speciale pesca

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ANNO XLVII - N. 107
martedi' 30 marzo 2010
SPECIALE PESCA
L'Economia e la politica della pesca nel mondo
SPAGNA: PESCATORI 1 - TONNO
ROSSO 0 - "EL PAIS"
19 marzo 2010 – Il tonno rosso non sara' una specie protetta e la sua carne continuera' a
viaggiare da tutto il mondo verso il Giappone per essere consumata come sushi. La
riunione della convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate che si
sta svolgendo a Doha, nel Qatar, ha respinto ieri le proposte del Principato di Monaco e
della UE per restringerne drasticamente il commercio internazionale.
Un portavoce ha spiegato da Doha che, quando Monaco e la UE hanno presentato la loro
proposta, la Libia, un paese con una grande industria, ha forzato la votazione. "Dopo un
accalorato dibattito sulle procedure, i paesi hanno deciso di votare e le due proposte
sono state respinte".
Monaco chiedeva di inserire il tonno rosso nella convenzione Cites, dove vi sono anche
leoni, tigri, elefanti e altre specie in via di estinzione. Dopo una lunga discussione, la UE
aveva emendato la proposta e aveva chiesto di inserire il tonno rosso in questa lista a
partire dal 2011 ma sulla base dei rapporti scientifici della Commissione del Tonno del
Nord Atlantico (ICCAT), l'organismo che finora stabiliva le quote annuali. Molti paesi, tra
cui la Spagna, erano diffidenti perche' finora nella convenzione Cites non c'e' nessun
pesce con valore commerciale e questo avrebbe significato aprire una porta agli
ecologisti per influire molto di piu' sulla politica della pesca.
La decisione e' molto importante per la Spagna che ha la maggior quota di pesca nella
UE. Limitare il commercio internazionale - anche se non avrebbe colpito (direttamente) le
quote di pesca - avrebbe avuto un grande impatto sull'industria spagnola, che ha 4.000
tonnellate di pesce su un totale di 22mila autorizzati nel Nord Atlantico e nel
Mediterraneo. Un 80% degli esemplari catturati dalle tonnare di Cadice o Murcia o dai
pescherecci di Tarragona finisce in Giappone, dove i tonni sono venduti per migliaia di
euro.
Gli ecologisti si sono mostrati molto contrariati. Greenpeace ritiene che questa
(decisione) condanna il tonno rosso all'estinzione mentre il Wwf l'ha definita scandalosa. I
pescatori si sono invece rallegrati perche' sostengono che la proposta di Monaco era
carente sul piano scientifico. [R.Mendez, quotidiano - a cura di agra press]
IL TONNO ROSSO LASCIATO ALLE DECISIONI
DEI PESCATORI - "LES ECHOS"
19 marzo 2010 - Dopo la decisione del CITES di non mettere la specie sotto la sua
protezione, la gestione del tonno rosso dell'Atlantico orientale resta nelle mani di
un'organizzazione professionale della pesca accusata di non essere riuscita a mantenere
gli stock in buono stato.
La conferenza della convenzione sul commercio internazionale delle specie selvatiche
minacciate d'estinzione (CITES), riunita a Doha, ha respinto giovedi' la proposta di
iscrivere il "Thunnus Thynnus" nel suo allegato I, che ne avrebbe proibito le esportazioni.
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E' dunque sull'ICCAT, la Commissione internazionale per la conservazione dei tonnidi
dell'Atlantico (e di Mediterraneo), che riunisce una cinquantina di paesi pescatori, che
ricade la responsabilita' degli stock.
"Se proponiamo l'iscrizione del tonno rosso all'allegato I, e' perche' abbiamo raggiunto un
livello in cui il crollo dello stock e' inevitabile", aveva spiegato prima del voto di giovedi' il
rappresentante di Monaco Patrick Van Klaveren.
"Il Comitato scientifico dell'ICCAT ha raccomandato un tasso autorizzato di cattura (TAC)
di 8.000 tonnellate per il 2010 per avere una possibilita' su due di ricostituire lo stock da
qui a 10 anni. Cio' non ha impedito alla Commissione di autorizzare 13.500 tonnellate", ha
sottolineato.
Nel 2007, il TAC raggiungeva ancora 28.000 tonnellate, ma la pesca illecita aveva
moltiplicato le catture per tre, ha osservato, rilevando che l'Unione europea dispone di
una sovracapacita' di pesca di 28.000 tonnellate (...) e che quella della flotta turca supera
"del 300% le sue quote".
Da parte sua, l'ICCAT, presente a Doha, ha difeso il suo bilancio: "In dieci anni, abbiamo
ridotto i TAC del 58% e puntiamo ad una riduzione del 25% delle capacita'", ha spiegato il
suo presidente Fabio Hazin.
A novembre, la Commissione aveva annunciato il rafforzamento delle misure di
sorveglianza e di controllo per le attivita' di pesca al tonno rosso, riconoscendo "un
eccesso di pesca considerevole, in particolare nel Mediterraneo".
Tutto il settore accorso a Doha ha ripetuto queste promesse nel corso della settimana: "Il
nostro obiettivo e' conservare il tonno rosso per i tre prossimi decenni. Non abbiamo
alcun interesse alla sua scomparsa", giurava Maron Kristofersson, responsabile di
aziende d'ingrasso dei tonni in Islanda.
Ma la sfiducia verso l'ICCAT risale al 1992 quando, sotto la pressione del Giappone, una
proposta svedese di iscrivere il tonno rosso al CITES fu respinta.
"L'ICCAT ha fatto un lavoro spaventoso in questi ultimi 20 anni: la conferenza ha scelto
un'istituzione che ha fallito. Quando qualcosa non va, occorre scegliere uno strumento
migliore. Doveva essere il CITES", ha reagito Gerry Leape, esperto del Pew Environment
Group.
"La speranza era che ICCAT e CITES lavorassero insieme. Il commercio internazionale e'
il principale incitamento all'eccesso di pesca", ha da parte sua spiegato Sergi Tudela,
esperto della pesca nel Mediterraneo per il WWF.
Ma il Giappone, che consuma l'80% del tonno rosso del Mediterraneo ed ha trascinato
numerosi paesi del Sud, non voleva saperne del CITES: (...) [Anne Chaon, quotidiano - a
cura di agra press]
GRAN BRETAGNA: LA VITTORIA DEL GIAPPONE CONTRO IL DIVIETO DI
COMMERCIALIZZAZIONE DEL TONNO ROSSO – "FINANCIAL TIMES"
19 marzo 2010 – Gli sforzi profusi dagli Stati Uniti e dall'Europa per vietare la
commercializzazione del tonno rosso sono stati battuti, ieri, da un'offensiva diplomatica
giapponese contro una convenzione internazionale sulle specie in pericolo.
Anche la proposta avanzata dagli Stati Uniti per vietare la commercializzazione dell'orso
polare e' stata respinta.
Il tonno rosso costituiva l'argomento principe della riunione, perche', negli ultimi anni, il
pesce e' stato spinto sull'orlo dell'estinzione commerciale, soprattutto a causa della forte
domanda da parte degli amanti del sushi.
Alcuni scienziati stimano che, dagli anni cinquanta, gli stock di tonno rosso siano
diminuiti del 75%. Un pesce di grandi dimensioni viene, oggi, venduto per decine di
migliaia di dollari.
Dopo mesi di dibattito interno, l'Unione Europea si e' detta favorevole a classificare il
tonno rosso come una specie in pericolo e, di conseguenza, a proibirne la
commercializzazione internazionale, secondo quanto disposto dal CITES, una
convenzione internazionale.
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Piegandosi agli interessi di Francia, Spagna, e altri paesi membri dell'Unione Europea, il
divieto non sarebbe entrato in vigore prima di un anno, e avrebbe richiesto un'ulteriore
disamina scientifica.
Ma lo sforzo e' stato frustrato da un voto della commissione, convocata dalla Libia, prima
che si raggiungesse l'assemblea plenaria.
Il risultato finale e' stato di 68 voti contrari, 20 a favore e 30 astenuti.
In una dichiarazione rilasciata dopo la votazione, Janez Potocnik e Maria Damanaki,
rispettivamente, commissario all'Ambiente e alla Pesca dell'Unione Europea, hanno
espresso il loro disappunto.
Concentreranno, ora, i loro sforzi sulla riunione di ottobre, della Commissione
Internazionale per la Conservazione del Tonno Rosso, per cercare di proteggere la specie.
"Se non verranno presi dei provvedimenti, vi e' il serio pericolo che il tonno rosso possa
non esistere piu'", hanno dichiarato.
In privato, i diplomatici europei hanno espresso la loro frustrazione, per il fatto che il
Giappone, che consuma l'80% delle catture di tonno rosso, sia riuscito a consolidare un
fronte compatto contro il divieto, mentre i 27 paesi membri dell'Unione Europea erano
impegnati ad appianare le loro dispute interne.
La convenzione CITES si riunisce ogni due o tre anni, e in passato e' stata utilizzata per
bloccare la commercializzazione di elefanti, scimmie e grossi felini. [Joshua Chaffin,
quotidiano – a cura di agra press]
GRAN BRETAGNA: NON VIETARE LA COMMERCIALIZZAZIONE DEL TONNO ROSSO,
MA PREVEDERNE UNO SFRUTTAMENTO SOSTENIBILE – "ECONOMIST"
18 marzo 2010 – Il tonno rosso viene pescato nelle acque del Mediterraneo e dell'Atlantico
da almeno 7.000 anni. Ma negli ultimi quaranta anni, un'orgia di sovrasfruttamento ha
ridotto la sua popolazione di piu' dell'80%. Oggi, la situazione e' cosi' grave che il tonno
rosso potrebbe essere dichiarato specie in pericolo, e la sua commercializzazione vietata,
nel corso di una riunione della Convenzione di Washington sulla commercializzazione
internazionale delle specie di fauna e flora minacciate di estinzione (CITES), che si riunira'
a Doha questa settimana.
La conservazione del tonno rosso avrebbe dovuto essere compito di un organismo
intergovernativo, la Commissione Internazionale per la Conservazione del Tonno
dell'Atlantico (ICCAT). Eppure, nonostante negli ultimi anni gli scienziati consiglino di
limitare le catture di tonno ad un massimo di 15.000 tonnellate, la ICCAT ha portato il
limite a 30.000 tonnellate. Le catture effettive di tonno hanno toccato il record di 60.000
tonnellate. Di questo passo il tonno rosso e' destinato a scomparire in breve tempo.
In teoria un divieto commerciale temporaneo consentirebbe agli stock di ricostituirsi. Ma
funzionerebbe? Come questo giornale ha, piu' volte, chiarito in passato, un divieto
commerciale non e', normalmente, una buona idea. Nel caso di animali selvatici, un
divieto deve soddisfare almeno quattro condizioni. Primo, la specie in questione deve
essere seriamente minacciata dal commercio internazionale (se il problema e' la perdita
dell'habitat o una patologia, un divieto di commercializzazione non aiuterebbe). Secondo, i
divieti devono essere accompagnati da misure tese a ridurre la domanda. Terzo, non
devono minare gli incentivi alla conservazione della specie minacciata. E infine devono
essere sostenuti dal governo e dai cittadini dei luoghi dove vive la specie.
Se si vuole vedere cosa accade quando queste condizioni non sono soddisfatte, si guardi
ai divieti di commercializzazione che interessano elefanti, rinoceronti e tigri. I divieti
hanno, a volte, minato la conservazione degli animali perche', in realta', non danno alcun
valore alla loro vita (tranne nei casi in cui e' possibile impiantare un'attivita' turistica).
Perche' i governi locali dovrebbero spendere dei soldi per proteggere qualcosa che non
abbia una ricaduta economica? Perche' un agricoltore africano dovrebbe abbandonare la
sua terra, per una creatura senza valore, che spesso mangia i suoi mezzi di
sostentamento?
Il caso del tonno rosso e' piu' semplice da affrontare perche', come nei casi dell'anguilla
europea, del corallo rosso e di altre specie, di cui, recentemente, e' stato chiesto
l'inserimento nella lista CITES, si tratta di una specie marina. Cio' significa che non vi e'
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competizione tra l'uomo e il pesce per l'habitat. Inoltre, il tonno rosso viene ampiamente
commercializzato e, di conseguenza, un divieto temporaneo potrebbe avere i suoi risvolti
positivi – e quindi essere giustificato. Ridurre la domanda in Giappone non sara' facile,
ma dal momento che la maggior parte del tonno rosso viene pescato altrove, dovrebbe
essere possibile ridurne l'offerta.
I governi che hanno firmato la convenzione CITES dovrebbero fare di piu' per monitorarne
l'applicazione delle disposizioni normative. Il divieto di commercializzazione di una specie
dovrebbe essere l'ultima spiaggia. Se il tonno rosso e altre specie vengono gestiti in
modo appropriato, il loro sfruttamento puo' consentirne le conservazione, piuttosto che
accelerarne l'estinzione. [settimanale – a cura di agra press]
FRANCIA: LANCIO DI UNA CAMPAGNA PER UN CONSUMO
RESPONSABILE DEL PESCE - "LES ECHOS"
18 marzo 2010 - Alcuni Centri oceanografici europei hanno lanciato giovedi' a Boulognesur-Mer (Pas-de-Calais) una campagna intitolata "Mr. Goodfish", che cerca di indurre il
pubblico a consumare determinate specie di pesci in funzione della risorsa e della
stagione.
La campagna, sottotitolata "scegliere bene il pesce, e' un bene per il mare, e' un bene per
voi", e' stata presentato in Francia nel quadro di un progetto di sviluppo sostenibile, al
Centro nazionale del mare Nausicaa.
Vengono proposti elenchi di pesci da consumare - precisando la loro dimensione minima
- in funzione della zona di sbarco e della stagione. I ristoratori ed i venditori di pesca
avranno il ruolo di consigliare ed orientare i consumatori, segnalando grazie ad un logo i
prodotti che bisogna scegliere, allo scopo di un consumo responsabile.
Ad esempio, "Mr Goodfish" consiglia di mangiare per l'inverno 2010 in tutta la Francia il
merluzzo carbonaro ed il pesce gatto di origine atlantica del nord-est, come pure la
coquille saint Jacques, l'aringa, il rouget spaniel, il grondin rosso o il bar scaricati a
Cherbourg a Dunkerque. Le raccomandazioni - on line sul sito mrgoodfish.com riguardano anche alcune specie d'allevamento. (...) [quotidiano - a cura di agra press]
SPAGNA: IL VETO CONTRO IL COMMERCIO DEL TONNO
ROSSO TROVA SOSTEGNI INTERNAZIONALI - "EL PAIS"
14 marzo 2010 – La proposta di proibire la commercializzazione del tonno rosso (Thunnus
thynnus) ha trovato un alleato di peso: il segretario generale della convenzione
internazionale sul commercio delle specie minacciate (la Cites), Willem Wijnsteker.
Questa specie "ha tutti i requisiti" per decretare la sospensione della pesca, ha detto ieri
Wijnsteker prima dell'inaugurazione della convenzione che discutera' di questa questione
a Doha.
Il divieto avra' effetto se il tonno sara' inserito nell'allegato I della convenzione, dove ci
sono le specie piu' minacciate. Questa attribuzione "e' stata avallata dalla Fao e dal
Comitato scientifico della commissione internazionale per la conservazione dei tonnidi
dell'Atlantico (Iccat)" ha detto Wijnsteker.
Il rappresentante della Cites non e' solo. Anche il rappresentante del Programma Onu per
l'ambiente (Pnuma), Achim Steiner, si e' espresso a riguardo. "Non c'e' alcun dubbio sul
fatto che il tonno rosso sia in crisi".
La decisione sara' discussa giovedi' ma e' possibile che, viste le differenze di posizioni tra
le parti, non si arrivi a nessun accordo. Gli Stati Uniti sono a favore della misura mentre
l'Unione Europea si oppone al divieto visto che sarebbe minacciata la campagna di pesca
di quest'anno. Il maggior nemico di questa decisione e' comunque il Giappone, il paese
che consuma l'80% del tonno rosso pescato e che ritiene che non esista alcun rischio di
estinzione della specie. "Se non si arriva a un accordo, nomineremo un gruppo di lavoro
per risolvere la questione" ha detto il segretario della Cites. Questa risoluzione dovra'
comunque essere avallata dai 150 paesi membri della convenzione. [E. DE B. / FP,
quotidiano - a cura di agra press]
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CANADA: IL FAMOSO MERCATO ITTICO GIAPPONESE, TSUKIJI, SI PREPARA AL
DIVIETO DI COMMERCIALIZZAZIONE DEL TONNO ROSSO – "CALGARY HERALD"
14 marzo 2010 - Alla riunione di Doha, in Qatar, i paesi voteranno se inserire, o meno, il
tonno rosso, tra le specie fortemente minacciate - insieme a tigri, gorilla e panda - e
vietarne, cosi', la commercializzazione internazionale.
Le probabilita' che si arrivi a un divieto sono aumentate dopo che, la scorsa settimana, gli
Stati Uniti e l'Unione Europea si sono detti favorevoli all'adozione del provvedimento del
CITES (la Convenzione di Washington sul commercio internazionale delle specie di fauna
e flora minacciate di estinzione).
Decenni di sovrasfruttamento hanno visto ridursi di piu' di due terzi gli stock ittici del
Mediterraneo, da dove partono i pescherecci diretti verso il Giappone, che consuma tre
quarti delle catture mondiali di tonno rosso.
Ma il provvedimento desta forti preoccupazioni fra i giapponesi.
"Non riesco ad immaginare il sushi senza tonno", ha detto Ayaka Mimura, studentessa
universitaria di Tokyo, mentre comprava pesce al mercato ittico di Tsukiji.
"Chiaramente, sono contraria al sovrasfruttamento. Ma un divieto improvviso, totale, mi
suona come un qualcosa di negativo. Il pesce e' alla base del nostro regime alimentare,
cosi' come la carne di manzo e' l'elemento cardine della dieta di altri popoli".
E' un'opinione condivisa dall'industria ittica e dal governo giapponese, che si oppongo al
provvedimento e che minacciano di ignorare un eventuale divieto di commercializzazione,
spingendo, invece, per trovare sistemi di cattura alternativi e sostenibili.
Lo scorso anno, il Giappone si e' impegnato per arrivare ad un accordo che consenta di
ridurre del 40% le catture totali dell'Atlantico orientale e del Mediterraneo, sebbene gruppi
ambientalisti sostengano che tali quote vengano abitualmente superate.
"Nonostante le attuali quote, il sovrasfruttamento non e' mai finito", ha dichiarato Wakao
Hanaoka, ricercatore di Greenpeace. "E' necessario proteggere il pesce facendolo
rientrare nell'ambito di applicazione della convenzione. Spero che il Giappone adottera'
un atteggiamento responsabile".
Hisashi Endo, un funzionario ittico di Tokyo, ha detto:
"Non siamo ottimisti in merito alla riunione. Siamo preoccupati che l'esito possa
inaugurare una nuova tendenza mondiale e diffondersi nel Pacifico e in altri oceani".
Ogni anno, il Giappone pesca 25.000 tonnellate di tonno rosso nelle acque del Pacifico e
19.000 tonnellate nelle acque dell'Atlantico.
Yuichiro Harada, che lavora presso un'organizzazione che sostiene una pesca
responsabile del tonno rosso, ha dichiarato: "Non e' giusto trattare il tonno rosso come si
trattano leoni, tigri ed elefanti.
"Diversamente da questi animali, il tonno puo' produrre
centinaia di milioni di uova ed e' riconosciuto internazionalmente come un prodotto
commerciale".
I commercianti temono un forte aumento del prezzo del tonno rosso, chiamato, in
Giappone, "kuro maguro" o black tuna. Oggi, nei ristoranti di lusso di Tokyo, una fetta di
"otoro", o ventre grasso, costa 2.000 yen (22 dollari).
"Scommetto che i prezzi aumenteranno il giorno stesso in cui il divieto dovesse venire
adottato", ha dichiarato Mitsunobu Iida, commerciante all'ingrosso di tonno e proprietario
di un ristorante di sushi. [Shingo Ito, quotidiano, a cura di agra press]
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