Dalla diagnosi al PDP nell`ADHD: strategie e strumenti

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Dalla diagnosi al PDP nell`ADHD: strategie e strumenti
Dalla diagnosi al PDP
nell'ADHD:
strategie e strumenti
Dott.ssa Paola Cerratti – Psicologa
[email protected]
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333.5031546
Dalla diagnosi al PDP nell'ADHD
strategie e strumenti
1.Chi è il bambino con ADHD
2.L'attenzione
3.Il dialogo interno
4.ADHD e apprendimenti
5.Strategie in classe
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Dalla diagnosi al PDP nell'ADHD
strategie e strumenti
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Dalla diagnosi al PDP nell'ADHD
strategie e strumenti
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Dalla diagnosi al PDP nell'ADHD
strategie e strumenti
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Il bambino non riesca a regolare...
Pianificazione
Concentrazione e attenzione
Autostima
Comportamento con gli altri
Il b. non riesce a regolare...
Comportamento motorio
Motivazione e l'impegno
Risponde con impulsività
Le emozioni
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Dalla diagnosi al PDP nell'ADHD
strategie e strumenti
1.Chi è il bambino con ADHD
2.L'attenzione
3.Il dialogo interno
4.ADHD e apprendimenti
5.Strategie in classe
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Quando le insegnanti arrivano nel
cortile, attirate dalle urla dei bambini,
trovano Dario ancora a terra; accanto
a lui alcune sedie rovesciate,
utilizzate dal ragazzino per costruire
una torre, sulla quale si è
arrampicato, cadendo rovinosamente
al suolo. Non è la prima volta che
Dario si impegna in attività
particolarmente rischiose , senza
valutare in modo adeguato le possibili
conseguenze.
Nella classe attigua, l'insegnante
rimprovera per l'ennesima volta
Simone: è continuamente distratto,
con lo sguardo perso nel vuoto,
assorto da mille pensieri, lento nel
porre attenzione alle parole altrui e
nell'iniziare il compito
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Fedeli 2012
Attenzione automatica vs volontaria
Stimolo ambientale
Rilevanza basata sulla salienza percettiva
- Bottom-up:
guidato dall'esterno
(fattori spaziali o di
novità,
caratteristiche
strutturali e
dinamiche)
- Automatico
- Adattivo in natura
b. piccoli
SAPost
Prestazione attentiva
SAAnt
Rilevanza basata sul significato
Rappresentazione mentale degli obiettivi
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- Top down
Volontario e
strategico
(riorientamento
attentivo)
- adolescenza
Richiede maggior
sforzo cognitivo,
catalizzando l'att. e
inibendo le
interferenze
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Attenzione automatica vs volontaria
Dario
● ridotto sforzo inibitorio degli stimoli interferenti con
un deficit di guida attiva dell'attenzione
●
il che lo porta a spostare di continuo la sua attenzione in
base alla mera salienza percettiva degli stimoli
senza riuscire a concentrarla in modo stabile e continuativo
in un'attività di apprendimento.
Simone presenta una compromissione nel mantenere
attiva in ML la rappresentazione mentale del
compito da svolgere e degli obiettivi da raggiungere.
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Fedeli 2012
Attenzione automatica vs volontaria
IL SOVRACCARICO ATTENTIVO
L'inefficienza del SAA diviene evidente in situazioni di
elevato carico percettivo, laddove tale sistema deve
selezionare fra tanti stimoli quelli più salienti e nel
contempo spostare la selezione da un piano percettivo ad
uno di significato.
Coniugare STIMOLAZIONE e ORGANIZZAZIONE
●
●
Collocare il b. in contesti d'apprendimento stimolanti
potenzia la sua capacità di attenzione attivando
maggiormente le aree cerebrali deficitarie.
Puntare su stimoli intracompito, cioè collegati logicamente
all'obiettivo dell'apprendimento
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Fedeli 2012
Attenzione automatica vs volontaria
Compiti attivi vs passivi
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Fedeli 2012
La strutturazione del compito
COMPITO = sequenza e consegne
0 = assenza di strutturazione: il compito è liberamente
costruito dal b.
1 = bassa strutturazione: il compito prevede un numero di
passi variabili: il b. sceglie tra numerose alternative.
2 = media strutturazione: il compito prevede una serie di
passi predefiniti, che tuttavia possono essere svolti in
base ad alcuni itinerari alternativi prefissati
dall'insegnante.
3 = elevata strutturazione: il compito è strutturato
attraverso una precisa sequenza di passi predefiniti.
Riducendo la strutturazione aumenta il numero di
decisioni che il soggetto deve prendere autonomamente.
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La strutturazione del compito
COMPITO = sequenza e consegne
0 = assenza di strutturazione: il compito contiene consegne
generiche sul tipo di attività senza specificare il risultato da
raggiungere.
1 = bassa strutturazione: il compito contiene consegne sugli
obiettivi ma non indica stimoli necessari allo svolgimento.
2 = media strutturazione: il compito contiene chiare consegne
sugli obiettivi e sui passi intermedi e prevede una serie di
materiali tra i quali il b. può scegliere.
3 = elevata strutturazione: il compito contiene istruzioni e
consegne chiare sugli obiettivi da raggiungere, sui passi da
compiere e sui materiali da utilizzare.
Riducendo la strutturazione aumenta il numero di decisioni che
il soggetto deve prendere autonomamente.
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Attenzione automatica vs volontaria
L'ABITUDINE
●
La rilevanza di uno stimolo tende a ridursi quando
diviene ripetitivo e abituale di conseguenza il SAP non si orienta
più in modo automatico verso di esso e dovrà intervenire il SAA che con
uno sforzo di focalizzazione lo ricondurrà al centro del campo percettivo.
●
Con l'abitudine ai materiali e alle attività diminuisce l'orientamento
automatico del SAP verso di essi aumentando parallelamente la tendenza a
rivolgersi verso stimoli interferenti irrilevanti rispetto al compito, ma
comunque nuovi e salienti a livello percettivo.
●
Usare stimoli nuovi: i b. con ADHD spesso reagisco
positivamente a situazioni nuove e di sfida.
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Attenzione automatica vs volontaria
●
●
●
Coinvolgere attivamente il bambino, per es.
chiamando a caso i nomi degli alunni perché
rispondano durante la lezione a qualche domanda su
quanto stanno facendo.
Usare materiali collegati con i contenuti che riguardano gli
argomenti insegnati.
Usare segnali specifici per indicare dove e quando è
richiesta l'attenzione del bambino.
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Dalla diagnosi al PDP nell'ADHD
strategie e strumenti
1.Chi è il bambino con ADHD
2.L'attenzione
3.Il dialogo interno
4.ADHD e apprendimenti
5.Strategie in classe
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Il riordino del banco
1. Liberare il banco considerando quanto già avvenuto
in passato
●
●
L'attenzione è focalizzata su attività già consolidate e
materiali già usati.
È adatto per b. fino alla 3° elementare
2. Riordinare tenendo conto delle attività che devono
ancora essere svolte: il comportamento è guidato
dall'immagine mentale anticipata dei compiti futuri.
●
●
L'attenzione è focalizzata a mantenere attiva in ML la
rappresentazione dei compiti che lo attendono.
È adatto a b. dalla 3° elementare in poi
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Organizzazione e controllo
dei processi cognitivi
I bambini ADHD hanno un assetto cognitivo particolare:
livello intellettivo e memoria di base nella norma
MA
●
Scarse competenze strategiche e organizzative tali da non
permettere loro di sfruttare al meglio queste risorse utilizzando
adeguate procedure di elaborazione di informazioni; difficoltà
nell'inibizione degli stimoli disturbanti.
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Apprendimenti complessi
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Apprendimenti complessi
Difficoltà nella comprensione dei testi
updating: abilità di aggiornare i contenuti della memoria di
lavoro e quindi di attribuire differenti livelli di attivazione alle
diverse informazioni
hanno un minore ricordo delle informazioni rilevanti e
contemporaneamente un maggiore ricordo delle informazioni
irrilevanti!
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Il deficit di ML
Difficoltà nella composizione dei testi
Scrivere un testo richiede:
●
●
●
●
Mantenere in ML l'argomento da trattare.
Richiamare dalla MLT tutte le info riguardanti
l'argomento inibendo quelle irrilevanti.
Ordinare le info selezionate in base a un criterio
sempre usando la ML come “tavolo di lavoro” per
manipolare i dati.
Produrre una forma orale o scritta di quanto
programmato.
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Apprendimenti complessi
Difficoltà nei problemi di matematica
Per poter risolvere un problema il bambino deve:
Leggere e comprendere un testo
Rappresentarsi il problema (crearsi un'immagine mentale della
relazione tra i dati)
Identificare i dati irrilevanti
Pianificazione del processo di soluzione
Monitorare il processo di soluzione
Dare la risposta
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Dalla diagnosi al PDP nell'ADHD
strategie e strumenti
1.Chi è il bambino con ADHD
2.L'attenzione
3.Il dialogo interno
4.ADHD e apprendimenti
5.Strategie in classe
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Organizzazione del contesto
●
●
●
●
Strutturazione dei tempi, degli spazi e delle
attività.
Prevedibilità - routines giornaliere.
Chiarificazione- attività “auto-esplicative” per
obiettivo e durata.
Adeguamento delle attività rispetto alle
caratteristiche, alle capacità e alla motivazione
del ragazzo.
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La strutturazione
L'ambiente deve fornire al bambino le seguenti
informazioni:
●
Cosa devo fare?
●
Come?
●
Quando?
●
Per quanto tempo?
●
E dopo?
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La strutturazione
La disposizione dei BANCHI deve essere tale per cui:
dalla cattedra il b. deve essere ben visibile;
deve essere favorito lo scambio di sguardo insegnante-b.;
è facilmente raggiungibile;
se un altro bambino di alza deve essere coinvolto il meno
possibile;
dal suo posto deve poter osservare meno bambini
possibili;
il compagno di banco non deve essere un b. con ADHD!
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La strutturazione
Stabilire e prevedere i TEMPI di lavoro: I b. con ADHD sono molto
poco abili nel compiere stime realistiche di grandezze, tempi,
quantità, difficoltà. Abituare i bambini a lavorare con tempi stabiliti
significa aiutarli a valutare meglio e quindi ad essere sempre più
efficaci nella pianificazione e organizzazione del lavoro, identificando
anche la quantità di impegno necessario per svolgere ogni consegna.
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Tratto da Cornoldi, De Meo, Offredi e Vio; 2001
La strutturazione
L'organizzazione del materiale:
Può essere utile appendere un cartellone dei materiali e uno delle
materie.
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Tratto da Cornoldi, De Meo, Offredi e Vio; 2001
Routine e prevedibilità
La destrutturazione come momento di rischio.
●
Riduzione della regolamentazione esterna.
●
Abbassamento del livello di monitoraggio
I momenti destrutturati prevedono una drastica riduzione della
guida esterna e ciò è particolarmente problematico per un
bambino con problemi comportamentali e quindi privo di una
efficace capacità di regolazione interna.
Nei contesti destrutturati il bambino deve: discriminare i
contesti, richiamare dalla memoria le regole da rispettare nello
specifico ambiente in uno specifico momento inibendo le
informazioni rilevanti; mettere in atto l'azione inibendo i
comportamenti disturbanti e guidando l'azione con un dialogo
interno.
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Routine e prevedibilità
Attività routinarie e strutturate
●
●
routine di inizio lezione (controllo del materiale...);
presentazione delle attività previste per la giornata (comprensiva
dei tempi di lavoro);
●
pause concordate e possibilmente sempre alla stessa ora;
●
attività durante la ricreazione stabilite a priori;
●
dettatura dei compiti per casa (non negli ultimi minuti di lezione);
●
routine di fine lezione (saluto...).
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Le regole della classe
Le regole della classe devono:
●
essere condivise;
●
essere semplici ed esplicitate;
●
Descrivere le azioni in modo operativo;
●
Utilizzare indizi pittorici colorati;
●
Essere poche ed espresse sinteticamente.
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Le regole della classe
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Tratto da Cornoldi, De Meo, Offredi e Vio; 2001
Chiarificazione e adeguamento
Quando le istruzioni sono inevitabilmente complesse , creare un
piano sequenziale, suddividerle e presentare il compito passo
per passo, fornendo un rinforzo per ogni sotto-obiettivo
raggiunto.
Ricorrere spesso al canale visivo, a stimoli colorati, a “segnali”
concordati con il bambino, sia verbali che gestuali;
Far ripetere al bambino le informazioni rilevanti contenute in un
testo o in una consegna.
Fornire al bambino delle informazioni di ritorno.
Dare delle note positive.
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Dalla diagnosi al PDP nell'ADHD
strategie e strumenti
Brevità
Varietà
Strutturazione
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