bando - Provincia di Teramo

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bando - Provincia di Teramo
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Introduzione
L’azienda ILIDE - Italian Light Design, con sede in via M. D’Antona 14 25030 Pompiano (BS), si appresta a formarsi e ad allestire la prima
collezione di prodotti per l’anno 2011. Nel farlo chiama a raccolta tutti i
creativi di ogni estrazione che vogliano vedere realizzate le proprie idee
e diventare Designer di riferimento per il futuro dell’azienda.
Intendiamo rivalutare con forza il concetto di Made in Italy, inteso non
solo come un semplice slogan ma come una reale garanzia di valore.
Ricerchiamo in particolare prodotti con forti connotazioni stilistiche,
tecniche e di materiali legate al territorio italiano, alle sue culture, ricchezze
e maestrie artigianali. Idee che sappiano trarre dall’Italia un valore reale
e visibile nel prodotto stesso.
Ai designer che parteciperanno non è richiesto pertanto solo l’invio di un
disegno stilistico o una proposta formale, ma anche una documentazione
che sostenga e garantisca un valore frutto di ricchezze Italiane.
Saranno pertanto richiesti, insieme al progetto, opportune indicazioni su
una o più caratteristiche ritenute essenziali dall’azienda, ad esempio:
Materiali / Brevetti / Tecniche / Tradizioni / Stili o altro che possa integrare
il progetto documentandone la reale caratteristica Italiana e la sua possibilità
di realizzazione con valori tipici del territorio a cui il designer farà riferimento.
Cerchiamo quindi creativi, ma più nel dettaglio Persone realmente consce
dei valori italiani che le circondano. Persone in grado di ricercare spunti
nelle tradizioni, nelle invenzioni, nei materiali o negli artigiani della propria
regione, della propria città o del paese stesso. Designer che sappiano
portare a compimento un processo progettuale che non si concluda nello
studio di una forma ma, partendo dall’individuazione di un valore italiano,
lo sappia esprimere in forme, abbinamenti, superfici e/o commisioni di
materiali, tecniche e stili.
Tema del concorso
Sono aperte le selezioni per prodotti di una o più delle seguenti categorie:
cat. A
Sistemi di illuminazione e arredo
(da terra, da tavolo, a sospensione, a soffitto o parete)
cat. B
Elementi divisori o di rivestimento pareti, con o senza inserti luminosi
cat. C
Complementi d’arredo
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CAT. A
Rientra in questa categoria qualsisasi tipo di illuminazione destinata
all’arredo di spazi residenziali o contract. Sia che si tratti di elementi a
sospensione, da terra, da tavolo, soffitto o parete.
CAT. B
Rientrano in questa categoria soluzioni modulari che permettano di realizzare
divisori o rivestimenti di pareti. In particolare si intende ricercare soluzioni
con forti possibilità di adattamento a diversi contesti abitativi ed
eventualmente in grado di essere elementi luminosi (non abbligatorio).
CAT. C
Rientra in questa categoria qualsiasi forma di complemento d’arredo e
oggettistica.
Partecipazione
La partecipazione all’ILIDE Design Contest è aperta a qualsiasi creativo
maggiorenne e di qualsiasi formazione culturale o professionale.
Non vengono posti limiti alla nazionalità dei partecipanti purchè questi,
qualora stranieri, dimostrino col progetto stesso di saper rappresentare
e valorizzare l’identità Italiana richiesta dall’azienda e indicata nell’introduzione
del presente bando.
Elaborati richiesti
Tutti i partecipanti potranno scegliere a loro discrezione come presentare
al meglio l’idea progettuale.
Sono accettate tavole grafiche, supporti digitali o prototipi, purchè in
formati tali da poter essere inviati per posta, corriere o consegnati di
persona (non verranno quindi prese in considerazioni proposte inviate per
E-mail, fax o altro mezzo informatico).
Indipendentemente dal formato presentato, ogni candidato dovrà garantire
una chiarezza di interpretazione e comprensione del progetto, anche solo
indicativa ma comunque completa sotto ogni aspetto (formale e strutturale),
al fine unico di valutarne la reale fattibilità tecnica da parte dell’azienda e
dei suoi consulenti. Sono pertanto apprezzati, ma non obbligatori, prototipi
in scala arbitraria, campioni di materiali e ogni documentazione o disegno
tecnico che meglio chiarisca il risultato finale dell’idea.
In aggiunta agli elementi di presentazione del progetto ogni candidato
dovrà allegare agli stessi, in un’unica busta chiusa:
- Modulo A di iscrizione e documentazione, compilato e firmato (dal
capogruppo in caso di gruppi).
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- Modulo B trattamento dei dati personali e accetazione condizioni di
partecipazione, compilato e firmato
- Documentazione “Made in Italy”
I moduli sono allegati in fondo al presente bando e possono essere scaricati
dal sito web: www.ilide.it
La - Documentazione “made in Italy” - è semplicemente una presentazione
del prodotto, a cura del Designer, da realizzare su fogli A4, lunga a piacere,
con o senza immagini e che descriva il progetto nel suo complesso,
indicando quali sono, secondo l’autore, le caratteristiche che possono
garantire valore e/o unicità italiana.
Se ad esempio il prodotto fa riferimento a materiali o brevetti esclusivamente
italiani, questi andranno indicati con riferimenti, verificabili, di aziende,
artigiani o produttori. Se il riferimento è connesso a tecniche, stili o
lavorazioni, queste andranno opportunamente documentate.
Anche in questo caso è lasciata al Designer la libertà di redigere questa
documentazione a sua discrezione e nella misura che ritiene più opportuna.
Ogni progetto verrà valutato compiutamente e con attenzione con criteri
di giudizio che esulano dalla quantità di materiale presentato, ma valorizzano
comunque la capacità di approfondimento dei singoli.
Modalità d’invio
Il progetto/prototipo, insieme ai moduli A, B e alla documentazione “Made
in Italy” dovrà essere spedito o consegnato a mano, in un unico pacco,
allo studio che coordina il progetto per conto del’azienda:
Daniele Gualeni Design & Engineering
P.zza S.Andrea, 48 - 25030 Pompiano (BS)
Sul pacco o busta dovrà essere indicata la dicitura:
“per ILIDE design contest - Cat X” dove X va sostituito con la lettera
relativa alla categoria scelta (A, B o C) e per il quale il progetto in questione
viene presentato.
Lo studio Gualeni garantirà la riservatezza dei progetti presentati e la loro
conservazione per 30 giorni oltre il termine di chiusura del concorso. Entro
questo termine potranno essere chiesti indietro eventuali prototipi presentati
(sarà cura dell’azienda rispedirli al mittente), mentre non verranno restituiti
i progetti cartacei o su supporto informatico (sebbene resti sempre possibili
ritirarli a mano).
Per eventuali chiarimenti scrivere a: [email protected]
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Presentare più idee
Ogni candidato può presentare più di un progetto relativo a una o più
categorie indicate, purchè ogni progetto venga spedito singolarmente
con l’opportuna documentazione richiesta allegata (1 progetto = 1
spedizione)
Copyright
La proprietà intellettuale e il copyright dei progetti inviati rimangono dei
singoli designers; per i SOLI prodotti selezionati i designers accettano,
sottoscrivendo il modulo B, di cedere a titolo gratuito, tutti i diritti relativi
alla pubblicazione, e alla comunicazione del prodotto e del designer/gruppo
stesso (su cataloghi, riviste, siti web ecc...).
Per i soli prodotti selezionati i Designer accettano inoltre di riservare
all’azienda il diritto esclusivo (per 2 anni) di valutare la fattibilità e la
commercializzazione del prodotto. Entro tale periodo, qualora il prodotto
selezionato entri a far parte della produzione ILIDE, l’azienda riconoscerà
al Designer/gruppo royalty pari al 3% del fatturato del prodotto stesso,
per 10 anni, a titolo di compenso per la proprietà intellettuale. Al termine
dei 10 anni l’azienda si riserverà di concordare col designer la modalità
di rinnovo delle royalty e/o la cessione del proggeto stesso.
I progetti NON selezionati resteranno da subito di proprietà dei singoli
designer che potranno quindi disporne a loro piacimento.
Anonimato
Il concorso non presenta caratteristiche di anonimato, sarà cura della
giuria valutare la bontà delle idee presentate indipendentemente dalla
notorietà o qualifica di chi le presenta. La possibilità di allegare al progetto
un breve curriculum o portfolio professionale è lasciata a discrezione del
progettista stesso.
Progetti di gruppo
Possono essere presentati progetti frutto di lavori di gruppo. In questo
caso è necessario compilare adeguatamente il modulo A, da parte del
capogruppo, e allegare al progetto un modulo B per ogni membro
partecipante.
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Giuria
La giuria sarà composta dai titolari dell’azienda, architetti, ingegneri,
designer, membri ADI e altre figure con adeguate competenze nel settore
tecnico, artistico e/o del design.
Ad ogni progetto verranno riconosciuti fino ad un massimo di 100 punti
così suddivisi:
- Estetica e valore italiano
da 0 a 60 (30+30)punti
- Fattibilità tecnica sostenibile
da 0 a 30 punti
- Presentazione del progetto
da 0 a 10 punti
Fattibilità tecnica
Va considerato che l’azienda è di nuova formazione e cerca di raccogliere
una sfida economica in un periodo di crisi mondiale molto difficile. Pertanto
verrà posta dalla giuria particolare attenzione a quei progetti che, oltre ad
una valida interpretazione del made in Italy, pongano attenzione ad una
sostenibile fattibilità economica.
I prodotti che per la loro complessità richiedano investimenti molto elevati
non potranno essere presi in considerazione, a meno che il Designer
stesso non indichi nel progetto eventuali e particolari processi
industriali/artigianali, alternativi e a lui noti, che garantiscano la producibilità
dell’idea con mezzi/tecniche facilmente reperibili sul mercato, senza
eccessivi costi di investimento da parte dell’azienda.
Ad esempio; un prodotto che richede un materiale costoso per essere realizzato non è per
forza da ritenersi “non sostenibile” in quanto l’azienda potrebbe valutarne la produzione
solo a fronte di ordini reali.
Viceversa un prodotto che per la sua particolare morfologia può essere realizzato (ad
esempio) solo con tecniche di idroformatura, richiederebbe all’azienda costi di investimento
in stampi di svariate migliaia di euro, senza una garanzia di rientro.
Queste osservazioni non vanno comunque intese come limite alla creatività dei partecipanti,
ma spunti per una riflessione che porti a prodotti “intelligenti”, anche dal punto di vista
economico dell’azienda.
Scadenze ed esiti
Ogni progetto dovrà pervenire alla studio Gualeni, precedentemente indicato
(nelle modalità d’invio), entro e non oltre le ore 18.00 di Lunedì 14
Febbraio 2011.
La giuria si riunirà per valutare i progetti dal 15 al 20 Febbraio 2011, e
selezionerà fino ad un massimo di 10 progetti che, insieme ad altri, già
in corso di sviluppo presso l’azienda stessa, potranno entrare a far parte
del primo catalogo ILIDE 2011/2012.
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I vincitori e le graduatorie verranno comunicate in data 25 Febbraio 2011
sul sito web www.ilide.it e direttamente per e-mail ad ogni partecipante.
L’azienda userà tutti i mezzi a sua disposizione per promuovere i vincitori
e i loro progetti.
Vincitori e compensi
L’ILIDE Design Contest 2010 non è un concorso a premi finalizzato alla
promozione di un evento. Intendiamo invece selezionare progetti da inserire
a catalogo e progettisti con i quali formare il primo staff creativo di una
nuova società.
Al solo primo classificato, dei 10 progetti selezionati, verrà tuttavia
riconosciuto un compenso pari a 2.500 Euro, al lordo della ritenuta
d’acconto e oneri di legge, a solo titolo di rimborso spese.
Per tutte le 10 idee selezionate varà avviata una fase approfondita di
valutazione e/o prototipazione destinata alla produzione del primo modello
funzionante che, se soddisferà i requisiti di commercio richiesti, verrà
retribuito al designer tramite royalty al 3% delle vendite per 10 anni e un
eventuale contratto per la commissione di lavori futuri.
Ai finalsti, ove necessario, l’azienda metterà a disposizione uno studio di
progettazione con adeguate competenze tecniche e di materiali col quale
il Designer potrà coordinarsi per la definizione del prodotto.
Note finali
Tutti i partecipanti sono invitati a consultare la voce risorse per il progetto
sul sito web: www.ilide.it, dove verranno inseriti link utili per spunti o
valutazioni progettuali.
Per i partecipanti che intendono consegnare e/o in seguito ritirare
personalmente la documentazione del progetto, presso lo studio che
coordina l’iniziativa, si prega di prendere appuntamento scrivendo a:
[email protected]
Indirizzando la mail alla c.attenzione Ing. Daniele Gualeni con riferimento
all’ILIDE Design Contest
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Allegato - Modulo A
Modulo A
Il sottoscritto
Nato a
il
CF e/o P.Iva
Residente a
Nazionalità
email
Telefono
Fax
Presenta la sua candidatura all’ILIDE design contest 2010 con il progetto denominato:
Il sottoscritto presenta la sua candidatura in qualità di:
Capo gruppo
Singolo - Persona fisica
Studio tecnico o di design
Membri del gruppo
(compilare se presenti - nome, cognome e CF - allegare un modulo B per ogni membro)
CF
CF
CF
CF
CF
La presentazione del progetto avviene tramite:
(elencare gli elementi inviati nel pacco/busta a presentazione del progetto. Indicare tutto ciò che viene
spedito e che non siano i Moduli A, B e la “documentazione Made in Italy”, tali documenti dovranno
comunque essere contenuti nello stesso pacco/busta ma in un’apposita busta a parte)
N°
N°
N°
N°
N°
N°
Allega inoltre, a titolo di presentazione personale (non obbligatori)
Curriculum Vitae
Breve biografia
Portfolio lavori
Dichiara con la presente di essere a conoscenza e di accettare i termini di restituzione del materiale
inviato, come indicato nel bando del concorso stesso. e qui riassunto come:
- Prototipi fisici: restituibili su richiesta (per email a [email protected]) dal 24/01/2011 al 24/02/2011
- Ogni altro elemento allegato: ritirabile personalmente C.o Daniele Gualeni Design & Engineering P.zza S.Andrea, 48 25030 Pompiano (BS), dal 24/01/2011 al 24/02/2011 previo appuntamento.
Nulla mi sarà più dovuto di tale materiale dopo il 24/02/2011.
Per accetazione (firma leggibile)
Allegato - Modulo B
Modulo B
Il sottoscritto
Nato a
il
CF e/o P.Iva
Residente a
Nazionalità
email
Telefono
Fax
Dichiara sotto la propria responsabilità di aver letto e compreso i termini e le finalità dell’ILIDE Design
Contest 2010 e di accettarne integralmente quanto esposto nel bando dello stesso, senza riserva
alcuna.
Qualora il progetto da me/noi presentato, risultasse tra i 10 finalisti selezionati dalla giuria
Dichiaro di cedere a titolo gratuito e a soli fini promozionali, l’uso del mio nome e di tutta la documentazione
del progetto presentato.
Dichiaro di cedere all’azienda banditrice del concorso il diritto esclusivo a valutare la producibilità e
commercializzazione dell’idea selezionata per un periodo di 2 anni a decorrere dal 24/01/2011, periodo
entro il quale non divulgherò o presenterò ad altri tale progetto.
Dichiaro che il progetto da me/noi presentato è opera originale del mio/nostro ingegno, mai pubblicato
e di cui garantisco/garantiamo la piena e personale assunzione di responsabilità in caso di controversie
derivanti da terzi sull’attribuzione di proprietà dell’idea stessa.
Dichiaro di accettare che l’azienda banditrice del concorso scelga di produrre e commmercializzare
la mia/nostra idea a fronte di un compenso pari al 3% del fatturato del prodotto stesso, per un periodo
di 10 anni, con modalità e termini da definire con l’azienda stessa, senza condizioni di anticipo su tale
valore e secondo quanto esposto nel bando stesso.
Accetto inoltre che, indipendentemente dalla graduatoria da me raggiunta nel concorso, qualora non
dovessero presentarsi le situazioni economiche e/o di mezzi, ad esclusiva discrezione dell’azienda,
che portino alla produzione della mia idea da parte della stessa, quest’ultima non avrà alcun obbligo
di retribuzione o commercializazione nei miei confronti e nei confronti del progetto stesso, in tale caso
la titolaratà dell’idea selezionata tornerà ad essere di mia proprietà libera da vincoli di esclusività.
Autorizzo il trattamento dei miei dati personali ai sensi e per gli effetti del D.L gs. del 29/07/2003 n.196.
Nel rispetto della sicurezza e riservatezza dei dati dei partecipantii, le informazioni relative alla mia
persona resteranno strettamente confidenziali e custoditi in luogo sicuro e non saranno diffusi o venduti
ad altre società in nessun caso. In qualsiasi momento è possibile consultare, far modificare o cancellare
gratuitamente i dati ed opporsi al loro utilizzo, nonchè esercitare tutti i diritti di cui all'art. 7 del D.Lgs.
196/03 scrivendo a: ILIDE - design contest, Via M. D’Antona 18, 25030 Pompiano (BS)
Rinuncio fin da ora a qualsiasi richiesta di risarcimento o rimborso da parte dell’azienda o dei suoi
consulenti nel caso in cui il materiale da me presentato per il concorso si danneggi o deteriori a seguito
di spedizioni, furti, incendi o altri eventi non prevedibili e che esulano dalla volontà dell’azienda stessa
Sono consapevole e accetto che le decisioni prese dalla giuria, sui vincitori del concorso e sulle
graduatorie da loro raggiunti, costituiscano giudizio inappellabile e vengano pubblicate on-line sul sito
web: www.ilide.it
Per accettazione (firma leggibile)
Allegato - Documentazione “Made in Italy”
Questo foglio non va usato per la documentazione “made in Italy”, ma serve solo come promemoria
alla compilazione della stessa
La - Documentazione “made in Italy” - è semplicemente una presentazione del prodotto, a cura del
Designer, da realizzare su fogli A4, lunga a piacere, con o senza immagini e che descriva il progetto
nel suo complesso, indicando quali sono, secondo l’autore, le caratteristiche che possono garantire
valore e/o unicità italiana.
Se ad esempio il prodotto fa riferimento a materiali o brevetti esclusivamente italiani, questi andranno
indicati con riferimenti, verificabili, di aziende, artigiani o produttori. Se il riferimento è connesso a
tecniche, stili o lavorazioni, queste andranno opportunamente documentate.
Anche in questo caso è lasciata al Designer la libertà di redigere questa documentazione a sua
discrezione e nella misura che ritiene più opportuna.
Ogni progetto verrà valutato compiutamente e con attenzione con criteri di giudizio che esulano dalla
quantità di materiale presentato, ma valorizzano comunque la capacità di approfondimento dei singoli.
La documentazione “Made in Italy” e i moduli A e B sono OBBLIGATORI per la partecipazione e devono
essere presentati insieme al progetto in busta chiusa.
RIFLESSIONI
Riflessione sul valore del Design italiano
di Daniele Gualeni (Designer, responsabile progetto ILIDE)
Era un periodo della mia vita in cui mi ero detto “scappa dall’Italia” ed ero
scappato, a New York, Manhattan, dove ho vissuto per diversi mesi.
Pensavo che una volta arrivato dall’altra parte del mondo il libro della mia
vita si sarebbe concluso con un “e visse per sempre felice e contento”.
Ma quando fui là, ero ancora io. Erano cambiati i posti, le persone, le
storie e anche i problemi, ma questo non vuol dire che fossero migliori,
erano solo diversi.
Quel giorno, non ricordo bene se sulla 4a o la 5a avenue, passai davanti
a un negozio con una bella insegna “Italian Light Design”. Mi ero laureato
da poco in Ingegneria ma stavo già pensando a specializzarmi in design
di prodotto (per dar sfogo a quella parte creativa di me che non trovava
quiete nei rigori delle scienze), pensai quindi che una rispolverata di made
in Italy non mi avrebbe fatto male. Entrai in quel negozio entusiasta di
rivedere vecchie e nuove forme partorite dalla genialità di miei “paesani”,
ma ne uscii deluso. Le aziende che esponevano erano le solite note al
Design Italiano, ma i nomi che capeggiavano sui prodotti non avevano
niente della mia terra o della mia cultura. Erano i soliti Philipe, Ros, Karim,
Mark, Erik ecc… Conoscevo poi di quelle aziende alcuni Product manager
per cui sapevo bene che anche il materiale non era Italiano; acciai o
polimeri Cinesi, assemblati in Turchia per la maggior parte, nella migliore
delle ipotesi l’elettronica era giapponese.
Nel loro insieme quelle forme gradevoli e ben sviluppate, avevano dell’Italia
solo il proprietario dell’azienda e, cosa non ancora trascurabile, la cura
dei dettagli. Ma ne rimasi comunque amareggiato. Aziende così grandi e
con una così grande forza sul mercato non facevano lavorare che poche
persone Italiane per curare quella produzione e sostenevano poco il valore
“made in Italy”, che si erano imposti, rinunciando ai ceramisti, ai vetrai,
agli stampatori, ai fornitori ecc… della terra di cui usavano largamente il
nome.
Non capivo allora come si potesse parlare di Made in Italy, se l’idea non
era nata in terra Italiana o da una sensibilità Italiana, se i materiali non
erano stati estratti dall’Italia, lavorati dai suoi maestri e assemblati dai suoi
artigiani. Eppure questo sembrava non importare a nessuno, se non a
quella parte inconscia dell’Italia che non era più in quelle cose.
L’anno dopo mi trasferii a Milano per conseguire il Master in Design che
da tempo mi ripromettevo di fare, contemporaneamente lavorai come
consulente per un’altra nota azienda di Design, molto nota diciamo, da
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RIFLESSIONI
rivista… anzi, da tante riviste. Qui il titolare fu più spregiudicato e ai suoi
prodotti impose il “100% made in Italy”, ma anche qui i nomi su cui
investiva non erano certo “Rossi o Tommasi”, quasi a ripetere un copione
già visto Philipe, Ros, Karim, Mark, Erik ecc… A dire il vero c’era anche
qualche Italiano, ma di quelli giusti, di quelli che il talento una volta ne
avevano da vendere, ma ora gli bastava il nome senza scomodare anche
il talento. Il materiale? solito discorso, solito posto, sempre Cina.
In quegli anni iniziai seriamente a interrogarmi sull’identità del Design
Italiano e arrivai quasi a dubitare che esistesse. Come diceva Munari: “il
Design è una valigia, ognuno ci mette quello che vuole” e l’identità dello
stesso non è una cosa di cui si ama dibattere in economia.
Ma un giorno, fu un Maestro e un amico a farmi ritornare sui miei passi
e lo fece con un esempio, una sera in un caffè di Milano.
“Noi Italiani siamo sempre stati povera gente” – mi disse “Prendi un bambino povero e un bambino ricco e mettili davanti ad una
vetrina di giocattoli. Il bambino povero guarda dalla vetrina la macchinina
che non può comprare, poi tornando a casa incomincia a sognarla,
pensandola e ripensandola, alla fine prende una lattina, qualche tappo, un
po di carta e piano piano costruisce la sua macchinina o forse qualcosa
di nuovo, lavorandoci per giorni, finch’è creare diventa il gioco stesso e
la macchinina solo una scusa. Il Bambino ricco invece entra nel negozio,
compra la macchinina, la usa e dopo un po la butta. Questi due bambini
diventeranno entrambi grandi, ma uno saprà costruire una macchinina e
l’altro saprà solo usarla. È questo che ha fatto grande il design Italiano,
viviamo in una nazione che è una vetrina di storia e cultura, non possiamo
più permetterci i suoi giocattoli, ma possiamo ancora sognarli e, se siamo
bravi, anche reinterpretarli”.
Devo dire che M. era sempre un po poetico nei suoi discorsi, ma di anni
ne aveva vissuti, aveva conosciuto i più grandi nomi del design Italiano
e quando iniziava a parlare dell’argomento non lo fermava più nessuno.
Aneddoti, storie e parabole… fino a perdere il filo di ogni discorso. Stava
poi a chi lo ascoltava rimettere insieme i pezzi e trarne valore.
Però l’esempio mi piacque molto e lo feci mio, gli anni successive li
dedicai alla ricerca di "ex-bambini poveri" ora diventati grandi.
A Vicenza conobbi un’azienda di ceramiche che tra i suoi operai annoverava
alcuni giovani artisti che avevano studiato a Venezia. Lavoravano da anni
allo studio e alla personalizzazione delle ceramiche al punto che ora le
loro piastrelle erano veri e propri capolavori di stile e tecnica; smalti
metallici abilmente dosati a creare effetti di rilievi casuali, misture di polveri
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RIFLESSIONI
a creare texture che loro chiamavano con nomi tipo: “ali di farfalla”, “raggio
di luna” ecc… Oggetti bellissimi, al costo poco superiore ad una comune
piastrella. Con loro realizzai un progetto per finiture di Interni e lasciai
sbalordita l’azienda che mi aveva commissionato il lavoro, consolidando
con essa una collaborazione che continua tutt’oggi.
A Treviso Incontrai Alberto, un ex falegname “con la 5a elementare”, come
amava ricordare lui stesso, ora imprenditore di successo. La sua idea,
un brevetto tutto italiano, gli ha permesso di reinterpretare un materiale
antico quanto la Terra: il legno. Attraverso processi meccanici riesce a
flessibilizzare fogli lignei rendendoli resistenti, flessibili e cucibili. Adatti
a rivestire superfici, ma anche a realizzare scarpe di legno, cinture, cuscini
o porte di legno solide alla vista e morbide al tatto. La sua idea e il suo
materiale hanno aperto infinite possibilità ai creativi che hanno saputo
valorizzarlo. Recentemente è apparso anche in Televisione, lavora con
grandi firme del design Italiano e non nega mai la sua disponibilità a
collaborare a nuove e imprevedibili idee. “Vieni a trovarmi” – mi ha detto
un giorno – “ti faccio vedere tante di quelle cose che tu per 10 anni
continuerai ad avere idee” – e così è stato. Ancora oggi mi sogno i suoi
materiali e le possibilità che presentano. Ora sta scrivendo la sua biografia,
si intitolerà “Fango e Marmellata”, mi ha detto, e già dal titolo so che sarà
un successo.
A Matera, Tra i “Sassi” della città vecchia ho conosciuto artigiani eccezionali
in grado di lavorare le pietre tipiche del posto con tecniche e tradizioni
secolari. Uno di loro, Lorenzo, un ragazzo di 25 anni, mi ha mostrato
come ottenere spessori sottili da alcune pietre porose, fino a renderle a
tratti traspiranti alla luce. Le lavorazioni che ha appreso da suo nonno gli
permettono di ottenere una varietà di superfici e finiture impressionanti.
Dice che sta cercando di applicarle all’industria del mobile anche se non
sa bene come fare… Io invece una decina di idee le avrei.
A Murano ebbi la fortuna di entrare in una fornace dell’isola per uscirne
consapevole di cosa significa essere Maestri Vetrai con la M e la V
maiuscole.
Eccetera, come si dice in questi casi per tagliar corto.
Perché di storie di questo tipo potrei continuare a raccontarne all’infinito,
sono parte di me, crescono con me ogni giorno e sono il più grande valore
che posso portare ai miei progetti. Quando un cliente mi dice “vorremmo
fare una cosa così, ma che sia innovativa”, di solito rispondo: “ho già
qualche idea in merito”, ma dovrei invece dire: “Ho già conosciuto qualche
idea in merito”.
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RIFLESSIONI
Ora credo ciecamente nell’identità del Design Italiano, perché quando la
realizzo non devo preoccuparmi della concorrenza cinese o di lavorare
eccessivamente sulla “modernità”. Esiste intorno a me un universo infinito
di maestrie e materiali, esclusivamente Italiani, incredibilmente preziosi
e ricchi di innovazione, che spesso non devo far altro che mettere insieme
i pezzi e aggiungere un po' del mio stile e della mia sensibilità, senza per
questo rinunciare a lasciarmi consigliare da chiunque.
Alcuni miei colleghi dicono che esagero con la mia idea di Identità Italiana,
mi fanno notare che maestri e materiali innovativi esistono ovunque, e
fanno parte di ogni cultura e di ogni popolo, presentano la stessa unicità
e lo stesso valore di cui io amo parlare per l’Italia. Esistono materiali
africani e grandi artigiani Cinesi, il mondo poi – mi dicono – va verso una
contaminazione di stili e tendenze, un mercato globale, ignorare questi
aspetti significa restare indietro.
È vero, la ricchezza è nel mondo e nelle persone che lo sanno capire, ma
l’identità esiste e può essere un valore genetico della nostra società se
la si accetta e la si valorizza.
Io credo che esista un’identità del design; un design spagnolo, un design
svedese, un design tedesco… sono tutti modi diversi con cui si esprime
la stessa intelligenza del pensiero umano, ma se dovessi definire l’identità
del design italiano direi: intelligenza visibile ed equilibrio.
Noi Italiani abbiamo il dono innato dell’equilibrio, e credo che questo
equilibrio derivi proprio dalla nostra terrà e dalla nostra cultura. Io non ho
mai sentito un inglese o uno svedese discutere animatamente se un piatto
di pasta ha un po' troppo sale o è poco al dente, per molti americani, poi,
discorsi di questo tipo sono solo un’eccentrica perdita di tempo. Ma per
noi Italiani riuscire a equilibrare ogni cosa, anche un piatto di pasta, è una
questione di orgoglio. Dedicare ore a cucinare un piatto per soddisfare un
ospite è un modo per dimostrare affetto e amore, viceversa sbagliare un
dettaglio è un po' come offendere qualcuno.
Non esistono in realtà molte culture in cui si dedica tanta enfasi all’equilibrio
formale e sostanziale dei dettagli, di questo noi italiani ne siamo consapevoli,
e benché all’estero ciò sia ancora oggetto di battute e scherno, è vero
anche che non smette di renderci orgogliosi. E non è solo una questione
di gusti, a tanti può piacere il sushi o una fetta di strudel, ma è vero anche
che a tutti piace un piatto di ravioli fatti in casa col burro e la salvia versati.
Lo dico per esperienza, perchè ho lasciato entusiasti brasialiani, americani,
tedeschi, giapponesi e spagnoli coi ravioli di mia nonna. La cucina di altre
nazioni può piacere ad alcuni e ad altri no, ma a tutti piace la nostra cucina
e se chiedi ad un cuoco italiano qual è il suo segreto probabilmente ti
risponderà: “equilibrio”.
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RIFLESSIONI
Se il discorso si sposta dalla cucina ad Design di prodotto, cambiano i
protagonisti ma non il senso della storia. I prodotti che hanno fatto reale
l’identità del nostro Design sono quelli che riuscivano a bilanciare funzione,
estetica e tecnica, senza eccedere nell’una o nell’altra cosa. Come un
piatto di pasta al dente, con un grano selezionato da secoli, il giusto sale
e senza troppo sugo. Chi direbbe che è sbagliato?
Esistono però alcuni designer molto famosi (Philipe Stark, Karim Rashid,
Zaha Hadid… ad esempio), che hanno avuto la capacità di estraniarsi da
un identità locale per svilupparne una fortemente individuale. Se si dovesse
ricercare per loro un’identità nazionale si potrebbe dire che Philipe Stark
vive nel paese dei Balocchi, Karim Rashid nel mondo dei coniglietti rosa
e Zaha Hadid forse su un’astronave aliena. Ma in ogni caso, che piacciano
o meno, è innegabile la loro abilità nel generare e mantenere un’identità
unica dalla quale, a comando, estraggono forme prive di ogni precedente
e quindi in grado di stupire.
Molti giovani designer pensano di rimando che sia quello il passo da fare:
creare il proprio mondo e valorizzarlo fino a renderlo noto a tutti.
Sebbene l’identità individuale di un creativo sia un patrimonio indispensabile
e da coltivare, è vero anche che quando questa identità diventa più forte
del proprio lavoro sostiene un valore effimero e non sempre economicamente
sostenibile, specie quando la fama del suo ideatore va a ridursi col tempo.
Risultati validi nel design, soprattutto per le aziende, si ottengono invece
quando si integra lo studio di un prodotto con la consapevolezza di
un’identità individuale e territoriale. Questo percorso progettuale è forse
più difficile e meno adatto alle luci della ribalta, tuttavia, se apportato con
consapevolezza, permette alle aziende coinvolte di generare oggetti che
non hanno solo un valore formale o nominale, ma integrano un contesto
di valori solidi e oggettivi difficilmente riproducibili altrove perchè frutto
di sinergie localizzate in un territorio e apprezzabili ovunque. Tali valori
possono durare nel tempo e non dipendono dalla notorietà di chi li ha
creati, ma solo dalla sua abilità nell’averli valorizzati.
Dal proprio territorio ogni mente creativa può ricevere idee e restituire
valore al territorio stesso.
Noi italiani abbiamo in fine il vantaggio di vivere in un territorio che racchiude
in poco spazio oltre il 70% della cultura mondiale. Vivere in questo ambiente
ci conferisce inevitabilmente una particolare propensione nel percepire gli
equilibri formali e sostanziali delle cose, ci rende eredi di un passato che,
se alimentato di generazione in generazione, continuerà a stupire e arricchire
il mondo. Per un designer italiano rinunciare a valorizzare il suo territorio,
non significa solo mostrare poca propensione a capire, ma preclude un
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RIFLESSIONI
percorso che può essere l’unica e vera via verso cui indirizzare le aziende
per affrontare le sfide del mercato globale.
Va detto in fine che molte grandi aziende italiane hanno rinunciato da
tempo ad una reale identità territoriale. Sfruttano invece il “made in Italy”
fatto in Cina, unito a una decennale forza strategica, per dominare il loro
settore. Un atteggiamento ragionevole da un punto di vista economico e
competitivo, ma comunque frutto di un processo imprenditoriale che
deteriora tutta la realtà creativa del paese, relegandola ad una sorta di
“slogan” basato sulla forma più che la sostanza.
In risposta a questo sfruttamento senza investimento del logo Italia, il
lavoro dei designer potrebbe (e forse dovrebbe) spostarsi verso realtà
locali e imprenditoriali più piccole, aiutandole a generare valore per loro
stessi e per tutte le altre aziende del territorio che possono concorrere a
formare una qualità unica del prodotto. Questo processo di “concentrazione”
e “localizzazione” creativa creerebbe forse un regime di concorrenza più
leale e sicuramente di più grande utilità per tutti, almeno in Italia.
In fondo che valore può avere un pezzo di legno?
e un pezzo di legno curvato?
e un pezzo di legno italiano curvato?
e un pezzo di legno italiano flessibilizzato con brevetto italiano, infine
cucito da sarti italiani?
Fermarsi alla seconda risposta può voler dire generare un prodotto di
design.
Fermarsi alla terza risposta vuol dire generare un prodotto di design con
materiale italiano.
Arrivare fino alla quarta risposta significa generare un prodotto di design
italiano, unico e in grado di vincere la concorrenza.
Ogni creativo Italiano dovrebbe, a mio avviso, capire il valore di un’identità
italiana per saperla poi esprimere in ogni cosa che fa; dal piatto di pasta
al tavolo su cui servirla.
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