ANATOMIA DELLA MAMMELLA E DELL`ASCELLA
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ANATOMIA DELLA MAMMELLA E DELL`ASCELLA
Giorgio Maria Baratelli ANATOMIA DELLA MAMMELLA E DELL‘ASCELLA per il chirurgo senologo EDIZIONI MINERVA MEDICA Baratelli_intro.indd 1 06/04/16 14:20 I disegni sono di: Lia Tuia laureata in Pittura e Arti Visive alla NABA (Nuova Accademia di Belle Arti) di Milano e-mail: [email protected] Veronica Conca disegnatrice per passione e-mail: [email protected] Le foto sono dell‘autore. In copertina particolare di “Venere e mostro marino, con Cupido e un Putto”. John Deare (Inghilterra, 1759 - 1798), Getty Museum, Los Angeles (USA). Fotografia di Kevin Dooley. Con il contributo incondizionato di ISBN: 978-88-7711-830-1 © 2016 – EDIZIONI MINERVA MEDICA S.p.A. – Corso Bramante 83/85 – 10126 Torino Sito Internet: www.minervamedica.it / e-mail: [email protected] I diritti di traduzione, memorizzazione elettronica, riproduzione e adattamento totale o parziale, con qualsiasi mezzo (compresi microfilm e copie fotostatiche), sono riservati per tutti i Paesi. Baratelli_intro.indd 2 14/04/16 10:13 I have heard a good anatomist say: “The breast is so complicated and I can make nothing clear of it” Sir Astley Paston Cooper On the Anatomy of the Breast, 1840 Baratelli_intro.indd 3 06/04/16 14:20 Presentazione È questo certamente un testo di sensibile rilievo perché persegue due strategici obiettivi: uno clinicoscientifico e l’altro sociale. Il primo è determinato dalla conoscenza, puntualmente dettagliata, della mammella nella sua complessità, costituendo così un prezioso elemento per il medico e in particolare per il chirurgo-senologo, sulla base anche di una rivoluzionaria recente evoluzione dell’“imaging”. Il secondo obiettivo, quello umano, è rappresentato dalla garanzia offerta alla donna nell’affidare in mani esperte, “dedicate”, le proprie mammelle, simbolo stesso della femminilità in quanto deputate a svolgere tre nobili funzioni: materna, estetica e sessuale. A Giorgio Baratelli va pertanto il merito di aver saputo, con maestria, descrivere una preziosa, completa analisi di quest’organo, dal concepimento/formazione agli aspetti riabilitativi coinvolgenti la donna che abbia “vissuto” l’esperienza cancro al seno. Francesco Schittulli Senologo - Chirurgo Presidente Nazionale della Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori (LILT) V Baratelli_intro.indd 5 06/04/16 14:20 Prefazione Una buona conoscenza dell’anatomia della mammella, delle strutture ad essa adiacenti e delle loro varianti, è indispensabile per la corretta esecuzione degli interventi chirurgici. Inoltre può essere d’aiuto per la diagnosi clinica e per comprendere alcuni aspetti delle sue malattie. Giorgio Maria Baratelli Chirurgo - Senologo Direttore dell’Unità di Senologia Ospedale Moriggia-Pelascini, Gravedona (Como) VII Baratelli_intro.indd 7 06/04/16 14:20 Indice Filogenesi e anatomia comparata ........................................................................ 1 Embriologia e sviluppo ........................................................................................... 3 Anomalie dello sviluppo ......................................................................................... 8 Anatomia descrittiva delle mammelle ............................................................... 18 Anatomia descrittiva dell’ascella ......................................................................... 23 Anatomia microscopica della mammella .......................................................... 24 Anatomia topografica della mammella ............................................................. 33 Biometria delle mammelle per la pratica clinica ............................................. 36 L’estetica del seno ................................................................................................... 44 Anatomia topografica della parete toracica e dell’ascella ............................ 48 Fasce ........................................................................................................................... 49 Muscoli ........................................................................................................................ 54 Malformazioni muscolari ....................................................................................... 57 Arterie della mammella ......................................................................................... 66 Vene della mammella ............................................................................................. 75 Sistema linfatico della mammella ....................................................................... 80 Innervazione della mammella .............................................................................. 91 Complicanze della chirurgia mammaria ............................................................ 97 Bibliografia ................................................................................................................ 105 Note Nei riquadri blu: punti rilevanti Nei riquadri azzurri: curiosità Nei riquadri grigi: minime notizie storiche degli eponimi IX Baratelli_intro.indd 9 06/04/16 14:20 Filogenesi e anatomia comparata Le ghiandole mammarie caratterizzano una classe di animali che, per la loro presenza, sono definiti mammiferi, cioè portatori di mammelle. Nei maschi sono rudimentali e inattive, nelle femmine hanno il compito di secernere il latte, prodotto ricco di proteine, grassi, zuccheri e sali, necessario per nutrire il neonato nei primi mesi di vita. Il colostro è il latte secreto nei primi giorni dopo il parto; è particolarmente ricco di anticorpi, che conferiscono al neonato un’immunità passiva. Per questo, le mammelle sono importanti per assicurare la sopravvivenza della specie. La classe dei mammiferi conta 5420 specie attualmente viventi, variabili in forma e dimensioni dai pochi centimetri e due grammi di peso del piccolo mustiolo agli oltre 30 metri e 150 tonnellate di peso della balenottera azzurra. Anche la struttura delle ghiandole mammarie è molto varia. L’ornitorinco e gli altri monotremi, che sono mammiferi ovipari, non hanno vere mammelle ma presentano sulla parete addominale un’area mammaria nella quale sboccano un centinaio di ghiandole che riversano una secrezione densa in una depressione della superficie. Nei marsupiali (canguro, opossum, koala) le mammelle, più o meno numerose, sono situate all’interno del marsupio, tasca addominale dove la prole completa lo sviluppo. Tutti gli altri mammiferi (vivipari placentati) sono dotati di mammelle ben formate, con le ghiandole che si aprono alla sommità di un capezzolo. In tutte le specie, le mammelle si trovano in posizione ventrale (toracica, addominale o inguinale); l’unica eccezione è osservata nella nutria (Myopotamus coypus), comunemente chiamata “castorino”, che è un grosso roditore a vita anfibia, simile al castoro, nel quale le mammelle sono in posizione laterodorsale, in modo da permettergli di nutrire la prole anche in acqua. Il numero delle mammelle è di solito il doppio del numero dei piccoli che la femmina partorisce: due per le specie solitamente unipare (in posizione toracica nei Primati, Sireni e Chirotteri, in posizione inguinale nei Cetacei), un numero superiore, allineate in due file sulla cresta lattea che va dall’ascella all’inguine, per le specie pluripare. Il genere Ursus (orso bruno, orso nero, orso polare ecc..) ha 6 capezzoli, 4 toracici e 2 inguinali. Questo permette ai cuccioli quando sono piccoli di prendere il latte dalle due mammelle inguinali e quando diventano più grandi di alimentarsi dalle mammelle toraciche (in questa fase termina la produzione di latte dalle ghiandole mammarie inguinali). Nei Primati, in seguito all’acquisizione della postura eretta, le mammelle sono in posizione toracica in modo da permettere alla madre che allatta di trattenere la prole fra le braccia. Nella specie umana, le mammelle, per un fenomeno di evoluzione culturale, hanno progressivamente acquistato il valore di richiamo sessuale, e quindi di seduzione e di piacere, diventando un simbolo importante di femminilità, a discapito del loro ruolo primario di organo deputato al nutrimento della prole. Questo sembra sia dovuto alla loro particolare visibilità determinata 1 Baratelli_corretto.indd 1 06/04/16 13:05 FILOGENESI E ANATOMIA COMPARATA proprio dalla stazione eretta che permette di vederle in primo piano davanti al torace e, fatto caratteristico solo della specie umana, che si sviluppano alla pubertà prima di essere funzionalmente necessarie. Così, nel corso dei secoli, secondo l’evoluzione dei costumi e del contesto sociale, l’immagine del seno è stata utilizzata per riassumere di volta in volta aspetti differenti della femminilità, da quelli più terreni a quelli più spirituali: seno come fonte di vita e nutrimento, espressione delicata della maternità, seno come oggetto di piacere, seduzione ed espressione prorompente dell’eros femminile. 2 Baratelli_corretto.indd 2 06/04/16 13:05 Embriologia e sviluppo Le ghiandole mammarie derivano dall’ectoderma. Primo stadio: formazione della cresta mammaria Alla quinta settimana dello sviluppo embrionale, sulla superficie ventrale dell’embrione ai lati della linea mediana si forma un ispessimento longitudinale dell’ectoderma, esteso dall’ascella alla regione inguinale. Questo rilievo ectodermico è chiamata cresta mammaria o cresta (linea) lattea. Secondo stadio: riassorbimento della cresta mammaria e comparsa del bottone primario Successivamente, tra la settima e la nona settimana, le creste mammarie si riassorbono, tranne due bottoni in regione toracica, in corrispondenza del IV spazio intercostale. Terzo stadio: ramificazione e comparsa del bottone secondario Alla 10-15 settimana gli abbozzi crescono progressivamente e si formano cordoni solidi che si approfondano nel mesenchima sottostante. L’origine ectodermica della ghiandola mammaria e la migrazione nel mesoderma dei gettoni epiteliali spiegano l’interdipendenza della vascolarizzazione della ghiandola e della cute. Quarto stadio: canalizzazione Verso la trentesima settimana (III trimestre), per azione degli estrogeni placentari le evaginazioni solide si escavano all’interno formando i dotti. Alla fine dell’ottavo mese si può osservare una piccola depressione in corrispondenza del capezzolo. Il mancato riassorbimento di parti di cresta mammaria spiega le anomalie soprannumerarie: politelia (capezzoli soprannumerari) e polimastia (mammelle soprannumerarie). In altri mammiferi si ha lo sviluppo di un numero superiore di bottoni, con successiva formazione di un numero superiore di mammelle. Alla nascita la mammella è costituita da dotti ramificati che terminano con tappi di cellule basali, dalle quali prenderanno origine i lobuli. È rappresentata 3 Baratelli_corretto.indd 3 06/04/16 13:05