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Anno 1 - Numero 2 stili di vita alternativi Dicembre 2005 WWW.DOLCEVITAONLINE.IT PARENTAL ADVISORY: EXPLICIT MAGAZINE ! IL PUNTO CRITICO O O Rock & LeNTO SEX & LOVE O O MUSICA & CULTURA VIAGGI & AVVENTURE O O La PATaGONIA O O SPECIALE O O caNnAbIs caNnAbIs Terapeutica coltivazione in/outdoor cannabis ambiente/lavoro antiproibizionismo recensioni prodotti il kamasutrA beAT generaTIon POSTER CENTRALE O O ITALIANS DO IT BETTER etnobotanica e psichedelia foto, fumetti, comix report fiere ed eventi musica, libri e film giurisprudenza e leggi sport e hi-tech ...e molto altro notizie e curiosita' L 6ROR&DPSLRQL 7HITE7IDOW(4##@ 7HITE2HINO(4##@ 'REAT7HITE3HARK(4##@(, 'REAT7HITE3HARK(4##@ %L.I×O(4##@ (IMALAYA'OLD .EVILLES(AZE(4##@ 3UPER3ILVER(AZE(4##@@ (AWAIIAN3NOW(4## !RJANS(AZE !RJANSHAZE !RJANS(AZE !RJANSHAZE 3IAMOORGOGLIOSIDIPRESENTARELAVINCITRICEDELLA (IGH4IMES#ANNABIS#UP "SKBOT)B[F WWWGREENHOUSESEEDSNL WWWKINGOFCANNABISCOM EDITORIALE MICHEL VENTURELLI E 2! Al momento in cui scrivo la redazione sta chiudendo il secondo numero di Dolce vita. Una rivista diversa da tutte le altre e che va a colmare un vuoto editoriale evidente, …come dicono tutti quelli che pensano di aver avuto un’idea originale. Non so se l’idea è originale e se ancora esistono dei vuoti editoriali. Credo però che Dolce Vita possa ricavare un posticino interessante nel panorama della stampa alternativa italiana, perché la rivista vuole spiegare in modo semplice cose complicate, rendendo accessibili a tutti i lettori informazioni che solitamente sono relegate ai “club di specialisti” …se poi “Italians do it better” perché non farlo sapere? “Ci sono solo due categorie di persone che si prendono sul serio: i geni e gli imbecilli”, diceva un mio professore, che subito aggiungeva: “non ho mai conosciuto un genio”. Non prendiamoci troppo sul serio dunque, ma cerchiamo di trattare seriamente gli argomenti importanti. La salute, ad esempio. In questo senso i contributi di Gilberto Camilla, uno dei maggiori esperti italiani nel campo delle psichedeliche, e quello di Claudio Cappuccino, uno dei membri fondatori dell’associazione canapa terapeutica, sono fondamentali. Come fondamentale è la divulgazione delle informazioni utili all’auto-produzione di canapa. Unico modo per tagliare l’erba (è proprio il caso di dirlo) sotto i piedi del crimine organizzato. Grazie dunque anche a Shantibaba e a Casalone per i loro preziosi consigli (che utilizzeranno solo i lettori olandesi perché le leggi italiane e svizzere ancora proteggono gli affari di chi grazie al traffico di stupefacenti trae ingenti guadagni). Altre preziose collaborazioni sono quelle di Fabrizio Rondolino con il suo punto critico, di Giorgio Samorini con un racconto molto particolare e dell’ avvocato Angelo Averni con la nuova rubrica dedicata alle leggi italiane. Ma gli stili di vita alternativi non riguardano solo le sostanze psicotrope. Anche il palato vuole la sua parte e a partire dal numero 3 inaugureremo una rubrica di cucina. Cominceremo con i vegani! Gente che vive e sopravvive senza consumare nulla di origine animale. Carne, pesce, uova, latte, miele, cuoio e lana sono banditi dalla tavola e dagli armadi di queste persone che non sono una setta. Semplicemente si battono per i diritti degli altri esseri viventi. Intanto però, aspettando il numero 3, godetevi questo numero 2! Buona lettura a tutti. La redazione Abbiamo deciso di regalare ai nostri lettori questo secondo numero di Dolce Vita perchè è Natale e anche noi, seppur alternativi, siamo tutti piu buoni; perchè le vendite del numero 1 sono andate molto bene e invece di alzare il prezzo dela rivista (come farebbe qualsiasi altro editore in questo caso), noi preferiamo regalarla per allargare ulteriormante il nostro giro di contatti e di lettori. Buone Feste! Dolce Vita 06. Guardando le stelle 08. Notizie dal mondo e curiosità 09. Dolce Vita People 11. Eventi e manifestazioni - The UK Hydro & Hemp Expo Londra, HighLife Barcellona 12. Il punto critico di Fabrizio Rondolino - Rock & Lento 14. Lo scrigno delle meraviglie di Shantibaba 16. Luce artificiale nella coltivazione indoor 17. I consigli del canapaio 19. Cannabis terapeutica di Claudio Cappuccino - Cronologia degli usi medici della cannabis - La riscoperta della marijuana medica negli anni '70 - Presentazione dell'Associazione Cannabis Terapeutica 20. Cannabis ambiente e lavoro - La Canapa: una risorsa pulita per un'economia sostenibile 21. Dolci foto (Medicine-Man from Mr Nice Seedbank) 22. Cronache da dietro il cancello di Maurizio Gazzoni - Sesso e carcere 24. Poster "Italians do it better" Direttore responsabile: Michel Venturelli Direttore editoriale: Matteo Gracis “Ecko” Supporto legale: avv. Angelo Averni In redazione: Michel Venturelli, Matteo Gracis "Ecko", Scott Blakey “Shantibaba”, Filippo Vona, Monica Mariotti, Franco Casalone, Fabio Cardoni, Stefano Ferrante “Crisis”, Angelo Averni, Ivan Artucovich Hanno collaborato: Fabrizio Rondolino, Gilberto Camilla, Giorgio Samorini, Claudio Cappuccino, Maurizio Gazzoni, Andrea De Angelis, Emiliano Duroni, Marco Matiuzzo, Luca Marola, Marina Cernia, Alessandro Peretti, Vijava, Pao, Poz, Crasty, Vox, ENjOINTeam Progetto grafico: Giacomo Feltri Copertina e indice: Matteo “Ecko” Sito web: www.dolcevitaonline.it Email: [email protected] - Ministry of Cannabis Culture 28. Viaggi & avventure - Patagonia: punto di incontro + appunti di viaggio 30. Sociale e volontariato - Super etica da supermercato (parte seconda) 31. Giurisprudenza e leggi di Angelo Averni - Istigazione all'uso di sostanze stupefacenti 32. Preti, Suore ed Errori diabolici di Giorgio Samorini 33. Attualità e antiproibizionismo - ConFini Zero 35. Come usare gli psichedelici SENZA FARSI MALE di Gilberto Camilla 36. Etnobotanica - il Kratom 38. Sex & Love - il Kamasutra 39. High tech - eMule: peer to peer ai massimi livelli - Tips & Tricks 41. Musica - Beat generation - Recensioni: dancehall, reggae, rock... - Recensioni gruppi emergenti 44 43. Comix 45. Sport - Olimpiadi e Snowboard + INDICE DISTRIBUTORI M Pubblicità, abbonamenti e distribuzione: IndePeople - AziendaProdAction Tel: +39.329.7346830 Email: [email protected] Sito web: www.indepeople.com www.aziendaprodaction.com Stampato presso: Tipografia Milanese Srl Corsico (MI) ATTENZIONE La redazione di “Dolce Vita” e i suoi collaboratori non intendono e non vogliono in alcun modo incentivare e/o promuovere condotte vietate dalle attuali leggi vigenti nei Paesi dove la rivista è reperibile. Tutte le informazioni contenute sono da intendersi esclusivamente ai fini di una più completa cultura generale nonché sulle strategie di riduzione del danno. La redazione non si assume nessuna responsabilità per un uso improprio delle informazioni contenute in “Dolce Vita” e ricorda ai lettori che il possesso e la coltivazione di cannabis sono VIETATE. “Dolce Vita” non è responsabile dei contenuti e dei prodotti presenti sulle pubblicità della rivista. Nessun contenuto può essere copiato o riprodotto senza autorizzazione. www.DOLCEVITAONLINE.it 321 47. Indice pubblicità e info varie Edito da Azienda ProdAction in collaborazione con ENjOINT.com M 27. Recensioni prodotti . AZIENDA PRODACTION NETWOrK ... 012345678987654 26. Sangue vivo C.P. 207 6500 - Bellinzona 5 (Svizzera) ALTERNATIV LIFESTYLE .. - Erba medica: utilizzi e riflessioni Anno 1 - Numero 2 Dicembre 2005 .. FUCK Uu ! kADOREBADBOYS 2005 Dolce Vita 03. Editoriale di Michel Venturelli SWEET LIFE . !& ITALIANS DO IT BETTER !!! WWW.enJoinT.com ! UNDERGROUND.MOVEMENT !.. INDICE .ÀÚ hÚ ÃÞÞÚ ½ô¾Ú ØãÚ ôØÚ ô{Ú Þô £JÚ hÚ ¨¬VvåЬîlЬÀb¬£ ìììÀvåЬîlЬÀb¬£ 3529$ /¶$(52+<'52321,&$ 6,17$5'$5( #/,452%3%.:!&2/.4)%2% -©"&30'"3. 473;7%3 ".7Úh 7vÀÚhÚô³ôÚØØ³ÚØØÚÚ£JÚhÚ¨¬Vv£»JÜJÀÜ #%%3Ú#Úh 7vÀÚhÚô³³Ú©{Úô³ÚØ×ÚÚ£JÚhÚ¨¬V¨l¬¬Ð¨vÀb¬£ ,OSLX¶SLFFRORHLOSLX¶ HFRQRPLFRGHLVLVWHPL DHURSRQLFL >Ê«ÀâiÊ/À«>VÊVÌÕ>Ê >V iÊVÊ}ÊiÀ>ÀÃt GUARDANDO LE STELLE E’ inverno. Guardo il cielo di questo piccolo paese di montagna. E’ talmente azzurro e nitido che sembra dipinto. E pensare che ieri qui nevicava abbondantemente: grandi fiocchi di neve cadevano lenti e inesorabili, in una danza precisa e armoniosa. Ora invece il sole splende alto nel cielo, illumina tutto, anche gli angoli più nascosti. E tutto brilla e tutto è bianco intorno a me.. le case, gli alberi, le strade. Bambini che giocano in un silenzio rassicurante mi rievocano ricordi lontani, malinconici ma piacevoli. Alcuni pezzi di ghiaccio appesi su una grondaia, si stanno lentamente sciogliendo. Mi perdo nel percorso di una goccia che scivola sulla finestra. E penso all’infinito. Con tutto questo freddo, in mezzo a questo vento pungente, sarebbe quasi lecito sentirsi soli e desolati.. e invece mi sento leggero, sollevato e protetto da tutta questa poesia che mi circonda. Come un albero robusto ma oramai privo di foglie o come una ciliegia matura ma oramai ghiacciata.. attendo l’arrivo della primavera, del vento tiepido e delle giornate che si allungano. E in questa splendida attesa, in questo dolce letargo, mi godo questo magico invern Matteo “Ecko O Dolce Vita 6 NOTIZIE DAL MONDO NASCE LA BIRRA PER CANI: È ANALCOLICA, NON GASATA E HA IL SAPORE DI MANZO Produrre una birra per i cani. La bizzarra idea è venuta alla società Dog Star Brewing di Napa in California che ha deciso di lanciare sul mercato la bevanda. La birra è analcolica, non è gasata ed è stata aromatizzata al manzo. La birra è sempre prodotta dalla fermentazione del malto d’orzo. Ci sono molti modi per dimostrare il proprio affetto verso il cane, recita la pubblicità della Dog Star Brewing, perché non farlo offrendogli una birra? Secondo gli inventori della birra, la bevanda va servita al cane rigorosamente ghiacciata. CAPELLI LISCI O RICCI? STOP ALLA PARRUCCHIERA, BASTERÀ UNA PILLOLA D’ora in avanti, stop alle sedute dal parrucchiere, per avere una nuova chioma fluente o un bella testa riccioluta basterà una pillola. Il team di scienziati francesi del gruppo l’Oréal ha annunciato di aver scoperto che cosa determina il capello riccio o liscio e di conseguenza di essere in grado di realizzare una pillola per fare i boccoli o raddrizzare qualsiasi capigliatura. Gli scienziati inoltre, ritengono che la scoperta possa portare alla fine dei capelli grigi, perché la stessa pastiglia potrebbe essere utilizzata anche per ripristinare il colore originario del capello prematuramente ingrigito. A LONDRA IL COCKTAIL PIÙ ESCLUSIVO DEL MONDO, COSTA 500 EURO Lo hanno chiamato Magie Noir il cocktail da 333 sterline (circa 500 euro). L’esclusiva bevanda è stata creata dal Giles Andreis, considerato un vero artista del settore, e commissionata da due misteriosi e facoltosi clienti dell’Umbaba (noto night club di Londra). Sarà servito in una esclusiva coppa di fine cristallo intarsiato di diamanti. Già, ma cosa contiene il costosissimo cocktail Magie Noir? Si parla di limone, yohimbe (una radice afrodisiaca africana), cognac invecchiato marca Richard Hennessy e champagne Dom Perignon, con un tocco di raffinatissima crema. CANE RAZZISTA: FERMA SOLO SPACCIATORI DI COLORE Succede in America: Dolpho, pastore tedesco proveniente dall’Europa e specializzato nell’individuazione di sospetti trafficanti di droga sembra in procinto di terminare la sua carriera di cane poliziotto ed essere rispedito a casa con ignominia. Il motivo? È accusato di razzismo, o quantomeno di forte parzialità. Sembra infatti che quando è in servizio fermi solamente gli spacciatori di colore, spesso aggredendoli. Il compagno di lavoro del cane, l’agente Berger, difende il suo amico dicendo che “diventa aggressivo solo quando capisce che qualcuno ha paura di lui, quando qualcuno si mette a correre per paura oppure si agita troppo”. Ma l’avvocato che ha raccolto le denunce di numerosi spacciatori afro-americani non è dello stesso avviso: “Questo cane fa differenza tra bianchi e neri”. In alcuni casi avrebbe addirittura chiuso un occhio al cospetto di spacciatori bianchi. Alcuni giorni fa, ad esempio, dopo aver fermato un bianco sospetto in macchina, l’agente ha intimato l’uomo di scendere. Il cane, invece di fermare lo spacciatore, ha aggredito un ragazzino di colore, mordendogli un piede. Continua l’avvocato: “In altre occasioni, il cane si è comportato nello stesso modo, aggredendo le persone di colore. Penso che il cane faccia distinzione tra bianchi e neri. È un razzista”. CUCINARE FA BENE AL CERVELLO Una notizia che farà la gioia di chef e casalinghe di tutto il mondo: è ancora il Giappone a proporre una rivelazione sensazionale. Gli scienziati della Tohoku University hanno scoperto che un’intensa attività ai fornelli migliora l’afflusso di sangue nella corteccia prefrontale, una zona del cervello con funzione di controllo del processo decisionale e delle capacità di calcolo. L’esperimento, condotto su quindici donne tra i 35 ed i 55 anni, con tecniche supersofisticate, come la tomografia ottica ha evidenziato che dedicarsi all’arte della cucina richiede complesse azioni cerebrali, tali da mantenere il cervello attivo e vitale. L’effetto è positivo anche sugli uomini: con un corso di cucina di tre mesi, seguito per almeno 15 minuti al giorno, l’attività della corteccia prefrontale si fa ben evidente. Aumentano così le capacità previsionali e di calcolo. Un modo semplice e divertente per mantenere in forma una delle aree del cervello più importanti per le attività cognitive. FONTE: WOR L DW IDE WE B Se una persona adulta urlasse ininterrottamente per 8 anni e 7 mesi circa, produrrebbe abbastanza energia sonora per riscaldare una tazza di caffé Umani e delfini sono le uniche specie che fanno sesso per piacere. CURIO SANDO ?! Perché “separato” si scrive tutto insieme quando “tutto insieme” si scrive separato? Una pulce può saltare una distanza pari a 350 volte la lunghezza del suo corpo. E’ come se un uomo potesse saltare da un capo all’altro di un campo di calcio. Perché gli aeroplani non vengono fatti con lo stesso materiale delle scatole nere degli aeroplani? Si bruciano più calorie dormendo che guardando la TV. Perchè per chiudere Windows si deve cliccare su “start”? L’occhio dello struzzo è più grande del suo cervello. I tre marchi di fabbrica più redditizi del mondo sono Marlboro, Coca Cola, e Budweiser, in quest’ordine preciso. Le stelle marine non hanno cervello. La parola “cimitero” deriva dal greco “koimetirion”, che significa “luogo per dormire”. 8 Dolce Vita Perché Noè non ha lasciato affogare quelle due zanzare? Perché le pecore non si restringono quando piove? Perché sterilizzano l’ago prima di praticare le iniezioni letali? e infine… Adamo aveva l’ombelico? DOLCE VITA PEOPLE Tanti saluti dalla capitale! Cari redattori della “Dolce Vita”, abbiamo avuto modo di apprezzare le vostre pubblicazioni e speriamo che apprezziate le nostre coltivazioni… almeno a livello visivo. Si tratta di una pianta di Skunk coltivata in collina, all’aperto. La serra che si vede è stata chiusa soltanto nelle ultime 2 settimane di vita della pianta, a causa di quegli “scassamaroni” dei cacciatori! Dopo 10 anni di esperienza possiamo affermare che la coltivazione outdoor è l’unica eticamente e praticamente accettabile. Autarchia unica via! Saluti da Skunklandia. Qualche problema di luce? INVIATECI LE VOSTRE FOTO, ILLUSTRAZIONI E LETTERE A [email protected] OPPURE A Azienda ProdAction, via Mac Mahon 89, 20155 – Milano E’ gradita qualunque tipo di foto, non necessariamente di piante. Dolce Vita 9 La combinazione vincente La vittoria non è certo una questione di tenacità o supposizioni, ma solo di conoscenze. La vittoria diventa arte quando il giocatore impara bene come funzionano tutti i meccanismi della coltivazione. Bio Nova offre tutto questo: noi conosciamo il comportamento delle piante ed abbiamo realizzato una linea di prodotti per ogni metodo di coltura. Ogni prodotto vive e respira come un’armoniosa miscela di fertilizzanti biologici ed additivi calibrati perfettamente sulle esigenze delle piante che crescete. Ogni prodotto deriva direttamente dalla natura. I risultati sono facilmente prevedibili. Sarà intensificata l’attività radicale e aumentata la resistenza, sarà stimolata la crescita e il raccolto risulterà accresciuto per qualità e per quantità. Risultati come questo vengono più facilmente con la conoscenza e la comprensione. Non tutti possono essere degli esperti, ma tutti possono usare l’esperienza Bio Nova per ottenere i risultati voluti. Con i prodotti Bio Nova userete tutte le volte una combinazione vincente. Sfrutta le tue chance per vincere…. Usa fertilizzanti naturali Bio Nova. Vuoi più informazioni sui fertilizzanti naturali Bio Nova? Visita: www.bionova.nl o il nostro distributori in Italia: Indoorline SNC, Volvera(TO): www indoorline.com o Canafoia di Pipicella G, Rimini: www.canafoia.com EVENTI E MANIFESTAZIONI The UK Hydro & Hemp Expo (Londra 4-5-6 novembre 2005): GOOD SHOW ! Dopo aver visitato le varie fiere europee del settore (CannaTrade, Spannabis, HighLife, CTF) ero curioso di vedere questa UK Hemp Expo, per constatare se fosse stata all’altezza della città in cui si svolgeva, la magica Londra: esame passato a pieni voti, per quanto mi riguarda. Ottima location (di fianco allo storico stadio di Wembley), un po’ fuori dal centro città ma facilmente raggiungibile con i mezzi pubblici. Ottima organizzazione e disposizione degli stand. Ampio spazio relax con relativi bar, divani, ecc. (cosa non da poco in questo genere di fiere). Abbondante affluenza di pubblico (oltre 12.000 persone) dovuta ad una massiccia pubblicità e alla distribuzione di molti biglietti gratuiti. Prodotti interessanti, ditte grandi, medie e piccole, straniere e locali. Decine di omaggi e gadgets di vario tipo e soprattutto le immancabili hostess di alcune compagnie olandesi, hanno reso il tutto ancora più piacevole. Organizzata in collaborazione con la rivista WeedWorld, questa manifestazione si candida ad essere uno degli appuntamenti più importanti a livello europeo per gli addetti ai lavori e non solo. Il prossimo anno la fiera sarà spostata, a circa 50 km da Londra, per ampliarla ancora di più: si terrà infatti nella Ricoh Arena, un complesso nuovo di zecca che dicono, farà sgranare gli occhi ad ogni visitatore. L’appuntamento è quindi per il 2006. Info su www.ukhempexpo.com [a cura di Matteo “Ecko”] International Highlife Fair (Barcellona 15-16 ottobre 2005) : PIU’ OMBRE CHE LUCI pochi aspetti positivi riscontrati sono da ricondurre all’ambientazione della Fiera stessa: Barcellona è una città fantastica in cui si respira sempre un’ottima brezza di libertà e tolleranza. Locali di ogni genere con prezzi d’ingresso abbordabile e senza buttafuori; possibilità di sfamarsi a qualunque ora; arte che permea ogni momento della quotidianità; fermenti culturali in abbondanza; fumatori di canne di ogni razza, stile, età in ogni luogo ad ogni ora. Nessuno sente la necessità di nascondersi in quanto fumatore, gay, punkabbestia o deviato in generale. Insomma, un week end a Barcellona lo consiglio a tutti, noi abitanti della bigotta, ignorante ed ipocrita Italietta di provincia. L’elemento che più mi ha colpito nei giorni precedenti la fiera è stato la più totale assenza di promozione in città: nessun manifesto per le strade, nessuna locandina nei locali, nessun articolo sulla stampa locale che ha portato un evento così importante a trasformarsi in un piccolo happening tra poche migliaia di intimi… Un altro motivo strettamente legato al poco successo di pubblico è stato il biglietto d’ingresso a 15 euro. Prezzo forse consono con gli standard olandesi od inglesi dove per poter comprare un pacchetto di sigarette si deve accendere un mutuo! Non di certo per la Spagna dove con 15 euro si cena o meglio ci si ingozza al punto da metter su qualche chilo! Una notte in una pensione costa 16 euro, un pacchetto di sigarette 3, la discoteca iper trendy 10 (con inclusa consumazione), ecc.. Di solito si può essere predisposti a spendere tanto ma ci si aspetta in cambio qualcosa di qualitativamente magnifico, unico e speciale. Aggettivi assolutamente inappropriati per descrivere la situazione. Poche aziende straniere e l’assenza delle più importanti del settore. Anche il periodo è stato poco azzeccato, forse volutamente. Solo un mese prima a Madrid si era svolta un’altra fiera e, visti i costi degli stand vedo probabile che il motivo di un appuntamento così ravvicinato volesse essere un volgare modo per costringere le aziende e gli addetti stranieri a fare la “scelta di campo”. L’intrattenimento sfiorava l’imbarazzo: balletti su musica “techno” ogni 40 minuti eseguiti da ragazzi appositamente portati dall’Olanda non per la loro particolare bravura ma credo per la loro particolare economicità. L’unica cosa degna d’attenzione l’originale capigliatura del ballerino più atletico e “diva”. Listino bar più caro dei prezzi normalmente praticati. Nessun prodotto nuovo, nessuna evoluzione del settore per lo meno intuita. E’ stato un costosissimo già visto gestito in modo autarchico ed autoreferenziale dal padrone della guida HighLife, della rivista SoftSecrets, dei semi HighQualitySeeds, ecc ecc. Da una sorta di “imperatore” olandese della canapa ci si deve aspettare qualcosa di più. [a cura di Luca Marola] Dolce Vita 11 IL PUNTO CRITICO a cura di FABRIZIO RONDOLINO Ha lavorato nello staff di D’Alema, Ha pubblicato due romanzi e due raccolte di racconti, ha scritto con Simona Ercolani “Amori” e “Walter e Giada” (RaiTre). Collabora alla “Stampa”, a “Panorama” e a “Donna Moderna”. ROCK & LENTO Adriano Celentano ha portato in Italia l’America, la giovinezza, la ribellione, la velocità – ancora non si chiamava ‘rock’, quella musica, e ancora doveva scoppiare il Sessantotto, e i ragazzi giravano in giacca e cravatta e le ragazze non facevano quasi mai l’amore prima del matrimonio e la televisione era in bianco e nero e aveva un solo canale: il Nazionale. Celentano per primo ha incrinato quell’equilibrio che pareva perfetto, e portando la ribellione giovanile da noi, seppur nella forma della canzonetta, ha segnato una rottura pari a quella di Elvis in America: capelli lunghi, balli “osceni”, allusioni sessuali… Con Celentano – come con Elvis – il diavolo della musica nera s’impossessa del corpo di un bianco e, per quanto edulcorato e addomesticato, mantiene intatto un sapore di lascivia e di trasgressione che segnerà per sempre gli anni a venire. Oggi quella ribellione ci appare un po’ ridicola, e molti atteggiamenti o modi di fare ci sembrano scontati e acquisiti da sempre. Ma non è affatto così. La questione, semmai, è che cosa Celentano significhi oggi, e perché venga considerato un alfiere della libertà. La prima ragione è ovvia: la televisione pubblica italiana è talmente conformista e benpensante, che basta davvero poco per produrre un programma ‘eversivo’. Ma c’è almeno un’altra ragione, che ha a che fare con l’ormai popolarissimo gioco del “rock” e del “lento”. E’ il vecchio gioco della Torre, o del Giudizio universale: e funziona sempre. Perché consente di dividere il mondo in buoni e cattivi, e di consumare così qualche piccola grande vendetta. “Rock” e “lento” sono dunque diventati il nuovo tormentone nazionale, e le categorie fondamentali attraverso cui misurare e giudicare il mondo. E l’erba? E’ rock, naturalmente e qualcuno potrebbe persino sostenere che è hard rock; ma è anche lenta, l’erba, quantomeno perché la lentezza, oggi, è molto rock. Il limite di Celentano e di ogni gioco della Torre è proprio questo: sforzandosi a tutti i costi di dividere il mondo in bianco e nero, finisce con il perdere di vista la complessità, e la bellezza, dell’arcobaleno. L’erba, come molte delle cose buone della vita, non è né rock né lenta. E’ jazz. L’erba non si atteggia a trasgressiva perché vuole stupire o creare scandalo o fare la rivoluzione, ma è percepita come trasgressiva semplicemente perché procura piacere. Ama i piccoli gruppi, le conversazioni sottovoce, le affettuosità e le intimità. L’erba allude ad un’ideale di vita rilassato, comunitario, anarchico; ma è abbastanza realista per sapere che il mondo funziona in un altro modo, e che non ha molto senso metterlo a ferro e fuoco. L’erba insomma è tollerante: e la tolleranza è probabilmente il più grande dei principi liberali. 12 Dolce Vita LO SCRIGNO DELLE MERAVIGLIE a cura di SHANTIBABA Breeder della Mr Nice Seedbank. Tra i massimi esperti mondiali di genetiche e semi di cannabis. Padre di alcuni degli strain più famosi al mondo tra cui White Widow e Super Silver Haze. In questo numero affronteremo il tema delicato, e quanto mai attuale, medica, In questo numero vorrei affrontare il tema delicato è quanto mai attuale dell'erba medica,dell’erba ovvero della cannabis utilizzaovvero della cannabis utilizzata con finalità terapeutiche ta con finalità terapeutiche. I primi a considerare la pianta di cannabis per le sue proprietà mediche furono i cinesi che già nel terzo millennio a.C. (ovvero circa 5'000 anni fa) la introdussero nel più antico testo cinese sulle piante medicinali, il Pen T'sao Ching, raccomandandola per "disordini femminili, gotta, reumatismo, malaria, stipsi e debolezza mentale". Un luogo comune che grava da sempre sulla fitoterapia (ovvero la scienza che si occupa della cura di malattie con l'utilizzo di piante), è quello di pensare che essendo piante allora tutto è naturale e di conseguenza innocuo. In realtà non occorre essere esperti per sapere che il numero di piante che contengono sostanze nocive per l'uomo è molto alto: per esempio l'oleandro, il mughetto o il prezzemolo possono provocare effetti collaterali indesiderati anche gravi. La cannabis è una "miniera d'oro" di sostanze utili: oltre a produrre più di 60 diversi cannabinoidi, sostanze uniche nel loro genere ed introvabili in altre piante medicinali, produce anche oltre 200 terpeni e terpenoidi. I terpeni caratterizzano l'odore e l'aroma della pianta e sono i componenti principali degli oli essenziali (quelli che vengono utilizzati dall'industria alimentare per conferire il gusto di cannabis a cibi e bevande). I terpeni sono spesso responsabili delle proprietà medicinali delle diverse piante che vengono utilizzate da centinaia di anni nella cura delle malattie dell'uomo . La produzioni di cannabinoidi e terpeni nella pianta varia a seconda del suo patrimonio genetico: chiunque abbia un minimo di esperienza di coltivazione avrà notato che per quanto botanicamente la cannabis rimane cannabis, vi sono innumerevoli differenze tra i vari cultivar sia nell'aroma, che nella colorazione delle infiorescenze, che nella produzione stessa di resina. Essenzialmente oggi giorno vi sono 3 tipi di prodotti medicinali che contengono cannabinoidi: Cannabinoidi sintetici: prodotti in laboratorio dal costo molto elevato. Il loro rappresentante più noto si chiama Marinol e guarda caso è prodotto da un'industria farmaceutica multinazionale (Solvay Pharmaceutical con sede a Bruxelles). In questa categoria possiamo anche aggiungere il recente Rimonabant, un prodotto non ancora sul mercato, ma che sembra essere molto efficace nell'aiutare a perdere peso e ridurre l'appetito. E' prodotto dalla Sanofì Syntelabo e si stima che abbia un valore di mercato potenziale di miliardi di dollari. Cannabinoidi estratti: la ditta che si occupa di produrre questi farmaci coltiva piante di cannabis dalle quali poi estrae con sistemi a freddo, i cannabinoidi necessari per la formulazione dei farmaci. Il rappresentante più noto è il Sativex, prodotto dalla ditta inglese GW Pharmaceuticals. Fiori di cannabis a 'grado medicinale': trattasi di sistemi di coltivazione controllati e standardizzati in tutti i loro aspetti che dovrebbero consentire la produzione di fiori di cannabis che hanno caratteristiche standard (ovvero un contenuto di cannabinoidi e di terpeni costanti). Per il momento il paese più avanti su questo fronte è l'Olanda, vedi l'esperienza Bedrocan. Inoltre, alcuni paesi come il Canada, concedono licenze per la coltivazione di piante di cannabis a pazienti che hanno una certificata necessità di essere curati con i cannabinoidi. 14 Dolce Vita Fiore di MNS Fiore di MRS Mango HazeMANGO HAZE Fiore Fiore di MRS G13di MNS G13 Quello che risulta strano è che più andiamo avanti e più sembra che l'unico modo di curarsi con i cannabinoidi sia quello di rivolgersi all'industria farmaceutica. La mia visione, molto semplicemente, è che se una persona è libera di provare a curarsi i vermi intestinali con l'aglio o i problemi di sonno con la camomilla, allora anche la cannabis, intesa come pianta, dovrebbe essere un'opzione disponibile per il malato. Considerato che gli effetti collaterali di questa pianta sono medio-leggeri (soprattutto rispetto a molti altri farmaci e piante medicinali acquistabili liberamente, es. Aspirina), diventa difficile capire come mai non ci sia la volontà a far ri-scoprire gli effetti terapeutici di questa pianta alle persone che ne hanno bisogno. Il Dott. Lester Grinspoon, in un articolo pubblicato lo scorso agosto sulla rivista canadese 'Cannabis Health', ha proposto la seguente teoria: l'industria farmaceutica, offrendo soluzioni molto più care del semplice coltivare e consumare (possibilmente vaporizzandoli) i fiori di una pianta, ha ogni interesse a che la proibizione continui e l'utilizzo della pianta non sia autorizzato. In questo modo l'industria può godere di un 'monopolio' del mercato dei cannabinoidi. Per questo si può dire che l'industria farmaceutica sta cercando di farci credere che le arance (la pianta di cannabis) fanno male perché hanno la buccia, mentre il succo di arance fa benissimo (cannabinoidi sintetici o estratti). Recenti studi stanno dimostrando che, soprattutto combinando i cannabinoidi THC e CBD in proporzioni uguali, si possono ottenere rimedi efficaci anche contro malattie quali la sclerosi multipla, l’epilessia o il reutatismo articolare: non a caso l’industria farmaceutica ha aperto gli occhi e vuole ora ad ogni costo far suo questo mercato. Io sono convinto che la ricerca debba proseguire su tutti i fronti e che maggiori saranno le opzioni disponibili per le persone malate, più possibilità ci saranno di trovar loro il rimedio più indicato al loro caso. A causa delle pressioni dei governi che non permettono la ricerca sulla pianta, o cercano di ostacolarla in ogni modo, il nostro sapere sui cannabinoidi e i terpeni è ancora nelle fasi iniziali e invece di avanzare a pieno ritmo, sembra di procedere a singhiozzo. L'oscurantismo e la vera e propria “caccia alle streghe” che la cannabis purtroppo subisce da quando fu proibita ha fatto si che tante persone sofferenti non abbiano potuto avere accesso ad una medicina che viene usata dall'uomo sin dai tempi più antichi. Coltivare una pianta medicinale per un proprio bisogno è un’esperienza di per sé terapeutica: perché allora chi ci prova spesso viene arrestato? Vaporizzare le infiorescenze della cannabis permette di assumerne i principi attivi senza però inalare le sostanze tossiche che si creano in caso di combustione. Dolce Vita 15 www.ivanart.net LA LUCE ARTIFICIALE NELLA COLTIVAZIONE INDOOR LA LUCE ARTIFICIALE PER CONTROLLARE LO SVILUPPO DEI VEGETALI IN SERRA a cura di ALESSANDRO PERETTI Architetto specializzato in illuminotecnica dei vegetali Tra i processi promossi dalla luce sicuramente il più importante è la fotosintesi, funzione che assorbe la maggior parte di energia luminosa che colpisce le piante. La crescita e la fioritura delle piante sono influenzate da numerosi fattori quali fertilizzanti, tecniche di coltivazione (terra o “fuorisuolo”), temperatura, umidità del suolo, concentrazione di CO2, fitoregolatori quali ormoni e vitamine, quantità di energia raggiante. Quest’ultimo fattore, a parità di tutti gli altri, determina la velocità e la possibilità di crescita delle piante. L’industria illuminotecnica negli ultimi anni ha sviluppato numerosi prodotti dedicati all’illuminazione dei vegetali, producendo sia lampade che schermi riflettenti adatti a questi scopi. di polveri fluorescenti applicate sulla parete interna del tubo. Grazie all’ampia superficie luminosa e alla bassa temperatura della parete, le lampade possono essere montate molto vicino alle piante (3-5cm) elevando notevolmente il rendimento dell’impianto. Alcune aziende produttrici di sorgenti hanno da qualche anno messo in commercio delle lampade a fluorescenza tubolari dotate di particolare efficienza fitostimolante, queste sono la Sylvania con la Grolux e la CH Lighting con le Grolight. Il loro utilizzo è consigliato per le fasi di germinazione del seme, radicazione delle talee e come integrazione nei processi di fioritura. LE SORGENTI LUMINOSE PER SERRA Dagli studi effettuati tra la fine degli anni ‘60 e la fine degli ‘80 sono state definite quali sorgenti sono più adatte a stimolare i processi fotobiologici. Negli ultimi 10 anni poi, le maggiori aziende produttrici di sorgenti (Philips, Osram, Sylvania, GE) hanno sviluppato e messo in commercio nuove lampade in grado di soddisfare il fabbisogno dei vegetali. Spesso la scelta del prodotto da utilizzare è un compromesso tra le diverse esigenze, e cioè: - dimensioni dell’ambiente di coltivazione - fase del processo di coltivazione da soddisfare - altezza della stanza di coltivazione - calore presente nell’ambiente di coltivazione LAMPADE A SCARICA DI GAS In queste sorgenti la luce viene prodotta dalla collisione di elettroni e di ioni contenuti in un gas. La luce prodotta è ottenuta per trasformazione diretta dell’energia elettrica in luminosa. In queste sorgenti, l’energia elettrica trasformata in calore è molto minore rispetto a quelle ad incandescenza, pertanto, essendo più bassa la quantità di energia che diventa calore, ne resta una quantità maggiore che viene trasformata in energia luminosa. Queste sorgenti per funzionare non possono essere collegate direttamente alla rete di alimentazione, ma richiedono l’impiego di un reattore che ha il compito di erogare il giusto valore di corrente elettrica da fornire al bulbo oltre che di un accenditore per l’innesco della scarica. Le lampade a scarica di gas si distinguono: sorgenti a scarica a bassa intensità: sorgenti a scarica ad alta pressione: lampade fluorescenti lineari lampade fluorescenti compatte lampade sodio ad alta pressione Realizzato grazie al supporto di Indoorline Per maggiori informazioni o dettagli tecnici scrivete a [email protected] LAMPADE A FLUORESCENZA COMPATTE Sono state introdotte sul mercato allo scopo di mettere a disposizione dei clienti sorgenti luminose con le seguenti caratteristiche: - dimensione simile alle lampade a scarica di gas ad alta pressione; - buona emissione di luce per la stimolazione dei processi fotobiologici; - efficienza luminosa e radiante, durata analoga alle lampade a fluorescenza lineari. Il principio di funzionamento è analogo a quello delle lampade a fluorescenza lineare mentre il tipo di tecnologia presuppone un sistema di accensione dalle dimensioni ridottissime. Durante l’ultimo anno sono stati proposti sul mercato europeo prodotti quali le Fluo Compact di Indoorline, lampade a fluorescenza compatte ad altissima efficienza radiante nate espressamente per supportare lo sviluppo dei vegetali. Queste sorgenti, vista la grande dimensione, vengono prodotte con l’attacco E 40 (lo stesso usato nelle HPS e nelle MH) e possono essere montate direttamente sui riflettori presenti nelle serre. Altri aspetti peculiari di queste sorgenti sono l’innesco istantaneo e la riaccensione immediata, oltre al bassissimo calore prodotto rispetto alle altre lampade. Tipo di lampada Fluo Compact 2700K Fluo Compact 2700K Fluo Compact 6400K Potenza W 125 W 200 W 200 W Flusso luminoso lm 10.000 lm 17.000 lm 17.000 lm Fattore di conversione mW/lm 2.5 2.5 2.5 Flusso radiante mW 25000 25000 30000 Applicazione consigliate Fotosintesi e fotoperiodo lampade alogenuri metallici LAMPADE A FLUORESCENZA LINEARI Queste sorgenti sono costituite da un tubo di vetro che contiene vapori di mercurio a bassa pressione ed internamente rivestito da uno strato di speciali polveri fluorescenti. Nelle due estremità del tubo si trova un elettrodo ricoperto da sostanze speciali in grado di emettere, una volta sollecitato elettricamente, una notevole quantità di elettroni che innescano i gas presenti rilasciando una radiazione elettromagnetica nel campo del visibile. Per permettere l’accensione della sorgente è necessario interporre un reattore tra la sorgente e la linea elettrica. La composizione della luce emessa è dettata dal tipo Fluo Compact di Indoorline 200W 16 Dolce Vita LAMPADE AGLI IODURI METALLICI (MH Metal Halide) La composizione spettrale simile a quella solare e l’elevata efficienza radiante rendono queste lampade adatte ai processi di crescita vegetativa. Il tubo di scarica in vetro compreso tra i due elettrodi contiene gli ioduri metallici che a lampada fredda sono depositati sulle pareti del tubo stesso. L’impulso elettrico, generato del sistema di accensione, produce un arco che sublima gli ioduri metallici dissociandoli in vapori liberi di iodio e metallo. La vaporizzazione dei metalli genera il flusso luminoso. Queste lampade sono molto sensibili agli sbalzi di tensione tra gli elettrodi, soprattutto per la presenza del sodio, l’ultimo ioduro a vaporizzare. Il tempo di accensione è di circa 2-3 minuti, necessario affinché venga raggiunta la pressione di funzionamento del vapore, e quindi la massima emissione di luce. Se l’alimentazione viene interrotta o avviene un brusco abbassamento di tensione, la lampada si spegne e bisogna attendere che si raffreddi prima di poterla riaccendere nuovamente. Nella seguente tabella sono indicate le caratteristiche delle lampade ad alogenuri metallici per l’illuminazione delle piante. Potenza W 150 250 400 Flusso luminoso lm 12.000 22.000 42.000 Distanza consigliata 30 cm 40 cm 50 cm Superficie coltivabile 0,5 mq 1 mq 2 mq Applicazione consigliate sviluppo vegetativo prefioritura (prime 2-3 settimane a 12h) LAMPADE AL SODIO AD ALTA PRESSIONE (HPS High Pressure Sodium) Il tubo di scarica presente nel bulbo è riempito di gas xenon arricchito di un’amalgama di sodio e mercurio. Il funzionamento è condizionato dalla presenza di un sistema di accensione remoto in grado di fornire una scarica pari a 3 – 5 KV, questo impulso ionizza il gas xenon quanto basta per innescare e mantenere l’arco tra i due elettrodi. Queste sorgenti combinano un’elevata efficienza radiante con una distribuzione spettrale elettromagnetica particolarmente adatta ai processi fotobiologici di maturazione e fioritura. Il tempo di accensione è di circa 3 - 5 minuti, necessario affinché venga raggiunta la pressione di funzionamento del vapore, al fine di ottenere la massima emissione di luce. Le potenze più utilizzate in questo settore sono le 250W, 400W e le 600W e in casi sporadici le 150W e 1000W. Questo tipo di sorgente emette molto calore perché ricca di toni compresi tra i 555 nm e i 650 nm, questo fattore fa si che occorra mantenerle ad una certa distanza dalle parti apicali della pianta, in modo porporzionale alla lampada stessa. Potenza W 150 250 400 600 Flusso luminoso lm medio 12.000 32.000 55.000 90.000 Distanza consigliata 30 cm 40 cm 50 cm 70 cm Superficie coltivabile 0.5 mq 0.7 mq 1.0 mq 1.5 mq Applicazione consigliata sviluppo floreale Vista la grande richiesta di queste sorgenti e sorta la necessità di migliorane le caratteristiche spettrali assecondandole al fabbisogno spettrale fotosintetico. Le aziende produttrici hanno realizzato delle lampade espressamente dedicate alla promozione dei processi fotobiologici, tra queste le migliori sono le Sylvania Grolux e le Philips Agro e Greenpower. Queste lampade emettono uno spettro elettromagnetico più ricco di toni blu rispetto alle HPS standard, assecondando maggiormente la curva di sensibilità delle piante alla fotosintesi. I CONSIGLI DEL CANAPAIO 1. IL MIGLIOR STRAIN DA COLTIVARE OUTDOOR CONSIDERANDO IL RAPPORTO QUALITÀ/QUANTITÀ? Quello adattato al microclima particolare del posto dove si coltiva. I microclimi possono essere centinaia, e così le varietà. 2. E’ VERO CHE LE PIANTE COLTIVATE INDOOR SONO PIÙ “POTENTI” DI QUELLE COLTIVATE OUTDOOR? No. Le piante indoor possono usufruire di condizioni climatiche più vicine all’ottimale, ma l’azione del sole, della pioggia, del vento, la quantità di terreno disponibile e la durata del ciclo di sviluppo, relativamente meno importante e spesso maggiore, rendono una pianta ben curata outdoor quasi sempre migliore (non “più potente” ma migliore come insieme di qualità) di una cresciuta in ambiente artificiale. Non commettiamo l’errore, come purtroppo si fa troppo spesso, di crederci più in gamba della natura. 3. VEGETATIVA/FIORITURA: QUALI TEMPI? Ci sono due scuole: chi manda in fioritura (cambia i cicli luce/ buio) le piante da seme dopo soli 20-25 giorni, e chi aspetta almeno fino alla 5-7° settimana di crescita. Dopo 20 giorni le piante hanno 4-5 palchi di foglie: cresceranno ancora per 3-5 settimane prima di dichiararsi maschi o femmine: a questo punto (circa 50 giorni) le piante saranno lunghe e con poche ramificazioni. Buona condizione per un impianto molto fitto (“sea of green”, fino a 25 piante per mq), in cui il raccolto sarà quasi esclusivamente la cima centrale. Miglior resa se non si dispone di luci abbastanza potenti da illuminare a sufficienza per più di 25 cm in profondità dalla cima delle piante. Dopo 45 giorni le piante hanno 10-12 palchi di foglie, entro 15 giorni si potranno dichiarare: con 60 giorni di crescita ci saranno numerosi rami e se le piante avranno abbastanza spazio, non saranno cresciute troppo in altezza. In questo caso la densità ideale sarà di 4 piante per mq. Il raccolto sarà costituito dalla cima centrale e da tutte quelle sui rami. Con un investimento minore in piante ed in lavoro si potranno avere le stesse rese che nel caso precedente, o addirittura migliori nel caso di lampade più potenti, con un’intensità utile fino a 60-70 cm dalla cime. In questo caso il volume delle cime sarà migliore che nel caso del “sea of green”. a cura de IL CANAPAIO Autore di alcune tra le principali pubblicazioni italiane dedicate alla cultura e alla coltura della cannabis tra cui “Il Canapaio” e “Canapicoltura Indoor”. Dolce Vita 17 CANNABIS TERAPEUTICA CRONOLOGIA DEGLI USI MEDICI DELLA CANNABIS a cura di CLAUDIO CAPPUCCINO INDIA: La Cannabis è citata come “rimedio” nei più antichi testi medici Ayurvedici. L’uso nella medicina tradizionale sembra risalire al II millennio a.C. CINA: I sec. d.C. La canapa è citata nella più antica farmacopea, il Pen Ts’ao, come utile per “disordini femminili, gotta, reumatismo, malaria, stipsi e debolezza mentale”. Tradizionalmente si sostiene che i testi di questo libro risalgono al III millennio a.C. ROMA: I sec. d.C. Dioscoride (“Materia Medica”) la ritiene utile per mal d’orecchi, edemi, itterizia e altri disturbi. II sec. d.C. Galeno la raccomanda contro le flatulenze, il mal d’orecchi e il dolore in genere. Usata in eccesso “colpisce la testa, immettendovi vapori caldi e intossicanti”. LA (RI)SCOPERTA MODERNA 1621 Robert Burton (“Anatomia della melanconia”) riferisce la possibile utilità della Cannabis in quella che oggi chiamiamo “depressione”. 1682 Secondo il New London Dispensatory “cura la tosse e l’itterizia ma riempie la testa di vapori”. 1764 New English Dispensatory: far bollire le radici della canapa e applicare il decotto sulla pelle per ridurre le infiammazioni, nonché per “disseccare i tumori” e per sciogliere i “depositi nelle articolazioni”. 1839 William B. O’Shaughnessy, medico inglese trapiantato in India, pubblica un articolo sugli usi medici in quel paese: “On the preparations of the Indian Hemp, or Gunjah”. Riferisce dettagliatamente sull’uso di cannabis nelle seguenti condizioni: reumatismo acuto e cronico, idrofobia, colera, tetano e convulsioni infantili. Dopo un cenno al “delirio” causato dall’intossicazione cronica, riporta i metodi per preparare l’estratto e la tintura di “gunjah”, e i dosaggi consigliati nei vari casi. 1845 Lo psichiatra francese J.-J. Moreau de Tours pubblica “Du hachisch et de l’alienation mentale” e considera la Cannabis come strumento di indagine della mente, e come farmaco efficace in varie malattie mentali. LA CANNABIS IN FARMACIA 1854 La Cannabis è inclusa per la prima volta nello U. S. Dispensatory: “potente narcotico (...) Si dice che agisca anche come deciso afrodisiaco, che stimoli l’appetito e che occasionalmente induca uno stato di catalessi. (...) produce il sonno, allevia gli spasmi, calma l’irrequietezza nervosa, allevia il dolore. (...) [come analgesico] differisce dall’oppio perché non diminuisce l’appetito, non riduce le secrezioni e non provoca stitichezza. I disturbi per i quali è stata specialmente raccomandata sono le nevralgie, la gotta, il tetano, l’idrofobia, il colera epidemico, le convulsioni, la corea, l’isteria, la depressione mentale, la pazzia, e le emorragie uterine”. 1860 L’Associazione medica dell’Ohio nomina un “Comitato sulla cannabis indica”. La Cannabis è dichiarata utile per: tetano, nevralgie, emorragie post-partum, dolore del parto, dismenorrea, convulsioni, dolori reumatici, asma, psicosi postpartum, tosse cronica, gonorrea, bronchite cronica, dolori gastrici. Inoltre è raccomandata come sonnifero e come farmaco capace di stimolare l’appetito. 1886 H. C. J. Wood (“Treatise on Therapeutics”): la Cannabis è “usata soprattutto per il sollievo dal dolore; (...) per calmare stati di irrequietezza e malessere generale; per alleviare le sofferenze in malattie incurabili, come la tisi all’ultimo stadio; e infine come blando sonnifero”. 1887 H. A. Hare (“Therapeutic Gazette”): la Cannabis è soprattutto utile come analgesico, paragonabile per efficacia all’oppio, e in particolare nell’emicrania, anche in casi altrimenti intrattabili, in cui agisce anche come profilattico; nelle nevralgie; nella tosse irritativa; nonché come tranquillante-analgesico nei malati di tisi. Inoltre, sarebbe anche un efficace anestetico locale, particolarmente in odontoiatria. 1887 The Lancet raccomanda l’uso di canapa indiana “notte e giorno, e continuato per un certo tempo” come “il miglior rimedio disponibile nel trattamento della cefalea persistente”. 1890 J.R. Reynolds (“The Lancet”) riassume 30 anni di esperienza con la cannabis, e la ritiene “incomparabile” per efficacia nell’insonnia senile; utile come analgesico nelle nevralgie, inclusa quella del trigemino (tic douloureux), nella tabe, nell’emicrania e nella dismenorrea (ma non nella sciatica, nella lombaggine e in genere nell’artrite, come nella gotta e nei “dolori isterici”); molto efficace negli spasmi muscolari di natura sia epilettoide che coreica (ma non nella vera epilessia); e invece di incerto valore nell’asma, nella depressione e nel delirio alcolico. 1900 In Italia sono previsti dalla Farmacopea Ufficiale (F.U.) sia l’estratto che la tintura di Cannabis indica. 1915 P.E. Alessandri (“Droghe e piante medicinali”): la Canapa indiana “usasi nel tetano, nelle nevralgie, isterismo, emicrania, reumatismo, corea, asma, e in molte altre malattie non escluso il cholera, dando però quasi sempre resultati contraddittori”. 1916 William Osler (“The principles and practice of medicine”): la Cannabis è “probabilmente il rimedio più soddisfacente” per l’emicrania 1949 P. Mascherpa (“Trattato di farmacologia e farmacognosia”). Si tratta di “un medicamento cerebrale e precisamente un analgesico analogo all’oppio e alla morfina”, che può avere più o meno gli stessi usi di questi. Però la farmacologia della cannabis è “poco conosciuta”, e il suo uso per varie ragioni “piuttosto limitato”. LE ULTIME SCOPERTE 1964 Gaoni e Mechoulam isolano il delta-9-tetraidrocannabinolo (THC), il più importante principio attivo della Cannabis. In seguito si scoprirà che la Cannabis contiene oltre 60 cannabinoidi. 1986 Howlett: il THC deve agire tramite un recettore di membrana basato sulla proteina G, meccanismo simile a quello degli oppioidi. 1990 Matsuda isola e clona il recettore (accoppiato a proteina G come previsto) dalla corteccia cerebrale di ratto. Il legame con THC attiva la adenilciclasi, inibisce i canali del calcio e facilita quelli del potassio.Successivamente verranno riconosciuti due sottogruppi di recettori, CB1 e CB2. 1992 Devane isola dal cervello del maiale il primo endocannabinoide e lo chiama anandamide. Dolce Vita 19 CANNABIS TERAPEUTICA LA RISCOPERTA DELLA MARIJUANA MEDICA NEGLI ANNI ‘70 Tutti sappiamo com’è andata la storia. Nel 1937 il signor Anslinger, capo del Narcotics Bureau americano, riuscì a far includere la canapa indiana nella lista delle sostanze “proibite”. Questo rese molto complicato anche prescriverla a scopo medico, e considerando anche che i preparati farmaceutici a base di cannabis erano di qualità ed efficacia molto variabile, in poco tempo la medicina ufficiale, americana e non solo, si dimenticò della cannabis. E così fu fino ai primi anni ‘970, quando successero diverse cose interessanti. La prima fu la pubblicazione del libro di Lester Grinspoon (“Marihuana reconsidered”) nel 1971. Grinspoon si era dedicato allo studio della Cannabis pensando di dare un supporto scientifico alla politica della proibizione, ma aveva rapidamente cambiato idea una volta presa coscienza dei dati scientifici acquisiti nel passato. La canapa era tutt’altra cosa da quella descritta dai politici, e su di essa era stato fatto a tutti un vero e proprio “lavaggio del cervello”. Poco dopo, arrivò a dargli man forte lo psichiatra Tod Mikuriya, con un’antologia (“Marihuana medical papers”, 1973) dei più importanti articoli scientifici pubblicati dal 1839 in poi. Contemporaneamente, un certo Robert Randall, ammalato di una grave forma di glaucoma e con la sola prospettiva della cecità, si accorse per caso che la marijuana gli migliorava la visione. Grazie anche all’onestà scientifica del suo oculista, che accettò di verificarne l’effetto sulla pressione dell’occhio e ne riconobbe l’efficacia, Randall poté iniziare una difficile battaglia giudiziaria con il governo USA per ottenere il diritto di curarsi con questa “droga proibita”. E riuscì a vincerla. Nel 1976, egli ricevette dal governo i suoi primi “spinelli legali”. E questa fu la prima vittoria (a cui ne seguirono molte altre, anche se la lotta è tuttora in corso) del movimento che prima o poi, si spera, riporterà la Cannabis e i suoi derivati negli scaffali di tutte le farmacie del mondo. (Per ulteriori dettagli: www.medicalcannabis.it, www.cannabis-med.org, www.fuoriluogo.it e molti altri siti internet). ASSOCIAZIONE CANNABIS TERAPEUTICA Gli scopi principali dell’Associazione per la Cannabis Terapeutica (ACT) sono essenzialmente quattro: 1. diffondere informazioni sui possibili usi terapeutici della cannabis e stimolare il dibattito 2. promuovere la ricerca scientifica e clinica 3. aiutare gli ammalati che potrebbero trarre beneficio dalle proprietà della cannabis e dei suoi derivati attraverso la riforma delle leggi 4. promuovere e favorire la raccolta di dati epidemiologici, sociali e scientifici sugli usi terapeutici dei cannabinoidi. L’Associazione mantiene un sito internet (medicalcannabis.it) e pubblica la newsletter mensile “medicalcannabis” (abbonamento e-mail gratuito a partire dal sito). Per contattare l’associazione: medicalcannabis@medicalcanna bis.it Per associarsi: tutte le indicazioni sono sul sito. La quota base annuale è di 26 euro. Chi si associa con una quota da “sostenitore” di 50 euro o più riceverà in omaggio il libro “Erba medica. Usi terapeutici della Cannabis”. a cura di CLAUDIO CAPPUCCINO CANNABIS AMBIENTE E LAVORO LA CANAPA – UNA RISORSA PULITA ricco PERdi grassi UN’ECONOMIA SOSTENIBILE insaturi ed è l’ideale per correggere la dieta dell’uomo E’ molto difficile oggi immaginare un’economia sviluppata che possa fare a meno del petrolio, dei milioni di alberi abbattuti ogni anno per fare la carta, e dei prodotti dell’industria chimica. Ed è altrettanto difficile immaginare una società affluente senza le montagne di rifiuti, l’effetto serra e tutti gli altri disastri ambientali a cui siamo da tempo abituati. Eppure una concreta e fondata speranza esiste: questa speranza ci viene dalla canapa. Con le materie prime della canapa si possono produrre, in modo pulito ed economicamente conveniente, tessuti, carta, plastiche, vernici, combustibili, materiali per l’edilizia ed anche un olio alimentare di altissime qualità. Ma quali sono le materie prime della canapa, e quali prodotti se ne possono ottenere? MATERIE PRIME - La canapa è una pianta dal fusto alto e sottile, con la parte sommitale ricoperta di foglie, e può superare i 4 metri d’altezza. La parte fibrosa del fusto si chiama “tiglio” e la parte legnosa “canapolo”. La canapa può essere coltivata per due scopi principali: per la fibra tessile o per i semi. Se si coltiva la canapa per la fibra tessile il raccolto va fatto subito dopo la fioritura, si possono ottenere fibre tessili (20%), stoppa (10%) e legno o canapolo(70%). Se invece si coltiva la canapa per i semi, la parte fibrosa o tiglio è interamente costituita da stoppa, cioè da fibra di qualità inferiore inadatta per l’uso tessile. Una importante caratteristica della pianta di canapa è la sua produttività. E’ una delle piante più produttive in massa vegetale di tutta la zona temperata: una coltivazione della durata di tre mesi e mezzo produce una biomassa quattro volte maggiore di quella prodotta dalla stessa superficie di bosco in un anno. Ecco che cosa si può ricavare da queste materie prime. TESSUTI - La pianta di canapa, più produttiva in fibra tessile del cotone, oggi può essere lavorata in impianti che sostituiscono le lunghe e faticose lavorazioni manuali di un tempo. La sua coltivazione richiede pochi pesticidi e fertilizzanti, mentre il cotone specialmente di pesticidi ne richiede moltissimi. Inoltre la fibra della canapa è molto più robusta e dura più a lungo. Attualmente può essere lavorata in modo da renderla sottile quanto si vuole, e viene proposta in sostituzione del cotone e delle fibre sintetiche. SEMI E OLIO - La canapa, oltre che per la fibra tessile può essere coltivata per ricavarne i semi. I semi di canapa contengono proteine di elevato valore biologico nella misura del 24 %, ed un olio nella percentuale dal 30 al 40 %. Per il loro valore nutritivo i semi di canapa sono stati proposti come rimedio alla carenza di proteine dei paesi in via di sviluppo. Le qualità dell’olio di canapa sono eccezionali. E’ particolarmente 20 Dolce Vita moderno e per prevenire le malattie del sistema cardiocircolatorio. Altrettanto straordinarie sono le proprietà di questo olio per gli usi industriali: non a caso è stato paragonato all’olio di balena. Le vernici fabbricate con questa materia prima, oltre a non essere inquinanti, sono di qualità incomparabilmente superiore rispetto a quelle prodotte con i derivati del petrolio. Con l’olio di canapa si possono inoltre fabbricare saponi, cere, cosmetici, detersivi (veramente biodegradabili), lubrificanti di precisione ecc. CARTA - Una volta estratta la fibra tessile o dopo aver raccolto di semi, rimangono la stoppa più la parte legnosa o canapolo, che non si possono considerare solo un semplice sottoprodotto, ma un’altra importante materia prima. Con la stoppa si può fabbricare carta di alta qualità, sottile e resistente. Con le corte fibre cellulosiche del legno si può produrre la carta di uso più corrente, come la carta di giornale, i cartoni ecc. Attualmente le grandi cartiere utilizzano solo il legname degli alberi. Il processo per ottenere le microfibre pulite di cellulosa, e quindi la pasta per la carta, prevede l’uso di grandi quantità di acidi che servono per sciogliere il legno. Inoltre la fibra e il legno della canapa sono già di colore bianco e la carta che se ne ottiene è già stampabile. E per renderla completamente bianca è sufficiente un trattamento al perossido di idrogeno (acqua ossigenata), invece dei composti a base di cloro necessari per la carta ricavata dal legno degli alberi. Questi composti chimici sono una delle cause principali dell’assottigliamento dello strato di ozono nell’alta atmosfera. MATERIALI PLASTICI - Con la cellulosa di cui la pianta è ricca, attraverso un processo di polimerizzazione, si possono ottenere materiali plastici pienamente degradabili che, se in molti casi non possono competere con le sofisticate materie plastiche di oggi, hanno comunque fin dall’inizio una serie di usi importanti per imballaggi, isolanti e così via. COMBUSTIBILI - La canapa, per la sua alta resa in massa vegetale, è considerata anche la pianta ideale per la produzione di combustibili da biomassa in sostituzione dei prodotti petroliferi. Bruciare combustibili da biomassa anzichè petrolio non fa aumentare l’effetto serra. Infatti l’anidride carbonica viene prima sottratta all’atmosfera durante la crescita della pianta, e poi restituita all’aria al momento della combustione. fonte: www.usidellacanapa.it MEDICINE MAN OF MR NICE SEEDBANK Dolce Vita CRONACHE DA DIETRO IL CANCELLO SESSO e CARCERE a cura di MAURIZIO GAZZONI Traduttore per l’Italia del best seller spagnolo “Los contrabandistas del’Estrecho”. Dal 30 agosto 2005 di nuovo libero e professionista da sempre. Uno degli aspetti della detenzione su cui tendiamo a stendere un velo pietoso fatto di luoghi comuni riguarda la sfera sessuale. E risaputo che nell’immaginario collettivo andare in galera significa, tra l’altro, correre il pericolo di avere esperienze omosessuali anche contro la propria volontà. “il detenuto si trova privato di braccia, di gambe, di voce, di decisionalità autonoma. Tutto l’universo carcerario è articolato per protesi: dallo scrivano al lavorante sono tutte protesi del corpo detenuto, che ha bisogno dell’istituzione, delle sue varie figure, per mangiare, spedire una lettera, mandare un piatto all’amico (….) E’ come trovarsi all’improvviso in carrozzella o in un busto di gesso” (Gallo-Ruggiero)Questa mutilazione virtuale non elimina però le pulsioni sessuali che, seppur mortificate dall’ambiente non scompaiono. In molti paesi d’Europa e del mondo in generale è possibile anche più volte al mese, avere a disposizione spazi dove incontrarsi con persone dell’altro sesso. In Italia no! E sotto certi aspetti questo mi ricorda le punizioni corporali dell’inquisizione, che come ben sappiamo erano correlate spesso ad aspetti sessuali della natura umana. Vorrei intanto sfatare il crudele luogo comune che trasforma in “froci forzati” i prigionieri, perché oltre ad essere falso, trovo che sia crudelmente offensivo sia nei confronti di chi prova attrazione per il proprio sesso, sia nei confronti di chi questa attrazione non l’ha mai provata. Proviamo ad immaginare gli effetti che questa astinenza forzata ha sulla formazione della sfera sessuale di una persona giovane e sana a cui viene impedito di coltivare i propri istinti. Molti finiscono con l’ammazzarsi di seghe fino a raggiungere uno stadio in cui si illudono di bastare a se stessi. Non riesco ad immaginare una forma di solitudine più terrificante! Vi sono carceri dove è vietata la circolazione di materiale pornografico, con l’effetto di alimentare, come per tutte le forme di proibizionismo, un mercato clandestino. Ma vi è anche un altro aspetto che spesso non viene preso in considerazione; quello dei compagni e delle compagne dei detenuti, che pur non avendo commesso nessun altro reato che non sia quello di amare un prigioniero, si vedono negata la possibilità di avere rapporti con esso. Questo porta inevitabilmente, soprattutto nel caso di condanne lunghe alla disgregazione delle famiglie, lasciando il carcerato ancora più solo. Non si dice mai che la persona reclusa è, anzitutto un castrato sessuale o, se si preferisce, un sub-castrato dato che nessuno lo evira fisicamente. Bruno Bettelheim ha affermato: “quando il controllo esterno, in una forma o nell’altra, raggiunge finalmente l’intimità dei rapporti sessuali, come avvenne nello Stato di massa di Hitler, all’individuo non viene lasciato quasi nulla di personale, di diverso, di unico. Quando la vita sessuale dell’uomo è regolata da controlli esterni, come il suo lavoro o il suo modo di divertirsi, egli ha definitivamente e completamente perduto ogni identità personale; il poco di identità che gli rimane può solo risiedere nel suo atteggiamento interiore verso una tale evirazione”. Dolce Vita SANGUE VIVO ministry of cannabis culture Imprenditori, marketers, esperti,semplici commercianti e commercianti sempliciotti, creatori di genetiche, editori alternativi, sociologi e medici, lunga è la lista dei pittoreschi personaggi che animano il mondo dell’hempsmart-cannabis culture, in cima alla quale sentiamo la necessità di iscrivere i principali protagonisti. I ministri di questo fenomeno culturale emergente. I Growers. Tra i tanti innovatori rivoluzionari di questo fine millennio, sicuramente verranno ricordati quei giovani che con indomito coraggio, solerzia passione e tanto rischio hanno osato sfidare, anzi “giocare” le leggi euro-proibizioniste e di fatto dato vita non solo ad una nuova cultura con milioni di utenti, ma altresì ad una vera e propria impresa capace di dare lavoro a migliaia di persone in Europa e non solo. Qualche dato per capire le proporzioni e l’ascesa di questo fenomeno è necessario; 1500 circa tra negozi e distributori, 2 milioni di utenti sparsi nei forum dei siti, raduni, festival musicali, migliaia di libri pubblicati, fiere sparse in tutta Europa al ritmo di 6-7 l’anno, dove il circo della hemp-culture si ritrova più che per concludere affari per celebrare ed esibire in vetrina la propria presenza ed esistenza .Ma come è potuto accadere tutto ciò in una società proibizionista oscurantista? Motivo della nostra riflessione è infatti dedicare questo articolo al principale artefice della storia che stiamo scrivendo (di questa particolare cultura si intende). Vera e propria energia motoria di questo movimento è quella tribù che non ha sesso, ne età, ne ceto sociale, ne altresì livello culturale, cioè quella dei milioni di coltivatori sparsi in tutto il globo. Molteplici e sempre bizzarre le figure che assume questo individuo dall’apparente normalità, sotto i panni del quale però può celarsi un esperto e scaltro coltivatore fuorilegge. I più matti sbucano in aprile verso primavera, ti aspettano all’apertura ansiosi più che mai, pronti a mitragliarti con 800 domande e spiegazioni su come procede il loro operato di novizi coltivatori, esperienza che da essi viene vissuta emotivamente al pari di una paternità… spesso non ci dormono la notte prima, come fosse un esame di liceo. Questa tipologia di “Growers” è di certo la più bizzarra, inizialmente vengono per imparare e chiedere consigli, ma immancabilmente finiscono per dare sfogo e parlarti delle loro inquietudini quotidiane, trasformandosi di fatto in una vera e propria opera sociale da noi compiuta … I “Pischelli” sono i più scaltri, se ne inventano di tutti i colori per eludere i genitori in disaccordo, allestiscono grow -room nei posti più impensati ed occulti. Armadi, scrivanie, sottoletti; mi è capitato di vedere trasformata una lavatrice in una “mother room” ben congegnata. Alcuni ragazzi di Lecce per le soventi visite dei genitori spostano una volta a settimana l’impianto di camera in camera . C’è chi ha il vizio di famiglia; veri e propri simposi tra tutti i membri: padre, madre e figli, per scegliere le genetiche migliori o i concimi più adatti. Uno dei pochi esempi di vita dove i giovani decidono per i vecchi… finiscono sempre per invitarti a cena e mostrarti fieri il loro sito di coltivazione…Per alcuni sei davvero un mito, certi conservano il logo del tuo sito oppure una tua foto nel portafoglio come fosse un santino … Non è raro trovarsi al centro di gelosie di fidanzate, che stanche reclamano quelle attenzioni, che di fatto il loro partner ha trasferito dalla sua bella alle sue piante di maria. Il giornalista antiprò, dovendo nascondere le proprie attitudini da giardiniere ai figli, si fa costruire la più mimetica e scaltra delle “Grow-room” . 26 Dolce Vita Poi c’è l’illustre medico psichiatra di chiara fama, al quale abbiamo regalato un hobby per le sue noiose domeniche . Il più bel complimento ricevuto fino ad oggi, è stato quello di un ragazzo il quale mi ha detto: “A Filo mi hai salvato dalla playstation!”. Chi segue i forum dei coltivatori sa che non mancano le competizioni fra chi è capace di realizzare la cima più grossa e profumata. Vere e proprie gare tra ragazzi che se perdute, in alcuni individui hanno talvolta provocato frustrazioni e depressione, tale è l’importanza di affermarsi come uno dei best Growers . Sempre tra i “webgrowers” c’è chi costruisce il proprio personaggio pavoneggiandosi su quanto più o meno siano biologiche le sue piante, convinti di detenere il segreto per la bio-pozione magica del secolo. La boria si sa non manca nel sangue dei Growers. Se ci soffermiamo a riflettere per un istante, questa cultura emergente ha persino il merito di esser riuscita ad amalgamare ed unire assurdi personaggi completamente differenti tra loro, ma di fatto strettamente legati da un ideale e passione comune. Una sorta di patto di sangue, di legame fraterno si concretizza sempre tra le persone quando si condivide qualcosa di vietato e fuorilegge; come quando si divide una cella carceraria… Non mi fu mai data gioia più grande di quella di vedere una tale commossa dedizione e felicità, pari a quella trasmessami da “Giovannino” o dal “Prof”, nel vederli appassionarsi al miracolo della coltivazione. Alcuni per questo lavoro-passione hanno perso la libertà, altri addirittura la vita… E’ necessario preservare ed alimentare questa “razza” affinché sopravviva a lungo. Si è parlato tanto di “associazioni” per serrare le file e difendersi in qualche modo dal mostro proibizionista. Ma i “Berluskanapa” al potere dell’Hemptrading sono forieri solo di belle parole, fanno la gara per accaparrarsi la pagina più importante sulle riviste oppure l’esclusiva più ricercata d’Europa . I Cinesi ci distruggeranno, comprare italiano ci rafforzerebbe rendendoci più competitivi in Europa, ma vai a spiegarlo a chi della competizione è vittima patologica. Il rispetto per un Growers si concretizza non solo dandogli una migliore offerta, ma soprattutto non proponendogli un litro di concime per €80.00 (lire 160.000!) oppure una busta di semi “REGALO” per €120.00 (lire 240.000!) . Siamo tanti ed è stato fatto tanto, ma l’ascesa e la continuazione di questo fenomeno si regge sul filo di una lama di rasoio. Non aspettiamo fino all’estinzione di noi “CANNAPIONIERI” … a cura di “FILO GREEN” RECENSIONE PRODOTTI FLOU COMPACT DA 125 E 200W VU-DU HYDROPONIC KIT Ultima novità per l’illuminazione delle piante in indoor sono le lampade a fluorescenza compatte, le sorelle maggiori delle lampade a basso consumo comunemente utilizzate per l’illuminazione delle nostre case, con lo stesso funzionamento, ma con una potenza assai superiore e uno spettro di emissione tarato sulle esigenze dei vegetali. Rispetto alle lampade a fluorescenza tradizionali le nuove Fluo Compact si possono connettere direttamente ad un portalampada E40 (lo stesso utilizzato per le lampade al sodio ad alta pressione e ioduri metallici). Così come le fluorescenti tradizionali, le Flou Compact emettono pochissimo calore ma producono molti più lumen e hanno una maggiore profondità di illuminazione, risultando così più efficaci per stimolare lo sviluppo vegetativo. Il basso calore prodotto permette di non seccare il substrato e surriscaldare l’ambiente, rendendo queste lampade particolarmente indicate per la germinazione, il taleaggio, mantenimento di madri e la coltivazione durante i periodi più caldi dell’anno. Grazie a questo aspetto è possibile lavorare con la sorgente luminosa a pochissimi centimetri dalle parti apicali della pianta. Disponibili nella potenze di 125W (12000 lm) e 200W (17000 lm) con colorazione 6400K per la fase di sviluppo vegetativo e 2700K per la fase di maturazione.Per ottenere risultati migliori si consiglia la combinazione con la versione 6400k per vegetativa, in quanto la presenza delle due colorazioni e di una maggior quantità di lumen garantisce uno flusso luminoso più ricco e bilanciato. Info su WWW.INDOORLINE.COM Sistema idroponico attivo, con vaso di diametro 38 centimetri, adatto ad ospitare fino a quattro piante o talee. Le piante crescono in argilla espansa contenuta nel vaso di coltura, a sua volta sospeso su di un serbatoio contenente la soluzione nutritiva. Una pompa immersa invia la soluzione in una colonna di pompaggio e successivamente la ripartisce in un anello di distribuzione. A questo punto il flusso attraversa l’argilla e ricade nel serbatoio. La soluzione si riempie così d’ossigeno e bagna costantemente le radici sane che assorbono i nutrimenti nel modo più efficace. Presenta numerosi vantaggi anche dal punto di vista della praticità: la sua buona capienza consente di ritardare di due settimane le operazioni di ricarica di soluzione nutritiva; i pratici manici ripiegabili facilitano gli spostamenti, sopratutto a serbatoio pieno Grazie alle dimensioni ridotte e all’assenza di elementi esterni trova facilmente spazio in un angolo. Il kit in questione utilizza una pompa regolabile immersa, caratteristica che permette di ridurre notevolmente il disagio acustico. Il kit comprende anche un sacco d’argilla espansa da 10 litri con PH specifico, sufficiente a riempire il vaso di coltura. Info su WWW.VU-DU.COM WIPE OUT - THAI JOINT A LA CARTE Thai joint è composto da una miscela fumabile, non contenente tabacco o nicotina, composta da tre interessanti prodotti della natura: PASSIFLORA INCARNATA che quando fumata, produce un “high” simile a quello della Cannabis Sativa (Brown and Malone 1978,11). MITRAGYNA SPECIOSA le cui foglie secche possono essere fumate, masticate o preparate in un estratto conosciuto con il nome di Kratom o Mambog (Wray 1907b). TAGETES LUCIDA in grado secondo alcune antiche tribù, di rievocare le visioni prodotte dal Pejote (Lophophora Williamsii).(Siegel et al. 1977,20 f.) Oltre a queste citazioni illustri illustri segnaliamo che la Mitraginina, il principio attivo del Kratom, è una molecola ad anello indolico, molto simile alla psilocibina. Il Joint Thai, se pur gli ingredienti lo farebbero sospettare, non è assolutamente un allucinogeno. Ma bensì, grazie alla sinergia tra le tre erbe sopra descritte, è capace di regalare una piacevole sensazione di rilassamento profondo, con una notevole amplificazione delle percezioni e della fantasia.Disponibile in tutti gli smart-shops WipeOut. Info su WWW.WIPE-OUT.IT Abbigliamento, tessuti, alimenti, cosmesi, accessori e altro. Tutto da coltivazioni Biologiche VIAGGI & AVVENTURE PATAGONIA PUNTO DI INCONTRO… Ero rimasta un po’ perplessa quando Diane, la mia amica argentina trapiantata da anni a Parigi, mi aveva proposto di partire alla scoperta della Patagonia. Per un italiano pensare di passare il mese d’agosto in un posto dove è inverno, è cosa insolita e non certo allettante. “Dài – aveva insistito lei, in quel suo italiano un po’ buffo ma estremamente affascinante come solo può esserlo il nostro idioma parlato da un straniero – andiamo a vedere le balene!! E’ tutta la vita che lo sogno”. Già, le balene, avevo pensato, enormi mammiferi che avevo visto solo alla televisione. L’idea mi affascinava. Chissà se si riuscirà a vederne almeno una e a che distanza, mi ero chiesta, ma quella curiosità di incontrare la balene mi aveva preso, era entrata in me e diventata come un tarlo. Così presi la mia decisione: partire per la Patagonia. In poche settimane abbiamo organizzato il nostro viaggio acquistando i biglietti aerei on line con la Tam, compagnia brasiliana che ci ha portato a Buenos Aires passando per San Paolo, ma con un bel risparmio. Abbiamo fissato la partenza per ferragosto e il rientro in Italia dopo un mese, così da riuscire a vedere i cuccioli delle balene. Peccato perché con un rientro posticipato di dieci giorni avremmo fatto a tempo a vedere anche i pinguini, buffi animali che collaborano entrambi, maschio e femmina, nella cova dell’uovo e che per fare ciò ritornano ogni anno sempre nello stesso punto e nella stessa data senza possedere orologio e calendario. Ma come fanno? E’ incredibile! Ogni 15 settembre loro sono lì, puntuali all’ appuntamento. Ritrovano i medesimi luoghi per dare continuità alla loro specie. Percorrono chilometri per arrivare in uno specchio d’acqua, situato in una piccola penisola dell’Argentina sul versante Atlantico dove per una serie di fortuite combinazioni climatiche, si forma un microcosmo naturalistico decisamente favorevole per la riproduzione animale. Questo piccolo paradiso naturale si chiama Penisola di Valdès ed è a circa due ore di aereo dalla Capital. Dall’aeroporto di Trelew ci si sposta a Puerto Madryn, semplice cittadina sul mare, dove anche d’inverno è piacevole passeggiare. E’ piuttosto semplice noleggiare una bici e la strada lungo la sabbia consente di arrivare sulla due ruote, fin dove ci portano fiato e muscoli. Da Puerto Madryn a Puerto Piramide, il luogo dell’avvistamento delle balene, si va in pulmino attraversando una dura strada sterrata che consente velocità massime sui 30 Km orari. Un viaggio disagevole di oltre tre ore, più il ritorno, attraverso un paesaggio lunare, affascinante e curioso lungo il quale è possibile fare numerosi incontri con diversi animali, in fuga a gambe levate appena percepiscono la presenza dell’auto. E’ lungo questo tragitto che facciamo il primo incontro ravvicinato con gli elefanti di mare. Non ci è consentito avvicinarci oltre i 5 metri per non spaventarli. Sono pacifici, dormicchiano e ogni tanto agitano una pinna per buttare i sassolini della spiaggia sulla propria pelle per difenderla dai raggi solari. Decisamente più piccolo ma imprevisto e quindi sorprendente, è l’incontro con un esemplare di armadillo, 28 Dolce Vita cosa assolutamente casuale e rara. Un curioso rumore di biscotti secchi che si sbriciolano aveva richiamato il mio sguardo verso un cespuglio dal quale il frettoloso animaletto è uscito per spostarsi e andare a rintanarsi sotto un’altra pianta poco lontano. Avevo visto borse, cinture e manici di coltello ricoperti con la pelle di questo strano animaletto, ma vedere dal vivo 50 centimetri di rumoroso e dinoccolato incedere, è stato solo un piacevole antipasto di quella che sarebbe stata la portata principale: le balene a Puerto Piramide. Una volta a bordo di un grosso motoscafo e indossati i giubbotti obbligatori, lasciamo la spiaggia alle nostre spalle verso l’elettrizzante avventura. Tutti a bordo in un assoluto silenzio, anche se ci sarà chiesto solo in alto mare, con la speranza ma anche con il dubbio di riuscire a vedere un cetaceo. E invece appena al centro della baia, ecco una serie di balene, con tanto di “Cria”, il piccolo, al seguito. Ci avviciniamo ad una coppia di mamma e figlio e le vediamo danzare tra alti spruzzi: lo stupore è tale che lascia molti di noi paralizzati per la bellezza dello spettacolo tanto da non riuscire a scattare neanche una foto. La barca si sposta verso un’altra coppia ed ecco che di fianco al motoscafo scorgiamo altri due animali che, tranquillamente, ci affiancano. L’acqua è limpida ed è facile distinguere il più grande, circa 14 metri contro i quattro del piccolo. E’ uno spettacolo incredibile! Bisognerebbe avere molte teste per riuscire a cogliere i velocissimi guizzi degli animali ora a destra, ora a sinistra. La guida spiega che non si è ancora scoperto il motivo di questi salti con spruzzi che simulano un’affascinante danza. Forse la causa più semplice è che sono animali gioiosi e che saltare dall’acqua è per loro solo un modo di giocare. Ci vengono svelate alcune indiscrezioni sull’accoppiamento delle balene: quando la femmina non è consenziente, si gira con la pancia verso l’alto, mentre la penetrazione avviene anche grazie al movimento dell’acqua del mare. Dopo più di un’ora rientriamo a terra, ma questo incontro ha senza dubbio segnato il nostro viaggio. Ripercorriamo la strada verso la nostra sistemazione mentre viene giù la sera. Già, la sera in Patagonia per noi europei ha un fascino particolare. E’ diversa da ogni altra notte: è intensa, scura, silenziosa. Per non parlare poi del cielo. Lì le stelle sono quelle di un’altra costellazione, sono quelle della Croce del sud. Quel cielo, quel clima essenziale, quella terra spartana ma così ricca di natura fa pensare all’assoluto e all’amore. E mi viene in mente che se sapessi dipingere o comporre in musica o in poesia, in quel posto nascerebbe sicuramente qualcosa di intenso. Laggiù… a cura di MARINA CERNIA VIAGGI & AVVENTURE APPUNTI DI VIAGGIO Fa un po’ strano immaginare che mentre da noi in novembre le giornate si accorciano in buio sempre più incombente, altrove si allungano fino a ingoiare la notte quasi del tutto. Altrove, diciamo quasi dall’altra parte del mondo, al Polo Sud per l’esattezza, nell’Antartico, in quel lembo di terra tra Cile e Argentina, regione Patagonia, località Terra del Fuoco. Una striscia di terra sempre più stretta, fino a scomparire nel mare, a tratti ghiacciato, ma non in questa stagione, la migliore. E’ ora, infatti che per quelle regioni che si trovano in prossimità del circolo polare antartico, comincia la “bella stagione”. Bellissima per alcuni tratti, il sole sorge prestissimo intorno alle tre del mattino e tramonta a mezzanotte inoltrata. A dicembre il buio dura ancora di meno, quasi niente, è una zona d’ombra fulminea, dove la prospettiva della luce non cessa mai di esistere. Non si cada nel tranello che siccome c’è la luce, c’è il caldo. Il caldo anche ora, tra novembre e dicembre, è comunque all’Antartico, un concetto relativo; se il termometro oscillerà tra gli O e 15°, state tranquilli, siete proprio nella bella stagione. Qui il clima è davvero importante, ma non solo. Colpisce il sole onnipresente e va bene, ma letteralmente straluna il paesaggio. Un paesaggio inaudito, finis mundi lo aveva definito il grande viaggiatore, scrittore e amante di questi luoghi Bruce Chatwin. La natura è vasta, quasi spettrale nella sua immensità, pare non finisca mai e dove finisce, sembra che oltre non ci possa essere più nulla. Il mare sollecita l’idea dell’infinito, non fosse che per la vista di enormi e simpatici animali che ci riportano alla vita. I leoni marini, le foche sembrano comprendere questo loro ruolo salvifico nei confronti dei visitatori increduli. Emettono rumori rauchi e si mostrano in piroette confortanti. Non siete soli e non è la fine del mondo, sembrano rassicurarci. E’ facile credere agli animali e al rosso, al rosa, al giallo oro della Terra del Fuoco. PA TA GO NI A! Guide e letture Da Capo a Capo. Dalla Terra del Fuoco in Alaska in autobus di Daniele Rucco, Greco e Greco Patagonia e Terra del Fuoco di Antonella Carri e Alfonso Anania, Vallardi La terra del fuoco di Sylvia Iparraguirre, Einaudi Un bellunese in Patagonia di Alfonso Lentini, Stampa Alternativa Siti per viaggiare www.h2opatagonia.com www.viaggigiovani.it/argentina http://www.tour2000.it/viaggi-Patagonia.htm http://www.patagonia-argentina.com/ http://www.patagoniaworld.it/ viaggi.asp AP AT OG IN !A a cura di MONICA MARIOTTI a # # # # U n i v e r s a l d w e i s e r # # # # I k e M e d i a s e t # # # # B u t # # # # S h e e l # # # # k e # # # # M i c r o s o f i p M o r r i s # # # # N i a C o l a # # # # # P h i l N e s t l è # # # # # C o c SOCIALE E VOLONTARIATO >>> parte seconda <<< Contro la Coca Cola Company Una delle campagne di boicottaggio più conosciute e diffuse è sicuramente quella contro la Coca Cola Company che ormai da anni viene abilmente condotta ed organizzata dal sindacato colombiano Sinaltrainal. In Italia la REBOC (Rete Boicottaggio Coca Cola) ha raccolto l’appello dei sindacalisti colombiani coordinando ed organizzando la campagna nel nostro paese. Questa campagna di boicottaggio internazionale è cominciata nel 2003 quando il sindacato colombiano denunciò le gravi violazioni dei diritti umani e sindacali attuate in Colombia dai paramilitari su mandato della multinazionale di Atlanta e con la copertura del Governo e delle forze dell’ordine colombiane. In particolare la Coca Cola Company è accusata di essere la mandante di 8 assassini, di numerosi sequestri, trasferimenti forzati, false denunce e intimidazioni nei confronti dei lavoratori che operano nei suoi stabilimenti colombiani, al fine di eliminare il sindacato. Per rispondere a tali gravi intimidazioni, il Sinaltrainal ha appunto lanciato una campagna internazionale di boicottaggio dei prodotti della multinazionale americana. Oltre al boicottaggio il Sinaltrainal ha anche intentato una causa legale contro Coca Cola Company negli USA presso la Corte del Distretto Sud della Florida. Nel Marzo 2003 il giudice della Corte Federale della Florida ha ritenuto che le prove presentate fossero sufficienti per mandare avanti il processo nei confronti delle imprese imbottigliatrici colombiane della Coca Cola Company. Aderire alla campagna di boicottaggio è semplice: basta non acquistare più i prodotti della Coca Cola Company. Per chi volesse è anche possibile raccogliere le firme di adesione al boicottaggio e inviarle per posta alla REBOC. Il modulo da riempire si può scaricare dal sito www.noncocacola.info. Mentre il boicottaggio ha lo scopo di far diminuire le vendite ed i profitti dell’azienda per indurla a cambiare atteggiamento nei confronti dei lavoratori, la raccolta delle firme ha il valore di atto di solidarietà nei confronti di quei sindacalisti colombiani che rischiano la vita ogni giorno, è un modo concreto per fargli sapere che sempre più gente appoggia la loro lotta. A noi è richiesto solo un piccolo sforzo quello di non comprare più quella bevanda che sin da piccoli siamo stati abituati a consumare, questo piccolo gesto potrebbe contribuire a migliorare, e forse anche, a salvare la vita di chi si batte semplicemente per avere un dignità nel posto di lavoro. Anche se sempre più realtà private e pubbliche, nel corso degli anni, hanno aderito alla campagna di boicottaggio contro la Coca Cola Company, molti comuni, municipi, enti locali, mense, ristoranti, università hanno, infatti, bandito i prodotti della multinazionale dalle loro strutture; purtroppo, ad oggi, questo boicottaggio non ha raggiunto tutti gli effetti desiderati. Peccato che attraverso l’azione di boicottaggio non si sia riusciti ad impedire alla Coca Cola Company di essere lo sponsor delle Olimpiadi Invernali di Torino nel 2006 anche se il Comune di Torino ha recentemente aderito alla campagna di boicottaggio contro la multinazionale. Contro la Nestlè 30 Dolce Vita Secondo l’UNICEF un milione e mezzo di bambini muoiono ogni anno poiché non vengono nutriti con il latte materno, molti altri milioni si ammalano seriamente per lo stesso problema. L’allattamento al seno materno fornisce il migliore inizio alla vita per tutti i bambini, ma in una società di poveri costituisce un’indispensabile fonte di sopravvivenza. Le società che producono latte per bambini promuovono il loro prodotto presso mamme ed operatori sanitari, poiché si rendono conto che, se non riescono a far attecchire l’allattamento artificiale, non fanno affari. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e l’UNICEF hanno un Codice Internazionale che proibisce ogni forma di promozione di latte per bambini. La Nestlè viola questo codice più frequentemente delle altre aziende sue concorrenti. Questo il motivo principale, ma non l’unico, per cui da anni è in corso una campagna internazionale di boicottaggio contro questa multinazionale. I fatti di cronaca di questi giorni riguardanti la contaminazione del latte per bambini prodotto dalla Nestlè dimostrano l’assoluta disonestà di questa azienda che non esita ad intossicare i bambini pur di non perdere i suoi profitti. Sembra appunto che la Nestlè pur sapendo della tossicità del suo latte non abbia esitato a commercializzarlo. Migliaia di bambini italiani, e non solo, hanno ingerito latte contaminato da una sostanza denominata ITX i cui effetti sul corpo umano non sono ancora noti. Credo che non esista motivazione più convincente a farci capire quanto sia giusto boicottare questa multinazionale, non fosse altro che per salvaguardare la nostra salute. In passato le azione di boicottaggio dei prodotti Nestlè hanno prodotto alcuni effetti, la multinazionale svizzera ha cercato di rifarsi una faccia iniziando a produrre del caffè Equo e Solidale, un azione effimera per sviare l’attenzione dai continui soprusi della sua arrogante politica aziendale. Contro la Nike Forse la campagna di boicottaggio contro questa multinazionale dell’abbigliamento sportivo rappresenta l’esempio più importante di quanto sia efficace questo tipo di lotta. La campagna di boicottaggio e le ripetute denunce dei mezzi di informazione contro la politica lavorativa della Nike - che Secondo l’AAFLI (Istituto Asiatico-Americano per il Lavoro Libero) viola ben 12 leggi nazionali, tra cui quelle sul salario minimo, il lavoro minorile, gli straordinari, gli orari di lavoro, l’assicurazione, l’organizzazione sindacale e i licenziamenti – hanno indotto il grande capo in persona, Phil Knight, fondatore, primo azionista e amministratore delegato del gruppo americano ad annunciare una serie di iniziative per migliorare le condizioni dei lavoratori in Asia. L’impegno più importante preso da Knight è stato quello di innalzare da 14 a 18 anni l’età minima dei lavoratori nelle fabbriche di calzature e portare a 16 l’età minima di tutti gli altri lavoratori impiegati nella produzione di abbigliamento, accessori e attrezzature Nike. Questa iniziativa, insieme ad altre, rappresentano sicuramente un successo dell’azione di boicottaggio che ha fatto perdere, nel corso degli anni, cospicui guadagni alla multinazionale americana inducendola così a mutare politica. Molte sarebbero le iniziative di boicottaggio in corso che dovrebbero essere ricordate e sostenute da tutti noi. Ne abbiamo descritte solo alcune, le più note, quelle condotte contro marchi conosciuti e commercializzati in ogni angolo del mondo. Degli esempi, dunque, solo per ricordare che in questo “sistema mondo” dove ogni giorno le libertà ci vengono progressivamente erose occorre costantemente essere consapevoli e lottare con intelligenza anche contro chi apparentemente sembra imbattibile. a cura di MARCO MATTIUZZO GIURISPUDENZA E LEGGI ISTIGAZIONE, PROSELITISMO ED INDUZIONE ALL’USO ILLECITO DI SOSTANZE STUPEFACENTI ANALISI DI UN REATO POCO CONOSCIUTO Si tratta di un triplice reato di cui si conoscono pochi casi in quanto i Tribunali, nelle loro rare pronunce, hanno per lo più assolto gli imputati. L’intento di questo articolo è quello di informare i lettori di Dolce Vita sulle disposizioni in esso contenute. Innanzitutto, per comprendere un qualsiasi reato, occorre conoscerne il testo. Per praticità, lo si riporta di seguito: Articolo 82 Decreto Presidente della Repubblica n. 309 del 1990 (“Testo unico leggi sulle sostanze stupefacenti e psicotrope”) Istigazione, proselitismo e induzione al reato di persona minore 1) Chiunque pubblicamente istiga all’uso illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope, ovvero svolge, anche in privato, attività di proselitismo per tale uso delle predette sostanze, ovvero induce una persona all’uso medesimo, è punito con la reclusione da uno a sei anni e con la multa da lire due milioni a lire dieci milioni. 2) La pena è aumentata se il fatto è commesso nei confronti di persone di età minore ovvero all’interno o nelle adiacenze di scuole di ogni ordine e grado, di comunità giovanili o di caserme. La pena è altresì aumentata se il fatto è commesso all’interno di carceri, di ospedali o di servizi sociali e sanitari. 3) La pena è raddoppiata se i fatti sono commessi nei confronti di minore degli anni quattordici, di persona palesemente incapace o di persona affidata al colpevole per ragioni di cura, di educazione, di istruzione, di vigilanza o di custodia. 4) Se il fatto riguarda le sostanze di cui alle tabelle II e IV previste dall’art. 14 le pene disposte dai commi 1, 2 e 3 sono diminuite da un terzo alla metà Orbene, in primo luogo dalla lettura del primo comma si comprende che i comportamenti vietati sono tre: istigazione, proselitismo ed induzione. Analizziamoli singolarmente. I) Istigazione. L’istigazione si attua attraverso espressioni, verbali o scritte, che debbono essere idonee ad esortare una o più persone all’utilizzo di sostanze stupefacenti. Il reato deve avere il requisito della pubblicità, cioè il messaggio deve essere diretto a più persone. E’ possibile commetterlo: a) attraverso la stampa (giornale, libro) oppure con altro mezzo di propaganda (televisione, radio, internet); b) in luogo pubblico (parco pubblico) o aperto al pubblico (bar) alla presenza fisica di almeno tre persone; c) in una riunione che, per il luogo in cui è tenuta, o per il numero degli intervenuti o per lo scopo od oggetto di essa, abbia il carattere di riunione non privata. La Corte di Cassazione, con sentenza 16041del 2001 ha ritenuto sussistere il reato di istigazione quando chiunque abbia, sul piano soggettivo, l’intento di promuovere tale uso e, da punto di vista materiale, di fatto si adoperi, con manifestazioni verbali, con a cura dell’ AVV. ANGELO AVERNI scritti, o anche con il ricorso ad un linguaggio “simbolico”. Nella specie, la Corte ha assolto gli imputati che avevano distribuito davanti ad un istituto scolastico volantini pro-legalizzazione della pianta di cannabis con sopra scritto “piantatela”. II) Induzione. Il concetto di “induzione” è definibile come la condotta comprendente qualsiasi forma di pressione idonea ad influenzare la formazione dell’altrui volontà. Secondo alcuni studiosi di diritto penale (Amato, Fidelbo, Di Gennaro) si avrebbe induzione quando chiunque: determini l’assunzione di sostanze stupefacenti in chi non era determinato; rafforzi il proposito di assunzione di stupefacenti nell’ipotesi in cui il proposito fosse già presente nella persona; agisca in modo tale da far persistere dall’uso illecito di stupefacenti la persona che se ne voleva allontanare. Per quanto riguarda l’applicazione di questo reato, va detto che di recente, la Corte di Cassazione con sentenza n. 26074 del 2004 ha assolto chi ha favorito l’uso di sostanze stupefacenti aiutando una persona amica ad iniettarsi una dose di eroina in quanto ha ritenuto tale comportamento qualificabile come favoreggiamento e non come induzione. Si ricorda che il favoreggiamento non è più previsto come reato dal 1990. Nello stesso senso alcuni anni fa il Tribunale di Piacenza, con sentenza del 29.11.1993, aveva ritenuto che il fatto di colui che abbia favorito la propria compagna ad iniettarsi una dose di eroina, fornendole il materiale ausilio del sorreggimento del braccio ed abbia predisposto come laccio emostatico la stringa di una scarpa, non rientra nell’ipotesi di induzione all’uso di stupefacenti, ma in quella di favoreggiamento, che non costituisce più reato. III) Proselitismo. Tale concetto non è ben chiaramente definibile in quanto gli stessi studiosi di diritto penale, che si sono soffermati ad analizzare la fattispecie, hanno ritenuto che si tratta di una condotta che ha un notevole margine di ambiguità, essendo posta idealmente in un ambito che si colloca a metà tra l’apologia (Abrogata con L. 25.6.1999, n. 205 articolo 18, co. 1) e l’istigazione (Patalano). Secondo altra definizione, per “proselitismo” si intende il comportamento di chi svolge un’opera di persuasione a seguire il proprio esempio sulla base di argomentazioni ideologiche, spirituali o fideistiche. La condotta di proselitismo è caratterizzata a proporre un modello di comportamento o uno stile di vita che appaia intimamente legato all’uso illecito degli stupefacenti. Il Tribunale per i Minorenni di L’Aquila, con sentenza del 6.2.1997, ha mandato assolto un minorenne che aveva ripetutamente insistito nella cessione di sostanza stupefacente ad altro soggetto, in quanto con quel comportamento l’imputato non avrebbe influito sull’altrui volontà. In conclusione, sebbene appaiono molto rare le condanne emesse in base a questo triplice reato, tuttavia in quest’ultimi anni si sta assistendo ad una riscoperta da parte della magistratura inquirente di queste leggi con conseguente apertura di procedimenti penali a carico di persone che commercializzano semi di cannabis e derivati. Dubbi e domande riguardanti leggi, sanzioni o altro? Scrivete a [email protected] L’avvocato Averni risponderà alle vostre domande e pubblicheremo il tutto sui prossimi numeri della rivista. Dolce Vita 31 PRETI, SUORE ED ERRORI DIABOLICI a cura di GIORGIO SAMORINI In Italia – paese di papi e di “timorati di Dio” – accade con una certa frequenza che preti, suore o devoti cattolici rimangono vittime di un errore di identificazione di funghi, e invece di mangiare funghi eduli mangiano l’Amanita muscaria. Ciò che appare statisticamente strano è che questi religiosi non confondono i funghi eduli con l’Amanita phalloides o altri funghi velenosi – come fanno tutti gli altri bravi intossicati da funghi -, bensì con un fungo allucinogeno! Stando alle mie polverose ricerche di biblioteca, questo errore diabolico sembra presentarsi da almeno tre secoli. Ad esempio, nell’ottobre del 1789 sette donne stanno trascorrendo un periodo di ritiro spirituale presso un convento nella città di Verona. La suora cuoca prepara un piatto povero a base di umili funghi dei boschi, adatto alla dimensione meditativa del ritiro spirituale. Un errore di identificazione, un errore banale ma dalle profonde valenze storiche, trasforma il pranzo di mezzodì in una comunione collettiva a base di Amanita muscaria. Dopo un paio d’ore, quando già tutte ritiratesi nel silenzio meditativo delle proprie celle di clausura, da una di queste fuoriesce una fragorosa risata che rimbomba per tutto il convento. Questa fa innescare scoppi di risa in una cella attigua, e mentre le prime due donne si cimentano in un irrefrenabile duetto di risate, da una terza cella ne fuoriesce un’altra seminuda che si mette a correre “qua e là baccante per il chiostro e con ampi sorrisi salutava le suore che la rincorrevano per tutto il convento”. Un’altra donna è in ginocchio davanti a una statua di Sant’Antonio e con le mani congiunte domanda di confessarsi. E’ il caos nel convento, un correre ovunque per fermare le “indemoniate” che durerà fino a tarda sera, sotto il rimbombo delle incessanti risa che fuoriescono da un paio di celle di donne che non ci pensano nemmeno ad aprire dall’interno il pesante chiavistello delle loro porte, troppo concentrate nel botta/risposta delle loro risate. Pochi anni dopo, nel 1795, gli effetti dell’Amanita muscaria si fanno sentire in un convento di Pavia, dove alcuni frati, in seguito alla solita scorpacciata di funghi ritenuti eduli, “ebbero turbamenti nel sistema nervoso, manifestando bizzarri comportamenti libidinosi”. Un paio d’anni prima un certo abate Giardini era stato vittima 32 Dolce Vita nella medesima città del famigerato errore di identificazione, l’errore diabolico – in quanto ritenuta opera del demonio. Nel rapporto del frate superiore, scritto nel 1793, è riportato: “L’abate Giardini passeggiava per la chiesa assorto in una specie d’estasi, affermava di sentirsi ‘tutto spirito’, era sbigottito, mille immagini gli occupavano la mente”. Ma non sembra che questo frate si sia fatto imbrogliare più di tanto e, riconosciute da bravo professionista le visioni a cui era soggetto come opera del demonio, uscì dalla chiesa e si ficcò due dita in gola per procurarsi il vomito. Non sapere che i funghi che si stanno mangiando sono allucinogeni può portare a interpretazioni deliranti di ciò che si prova nella mente, ma può anche innescare esperienze estatiche e mistiche molto profonde – specie fra i credenti religiosi –, che più raramente possono accadere fra i consumatori intenzionali di questi funghi. E’ come se la “conoscenza” dei funghi allucinogeni limitasse le potenzialità più propriamente enteogeniche (“rivelatrici della divinità”) dei funghi. In alcuni culti religiosi enteogenici del passato la conoscenza del “fattore enteogeno” era mantenuta celata ai fedeli e segretamente tramandata dalla casta prelatizia. Secondo alcuni studiosi ciò si sarebbe verificato nei Misteri Eleusini dell’antica Grecia, dove il “Segreto dei Segreti”, cioè la reale composizione della bevanda sacramentale del ciceone, era rigidamente controllato da alcuni lignaggi familiari patrizi. Oltre a ovvi motivi di potere, gli ierofanti (preti) eleusini forse ritenevano che se avessero reso di pubblico dominio la realtà di una droga psicoattiva come fattore scatenante le visioni beatifiche dei partecipanti, queste avrebbero perso in potenza e “purezza”. E’ probabile che la parte più intima del concetto di profanazione degli antichi culti misterici riguardava proprio il far sapere o il non far sapere a un iniziato che le sue esperienze erano frutto dell’assunzione di un enteogeno. Tornando alle esperienze accidentali con Amanita muscaria, riporto un caso dalle statistiche di 50 anni fa. Nel 1956 un’intera famiglia di sette persone rimase intossicata in seguito a una cena collettiva a base di errore diabolico. Finirono tutti al pronto soccorso fra risate irrefrenabili e conati di vomito. In breve tempo si ristabilirono e furono dimessi, ad eccezione di una donna che manifestava ancora profondi segni di “instabilità psichica” e che fu quindi ricoverata nella clinica psichiatrica di Roma. La donna rimase per un paio di giorni “in stato confusionale”, come riportano i medici che seguirono il caso. Ma leggendo con attenzione il resoconto si intuisce che lo “stato confusionale” è un’etichetta riduttiva per una potente esperienza mistica. La donna camminava lungo la corsia a mani congiunte e occhi rivolti verso l’alto, affermava di vedere la Madonna, che le diceva di averla guarita da un cancro allo stomaco, sentiva una voce celestiale e percepiva un profumo di rose che accompagnavano la visione di Santa Rosa. La donna non aveva mangiato più funghi degli altri familiari, ma era – unica in tutta la famiglia – cattolica molto devota, una “timorata di Dio”. Vedere la Madonna, sentire voci celestiali e un profumo di rose sono tre elementi caratteristici delle grandi esperienze mistiche cattoliche. Del resto, l’allucinazione di vedere la Madonna è un concetto superficiale ed estraneo all’esperienza di colui che la sta “vedendo” con tutto l’impatto emotivo che l’accompagna: si tratta più propriamente di un’apparizione. Spesso l’elemento disturbante di queste esperienze è la loro medicalizzazione. In un caso simile di errore diabolico, registrato alcuni anni fa a Milano, il paziente, in evidente stato di estasi e O L A Letture consigliate: www.psicoattivo.it www.samorini.net ATTUALITA’ E ANTIPROIBIZIONISMO ConFiniZero è un cartello ampio ed eterogeneo che rappresenta ampi settori della società civile, dagli operatori alle associazioni del settore, dai partiti al sindacato, dai centri sociali ai liberi consumatori e a tutti quelli convinti che sia ora necessario attivarsi per dire no al disegno di legge sulle droghe firmato da Fini. In data 07 novembre 2005 il cartello ConFiniZero ha richiesto un incontro con i parlamentari dell’Unione per discutere attorno al nuovo disegno di legge sulle droghe presentato da Fini e alle dichiarazioni di Giovanardi che intende farlo approvare dal Senato in una versione ridotta prima del prossimo appuntamento elettorale. In questo incontro al Senato si è discusso dell’esigenza di fare chiarezza sui pericoli veicolati in questa legge, sulle contraddizioni proprie di ogni provvedimento proibizionista, ma soprattutto per porre l’attenzione su un diverso approccio possibile ai problemi legati al consumo di sostanze. Il concetto da cui prende forma questo decreto, ovvero la criminalizzazione del consumatore, la messa in discussione della sua libertà di scelta, ma anche di cura, calpesta il referendum popolare del ‘93 che già 10 anni fa, aveva sancito la non punibilità penale del consumo. delle unità di strada, attraverso le strategie della riduzione del danno, limita gli effetti negativi dovuti al mercato nero e all’abuso di sostanze. Rispetto a metodi alternativi e alle sperimentazioni in atto negli altri paesi europei, invece di promuovere i servizi orientati a pratiche non coercitive, questa legge si basa su pericolose falsità antiscientifiche: la marijuana rende schizofrenici, non ha effetti terapeutici, il metadone nuoce ai tossicodipendenti. Già a causa dell’attuale legge quasi il 40% della popolazione carceraria è detenuta per reati connessi alle droghe; se questa legge trovasse applicazione, sarebbero gravemente inasprite le vessatorie sanzioni amministrative che limitano le libertà personali. Una legge che metterebbe in galera altre decine di migliaia di persone che fumano marijuana o che ne assimilano il principio attivo per uso terapeutico, aggravando così ulteriormente la già vergognosa condizione di sovraffollamento delle carceri e ignorando l’imminente necessità di attuare misure alternative alla detenzione per i tossicodipendenti. Una legge che fa comodo ai narcotrafficanti che si arricchiscono sul proibizionismo, mentre sulla scia dell’ennesima caccia alle streghe, i governi muovono guerre globali sventolando anche il vessillo della “war on drugs” planetaria. CARTELLO CONFINI ZERO Dietro la legge appare infatti chiara una più generale volontà di vietare e punire prima ancora del consumo, il comportamento e lo stile di vita di una cospicua parte della popolazione. Segue poi l’abolizione della distinzione tra droghe leggere e pesanti; un’ulteriore modifica in linea con la precedente che getta in unico calderone tutte le sostanze, alimentando la propaganda terroristica della ‘tolleranza zero’. Il disegno di legge svilisce il ruolo del servizio pubblico, scatenando una competitività sfrenata tra strutture pubbliche e private, umiliando e mortificando il lavoro e l’esperienza di chi, come gli operatori dei Sert e Dolce Vita 33 G di grazia, diceva ripetutamente ai medici che incontrava nella corsia dell’ospedale presso cui era stato ricoverato: “E’ il più bel giorno della mia vita”. E’ assai probabile che, nonostante la situazione sfavorevole in cui si trovava – in un ospedale – quello fosse veramente per lui il più bel giorno della sua vita. La frequenza con cui le esperienze entoegene fungine – così radicate nell’inconscio collettivo occidentale e così ancestralmente associate alle esperienze religiose – si presentano negli ambienti mentali di religiosi e devoti cattolici italiani, è strana e dà da pensare. Un’altra categoria professionale particolarmente colpita dagli effetti non ricercati delle Amanite psicoattive parrebbe essere quella dei militari. Potrebbe nuovamente non essere una semplice casualità, se si considera l’uso storico di questi funghi come droga da guerra, come nel caso dei Vichinghi berserk. Gli Annali Militari italiani degli ultimi due secoli riportano non pochi casi di soldati semplici che trattano con offensiva ilarità i superiori e che per questo vengono puniti dal codice militare, ma in seguito assolti poiché dichiarati “incapaci di intendere e di volere” per essere stati vittime dell’errore diabolico, cioè di un’intossicazione accidentale con Amanita muscaria. Sembra che negli eserciti tedeschi e dell’Europa settentrionale ciò si verifichi con maggior frequenza, aumentando considerevolmente in tempo di guerra. Cito come esempio un caso italiano verificatosi recentemente in una caserma alpina e riportato nella rivista Pagine di Micologia (vol. 17, 2002, p. 184). Nel corso di un’esercitazione nel bosco, un sottotenente si imbatte in un ciuffo di muscaria che confonde con Amanita caesarea. Le raccoglie e ne prepara un piatto che offre per cena agli ufficiali superiori. Un sergente maggiore, che ne aveva mangiato in quantità, fu ritrovato allo spaccio che urlava agitato “Fatemi uscire!” e ripetutamente cercava di uscire da una porta immaginaria e si scontrava contro il muro. MR NICE SEEDBANK The Choice of the connoisseurs Mr Nice Walkabout • Mr Nice Shit • Mr Nice Spice Mr Nice Critical Mass • Mr Nice Black Widow Mr Nice Dreamtime • Mr Nice Early Queen Mr Nice Medicine-Man • Mr Nice Super Silver Haze Mr Nice Devil • Mr. Nice Shark Shock Mr Nice La Niña and other strains... Call or fax for more information: 00 41 91 6306770 or e-mail: [email protected] or [email protected] All Mr Nice Seed strains are suitable for medicinal use and are grown without use of harmful toxines Come Usare Gli Psichedelici SENZA FARSI MALE a cura di GILBERTO CAMILLA Presidente della SISSC Spesso, nel corso di dibattiti pubblici, mi viene chiesto se esiste un modo per usare le sostanze psicoattive con la relativa sicurezza di “non farsi male”. Provocatoriamente potrei rispondere: sì, esiste un modo per non farsi male con le sostanze, per non dover pagare un prezzo troppo alto per aver giocato aprendo le “porte della percezione”. E’ quello di non usarle.… Provocazioni e scherzi a parte, io sono profondamente convinto che esista un modo saggio di utilizzare queste sostanze, così come sono profondamente convinto che la modalità comune, tranne le inevitabili eccezioni, sia abbastanza sconsiderata, demenziale o per lo meno troppo edonistica e mercantilistica per essere considerata saggia. Mi permetto allora di sottoporvi una serie di fattori da tenere in considerazione quando si vogliono usare gli psichedelici in una maniera se non benefica, per lo meno non dannosa. Credo che quasi tutti questi fattori li conosciate, ma credo anche che valga la pena di continuare a ripeterli, nella speranza che una sempre maggior comprensione di questi temi possa aiutare a instaurare un intelligente rapporto con le sostanze. Il primo elemento, quello da tutti riconosciuto come fondamentale nel determinare la qualità dell’esperienza, è il cosiddetto Set & Setting. Set è l’insieme delle variabili legate alla personalità di un determinato soggetto: il suo bagaglio culturale e sociale, le sue motivazioni e le sue aspettative, la sua struttura psichica, la sua educazione, il suo stato emotivo; Setting è invece l’ambiente più propriamente “fisico” nel quale avviene l’esperienza: il luogo, le condizioni ambientali, le persone che partecipano o assistono all’esperienza, e così via. Modificando il set o il setting (o entrambi) si avrà, pur usando una stessa sostanza, un risultato diverso, a volte addirittura opposto. Il secondo elemento è una buona conoscenza della sostanza che si sta per usare. Dei suoi effetti, della sua farmacodinamica. Ma anche dei rischi e dei pericoli che comporta. Conoscere i dosaggi necessari per produrre determinati effetti e rispettarli. Se una sostanza, prendiamo ad esempio la MDMA, è attiva a partire da 50 mg. E raggiunge la pienezza degli effetti intorno ai 120 – 150 mg. Usarne 200 mg. non ha alcun senso: è solo stupido! E questo ci porta al terzo elemento, cioè l’uso consapevole di una determinata sostanza. Da questo punto di vista non esistono sostanze “buone” contrapponibili ad altre “cattive”. Di tutte le droghe, come di tutti i farmaci e di tutti i cibi, se ne può fare soltanto un uso corretto o un abuso. Ad esempio la marijuana è forse il farmaco più efficace nella cura del glaucoma; l’LSD e gli altri psichedelici possono essere impiegati con risultati sorprendenti in psicoterapia e nel trattamento delle tossicodipendenze. Stessa cosa vale per la famigerata MDMA, o Ecstasy. Per contro l’uso di medicinali la cui importanza è oggi fondamentale, come la morfina nella terapia del dolore, gli antibiotici e la stessa banale aspirina, comportano rischi non indifferenti per la salute. Se un certo numero di reazioni negative diventasse il criterio per la messa al bando di un qualunque farmaco, state pur certi che sugli scaffali delle farmacie non vedremmo neppure più una scatola di supposte per bambini! Cosa voglio dire? Semplicemente che il problema non sta nell’uso, ma nell’abuso. E di fronte all’abuso, indipendentemente dalle leggi, non c’è nulla da fare. Sempre ci sarà chi abuserà di questa o quella sostanza, di questo o quel farmaco, di questo o quel cibo. Uno dei cavalli di battaglia dei Proibizionisti odierni è quello che, tolte le leggi repressive si sprofonderebbe in un battibaleno in un’orgia di uso di stupefacenti. Scusate, ma questa è una cretinata. Perché legalizzazione o proibizione, tutti i tipi di droghe sono profondamente e permanentemente radicati nella nostra cultura, nel nostro modo di vita. Siamo già immersi in droghe legali e illegali, disponibili a chiunque voglia procurarsele e possa permettersele. L’illegalità di alcune ha generato soltanto un’esplosione di organizzazioni criminali e di reati che non esisterebbero senza la loro illegalità. Certo, è possibile che rimovendo le leggi sugli stupefacenti qualche casalinga frustrata si avventuri a fare un tiro di cocaina, o qualche timido bancario voglia provare l’ebbrezza del “viaggio” psichedelico, ma in generale, l’abuso di sostanze non sarebbe peggiore di quello attuale, e dopo una possibile ma non certa, sperimentazione iniziale, le cose ritornerebbero al loro naturale equilibrio. Vorrei concludere con una valutazione del così detto “problema droga” in chiave psico-antropologica. Le finalità e gli usi delle sostanze chimiche in grado di modificare la coscienza da parte delle società tradizionali e dei Paesi industrializzati sono molto diversi, così come sono diversi i modi con cui le sostanze stesse sono vissute e gli effetti che ne derivano. Nel mondo tribale e pre-industriale le piante allucinogene sono “piante sacre”; vengono considerate alla stregua di esseri viventi dotati di attributi soprannaturali, in grado di fornire ad alcuni individui prescelti –gli sciamani- una specie di ponte attraverso l’abisso che separa questo mondo da quello degli dei. In queste società si crede che queste piante siano essenziali per il benessere dell’individuo e della collettività; l’esperienza visionaria, i concetti che culturalmente ne derivano e ne determinano l’interpretazione sono del tutto coerenti con i sistemi tradizionali filosofici, religiosi ed etici; questi, a loro volta, valorizzano e persino incoraggiano l’approccio individuale con le forze soprannaturali e il confronto con esse. E’ dimostrato dall’archeologia che tutte le comunità che usano ancora oggi piante allucinogene lo hanno fatto per secoli e per millenni. Possiamo allora affermare che le “piante sacre” hanno contribuito a formare la storia della cultura, poiché è proprio nell’esperienza visionaria che l’individuo afferma dinanzi a sé stesso la validità delle tradizioni tribali a lui giunte oralmente dai vecchi padri fin dall’infanzia. Le piante sacre servono a dare valore e rendere vera una cultura, mai per fornire un momentaneo mezzo di evasione. Uno sciamano messicano disse un giorno ad un antropologo americano che gli Huicholes prendono il peyote per imparare come si diventa veramente Huichole. L’LSD, la mescalina, la psilocibina o quant’altro, vengono usate in Occidente per scopi ben diversi che per “imparare a diventare” Italiano, o Francese, o Americano…. Come mai sostanze uguali hanno effetti così diversi in ambienti culturali diversi? Come mai presso alcuni popoli sono venerate da millenni come sacre, benevoli e fondamentali, mentre presso altri popoli sono considerate così “malefiche” e “pericolose” che il solo fatto di possederle rappresenta un grave reato? E’ chiaro che la variabile risiede nella società, e non nella chimica di queste sostanze. E’ la cultura e i suoi stereotipi che rendono legale e moralmente accettabile una droga sociale -l’alcool- e inaccettabile un’altra -la cannabis- non certo le caratteristiche chimiche dell’una o dell’altra. Le droghe che danno dipendenza fisica, come l’eroina, sono ben diverse da quelle che non danno dipendenza, eppure sono tutte inserite nella stessa tabella legislativa….. Finché non verrà accettata da tutti (la gente, i consumatori, i ricercatori, i legislatori, fino all’ultimo poliziotto) una visione che integri biologia e antropologia, farmacologia e psicologia, esisterà sempre un problema droga. E finché esisterà un problema droga l’abuso di certe sostanze non cederà né alle leggi più repressive né ai più massicci stanziamenti economici per la “riabilitazione”… Se questo mio discorso fosse infondato, allora perché ci si preoccupa di più della cannabis che non degli effetti della nicotina? Senza sottovalutare la serietà del problema attualmente strombazzato dai mass-media dell’Ecstasy, perché ci si preoccupa di più di una sostanza che interessa una percentuale globalmente bassa di individui che non delle proporzioni davvero massicce raggiunte dall’abuso di alcool? E se è vero che il danno sociale e personale prodotto dall’eroina è molto alto, intimamente legato alla criminalità, alle rapine e alla prostituzione, è altrettanto accertato che esiste una strettissima correlazione fra alcool e omicidi, violenze su minori e bambini, con un costo sociale immensamente più alto di quello attribuibile all’eroina…. Soltanto partendo da questi dati, credo, potremo aprire un dibattito serio, costruttivo e senza isterismi: abbandonando i discorsi vuoti e moralistici potremo iniziarne uno completamente radicale, che da un lato coinvolga tutto l’apparato sociale ed economico qual è quello nel quale giornalmente dobbiamo vivere, e dall’altro tenga conto di nuove dimensioni di coscienza e di piacere. Se un numero sempre maggiore di persone riconoscerà il valore positivo degli stati modificati di coscienza, allora anche i mezzi per ottenere queste “modificazioni” diventeranno agli occhi di tutti “normali”, e non cose che riguardano solo i “selvaggi”, i “figli dei fiori”, i “depravati” e tutti coloro che vogliono evadere dalla realtà quotidiana. Dolce Vita 35 ENTOBOTANICA iL KRATOM Il 3 agosto 1943, il governo Tailandese promulga il Kratom act 2486, con il quale dichiara illegale l’albero di Kratom, richiedendo l’abbattimento delle piante esistenti e proibendone la coltivazione. Questo provvedimento non ebbe alcuna efficacia, dato che in Tailandia la pianta cresce spontaneamente ovunque. Ad oggi la legge Tailandese classifica il Kratom allo stesso livello della cocaina e dell’eroina: un’oncia di estratto è punibile con la morte. Come per tutte le forme di proibizionismo nel resto del mondo, questa legge ha solo avuto successo nell’incrementare i prezzi del Kratom sul mercato nero. Kratom, Krathom, Ithang, Kakuam, Thom o Ketum sono i nomi comunemente usati per indicare la Mitragyna Speciosa Korth (il nome del genere deriva dalla caratteristica forma a mitra degli stigmi), un albero della famiglia delle Rubiacee che cresce spontaneo in Tailandia, nelle foreste pluviali delle regioni tropicali e sub-tropicali dell’Asia e nelle regioni paludose dell’Africa. L’albero di Kratom può facilmente raggiungere e superare i 15 metri di altezza, con un fusto eretto e molto ramificato, fiori gialli e foglie sempreverdi ovali-acuminate. L’impiego tradizionale del Kratom è caratteristico della Tailandia, e risale a tempi immemorabili. Ancora oggi, infatti, è molto diffusa la credenza che chi fa uso di foglie di Kratom sia un grande lavoratore, e in alcune regioni i genitori preferiscono dare la figlia in sposa ai masticatori di Kratom piuttosto che ai fumatori di Marijuana. Chi ne fa uso, distingue le caratteristiche del Kratom in base alle venature delle foglie: rosse o verdi/bianche. Pur essendo queste ultime quelle con la più alta percentuale di alcaloidi, viene generalmente preferita una mistura delle due tipologie. Tradizionalmente la foglia di Kratom viene masticata fresca (o seccata e poi reidratata), rimuovendo la venatura centrale e aggiungendo del sale per prevenire la nausea, e bevendo poi acqua calda o caffè. In alcune regioni viene utilizzata come spezia nella cucina locale. Le foglie possono anche essere fumate (anche se la dose efficace è troppo elevata per essere fumata con facilità) o messe in infusione per fare un tè. Un altro uso molto popolare consiste nella realizzazione di una resina grezza ottenuta tramite la lenta bollitura delle foglie fresche o secche. L’impasto che si ottiene viene poi plasmato in piccole palline che vengono cosparse di farina e riposte fino all’utilizzo. Il Kratom si usa nella medicina tradizionale come rimedio per la dissenteria, come analgesico, per calmare la tosse e per curare la dipendenza da oppio. Più raramente viene usato per prolungare il rapporto sessuale. I tradizionali utilizzatori del Kratom sono i contadini, e gli agricoltori, con un età mediamente alta, che usano le foglie come stimolante/euforico per aiutarsi nella quotidiana fatica del loro lavoro, mentre è invece raro l’utilizzo tra le donne. Ad oggi sono stati isolati oltre 40 alcaloidi presenti nella foglia di Kratom, tra cui i predominanti sono 3 indoli e 2 ossindoli. I 3 indoli sono Mitraginina, Painantina, e Specioginina (i primi due sembrano essere una caratteristica esclusiva della Mitragyna Speciosa). I due ossindoli sono Mitrafillina e Speciofolina. La Mitraginina, isolata per la prima volta da Hooper nel 1907 e “battezzata” nel 1921 da Field, è l’alcaloide presente in maggior quantità nella foglia di Kratom. La sua struttura chimica, determinata nel 1964 da Zacharias, Rosenstein e Jeffrey, è simile agli alcaloidi presenti nello Yohimbe (Corynanthe yohimbe) e nel Voacanga (Voacanga africana) e, per certi versi, simile ad alcuni principi attivi psichedelici basati sulle triptamine come la 36 Dolce Vita psilocibina o l’LSD. Nonostante questa somiglianza, non è stato riscontrato nessun effetto psichedelico da parte degli alcaloidi presenti nelle foglie di Kratom. L’effetto viene invece descritto come stimolante o rilassante in relazione alla quantità assunta. In piccole dosi (5 o 6 grammi) si percepisce una stimolazione a livello mentale e fisico, a volte anche sessuale, una maggior propensione verso i lavori manuali e monotoni, e verso i rapporti sociali. Con l’aumentare della dose (10 grammi) sopraggiunge l’effetto oppiaceo: resistenza al dolore (fisico ed emotivo) rilassatezza, sonnolenza ed un generale stato di “sogno da sveglio”. Gli effetti si percepiscono dopo pochi minuti dall’assunzione e possono durare fino a 6 ore. Spesso si percepisce una forte carica euforica il giorno dopo l’assunzione. Alcuni studi effettuati dimostrano come l’utilizzo sporadico del Kratom non dia assuefazione, ma in alte dosi e costante utilizzo nel tempo può provocare effetti secondari quali secchezza del cavo orale, perdita dell’appetito, sonnolenza, generale costipazione e depressione del sistema nervoso centrale. Oggi, il Kratom, viene attentamente studiato come rimedio per combattere l’assuefazione da diverse sostanze: in Nuova Zelanda è stato testato con successo per la disintossicazione da metadone. Presso l’Istituto Nazionale della Medicina Tradizionale Tailandese si stanno conducendo ricerche sulla Mitraginina come rimedio per la dipendenza da oppio e per la depressione. Altri gruppi di ricerca hanno condotto esperimenti sulla Mitraginina, somministrando foglie di Kratom da fumarsi ogni qualvolta il paziente manifesta crisi di astinenza per un periodo di 6 settimane, ottenendo un graduale allontanamento dagli stupefacenti. Sebbene il Kratom sia utilizzato da tempi immemorabili dai nativi della Tailandia, la scienza occidentale non se né mai interessata. Le ricerche esistenti sono spesso apparentemente contraddittorie, e la conoscenza della pianta stessa fuori dalla Tailandia è limitata a pochi etnobotanici e ad alcuni ricercatori farmacologi. La disponibilità di piante vive e foglie secche è stata praticamente nulla fino a poco tempo fa. Oggi il governo Tailandese sta prendendo in considerazione l’abrogazione del Kratom Act, nello sforzo di aiutare i quasi 3 milioni di persone attualmente dipendenti dall’uso dello “speed”. Recenti studi hanno infatti dimostrato che gli alcaloidi presenti nella foglia potrebbero essere utilizzati come sostituto organico delle metamfetamine, per facilitare il processo di disintossicazione. C’e’ molto da imparare… ALCUNI USI TRADIZIONALI DEL KRATOM TAILANDESE. Tè di foglie: Il tè viene tradizionalmente preparato bollendo a fuoco lento, per 15 minuti, 50 grammi di foglie secche e tritate in 1 litro d’acqua. Dopo aver filtrato bene il liquido (premendo bene le foglie in modo da ottenerne più liquido possibile), si ripete il procedimento una seconda volta. L’unione delle 2 bolliture viene poi unito e fatto cuocere ancora a fuoco lento fino ad ottenere 100 ml di liquido. Il tè così preparato viene a volte mescolato con una parte di liquore (vodka, whisky o rum) per ogni tre parti di tè di Kratom. In alcune regioni viene invece mescolato con tè nero e miele, oppure tè di papavero rosso (Papaver rhoeas) o di loto blu (Nymphaea caerulea). Il tè viene spesso assunto fumando tabacco o cannabis. Tè di resina secca: La resina secca (3-6 grammi) viene fatta sciogliere in una tazza di acqua bollente. Il risultato è un infuso molto amaro che viene edulcorato con molto miele e a volte con l’aggiunta di un liquore dolce. Resina morbida: La resina fresca di Kratom viene solitamente disciolta in acqua come la resina secca, oppure ridotta in piccole palline che vengono ingerite senza masticarle. Polvere fine o estratto: La polvere fine (5 o 6 grammi) o l’estratto (1 o 2 grammi) si miscelano con succhi di frutta o latte. a cura di FABIO CARDONI SEX & LOVE il Kamasutra Il Kamasutra è il più antico trattato indù sull’erotismo che si sia conservato.Contrariamente all’opinione comune, il Kamasutra non è un libro sulle posizioni nel rapporto sessuale, bensì un trattato sull’arte di vivere: come trovare un amante, come mantenere il potere nel matrimonio, i modi per commettere adulterio, la vita da cortigiana o con una cortigiana, il consumo di droghe e, fra le altre cose, anche le posizioni nel rapporto sessuale. Le due parole che compongono il termine Kamasutra significano rispettivamente «desiderio / amore / piacere / sesso» (kama) e «trattato» (sutra). Fu composto in sanscrito, l’idioma letterario dell’India antica. Provare sempre nuove posizioni durante un rapporto sessuale, rafforza la complicità e svela sensazioni inaspettate, perché la sessualità ne ha di infinite. Vi proponiamo di seguito alcune delle posizioni più originali del kamasutra con tutti i pro e i contro. LA POSIZIONE DELL’ALTALENA La donna gira la schiena al suo compagno e può sedersi su di lui poggiandosi sui piedi o mettendo le ginocchia sui due lati delle anche del compagno, quest’ultima posizione favorisce un’ampia stimolazione. Pro: Posizione che offre all’uomo un angolo di vista eccezionale sulla penetrazione e un panorama molto eccitante sui glutei ed la vagina della sua compagna. Grande ampiezza di movimenti (soprattutto nella versione inginocchiata) per dare un grande piacere all’uomo e portarlo rapidamente all’orgasmo. La donna può facilmente fantasticare su partners immaginari. Contro: L’angolo di penetrazione può essere poco confortevole per alcuni uomini. POSIZIONE DELLE FORBICI Partendo dalla posizione di Andromaca, la donna si sbilancia all’indietro fino ai piedi del compagno. Questa posizione è raccomandata per ritardare l’eiaculazione del partner. Pro:Permette una buona stimolazione manuale del clitoride.Vista eccitante per l’uomo. Buona posizione per ritardare l’orgasmo maschile. Contro:Esige una buona elasticità della donna. POSIZIONE DELLA LUNA Partendo da una posizione inginocchiata, l’uomo porta le gambe verso le spalle della donna. Ambedue possono abbracciarsi e continuare la stimolazione dando delle spinte simultanee ai loro bacini. Pro: Posizione originale che permette una penetrazione profonda. Buona stimolazione del clitoride data dall’osso pelvico dell’uomo. Contro: Esige una buona agilità dell’uomo IL MOVIMENTO DELLA RUOTA LA POSIZIONE DEL BAMBU’ Partendo dalla posizione del missionario, la donna scivola una gamba sulla spalla del suo compagno che simultaneamente porta il suo ginocchio sul davanti. Pro: Posizione divertente, originale e abbastanza acrobatica per le coppie più audaci. Contro: Stimolazioni limitate. Esige una buona elasticità da parte della donna. Ecco le tre tappe di questa posizione nella quale l’uomo deve girare lentamente intorno alla compagna utilizzando il pene come asse. Il ciclo può essere ripetuto più volte ed è buono per là sessualità tantrica. Prima fase: I partners sono allungati nella classica posizione del missionario. L’uomo è fra le coscie della donna e la penetra. Seconda fase: L’uomo scivola successivamente la sua gamba sinistra e poi la destra al di sopra della gamba destra della compagna ed inizia a ruotare sulla sua verga intorno alla compagna. Terza fase: L’uomo effettua un mezzo giro completo e piazza le gambe sui due lati delle spalle della compagna. Una piccola pausa in questa posizione per baciare i piedi della compagna per poi continuare il ciclo e tornare nella posizione iniziale. Pro: Posizione divertente e originale che permette di apprezzare una grande diversità di sensazioni. Raccomandata per il sesso tantrico. Contro: Stimolazioni limitate.Uscite involontarie assicurate per i debuttanti. fonte: ENJOINT.COM PLEASE, TRY THIS AT HOME !-) 38 Dolce Vita 3 # 0 2 1 4 4 eMule: 2 3Peer 3 to3Peer 1 8 ai3massimi 6 0 livelli 7 7 5 4 7 9 4 4 0 5 6 4 5 5 9 8 9 # 0 0 1 0 3 0 9 9 2 9 8 2 1 1 3 3 4 1 3 3 4 4 0 9 4 4 8 6 2 4 7 7 5 7 9 # 5 5 0 0 4 1 9 8 1 2 3 9 0 1 9 3 0 4 1 2 2 4 9 # 3 3 3 5 1 2 4 7 0 3 8 9 4 8 5 1 9 5 1 0 Da sempre lo scambio dei dati è uno degli strumenti più ricercati dagli utilizzatori di computer; con una grande rete come Internet a disposizione è inevitabile pensare di sfruttarla per lo scambio di materiale tra gli utenti: fu così che nel 1999 Napster vide la luce. Questo programma permetteva agli utenti di condividere musica tra di loro, era il primo esempio di Peer to Peer (abbr. P2P, è il nome dell’architettura di rete che permette agli utenti di scambiare i files). La storia di Napster non fu molto fortunata, l’inizio della fine iniziò a causa della denuncia al papà del programma, Swan Fanning, da parte dei Metallica che lo ritenevano un marchingegno di pirateria discografica: Fanning riuscì a mantenere più o meno vivo Napster ma alla fine perse la lotta contro le major, tra le quali Sony Music, Universal Music, Warner Music, BMG e il gruppo EMI, vedendosi costretto a interrompere definitivamente il file sharing nel Giugno 2001. Ma Napster non fu solo un esperimento riuscito e represso, ai giorni nostri è possibile utilizzare altri programmi di file sharing ottenendo risultati ottimali con una semplice ADSL domestica: in particolare questo articolo tratterà di uno dei più popolari e, a mio avviso, meglio performanti software del settore, sto parlando di eMule. Questo software P2P si basa sulla rete eDonkey2000 (ed2k) e garantisce performance in download (ricezione dei dati) e upload (invio dei dati) davvero ottime; il client eMule si può scaricare per sistemi operativi Windows, Linux, Mac e altre piattaforme. Il mio articolo vuole anche essere una guida per aiutarvi a preparare un PC con eMule in modo efficace e rapido; tratterò la soluzione più comune, cioè un sistema operativo Windows con un processore Intel o AMD a 32bit: per prima cosa scaricate la mod (versione modificata e migliorata del programma originale) Sivka da questo indirizzo: http://www.emule-mods.de/ ?mods=sivka. La scelta del file da scaricare dipende dal vostro sistema operativo; aprite il file con WinRar (potete scaricarlo da http://www.rarlabs.com se non lo avete installato) e copiate il contenuto del file in una cartella a piacere (ad esempio c: \eMule). Fatto ciò lanciate il programma emule.exe e seguite il programma che vi guiderà alla configurazione di base; non appena avrete terminato vi troverete davanti all’interfaccia di eMule: a questo punto basta cliccare su ‘Preferences’ e successivamente su ‘Folders’ per scegliere in quale cartella salvare i files completati (incoming files) e in quale cartella mantenere i files temporanei (temp files). Dovete inoltre ricordare di indicare al mulo (questo è il nome amichevole del programma) quali cartelle del vostro PC volete condividere in rete. Per iniziare a scaricare dovrete prima collegarvi a un server; per fare ciò andate sul sito http://ed2k.2x4u.de/index.html e in corrispondenza della dicitura ‘Best Servers’ cliccare su ‘Add to eMule’ per aggiornare eMule con la lista dei server migliori (attenzione: questa operazione va effettuata con eMule aperto) ricordando di evitare i vari server chiamati SonnyBoy, in quanto si tratta di server-spia. I server migliori sono quelli chiamati Razorback, collegatevi sempre a questi ultimi dalla finestra ‘Servers’ del vostro mulo per avere i risultati migliori. Come ultima accortezza da effettuare per usare eMule al massimo senza avere problemi di ID basso sui server (quando si ha un ID basso il mulo scarica a fatica e trova pochissimi files) bisogna abilitare la porta 4662 TCP e la porta 4672 UDP sul vostro FireWall (programma che evita le intrusioni 8 5HIGH7 TECH 9 5 9 1 8 3 3 1 8 3 3 4 4 3 6 Navigare mantenendo l’anonimato: 4 Tor 4 e9Privoxy 2 4 7 5 7 5 5 7 1 9 5 8 # 6 3 + 9 3 1 5 0 1 8 4 3 0 9 8 1 9 4 7 4 3 3 8 5 3 5 4 4 5 ì 5 8 5 7 7 1 8 1 9 5 1 3 7 0 8 9 9 4 0 0 1 8 3 8 9 9 3 1 8 7 4 3 4 3 4 5 8 4 7 4 7 8 5 8 5 5 5 9 7 5 9 9 1 1 1 390 sul PC) o sul vostro router: per fare ciò dovete necessariamente consultare i manuali del prodotto che avete, in quanto le soluzioni variano di caso in caso e non mi è possibile fornirvi un metodo univoco per guidarvi in questo processo. Adesso il PC è configurato: buona condivisione! Per chi di voi sente l’esigenza di navigare senza lasciare tracce in giro per la rete, ecco una semplice guida che vi permetterà di installare un ottimo proxy (proximity server, è uno strumento che ci permette di navigare in modo anonimo) sul vostro PC; naturalmente i programmi usati sono gratuiti e non c’è bisogno di acquistare licenze varie. Tor è disponibile per Windows, MacOS e Linux, in questa guida come per l’altra tratterò il caso più comune, cioè l’installazione su un PC con Windows. Il primo passo da effettuare è quello di scaricare i due programmi che useremo: Tor (http://tor.eff.org/download.html.it) e Privoxy (http://www.privoxy.org) cliccare su ‘Download recent release’); fatto ciò lanciamo il programma di installazione di Tor, si può cliccare sempre su ‘Next’ e lasciare tutte le opzioni come sono, l’unica modifica applicabile è di selezionare ‘Run at Startup’ se si vuole fare partire Tor all’avvio del PC. Terminata l’installazione di Tor lanciare quella di Privoxy (nessuna particolarità per l’installazione); ad installazione finita cliccare su ‘Start’ (o premere il tasto Windows), selezionare ‘Programmi’, successivamente ‘Privoxy’, poi ‘Edit Config’ ed infine ‘Main Configuration’: si aprirà una finestra del Blocco Note con dentro il file di configurazione di Privoxy. L’unica modifica da fare è aggiungere la riga forward-socks4a / localhost:9050 . all’inizio del file, ricordandovi di ricopiare esattamente la riga in questione, compresa del punto finale. Bene, tutto è pronto per navigare in modo anonimo; a questo punto basta configurare le applicazioni alle quali desiderate fare sfruttare il proxy, ad esempio per impostare Firefox cliccate sul menu ‘Strumenti’ di Firefox stesso, poi su ‘Opzioni’, poi su ‘Generale’ e infine su ‘Imposta Connessione’: in quest’ultima finestra scegliamo ‘Configurazione manuale del proxy’, barriamo la casella ‘Utilizzare lo stesso proxy per tutti i protocolli’ e scriviamo in corrispondenza di ‘Proxy HTTP’ localhost e in corrispondenza di ‘Porta’ scriviamo invece 8118. Dopo di che il sistema sarà pronto per una navigazione anonima e sicura. a cura di STEFANO FERRANTE aka “CriSiS” Dolce Vita AVAST - WWW . AVAST . COM Avast è uno degli antivirus migliori per il vostro computer e i gentilissimi signori della Alvil (casa produttrice del programma) vi permettono di scaricare Avast per uso personale e la licenza del programma vi verrà inviata via email gratuitamente; questo vuol dire che avete la possibilità di utilizzare quello che a mio avviso è il miglior antivirus in commercio in modo gratuito. Per avere Avast collegatevi al sito www.avast.com o l o s AD-AWARE -WWW . LAVASOFTUSA . COM v ZONEALARM - WWW . ZONELAB . COM Per avere un PC sicuro non basta solo un antivirus: è fortemente consigliabile installare anche un firewall. Un firewall (dall’inglese ‘muro di fuoco’) è un programma che blocca le connessioni indesiderate dirette al PC (ma anche quelle che partono dal PC) per garantirci una tranquilla connessione ad Internet o alla rete locale. Il programma in se è molto facile da gestire, in pratica vi viene chiesto se permettere ad un programma l’accesso ad internet e vengono bloccate in automatico le connessioni ritenute pericolose. La versione gratuita del programma è solo una, cioè quella che comprende il solo antivirus; sono poi presenti pacchetti a pagamento che comprendono anche l’antivirus, ma direi che non è il caso di spendere soldi quando Avast è di molto superiore ed è gratuito. Per ottenere il programma basta scaricarlo dal sito sopra citato. 9 8 6 7 1 3 0 9 4 5 8 1 0 0 9 3 4 8 5 0 Questo programmino molto leggero vi sarà utilissimo per rimuovere dal vostro computer i maledettissimi spyware con un semplice click; gli spyware sono dei software che vanno a modificare il registro di sistema di Windows in modo tale che, non appena si va ad effettuare una connessione alla rete vengono inviate delle informazioni sulla connessione stessa e sul nostro PC alle persone che hanno sviluppato l’infido programma. Capirete che tutto questo è fastidiosissimo, in quanto come prima cosa viene violata la nostra privacy e in secondo luogo le informazioni inviate possono contenere dati sensibili come ad esempio password che cadrebbero in mano a persone ‘poco raccomandabili’. Per scaricare Ad-Aware andate alla pagina http://www.lavasoftusa.com/software/adware e cliccate sul pulsante ‘Download Now’; dopo aver installato il programma basterà cliccare su ‘Scan Now’ dal menu a sinistra, scegliere ‘Perform full system scan’ dal pannello centrale e cliccare su ‘Next’ per avviare la pulizia del vostro computer. Se verranno trovati files infetti basterà selezionarli dall’elenco che genererà il programma e cliccare nuovamente su ‘Next’: i files verranno cancellati dopo aver confermato la scelta. o. s p CDBURNERXP PRO - WWW . CDBURNER . SE d OPENOFFICE.ORG - WWW . OPENOFFICE . ORG Il nome ufficiale del software in questione è OpenOffice.org che non è l’indirizzo di un sito web, o perlomeno non solo: OpenOffice.org è una office suite gratuita che non ha niente da invidiare al più famoso Office, prodotto da Microsoft, ma la differenza principale tra i due programmi viene presto all’occhio, in quanto OpenOffice è totalmente gratuito, mentre i costi delle licenze Microsoft sono tutt’altro che economici. La suite, scaricabile ovviamente dal sito degli sviluppatori, comprende un elaboratore di testi, un foglio di calcolo, un creatore di slides, un editor di immagini per creare grafici, loghi et similia e uno strumento per gestire database; questi programmi equivalgono rispettivamente a Word, Excel, PowerPoint, Publisher e Access, insomma avete a disposizione degli strumenti praticamente uguali a quelli con i quali siete abituati a lavorare solitamente, ma questa volta non li dovrete pagare. Stufi di pagare anche per masterizzare un semplice CD o DVD? Per fortuna anche in questo campo esistono software gratuiti; CDBurnerXP è un ottimo rimpiazzo per il buon vecchio Nero Burning Rom, comunemente chiamato ‘Nero’. L’utilizzo del programma in questione è immediato, niente di diverso rispetto ai programmi che usate di comune per svolgere le opzioni di masterizzazione, tranne per il prezzo. Il link per scaricare il programma è questo: http://www.cdburnerxp.se/download.php (ricordate di scaricare la ‘Latest Version’, ovvero la versione più aggiornata). 7 - ZIP - WWW . 7 - ZIP . ORG/IT d e MOZILLA THUNDERBIRD - WWW . MOZZILLAITALIA . ORG/THUNDERBIRD n 7-zip è un ottimo software di archiviazione rilasciato sotto licenza GPL (www.gnu.org); questo programma svolge tutte le funzioni di WinZip, solo che fornisce molte possibilità in più, ad esempio il supporto del formato di compressione 7z che permette di comprimere dal 30 al 70 per cento in più rispetto al formato zip. Per scaricare questo programma andate alla pagina http://www.7-zip.org/it/doenload.html ed evitate di prendere le versioni ‘Beta’, a meno che non sappiate ciò che state facendo, in quanto queste versioni sono in stato di sviluppo e possono essere molto instabili m Dolce Vita a cura di STEFANO FERRANTE aka “CriSiS” o Ecco a voi il miglior client di posta per Windows, preparatevi a separarvi per sempre da Outlook se lo state ancora usando! Thunderbird è un client fantastico che permette di leggere la posta in modo davvero ottimo: grazie agli strumenti inseriti nel programma il vostro modo di leggere la posta cambierà sul serio. Con Thunderbird potrete creare dei ‘filtri’ che vi danno la possibilità di organizzare tutta la posta che vi arriva in modo automatico e facile in base a corrispondenze fisse quali l’indirizzo del mittente o altro: ad esempio, sul mio PC tutti i messaggi provenienti dal forum di ENjOINT.com vengono spostati in automatico dentro la cartella chiamata ‘Enjoint’ e non devo cercare i messaggi in mezzo a tutti gli altri. Oltre a questa caratteristica, che viene implementata anche su Outlook, anche se in modo molto meno intuitivo e performante, sono da segnalarne delle altre: la ricerca dei messaggi avviene in modo rapidissimo grazie ad un motore di ricerca molto accurato, la stabilità e la velocità di Thunderbird, soprattutto quando si vanno a gestire molte email lascia increduli e il programma è a prova di bomba per quanto riguarda la sicurezza (potete anche creare dei filtri antispam molto efficaci). c 5 1 3 4 7 6 5 0 7 3 5 8 7 0 9 4 8 5 7 1 r. 9 3 4 2 5 # 1 3 4 5 ì 1 3 4 8 7 5 8 9 1 i 7 3 4 9 5 8 3 4 9 8 5 7 1 9 3 8 4 7 5 1 l 5 8 3 4 7 5 9 8 1 3 4 7 5 9 8 1 3 4 5 9 n 8 1 3 4 5 9 + 1 8 3 4 5 9 8 1 3 4 7 5 9 o 4 1 7 4 5 0 9 1 3 4 7 5 8 1 2 3 7 6 9 0 m 1 3 7 4 5 0 9 1 3 4 7 5 9 0 1 3 4 0 5 1 o 2 3 0 9 4 # 0 2 1 9 4 # 1 9 4 # 2 3 8 5 a 0 3 6 7 6 9 3 8 4 0 2 9 4 3 0 9 1 0 4 9 HIGH TECH - Tips & Tricks f 3 # 4 2 8 3 5 4 0 5 9 8 1 0 2 9 3 3 4 4 8 6 5 7 0 0 1 2 9 3 2 4 3 5 4 7 8 9 5 40 1 T E B GenerA at i o n Jack Kerouac ha suggerito che l’interpretazione del termine - beat – sia un’abbreviazione di – beatitude – e rivendica la paternità dell’espressione – beat generation – in “The Origins of a Beat Generation”. Dice Kerouac : - Nel 1948 John Clellon Holmes (autore del romanzo Go!) e io, stavamo chiacchierando per cercare di capire il significato di “Lost Generation” (generazione perduta; espressione coniata da Geltrude Stein per designare i giovani scrittori americani espatriati in Europa nel primo dopoguerra e del successivo Esistenzialismo ), e io dissi: “sai, questa è proprio una generazione beat “. Lui fece un salto e disse “è proprio così!”. Poi nel 1951 nel bel mese di maggio scrissi “On the Road “ in tre settimane in un quartiere povero di Manhattan e fu così che misi in parole la Beat Generation”. Poi nel 1952 apparve nel supplemento domenicale del New York Times un articolo intitolato “Questa è una generazione beat “. E finalmente quando gli editori presero coraggio e pubblicarono “On the Road” nel 1957 (N.Y. The Viking Press) l’espressione “Beat Generation “ – si diffuse e tutti si misero a parlare di “Beat Generation “-. Il testo di “On the Road” definito la bibbia della Beat Generation, venne dattiloscritto da Kerouac - a quanto pare influenzato dal ritrovamento avvenuto nel 1947 nel Mar Morto di antichissime pergamene arrotolate contenenti testi dell’Antico Testamento - che decise di utilizzare per la prima stesura della sua opera, non singoli fogli ma un rotolo di carta lungo circa 36 metri. Lo stile spontaneo della prosa di “On The Road” diceva Kerouac: “…mi è venuto vedendo come il mio amico Jack Cassady, mi scriveva le sue lettere tutte in prima persona, veloci, pazze, autentiche, assolutamente serie, dettagliatissime. Mi sono ricordato anche l’ammonimento di J.F.Goethe (1749-1832), cioè la profezia che la letteratura futura dell’Occidente avrebbe avuto la natura di una confessione. Dostoevskij (1821-1881) profetizzò la stessa cosa e probabilmente l’avrebbe realizzata se fosse vissuto abbastanza per scrivere il capolavoro che aveva in mente, “Il Grande Peccatore”. Jack Kerouac (1922-1969) è l’esponente più famoso della “Beat Generation”. Nato a Lowell nel Massachusetts da genitori franco-canadesi, a quindici anni fatica ancora a capire l’inglese parlato troppo velocemente. Sua madre lo chiama“Ti Jean”. Si distingue a scuola per essere un fortissimo giocatore di football americano, che gli vale una borsa di studio per la Columbia University a New York. Durante la guerra si arruola in marina ma conclude il servizio nella marina mercantile, non riuscendo ad adattarsi alla disciplina militare. Per un periodo fa la guardia forestale, il frenatore di treni. Muore nel 1969 con il fisico devastato dall’alcool. - Il termine “beat” faceva parte di un linguaggio nuovo che negli anni ’40 scaturiva dal jazz; “beat” era un’invenzione dello slang dei neri che frequentavano i locali dove si suonava il bop, e significava anticonformista, persona fuori del comune, ma anche uno che non accettava compromessi. Il termine “beatnik” venne coniato dal giornalista del “San Francisco Chronicle”, Herb Caen, il 2 aprile 1958. Beatnik ( beat+sputnik ) diventa il termine usato dai media per etichettare il “beat” come fatto culturale, ma con valenze denigratorie -. Nel giugno del 1957 Lawrence Ferlinghetti, poeta e editore della City Lights Books di San Francisco, fu condotto in carcere. Aveva pubblicato nelle sue edizioni, “Howl and other Poems” di Allen MUSICA E CULTURA “beat” era un’invenzione dello slang dei neri che frequentavano i locali dove si suonava il bop, e significava anticonformista, persona fuori del comune, ma anche uno che non accettava compromessi. Ginsberg, importato dall’Inghilterra dov’era stato stampato dall’editore Villiers nel 1956. Reagendo a un sequestro dei libri nel marzo dello stesso anno, Ferlinghetti aveva stampato una nuova edizione di “Howl”; da qui l’arresto che diede vita al più famoso processo del secondo dopoguerra. I sostenitori di “Howl” scrissero le più belle pagine critiche sull’opera e il suo autore divenne molto celebre. “Howl and other Poems” è per Carl Solomon, scrittore e poeta beat, rinchiuso nel manicomio di Rockland. “Togliete le serrature dalle porte Togliete anche le porte dai cardini” recita nel sottotitolo di “ Howl “ Allen Ginsberg: evidente la citazione da “The Doors of perception” di Aldous Huxley pubblicato nel 1954; (da questo libro Jim Morrison trarrà lo spunto per il nome del proprio gruppo “The Doors”). La citazione di William Blake, poeta visionario inglese che Aldous Huxley usa nel sottotitolo dice:“Se le porte della percezione fossero sgombrate, ogni cosa apparirebbe com’è, infinita”. La dedica di “Howl” apparsa nelle edizioni successive è comunque chiarificatrice dei debiti letterari di Ginsberg; inizia così: Dedica a Jack Kerouac, nuovo Buddha della prosa americana, che sprizzò intelligenza in undici libri scritti in sei anni (1951-1956) – On The Road, Visions Of Neal, Dr. Sax, Springtime Mary, The Subterraneans, San Francisco Blues, Some Of The Dharma, Book of Dreams, Wake Up, Mexico City Blues e Visions of Gerard creando una prosodia spontanea bop e una letteratura classica originale. Mentre a San Francisco si svolgeva il processo per oscenità a “Howl”, Allen Ginsberg era a Tangeri in Marocco dove aveva raggiunto William Borroughs, dal quale già si era recato Jack Kerouac per aiutarlo a riordinare un suo voluminoso manoscritto sparpagliato caoticamente per la città; mentre Ginsberg metteva assieme i pezzi che avrebbero costituito il libro, Kerouac ne inventò il titolo: “The Naked Lunch” (Il Pasto Nudo) e ne battè a macchina da scrivere i primi due capitoli. continua... a cura di “VIJAVA” Dolce Vita 41 MUSICA RECENSIONI NEIL YOUNG - PRAIRIE WIND Genere: rock Chi conosce Neil Young sa bene che, a dispetto delle pose da vecchio cantautore è uno degli artisti più sorprendenti e spiazzanti di tutti i tempi. Durante la lavorazione di questo disco c’è stato un aneurisma che ha fatto temere il peggio ed il fatto che la lavorazione sia stata così travagliata non lasciava presagire troppe cose buone. E invece eccoci a commentare un capolavoro di una bellezza assoluta, suonato insieme ad alcuni tra i più grandi musicisti country senza per questo lasciarsi catalogare in un genere. A ballate scarne e struggenti (This old guitar) si accompagnano arrangiamenti con fiati (Far from home) ed omaggi ad Elvis (He was the king). Si passa dal rock scanzonato, al monito ambientalista, dalle dichiarazioni di poetica (The painter,This old guitar) alle domande sul senso della vita e della memoria (la meravigliosa sinfonia di It’s a dream, Falling off the face of the Earth) e semplici e commoventi messaggi d’amore (Here for you), per chiudere con un coro quasi da chiesa per immaginare un dialogo con Dio (When God made me). Su tutto questo la disarmante semplicità e spontaneità di un artista che è forse l’unico che può permettersi di essere sempre credibile in una tale ricchezza di contenuti. Una lezione di musica e di vita che, se potessimo, vi obbligheremmo ad acquistare. Info su www.neilyoung.com (Emiliano Duroni) PINGUINOS DEL NORTE - CORRIDOS DE LA FRONTIERA Genere: mexicana Questo disco è stato registrato nel 1970 nella cantina El Patio di Piedras Negras e solo adesso vede la luce grazie all’opera meritoria della Arhoolie Records. Questo trio norteño, oltre a possedere uno dei nomi più geniali di sempre, è uno dei più autorevoli portatori di una delle tante tradizioni popolari che fanno sempre più fatica a trovare spazio. L’aspetto principale di questo cd è che non c’è nessuno che tenta di ricreare qualcosa, qui siamo davvero in una cantina messicana con tanto di grida di accompagnamento (citate nei credits) e strumenti tipici. Gli argomenti di queste canzoni sono le storie di frontiera che hanno fatto la fortuna del cinema e della musica americana raccontate con l’intensità e la sincerità di chi sa di cosa parla. Miseri raccoglitori di arance (El desesperado) si accompagnano a contrabbandieri di tequila e carcerati, un delitto passionale (Los dos hermanos) è trattato con la stessa dignità e umanità delle vicende di chi viene processato perché sbarca il lunario grazie a cocaina e marijuana (El contrabandista). Viaggiare in Messico costa soldi e tempo; viaggiare nel tempo ancora non è possibile. Per ora ascoltare questo disco è la soluzione più conveniente per un’esperienza unica. Info su www.arhoolie.com (Emiliano Duroni) FLIPSYDE – WE THE PEOPLE Genere: rock/hip-hop/nu metal La musica dei Flipsyde è un mix di stili decisamente non convenzionale e tuttavia armonico. Hip-Hop puro mischiato a rock moderno, chitarre e ritmi latini, suoni elettronici; questi diversi elementi sono resi omogenei dall’incredibile abilità e le pungenti rime dell’MC Piper, dalla voce suggestiva e le persistenti melodie di Steve Knight e dalla chitarra infuocata dell’ispirato Dave Lopez. Si sono fatti conoscere con il singolo “Someday” e ora si accingono a confermare il loro talento con le tracce contenute nell’album. Da segnalare “Spun”, Get Ready” e “Trumpets”: quest’ultima un piccolo capolavoro. (MG) BLOW – THE SOUNDTRACK Genere: rock/pop/vario Una delle più belle colonne sonore degli ultimi dieci anni. Il film, tratto da una storia vera, racconta l’ascesa e la caduta di George Jung, il primo grande trafficante americano degli Stati Uniti, durante gli anni ‘70 e ‘80. Le canzoni scelte per accompagnare le immagini della pellicola, sembrano fatte apposta per il film e s’intrecciano alla perfezione con scene a volte esilaranti e altre malinconiche. Dai Rolling Stone a Bob Dylan, da Nikka Costa ai Ram Jam, 13 tracce tutte da ascoltare all’infinito, naturalmente dopo aver visto il film. (MG) ACQUA RIDDIM - ONE LOVE Genere: reggae Altra produzione targata One Love. Dopo il successo di Jahcalone con “Ganjah” e Ginko & Raina con “Dance Hall Vibes” questo è il momento di President Arpi, Jaka, Gioman, Ginko, Killacat, Sud Sound System, Rufino, Brusco e Raina. Ben otto 45 giri tutti su un unico riddim “Acqua”. Le vibes migliori arrivano da Gioman con “Rimani qua” pezzo destinato a scaldare le dance hall più bollenti. Scaricatevi tutti i pre-ascolti direttamente dal sito: www.onelovehp.com (Riccardo) SATTA G & VITO VINICOLO - DANCEHALL STUDIO VOL.4 Genere: reggae/dancehall Nuovo uscita del il MixCd piu’ conosciuto in Italia,prodotto da Satta G & Vito Vinicolo per “Music Molester/LionRock”.Si spazia dal New Roots al Reggae,dallo Ska al Bashment accompagnati dalla grande abilita’ che i due produttori hanno nel miscelare la musica farcita di jingle, effetti, pull up,e sopratutto con ottimi ospiti al microfono nell’esecuzione di tracce esclusive appositamente create per il cd. Presenti in questo “Dancehall Studio vol.4” sono: Rankin lele-Marina-Papaleu tra i migliori dj della “ragga scola salentina”,MamaRoots,Davide & Jcm,Zaka’ & Zappos, Khora’n’Papacalura”, Heavy Hammer Soundcon un segmento di remixes.Mentre Satta g & Vito Vinicolo si ocuupano della”selection” Rankin Lele fa da “Master of cerimony” Distribuito da: OneLove Music Corner (Roma) www.onelovehp.com info: www.lionrocksound.com - [email protected] (Gennaro Maulucci) I AM KLOOT - GODS AND MONSTERS Genere: pop A dare retta ai media, il pop britannico sarebbe ora nelle mani di Robbie Williams. Per fortuna, a volte la realtà è più bella di come ci viene presentata e così questo trio di Manchester (sì, è sempre la stessa città degli Smiths, gli Stone Roses e i Joy Division) riesce a farci tornare il sorriso dopo pochi attimi di ascolto. Questo terzo cd, sicuramente il più maturo e completo, possiede ancora quella capacità tutta inglese di conquistare i propri ascoltatori in una manciata di minuti e di accordi. Dovete dimenticare le super produzioni alla Coldplay-U2 e immaginare un fumoso locale e una chitarra, un basso e una batteria dolci ma anche graffianti al momento opportuno. Non tutto brilla alla stessa maniera in queste tredici tracce, ma il valzer acido di Strange without you così vicino agli Stranglers o l’accattivante melodia vagamente sixties di The stars look familiar sono davvero irresistibili. Non mancano, soprattutto a livello produttivo, richiami alle mode attuali (Franz Ferdinand, Strokes), ma nel complesso l’originalità, questa merce così rara al giorno d’oggi, non viene mai a mancare. Info su www.iamkloot.com (Emiliano Duroni) ROYKSOPP - THE UNDERSTANDING Genere: elettronica Dopo il successo planetario del precedente “Melody A.m.”, era ovvio che il secondo lavoro fosse pieno di insidie e di aspettative per questo duo norvegese. Cosa fare, ripetere pedissequamente quei due o tre singoli che hanno fatto la loro fortuna o tentare di spiazzare il proprio pubblico intraprendendo un percorso differente? Diciamo subito che in questo caso la verità sta nel mezzo, nel senso che non mancano i singoli che possono far felici le radio e soprattutto le royalties degli autori (Only this moment e Circuit Breaker su tutte) ma sono accompagnati anche da intermezzi musicali vagamente psichedelici che a tratti rimandano a certe atmosfere care agli Air (Triumphant, Tristesse globale). Nel compenso però, quello che ci sentiamo più di lodare è la cura complessiva dei brani e la volontà di prestare attenzione ad aspetti troppo spesso trascurati dalla musica elettronica come le parti vocali (supportate spesso da ottimi cori femminili) o la struttura melodica dei pezzi. Tutto ciò rende questo disco più interessante del precedente (non foss’altro per le difficoltà sopra citate) e fruibile da un pubblico ancora più eterogeneo. Il futuro è luminoso in Scandinavia… Info su www.royksopp.com (Emiliano Duroni) 42 Dolce Vita MUSICA RECENSIONI (gruppi emergenti) DJ LUKAS & DJ REX – TEKNOMANIAK VOL.3 Genere: Techno 17 tracce di pura techno hardstyle remixate con stile ed eleganza. Oltre un’ora di “suono duro” per gli amanti del genere. Tra gli artisti presenti nella compilation troviamo nomi importanti del panorama techno italiano quali Dj Vortex, Lady Shamiira, Sisma Dj e molti altri. Ottimo il suono, la grafica e la qualità del cd. Bollino SIAE e prezzo moderato (10 euro) rendono il tutto un valido lavoro. Per info e ordini scrivete a [email protected] o visitate il sito www.notteinfinita.com (Crasty) MACI’S MOBILE Genere: Reggae I Maci’s sono nel campo ormai da alcuni anni. L’inconfondibile suono rock steady con fiati in primo piano e una forte voce africana dei Maci’s Mobile è pronta per entrare nell’ imponente mondo reggae. Dopo il primo album “Maci’s Mobile” nuove sonorità per il gruppo che passa da ballate reggae a ballate raggamuffin, dalle fredde montagne bellunesi il caldo suono dei Maci’s si sta espandendo in tutta la penisola grazie a diverse date fatte in tutta Italia. Questa band composta da una vasta sessione ritmica formata da nove elementi è già in studio da qualche mese per dare alla luce il loro attesissimo secondo album che sarà pronto per la scena italiana dai primi mesi del nuovo anno. Ne sentiremo parlare! (Poz) NAMELESS SOUND – THIS IS THE WAY Genere: Dancehall Primo cd remix prodotto dai Nameless Sound di Cesena in collaborazione con More Fire studio. 65 pezzi mixati da Karim tra cui diversi riddim classici della dancehall jamaicana. Buona la scelta dei titoli scelti e i passaggi da una traccia all’altra anche se forse sarebbe stato meglio inserire meno tracce e farle suonare un po’ di più: a volte non si ha nemmeno il tempo di godersi il suono della canzone che sta suonando. I brani sono accompagnati dalla voce di Uncle D, calda ed efficace, ma fin troppo presente: ogni tanto si ha l’impressione che quest’ultima disturbi l’ascolto delle tracce. Ottima la grafica e il formato in cui viene offerto il cd. Questa è la strada giusta, continuate così. Per info e ordini visitate il sito www.nameless-sound.com (Crasty) OXI – VITA DI RAGAZZI DI OGGI Genere: Hip-Hop Semplicemente rap. Nulla di più ma qualcosa di meno. Piacevole al secondo-terzo ascolto per i messaggi contenuti nelle tracce di questo demo, ma l’uso eccessivo di molte strumentali americane lascia un po’ di amaro in bocca. Si sentono i buoni intenti e la voglia di evolvere, da portare avanti e sviluppare per realizzare in futuro un buon prodotto. Non è il classico demo hip-hop di qualche b-boy di periferia, e questo ci fa molto piacere. I testi e le basi, validi o meno, sono comunque abbastanza originali. Un po’ di meno auto-proclamazione e ci siamo. La grafica della copertina e dell’interno è di quelle molto semplici, quasi minimal, ma considerato il prodotto è apprezzabile. Per info e ordini scrivete a [email protected] o visitate il sito http://apa.altervista.org (Vox) Inviateci i vostri demo, mixtape e cd al seguente indirizzo: Azienda ProdAction – Via Mac Mahon 89 – 20155 – Milano allegando una breve descrizione del prodotto, dell’autore ed eventuali contatti. COMIX ? Ma se il mio capo si droga, io sono un tossico-dipendente ? SPORT OLIMPIADI E SNOWBOARD Il prossimo anno sportivo sarà caratterizzato da una serie di eventi e manifestazioni importantissime. Tra queste ovviamente ci saranno i Mondiali di Calcio in Germania, ma un evento vedrà l’Italia sotto i riflettori. Ci riferiamo alle prossime Olimpiadi invernali che si svolgeranno a Torino dal 10 al 26 febbraio 2006. Gli sport invernali sono stati sempre molto seguiti ed apprezzati nel nostro Paese, con i campioni di queste discipline che spesso ci hanno dato molte soddisfazioni. Quello che però pochi sanno è che l’Italia dice la sua anche in discipline meno conosciute e blasonate. Una di queste è lo snowboard. Colorado durante la primavera del 1981. I successi agonistici, come sempre accade, furono di supporto per quelli economici. Lo snowboard stava per conquistare le masse. Questi modelli dell’inizio degli anni ottanta sono però lontani dai modelli degli anni novanta: essi erano scarsissimamente flessibili, poco resistenti alla torsione, la posizione dei piedi era eccessivamente arretrata, e troppo distanziata tra di loro; su queste tavole in definitiva si doveva lavorare ancora parecchio per migliorarne le prestazioni. Quelli che fecero una vera fortuna vendendo gli snowboard furono Sims e Burton che, dopo il primo periodo già citato di tentativi falliti, incominciarono a puntare gli occhi sul vastissimo mercato europeo, soprattutto nelle località turistico-invernali della Francia dove, nel frattempo, aveva riscosso un buon successo la pratica del monoscì. I produttori statunitensi ebbero l’intelligenza e la lungimiranza di far commercializzare A Nagano nelle Olimpiadi Invernali del 1998, l’azzurro Thomas Prugger vince la medaglia d’argento nello Slalom Gigante, prima medaglia per l’Italia durante quei Giochi. La seconda Olimpiade dello Snowboard si è svolta a Salt Lake City, Stati Uniti, patria nativa dello sport, nel 2002, assegnando le medaglie nell’Half Pipe e nel trasformato Slalom Gigante Parallelo. L’azzurra Lidia Trettel vince la medaglia di bronzo. Anche per lo snowboard, come per lo sci, la storia è preceduta dalla leggenda. Si narra infatti che già negli anni ‘20 qualcuno sulle Alpi avesse provato a salire su una strana tavola restandovi temerariamente in equilibrio durante la discesa verso valle. La vera patria dello snowboard però sono certamente gli Stati Uniti. La storia comincia nel 1963 nel Michigan quando il signor Sherman Popper, per far giocare i suoi bambini incollò assieme due sci con l’idea di riprodurre un attrezzo simile al monoscì che stava già diffondendosi tra gli sciatori più pazzi. Il signor Popper notò però che i suoi ragazzi si disponevano di traverso sulla tavola, questo fatto gli fece subito venire in mente la stretta a cura di “DANIELE SARDEGNA” A L T R Burton proveniva dalla scuola dei surfisti d’onda e incominciò a produrre surf da neve nel 1977. Questi modelli somigliavano molto allo Snurfer di Popper; si diversificavano un po’ per il fatto che essi erano stretti come un monoscì, costruiti di legno di acero laminato, con gli attacchi di gomma regolabili e muniti di una superficie antisdrucciolo. Vi fu infine un terzo pioniere della produzione di snowboard, e risponde al nome di Tom Sims. Quest’ultimo fu commercialmente avvantaggiato rispetto ai suoi colleghi perché egli già produceva Skate-boardes e tavole da onda. Cominciò col produrre lo Ski-boards che era sostanzialmente una tavola di plastica sagomata incollata ad una base da skate. Più avanti Sims si mise a produrre una tavola in fibra munita di una pinna centrale di alluminio flessibile. Sims vendette poche tavole, ma non si diede per vinto e cominciò a sperimentare legno e lamine. Sagomò la tavola ispirandosi come forma al monoscì, mantenendola però più stretta e meno sciancrata. L’attacco era costituito da una doppia cinghia in gomma detta Leash. La costruzione di questo modello fece nascere una forte polemica con Jake Burton che accusò Sims di aver copiato i suoi già affermati snowboard. Con queste sue tavole Sims vinse il primo campionato mondiale svoltosi nel in Europa i propri modelli dalle grosse industrie produttrici di sci europee, le quali sfruttando gli avanzatissimi processi tecnologici ed i macchinari a loro disposizione, riuscirono anche a migliorarne sempre più la qualità quando non anche la sostanza. Inoltre, come era già accaduto per lo sci alpino, se gli europei si dimostrarono ancora una volta lenti a recepire le novità, una volta che essi si interessarono al fenomeno snowboard, si gettarono subito alla ricerca di valorizzare al massimo questo fenomeno. Prova ne è l’eccezionale incremento sia del numero di manifestazioni agonistiche, che del livello tecnico raggiunto dai concorrenti, oppure il fenomeno nascente dello Snowboard estremo. Il francese Bruno Gouvy ha già disceso con la tavola montagne incredibili come la ovest dell’Eiger, l’est del Cervino, l’Everest e les Groundes Jourasses, e l’italiano Emanuele Dondi ha, per primo, disceso la nord della Marmolada ed il Cervino dalla parete sud. Questi uomini, compiendo tali imprese, magari anche criticabili a causa della loro oggettiva pericolosità e per l’alone di esibizionismo che si portano appresso, hanno il duplice merito di testare severissimamente il mezzo meccanico, suggerendo alle ditte produttrici le modifiche del caso, ed inoltre fungono da eccezionale cassa di risonanza per diffondere il messaggio che é insito nello sciare con lo snowboard. In Italia il successo di questo sport è testimoniato da più di 100 club e da oltre 1200 atleti che competono a livello nazionale ed internazionale, con un seguito di circa 500.000 appassionati. Nella primavera del 2003, vista la crescente richiesta, è stato realizzato il primo corso per Allenatori di Snowboard FISI. A Torino 2006 esordirà uno nuova competizione legata a questa disciplina: lo Snowboard Cross. OLIMPIADI E SNOWBOARD analogia di questa posizione con quella del surfista da onda e battezzò il modello che derivò da queste riflessioni “Snurfer”. Questo intraprendente inventore registrò il nome e cedette i diritti alla ditta Brunswick che incominciò a produrre in serie lo Snurfer vendendone non pochi modelli. Queste tavole giallonere di legno compensato fecero il giro degli Stati Uniti ed una di esse arrivò tra le mani di Jake Burton Carpenter che, allora quattordicenne, cominciò ad elaborare lo Snurfer per migliorare le sue prestazioni agonistiche. Dolce Vita 45 O C H E B O B INFO Distribuzione Siete un negozio, un centro sociale, un'associazione o semplicemente un gruppo di amici e volete distribuire questa rivista? Ordine minimo 20 copie. Maggiori informazioni su www.dolcevitaonline.it CONTATTATECI per maggiori dettagli: Tel: 329.7346830 Email: [email protected] Abbonamenti Abbonamento a Dolce Vita per i restanti 4 numeri a 10 euro comprese spese di spedizione. Abbonamento completo 4 numeri + 2 arretrati a 15 euro. 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GHE Hempatia Milano Hemporium Hemp-power.it Hesi Indoorline Ivanart Magica Italia MCK Bio-Gardering Mr Nice Seedbank Paradise Seeds Rastasnob Semitalia Sensi Seeds Serious Seeds Sweet Hemp Vu-Du WipeOut pag. 12 pag. 27 pag. 43 pag. 23 pag. 43 pag. 43 pag. 43 pag. 27 pag. 18 pag. 23 pag. 2 pag. 5 pag. 27 pag. 18 pag. 29 pag. 48 pag. 10-43 pag. 43 pag. 43 pag. 29 pag. 34 pag. 47 pag. 44 pag. 44 pag. 37 pag. 13 pag. 22 pag. 23-43 pag. 18-43 Lettere e foto dai lettori Pagamento tramite bollettino postale sul C/C n. 47846282 intestato a Gracis Matteo (indicare come causale: ABBONAMENTO DOLCE VITA). L'abbonamento sarà attivo solo ed esclusivamente a pagamento ricevuto. Offerta valida fino al 30 gennaio 2006 e solo per l'Italia. Per abbonamenti dall'estero contattare la redazione. Se l'indirizzo al quale si vuole ricevere la rivista, è diverso da quello di chi effettua l'ordine, è necessario specificarlo. 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