito della portata
straordinaria con tempo di ritorno pari a 200 anni nel tratto di Lama San Giorgio che costeggia la
scarpata occidentale della discarica, genera un deflusso regolare senza fenomeni di esondazione
dato che le sezioni della Lama risultano alquanto ampie. Tuttavia il transito della suddetta portata,
genera nelle sezioni di interesse un livello idrico superiore alla quota del piede della scarpata
variabile tra un minimo di 1,00 m fino a un massimo di circa 4,00 m, per cui risulta necessario
prevedere delle opere di sistemazione della sezione in particolare del piede della scarpata.
Le opere di protezione idraulica previste comprendono il posizionamento di doppio strato di
gabbionate in pietrame collegate ad una fascia di materassini Reno plasticati con filo diametro
2,20/3,20 mm maglia tipo 6x8 e altezza minima H=0,15 m posizionati sulla parte inferiore della
scarpata stessa, come indicato negli allegati grafici del progetto definitivo.
Il materasso Reno è una struttura realizzata con rete metallica a doppia torsione con maglia
esagonale con caratteristiche meccaniche superiori a quanto previsto dalle UNI-EN 10223-3.
I materassi Reno saranno riempiti in cantiere con pietre per creare una struttura flessibile,
permeabile e monolitica per i rivestimenti spondali.
Il filo utilizzato nella produzione del materasso è in acciaio dolce a forte zincatura. Al fine di
irrobustire la struttura, tutti i bordi sono rinforzati con un filo avente un diametro maggiore. I
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materassi Reno sono divisi in celle uniformi mediante diaframmature interne posizionate ad
interasse di 1m.
Le operazioni di legatura possono essere effettuate utilizzando pinze, pinze con tenaglie,
tenaglie, pistola spenax o strumento manuale. I punti metallici rivestiti in Galfan aventi le seguenti
caratteristiche possono essere utilizzati invece del filo di legatura:diametro: 3,00 mm, carico di
rottura: 170 kg/mm2. Lo spazio fra i punti non deve eccedere i 200 mm.
Prima della messa in opera e per ogni partita ricevuta in cantiere l’appaltatore dovrà
consegnare alla D.L. il certificato di collaudo e garanzia rilasciato in originale nel quale vengono
specificati il tipo e nome commerciale del prodotto, la Ditta produttrice, la Ditta a cui viene
consegnato il prodotto, la località del cantiere e le quantità fornite.
Il prodotto dovrà essere certificato secondo Linee guida per la redazione dei capitolati per
l’impiego di rete metallica a doppia torsione della Presidenza del Consiglio Superiore LLPP –
Servizio Tecnico Centrale - Maggio 2006.
2.5. GABBIONATE METALLICHE
In base ai risultati ottenuti in seguito alle simulazioni effettuate con il software Hec-Ras e
descritte nello studio di compatibilità idraulica allegato al progetto operativo, il transito della portata
straordinaria con tempo di ritorno pari a 200 anni nel tratto di Lama San Giorgio che costeggia la
scarpata occidentale della discarica, genera un deflusso regolare senza fenomeni di esondazione
dato che le sezioni della Lama risultano alquanto ampie. Tuttavia il transito della suddetta portata,
genera nelle sezioni di interesse un livello idrico superiore alla quota del piede della scarpata
variabile tra un minimo di 1,00 m fino a un massimo di circa 4,00 m, per cui risulta necessario
prevedere delle opere di sistemazione della sezione in particolare del piede della scarpata.
Le opere di protezione idraulica previste comprendono il posizionamento di doppio strato di
gabbionate in pietrame collegate ad una fascia di materassini Reno posizionati sulla parte inferiore
della scarpata stessa, come indicato negli allegati grafici del progetto definitivo.
Ciascuna gabbionata sarà costituita da tre moduli costituiti da gabbioni a scatola delle
dimensioni di 1,5x1x1 m. Queste sono strutture realizzate in rete metallica a doppia torsione con
maglia esagonale tipo 8x10 (UNI EN 10223-3).
I gabbioni sono riempiti con pietrame per creare una struttura flessibile, permeabile e
monolitica. Il filo utilizzato nella produzione del gabbione a scatola è in acciaio dolce trafilato a
freddo con rivestimento in bagno galvanico a caldo in lega eutettica di Zinco-Alluminio (5%) –
cerio-lantanio.
A tutte le estremità, la rete sarà rinforzata da fili aventi diametro maggiore di quello usato per
la fabbricazione della rete, per irrobustire la struttura e facilitare le operazioni di messa in opera.
Prima del riempimento, la gabbionata, inizialmente aperta, verrà cucita lungo gli spigoli e
verranno fissati eventuali diaframmi alle pareti laterali in modo da ottenere la sagoma prevista.
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Le cuciture saranno eseguite in modo continuo, passando il filo entro ogni maglia e con un giro
doppio ogni due maglie, a meno di diversa disposizione del Direttore dei Lavori.
Successivamente, si riuniranno più gabbionate vuote in numero confacente alle possibilità di
esecuzione dei lavori e saranno poste in opera e cucite saldamente a quelle adiacenti lungo tutti
gli spigoli di contatto, sia in direzione orizzontale che verticale.
Durante il riempimento, sarà consigliabile disporre, all’interno delle gabbionate, un certo
numero di tiranti per rendere solidali fra di loro le pareti opposte, soprattutto se le gabbionate sono
senza diaframmi. I tiranti consentono, tra l’altro, di evitare lo spanciamento dei gabbioni durante il
riempimento.
Il filo adottato per i tiranti, come quello per le legature, presenterà le stesse caratteristiche di
quello utilizzato per le gabbionate, ma con diametro non inferiore a 2,2 mm.
Il materiale di riempimento (pietrame o ciottoli di cava) dovrà avere dimensioni leggermente
superiori a quelle della maglia, ed essere riconosciuto idoneo dal Direttore dei Lavori; saranno,
comunque, da escludere i materiali friabili, gelivi e aventi basso peso specifico. Inoltre, tale
materiale sarà sistemato a mano e le facce in vista saranno lavorate analogamente alla muratura a
secco, con analogo onere di paramento.
I piani inferiori e superiori del gabbione dovranno essere perfettamente spianati.
A gabbione riempito, il coperchio verrà abbassato e legato lungo tutti i bordi del perimetro e
lungo i bordi interni degli eventuali diaframmi, utilizzando apposito attrezzo.
La cucitura verrà eseguita facendo passare il filo entro ogni maglia, con un giro doppio ogni
due maglie, salvo diverse disposizioni del Direttore dei Lavori.
Nell’allestimento, l’unione e la chiusura degli elementi è vietata ogni attorcigliatura dei filoni di
bordatura.
2.6. SFIATI PER IL BIOGAS
La dispersione libera di biogas in atmosfera sarà ottenuta tramite la realizzazione di appositi
camini costituiti da pozzi di intercettazione da ottenersi mediante trivellazione di profondità pari a
circa 2 m nel corpo rifiuti.
Il materiale di risulta proveniente dagli scavi per la realizzazione dei suddetti camini dovrà
essere posizionato nella zona più depressa del sito e dovrà essere coperto da uno strato di
materiale inerte di spessore 20 cm in modo da evitare di mettere detti materiali in contatto diretto
con l’atmosfera ed evitare la dispersione di cattivi odori.
Il pozzo trivellato dovrà essere di diametro tale da consentire la posa in opera di una tubazione
DN 400 mm in PEAD finestrato del tipo a quattro fessure all’interno della quale installare un’altra
tubazione DN 90 mm, sempre in PEAD a quattro fessure, da immobilizzarsi mediante l’apporto di
ghiaia di pezzatura compresa fra 2 cm e 3 cm all’interno dell’intercapedine che si verrà a formare
fra le predette tubazioni.
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Il pozzo dovrà essere elevato procedendo di pari passo con la realizzazione dei diversi strati
costituenti il “capping” e quindi procedendo all’innesto, sul tubo in PEAD più esterno, di una
tubazione di pari diametro, del tipo non finestrato, nonché di una tubazione di DN 90mm, del tipo
finestrato, in modo da consentire il prolungamento della tubazione interna fino ad una altezza tale
da sollevare la quota del pozzo di 0,5 m rispetto al piano dello strato di drenaggio per le acque
meteoriche.
Il camino sarà completato con un pezzo speciale a “T” che sarà innestato sulla tubazione
emergente DN 90mm in modo da evitare l’ingresso di corpi estranei al suo interno.
Il tratto terminale del camino sarà contenuto all’interno di un pozzetto in cls prefabbricato di
forma quadrata di lato 1,2 m che sarà poggiato su una soletta in cls precedentemente gettata in
opera dello spessore 0,15 m.
Il predetto pozzetto si eleverà rispetto all’estradosso del terreno di copertura di 0,3 m.
Il pozzetto sarà tompagnato utilizzando una soletta prefabbricata in cls avente funzione di
telaio di sostegno per il posizionamento di una griglia metallica tipo orsogrill di lato 0,9 m che
impedirà l’accesso diretto al bocca pozzo a soggetti non autorizzati, animali randagi, ecc.. Inoltre,
considerato che gli sfiati saranno collegati tra di loro tramite una rete di tubazioni in PEAD
posizionata nello strato di terreno vegetale, i pozzetti saranno adeguatamente predisposti fori
passatubo attraverso i quali la suddetta rete potrà essere direttamente collegata ai camini.
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3. CARATTERISTICHE DEI MATERIALI PER LA SISTEMAZIONE
FINALE DEL SITO
3.1. MATERIALI PER SISTEMAZIONE A VERDE
Il terreno agrario da utilizzare per la sistemazione a verde dovrà possedere una struttura
glomerulare, con scheletro in quantità non superiore al 5% e con pH 6-6,5 contenente sostanza
organica non inferiore al 2%.
La terra vegetale, da apportare quale substrato alla crescita della vegetazione, dovrà essere
chimicamente neutra, contenere nella giusta proporzione e sotto forma di sali solubili tutti gli
elementi minerali indispensabili alla vita delle piante ed una sufficiente quantità di microrganismi e
di sostanza organica (humus minimo 1%), esente da Sali nocivi e da sostanze inquinanti e dovrà
rientrare per composizione granulometrica media nella categoria della “terra fine” in quanto
miscuglio ben bilanciato e sciolto di argilla, limo, sabbia (terreno di medio impasto).
La presenza di pietre è tollerata nella misura del 5% in peso con elementi con pezzatura
inferiore ai 5 cm.
Le caratteristiche della vegetazione di nuovo impianto dovrà rispondenere alle seguenti
caratteristiche:
9 messa a dimora di piante di altezza non inferiore a 2,50m delle specie indicate negli
elaborati di progetto;
9 siepi ornamentali del tipo ligustrum ovalifolium, 5 - 6 piante per metro, disposte a fila
doppia, previo scavo, messa a dimora e reinterro (altezza cm. 80-100) lungo la viabilità
interna;
9 siepi ornamentali del tipo ligustrum ovalifolium, 10 - 11 piante per metro, disposte a fila
doppia, previo scavo, messa a dimora e reinterro (altezza cm. 80-100);
Tutte le piante da fornire dovranno essere etichettate per gruppi omogenei mediante cartellini
di materiale resistente alle intemperie, sui quali sia riportato in modo leggibile ed indelebile il nome
botanico del gruppo cui si riferiscono.
Per quanto riguarda il trasporto del materiale in questione, l’impresa dovrà assumere ogni
precauzione necessaria affinché le piante arrivino sul luogo di piantumazione nelle migliori
condizioni possibili, effettuandone il trasferimento con autocarri o vagoni coperti da teloni,
dislocandole in modo tale che rami e corteccia non subiscano danni e le zolle non abbiano a
frantumarsi.
Il tempo intercorrente tra il prelievo in vivaio e la messa a dimora dovrà essere il più breve
possibile.
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Le essenze arbustive saranno piante legnose a partire dal colletto o poco sopra, tali da non
evidenziare un tronco spoglio; non dovranno avere un portamento filato, dovranno possedere un
minimo di tre ramificazioni e presentarsi dell’altezza prescritta nei documenti di appalto.
Il loro apparato radicale dovrà essere ricco di piccole ramificazioni e di radici capillari; potranno
essere eventualmente fornite a radice nuda soltanto le specie a foglia caduca nel periodo di riposo
vegetativo.
3.2. VIABILITÀ DI ACCESSO ED INTERNA AL PARCO
Il progetto prevede il ripristino della viabilità di accesso esistente in MacAdam, prevedendo la
ricarica e cilindratura della stessa e la realizzazione di fondazione stradale in misto granulare
stabilizzato con legante naturale, compresa l'eventuale fornitura dei materiali di apporto o la
vagliatura per raggiungere la idonea granulometria, acqua, prove di laboratorio, lavorazione e
costipamento dello strato con idonee macchine, compresa ogni fornitura, lavorazione ed onere per
dare il lavoro compiuto secondo le modalità prescritte nelle Norme Tecniche, misurata in opera
dopo costipamento.
Analogamente il progetto prevede la realizzazione di una rete di percorsi pedonali che si
sviluppano nell’area interna del parco di ampiezza 1,00/1,50 m comprendente la realizzazione di
fondazione in misto granulometrico stabilizzato secondo quanto sopra descritto.
3.3. RECINZIONE DELL’AREA A PARCO
L’area adibita a discarica sarà delimitata da un muro perimetrale in muratura e da una
recinzione costituita da cordolo in calcestruzzo armato e pannelli grigliati.
Il muro perimetrale sarà caratterizzato da:
-
Sottofondazione in calcestruzzo per strutture non armate classe di resistenza a
compressione minima C12/15;
-
Fondazione e struttura principale in calcestruzzo a prestazione garantita - classe di
resistenza a compressione minima C28/35 in classe di esposizione ambientale XA1
armato con acciaio per calcestruzzo armato ordinario, classe tecnica B450C;
-
Rivestimento in lastre di pietra delle cave locali o travertino spessore cm 3, grezze sul
piano e nelle coste in vista, con spigolo leggermente smussato, applicato con malta
bastarda, compresa la suggellatura dei giunti con malta di cemento, gli eventuali fori e
grappe.
Le medesime tipologie di calcestruzzo ed acciaio dovranno essere utilizzate per la
sottofondazione, il cordolo della recinzione lato nord e la rampa di accesso, secondo quanto
previsto dagli elaborati di progetto.
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Il cancello d’ingresso al sito dovrà essere del tipo carrabile realizzato in acciaio Fe B 360
zincato a caldo.
3.4. ARREDI DELL’AREA A PARCO
La sistemazione finale del sito prevede la realizzazione di un’area a parco attrezzata
tramite l’installazione dei seguenti arredi da esterno:
9 Tavolo pic-nic interamente in legno trattato in autoclave con panche fissate lateralmente
posizionato su pavimentazione o su tappeto erboso;
9 Panchine metalliche complete di schienale e fianchi, trattate con materiale antiruggine,
posizionate su pavimentazione o su tappeto erboso;
9 Cestini portarifiuti tondi in lamiera zincata punzonata e calandrata posizionati su
pavimentazione o su tappeto erboso;
9 Vaso-posacenere decorativo da esterni.
La suddetta area sarà recintata come segue:
9 Tavolo pic-nic interamente in legno trattato in autoclave con panche fissate lateralmente
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