Auschwitz spiegato a mia figlia

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Auschwitz spiegato a mia figlia
Istituto Istruzione Superiore - Galileo Ferraris - CTIS03300R - Acireale
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Auschwitz spiegato a mia figlia
Dicembre 2003. Annette Wieviorka. Auschwitz spiegato a mia figlia.
"...L'estate scorsa, mentre eravamo in vacanza, abbiamo incontrato sulla spiaggia
una mia amica, Berthe. Dieci anni prima ne avevo raccolto la testimonianza sulla
deportazione nel lager di Auschwitz-Birkenau, e avevamo subito simpatizzato. Non
passava quasi settimana senza che ci facessimo almeno una telefonata per
discutere dei diversi avvenimenti d'attualit? che riguardavano il genocidio degli
ebrei, il processo di Maurice Papon, il film di Roberto Benigni, La vita ? bella...
Mathilde, mia figlia, che allora aveva tredici anni, conosceva Berthe e ovviamente
sapeva che era stata ad Auschwitz. Spesso, quando non ero in casa, parlava con lei
al telefono. Eppure, quell'estate rimase scioccata vedendo un numero
sull'avambraccio sinistro di Berthe, un tatuaggio fatto con dell'inchiostro
azzurrognolo. D'un tratto tutto ci? che aveva visto a casa, alla televisione, nei film
o a scuola si incarnava, diventava in qualche modo reale. Qualche anno prima
quando frequentava le elementari, Mathilde aveva dovuto disegnare il suo albero
genealogico. Per i nonni era stato semplice, li aveva conosciuti; per i suoi bisnonni,
invece, era difficile indicare con esattezza la data e il luogo del decesso. Ad
Auschwitz erano morti sia i parenti di suo padre, Rywka Raczymow, che i miei,
Roza e Wolf Wieviorka. La sua bisnonna materna, Ewa Perelman, era stata uccisa
dai tedeschi nei pressi di Ch?lons-sur-Marne, dopo la grande retata del V?l'd'Hiv del
16 luglio 1942, mentre cercava di attraversare la linea di demarcazione che
separava allora la zona occupata da quella libera. Erano stati assassinati anche
alcuni zii che tuttavia non figuravano nell'albero genealogico. Sia io che suo padre
avevamo ereditato il nome di un familiare morto ad Auschwitz. Quanto ci ha
condizionato quest'eredit?? Lui come scrittore, io come storica, abbiamo subito
indirettamente questa vicenda e, nel tentativo di dominarla, le abbiamo consacrato
una parte del nostro lavoro. Era impossibile che Mathilde, a tredici anni, non lo
sapesse: ne discutevamo troppo spesso fra noi e con i nostri amici. A casa sono
sempre circolati molti libri e molte riviste su quei fatti, e mi aveva sentito parlare di
quell'argomento anche alla radio o alla televisione. Eppure, in realt?, non mi aveva
mai posto domande, non avevo mai dovuto ?spiegarle? nulla. Una Cosa mi ha
colpito soprattutto mentre cercavo di rispondere a Mathilde, di spiegarle che
cos'era Auschwitz: il fatto che le sue domande fossero le stesse che continuano ad
assillarmi. Le stesse che da pi? di mezzo secolo alimentano la riflessione degli
storici e dei filosofi. Domande cui ? difficile rispondere. Erano solo espresse in
modo pi? crudo, pi? diretto. In qualit? di storica, ovviamente, ? piuttosto facile per
me descrivere Auschwitz, raccontare come si ? svolto il genocidio degli ebrei. A un
certo punto ci si scontra, per?, con un nocciolo assolutamente incomprensibile e
quindi inspiegabile: perch? i nazisti decisero di cancellare gli ebrei dalla faccia della
terra? Perch? spesero tanta energia per andare a scovare vecchi e bambini ai
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quattro angoli dell'Europa che occupavano - da Amsterdam a Bordeaux, da
Varsavia a Salonicco - soltanto per sterminarli?.."
Perch? i nazisti spesero tante energie per sterminare milioni di uomini, donne e
bambini, soltanto perche erano ebrei? Perch? Hitler riteneva gli ebrei la maggiore
minaccia per il Terzo Reich? Chi sapeva quello che succedeva e chi poteva fare
qualche cosa? Perch? gli ebrei non hanno opposto resistenza? Annette Wieviorka
risponde alle domande di sua figlia Mathilde su Auschwitz e la distruzione degli
ebrei d'Europa. Domande crude e dirette che esprimono l'incredulit? di chi non pu?
concepire l'assurda tragedia dei lager nazisti. Un dialogo serrato e puntuale,
sollecitato dalle curiosit? di una ragazzina, sull'enigma del male assoluto
Data: 30 Novembre 2003 - Autore: Admin - Num. letture: 580 - Sezione: Cultura
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