adulti e bambini a confronto. Esperienze con levotiroxina in
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ICE-ECE 2012 15th International and 14th European Congress of Endocrinology Firenze, 5-9 maggio Terapia dell’ipotiroidismo: adulti e bambini a confronto. Esperienze con levotiroxina in soluzione orale SIMPOSIO SATELLITE, 6 maggio 2012 CONG R E S S R E P ORT ICE-ECE 2012 15th International and 14th European Congress of Endocrinology Firenze, 5-9 maggio Terapia dell’ipotiroidismo: adulti e bambini a confronto. Esperienze con levotiroxina in soluzione orale SIMPOSIO SATELLITE, 6 maggio 2012 Sommario 3Introduzione Marco Cappa (Roma) 5 Farmacocinetica di levotiroxina in soluzione orale a confronto con le forme solide Murray P. Ducharme (Canada) 9 Levotiroxina: più formulazioni orali per una fine calibrazione della dose Fattori che influenzano l’assorbimento di levotiroxina Marco Centanni (Roma) Diverse formulazioni di levotiroxina per nuove opzioni terapeutiche Salvatore Benvenga (Messina) 15Bibliografia Copyright © 2012 by Elsevier srl Elsevier srl Via Paleocapa 7 20121 Milano, Italia Tel. 02 88184.1 Fax 02 88184.303 I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento totale o parziale con qualsiasi mezzo, compresi i microfilm e le copie fotostatiche, sono riservati per tutti i Paesi. Redazione: SEA, Adriana Maffei - Novara Grafica e impaginazione: T&T studio - Milano Stampa: Vela Web - Binasco (MI) Iniziativa resa possibile grazie ad un contributo educazionale di IBSA Edizione riservata per i Sigg. Medici Fuori commercio I testi sono stati visionati e approvati dai relatori del simposio. La medicina è una scienza in perenne divenire. Nelle nozioni esposte in questo volume si riflette lo “stato dell’arte”, come poteva essere delineato al momento della stesura in base ai dati desumibili dalla letteratura internazionale più autorevole. È soprattutto in materia di terapia che si determinano i mutamenti più rapidi: sia per l’avvento di farmaci e di procedimenti nuovi, sia per il modificarsi, in rapporto alle esperienze maturate, degli orientamenti sulle circostanze e sulle modalità d’impiego di quelli già in uso da tempo. Gli Autori e l’Editore non possono essere ritenuti in ogni caso responsabili degli errori concettuali dipendenti dall’evolversi del pensiero clinico; e neppure di quelli materiali di stampa in cui possano essere incorsi, nonostante tutto l’impegno dedicato a evitarli. Il lettore che si appresti ad applicare qualcuna delle nozioni terapeutiche riportate deve dunque verificarne sempre l’attualità e l’esattezza, ricorrendo a fonti competenti e controllando direttamente sul riassunto delle caratteristiche del prodotto allegato ai singoli farmaci tutte le informazioni relative alle indicazioni cliniche, alle controindicazioni, agli effetti collaterali e specialmente alla posologia. Finito di stampare nel mese di novembre 2012 Marco Cappa (Roma) Introduzione L evotiroxina (T4) è fra i principi attivi più prescritti nel mondo e la terapia dell’ipotiroidismo con questo farmaco sembra a prima vista un compito facile per gli endocrinologi con pazienti adulti e pediatrici. Eppure, un’attenta regolazione del dosaggio è critica nella gestione del trattamento e prerequisito essenziale della sua efficacia e può rappresentare un compito non semplice per il clinico, richiedendo una particolare attenzione nella valutazione di fattori quali la concentrazione, il profilo farmacocinetico del prodotto utilizzato, la bioequivalenza e l’assorbimento. La dose e il modo di somministrazione adeguati per ogni paziente dipendono dalle condizioni specifiche e dall’eventuale presenza di comorbilità che possono modificare l’assorbimento del composto, così come l’assunzione di altri farmaci e anche di alcuni cibi e bevande. In questo simposio vengono descritte le condizioni ottimali per il trattamento dei pazienti con ipotiroidismo, con una particolare attenzione per le situazioni specifiche, che ne possono compromettere l’efficacia e l’individuazione delle migliori opzioni terapeutiche in ogni singolo caso. Le formulazioni di levotiroxina a disposizione del clinico sono infatti ormai numerose e l’introduzione di una nuova formulazione liquida orale ampia ulteriormente il ventaglio delle scelte possibili. La conoscenza delle specificità farmacocinetiche di ognuna di esse è essenziale per la valutazione consapevole del trattamento più adatto al singolo paziente. In quest’ottica, il prof. Murray P. Ducharme (Montréal, Canada), illustra approfonditamente le diverse caratteristiche farmacocinetiche delle formulazioni orali di levotiroxina, in particolare per quanto riguarda le differenze tra forme solide e liquide, sottolineando le ricadute di tali differenze nella pratica clinica. L’influenza di diverse condizioni cliniche e patologiche sull’assorbimento di levotiroxina, nelle sue diverse formulazioni, viene discussa dal prof. Marco Centanni (Roma), con esempi tratti dalla pratica clinica. Infine, questi concetti vengono ancora riportati nell’ambito dei trattamenti con levotiroxina, sostitutivi o soppressivi, dal prof. Salvatore Benvenga (Messina), che sottolinea l’importanza di utilizzare le diverse formulazioni di levotiroxina, sfruttando le caratteristiche di ciascuna, al fine di garantire una più attenta e fine regolazione del dosaggio in specifiche categorie di pazienti. Non vengono invece riportati in questo report i dati clinici relativi alla popolazione pediatrica, poiché ancora non pubblicati. Nell’insieme, il quadro che emerge dalle esperienze cliniche negli adulti e nei bambini è quello di una notevole complessità della terapia con levotiroxina, la cui efficacia e la possibilità di evitare quadri di sovradosaggio ormonale, o di insufficiente trattamento farmacologico, derivano da una oculata integrazione fra le caratteristiche del paziente e quelle del farmaco utilizzato. In quest’ottica, la disponibilità di diverse opzioni terapeutiche, sotto forma di differenti formulazioni farmaceutiche, si dimostra una risorsa importante. 3 Elenco delle abbreviazioni AUC = area sotto la curva (area under the curve) BMI = indice di massa corporea (body mass index) Cmax = concentrazione massima EGD = esofagogastroduodenoscopia IC = intervallo di confidenza PE = punto stimato (point estimate) del rapporto test/ref PPI = inibitori di pompa protonica (proton pump inhibitor) Tmax = tempo necessario a raggiungere Cmax TSH = ormone tireostimolante (thyroid stimulating hormone) Murray P. Ducharme (Canada) Farmacocinetica di levotiroxina in soluzione orale a confronto con le forme solide L evotiroxina è una molecola utilizzata ormai da decenni per il trattamento dell’ipotiroidismo e quindi ben nota agli endocrinologi. Tuttavia, si tratta di un composto che necessita di essere attentamente monitorato per assicurarne un utilizzo sicuro ed efficace, come dimostrano casi verificatisi in passato di formulazioni presenti in commercio, la cui qualità e attività farmacologica è risultata essere non sufficientemente standardizzata e variabile anche fra diversi lotti dello stesso prodotto. Un notevole sforzo regolatorio è stato attuato negli ultimi anni ’90 e nella prima decade del 2000 per assicurare la qualità e l’efficacia farmacologica delle diverse formulazioni in commercio. Attualmente, le formulazioni di levotiroxina presenti sul mercato internazionale per la terapia orale comprendono compresse in diverso dosaggio (da 25 a 300 μg), capsule molli (da 13 a 200 μg), soluzioni orali in gocce (100-150 μg/ml) e, di nuova introduzione in Italia, soluzioni orali in contenitori monodose disponibili in differenti dosaggi (25, 50, 75 e 100 μg). Le formulazioni orali liquide presentano dei vantaggi potenziali, in particolare nei pazienti che possono avere problemi nella deglutizione delle formulazioni solide, come i pazienti pediatrici o anziani. Dal punto di vista della farmacocinetica, le diverse formulazioni di uno stesso principio attivo presentano caratteristiche che possono essere studiate mediante la valutazione della bioequivalenza. In farmacologia clinica, il concetto di bioequivalenza è basato sul principio che un simile andamento temporale della concentrazione plasmatica per differenti formulazioni di una stessa sostanza attiva risulterà in un’uguale concentrazione della sostanza a livello del sito d’azione, e quindi in un uguale effetto. In presenza di uno stesso principio attivo, quindi, il confronto fra diverse formulazioni comporta la determinazione della velocità e della quantità con cui il principio attivo arriva a livello sistemico, cioè della curva di concentrazione plasmatica in rapporto al tempo. È possibile determinare la bioequivalenza calcolando e comparando la concentrazione massima (Cmax) e l’area sotto la curva (AUC) della curva concentrazione-tempo osservate per due diverse formulazioni. In pratica, somministrando due diverse formulazioni dello stesso principio attivo a uno stesso individuo, viene creato un rapporto fra i valori medi di Cmax e di AUC del prodotto “test” sul La determinazione della bioequivalenza fra diverse formulazioni dello stesso “reference” (PE: point estimate del rapporto test/ref) e vengono calcoprincipio attivo permette di confrontarne lati gli intervalli di confidenza al 90% (IC 90%) di questo rapporto: le caratteristiche farmacocinetiche se tali valori cadono interamente fra l’80% e il 125%, ciò indica che e di valutarne gli effetti attesi a livello le formulazioni in esame non dovrebbero differire più di ±20% e del sito di azione. soddisfano i criteri di bioequivalenza. 5 6 Simposio Satellite Terapia dell’ipotiroidismo: esperienze con levotiroxina in soluzione orale tabella 1 Disegno dello studio di comparazione farmacocinetica fra capsule molli e compresse di levotiroxina. Studio di equivalenza farmacocinetica che confronta le capsule molli Tirosint ® con le compresse Synthroid® Disegno dello studio Studio di equivalenza farmacocinetica randomizzato, cross-over in dose singola, a due vie, due periodi Soggetti Soggetti sani dai 18 ai 50 anni di età: 14 maschi + 14 femmine Demografia Età: 32 ± 7 anni Peso: 67,7 ± 10,4 kg Etnia: Caucasici (54%) Ispanici (43%) Afroamericani (3%) Dose 4 × 150 mg Washout 35 giorni Campionamento Tre campionamenti predose; campionamenti sequenziali fino a 48 ore postdose Sicurezza Segni vitali; monitoraggio del TSH; monitoraggio continuo di eventi avversi (Modificata da: Colucci P. et al. 20111) Partendo da questi presupposti, vogliamo illustrare i risultati di tre studi che hanno analizzato le caratteristiche farmacocinetiche e i potenziali vantaggi della nuova soluzione orale di levotiroxina sodica (Tirosint®) a confronto con altre formulazioni presenti in commercio (capsule molli e compresse). Tutti e tre gli studi presentavano lo stesso disegno e rappresentavano studi randomizzati in cross-over a dose singola, effettuati in volontari sani di entrambi i sessi, non fumatori e di età compresa fra i 18 e i 50 anni. Il dosaggio utilizzato era sufficientemente alto (600 μg in dose singola) da permettere una valutazione farmacocinetica accurata al di sopra delle concentrazioni endogene basali, e il periodo di washout fra le diverse formulazioni prese in esame era pari a 35 giorni. I dosaggi plasmatici prevedevano 3 campioni prelevati prima della somministrazione del farmaco (allo scopo di ottenere livelli basali di concentrazione consistenti) e poi controlli seriali fino ad almeno 48 ore dopo l’assunzione. Dal punto di vista della sicurezza, venivano valutati i parametri vitali, l’andamento del TSH e degli eventi avversi. Nel primo studio, condotto negli Stati Uniti su 28 soggetti sani, sono state confrontate le caratteristiche farmacocinetiche delle due diverse formulazioni solide: le capsule molli da 150 μg (Tirosint®) verso le compresse allo stesso dosaggio (Synthroid®), allo scopo di determinarne la bioequivalenza1 (Tabella 1). I risultati mostrano che le curve concentrazione-tempo dei due prodotti sono sostanzialmente sovrapponibili, così come i valori di AUC e Cmax (ratio test/ref: 103% e 106,8%, rispettivamente), confermando che le due formulazioni rispettano i criteri di bioequivalenza1 (Figura 1). Gli studi 2 e 3 che vengono qui analizzati* hanno paragonato la soluzione orale con le capsule molli (Tirosint®) e con le compresse (Synthroid®), rispettivamente. Per ognuno di questi due * Dati non ancora pubblicati. 7 Far macocinetica di levotiroxina in soluzione or ale a confronto con le for me solide Studio 1 Capsule molli Tirosint® vs compresse Synthroid® Figura 1 Confronto farmacocinetico fra compresse e capsule molli. (Modificata da: Colucci P. et al. 20111 ) Concentrazione di levotiroxina aggiustata al basale (ng/ml) 100 0 1 Tirosint® Synthroid® 0,1 0 10 20 30 40 50 Tempo (ore) Parametro Media geometrica Tirosint® Synthroid® Ratio (test/ref) Intervallo di confidenza al 90% AUC0-48 (ng ∙h/ml) 1703 1654 103,0% 92,8 - 114,4% Cmax (ng/ml) 75,54 70,74 106,8% 100,7 - 113,2% 2,9 2,1 – – Tmax (h)* * Media aritmetica per Tmax. AUC0-48, area sotto la curva tempo-concentrazione da 0 a 48 ore; Cmax, concentrazione massima; Tmax, tempo per arrivare alla Cmax. studi sono stati arruolati 12 volontari sani. Nonostante le piccole dimensioni del campione, il confronto tra formulazione liquida e capsule molli ha comunque rispettato i criteri di bioequivalenza sulla base dei valori di AUC e Cmax (ratio test/ref: 98,5% e 103,5%*, rispettivamente). Tuttavia, rispetto alle capsule molli, la soluzione orale presentava una Tmax (cioè il tempo necessario a raggiungere la massima concentrazione, Cmax) notevolmente ridotta, pari a 1,7 ore verso 3,4 ore*. In altre parole, a parità di concentrazione, il principio attivo inizia a essere assorbito e raggiunge la massima concentrazione nel plasma più rapidamente quando somministrato in forma liquida piuttosto che in capsule molli. Nel terzo studio, invece, il confronto fra la soluzione orale e le compresse (Synthroid®) non ha soddisfatto i criteri di bioequivalenza, poiché sia la AUC sia la Cmax apparivano significativamente superiori con la formulazione liquida (ratio test/ref: 120,6% e 128,5%*, rispettivamente). Tale dato va tuttavia interpretato con cautela e dovrà essere confermato o contraddetto da ulteriori studi, non solo per il piccolo numero di soggetti esaminati, ma anche per la notevole variabilità farmacocinetica delle compresse, che può essere influenzata da molti fattori e dare risultati meno costanti di quanto osservato con la soluzione orale. Anche in questo caso, tuttavia, la Tmax della formulazione liquida appariva minore di quella della forma orale in compresse (2,2 ore verso 2,6 ore)*. Un’analisi combinata dei risultati dei tre studi, eseguita sommando fra loro i soggetti trattati con le tre diverse formulazioni (22 con la soluzione orale, 37 con le capsule molli e 36 con le compresse) permette un più preciso confronto fra le caratteristiche farmacocinetiche dei tre composti. Tre studi su volontari sani hanno confrontato la farmacocinetica di diverse formulazioni solide e della soluzione orale di levotiroxina. Quest’ultima presentava una maggiore velocità di assorbimento nel torrente circolatorio. 8 Simposio Satellite Terapia dell’ipotiroidismo: esperienze con levotiroxina in soluzione orale Le curve concentrazione-tempo che ne derivano non sono significativamente differenti, in termini di AUC e Cmax, fra le diverse formulazioni (ANOVA p-value: 0,14 e 0,58, rispettivamente)*. Tuttavia, emerge anche chiaramente un trend verso una minore Tmax con la soluzione orale rispetto alle altre forme solide. Analizzando quello che succede nella prima ora dopo l’assunzione del farmaco, risulta evidente come le curve di concentrazione plasmatica delle tre diverse formulazioni salgano verso la massima concentrazione con la stessa pendenza, indice di una uguale velocità di assorbimento del farmaco nel torrente circolatorio. Mentre però l’assorbimento della formulazione liquida inizia immediatamente, quello delle forme solide mostra un ritardo di circa 30 minuti, attribuibile probabilmente al tempo necessario perché le compresse e le capsule possano dissolversi, prima di poter essere assorbite. In pratica, ai diversi intervalli di tempo, prima del raggiungimento della massima concentrazione, la soluzione orale presenta una concentrazione plasmatica superiore rispetto a quella delle compresse e delle capsule molli. Riassumendo queste osservazioni, si può affermare che un’analisi globale delle caratteristiche farmacocinetiche della soluzione orale di levotiroxina rispetto alle compresse e alle capsule molli non mostra differenze significative in termini di quantità di farmaco che raggiunge la circolazione sistemica e in termini di concentrazione di picco osservata. Tuttavia, vi è un chiaro trend verso il raggiungimento più rapido della massima concentrazione plasmatica, pari a circa 30 minuti, con la soluzione orale, che non necessita di passare attraverso una fase di dissoluzione a differenza delle forme solide. La dissoluzione di un composto somministrato per os in forma solida può infatti rappresentare una tappa limitante nel processo di assorbimento nel comparto plasmatico e tutti i fattori in grado di influenzare questa fase possono modificare sostanzialmente il profilo farmacocinetico del farmaco. Al contrario, la maggiore rapidità di assorbimento delle forme liquide è legata alla disponibilità immediata per l’assorbimento, che avviene in un’unica fase. La formulazione liquida di levotiroxina raggiunge la massima concentrazione plasmatica circa 30 minuti prima delle forme solide. Rispetto a queste ultime, infatti, presenta il vantaggio di non dover passare attraverso una fase di dissoluzione prima di poter essere assorbita. Oltre a presentare vantaggi potenziali nei pazienti che possono avere problemi nella deglutizione delle compresse o delle capsule, come i pazienti pediatrici o anziani, le formulazioni liquide di levotiroxina sono assorbite più rapidamente, limitando potenzialmente il rischio di interazioni farmacologiche o con gli alimenti. Dal punto di vista clinico, tale caratteristica, unita alla maggiore facilità di deglutizione, può rappresentare un vantaggio per la formulazione liquida. L’assorbimento duodenale di levotiroxina è infatti influenzato dalla presenza di alimenti e la soluzione liquida, al momento in cui il cibo giunge nell’intestino tenue, potrebbe essere già stata assorbita completamente o in larga misura, limitando potenzialmente le possibilità di interazione farmaco-cibo e consentendo di ridurre il tempo fra assunzione della terapia e pasto. La potenziale rilevanza clinica di queste caratteristiche sarà affrontata nelle presentazioni successive. 9 Levotiroxina: più formulazioni orali per una fine calibrazione della dose Fattori che influenzano l’assorbimento di levotiroxina Marco Centanni (Roma) L’ assorbimento di levotiroxina avviene a livello dell’intestino tenue, con percentuali variabili nelle sue diverse porzioni, con una crescita lineare nei primi 60-90 minuti dopo l’ingestione per poi raggiungere un plateau. La levotiroxina utilizzata nelle varie preparazioni farmaceutiche viene ottenuta dalla forma nativa attraverso la salificazione con idrossido di sodio (levotiroxina sodica), trattamento che ne modifica la cinetica, l’assorbimento e le proprietà chimico-fisiche (stabilità, igroscopicità, dissoluzione). La sua capacità di dissoluzione è strettamente legata al suo passaggio in un ambiente acido (quale quello gastrico), fatto che rende essenziale una intatta secrezione acida gastrica per un assorbimento ottimale di levotiroxina somministrata per os2. L’esistenza di una fase gastrica come prerequisito per l’assorbimento intestinale è stata suggerita recentemente da un numero crescente di evidenze scientifiche. In realtà, in condizioni di ridotta acidità gastrica, quali la gastrite cronica atrofica, l’infezione da Helicobacter pylori o l’assunzione di PPI, vi sono evidenze farmacocinetiche e cliniche di un alterato assorbimento di levotiroxina e di un aumentato fabbisogno di ormone3,4. In particolare, dal punto di vista farmacocinetico è stato dimostrato che la fase di dissoluzione delle compresse di levotiroxina viene inibita dall’alcalinizzazione dell’ambiente gastrico in misura maggiore di quella delle capsule molli, rendendo, in condizioni di aumento del pH, le formulazioni in capsule molli potenzialmente più efficaci5. Inoltre, in uno studio clinico effettuato dal nostro gruppo in pazienti con patologie gastriche, dati preliminari dimostrano che il passaggio dal trattamento con le compresse al trattamento con le capsule molli di levotiroxina, produce nel medesimo paziente livelli ormonali simili, a dosi significativamente minori. Da ciò si evince la maggiore efficienza della formulazione in capsule molli rispetto a quella in compresse nei pazienti con alterazione dell’acidità gastrica. Nel complesso, le condizioni che possono provocare un aumentato fabbisogno di levotiroxina comprendono le cause di malassorbimento e le condizioni di pseudomalassorbimento. Con quest’ultimo termine si intendono L’assorbimento intestinale di levotiroxina somministrata per os richiede un’intatta secrezione acida gastrica. In condizioni di ridotta acidità gastrica, la fase di dissoluzione del farmaco viene rallentata, aumentando il fabbisogno dell’ormone. 10 Simposio Satellite Terapia dell’ipotiroidismo: esperienze con levotiroxina in soluzione orale Tabella 2 Principali condizioni cliniche che aumentano il fabbisogno di levotiroxina. Caratteristiche dei pazienti e compliance Preparazione farmacologica di T4 Abitudini nutrizionali Interferenze farmacologiche Pseudomalassorbimento Aumento di peso corporeo o dell’indice di massa corporea (BMI) Gravidanza Bioequivalenza alterata della preparazione di tiroxina Assunzione di T4 insieme al cibo Cibi contenenti soia Supplementazione di fibre Inibitori della pompa protonica (PPI) Idrossido di alluminio Carbonato di calcio Solfato di ferro Resine a scambio ionico Raloxifene ed estrogeni Sucralfato (Modificata da: Centanni M. et al. 2007 2 ) situazioni di aumentato fabbisogno del farmaco legate a caratteristiche parafisiologiche del paziente, quali l’aumento di peso, la gravidanza e, da tenere sempre presente, una scarsa compliance del paziente al trattamento. Inoltre, vanno considerati l’eventuale diverso profilo cinetico delle differenti preparazioni farmaceutiche di levotiroxina, le abitudini nutrizionali (quali l’assunzione del farmaco in vicinanza del cibo o l’ingestione di cibi ricchi di soia e fibre) e le interferenze farmacologiche con farmaci che adsorbono o sequestrano la levotiroxina o che modificano l’acidità gastrica (Tabella 2). Per quanto riguarda il malassorbimento di levotiroxina da cause patologiche, accanto alle forme classiche intestinali, quali il morbo celiaco o le parassitosi, vi sono anche casi secondari a patologia gastrica, probabilmente attraverso meccanismi complessi e non del tutto elucidati. Per diagnosticare la presenza di malassorbimento di levotiroxina, in presenza di un sospetto clinico, occorre in primo luogo eliminare le potenziali cause di pseudomalassorbimento, controllando specialmente l’assunzione di cibo o di altri medicinali che possono interferire con levotiroxina. Successivamente, è necessario eseguire la ricerca dell’infezione da Helicobacter pylori o lo studio della malattia celiaca seguiti o meno da una gastroduodenoscopia con biopsie multiple, che potrà evidenziare la presenza di gastrite atrofica o di morbo celiaco come illustrato in Figura 2. Ulteriori indagini da poter effettuare sono rappresentate dal breath test al lattosio e dall’esame parassitologico delle feci che permettono di rilevare la presenza di un’intolleranza al lattosio o di una parassitosi intestinale, tutte cause potenziali di malassorbimento2 (Figura 2). Nell’impossibilità di eseguire uno screening indiscriminato e costoso, la scelta delle diverse indagini da prescrivere deve essere naturalmente guidata dall’attenta valutazione anamnestica e clinica del singolo paziente. Numerose condizioni parafisiologiche, interazioni farmacologiche e con alimenti e patologie gastrointestinali possono alterare l’assorbimento di levotiroxina. Di tali condizioni occorre tenere conto nella determinazione del fabbisogno di farmaco. Nella nostra esperienza, su una casistica di più di 2000 pazienti trattati con levotiroxina, circa il 20% non ha raggiunto il target terapeutico. Di questi, circa un quarto sono stati esclusi sulla base della presenza di condizioni di pseudomalassorbimento emerse a un’anamnesi accurata (mancata compliance alla terapia, interferenza farmacologica), mentre le condizioni patologiche associate con il malassorbimento di levotiroxina sono risultate essere, in ordine di frequenza: l’infezione da 11 Levotiroxina: più for mulazioni or ali per una fine calibr azione della dose Anemia cronica inspiegabile Figura 2 Sospetto di malassorbimento della tiroxina Escludere: Pseudomalassorbimento C-urea breath test 14 – (EMA, tTgAb) – – + – + Schema riassuntivo per la diagnosi di malassorbimento di levotiroxina. (Modificata da: Centanni M. et al. 2007 2 ) Dieta o momento dell’assunzione di cibo o interferenza farmacologica Gastrinemia Pepsinogeno I Infezione da H. pylori + Breath test al lattosio EGD con biopsie multiple – + Esame delle feci + Giardiasi e altri parassiti Intolleranza al lattosio Gastrite atrofica autoimmune Celiachia Gastrite superficiale Malassorbimento di T4 Helicobacter pylori, l’atrofia gastrica, la gastrite cronica, l’intolleranza al lattosio, il morbo celiaco e infine le parassitosi intestinali. Complessivamente, è possibile affermare che quasi i 2/3 dei casi di malassorbimento di levotiroxina sono dovuti a patologie gastriche e circa il 20% a patologie intestinali, mentre i restanti casi rimangono di eziologia sconosciuta. In presenza di un sospetto di malassorbimento di levotiroxina è necessario sottoporre il paziente a un’attenta valutazione diagnostica tesa all’individuazione, e se possibile all’eliminazione, delle cause sottostanti. Il range di incremento della dose di levotiroxina in queste condizioni era compreso fra il 25% e il 48% con un tasso di reversibilità maggiore nelle patologie intestinali rispetto alle gastropatie. In uno studio recente è stato valutato in circa il 50% l’incremento di dosaggio necessario per raggiungere il target terapeutico nei pazienti con morbo celiaco6. Aggiustamenti del dosaggio di un’entità simile possono essere necessari nei pazienti con intolleranza al lattosio o con malattie infiammatorie intestinali. Un malassorbimento di levotiroxina può quindi essere presente in una frazione significativa dei pazienti con patologie tiroidee, spesso in associazione ad alterazioni della secrezione acida gastrica. Quest’ultima condizione, che può aumentare significativamente il dosaggio giornaliero di farmaco necessario, è anzi probabilmente la più frequente causa di refrattarietà alla terapia. D’altro canto, la rilevazione di una refrattarietà al trattamento con levotiroxina deve rappresentare un segnale per il sospetto e la diagnosi di patologie gastrointestinali occulte. In quest’ottica, la disponibilità di nuove formulazioni liquide di levotiroxina, più facili da assumere, maggiormente solubili o prontamente assorbibili, potrebbe aumentare l’efficacia del trattamento in questa categoria di pazienti. 12 Simposio Satellite Terapia dell’ipotiroidismo: esperienze con levotiroxina in soluzione orale Diverse formulazioni di levotiroxina per nuove opzioni terapeutiche Salvatore Benvenga (Messina) N el trattamento delle patologie tiroidee, che rivestono una enorme importanza dal punto di vista sanitario ed economico per il grande numero di persone affette, una delle priorità recentemente sottolineate dalle società scientifiche internazionali è lo sviluppo di opzioni terapeutiche innovative e più efficaci. In particolare, le nuove formulazioni di levotiroxina in grado di rendere più facile il raggiungimento di un dosaggio stabile, in quanto meno influenzate dall’interazione con alimenti o altri farmaci, rappresentano un passo in avanti significativo e reso possibile da una migliore conoscenza dei fattori che influenzano l’assorbimento e il metabolismo di questo ormone. Non è raro infatti, ancora oggi, il caso di pazienti apparentemente refrattari alla terapia con levotiroxina per cause che non riescono a essere identificate e che vanno incontro a ripetuti dosaggi ormonali ed esami strumentali, con costi sanitari notevoli. Una maggiore conoscenza dei farmaci e degli alimenti e bevande (caffè incluso), che possono interferire con l’assorbimento di levotiroxina, consente in molti casi di identificare ed eliminare la causa della refrattarietà, permettendo un notevole risparmio anche economico, a volte con un semplice colloquio con i pazienti. Il nostro gruppo ha riportato diversi casi di pazienti in cui l’apparente resistenza alla terapia con levotiroxina era attribuibile non al fatto di assumerla durante o pochi minuti dopo la colazione (contrariamente alla nostra modalità prescrittiva che è di almeno un’ora dopo la colazione), ma all’abitudine di assumere la levotiroxina con il caffè oppure con acqua ma bevendo il caffè entro pochissimi minuti dopo7,8, mostrando come questa bevanda possa alterare l’assorbimento intestinale di levotiroxina. In questi casi, il semplice posticipo dell’assunzione di caffè è stato sufficiente Nell’ambito del trattamento delle patologie tiroidee vi è necessità di individuare nuove opzioni terapeutiche in grado di facilitare il raggiungimento di un dosaggio stabile, in particolare nei soggetti anziani o pediatrici e in quelli sottoposti a terapie farmacologiche multiple. tabella 3 Il caffè altera l’assorbimento intestinale di levotiroxina. TSH sierico (mU/l)* Numero del caso Età (anni) / genere Compressa di L-T4 assunta col caffè oppure bevendo il caffè subito dopo L-T4 assunta con l’acqua posticipando il caffè** #1 47 / F 0,8-1,5 0,04-0,20 #2 40 / F 1,1-1,7 0,02-0,19 #3 38 / F 4,7-8,1 1,9-2,2 #4 46 / F 0,94-2,0 0,06-0,37 #5 48 / F 0,76-0,95 0,43 #6 62 / M 2,7 0,04 * I valori normali di TSH sierico (in mU/l) erano, rispettivamente, 0,4-4,0 (casi #1 e #6), 0,47-4,6 (caso #2), 0,27-4,2 (casi #3 e #4) e 0,4-5,0 mU/l (caso #5). ** Dettagli sul tempo di attesa fra uno e l’altro (in minuti) nel testo dell’articolo. (Modificata da: Sindoni A. et al. 2009 8 ) 13 Levotiroxina: più for mulazioni or ali per una fine calibr azione della dose Livelli mediani di TSH (mU/l) 3,0 Figura 3 Effetti del trattamento a lungo termine con omeprazolo sui livelli di TSH in 10 pazienti contemporaneamente in terapia con levotiroxina. (Modificata da: Centanni M. et al. 2006 3 ) 2,5 2,0 1,5 1,0 0,5 0,0 Nessun trattamento con tiroxina Trattamento con tiroxina e bassi livelli di TSH Trattamento con tiroxina e omeprazolo Trattamento con tiroxina ad alte dosi e omeprazolo Il grafico mostra i livelli di TSH in pazienti che non hanno ricevuto trattamento con tiroxina, pazienti in terapia con tiroxina (dose mediana, 1,58 μg/kg di peso al giorno) e nei quali è stato raggiunto stabilmente un basso livello di TSH (0,05-0,20 mU/l), in pazienti che hanno ricevuto contemporaneamente omeprazolo (alla dose di 40 mg al giorno) senza variazioni nella dose di tiroxina e in pazienti che, continuando ad assumere omeprazolo, hanno ricevuto una dose maggiore di tiroxina (dose mediana 2,16 μg/kg di peso). Ciascun box mostra la mediana (linea orizzontale dentro al box), il range interquartile (le linee orizzontali agli estremi del box) e la DS (barra verticale). Il test di Friedman è stato usato per le analisi della varianza (p <0,001). Al test di Wilcoxon si è ottenuto p = 0,002 sia confrontando i pazienti che hanno ricevuto contemporaneamente tiroxina e omeprazolo con quelli con basso TSH in terapia con tiroxina sia confrontando i pazienti che hanno ricevuto omeprazolo e alte dosi di tiroxina con quelli in terapia con omeprazolo e basse dosi di tiroxina (dose mediana, 1,58 μg/kg di peso). a far raggiungere le concentrazioni sieriche desiderate di TSH (Tabella 3). Anche il trattamento contemporaneo con PPI può determinare la necessità di aumentare i dosaggi di levotiroxina, come dimostrano ormai diversi studi che riportano aumenti significativi dei livelli di TSH nei pazienti in terapia con levotiroxina nei quali viene iniziato un trattamento con PPI oppure nei pazienti già in trattamento con PPI nei quali viene iniziata la terapia tiroxinica3,9 (Figura 3). Nella nostra personale casistica su più di 200 pazienti osservati in Le interazioni con cibi e bevande ambulatorio in un periodo di 12 mesi, in 13 casi si è osservato un (come il caffè) o con altri farmaci (come malassorbimento di levotiroxina collegato all’assunzione di caffè o gli inibitori di pompa protonica) altri farmaci (fra cui in particolare PPI, carbonato di calcio e preparati rappresentano le cause più frequenti di ferro, a volte in combinazione). Tornando alla questione dei costi di malassorbimento di levotiroxina. sanitari e tenuto conto che questi 13 pazienti avevano effettuato – La mancata individuazione di questi fattori e la conseguente, ripetuta, prima di giungere alla nostra osservazione – una media di 18 dosaggi richiesta di dosaggi ormonali comportano ormonali (uno o più fra TSH, FT4 ed FT3) senza che il problema un costo clinico ed economico rilevante. del malassorbimento di levotiroxina fosse stato risolto, è possibile quantificare in circa 300 euro per paziente il costo di questi dosaggi ormonali. Calcolando la grande diffusione del trattamento con ormoni tiroidei e con PPI nella popolazione generale (2-10% e 10-20%, rispettivamente), si potrebbe arrivare a dover moltiplicare questi costi anche per un milione di persone nella sola Italia (su una popolazione di 60 milioni di persone). 14 Simposio Satellite Terapia dell’ipotiroidismo: esperienze con levotiroxina in soluzione orale Se questi sono quindi i problemi attuali, la disponibilità di nuove formulazioni di levotiroxina potrebbe rappresentare, almeno in parte, una soluzione? I dati disponibili sembrano rispondere positivamente alla domanda, come dimostra il fatto che l’efficacia delle capsule molli di levotiroxina sodica appare essere molto meno influenzata dall’assunzione contemporanea di caffè rispetto alle tradizionali compresse10. In un caso da noi recentemente osservato, di una paziente in trattamento con levotiroxina e PPI, il passaggio dalle compresse alle capsule molli ha determinato una diminuzione significativa dei livelli di TSH. Inoltre, gli studi farmacocinetici eseguiti nella stessa paziente e in volontari sani hanno dimostrato che, nei soggetti che assumono PPI, i livelli plasmatici di levotiroxina (valutati come AUC e Cmax) sono più alti di circa il 20% e l’assorbimento è più rapido di circa un’ora utilizzando le capsule molli rispetto alle compresse. Le nuove formulazioni liquide di levotiroxina per uso orale appaiono essere meno influenzate dall’interazione con altri farmaci. Osservazioni cliniche suggeriscono che il trattamento contemporaneo con inibitori di pompa protonica non determina la necessità di aumentare il dosaggio di ormone nei pazienti in terapia con soluzioni orali di levotiroxina. Un ulteriore passo in avanti nella soluzione dei problemi da incompleta normalizzazione o soppressione dei livelli sierici di TSH causati dall’assunzione di PPI viene dall’introduzione delle nuove formulazioni liquide di levotiroxina per uso orale. In una nostra casistica di 10 pazienti con malassorbimento di levotiroxina indotto da diversi tipi di PPI, il passaggio alla soluzione orale, mantenendo lo stesso dosaggio e proseguendo il trattamento con PPI, ha permesso di ottenere una forte riduzione dei livelli di TSH e il raggiungimento del target terapeutico in un numero significativamente più alto di pazienti. L’assorbimento di levotiroxina in formulazione liquida orale sembra essere solo minimamente influenzato dall’assunzione o meno di PPI, e molto più stabile, a differenza di quanto osservato con le compresse. La ragione di queste osservazioni potrebbe essere legata alla non necessità, per l’assorbimento della formulazione liquida, di una fase di dissoluzione del farmaco, fase che è fortemente influenzata dal pH dell’ambiente gastrico. Tuttavia, abbiamo osservato che la soluzione orale di levotiroxina permetteva di raggiungere livelli terapeutici di TSH, non ottenuti con le compresse, anche in una popolazione di 14 pazienti in terapia sostitutiva o soppressiva in cui non erano evidenti problemi di malassorbimento intestinale di levotiroxina dovuti a farmaci, alimenti/bevande o patologie gastrointestinali, suggerendo una maggiore efficacia della formulazione liquida anche in questa categoria di persone. In alcuni pazienti senza patologie gastrointestinali o trattamenti con altri farmaci in grado di interferire con l’assorbimento intestinale di levotiroxina, il passaggio alla soluzione orale di ormone permette di raggiungere i target terapeutici non attendibili con le tradizionali formulazioni in compresse. La maggiore stabilità dell’effetto terapeutico anche in presenza di fattori interferenti e la facilità di assunzione anche in pazienti con problemi della deglutizione rendono le formulazioni liquide di levotiroxina una potenziale risposta ad alcuni dei problemi clinici posti dal trattamento con levotiroxina delle patologie tiroidee. Dal punto di vista farmacocinetico, il principale vantaggio della soluzione orale, a parità di dose somministrata, appare essere una velocità di assorbimento significativamente più rapida rispetto alle compresse11. Tale fattore, unito alla maggiore stabilità dell’effetto terapeutico, pure in presenza di elementi interferenti, e alla facilità di assunzione, anche in categorie problematiche di pazienti come i bambini o gli anziani, potrebbe realmente rappresentare una risposta alla necessità di nuove opzioni terapeutiche espressa all’inizio di questa presentazione. 15 Bibliografia 1. Colucci P, D’Angelo P, Mautone G, Scarsi C, Ducharme MP. Pharmacokinetic equivalence of a levothyroxine sodium soft capsule manufactured using the new food and drug administration potency guidelines in healthy volunteers under fasting conditions. Ther Drug Monit 2011;33(3):355-61. 2. Centanni M, Santaguida MG, Gargano L. Malabsorption of T4: new insights on oral thyroxine treatment. Hot Thyroidology.com Official Journal of ETA, 2007, June 1. 3. Centanni M, Gargano L, Canettieri G, Viceconti N, Franchi A, Delle Fave G, Annibale B. Thyroxine in goiter, Helicobacter pylori infection, and chronic gastritis. 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NOTE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Cod. 10791 - Depositato presso AIFA il 31/10/2012
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