Titolo : il crepuscolo di un viaggiatore solitario

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Titolo : il crepuscolo di un viaggiatore solitario
Hyacinthu – nickname - Hyaci
Titolo : il crepuscolo di un viaggiatore solitario
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Alla visita di controllo, l’assistente del professore che mi aveva operato, sapendo, che ero
di Giulianova mi parlò a lungo del suo problema di cuore verso una ragazza che
conoscevo. Accennò appena delle mie patologie, dicendo che l’operazione era riuscito.
Dovevo stare molto attento a “ Bacco, tabacco e venere”.
Affidandomi a un buon cardiologo, ancora per un “lustro” non avrei dovuto nulla temere.
Il mio problema non erano i 5 By Pass che mi avevano innestato, erano le due pezze tiptap e la parte bassa del cuore necrotizzata. Questa parte del cuore rappresenta le
emozione, specialmente, quelle dell’ amore.
Le cellule morte di questa parte del cuore con il tempo si sarebbero allargate.
Importante non subire scarichi di adrenalina naturale, per evitare pressione nella parte
del muscolo cardiaco, non più funzionante, non in grado di scaricare la pressione.
La ciliegina sulla torta me la riservò per ultimo,…… tirò, fuori dalla cartella clinica, una
lastra di radiologia con referto medico. Il radiologo aveva scritto che mi si stava
calcificando il cervello, ero a rischio di perdere la memoria. Dovevo sottopormi
costantemente, ogni due/tre mesi, a visite di controllo.
Con un sorriso, forzato, usci dalla mia bocca,……. Dottò……
In poche parole oltre a “non incazzarmi”. Dovevo evitare………
L’ innamoramento, il turbamento, la commozione, l’ apprensione, l’ eccitazione, le
attrazioni, le passione dell’ amore e non esagerare a fare l’ amore.
Il dottore soddisfatto, senza dire una parola, accennò un sì con la testa.
Non ho creduto ad una sola parola del dottorino, se crede di avermi intimorito si
sbaglia di grosso; lui è, semplicemente, invidioso di me.
Intorno a me non vedo amore, solo consumismo in nome dell’amore, non vedo neanche
rapporti passionali.
Semplicemente il consumarsi di atti amorosi, con poco impegno e poca volontà.
Ho l’impressione che non si vuole perdere tempo, o che non si ha più tempo per
l’amore.
Giusto quel momento, …. quel tanto per “venire e finire”.
Trovo la coppia stanca, ci si ricorda del partner solo a tarda serata del giorno prefestivo.
L’uomo a dimostrare che lo è, ……. La donna ad esigerlo come donna e non come
vorrebbe una “femmina”.
Io non sono più interessato………..Osservo.
Per me è solo uno spettacolo. Uno spettacolo scadente.
A queste visioni di coppie, il cuore, per quello che ne resta, mi si è assordito, si è
corazzato.
Quello che vedo,… quello che sento,……quello…… è un surrogato di amore.
I dardi di Cupido, hanno perso la punta, non si conficcano più nella carne, hanno perso
la loro efficacia.
Io sono impassibile, io sono indisponibile allo spettacolo degradante di queste vite
amorose, senza vitalità e volontà.
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Non sono più ricettivi, non sono più sensibili, non sanno vivere le passioni, sono stufi
dell’amore, dei sentimenti che l’amore offre.
Amare, equivale a scopare, incontrarsi, equivale a vedersi, no…., no….., bisogna
frequentarsi per conoscersi. Non abbandonare il partner subito dopo l’atto…… a passare il
tempo ….
Non vi abbandonate a cercare compensazioni materiali.
Incontrarsi, per frequentarsi, non per vedersi.
Importante è conoscersi.
La conoscenza è congiunta all’amore… chi crede che tutti i frutti hanno gli stessi sapori
e che tutti i frutti maturino contemporaneamente, sbagliano.
Un amore è destinato a fallire se non si cerca di sviluppare più attivamente la propria
personalità.
La soddisfazione in amore non può essere raggiunta, senza la capacità di amare con
umiltà, con fede, con coraggio, con sopportazione di entrambi, senza limiti.
Senza queste virtù è impossibile amare veramente.
L’amore è un arte e allora facciamo un altro sforzo, richiediamo da noi la saggezza di
apprendere questa arte.
L’amore è una piacevole sensazione che non è alla portata di tutti o di chiunque.
Imbattersi con la persona giusta è anche una questione di fortuna, non diamo per
scontato che la fortuna è dietro l’angolo, bisogna cercarla, e quando la troviamo non
diamo un calcio alla “fortunata” perché non l’abbiamo riconosciuta, o conosciuta
abbastanza bene.
Sbagliamo a credere che “amore” significhi essere amati, anziché amare.
In una precedente narrazione, scrissi,…… che preferivo amare, che essere amato.
Per farsi amare e rendersi amabili bisogna acquisire modi affabili.
L’amore deve crescere, deve svilupparsi, deve essere coltivato, deve essere nutrito.
L’amore vuole il suo tempo per sbocciare e maturare, solo allora, dopo tutto ciò si
può “gustare il frutto”.
Amare non significa scopare……., scopare non significa fare all’amore.
L’amore è un sentimento che comporta tanti obblighi, costrizioni, compromessi, rinunce,
condizionamenti, rabbia, paure, vanità e capricci.
Tutto questo deve essere messo da parte, solo così si può avere la felicità, la gioia,
l’estasi ad ogni incontro.
Io ho avuto esperienze negative in questioni d’ amore.
Le conseguenze di questa mia ignoranza, sono ancora aperte.
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Per dirla alla buona………. Bisogna rimbecillirsi, stupidirsi, essere sciocchi, o almeno
cercare di esserlo. non ultimo, essere generosi.
Un amore vero non si scorda mai.
Un amore può essere superato da un altro amore.
Un amore non finisce mai con sentimenti di amicizia.
La brace cova sempre sotto la cenere.
>>>>>>>>>>>diffidate gente,……….diffidate sempre. Io vi ho avvisato.
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Continua >>>>>>>>
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Conscio che non mi resta una lunga vita…………
Conscio che difficilmente morirò nel mio letto……
Scrivo le mie volontà………………………………..
Quale mezzo di comunicazione,…… userò il banalissimo “poco arcaico” scritto stampato.
Leggibile, rapido, veloce, diretto e duraturo nel tempo…….caso mai l’uomo nero con il
mantello e falce, non venisse a cercarmi. Lo scritto rimane.
Queste parole, questo scritto ha il solo scopo di comporre delle frasi, per arrangiare
un discorso, “lungi” dall’intendo di evocare dei sentimenti.
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Sono pronto a partire verso una nuova frontiera di non ritorno.
Ho sempre desiderato visitare luoghi caldi…… spero che dove andrò non sia
troppo “ardente”.
NIENTE ANNUNCI.
NIENTE MANIFESTI.
NIENTE FORMA DI COMUNICAZIONE DEL “TRAPASSO”.
Per “ tutti “ mi sono “trasferito”.
I “tutti” in verità saranno pochissimi, quasi nessuno si accorgerà della mia
“assenza”.
Per molti non sono mai esistito.
L’incaricato del trasporto e imballo, non deve temere di deteriorare la
“ merce” , non è riciclabile, è tutta da rottamare, è senza valore, quindi, si
provvederà in forma economica a Tutto ciò che gli compete.
Il mio dev’essere un viaggio in incognita, un viaggio senza sosta, né scali
tecnici, “ NO STOP” , il buon Parroco mi perdonerà se rinuncio alla Liturgia
Funebre.
Sono un peccatore che porto con me tutti i miei peccati al cospetto del
Signore, deciderà Lui cosa farne della mia anima.
Rinuncio al “ patteggiamento”.
Non
Non
Non
Non
Non
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accetto
accetto
accetto
accetto
accetto
sconti
sconti
sconti
sconti
sconti
di pena con il pentimento.
di pena con la confessione e penitenze.
di pena collezionando immagini sacre.
di pena facendo lavoretti in chiesa o a servire la messa.
di pena pubblicizzando opera di devozione “attiva/fattiva”.
RIFLESSIONI - DUBBI – INCERTEZZE
Sono molto combattuto a credere “tutto”.
La Chiesa dovrebbe essere più “più attenta” oggi, ,…. di come lo era ieri.
Dovrebbe essere più “Aperta” più “Tollerante”. NON tutto E’ Sempre peccato.
Dovrebbe essere MENO ingerente con le leggi dello Stato che, “volendo o
Nolente è pur sempre Laico.
Credo di NON essere un buon Cattolico.
Credo di essere UN buon Cristiano.
Questa mia Fede per la Dottrina Cristiana, si è sempre più radicata nel
tempo e, sempre più rafforzata “ non “ paragonando, non “ osservando “
ma, vivendo in simbiosi la Cristianità con altre Dottrine, Culture e Civiltà
diverse.
Qualche maligno potrà dire che i miei “ritiri Spirituali” erano più “dettati”
dalla “fama del corpo” e, non dalla “sete dell’anima”.
NO COMMENT.
Rispetto tutte le Dottrine e, i Profeti, Illuminati, Filosofi e Santoni.
Riconosco in Gesù Cristo, unico vero Figlio di Dio.
Peccato che era un Arabo…… capisco la scelta del luogo, “il posto giusto
al momento giusto”.
Signore Iddio ………, Si è mai pentito. …… di quello che ha fatto. ???
Signore Iddio………, non era meglio se li lasciava fare.???
Signore Iddio………, come vede…., non ha risolto il problema.
Signore Iddio………, ha solo sacrificato Suo Figlio.
Signore iddio………, mi sa tanto che “Tu” adesso hai capito, per questo non
Ti impicci più dei nostri problemi.
Storia o Fede, ogni popolo ha lasciato il segno di un Essere Superiore, un
Dio, un unico Dio. Tutti sappiamo che prima o poi dobbiamo rendergli
conto e, “Quello, ,,, saresti TU” è uno che NON scherza.
Non basta pentirsi, redimersi per meritarsi il Paradiso.
Troppo comodo per noi peccatori, troppo semplice, troppo facile.
Non bastano poche penitenze e una dozzina di Padre Nostro con qualche
Ave Maria……. e, il gioco è fatto.
Si ritorna belli “puliti” dentro. (altro che olio di ricino).
Signore NO !!!! se questo dovesse bastare ……
dico semplicemente “NON c’è Religione”.
Se accettassi certi “compromessi” mi sentirei come un malavitoso, un pentito,
un collaboratore di giustizia…… UN imbroglione.
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Tu, mio caro Signore NON sei il tipo che Ti lasci “infinocchiare facilmente”.
Quindi accetto le pene per le mie colpe, senza, attenuanti, senza, ma e senza
se.
Chiedo a coloro che hanno subito dei torti per il mio comportamento, la
giusta pena.
NON invoco nemmeno il concorso di colpa, mi assumo tutta la
responsabilità delle mie azioni.
In verità grossi peccati non credo di averne commessi.
Buona parte dei Tuoi Comandamenti li ho rispettati.
I tre/quattro “Comandamenti” che ho ignorato…. L’ho fatto perché NON
volevo essere un “Santo”.
La Chiesa dovrebbe “Riformarsi” su certe “posizioni” di condanna al “peccato
mortale”.
Non ho fatto niente di troppo bene e niente di troppo male.
Forse il peccato più grave è stato di aver egoisticamente “trascurato troppo”
il mio prossimo.
Qualcuno di questi miei “prossimo” potranno avere la soddisfazione di dire
“meno uno”, non sperino quei “fetenti” che gli porti fortuna giocandosi al
lotto la data del mio “trapasso”.
Mi sono ritenuto sempre un “pacifista”, non un fesso, non ho mai cercato la
rissa, quando mi ci sono trovato e, costretto, ho fatto del mio meglio per non
passare da “ fesso “. Meglio darle che, riceverle.
Per vivere in pace, mi sono sempre comportato equamente con tutti,
rispettando i loro diritti, l’appartenenza, la nazionalità, lingua, fede religiosa,
orientamento sessuale, culture diverse, formazioni politiche, diversità
professionali, sociale e sportive.
Ho
Ho
Ho
Ho
Ho
Ho
sempre
sempre
sempre
sempre
sempre
sempre
rispettato i valori civili.
rispettato i valori economici.
rispettato i valori sociali.
rispettato i valori della giustizia.
rispettato i valori della democrazia.
rispettato i valori della libertà individuale.
Questi principi, mi hanno permesso di “pellegrinare”
ovunque, nel mondo.
Senza mai avere alcun problema.
Signore Iddio, gente cattiva mi hanno “tollerato” andando IO a “pascolare”
nei loro prati, anche Tu dovresti tener conto di queste mie virtù, non voglio
“insegnarti” il mestiere, non intendo mancarTi di rispetto, prendimi in
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considerazione per un posticino al “ f r e s c o “ con una donna con le
caratteristiche a me ideale…….
a- colorito mediterraneo
b- sorriso delle spagnole
c- linea anglosassone
d- fondo schiena delle africane
e- seno delle italiane
f- occhi delle egiziane
g- profilo greche
h- denti delle scandinave
i- voce delle francese
j- gambe delle austriache
k- piedi delle giapponese
l- caviglie delle russe
m- capelli delle orientale
n- collo delle birmane
o- …….. e per completare l’opera una cultura sessuale delle indiane
p- …….. e una istruzione delle nostre educatrici.
A scanso di equivoci, cercherò di agganciare e farmi amico Josef Frankestein
Lui saprà senz’altro accontentarmi …………
Anche se non so perché, le donne mi piacciono ancora.
Non è la speranza ultima a morire, ……. È il desiderio.
Esternando questi miei pensieri, spero di non farTi “Incazzare” di più e,
magari Te ne risenTi, aumentando la “dose” quando arrivo al Tuo cospetto
e, ci andrai “pesante”.
Apprezza, mio Signore, questa mia sincerità di parlarTi con il cuore, (con il
mezzo cuore che mi è rimasto) aperto, (non nel vero senso della parola
“aperto”, ogni riferimento è puramente casuale.
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NIENTE fiori, né PRIMA, né DURANTE, né DOPO.
Preferisco, (non dico voglio) , essere “cremato” , ovunque o dovunque
avvenga il decesso. Dev’ essere divertente vedermi che….
La mia anima e il mio spirito sarà altrove a gustarsi il vistoso falò.
Non preoccupatevi non risorgerò dalle mie ceneri come una “Fenice”
Una targa sulla Lapide o sull’ Urna, solo con i dati essenziali per la
identificazione.
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Manco a pensare ad una iscrizione sepolcrale (Epitaffio), che riporta Lodi del
defunto….nel mio caso potrebbero essere addirittura “bugiarde.
NIENTE foto segnaletica dell’ ospite alloggiato.
Essere polvere o cenere, non cambierà di molto il mio futuro.
……… non ho bisogno di altro……., sono sicuro che sarò sistemato
bene……. Si per le “feste”.!!!!!!!
Lascio poche cose, fatene ciò che ne volete, forse per questo sarò ricordato
“per l’essere e “non per l’avere” .
Tranquilli, non vi agitate, non dovete fare una colletta per le “spese”.
Il costo dell’imballo, trasporto “cremazione o sepoltura” . Il rinfresco per tutti
i presenti è a carico dello scrivente.
Sono sempre stato di poche parole e, adesso più che mai.
I pettegolezzi non mi sono mai interessti né mai piaciuti.
Gli affari degli altri si. Essere informato di tutto, è importante per me. Sono
sempre disponibile, sempre in “casa”.
Rispettate la mia “private” non voglio essere disturbato più di tanto,
specialmente nelle ore di riposo, il silenzio è gradito a tutti.
Non venite a trovarmi, basta solo il pensiero.
Per non dimenticare, il mio sito, si trova alla :
latitudine nord 42° - 45’ - 34”
longitudine est 13° - 56’ - 59”
io non so se sarò il più indicato da implorare, almeno, fin che non mi sarò
ambientato, meglio rivolgersi ad “altri” più,… e già…. “accreditati” di me.
Alle persone a cui debbo un grazie, tutta la mia “eterna riconoscenza”.
Attenetevi ai miei desideri, altrimenti, meglio per voi che dormiate con le
scarpe, perché Io sono dispettoso come una capra, ci potete giurare che se
“sgarrate” verrò a farvi il solletico sotto i piedi.
>>>>>>>>>> r i c o r d a t e
e
meditate
g e n t e <<<<<<<<<<<<<<<<
dal Divino Poeta…..Noi fummo Ciò che Voi siete..,Voi sarete Ciò che Noi siamo.
Il trapasso non cancella una vita vissuta da ognuno di noi.
Una vita come la mia non è da dimenticare, anche, se non c’è niente che
vale la pena ricordare.
A memoria futura….fui un lottatore……
- selvatico, solitario, riservato.
- Dai silenzi funebri a mutismi fortificati.
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-
Bilioso con impeti di colleri più esplodenti.
Difficile addomesticarmi.
Impossibile domarmi.
Davo il meglio di me stesso, sempre.
Mi lasciavo andare poco alla tenerezza.
Sembravo stare sempre sulla difensiva.
Pieno di orgoglio e voglia di affermarmi.
Non conoscevo la vanità.
Non chiedevo mai niente a nessuno.
Pretendevo tanto e tutto da me.
Lo spirito innovativo vivificava la mia materia.
Le difficoltà della vita, rinnovavano le mie cellule.
I pochissimi amici mi amavano.
I pochi compagni mi stimavano.
I conoscenti mi rispettavano.
Altri, molti, tanti, troppi mi detestavano.
Sono stato sempre senza contraddizioni.
Ero una vera identità.
Un matto, folle, pazzo, che combatteva la pazzia a denti stretti.
“mo avast” adesso basta……
inizi la festa…… allegria,…. non
Ridete, bevete, non posso dire di
Divertitevi.
Siete al mio party,
Ricordatevi che questo è l’ultimo
è una veglia funebre.
bere alla mia salute, ma bevete lo stesso.
è d’obbligo un comportamento “festaiolo”.
“ricevimento” che vi offro.
,…….. nel pieno (forse) possesso delle mie facoltà mentale sottoscrivo:
e….firmo in assenza di testimoni
Hyacinthu
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Un anno, un lunghissimo anno è passato da quando ho perso Nuk.
Allo spuntar dell’alba, guardo ancora da quella parte, chiedendomi “cosa farà, dove sarà.
Il 28 agosto 2002, al compimento dei miei, 65 anni, ho chiesto la “pensione di vecchiaia”,
quella di invalido civile, bensì riconosciuta al 80%, non era pensionabile;… riconosciuta,
in termini economici.
…….alle sei di mattina del 15 ottobre 2002; ad un anno esatto dalla mia catastrofe,
presi il bus per Roma, il metrò per Fiumicino,…… con volo Thai, senza scalo, diretto a
Bangkok.
Carico fisicamente, moralmente e sentimentalmente……., come un giovane di 40/45 anni.
Alle otto del mattino del 16 ottobre, ero in taxi diretto a Pattaya.
Alle 10 a m, ero in camera al Mike Hotel.
Dormii fino alle ore 17 dopo aver fatto una toilette, lunga ed accurata.
Se avessi incontrata Nuk, volevo presentarmi a posto.
Passai al negozio dove lavorava Uvi, lei non c’ era, le colleghe mi dissero che si era
trasferita a Bangkok, a lavorare con i suoi fratelli. Fui contento di non averla trovata.
Mi incamminai verso il Susan International Bar, per incontrare Nuk. Il bar era chiuso,
aprivano alle ore 19. nell’attesa girai nei centri commerciali più grandi, molte ragazze vi
fanno un salto, prima di andare a lavorare nei locali ricreativi.
Nelle mie attente ricerche di osservazione, mi imbattei in diverse “conoscenze” . dicendo
che ero appena arrivato, subito dopo cena sarei andato a dormire.
Alle ore 20 mi presentai al Susan. Una signora sui 50 anni era alla cassa, doveva
essere la Mama Sun, le feci segno di avvicinarsi al banco, venne con grazia e un bel
sorriso stampato sul viso.
Mi presentai, feci vedere le mie cicatrici, dicendo che avevo avuto un incidente di auto,
circa un anno fa, a quel tempo, mostrando la lettera di Nuk, dissi che avevo trascorso
molti mesi in ospedale, non ero più in grado di comunicare con Nuk.
La Signora Susan, mi guardò ammutolita, il sorriso era scomparso dalla sua faccia, dopo
un lungo silenzio mi disse,…. Hyaci,… Nuk si era sposata a maggio con un ragazzo
Svedese, ora vive in Svezia. Aggiunse… Nuk, ha sofferto molto.
Madame Susan chiamò una ragazza lì vicino, si unì a noi, nel frattempo offrii da bere a
tutte le ragazze, suonando la campana. La nuova venuta si chiamava Nugget, si pronuncia
Nagit, significa pepita d’oro.
Nugget era la sua migliore amica, alloggiava con lei, era all’occorrente di tutto. Nuk si
era confidata con lei, con lei aveva pianto per l’ abbandono.
Da sotto il banco tirò un album pieno di fotografie, il matrimonio e il rinfresco di
Nuk, lì al bar, con tutte le ragazze e la signora Susan. Un ragazzo biondissimo,
sorridente, accanto a Nuk, altri tre ragazzi biondi,….. in allegria.
Nugget ed io trascorremmo un paio di ore a parlare di Nuk e bere, ogni tanto Mama
Sun si avvicinava per dire la sua, su quella brava figliola.
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Io e Nugget avevamo fatto amicizia, eravamo tutti e due contenti che Nuk si era
sistemata, meritava un po’ di fortuna.
Si era fatto le ore dieci avevo appetito, dissi a Mama Sun e a Nugget, vado a cena,
dopo se volete, torno, per andare tutti e tre a teatro, come annunciava la locandina
appesa al bar, inizio spettacolo ore 24,00.
Mama Sun e Nugget accettarono, lasciai millecinquecento bath per i biglietti e per le
bevute, rinunciai al resto con un gesto della mano.
Alle 23,30, ero al bar in attesa della loro uscita. Il bar restava aperto fino alle quattro
del mattino, Mama Sun stava dando le ultime raccomandazioni per la sua assenza.
Nugget era pronta, mi diceva che i mesi di ottobre e novembre si lavora poco non c’ è
molto turismo in questi due mesi.
Salimmo su un taxi collettivo, ci condusse al Cabaret Marine. Era pieno, i nostri biglietti
numerati erano nelle prime file, “zona Prima”, Mama Sun si era vestita e truccata
“vistosamente” per mascherare gli anni che aveva.
Bassina, pienotta, prosperosa di petto e di fondo schiena, simpatica, allegra, giovanile di
spirito.
Nugget vestiva alla buona, solo una leggera passata di rossetto alle labbra, non ne
aveva bisogno, bocca grande, labbra grosse. Alta all’incirca 160 cm. per circa 55 kg. Ben
fatta, la camicetta e i jeans erano sul punto di lacerare il tessuto.
Ero seduto vicino a Nugget che era al centro.
Le luci della sala si affievolirono, quelli del palco si accesero a giorno, lo spettacolo ebbe
inizio.
Mi ci volle una quindicina di minuti per accorgermi che gli artisti erano gay e
travestiti.
Il pubblico numeroso rideva ed applaudiva alle battute, ai dialoghi e agli scherzi che si
facevano.
Per me fu vera noia, non capivo niente di niente, dialogavano parte in Thai e parte in
Inglese, se qualche volta ridevo, era perché vedevo ridere tutti e Nugget, che mi
incantava con il suo modo di sorridere, sapeva, di saper ridere, sapeva che ridendo a
modo suo, noi maschietti, saremmo stati attratti da lei.
Nugget, accortasi che mi faceva questo effetto, ogni occasione era buona per ridere e
mettermi la mano sulla mia, tenendola un po’ troppo, stringendola lievemente, a questi
gesti, non mancava di guardarmi fisso negli occhi.
Lo spettacolo durò un paio di ore, all’uscita gli artisti, erano in mezzo al pubblico a
farsi fotografare, in atteggiamenti intimi.
Naturalmente ad ogni foto ricevevano un biglietto da cento bath. Che finiva nella borsette
appese al braccio.
Poco dopo le ore due, ritornammo al bar Susan, dissi che per me la serata era al
termine, Nugget non si lasciò scappare l’occasione di dirmi, Mario posso venire a stare
con te.
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Senza ripensamenti, dissi … si certo. Mama Sun, mi strizzò l’occhio e movimentò il capo
dall’alto in basso come per dirmi “ottima scelta”. Pagai per l’uscita di Nugget e le tre
bevute che ci eravamo fatti.
L’albergo Mike era a meno di 400 metri, a piedi, mano nella mano, in meno di dieci
minuti eravamo nella mia camera.
Senza parlare ci spogliammo di tutto infilandoci nella vasca da bagno piena di acqua e
schiuma profumata.
Ci lavammo più per toccarci che per pulirci.
Nugget era una vera maestra nel toccarmi, dedicava alla mia pelle un massaggio
particolare, unico.
Le sue dita scivolava delicatamente sulla mia pelle.
Le sue mammelle con la schiuma da bagno frizionava il mio corpo, dalla nuca alla
pianta dei piedi e dal mio viso fino alle dita dei piedi. Attenta a soffermarsi dove più
mi piaceva avere il suo massaggio.
Nugget, doveva essere, oltre che maestra, del “Body Massage” aveva anche la “cultura” di
questa arte.
Trovava piacere a darmi piacere. Il vedermi “imbufalito” la soddisfaceva, la ripagava
godendoci.
Nugget, sapeva l’ arte di fare sesso, non praticava il mestiere della prostituta.
Una mezz’ora durò questa tortura, “il break “ ci consentì di poter fare le nostre pipì, in
piedi direttamente nella vasca che si stava vuotando.
Una accurata doccia, lei a me, io a lei, pose fine ai nostri giochetti. Ci asciugammo per
bene, infilandoci sotto le lenzuola, distesi sui fianchi faccia a faccia.
Nugget, sentiva la mia erezione sul suo corpo, delicatamente prese in mano il pene
toccandolo con riguardo, accarezzandolo, delicatamente.
Presi a due mani la faccia di Nugget, …. Parlai piano, vicino alla sua bocca….. dissi…..,
Nugget, vacci piano , lasciami respirare, è da un anno che non faccio “l’amore”.
Guardandomi fisso negli occhi disse….. “ c a p i s c o “.
Venni come se avesse tolto il tappo ad una bottiglia di spumante, tanto fu la pressione
del mio getto.
Che femmina, Nugget.
Intelligente ed istruita. Parlava bene l’Inglese e il Tedesco, poco, molto poco l’Italiano.
Dormimmo fino a mezzogiorno, lei andò via con 500 bath in mano con l’intesa che a
tardi serata sarei andato al bar.
Passai in piscina un paio d’ore, poi l’immancabile pennichella fino alle ore 17.
Gironzolai fino alle ore 20, cena e riposino in albergo fino alle ore 23.
Mi presentai al bar di Susan, Mama Sun mi salutò affettuosamente, Nugget accorse al mio
arrivo stampandomi sulla bocca un casto bacio.
Mi trattenni al banco, io bevevo bevande analcoliche calde, lei una bottiglietta di vino
frizzante locale. Poco prima di mezzanotte andammo via.
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Proposi alla mia compagna di andare al cinema, cosa che gradì moltissimo, prendendomi
strettamente sottobraccio.
Doveva essere una novità per lei, credo che nessun “ cliente”, l’ avesse mai invitata per
uscire per andare a divertirsi, in pubblico.
Di solito gli uomini cercano la compagnia di questa categoria, solo per andarci a letto.
La multisala proiettava una diecina di film, scegliemmo di vedere “postman” parlato in
Inglese, sottotitolato in Thai.
Alle due della notte ritornammo in albergo. Facemmo l’amore senza fretta, godendoci ogni
posizione. Nugget voleva divertirsi e farmi divertire, voleva dimostrarmi gratitudine
offrendomi, prestazioni particolari.
La mattina verso le nove ci svegliammo, le chiesi se voleva venire in piscina con me, o
restare a letto, oppure andare via.
Optò per andare a casa. Gli diedi 500 bath e un bacio che contracambiò piacevolmente,
fissando l’incontro al bar a tarda serata.
I miei impegni della giornata fu tale e quale a quello del
giorno precedente.
Intorno alle dieci e mezza, di sera, mi feci vivo, Nugget mi aspettava, Mana Sun mi fece
un cenno di saluto, stava parlando con un uomo in tedesco.
Ordinai da bere per me e Nugget, solite bevande. Nugget, mi parlava vicino all’orecchio,
pianissimo. Mi diceva che quell’uomo che stava parlando con Mama Sun era il suo socio
del bar ed era anche il suo amante.
Lui e Mama Sun reclutavano le ragazze per mandarle a lavorare in Germania nei Night
Club.
Il 5 novembre, lei, sarebbe partita insieme a quelle altre due compagne, che mi indicò
con un cenno della testa, con un contratto di sei mesi.
Con discrezione mi fece vedere dentro la sua borsa, il passaporto con il visto
dell’Ambasciata, il biglietto aereo e il contratto di lavoro.
Lasciammo il bar per andare nuovamente al cinema. Strada facendo gli chiesi perché mi
aveva informato della sua vita privata. Nugget rise di gusto….., continuò dicendo……
quando sarò in Germania mi piacerebbe continuare a frequentarci. Hamburg non è molto
distante da Roma. Non dissi che Hamburg era situata a nord della Germania ed è molto
distante. Dissi semplicemente si, certo.
A fine spettacolo piano, piano tornammo, a piedi, in albergo.
Nugget si prodigò a trattarmi piacevolmente bene, facendomi apprezzare le sue doti di
qualità superiore.
Tutto l’intero periodo di vacanze, fu un piacevole soggiorno. Nugget, mi trattava come se
ci conoscessimo da una vita, mi diceva tutto, si confidava con me, era diventato il suo
confidente ed amico.
Sapeva quando e come trattarmi.
Gli lasciai l’indirizzo e telefono. Mi assicurò che appena si sarebbe sistemata mi avrebbe
telefonato.
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Il quattro novembre ripartii per l’ Italia, contento e soddisfatto per Nuk e, per aver
conosciuto una ragazza come Nugget, sempre piena di attenzione, non pretendeva da me
più di quanto potevo darle;….. la paghetta, un po’ di sesso e niente amore.
Solo amicizia e rispetto.
Una settimana dopo, di prima mattino, il telefono squillò, era Nugget, mi riversò un fiume
di paroline dolci, poi mi disse che aveva preso a lavorare al locale, stesso lavoro che
faceva al bar di Mama Sun, “ intrattenitrice e prostituzione.
Aveva un bel appartamentino che divideva con le altre due compagne.
Mi chiede il suo l’indirizzo e il numero del telefono.
Stabilimmo che io la chiamassi, sempre, di domenica a mattina, mentre lei mi avrebbe
chiamato, sempre, il giovedì mattina.
Con il passare delle settimane, le telefonate erano sempre più lunghe, avevano preso una
piega non più a carattere “amichevole” , mi chiedeva di andarla a trovare, di stare un po’
di tempo con lei, mi voleva vicino, sentiva la mia mancanza, mi voleva, mi desiderava.
Diceva di trovarsi bene, guadagnava molto, di più di quanto aveva previsto.
Mi metteva al corrente dei suoi progetti futuri.
Alla fine del contratto sarebbe tornata a Pattaya e con i soldi guadagnati avrebbe aperto
un bar.
Io facevo parte dei suoi progetti, non per essere sua socia in attività, ma di essere suo
compagno di vita.
Aveva pianificato tutto nella sua mente, io ero messo al corrente dei suoi programmi, senza
sapere quali erano le mie intenzioni.
Voleva un po’ seguire le orme di Mama Sun.
Aveva pianificato il nostro futuro.
Tre - quattro mesi all’anno sarei stato con lei, quando il mio lavoro me lo avrebbe
consentito.
Ad ogni telefonata non mancava di dirmi Hyaci, vieni a stare un po’ con me. Non devi
stare in albergo, possiamo ospitarti noi, le mie compagne sono d’accordo.
Le dicevo, ed era vero, che mi sarebbe piaciuto molto stare assieme, purtroppo, non
potevo assentarmi dal lavoro.
Promisi che appena possibile avrei fatto una scappatella.
Stessa cosa per lei, per contratto non poteva assentarsi, c’erano delle penalità, solo in caso
di malattia o infortunio era giustificata l’assenza dal lavoro.
L’ultima telefonata fu con l’annuncio della sua partenza per fine contratto.
Nel caso di un mio soggiorno a Pattaya poteva rivolgersi a Mama Sun.
Era il mese di maggio, impossibile prendere una vacanza adesso, con la stagione estiva
alle porte. Dovevo aspettare l’ autunno.
Ottobre giorno 10 anno 2003, è passato un altro anno, sono arrivato stanco a Pattaya, 10
ore di volo interrotto, mi stanca molto, non riesco ad abituarmi a stare seduto.
Ho dormito dalle 9 del mattino fino alle 5 del pomeriggio sempre allo stesso albergo il
Mike Hotel.
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Caricato di buoni propositi, una vacanza all’insegna del “ritiro spirituale” e turismo
sessuale.
Ho sete di fare,…….“conoscenze” ….. ho voglia di muovermi.
Vedere facce nuove, incontrare persone, esclusivamente, femminili con culture diverse.
Ho voglia di “conoscere” non la gente, ma la persona.
Dialogare, scoprire gli usi e costumi, il sacro e il profano, di chi condividerà il mio letto.
Ho girovagato per la città, senza, una meta. Dopo cena, sono andato al bar di Mama Sun,
felicissima di rivedermi, abbiamo bevuto insieme raccontandoci pettegolezzi.
Ho chiesto di Nugget, ridendo e guardandomi, sornione,…….. si è sposata tre mesi fa
con un ragazzo Thailandese, è già incinta.
Pettegolò dicendo che ultimamente si era ingrassata molto.
La vedeva qualche volta al mercato, non aveva il suo numero di telefono e non sapeva
il suo indirizzo.
Notai in Mama Sun, una stizza di ironia, sono certo che la signora Susan non mi diceva
tutta la verità.
Mama Sun mi strizzò l’occhio verso una ragazza, giovane, bella e ben fatta.
A bassa voce mi disse che era da una settimana con lei, era arrivata fresca, fresca
dalla campagna, ha bisogno di “arrotondare” il salario.
Purtroppo parla solo il Thailandese.
Ridendo dissi…… a volte non capirsi è un bene.
Passai la notte con questa mia nuova “conoscenza” di nome Sabay.
Appena in camera si infilò in bagno, ne uscì dopo una quindicina di minuti, avvolta nel
grosso telo da bagno, mi fece un sorrisetto infilandosi sotto il lenzuolo.
Entrai in bagno, era pieno di vapore, doveva essersi lessata dentro la vasca.
Una accurata doccia e pulizia dei denti, anch’io uscii dal bagno con il telo, mi infilai a
letto, mi tolsi il telo rimanendo nudo, sotto il lenzuolo.
Sapendo me nudo, anche lei fece la stessa cosa, si tolse il telo, tenendosi ben coperta
fino al collo con il lenzuolo.
Lei era distesa supina, io disteso su un fianco a fissarla.
Ogni tanto girava la testa dalla mia parte per un sguardo.
Lei immobile, io pure. Ne io, ne lei prendevamo iniziativa alcuna; aspettavamo l’ evolvere
del dramma.
Una diecina di minuti, tanto durò la mia pazienza, mi decisi a fare i primi “passi”,
scostai il lenzuolo con cautela, mettendo in luce un magnifico petto, con delicatezza toccai
le mammelle sode, e capezzoli duri, piano, piano scoprii tutto il lenzuolo, il corpo
meritava di essere visto, era stupendo.
Scalzai la parte del lenzuolo che mi copriva rimanendo anch’io alla vista della mia nudità.
Non un gesto, non uno sguardo verso le parti basse, continuava a guardarmi in viso.
I toccamenti che le riservano, sperando che svegliasse lo stimolo sessuale, era poca cosa,
notavo un sollevamento ed abbassamento del petto e un aumento un po’ affannoso del
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respiro. Decisi che era arrivato il momento che doveva darsi da fare per guadagnarsi la
“marchetta”, le presi la mano mettendola sul pene, dato la lunga l’astinenza, i miei
spermatozoi erano ansiosi di fare festa nel suo “antro”.
Muoveva appena il mio “salamino” a occhi chiusi, con il respiro sempre più affannoso,
forse pensava al suo ragazzo, mentre manovrava il mio coso.
Era il momento di finirla coi giochetti, mi misi sopra, aiutato da Sabay con la mano ad
entrare nella fessura.
Una guaina stretta, un budello caldo, umido, un muscolo avvolgente, aspirante.
Cavalcavo la puledra a pelo, per timore che mi sbalzasse.
Mi teneva strette le mani sul mio sedere facendo pressione per non uscire troppo, da lei.
Comandava, così,….. i miei assalti nel suo tortuoso canale “anfratto”.
L’esplosione avvenne violento, nemmeno Etna avrebbe potuto eruttare tanta lava. Il cuore,
la parte viva, mi martellava nel petto all’impazzata.
Sabay si sbalordì posando la sua mano sul petto per non farlo schizzare fuori.
Lei si ritira in bagno, io prendo una pasticca di Atenolo, per calmare il muscolo
cardiaco.
Dormimmo fino alle 9 del mattino, Sabay andò via, io mi preparai per andare in piscina.
Tre giorni con Sabay, tre notti di amore primordiale, all’antica, senza vizi aggiunti.
Era già tanto, già troppo avere una fica così elastica e succiante.
Da Pattaya mi trasferii a Bangkok, al Prince Hotel, nel tardi pomeriggio mi recai in una
agenzia viaggi, trovai quello che volevo, “ un Last Minute, Low Cost “ per una isola
della Malesia, nuova, nuova, da poco entrata nel circuito vacanze.
L’isola Hand God (la mano di Dio) una meraviglia di posto, sette giorni di mare, sabbia
e sole. A dormire appena buio in casette di legno e alzarmi all’alba, facendo i primi
bagni ai primi raggi del sole.
Dalla Malesia ritornai in Thailandia, trasferendomi a Jomtien un paese nuovo tutto turistico.
Giorni e notti,…… una continua, ininterrotta bella vita per i vacanzieri.
Io non usufruivo di questi vantaggi, perché mi ritengo un “viaggiatore” non un
“bagnante”.
Non mi piaceva andare a pescare dentro una vasca, volevo pescare in mare aperto, ……..
…….. per procurarmi una ragazza, non dovevo andare a prenderla nei bordelli, dovevo
trovarla tra la gente comune,……. Centri commerciali, cinema, discoteche, spiaggia,…
Volevo competere con le donne per convincerle che io sono un diverso dagli altri omini.
Ci tenevo a confrontarmi, a misurarmi con i giovanotti, per la conquista della femmina da
portare a letto.
In casi di difficoltà o incertezze, da parte della donna, potevo permettermi di offrire una
ricompensa per aver scelto me.
Il baratto è una forma aggiuntiva. Niente scrupoli.!!!!!
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Stabilii un patto con me stesso, non dovevo avere la stessa preda, per una seconda volta.
Come dire,….. “ mordi e fuggi “.
Stabilito le regole, cominciai il gioco,…….
Verso le quattro del pomeriggio mi recai in un mega centro commerciale, aggirandomi
maliziosamente, cercavo di adocchiare le ragazze “ sfaccendate “ che erano lì, per
passatempo.
Due ragazze, sui vent’ anni, gironzolavano ridendo e scherzando tra loro, non mancavano di
riservare sguardi ai ragazzotti; si fermarono all’ ultimo piano, al cinema. Erano in fila
davanti al botteghino per fare i biglietti, io ero dietro di loro, con faccia tosta, con sorriso
e soldi in mano, li salutai in Italiano, chiedendo se potevo offrire i biglietti per lo
spettacolo.
In un primo momento di sbalordimento, segui tanta ilarità…., mi presentai, dicendo che ero
solo, non conoscevo nessuno, sarei morto di noia.
Presero per buono quello che dissi e offrivo.
Prima di entrare in sala, andammo ai bagni e poi al bar a fare rifornimento di cola,
patatine e pop corn.
In sala, ci sedemmo, all’ ultima fila in alto con io in mezzo.
Il film americano, parlato in thailandese, con sottotitoli in inglese.
La sala era quasi vuota, data l’ ora, gli spettatori erano sistemati distanti sotto di noi.
Il film era quasi comico, le ragazze per bisbigliarsi tra loro si inclinavano verso di me,
premendomi i loro corpi più del necessario.
Ad ogni scoppio di risate, dovuto alla scena del film, mi stringevano le mani.
Contracambiavo i loro toccamenti.
A metà film, non c’ era più motivo per toccare, avevo le mani aggrappate ad ognuna delle
loro mani, le gambe serrate da ognuno delle loro gambe.
Le care amiche, si stavano sfidando, per accaparrarsi il maschio.
Il film finì, uscimmo dalla sala per la toilette e gironzolare per la città.
Verso le nove di sera li invitai a cena, in un self service.
Loro mangiarono Thai, io un poco di pesce. Ci tenevo a mantenermi leggero.
Dopo cena, una camminata per rinfrescarci e digerire.
Intorno alle ore undici, ci sedemmo in una panchina, fu la più grande a dirmi di voleva
portare in camera per la notte.
Visto la spigliatezza di queste ragazze, anch’io fui schietto,……. Mi piacete tutte e due allo
stesso modo, scegliete voi chi vuole venire con me stanotte, l’ altra, se vorrà, potrà venire
domani notte.
Non so se questo, era nel loro intendimento, si accordarono per venire con me, la prima
notte, l’ amica più grande.
Alla esclusa elargii 500 baht, per impegnarla per il pomeriggio del giorno dopo al solito
posto.
Ci salutò, dicendo all’ amica, lasciamene un po’, per domani sera.
La ragazza si comportò in modo spigliata, navigata, mascherava bene la inesperienza, era
una dilettante a letto.
Non so, se sono stato soddisfacente per lei. Di certo andò via ringraziandomi per aver
avuto anche lei 500 baht.
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Il giorno dopo alla stessa ora e nello stesso posto, mi incontrai con Small, (piccola), non
so se era il suo nomignolo, oppure il vero nome.
Fu la ripetizione del giorno prima, salvo, vedere un’ altro film.
Dopo cena, la passeggiata, sosta in un bar e poi a letto.
Anche lei dimostrò,…… scioltezza, gradevolmente disinvolta nel comportamento
sessuale.
Il giorno dopo, il dolce far niente, andai in agenzia viaggi, prenotai per il giorno
successivo, il volo di andata e ritorno per tre giorni, compreso di pernottamento, per
Hong Kong.
Hong Kong rassomiglia a New York, piccole industrie, molte botteghe di artigianato, un
fiorente commercio e la finanza. A cominciare dalla Borsa, alle migliaia di banche e
uffici finanziari.
A Hong Kong c’è più gente che lavora con i soldi, che gente che lavora per produrre
beni di consumi.
A Hong Kong trovi di tutto, poco di originale e molto di falso.
È una città bilingue, si parla l’inglese e il Cinese.
Vale la pena di visitarla almeno una volta per non più di una settimana.
La vita è molto frenetica, sembrano formiche.
La vita notturna non lascia spazio a fantasie, tutto è realizzabile.
Molti cartelli ti ricordano “senza denaro, senza gioia” no Money, no Joy.
La prostituzione è legale, se esercitata in luoghi chiusi.
Hong Kong è una città che vive e lascia vivere.
Tre giorni di in continuo movimento, metà del tempo trascorso nei mega centri
commerciali.
Hong Kong era in mano agli Inglesi, Macao era in mano ai Portoghesi.
Dal primo gennaio 2000, sono ritornate sotto la madre patria Cina
Il viaggio di ritorno fu tranquillo. Arrivai a casa stressato.
01 febbraio 2005, di nuovo in partenza.
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Il tempo mi è prezioso, il baronetto della medicina mi aveva dato cinque/sei anni di vita,
quindi, è giusto concedermi più volte all’anno dei “ritiri spirituali”.
I periodi migliori per me era da ottobre ad aprile, escluso il periodo da 20 dicembre al 20
gennaio, è il periodo di alta stagione, tutto costa il doppio, per via della forte presenza
turistica. Gli altri mesi, sono di calca normale, i mesi morti sono novembre e maggio.
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Il tragitto Giulianova – Roma - Fiumicino - Bangkok, tutto tranquillo, niente che vale la
pena ricordare. Se non per lo stress.
A Bangkok, arrivai alle 8 del mattino. Alle 9 ero già alloggiato al solito albergo il Prince
Hotel.
Dormii fino alle due del pomeriggio, telefonai ad una mia amica che avevo un po’
troppo trascurato negli ultimi anni. Puy aveva 26 anni quando la conobbi, ora ne ha una
trentina,
Ogni tanto le telefonavo, quando sono da queste parti.
Siamo rimasti più che buoni amici.
Commercia in ortofrutta con i genitori.
È una maschiaccia, gira con un auto Toyota con cassone a 4 ruote motrici, ci va in
campagna a caricare la merce e anche in giro a divertirsi. Si alza alle quattro del
mattino per portare la roba fresca al banco di vendita, prima delle sette.
È sempre in giro con i suoi collaboratrici, due ragazze, un ragazzo gay con il cagnolino a
pelo corto riccio, bianco; sembra un batuffolo di lana.
Mi ha dato appuntamento intorno alle ore 16. sono ansioso di rivederla.
Puntuale, la vedo arrivare dal vetrata dell’Hall, scendono dal solito “Car” tutti e quattro
con il cane in braccio al ragazzo, entrano scherzando tra loro come sempre.
Dopo lavoro, restano insieme, è pura amicizia, la loro.
Vado incontro verso di loro, ci salutiamo con affettuosità, Puy è diversa, dalle altre
ragazze.
In ogni incontro ci “aggrappiamo stretti, stretti, casti baci e carezze a non finire, nessuno
di noi due vogliamo separarci.
Non soffriamo troppo la poca frequentazione che ci consentirebbe la presenza di
partecipare, di accogliermi nell’ ambito delle consuetudini la mia presenza e compagnia.
I suoi amici ci sfottono con battute e risate. Mentre loro si sedevano nel salottino, io e
Puy ci allontanavamo da loro, in coro, tutti, con voce sfottente gridarono in Thailandese
a Puy , qualcosa come “ non ti strozzare”. Oscenità. La mia amica per niente offesa,
cacciando la lingua e mostrando il dito medio, a risposta.
Io tirai una banconota da 500 baht, dicendo loro che non li lasciavo a secco, era tutto
quello che ero disposto a pagare per le loro bevute.
Appena in camera, con uno spintone mi fece cadere di schiena sul letto, “ apparentemente”
incazzata, si distese al mio fianco.
Cominciò a sputarmi in faccia parole in Thai, forse parolacce in Thai. Attento a non
distrarmi per quello che mi diceva, anche non capivo nulla, non volevo peggiorare la
situazione, magari con una risata o peggio con uno sbadiglio.
Finita la sfuriata, mi fece capire cosa avrei fatto da grande, quando sarei cresciuto.
Calmatasi, cominciò a parlare in modo conciliante, sono quattro anni che ci conosciamo,
in questo lunghissimo lasso di tempo siamo stati assieme una quindicina di notti, in tutto.
Ti ricordi che io esisto solo quando sei costretto a fermarti a Bangkok.
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Io non sono una ragazza “ghiotta” di cazzo, ma ogni tanto mi piace averlo dentro.
Tu te ne infischi delle mie esigenze sessuali e sentimentali.
Tu non immagini la sofferenza che mi dai nel sentirti al telefono, senza poter stare con
te.
Nei primi tempi mi dicevi che ero il tuo bastone per la vecchiaia.
Hyaci svegliati, …. Se devo essere il tuo bastone,……. lo voglio essere adesso e non
quando sono vecchia.
Molte volte abbiamo parlato,…… appena avresti sistemato i tuoi affari, saresti venuto a
stare con me sei mesi all’anno, ricordo bene, ho fatto anche i miei programmi, mi
sembrava così reale poterti avere nei mesi da ott/nov/dic/gen/feb/mar..
Maledizione a te Hyaci, per scoparmi non serviva mentirmi, dicendomi queste cose.
Non tutti i mali vengono per nuocere, le presi una mano e con le dita li feci passare
sopra le mie cicatrici, dicendo ….. Puy tesoro mio, ho avuto un grave incidente d’auto, ho
subito diverse operazioni in questi ultimi anni. Adesso sto bene.
Non ti ho mai parlato di questo per non metterti in apprensione.
Che amorevole ragazza è Puy, pensò a tutto lei, non mi fece affaticare per niente.
Quando scendemmo all’Hall era buio, per niente stanco.
Ci salutammo dandoci appuntamento il giorno successivo alla stessa ora.
Uscii dall’albergo per recarmi dall’agenzia viaggi di mia fiducia, c’era la signora che
conoscevo, dissi che volevo andare a Taiwan, restare solo tre giorni a Tapei, la capitale.
Trovammo un pacchetto comprensivo di volo e albergo a basso costo, solo per i weekend.
A partire da venerdì, sabato e domenica. Con pernottamento e prima colazione. Compreso
il visto a 7990 bath. Pari a euro 200. lasciai il passaporto e i soldi, mi rilasciò tanto di
ricevuta per il denaro versato e per il passaporto che doveva portare in Ambasciata per il
visto. Appuntamento al giorno successivo stessa ora.
Girovagai nelle piazzette attorno al Nana Hotel, dove si trovava uno dei tanti concentrati
covi di locali di perdizione. Ero solo a curiosare…., non avevo né la voglia e né la forza
di un altro combattimento corpo a corpo con qualche ragazza, considerando che l’indomani
avevo appuntamento con Puy, se per caso non avessi fatto il mio dovere, mi avrebbe
graffiato per bene.
Lei sapeva come accertarsi, non mancava mai di tastarmi i testicolo per sentire se erano
pieni o no.
Cenai…. andando a spizzicare qua e là, senza mai sedermi. Passeggiavo e mangiavo,
mangiavo e camminavo, in una mano sempre una bottiglietta d’acqua.
Poco prima dell’una rientrai in albergo. Il sonno mi presi quasi subito.
La mattina verso le nove feci colazione in piscina. Restai al sole e a bagno fino a verso
le ore 13, poi l’immancabile pennichella. Alle 4 p m, mi svegliai preparandomi a ricevere
la mia cara Puy.
Arrivarono puntuali, come sempre, tutti quanti. Presi 500 bath depositandoli sul tavolo,
dicendo di bere alla nostra salute, tirai Puy verso di me, trascinandola verso gli
ascensori.
Un coro di Hoohoo, Haiihaii, ci accompagnò fin dentro la cabina.
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In camera Puy era felice, si chiuse in bagno… canticchiava allegramente.
Ci sistemammo sul letto, subito le feci vedere la ricevuta dell’agenzia viaggi.
Precisai che si trattava solo di tre giorni.
Parve non risentirsi che la lasciavo.
Le consegnai il pacchettino che avevo comprato sull’aereo due giorni prima.
Un profumo di “ Versace” con confezione sigillata della compagnia aerea Thai, è un
profumo che sa di tabacco, delicato, gradevole.
Regalo spesso questo tipo di profumo, alle mie donne, per non rischiare di far scoprire
odori diversi, sul mio corpo .
Puy aprì subito il pacchetto, annusò, annuì mettendosi qualche goccia sul corpo.
Il resto del pomeriggio lo passammo in silenzio a coccolarci sia prima che dopo aver
avuto la lei quello che voleva darmi.
Regola basilare, mai chiedere.
Scendemmo a ritrovare la compagnia, Puy e gli altri accettarono di buon grado il mio
allontanamento da Bangkok. Ci saremmo sentiti al mio ritorno.
Ritornai all’agenzia, la signora sorridente mi fece accomodare e con un bel sorriso mi
consegnò il passaporto con il visto, il biglietto d’aereo e il Voucher per l’albergo.
Partenza il giorno dopo, venerdì alle ore 11 - arrivo ore 15 considerato che Taiwan e
avanti di un ora rispetto alla Thailandia.
La partenza e l’arrivo fu di normale viaggio.
In aeroporto ero atteso da un incaricato che teneva alto il cartello con il mio nome di
battesimo. Hyaci, insieme a me altri 5 passeggeri salimmo sul minibus.
Mezz’ora di tragitto per arrivare in albergo, un grattacielo di un centinaio di piani, bello,
moderno, centrale. Consegnai il Voucher e passaporto alla ragazza della reception, in pochi
minuti mi riconsegnò tutto con la scheda elettronica per aprire la porta della camera.
L’ Isola di Taiwan, ex isola Formosa, con Tapei capitale è una città unica al mondo, non
per i grandissimi grattacieli, ma per lo spazio verde, i parchi abbondano, tra un grattacielo
e l’altro c’è sempre un parco. La gente frequenta questi posti, donne con bambini, anziani
che fanno ginnastica, che camminano, che stanno seduti a leggere o a guardare.
Una diecina di badante controlla tutta la gente, molte tettoie in vetro sono posizionate
vicino al viale.
Hanno trovato il sistema di accudire i bisognosi in luoghi comuni. Non è come da noi
che ogni famiglia si prende una badante per ogni anziano.
Tapei rassomiglia a Singapore per la pulizia, per il commercio, per la piccola industria, per
l’artigianato, per l’educazione e istruzione.
Taiwan è una nazione laboriosa e ricca.
La vita è cara ma è di altissimo livello.
Politicamente è “culo e camicia” con gli USA.
In giro si vedono spesso militari Americani.
Il cinese di Taiwan si è evoluto in massa, dopo la fuga dalla Madre Patria Cina.
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Tapei di notte è viva, movimentata più che di giorno, la città non ha sosta, si lavora con
i turni, notte e giorno per sei ore a turno per sei giorni la settimana.
Taiwan mi piace, hanno molto in comune con i Giapponesi.
Ho imparato a giudicare un popolo non tanto dalla pulizia per la cosa pubblica, quando
per il rispetto al Codice Stradale.
Il “ test “ per sondare l’onestà della gente uso il “ tassinaro” mi diverto a farmi
scorrazzare da questi “Ciceroni”.
I tassisti di Tapei sono onesti ed affidabili.
Non ci sono abusivi. I mezzi pubblici sono gestiti da compagnie diverse, oltre alla scritta
sono i colori del mezzo ad indicare la società.
L’ elettronica è il cavallo di battaglia di questo popolo, senza ombra di essere smentito,
posso affermare che sono all’ avanguardia nel mondo.
Il mangiare è quello cinese. L’igiene alimentare è al massimo livello. A Taiwan puoi bere
acqua di rubinetto o mangiare frutta e ortaggi anche cruda.
Soddisfatto di aver visitato Tapei, giovedì alle ore 17 ero di nuovo a Bangkok al solito
albergo. Telefonai a Puy dandoci appuntamento per le ore 8 p m.
Arrivò con la sua banda chiassosa e scherzosa e l’immancabile simpatico cagnolino.
Dopo i saluti lì invitai a cena. Mi condussero in un mega ristorante all’aperto, coperto di
eternit. Più di un migliaio di commensali a mangiare.
Puy mi disse che si mangiava bene e si spendeva poco. Mangiammo a crepa pelle,
mangiai quello che mangiava Puy, che era “accorta” e previdente di ordinare pietanze più
appetitose.
Restammo a gustare il cibo per almeno due ore.
Puy chiese il conto al ragazzo (cameriere) vestito con jeans, camicetta e ciabatte. Controllò
attentamente ogni voce del conto. Mi chiese 700 bath che consegnò al ragazzo.
Ritornammo in albergo, io e Puy ci ritirammo in camera.
Verso mezzanotte Puy mi disse che doveva andare via. Fare l’amore con questa ragazza è
rilassante, non stanca, è come se lo si facesse come marito e moglie dopo una trentina
d’anni di matrimonio.
Apprese senza protestare che l’indomani sarei andato a Pattaya per tre giorni a riposarmi
al mare, poi sarei ripartito senza fermarmi a Bangkok, direttamente in aeroporto.
L’assicurai che ci saremmo rivisti presto, molto presto.
Scendemmo sotto, non c’erano i suoi amici. Ci coccolammo per una diecina di minuti,
quando la banda ritornò, stavamo tubando.
Andarono via subito, io risalii in camera addormentandomi subito.
La mattina alle 9 presi il taxi trasferendomi a Pattaya, presi alloggio al solito albergo, il
Mike Hotel. Disfatto il borsone andai subito in piscina.
Per quanto riguarda il mio tempo libero, non transigo, sono un abitudinario, piscina,
solarium, pennichella, passeggiata esplorativa, cena, riposino e, ….. quello che capita.
Prediligo la caccia alle streghe.!!!!!!
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Per cena decisi di andare al ristorante “ Luna “ gestito da un Italiano anzianotto, c’ero
stato già stato un paio di volte, poco cordiale e poco professionale, un ristoratore
improvvisato come tanti sparsi nel mondo.
Una delle due cameriere mi piaceva, avevo in passato palesato il mio interesse per lei. La
ragazza, per la verità non proprio ragazza, poteva avere una 35 di anni.
Attraente, bella con il suo grembiule, corto fino alle ginocchia e sbottonato quel tanto da
far vedere il giusto del suo abbondante davanzale.
Eravamo in pochi a mangiare, una diecina, aveva tempo per soffermarsi spesso al mio
tavolo.
A metà cena, appena a tiro, mi presentai, dicendo che ero appena arrivato, mi sarei
fermato per una settimana, però, sarei tornato fra tre/quattro mesi.
Gli feci capire che mi sarebbe piaciuto conoscerla meglio, così cercai di carpirle un
appuntamento.
Tirai dal taschino della camicia il biglietto da visita dell’albergo con scritto il numero
della mia camera e il mio nome, lo prese subito facendolo sparire in tasca, mi dissi piano
di chiamarsi Bee. Si pronuncia bi …… significa ape.
A fine cena pagai il conto dandole una lauta mancia. Ringraziandomi a voce e con
diversi inchini mi sussurrò “domani alle tre”.
Mi incamminai verso il centro, girandomi diverse volte per vedere se anche lei mi
“sbirciava”.
Avevo fatto tombola, un paio di volte mi salutò con la mano.
La buona mancia aveva fatto effetto.
Ritornai a piedi in albergo, camminando lentamente per il lungomare, impiegai una
quarantina di minuti, la distanza ristorante/albergo era 5/6 km.
Dopo il sonnellino per favorire la digestione, verso le undici uscii per una passeggiata.
Verso l’una tornai in albergo.
La mattina solito programma, all’ una p m, finito con la piscina, mi preparai del caffè con
la mia moka, mangiai la frutta e pennichella. Alle ore 14,30 mi svegliai una doccia
rinfrescante mi svegliò per bene.
Poco dopo le ore 15, un discreto tocco alla porta della camera, aprii subito.
Davanti a me c’era Bee, in pantaloncini corti e maglietta un po’ troppo scollata, la feci
accomodare, sul letto, le due poltroncine erano occupate dai miei indumenti.
Aprii il frigo dicendo cosa preferiva bere. Disse che per il momento non voleva bere.
Mi distesi sul letto al suo fianco, ero vestito solo con l’accappatoio, lei si distese al mio
fianco, guardandoci in faccia senza parlare.
Dopo pochi minuti, si alzo, scusandosi, si infilò in bagno, una diecina di minuti restò
dentro, sentivo lo scrosciare dell’acqua nella vasca.
Usci avvolta nel telo da bagno, con goccioline d’acqua sul corpo e i capelli ancora un
po’ bagnati.
Si infilò sotto le lenzuola con tutto il telo. Stessa cosa feci io con l’accappatoio ancora
addosso.
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Eravamo stretti, stretti a “pomiciare” a toccarci.
Le nostre “coperture finirono fuori dal letto rimanendo nudi. Bee si impossessò del mio
pene, non lo mollò un istante, mi fece venire senza mai staccare la bocca. Mi aspirò pure
il midollo.
Bee, pensai, e proprio un ape di nome e di fatto. sa “suggere” il nettare in modo divino.
Restò poco più di un oretta, mi disse che aveva la pausa tutti i giorni dalle 14 alle 18.
Gli misi in mano 500 bath e una orchidea, dandoci appuntamento per il giorno dopo alla
stessa ora.
Restai a Pattaya sei giorni e sempre con Bee. Ogni giorno 500 bath e un’orchidea.
Ogni giorno, con devozione, mi faceva un passionale pompino.
Mai si è fatta scopare.
Per me andava bene, anche, così.
Tutto il contrario di Puy, che non gli piaceva prenderlo in bocca, non mi dava
l’opportunità di sfuggirgli dalla sua fessura, una volta entrato, mi agganciava, mi
inchiodava sotto di lei,….. a lavorarmi in continuazioni, senza uscire da me, roteando su di
me per facilitare posizioni diverse. Faceva tutto lei, pensava lei,…. a tutto
Il viaggio di ritorno fu tranquillo.
Soddisfatto, ricominciai a trotterellare con i problemi di tutti i giorni.
15 ottobre 2005
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Era giunto il momento di muoversi. Alle tre del pomeriggio ero in volo per Bangkok con
la Q8, arrivai la mattina dopo alle 10.
Presi alloggio al solito albergo Prince Hotel, mi addormentai subito.
La stanchezza era tale che mi buttai sul letto vestito.
Verso le quattro del pomeriggio telefonai a Puy, nel sentirmi un grido di gioia rimbombò
nella cornetta del telefono, sarebbe venuta tra un paio di ore.
Arrivò che era al crepuscolo, tutti e quattro con il cagnolino.
Dopo i saluti, io e Puy lasciammo soli il resto della comitiva con 500 bath sul tavolo per
le loro bevute.
Solito sfottò diretto alla loro amica, solita mossa con il dito medio nei loro confronti.
In camera cominciò subito a baciarmi togliendomi la camicia, un paio di minuti durò le
affezioni, entrò in bagno per uscirne una diecina di minuti dopo avvolta nel telo da
bagno, io mi ero spogliato e messo sotto le lenzuola, non avevo necessità di usufruire del
bagno, mezz’ora prima che arrivasse lei mi ero lavato e stirato.
Puy mi trattò come un marito e non come un amante. Una cosa alla buona con tanto
amore.
Restammo a letto fino alle 10 di sera, prima di andarsene gli consegnai il pacchettino con
il solito profumo.
25
Puy e compagnia non facevano mai le ore piccole, intorno alla mezzanotte, andava a
dormire per alzarsi prima delle quattro per andare nelle campagne a comprare la merce per
rifornire i banchi di frutta, verdura e ortaggi.
E’ una ragazza con la testa sulle spalle.
Le avevo detto che l’indomani mattina sarei partito per una settimana, sarei andato in
Malesia a riposarmi. Non disse niente, mi guardò solo con occhi cattivi.
Prima di andarsene mi raccomandò di riposarmi bene, bene, bene. Non so a cosa volesse
alludere.
Rimasto solo, scesi nell’Hall, era quasi le ore 23, decisi di andare in piazza Nana a
sgranocchiare qualcosa e passare il tempo a curiosare.
Rientrai solo che era quasi l’una. Dormii tutta la notte beato.
La mattina solita piscina, solarium e pennichella.
Alle quattro p m, andai dalla solita agenzia viaggi per vedere le “ last minute low cost “.
Visto le tante offerte decisi di tornare al villaggio “ Hand God “ sette giorni, sei
pernottamenti compreso viaggio aereo andata e ritorno, escluso il trasferimento da e per l’
aeroporto. Tutto a 399 euro.
Pagai, ricevetti il Voucher del villaggio e il biglietto aereo.
Passai il tempo fino a mezzanotte a girovagare, verso le dieci di sera mangiai diverse
specialità Thai, a pancia piena ritornai a piedi in albergo, cadendo letteralmente sul letto
preso dal sonno.
La mattina dopo colazione, pagai il conto dell’albergo, trasferendomi in taxi all’aeroporto
Domestic, cioè volo nazionale.
Alle 10 mi imbarcai diretto ad Hangyaj, città di confine con la Malesia, poi un tragitto in
bus lungo la strada nazionale sullo stretto di Malacca.
A Malacca presi il taxi per recarmi al villaggio Hand God.
La gente del posto sono alla buona, tutti pescatori di totani.
Un tempo, erano pescatori di perle, si tuffavano sott’acqua per una diecina di metri a
prendere le ostriche e le spugne.
Le nuove generazioni hanno preferito una vita più tranquilla cambiando mestiere.
Ora fanno i pescatori di calamari, vanno in mare con barche di legno a motore.
Le spiagge, per chilometri e chilometri sono pieni di pali e funi con appesi i pesci a
essiccare.
Una puzza tremenda.
Tutto è rimasto come una volta all’antica.
Qualcosa è cambiato le funi, una volta le corde erano di canapa, ora di nailon.
Una cosa mi ha fatto riflettere, con tutto quel ben di Dio per i gabbiani, non ho visto un
solo uccello in volo, strano, molto strano.
26
Alle tre del pomeriggio ero al villaggio, mostrai il mio Voucher, mi assegnarono il
“casotto” di legno, camera con bagno e angolo di cottura.
All’imbrunire dopo aver sistemato la roba mi preparai la cena con la mia attrezzatura
portatile, un bollitore d’acqua da un litro. Scatole e scatolette, lattine di bevande.
I pasti pronti liofilizzati ne porto sempre in abbondanza, sono buoni e non serve tenerli al
fresco.
Per di più sono igienicamente sicuri. Per il caffè e altre bevande calde uso la mia moka
elettrica.
Sono attrezzato benino alla sopravvivenza.
Stanco morto, mi misi subito a dormire.
La mattina mi svegliai di buon ora, si era appena fatto giorno. Il sole, una palla rossa non
calda era lontano a pelo d’acqua.
Mi preparai la colazione, dopo un’accurata pulizia personale mi recai al capanno dove era
sistemata la reception, bar, ristorante e market.
Chiesi del boss, mi fu indicato un omino, mi avvicinai presentandomi, mi disse che si
ricordava di me, gli offrii da bere, gentilmente rifiutò.
Gli dissi che la struttura era migliorata che adesso vedeva tanta gente e tante belle
barche.
Un movimento della labbra significò un sorriso.
Lo lasciai al suo lavoro.
Ritornai al capanno, presi un telo da bagno andandomi a sdraiare sulla spiaggia poco
distante dalla riva.
Quest’isoletta ha la forma di una mano con le sue cinque dita. Il polso è collegato al
continente tramite un ponte in legno non più di cento metri, la spiaggia è tra il pollice e
l’indice, le altre dita sono piccole baie con poco sabbia, le dita sono rocciose con fitta
vegetazione tropicale, un centinaio di barche, piccole e grosse sono ancorate alle boe
luminose e numerate.
Le barche piccole, per modo di dire, sono sui dodici metri, le grosse arrivano fino a
trenta metri.
Le bandiere quasi tutte Arabe e Malesiane, le altre un misto di Paesi, Singapore,
Indonesiani, Cinesi.
A bordo di queste imbarcazioni si vedevano pochi uomini ma, tantissime ragazze, quasi
tutte giovanissime e biondissime, abbronzate di quel colore particolare che solo chi ha la
carnagione bianca prende.
Sulle barche c’erano pure dei gay, questi erano più educati e discreti, le ragazze facevano
un baccano del diavolo, vestite di solo minuscolo topless, spesso quand’erano in acqua se
li toglievano buttandoli sulla barca.
La vita a bordo cominciava verso le undici di mattina e finiva verso le due della notte.
Tutte le barche erano illuminate, musica e balli un po’ dappertutto.
Dalla mia postazione potevo osservare tutto, distavano a non più di 300/400 metri.
Ogni tanto un gommone con un paio di uomini venivano a fare acquisti al market, mai
con le donne.
Gli ospiti di questo paradiso terrestre eravamo noi, comuni mortale, plebei, Australiani,
Svedesi, Danesi, e Russi, tanti Russi.
27
Tutti in comitiva per nazione.
Credo di essere il solo pellegrino, vagabondo solo.
Più volte al giorno facevo il bagno, una nuotatina di un centinaio di metri verso le
barche, tenendomi a debita distanza, non volevo essere troppo indiscreto, magari suscitando
le proteste degli uomini a bordo delle barche che erano dei Body Guard.
Tra una nuotatina e l’altra mi asciugavo sdraiato sulla sabbia a guardare quelle
meravigliose “femminelle”.
Al quinto giorno, mentre ero a nuotare a una cinquantina di metri dalla riva e un 250
metri dalle barche, dove sguazzavano le ragazze di molte barche, notai una persona
nuotare lentamente verso di me.
Quando mi fu vicina, vidi che era una donna, la signora poteva avere dai quaranta ai
quarantacinque anni.
Con il fiato grosso mi rivolse delle parole, dissi di non capire, mi si avvicinò ancora,
sorridente disse….. no capire….., no capire …. Italiano vero.??? Dissi un sì, affermando il
sì anche con il movimento del capo.
Con qualche parola di Italiano e molto in Inglese, mi fece capire che da diversi giorni
mi vedeva sempre solo, mi chiese se ero in attesa della compagna o di un compagno,
risposi ridendo che ero solo perché non avevo nessuno.
Con tutta la naturalezza di questo mondo mi chiese se ero gay, dissi, certo che no. !!
Aggiunsi che mi piacevano le donne, le giovane donne di una età compresa tra i 18 e i
35 anni, stavo per aggiungere che per scopare bene non bisogna superare i 100 anni in
due.
Purtroppo tutto questo non mi fu possibile dirlo, appena saputo che le donne superiori a
35 anni non mi interessavano mi disse di andare a farmi fottere, mostrandomi il dito
medio, allontanandosi da me.
Il giorno seguente, dopo aver fatto il solito bagnetto, a debita, distanza dalle barche, non
troppo lontano da non gustarmi la vista delle splendide fanciulle che nude si issavano e si
tuffano nude dalla barche.
Una mezz’oretta di nuoto e una oretta disteso al sole.
Così passavo le giornate.
Era verso le ore 13, quando sentii una voce femminile salutarmi “ “hallo “… una signora
bionda, uguale a quella del giorno prima incontrata in mare, in lingua inglese, scandendo
bene i vocaboli, inserendo anche parole in Italiano, mi disse che vicino alle barche non
c’era pastura per il mio “pesciolino” (little Fish), se volevo pascolare mi dovevo
accontentare dell’erba del vicino………., indicandomi con la mano un gruppetto di uomini
e donne a una ventina di metri da noi, siamo Svedesi, vuoi unirti a noi, dal gruppo una
mano si agitò in segno di saluto, era la signora che mi aveva detto di fottermi.
Risposi al saluto con la mano, dicendo alla mia vicina che il mattino seguente sarei partito
all’alba per un lungo viaggio, mi rincresceva tanto rinunciare a piacevoli intrattenimenti.
Un po’ risentita, salutò ritornando dai suoi amici.
Io mi alzai per andare a farmi il solito sonnellino.
Disteso sul letto, mi misi a riflettere….. avevo rinunciato, avevo avuto paura di non essere
all’altezza della situazione, di non essere più capace di soddisfare una donna.
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Nei paesi scandinavi è usanza scambiarsi mogli e mariti con tutti, specialmente, se decidono
di andare in vacanze tutti assieme.
Nel loro programma, lo scambio, viene programmato fin prima di prenotare la gita.
Questo tarlo, mi si era insidiato nel cervello, di non essere più in “forze” mi fece passare
il sonno, verso le quattro ritornai a distendermi al sole, sempre accompagnato da questa
fissa idea.
Il sole tramontò, me ne tornai al mio capanno.
Dopo una doccia, mi preparai un paio di zuppette.
Si era fatto buio. Andai in reception a pagare eventuali extra e a salutare il boss.
Mi avvicinai a lui, era seduto sotto il porticato, guardava le luci delle barche, mi fece
cenno di sedermi nella sedia vicina, ci stringemmo la mano, gli chiesi il numero di
telefono per una eventuale prenotazione diretta senza l’intermediazione dell’agenzia viaggi,
mi diete un bigliettino da visita, scrivendo il suo nome in Italiano Dino, sul biglietto c’era
scritto Daino, dissi che l’indomani mattina alle 7 sarei partito lo pregai di farmi avere un
taxi.
Ritornai al mio casotto con il biglietto in mano, ero un po’ deluso, sinceramente, lo
preferivo con il nome di Daino, me lo immaginavo simile all’animale, mingherlino, con il
“muso” allungato.
Ritornato a Bangkok alle 5 del pomeriggio, presi un taxi per Pattaya, arrivai alle 18,30.
Preso la camera, mi buttai sul letto prendendomi sonno immediatamente.
Verso le ore 23 andai al ristorante “luna” per mangiare qualcosa, non avevo fame, volevo
solo rivedere Bee.
Appena seduto al tavolo, venne subito sorridente, ci salutammo ossequiosamente, i tavoli
erano quasi tutti pieni, non volli metterla in imbarazzo di fronte ai clienti. Dissi di
portarmi qualcosa di pronto e una birra piccola.
Attesi una diecina di minuti per essere servito, mangiai lentamente osservando un po’ tutti.
I clienti erano tutti stranieri gli uomini, le donne metà e metà. tutti accompagnati.
Pagai il conto di 250 bath non troppo, 100 a Bee per mancia e il biglietto da visita del
Mike Hotel segnato a penna, il numero della camera e l’ora.
Piano, piano passeggiando più che camminare per il lunghissimo lungomare tutto
illuminato, ritornai in albergo.
Dopo aver adempiuto alla pulizia personale, mi distesi sul letto per dormire.
Pensavo che,…. istintivamente, avevo deciso di fermarmi a Pattaya per vedere Bee e non
a Bangkok con Puy.
La scelta era stata determinata solo dal fattore sesso.?????
Puy stava con me, scopava con me più per esigenza della carne che per “viziosità”.
Bee stava con me, perché, oltre a pagarla, era vogliosa di pompino. Non si mai fatta
scopare, né davanti ne dietro.
Non voleva, non mi dava la possibilità di tirarmi fuori dalla sua stupenda bocca.
Ha arte e passione per questo tipo di prestazioni.
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Qualche volta, ho provato infilarmi nella sua fessura, mi fermava dicendo che le piaceva
“lavorarmi con la bocca, gli piaceva gustare il mio liquido seminale, il frutto del piacere.
Pensai che, forse, poteva avere ragione, con tutte le medicine che prendevo, potevo avere
questa particolarità.
Quattro giorni di riposo mentale.
Mattina piscina e tintarella, primo pomeriggio pennichella, secondo pomeriggio incontro con
Bee, riposino fino alle ore 17, passeggiata per Road Beach ( il lungomare pieno di fiori e
panchine, tantissime panchine tutte occupate da gruppetti di prostitute, belle, meno belle,
giovane meno giovane.
Tutte esponevano una campionatura della loro mercanzia.
Il ritorno fu stanchevole come sempre, il viaggio No Stop mi stanca troppo per le tante
ore di volo, quello con Scali Tecnici si impiega troppo tempo per via delle soste.
È sempre un dilemma per me decidere quale scegliere.
Un certo peso sulla scelta è che i voli con scali tecnici costano in media una percentuale
del 30% in meno, dai voli diretti.
L’abbronzatura, con due viaggi, all’ anno, era perenne, ai voglia di dire che la mia non
era abbronzatura, dicevo che ero nero di incazzature, a Giuliano, ex postino, che
frequentava il centro benessere Sporting, sapeva che la tintarella non era da raggi UVA ma
dai raggi del sole.
Naturalmente non mancavo di racconti di “conoscenze” per farlo sbavare.
Giuliano mi convinse a fare una vacanza a tre, io, lui e Ugo un Pisano in pensione,
molto amico di Giuliano.
Il 15 gennaio 2006
^^^^^^^^^^^^^^^^^ partimmo per la vacanza abbronzante nel Sud/Est Asiatico.
Ugo non stava nella pelle per la contentezza.
Caldo tropicale, paesaggio incantevole, ragazze disponibili a
poco prezzo, “low Cost” .
Ugo,….. Toscanaccio che è, manifestava, platealmente la contentezza di avere me come
guida e padre spirituale.
Mi affibbiava costantemente, aggettivi qualificativi, lusinghieri, in ogni circostanza.
Mi chiamava Comandante se c’erano problemi di lingua.
Mi chiamava Capitano se c’era da andare a divertirsi.
Mi chiamava Lo Squalo, quando abbordavo le “donnine”.
Mi chiamava il Delfino, quando nuotavo al mare.
Mi chiamava La Seppia, quando nuotavo in piscina.
Mi chiamava La vecchia (riferimento al grosso, granchio nero) quando camminavo.
Zoppicavo leggermente, barcollavo vistosamente, la stanchezza era evidente, sudavo
abbondantemente, il cuore era sempre su di giri, affannosamente, il sovrappeso del mio
corpo mi dava problemi.
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Questo stato di cose, mi faceva pensare a quel fottuto dottorino, aveva visto giusto, mi
aveva predetto che per 5/6 anni non avrei avuto problemi.
era veramente arrivata la mia ora.?????????
Spesso Ugo e Giuliano parlavano che presto, molto presto avrebbero dovuto trovare un altro
comandante.
A sentirli mi toccavo le “palle”.
Con sincerità, ammetto, che non avevano tutti i torti, peggioravo giorno per giorno.
Si ricredevano solo quando cominciavo ad “aprire le danze” con le fanciulle e a vedere le
mie capacità di nuotatore.
Ugo, mi contava le vasche che facevo e il tempo che impiegavo.
Manifestava, sbalordito……., il capitano è sempre il Comandante, diceva che ero un essere
anfibio, che in acqua ero nel mio habitat naturale.
Si faceva vanto di raccontare ai frequentatori della piscina, delle mie “prodezze”.
Tutti e tre siamo stati in tanti posti, Pattaya, Jomtien, Phuket in Thailandia, Kuala Lampur
in Malesia, Singapore e altre località.
Giuliano e Ugo si dividevano la stessa ragazza, non assieme, una volta Ugo, una volta
Giuliano,….. io ero più esigente, ero alla ricerca dell’eccezione e quando la trovavo,
notavo in loro una punta di invidia.
Giuliano dopo due viaggi ci abbandonò, Ugo ed io continuammo a frequentare i nostri
viaggi abbronzanti.
Ugo, ha tre/quattro anni più di me, alto, un po’ curvo, un po’ pelato.
Ha uno spirito giovanile invidiabile, sebbene abbia fatto solo la seconda elementare, è un
astuto viaggiatore, cerca sempre compagni che lo possono aiutare a risolvere i vari problemi
di lingua.
In ogni paese, in ogni nazione, in ogni occasione, lui parla il dialetto toscano.
Quando proprio non riesce a farsi comprendere “mima” gesti.
Un esempio; al mercato voleva delle uova, alla donna del banco gli chiedeva uova, uova,
la poveretta non capiva, …… il sorprendente Ugo non si perse d’animo, in mezzo alla
folla si piegò sulle ginocchia e allargando le braccia,cominciò a fare “coccodè, coccodè.
Le risate della gente non lo disturbò più di tanto. Ottenne le uova.
L’ultimo viaggio con Giuliano avvenne dopo che si conobbe una coppia di Milano,
anch’essi in vacanza.
Era la prima volta che venivano in questo paese, Giuliano parlò per tutto il tragitto
dall’aeroporto fino all’albergo, magnificando le bellezze di questa nazione.
La coppia, di mezza età, dall’aspetto giovanile, ascoltavano a bocca aperta questo
improvvisato Cicerone.
Arrivati in albergo, avuto le chiavi delle camere, ci lasciammo, le tre camere erano una
appresso all’altra.
La sera stessa dopo cena, io e Giuliano eravamo
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seduti in un bar di fronte ad una piazzetta nelle vicinanze dell’Hotel Nana, vedemmo
passare la signora di Milano, la chiamammo, invitandola a sedersi al tavolo con noi,
accettò, dicendo che aveva riposato abbastanza in albergo, voleva vedere la città di notte,
il marito era rimasto a letto a dormire.
Era pressappoco le ore 23. la signora ascoltava Giuliano che continuava a raccontare cosa
vedere e cosa non vedere.
Giuliano, tutto euforico, della conoscenza con questa bella donna, sprizzava gioia da tutti i
pori.
La situazione era stazionaria, nessuno dei due accennarono ad una variante.
A voce ferma dissi, gentile signora,…… caro Giuliano,….. io vado a vedermi uno spettacolo
sexy, vado a rimorchiare una ragazza, magari dopo lo spettacolo possiamo andare tutti e
quattro in camera mia a divertirci.
La signora ci guardò con occhi sbalorditi, una pausa disse, ma per chi mi avete
presa.!!!!!
Io non ebbi bisogno di pausa, risposi subito, signora le va di venire a vedere uno
spettacolo sexy, si o no .!!!!! Mormorò una sola parola, andiamo.
.
Ci incamminammo attraversando due strade e due piazzette, poco più di 500 metri.
Entrai nello stesso locale che conoscevo a cui avevo assistito ad uno spettacolo lesbico,
portandomi in camera le due ragazze.
Ci sedemmo nella prima fila vicino al palco.
Lo spettacolo di solo danza, le ragazze, come sempre, erano in costumi di sola pelle,
dipinte di porporina, creando disegni sui corpi da sembrare vestiti, naturalmente i peli del
pube era rasati.
Eravamo seduti con la signora al centro, Giuliano alla sua destra, io alla sua sinistra.
Si beveva e si guardava, feci notare a Giuliano e signora che le ragazze erano nude,
detto questo i loro sguardi si appuntarono più attentamente a scoprire se quanto detto da
me era vero.
Era vero….. Verso le due e mezzo, le danzatrici si ritirarono, le luci si affievolirono sul
palco, quattro ragazze giovane a belle, vestite solo di pittura “la porporina” in polvere,
cominciarono a ballare in modo molto sensuale, toccamenti, sfregamenti, carezze, baci
sempre a tempo di musica. Man, mano che si toccavano, la porporina spariva dai lori
corpi, mostrando macchie di pelle.
Sapientemente toccarsi si scopriva ciò che tutti noi avremmo voluto vedere.
Lo spettacolo si faceva sempre più “Hard” dopo quasi un’oretta finì con un orgia di
natura lesbica.
Gli applausi di tutti i clienti fu sonoro e gratificante per le ragazze, tutti noi buttammo un
biglietto di banca sul palco.
Le ragazze andarono dietro le quinte, una signora vestita raccolse il denaro mettendolo in
un cappello.
Le danze tradizionale ripresero. Una diecina di minuti dopo vidi passare una delle quattro
ragazze, la ragazza che mi attraeva di più, la bloccai invitandola a sedersi con noi e bere
in nostra compagnia.
Sorridendo accettò. Mi spostai di un posto per farla sedere tra me e la signora.
La ballerina era allegra, divertente e dispettosa, mentre beveva con noi, si strusciava con
me e con la signora, lasciando su di noi la vernice in polvere, brillante, luccicante, mentre
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a lei gli si scopriva la bianca pelle delle magnifiche mammelle e capezzoli grossi e rossi.
La ragazza si divertiva da matti a farsi pulire dalla mano della signora dove voleva,
senza, alcun pudore.
Stabilito il prezzo per venire con noi, dissi di andarcene in albergo. Giuliano e la signora
si pagarono le loro consumazioni, io pagai le mie e quelle della ballerina.
Alla cassa versi l’importo per l’uscita, anticipata, della ragazza.
Dieci minuti di attesa, la ballerina si era fatto la doccia e vestita, jeans, camicetta e
scarpe basse.
Prendemmo un taxi, alle tre e mezzo eravamo nella mia camera d’albergo.
Giuliano e la signora erano seduti su due poltroncine io e la mia amica ci spogliammo
lasciandoci soli gli slip, entrammo in bagno, dopo aver fatto i nostri bisognini, ci
sistemammo dentro la vasca piena d’ acqua calda. Ci facevamo dispetti con i nostri sessi,
mentre ci lavavamo.
Dopo una ventina di minuti, uscimmo dal bagno nudi, buttandoci sul letto a pomiciare.
Giuliano e la signora non parlavano, guardavano noi, dissi che dovevano darsi da fare,
non volevo dei guardoni.
Giuliano, alzandosi, dissi che sarebbe tornato tra poco, non protestai, pensai che voleva
andare in camera sua a farsi il bidet.
Io e la mia amica prendemmo per le mani la signora tirandola sul letto, la mia amica
cominciò a svestirla lentamente riservandole carezze e bacini, io era dietro la ballerina a
massaggiarle il bel sedere.
Giuliano tardava, presi il citofono lo chiamai, mi rispose con un filo di voce dicendo che
sarebbe arrivato tra poco.
Le donne ci avevano preso gusto a sbaciucchiarsi, io ero di rimpiazzo, venivo usato solo
come “riempiticcio” .
Passò altri cinque minuti richiamai Giuliano, mi disse che si era messo a letto per
dormire.
Sbottai una quantità di parolacce, cercai di convincerlo, a pregai, lo implorai di non
lasciarmi solo, lo scongiurai di salvarmi,……. non ero all’altezza della situazione, gli
ricordai che ero un mezzo uomo, non potevo strafare.
Non ci fu ragione di convincerlo.
Seduto sulla poltroncina, ancora con il citofono in mano, vedevo le donne che si
lavoravano alla grande, alla signora gli era esplosa la passione, non si risparmiava a dare
e ricevere, l’ amore saffico.
Li lasciai fare, mi gustava anche così.
Su invito dalla ballerina mi distesi sul letto, una volta l’ una, una volta l’ altra, sempre per
breve tempo, mi usarono “ come tappabuchi “.
Una volta l’una, una volta l’altra mi prendeva il pene con una mano per infilarlo nei
buchi dell’altra. Non so se lo facevano per dispetto o per piacere, da riservare alla
compagna di giochi.
Sono certo che non era per far piacere a me.
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I miei spermatozoi erano alla porta, pronti a balzo in qualche “antro”.
La Thailandese, ricordandosi che io ero quello che le pagavo la “pagnotta”, decise di farsi
riempire, del frutto dell’ amore.
Appena dentro, i miei girini, uscirono allo sbaraglio, festosi, abbandonando il mio corpo,
lasciandomi un vuoto dentro di me.
Non mi gustai appieno la venuta.
L’ aria condizionata, messa al massimo del freddo, mi faceva venire la pelle d’ oca, avevo
freddo.
Loro due, in pieno combattimento, corpo a corpo, avevano caldo, io senza troppo
partecipare avevo i brividi.
Mi ritrovai, in mezzo alle gambe, con una lumachina, per di più addormentata.
Questo mio stato, ridotto ai minimi termini, non interessò, a nessuno delle due, loro si
rigeneravano le cellule con gli orgasmi che gli succedevano frequentemente.
Cominciai a starnutire, non mi permisero di spegnere il condizionatore, mi incazzai, dicendo
di andare via dalla mia camera. La signora, ancora non soddisfatta, la invito nella sua
camera, dov’ era il marito dormiente.
Presi 500 bath li misi sulla borsetta della ragazza, facendo il brutto muso.
La signora mezza vestita, con l’ amica occasionale uscirono, per dispetto lasciò la porta
della mia camera spalancata, facendomi vedere che la stava portando dentro la sua
camera, per condividerla con il marito, visto che io non ero all’altezza delle loro
aspettative.
Mi svegliai a tardi mattinata, avevo la febbre, mal di gola, raffreddore, le ossa mi
facevano un male boia.
Giuliano fece capolino nella mia camera per dirmi che era tardi, dovevamo affrettarci a
scendere per la colazione. Gli dissi di andare a fanculo lui con la colazione.
Aggiunsi altre parole non pronunciabili.
Verso mezzogiorno lasciammo l’albergo per trasferirci a Pattaya, in questa cittadina
restammo una settimana, facendo escursioni nelle isole vicine e lungo la costa.
Io stavo sempre più male.
Ritornammo a Bangkok un giorno prima della partenza per fare shopping in alcuni mega
centri commerciali e mercati all’aperto.
Avevo ancora la febbre con relativi malanni, nonostante prendessi medicine su medicine.
Sbarcati dall’aeroporto incontrammo 2 conoscenti di Giulianova che avevano la macchina,
chiesi un passaggio, contribuendo, alla spesa del carburante, arrivai a casa più morto che
vivo. Per una intera settimana, lavorai con acciacchi e dolori influenzali in corpo.
07 febbraio 2007
^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^
Ero in partenza, solito viaggio di trasferimento per l’aeroporto, volo a basso costo con la
Q8. un giorno con pernottamento a Bangkok con intrattenimento serale con la mia cara
amica Puy. Il mattino dopo colazione mi trasferii a Pattaya, solito programma da
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Grande viaggiatore.
A tardi sera andai al ristorante Luna, mangiai quello che mi servì Bee, dandoci
appuntamento del il giorno successivo alle tre pomeridiane.
Ritornato in albergo per fare un riposino, finì che mi prese il sonno della notte, mi
svegliai che erano le 8 del mattino. Mi preparai una ricca ed abbondante colazione con
la mia attrezzatura portatile.
Il resto della mattinata fu da me impiegato con nuotatine e solarium. All’una ritornai in
camera per un leggero spuntino, pennichella fino alle 15, ero sotto la doccia quando sentii
un discreto bussare alla porta, con il telo avvolto al basso ventre aprii per far entrare Bee.
Bee non perse tempo, si spogliò chiudendosi in bagno, lo scrosciare dell’acqua nella vasca
mi fece intuire che stava facendosi in bagno.
Una diecina di minuti dopo uscì avvolta nel telo ancora gocciolando d’acqua.
Il ero disteso sul letto avvolto sempre con il telo da bagno, mentre lei si asciugava e mi
guardava, io guardavo lei,
Bee era attenta a non scoprirsi troppo, mi teneva, maliziosamente, mostrando poco e
brevemente le parti del suo corpo non esposti al sole.
Bee, è molto passionale, mi vuole, quasi, bene.
È vero che non mi fa scopare, non so il motivo, non ha mai voluto dirmelo, alle mie
richieste tergiversa sempre, si sentiva imbarazzata a dirmi bugie.
In compenso, usava la bella bocca in modo divino, dava la sensazione che lo vorrebbe
ingoiare tutto, dopo averlo ben indurito.
Usa la bocca, labbra, lingua e tonsille da maestra, mai nome è stato tanto bene
appropriato.
Bee = Ape. Il mio dubbio in proposito resta solo da stabilire che tipo d’Ape è.
Tutti sappiamo la funzione di questa comunità di insetti. D e v o t e m e r e.???
So quale fine fanno i maschi Ape, “ i Fuchi”.
Mi piacerebbe sapere se IO, alimento una Ape regina ( Queen Bee) o un Ape Operaia
(Working Bee).
La fine è sempre la stessa, solo saperlo per orgoglio personale.
Spesso penso a queste mie due donne, tanto diverse, e tanto simili. Un controsenso, no…..
Diverse perché a Puy piace solo averlo in fica per godere. A Bee per godere gli piace
averlo solo in bocca.
Tutte e due sono affettuose, amorose, sentimentali, teneri, protettrici, premurose, teneri.
Tutte e due hanno per me, un sentimento intenso tra amore e passione, hanno
atteggiamenti di spiritualità.
Tutte e due hanno una calda intimità di attrarre affetto.
Sentimenti da non poco conto.
Bee mi ringrazia sempre doppiamente prima di andare via, sia per il denaro e poi per
l’orchidea.
35
Un giorno, commossa,….. guardando il fiore, disse, mai nessuno mi ha regalato un fiore,
conservo tutti quelli che mi hai donato, in un vaso di vetro, per poterli vedere sempre,
spesso li tiro fuori per lisciarli e contarli.
Abbracciandola, carezzandola, e baciandola teneramente, dissi….. scherzosamente … li conti
per sapere quanto ti rende la mia amicizia.
Boccaccia mia…… avevo perso una occasione di stare zitto.
Questo mio parlare mi fu da lezione.
Bee, si vendicò materialmente, non disse una parola, agì fisicamente su di me, non per
picchiarmi, la sua vendetta fu tremendamente sessuale.
Scherzare con il fuoco ci si brucia.
Dovendo rinnovare il visto sul passaporto, dovevo uscire dalla Thailandia e rientrare. Di
solito faccio un saldo in Cambogia, altre volte in Malesia o Singapore.
Per questo rinnovo ho deciso di andare a Macao.
Il giorno dopo, partenza e via.
Giunto sull’ isola, preso alloggio in un discreto albergo centrale, sono uscito per vedere
cosa poteva offrirmi questo luogo di perdizione.
Macao, ha fortemente subito l’ influenza Portoghese. Macao è porto franco, non ci
sono industrie, tutti artigiani e commercianti.
Le attività più fiorenti sono, l’ oppio, il gioco d’ azzardo e la prostituzione.
il contrabbando e la Triade, (la mafia cinese), sono i mestieri più lucrose dell’ isola.
Niente viene svolto alla luce del sole,…….. è alla notte, che si lavora…….
E’,….Las Vegas, del sud/est/asiatico……. Casinò, bische, circoli, bar. la città ne è piena.
Lo straniero, il forestiero, il turista, …… è venerato,…… non come una gallina dalle uova
d’oro ma, come pollo,…..da spennare.
Ho sempre pensato che se l’ Italia, trasformasse una nostra isola, come Macao,
avrebbe il pareggio di bilancio in pochi anni.
Tre giorni mi sono bastati. Mi sono divertito a curiosare.
Sono andato a dormire sempre solo. Anche se in albergo, pullulavano di ragazze di
diverse nazionalità e di età.
Ritornato in Thailandia, …. decisi che dovevo cambiare paese……, mi recai alla agenzia
viaggi, “la motive” , la proprietaria una bella signora “con le palle”, le palle sta a
significare che sa fare il proprio mestiere.
Tra le tante offerte, mi offrì un pacchetto di 7 giorni, 6 notti, in un albergo centrale tre
stelle superiore, con viaggio e trasferimenti da e per l’aeroporto a 599 euro a Shanghay.
Accettai, lasciai il passaporto e 300 euro di anticipo, (il 50%), con l’intesa che il giorno
dopo sarei ritornato per sapere il giorno della partenza.
La serata a cena. A mezzanotte in discoteca.
Mi sistemai su un altissimo sgabello del bancone bar.
Avevo acquistato 8 coupon per consumazioni.
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In questi locali, all’ ingresso acquisti il biglietto d’ entrata e i coupon, se non li usi tutti,
via alla cassa “refund” per il rimborso.
Chiesi al barman un thè caldo, dandogli un coupon, un altro per lui per farsi una bevuta.
Accettò, ringraziandomi con mani unite alla bocca.
Il mio gesto, di offrigli da bere, gli fece piacere, mi accattivai la sua simpatia.
La discoteca era quasi piena a quell’ UNA della notte.
Sono ero sempre seduto allo stesso posto a guardare verso la pista da ballo.
Non mi accorsi che al mio fianco, si erano arrampicate sui sgabelli due ragazze, dall’
apparente età di circa 30 anni.
Girandomi verso di loro, salutai in Italiano con ciao belle fanciulle,….. le ragazze sorrisero,
presero le loro bevute che il barman aveva messo sul bancone.
Tra un sorse e l’ altro si parlava ad alta voce della serata. ci si capiva poco, la musica
sparava un centinaio di decibel, proposi di scambiarci di posto, mi misi tra loro due.
Così stavo meglio,…… avevo ancora 4 coupon in mano, dissi che offrivo da bere; tanto
avevo già pagato.
Parlavo una volta all’ orecchio dell’ una e una volta all’ orecchio dell’ altra, per capirci
bene.
Apprezzavano il mio modo spigliato di uomo maturo, travestito da bambinone.
Dimostravo anche di non essere un pezzente, vestivo bene ed offrivo da bere.
Verso le due e mezza, finiti i coupon, dissi a brucia pelo, in vado nel mio albergo, se
volete venire con me, ho il frigo bar pieno di bevande.
Le ragazze confabularono tra loro, risatine e sguardi verso la mia persona erano frequenti.
Accettarono,…… alle quattro del mattino eravamo tutti e tre dentro la vasca da bagno a
smaltire i fumi dell’ alcol.
Ci sistemammo a letto, io in mezzo, le cavalle, di lato.
I toccamenti sembravano innocenti, sotto le lenzuola, volevamo giocare.
Più il tempo passava, più il gioco diventava pesante, insidioso, provocante.
Si parlava, si rideva, si toccava.
Chiesi ad ognuno di loro, cosa facevano per vivere.
Se avevano un compagno, un marito, se avevano figli…..
Ad altre domande individuali, rispondevano con same, (pron. Seim = stesso, identico, uguale)
le due : …… abbiamo un negozio di abbigliamento, siamo sposate, abbiamo un figlio di
5 anni.
Dissi più a me che a loro,…. Che combinazione, pure un figlio della stessa età.
Una delle due ragazze, toccandola sul pube era bagnata, l’ altra no, le mie dita delle mani
lavoravano sia l’ una che l’ altra contemporaneamente, notai che quella alla mia sinistra
aveva la fica, si asciutta ma, anche molto stretta.
Dopo tanto giocare decisi che volevo scopare per prima quella più calda, la più bagnata.
Messomi sopra, comincia a pomparla piano, dovevo dosare le mie forze.
Dopo un po’ la bella di turno, sgusciò da sotto di me, aiutandomi a cavalcare la sua
amica, aiutando con le mani l’ introduzione del mio pene nella fessura della mia nuova
partner.
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Sebbene il pene era unto dal vischiosità della precedente, nonostante l’ amica mi aiutasse a
spingerlo dentro, facevo fatica ad entrare.
Pensai che a suo tempo il ginecologo l’ avesse ricucita troppo stretta.
Fine dei miei pensieri.
Le due ragazze, erano delle vere vogliose di sesso.
Mettono la mia fava in ogni buco dell’ altra e viceversa.
Un gioco perverso. Mi vuotai ben bene. Un po’ all’ una o po’ all’ altra.
Non resistetti più dal dire alla ragazza dalla fica stretta ed asciutta, tu il figlio l’ hai
partorito dal culo, anziché dalla vagina…….
Scoppiarono a ridere come matte. Non la smettevano più.
Chiesi di capire il perché di tanta ilarità.
Parlarono un po’ ciascuna……. Dicendomi, lei, era un lui, era mio marito, abbiamo fatto
un figlio,…… poi ha voluto diventare donna in tutto. si è operato due anni fa.
Stiamo bene insieme, non come marito e moglie, ma come amiche e genitori.
Che sorpresa del cazzo……….. visto che albeggiava, dissi che volevo riposare da solo,
presi 800 baht, li misi sulla scrivania, dicendo questi sono per voi.
Mezz’ ora dopo dormivo solo, soletto nel mio letto tutto messo a soqquadro.
Ugo, il pisano sarebbe arrivato tra una settimana.
La mattina in piscina, poi la pennichella, verso le cinque uscii per una passeggiata sul
lungomare, all’imbrunire ritornai all’agenzia viaggi, la signora, sorridente, mi disse di aver
fatto tutto, il visto sul passaporto sarebbe stato ritirato la mattina successiva il biglietto
aereo già pronto come pure il Voucher per l’albergo, aveva accettato la prenotazione e
acconsentito per il bonifico di pagamento. Quindi la partenza sarebbe avvenuta dopodomani
alle ore 12.
Passai la serata e il giorno dopo alla solita maniera, alla sera ritornai in agenzia viaggi. La
signora appena mi vide prese la busta dal cassetto della scrivania, tirò fuori tutto quello
che mi serviva. Pagai le altre 300 euro, mi ringraziò con un bel sorriso.
La mattina alle nove il minibus dell’agenzia, venne a prendere in albergo per
accompagnarmi in aeroporto.
Il volo fu tranquillo. All’aeroporto di Shanghay c’era un signore in divisa, l’incaricato
dell’albergo con tanto di cartello.
Mi presentai, l’uomo mi accompagnò al minibus, aspettai meno di cinque minuti, salirono
altri 5 passeggeri con borsoni a tracolla.
Questi signori di mezza età, ridevano e scherzano come ragazzi in gita scolastica.
Non so perché, pensai che dovevano essere Sud Coreani.
Alle ore 18 ero nella mia camera, stanco, decisi di farmi un riposino. Il riposino si
tramutò in vero sonno.
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La mattina verso le ore 9 am , fatto colazione, uscii dall’albergo con 5 biglietti da visita
dell’ hotel, ( sempre munirsi di questi biglietti se non si vuole rischiare di perdersi) ,
cominciai a scoprire la città.
Un città che mai potevo immaginare di vedere in Shanghay.
Fuori dall’albergo comprai una mappa, segnai il mio albergo, poi segnai un mega albergo
con 5 stelle, il Mandarin Hotel. Era sulla stessa strada a circa 800/900 metri di
distanza.
Il mega albergo è straordinario lussuoso, doveva essere anche “molto” costoso.
Alla reception presi un paio di biglietti da visita e un tariffario con la mappa della
struttura ricettiva/ricreativa.
C’era di tutto e di più.
Girando un po’ ovunque negli ambienti riservato agli ospiti, andai al ristornate principale
con cucina internazionale con tanto di scritta Italian fine foods, in questi ristornati non
esistono orari,…. sono No Stop.
Al “pizzardone” davanti alla porta, portava una divisa da generale, ho chiesto, con il
mio inglese appreso per strada, se la cucina Italiana fosse curata da un Italiano.
In dieci minuti di spiegazioni in Inglese, per farmi capire che era Cinese ma, molti anni in
Italia. Chiesi se ci potevo parlare, il generale si guardò attorno poi entrò dentro per sparire
dietro una porta.
Ritornò dopo cinque minuti, dicendomi di aspettarlo all’ingresso dell’albergo alle ore 15,
lo potevo riconoscere per il berretto con scritta Italia.
Cinque euro finì nella sua mano.
Poco prima delle 3 pm, ero in attesa, arrivò puntuale, lo salutai, camminando su e giù per
il viale, mi raccontò la sua vita in perfetto Italiano.
Disse…..., ho lavorato a Livorno insieme al mio amico per una compagnia Cinese,
facevamo la raccolta degli imballi di stracci con il furgone per tutto il centro nord d’Italia,
li depositavamo al centro raccolta per sistemarli nei container, per spedirli dal porto di
Livorno fin qui a Shanghay.
Il mio compagno di lavoro, è diventato mio cognato, lavora qui in albergo fa l’autista di
un minibus per escursioni ai clienti dell’albergo.
La sorella lavorava e lavora nell’albergo ci ha trovato una sistemazione, ora è diventata
mia moglie.
Prese il cellulare chiamo un numero, parlò fitto, fitto, chiudendo la comunicazione mi disse
che stava arrivando il cognato.
Cinque minuti dopo arrivò, fu fatta la presentazione.
Anche lui parlava molto bene l’Italiano.
Venni subito al sodo. Dissi che potevo restare cinque giorni a Shanghay, in questo tempo
se c’era la possibilità di vedere il più possibile la città.
L’autista di nome Mao Zi, sorridendo dissi……., amico hai trovato la persona giusta, tu mi
dai 25 dollariAm o 20 euro al giorno io ti porto con me con il minibus a fare escursioni
per tutta la città insieme ad altra gente.
Dalle ore 10 fino alle ore 16.
Accettai. Il pagamento sarebbe avvenuto ogni giorno a fine escursione.
Mi indicò il posto dove aspettarlo la mattina.
La mattina dopo alle 9,30 ero al posto giusto.
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Alle dieci il pulmino con altri 6 passeggeri mi prese a bordo, la guida mi fece sedere a
fianco dell’autista.
Il mio nuovo amico, strada facendo mi spiegava, in Italiano, quello che vedevo, mentre la
guida con il microfono parlava agli altri passeggeri in una lingua che non capivo.
Alle ore 16 di ritorno in albergo, ci salutammo facendo scivolare con, discrezione, un
biglietto da 20 euro nella sua mano.
Ci saremmo rivisti la mattina successiva.
Il resto della giornata e la serata in giro, seguendo un tracciato sulla mappa. Rientravo nel
mio albergo intorno alle ore 22, stanco morto.
Shanghay, è una città immensa, più di tre volte di New York, ha 25 milioni di abitanti.
Facendo un paragone New York sembra una cittadina di provincia.
Nella zona nuova i grattacieli sono infinitamente più alti della città americana, qui si
toccano tra loro.
Molti di queste grosse e alte strutture hanno forme strane, una architettura futuristica,
sembra di stare su un altro pianeta.
Di notte sembra di vedere tanti alberi di Natale, le sagome in vetro illuminate.
La città non vive solo sulla terra e in alto tra le nuvole, anche sottoterra, una ragnatela
di tunnel con negozi, bar ristoranti, sale ricreative, con una illuminazione a giorno.
Strade sottoterra, strade elevate in mezzo ai fabbricati, metrò ovunque e dappertutto.
I tunnel che attraversano il fiume rosso, il porto, un po’ distante dal centro, visto dall’alto,
è enorme, grande quanto una nostra città. Navi a centinaia, al porto, e altrettanto ancorate
al largo, caricano e scaricano per mezzo di condotte forzate dai depositi, senza
attraccare ai moli.
Piattaforme a diecina in mare aperto, tutte ben illuminate da sembrare dei paesi.
I battelli fluviali sono a diecine che vanno su e giù, per di qua e di là del fiume.
Shanghay non dorme mai.
Templi, musei pochissimi, in compenso bar, ristoranti, sale da giochi, locali ricreativi,
discoteche, night club, ritrovi di club non si contano.
Aree pubbliche, giardini, parchi, sono tanti e sempre frequentati.
Spesso si vedono gruppetti di anziani con registratore posato su una sedia a sparare musica
ritmica per eseguire esercizi ginnici. Vederli muoversi lentamente, come per dire quelli non
c’è la faranno a finire.
Si cucina ovunque, si mangia dappertutto, quasi sempre camminando.
In Cina se chiedi ad un passante quanto dista un certo posto, non ti dicono in metri, la
loro distanza,…… viene espressa in tempo a piedi.
Esempio se devo recarmi in un posto lontano 400 metri ti dicono 5 minuti.
Nei locali di intrattenimento, diurni, serali, notturni. Sempre davanti ai banconi, seduti su
alti sgabelli, trovi tante belle e giovane ragazze, sembrano minorenne, con i corpi da
maggiorenne.
Invece no!!!!! Sono adulte e anche ben vaccinate.
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Ti siedi al tavolo o la banco a bere qualcosa, magari ti guardi intorno, diecine di paia di
occhi ti fissano cercando di agganciarti con lo sguardo.
Se qualcuna ci riesce, alla velocità della luce te la trovi accanto.
Tutte parlano più di una lingua, tutte parlano l’inglese, almeno quello di base, come
quello che parlo io.
Subito ti chiedono da dove vieni, quando ti trattieni a Shanghay, come ti chiami, tutte
queste domande hanno uno scopo, che in seguito chiarirò.
Appena fatto le presentazioni ti chiedono cosa stai bevendo, tu lo dici, e “ZAG” il gioco
è fatto, dicono con normalità anche per me grazie.
A questo punto fai cenno al barman indicando il bicchiere, la bevuta viene servita
“tempestivamente” non ti vuole far riflettere, il generoso cliente, magari, potrebbe avere,
un ripensamento. A metà bevuta ti spara le sue prestazioni e le tariffe :
------- One hundred………. 100 per una sega……. for hand job.
------- Two hundred………. 200 per un pompino…. For blow job.
------- Three hundred……… 300 per una sveltina…. For quickie.
------- Five hundred……….. 500 per una notte……. For one night.
Precisano che la tariffa è espressa in dollari USA. Understand currency dollar usa.
Aggiungono che nel prezzo è compreso l’uso della “loro” camera che sta nel locale.
Come dire, ………casa e bottega.
Mica male come organizzazione.
Subito ti chiedono se accetti. Non ti è consentito troppo pensarci. Se dici si restano, poi
in camera si stabilirà la prestazione richiesta.
Se dici no, vanno via immediatamente senza nemmeno salutarti o ringraziarti per la bevuta.
Comunque vada hanno sempre guadagnato qualcosa. La percentuale sulla bevuta che a fine
serata vanno a riscuotere alla cassa.
Queste belle…… non sono attente osservatrice, avrebbero dovuto capire che il sottoscritto
non è in grado di sparare a qualsiasi ora, ……. ho bisogno di programmare “l’evento”.
Per scopare,…… io…… non ho bisogno del Viagra, devo solo non prendere alcune
medicine, che purtroppo devo costantemente ingoiare quotidianamente per mantenere il mio
muscolo cardiaco a pulsazioni rallentate, …. quel tanto per respirare.
Io,….. le donne li ho sempre pagate e continuerò a farlo, non voglio lasciare sospesi in
giro, ……. Non voglio pagare cifre del genere,….. non è nel mio “plafond” .
Quando una donna esagera nella richiesta…… la liquido con questa frase :>>>>
Impossibile ad ottenere; inottenibile.!!!!!!
Not to be had for love or money.!!!
Il mio motto è…… ottenere il giusto valore in cambio del mio denaro.
Nel mio Inglese è “ Value for money “.
Shanghay è un formicaio, per niente turistica. In questa città girano solo uomini per affari,
solo che gente bianca o nera se ne vedono pochi in giro.
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Sud Coreani e Giapponesi tanti, ma questi non credo che possono bastare a riempire gli
alberghi, residence e condomini esistenti e in corso di apertura.
Non vorrei essere pessimista ma, mi sa tanto che “bella” non sarà per gli immobiliaristi
se continuano a costruire più del necessario.
I Cinesi sono, comunque, ottimisti. Già pensano al prossimo anno che con le olimpiadi,
tutti si “caricheranno” di valuta pregiata.
Io non ci credo.
A vedere come si sta costruendo a Dubai, Singapore, Kuala Lampur, Hong Kong, Tapei,
Bangkok.
Da un paio d’anni a questa parte, sembrano tutti pazzi per il mattone.
Non si è solo costruito un palazzo o un grattacielo, ma interi quartieri di centinaia di
grattacieli.
Le zone vecchie di ogni città, sono state rase al suolo per costruire il nuovo.
È vero che con l’avvento “dei nuovi ricchi” (i Russi), acquistano tanti appartamenti, per
usarli loro stessi come alloggi per vacanze.
Sono sempre più convinto che dietro a tutto ciò c’è un grosso “Bluff”.
Banche, Finanziarie, Assicurazioni, danno soldi a palate per questo tipo di investimento.
Forse non si fidano più della “BORSA”.
Dopo 11 settembre 2001………… per come la vedo io, massimo tre/quattro, d’anni,
arriverà una forte recessione.
Si sta investendo troppo e, su tutto, senza, avere un bacino di utenti a utilizzare il
prodotto.
I Cinesi, in particolare, …… i Russi, sono accaniti investitori in Borsa, settimanalmente
acquistano e vendono titoli, con il Plus valore fanno la bella vita.
Beati loro se la Cuccagna dura.
Qualcuno se la ride di questo rischio, dicono “ meglio finire per terra con le unghia
curate che finire per terra con le unghie sporche.
La loro filosofia è “ fin che la Borsa va, lasciala andare.
Non esiste un asiatico che non faccia parte di un qualche Club.
I Club, sono tantissimi, per ogni ceto sociale.
Tante le persone che sono Soci in più Club, specialmente se si tratta del tipo di Blu Bell,
( accompagnatrice), Hostess, Escort.
Nel mondo degli affari cinese…….., non fornire all’acquirente, la compagnia di una
donna, è offensivo.
A suggellare i buoni rapporti ci vuole l’offerta di una donna.
A ricambiare un favore, ci vuole una donna.
Ai dipendenti Pubblici che ti danno una spintarella gli devi mettere a disposizione una
donna.
Non per sempre, basta una volta.
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Questi Club sono tanti e tutti posizionati nelle zone più residenziali della città.
Tutti questi Club sono riservati ai soli soci ed accompagnatori.
Tutti hanno un paio di cartelli con scritta Member Only.
Qui in Cina la prostituzione non esiste, la prostituzione sessuale è considerato un lavoro,
un lavoro come un altro, un mestiere. “ non il mestiere”.
Non è disonorevole questa professione. Neanche se esercitato con continuità, abilità e
professionalità.
Tante sono le donne che hanno esercitato la professione.
Smettono per crearsi una famiglia, portando in dote il frutto del loro passato lavoro.
E’ bene accettato dalla Società, questo tipo di capitale.
Tanto più accettato, tanto più hanno guadagnato. Significa che hanno avuto il cervello in
testa, facendo guadagni con la fica.
Queste donne che vogliono maritarsi, non scelgono un pezzente qualsiasi, pretendono un
buon partito. Un marito benestante. Come dire “pari requisiti materiali”.
La moralità non sta nel passato, ma nel comportamento futuro.
Se si venisse a sapere che la tale signora ha “esercitato” nessuno si farebbe scrupolo.
La regola è “ dimmi chi sono e chi sono stata”.
In Cina, è molto sentito “Lo Status Simbol”, la Condizione Sociale quale mezzo di
riconoscimento del benessere.
È molto considerato. Il Cinese non ha esigenze particolare, si accontenta di vivere una
vita dignitosa.
Un Cinese non riceverà mai un ospite, un cliente, un amico in casa. La casa è aperta solo
ai parenti…… alla famiglia.
Il cinese in affari, è tenuto ad avere una seconda casa per gli ospiti.
Il cinese in affari è tenuto ad avere una seconda macchina per gli ospiti.
Il cinese in affari è tenuto ad avere una seconda vita per far piacere agli ospiti.
Il cinese in affari è tenuto ad avere non una ma più carte di credito e più tessere di Club.
Il cinese in affari è tenuto a offrire la tessera ospiti del suo Club per frequentare i campi
da golf, i campi da tennis, i circoli nautici e i famosi “Yacht Club” per partecipare alle
regate nautiche, i “ Yacht Racing”.
Essere soci di così importanti associazioni, …. viene “di diritto” riservato “rispetto”, è
motivo di orgoglio, è il vero indiscusso riconoscimento della condizione sociale della
persona.
I miei conoscenti, mi dicevano che fino a una diecina di anni fa, la mafia cinese, la
famosa “Triade”, aveva il totale controllo del gioco e dei bordelli, oltre, alle normali
attività malavitose.
Ora avevano fatte il “salto di qualità” avevano allargato il giro d’affari entrando nella
finanza. Gestiscono società finanziarie, i cambia valuta, i supermercati, i locali ricreativi e
ricettivi, tutti i movimenti dove si usava il pagamento “CASH”.
Ultimamente si erano consorziate con altre mafie, la Coreana e la Giapponese.
La soddisfazione massima per un cinese è far bella figura verso l’ospite.
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L’ospite è “oggetto” della massima attenzione da parte degli inservienti dei Club, ….
L’ essere in compagnia del socio del Club, gli viene riservato un trattamento di vero
“servilismo”.
Non potendosi abbassare più di tanto, il socio, fa si che l’ inserviente si abbassi le braghe.
I soci dei Club possono disporre di sale, salette riservate al tipo di abbonamento stipulato.
Le sale VIP sono esclusive per gli abbonamenti di soci privilegiati.
Conforme, proporzionato, adeguato “ più Consono” al costo d’iscrizione. Sì…… tutto si
misura con il denaro.
Il cinese non rinnega le proprie origini, non trascura gli amici e compagni che magari
hanno avuto meno fortuna, non si perdono di vista, spesso si frequentano andando a bere
e mangiare nei bar e ristorantini ambulanti, per strada.
I carretti si toccano lungo tutte le strade, con i sacchetti di plastica trasparente e cannucce,
mangiare e parlare, parlare e mangiare. Sempre camminando.
Spesso anche telefonando.
Mi diverte molto osservare, con discrezione, il comportamento di questi asiatici.
Il cinese sembra fratello del coreano e cugino del giapponese.
Solo che il giapponese è considerato il parente “astuto” più intelligente. Tra questi due
popoli non scorre buon sangue. Anzi sì di sangue ne è stato versato parecchio con le
guerre, tra Cina e Giappone.
Il Coreano e il Giapponese, hanno la mania di tingersi i capelli biondi o rossi.
Una moda che tra i giovani e meno giovani, specialmente nei WeekEnd fanno la
“carnevalata”, e la fortuna dei saloni di bellezza.
Tutti, il lunedì si smacchiano ritornando,…. serie persone laboriose.
Qui a Shanghay per prendere i mezzi pubblici è di una semplicità incredibile. In ogni
fermata c’è una barriera con biglietteria. Acquisti una scheda per un certo importo, la fai
passare nella apposita fessura ed entri. Se il credito si esaurisce, ricarichi la scheda e via.
In ogni entrata e uscita dalla stazione devi passare la carta, per stabilire la spesa del
tragitto.
Una sola carta per tutto quello che è servizio pubblico, anche, se le compagnie sono
diverse.
A Shanghay il costo dei voli e della recettività è scontata del 50% nei giorni del
venerdì/sabato/domenica.
Numerosi cartelli pubblicizzano l’offerta. Infatti, il flusso turistico nei WeekEnd è numeroso.
La Cina è un grande Paese, con una economia a cinque velocità.
La fame che soffrono le famiglie contadine proprietari di terreni collinari.
Le difficoltà di vita dei salariati delle fattorie governative.
Se la passano un po’ meglio gli artigiani.
I commercianti stanno meglio degli artigiani.
I grossisti, gli imprenditori, sono su un altro livello.
Gli industriali, gli immobiliaristi, i finanziatori e i dirigenti politici, vanno al massimo.
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La Cina conta oltre un miliardo di persone, la metà di questa gente e sola zavorra,
animali da soma, producono appena quello che serve loro per sfamarsi.
Tutt’ora sulle colline e zone montuose, i coltivatori diretti, usano la “poliandria” la
relazione matrimoniale di una donna con più uomini della stessa famiglia. (fratelli del
marito). Legittima consuetudine per non dividere il “podere”.
Questi nuclei familiari sono composti di non meno di 25/30 persone, tutti i nascituri sono
figli del marito.
Non c’è niente da meravigliarsi, anche negli Stati Uniti d’America, alcune comunità con
tradizioni religiose, i capi famiglia possono avere più mogli in casa, senza suscitare un
minimo di disagio nella famiglia stessa.
Anche i pesi medio/Orientali, “Arabi”, Musulmani in genere, possono avere tante mogli,
quanto ne può mantenere economicamente.
In tutto c’è sempre un fine.
Le donne Cinesi, dove si pratica la poliandria, che hanno avuto la fortuna di NON
maritarsi, vanno a lavorare per conto dello Stato, la manovalanza femminile è molto
richiesta nell’apparato statale, basta pensare non solo al Ministero della Difesa, sono loro
che preparano il vestiario, la sussistenza.
Ogni Ministero ha la capacità di produrre il proprio fabbisogno. È vero che sono pagate
poco ma, non spendono nulla, hanno dormitori e mense nelle fabbriche. Queste donne sono
ricercate dagli uomini, primo perché hanno un lavoro, secondo perché ognuna ha da parte
una certa liquidità monetaria che porta in dote.
La sera prima della partenza, ho voluto fare un giro nella parte vecchia della città,………
è da non perdere, la vita è la stessa di cento anni prima; nonostante a poche centinaia di
metri c’è una tecnologia ultra moderna.
Puzzo di fritti, odori di bolliti, profumi di sughi, aleggia dovunque nell’aria, basta annusare,
segui l’odore che ti gusta e ti trovi in un banchetto che cucina.
Io ho fatto questa esperienza, sentivo un odore di carne indefinita, mista a profumi diversi,
seguendo questa scia, mi sono trovato un una grande piazza, il perimetro è una fila
continua di carretti, banchi e sedie.
Su una tabella con la scritta in cinese il nome della piazza, nella stessa tabella, scritto in
Inglese con vernice e tanto di freccia, >> Duck Square. <<.
La piazza era affollata, penso che due/tremila persone erano in movimento, trovai il posto,
un profumino che mi faceva da aperitivo, chiesi 2 porzioni, subito me li sistemò in una
ciotola di plastica con salse e salsette, mi consegnò una busta contenenti i bastoncini per
prendere il cibo, una lattina di birra, posai il tutto sul tavolato, pagai, con il resto mi diede
due/tre metri di carta igienica. “ serviva per pulirsi bocca e mani”
Cominciai a mangiare, gustoso è dire poco, certo se avessi avuto un tozzo di pane,
sarebbe stato meglio.
Mi alzai presi una ciotola di riso bollito ricominciando a gustare la carne d’anatra. La
famosa “anatra alla pechinese”.
Mangiare i pezzettini di carne con i bastoncini non fu un problema, le difficoltà fu
mangiare il riso.
I miei vicini commensali mi fissavano mentre operavo, maldestramente.
Fu il mio dirimpettaio a dirmi che era meglio lasciare i bastoncini e prendere con tre dita
nella ciotola fare una polpettina di riso, intingerla nella salsa e portarla alla bocca.
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Non ci avevo pensato.
Prima di andare via mi feci preparare altre due porzioni senza salse, da portare via.
Li avrei mangiato in albergo.
Il giorno della partenza, alle ore 9 del mattino, andai a trovarli nella rimessa dell’albergo,
ci salutammo, c’era pure il cognato, mi ringraziarono tanto, scherzando mi dissero che
avevo speso bene i miei soldi, adesso io sapevo tutto quello che sapevano loro, quindi ero
una persona con due teste.
Ritornai nel mio albergo, alle ore 11 dovevano accompagnarmi in aeroporto.
All’ una pm, ero in volo per Bangkok, alle ore 16, ora della Thailandia sbarcai, presi un
taxi per Pattaya, alle ore 18 ero nel mio albergo il Mike.
Il personale della reception mi informarono che Ugo, era arrivato, aveva la camera 518.
provai a chiamarlo, non rispose doveva essere uscito.
Dopo aver sistemato la poca roba pulita, feci il bucato nella vasca da bagno, una
mezz’ora di impegno. Messo tutto ad asciugare mi misi a dormire.
Alle dieci di sera, uscii per andare a cena da Bee, appena di vide, un bel sorriso gli si
stampò sul viso. Senza ordinare poco dopo mi portò una birra piccola e tre/quattro assaggi
di cucina Thailandese.
Dopo una mezz’oretta mi servì un pesce arrosto avvolto in foglia di banano, con una
tazzina di salsa verde.
Conclusi la cena che era quasi mezzanotte. Pagai il conto con relativa lauta mancia,
fissando l’incontro per il domani, solita ora.
A piedi, camminando sul lungomare, incontrai Ugo in compagnia di altri 4-5 Italiani.
Facemmo il tragitto insieme fino all’albergo. Gli dissi della mia escursione, lui mi informò
che era arrivato da tre giorni.
Ci salutammo, per lui la notte era ancora giovane, non rientra mai prima delle due/tre.
La mattina è sempre in piscina con me, dalle dieci alle due, escluso il martedì e venerdì
che arriva verso mezzogiorno.
In queste mattinate va al mercato rionale, insieme a due suoi compatrioti ad accalappiare
le ragazze giovanissime, ( dai 14 a 16 anni)
A dir il vero Ugo non lo fa, si diverte a vederlo fare dai suoi amici.
Più di una volta l’ho richiamato di stare attento a scegliersi la compagnia.
Più volte mi ha invitato a frequentare la sua compagnia, ho sempre rifiutato, non mi vanno
a genio le persone che molestano le minorenni.
Ugo è sempre con me di mattina, in piscina, mi racconta tutto quello che succede con la
sua comitiva.
Il pomeriggio, sera e notte va con la sua “cricca”, li conosco solo di vista, “questi
fenomeni” non so nemmeno i loro nomi e non mi interessa saperlo, tanto meno conoscerli.
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Ugo, mi assicura che guarda solamente. Io gli credo.
Uno dei motivi per cui non ci frequentiamo la sera e la notte è per non stare a contatto
con gente che non rispetto.
Mi sono svegliato prestino, ho preparato la mia colazione, ho ritirato asciutto quello che
avevo lavato, ho fatto i miei bisogni, ringraziando, ogni volta “Padre Rat” per le erbe, che
compro regolarmente per tutto il fabbisogno annuale.
In piscina ho visto Ugo, mi ha raccontato, tutto, della serata passata “sempre” con suoi
amici. All’ una e mezza siamo andati via, in camera ho mangiato una zuppetta preparata
da me, con la mia attrezzatura, la frutta e succhi di frutta. Ne consumo tanta.
Poi, l’ immancabile pennichella.
Poco prima delle ore tre, ho fatto doccia, ed una accurata pulizia personale.
Mi sono disteso sul letto ad aspettare la visita della mia cara amica.
Poco prima delle ore 16 è arrivata Bee.
Bee, mi capisce……….., sa che non mi devo prostituire, mi vuole come piace a lei.
Mi tratta come se fossi…… Bill Clinton.
La vita di tutti i giorni è sempre la stessa.
Bee che è tornata al paese per tre giorni. Ci siamo salutati perché sarei ripartito il giorno
del suo ritorno.
Girovagando …. Mi sono fermato a vedere in un padiglione, dove espongono artigianato
artistico, tra i tanti banchi e carrettini, sono stato attratto da una bella ragazza, che gestiva
i suoi prodotti su un carretto, manufatti in legno intarsiato, sotto il carro, avvolto con una
coperta, dormiva un bambino.
Guardavo questo pargoletto con quanta beatitudine dormiva, la ragazza, accortasi di questo
mio interessamento per il bambino, mi disse è mio figlio, ha tre anni, si chiama En, non
ha il padre. Aggiunse, io mi chiamo Ne, ho ventotto anni.
Sono stato con lei, quasi un’oretta, nel frattempo il figlioletto si è svegliato, me l’ha
presentato, il bambino, educatamente, si è prodigato in inchini a mani congiunte sulla
bocca, sempre sorridente.
Chiamando per nome la ragazza, Ne …. Dissi….Torno subito, andai al market, comprai
dolciumi, biscotti e frutta per i mie nuovi amici, En e Ne.
Tornato al carrettino, ho dato il sacchetto a En, alla vista dei dolciumi ha spalancato gli
occhi. La mamma Ne, ha preso il sacchetto, parlando al figlio che si prodigava in inchini,
in segno di ringraziamento.
Il giorno dopo sono tornato per salutare En e Ne, una espressione di gioia da parte di
entrambi. Dopo i saluti, ho chiesto cosa gradivano che comprassi al market.
Immediata la risposta “insalata mista condita di salsa”.
Fatto la spesa, aggiunsi, dolciumi, frutta e acqua minerale.
Sono stato a parlare per diverso tempo, li ho salutati dicendo che sarei tornato il giorno
dopo.
Mi sono presentato con una frase che non avrei dovuto dire, mi è scappato spontanea…..
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Eccomi cara….. here I am, love.
NE mi ha sorriso e stretto tutte e due le mani, … En giocava con un altro bambino a
cinque/sei metri di distanza.
NE parlandomi sottovoce mi dice che l’indomani è il suo giorno libero per il turno di
riposo settimanale, sarebbe venuta nel mio albergo per stare con me tutta la notte.
Una lunga pausa, la mia, per la proposta inaspettata.
Un po’ confuso dissi che ero lusingato, ma preferivo ricordarla come un’amica e no come
un’avventura di un giorno.
Aggiunsi, NE…… tu mi piaci molto, sei bella ed attraente, dire no alla tua proposta mi
costa fatica.
NE,…… rimase muta, mi guardava fisso in faccia, non si aspettava un rifiuto, considerato
il mio interessamento…..
Ripresasi,…. a voce bassa mi disse che gli occorrevano 200 bath per rimettere in cassa che
aveva utilizzato per comprare il cibo.
Senza ripensamenti ho dato due biglietti da 100 bath con molta discrezione. Dissi che il
giorno successivo sarei ripartito. Forse sarei tornato il prossimo anno.
Tutta la sera pensai a NE, si era offerta di fare sesso con me, perché gli serviva il
denaro, o perché aveva voglia di fare sesso, visto che non aveva un uomo. Oppure si
voleva sdebitare con me, per aver offerto del cibo e di essermi interessato a al piccolo
EN.
Il mio rinuncio ad averla con me, non fu dettato da fine umanitario, no……, e che io da
diversi anni non ho più interesse a dormire con una donna, non ho più la voglia di avere
compagnia….. dopo quel lasso di tempo,…. le coccole, mi danno fastidio.
La presenza femminile nel mio letto, mi infastidisce, ho bisogno di avere la mia “Libertà”
Per niente al mondo rinuncerei al mio isolamento notturno.
Freedom, Privacy, by night ……, è intimità, isolamento, solitudine, riserbo, ritirata
segretezza.
Cose per me ora…. Irrinunciabili.
Non ho la cupidità, ….. il desiderio intenso, non necessariamente peccaminoso che è
alquanto biasimevole alla mia età e nelle mie condizioni.
Amoreggiare, intrattenere una relazione più per galanteria ospitale che per una avventura
di intensivo affetto,…. Ora non è in me,…. Ora,….non è per me.
Mi sento allineato e coperto, come dire sono a “ sette e mezzo”.
Altro detto è, la squadra che vince non si cambia. Chiarisco il mio punto di vista.
Ho la fortuna di conoscere Puy e Bee, cos’altro potrei desiderare dalla vita sessuale, visto
che non sono più interessato a quella amorosa.
Da queste parti …. Fare il buon Sammaritano non è molto costoso, se si considera che
con 1 euro ti danno quasi 40 bath.
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Nonostante questo vantaggio di cambio, i turisti difficilmente fanno elemosine, elargire 20
bath il costo di un “primo” , basta a saziare una persona, per noi è soli di 50 centesimi.
Spesso stavo ore ad osservare il via, vai della gente senza che nessuno si degnasse di un
gesto di umanità verso quei poveri che stavano seduti per terra ad elemosinare.
A Pattaya, avevo i miei protetti, un giovanotto senza gambe su una carrozzina fatta di
legno, arrangiata alla meglio con pezzi di bicicletta, ….. su e giù per il lungomare, non
chiedeva mai niente, non disturba, aveva un piccolo cestino attaccato al manubrio della
carrozzina.
Quando lo incontro, gli lascio sempre una banconota da 20 bath.
Un altro mio protetto è un giovane che ha le braccia e gambe atrofizzate, appeso al collo
ha un cestino, è sempre seduto allo stesso posto, vicino a un negozio di fiori, su un
gradino, dalle ore 18 alle 24.
sempre ben pulito, scarpe da tennis con calzettoni bianchi,
pantaloncini lavati e stirati, camicia bianca, pulitissima e perfettamente stirata, un berretto
con visiera.
Spesso mi fermo a dire qualche parola e a scherzare, scherzi come prendere le monetine
dal cestino contarle e, proponendo uno scambio, offro il doppio di quello che ha nel
cestino, gli dico che è una trattativa commerciale, lui mi vende il ferro e, io lo pago il
doppio con la carta. Ride di cuore, per l’affare che realizza.
La cosa che più mi lusinga è che questo ragazzo non guarda mai il denaro che manipolo
e nemmeno il biglietto da 50 bath che deposito nel cestino. Tiene sempre , costantemente,
gli occhi fissi sui miei occhi.
Quando mi vede avvicinarmi a lui, sempre per primo mi chiede balbettando…“tutto bene” ,
questo ragazzo chiede a me, se mi va tutto bene, c’è da riflettere su questa domanda.
Quando gli chiedo la stessa cosa, mi risponde sorridendo….. “ live is beauty full “ la vita
è bella.
Questo ragazzo mi fa vergognare di me stesso, che per qualche acciacco, per più alla mia
età, sto a lamentarmi che sono uno “ zombi”……. Va a fanculo Mario.
Il mio passatempo preferito è osservare con discrezione le coppie stranieri, i turisti, i
vacanzieri.
Di ritorno dal supermercato che erano verso le ore 17, con due sacchetti di plastica piene
di bevande e frutta, accaldato e sudato, ho preso l’ascensore a volo,…. con una coppia di
Arabi, lui sui venticinque anni, pantaloncini e camicia a maniche corte, molto aperta
davanti, mostrando un petto villoso, …. Lei di circa 20 anni, vestita con una tunica nera
con copricapo pure nero. Si vedeva bene la bella bocca dipinta di rossetto, molto sensuale,
e i magnifici occhi neri, lucenti, magnetici.
Entrando chiesi scusa, poi volutamente in Italiano dissi che era presto per andare a fare la
spesa, faceva troppo caldo.
Loro non capirono, la bella ragazza sorridendo mi disse in Inglese se sudavo per il caldo
o per il peso dei sacchetti.
Accennai a dire per tutto, caldo e peso. Il ragazzo capì che ero Italiano, mi chiese in
quale parte d’Italia venivo, mentre uscivamo dall’ascensore dissi Roma.
Eravamo tutti al 4^ piano, poco distanti di camera. Dissi se più tardi, dopo la doccia,
volevamo parlare, io li avrei aspettati nell’Hall.
Il ragazzo disse di sì, guardando la compagna.
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Arrivai per primo, pochi minuti dopo vennero a sedersi davanti a me, su due poltroncine.
Lui indossava pantaloni lunghi e camicia abbottonata, lei sempre di nero, con occhi e
bocca più marcata, più sensuale, più adulta.
Cominciammo a parlare, rispondevo alle loro domande, erano morbosamente curiosi di
sapere della nostra politica, della nostra economia, della nostra arte, della nostra tecnologia.
Mi dissero che appena laureati si sarebbero sposati definitivamente, sarebbero venuti in
Italia per il viaggio di nozze. Adesso, loro si erano sposati in modo “determinato” .
Chiesi di spiegarmi meglio, non capivo il significato dello sposarsi “ determinato con il
indeterminato”.
Fu la ragazza ha parlare, In Arabia Saudita, non ci si può incontrare per conoscersi, si
può chiedere le nozze determinate, che hanno la durata di due anni. Se si va d’accordo, si
ci sposa in modo indeterminato, per sempre, da noi non esiste il divorzio, l’uomo può
ripudiare la donna e sposare altre donne.
Il suo ragazzo, appena finito di parlare le prese la mano nella sua e parlando in Arabo,
dovette dirle qualcosa di dolce, le sorrise affettuosamente.
Era tardi, ci alzammo per andare via, camminavano come due amici, uno a fianco dell’
altro, a debita distanza, e non come una coppia in viaggio di nozze.
Anche questa vacanze è giunta al termine, salutai Ugo, lui restava ancora tre mesi.
Gli raccomandai di “non fare il fesso”.
01 febbraio 2008
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È finalmente arrivato il mio momento, il momento della partenza.
Con il volo diretto della Compagnia Thai, sono arrivato a Bangkok alle otto di mattina, ho
preso il bus di linea per Pattaya, due ore e mezzo di viaggio.
Non fa niente, ho speso 100 bath anziché 1200; che normalmente spendo per il taxi, per il
tragitto Bangkok - Pattaya , ……se prendo il taxi da Pattaya per Bangkok spendo 800
bath.
I chilometri sono gli stessi. ……. E’ la tariffa del caro vita di Bangkok che è più del 50%.
In albergo al Mike ho chiesto una camera vicino alla piscina per non prendere
l’ascensore in costume da bagno avvolto nel telo.
Ho dormito fino al pomeriggio.
Solita passeggiata esplorativa.
Centri commerciali, panchine sul lungomare, bar all’aperto, tutto mi interessa.
Osservo attentamente, clienti, commesse, negozianti.
Da un po’ di anni, ho scoperto che moltissimi negozi di abbigliamento e di biancheria
intima, i commessi sono tutti gay o travestiti.
Queste persone “ diverse “ , tutti i commercianti li vogliono assumere nelle loro attività,
dicono che sono dei ottimi venditori, in thailandese sono chiamati “Catay”, non fa
distinzione tra gay o travestiti, con questi alle vendite il negozio acquisisce prestigio e
aumenta notevolmente gli incassi.
Le donne si fidano più, dei Catay che delle donne.
Accettano i loro suggerimenti, specie nell’acquisto della biancheria intima.
Uno spasso, puro passatempo, un divertimento il mio, tutto rispecchia, nei gesti, la cultura
e la civiltà di un popolo.
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Mi diverto ad indovinare da che parte del mondo viene quel Tizio o Caio, solo perché ha
un comportamento diverso.
Quando sono gli altri ad interessarsi di me, dico che sono Indiano o Cambogiano.
Ugo dovrebbe arrivare dopodomani, mi manca la sua presenza in piscina, ascolto con
curiosità le bravate che combina la notte insieme ai suoi amici.
Ho bisogno di una donna, Bee si è licenziata, ieri sera sono andato al ristorante, ho
chiesto alla sua collega, mi ha informato che è andata via da molti mesi e non sa dov’è.
Spesso camminando tra le panchine in mezzo alle aiuole sul lungomare, mi fermo a
parlare con le prostitute, specie con quelle che sono sedute sul muretto di fronte al centro
commerciale La Plaza, di solito sono sempre le stesse, 4 o 5, mi conoscono, mi siedo in
mezzo a loro a parlare, sempre “sgancio” un “centone” prendendo per mano una ragazza
per andare a comprare i gelati.
Che festa mi fanno quando mi vedono, in coro chiamano forte il mio nome……
Mari,ò……. Mari,ò facendo spazio per farmi sedere in mezzo a loro.
Approfitto di una sosta, c’è sempre qualcuna che vuole offrirmi, a pagamento, s’intende,
Hyaci vuoi una donna, Hyaci vuoi un paio di donne,….. Hyaci vuoi un Catay; Hyaci, hai
voglia di desideri particolari…… ridendo rispondo che non ho bisogno di niente, dico che
mi fermo volentieri con loro perché mi sono simpatiche.
Aggiungo, per non far pensare a malignità, che amo troppo la mia signora e gli sono
fedele.
Tutte annuiscono, alcune dicono Hyaci “ is very good man “.
Ugo è arrivato di prima mattina, già alle dieci mi viene a trovare in piscina, mi racconta
del viaggio e dell’intera annata passata a casa ad annoiarsi. Mi dice che ora è qui la sua
vita, qui ha gli amici, qui ha la possibilità di accarezzare il corpo di una donna. Confessa
che ha 73 anni, scopa una volta ogni una diecina di giorni, gli piace dormire con accanto
una ragazza.
Ogni notte, verso le due, se ne porta una in camera, solo per il piacere di avere una
donna nel suo letto. E’ rimasto vedevo da quasi quindici anni.
Alla mattina la manda via dandole duecento bath.
Al piano terra dell’albergo dove alloggio c’è un grandissimo emporio, non alimentare,
vendono di tutto, ci saranno un centinaio di commesse e una diecina di gay nei banchi di
biancheria intima.
Tutti i giorni, passo tra i banchi, molti mi conoscono da anni, sanno che alloggio di sopra,
quelli che mi conoscono mi salutano.
Ho notato che vicino all’ingresso c’’è una ragazza, una ventenne, sempre allegra, gioiosa,
simpatica. Mi sorride sempre. È una ragazza particolare, è alta quanto larga, ( 150 x 150)
proprio una palla; “ball”……, un particolare….. ha una faccia che è l’ espressione
naturale della vita felice, soddisfatta della propria esistenza.
Non esagero dicendo che rassomiglia ad una palla. Veste molto castigata, jeans larghi e
camicia ampia, ciabatte senza tacco. È molto simpatica. Ho fatto amicizia.
Nel banco, con lei ci lavora una cinese, alta quanto magra, una coppia da “fumetto”.
Quando esco gli lascio sempre una busta con due bottigliette di acqua minerale.
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Oggi pomeriggio, nel lasciare la busta, la cinesina, a bassa voce, mi ha detto che la
collega voleva parlarmi in privato.
A pochi passi c’era lei che mi guardava per vedere una qualche mia reazione alla proposta,
ho risposto, con tutta la mia naturalezza, che alla chiusura dell’emporio, alle ore 23 l’avrei
aspettata fuori per andare al cinema.
La cinesina, con occhi e con il capo ha fatto un movimento affermativo, verso la collega
“ palla”.
Alle 11 di sera, siamo usciti insieme, camminando per il lungomare ci siamo diretti al
mega centro commerciale dove ci sono le multi sale cinematografiche.
Camminavamo fianco a fianco, parlavamo poco, nessuno di noi intavolava un discorso.
Lei era contenta, gli si vedeva in viso, le faceva piacere passeggiare con me, in mezzo
alla gente.
Al cinema ha scelto il film “movie” parlato in Inglese con sottotitoli in Thailandese.
Prima di entrare ha chiesto il bidoncino dei Pop Corn e cola.
Abbiamo aspettato la fine dello spettacolo per poter entrare, stavamo vicini ma, non troppo.
Un po’ distaccati quel tanto da essere considerati una coppia, non uniti confidenzialmente.
Siamo entrati, i nostri posti li aveva scelto lei, era nella parte alta, gli altri spettatori
erano tutti sistemati più in basso. In questi sale cinematografiche i posti a sedere si
scelgono al momento del distacco del biglietto.
Le luci si spengono, il film comincia, un film normale, alcune scene un po’ sexy, un film
per tutti. Palla, il nomignolo che le avevo affibbiato, traboccava dalla sua poltrona, me la
sentivo quasi addosso.
Spesso sentivo la sua mano sulla mia, accarezzandomi il dorso, a volte mi intrecciava le
dita con le sue, altre volte mi teneva stretta la mano.
Il film finì,……. per fortuna, ci mancava poco alle due della notte.
Camminavamo uno a fianco all’altro in direzione dell’albergo.
Arrivati all’ingresso, mi chiese il numero della stanza, dissi il 528, mi disse di andare, io
passo per le scale di servizio antincendio. Non voleva farsi vedere dal personale della
reception. Rimasi, sbalordito, non immaginavo di portarmela in camera, non pensavo
minimamente di farci sesso, figuriamoci,…….. dormirci insieme. Non mi piace avere
donne la notte, in camera……. Nel mio letto.
Specialmente questa palla di lardo.
Pensai che forse si sarebbe trattenuta solo un momento, per fare un bisognino o bere il
famoso bicchiere della “staffa” .
Pochi minuti dopo di me, un leggero bussare alla porta,….. aprii era lei, sorridente, agile,
veloce, la sua stazza sembrava aver perso peso.
Entrò in camera, si diresse in bagno chiudendo a chiave la porta.
Mi distesi sul letto, vestito, a guardare la televisione senza audio.
Sentivo lo scrocchiare dell’acqua, si stava facendo il bagno.
Dopo una quindicina di minuti uscì avvolta in due teli da bagno, era coperta dal petto
alle ginocchia, senza parlare si infila sotto le lenzuola.
Il letto scricchiola. Rimango indeciso se cacciarla via o no. Ci doveva essere stato un
malinteso con la cinesina, io avevo acconsentito ad uscire con lei, per spirito umanitario,
non per farci sesso. La palla, nonostante fosse spigliata, allegra, simpatica, non mi
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tirava. Non sapevo cosa fare né cosa dire…….. al momento opportuno avrei inventato
qualcosa.
Entro in bagno, una nuvola di vapore mi investe, faccio una doccia veloce, un po’
d’igiene personale, non trovo un telo da bagno per coprirmi, li aveva utilizzati tutti due
lei per coprirsi.
Decido di mettermi gli slip.
Esco infilandomi a letto. Palla spense la luce, restava solo il chiarore della televisione
accesa.
Eravamo distesi sui supini, lei occupava buona parte del letto, eravamo a contatto di corpo,
sebbene ero al margine estremo, quel tanto per non cadere dal letto.
Guardavamo la televisione.
Palla era raggiante al mio fianco, mi toccava, mi accarezzava, con delicatezza con amore,
Si sfilò i teli, finirono per terra. Io Avevo il mio slip, a proteggermi. Palla, ruppe ogni
indugio, scansò il lenzuolo, mi tirò giù gli slip, i impossessò del mio corpo, senza pesarmi
addosso, il suo corpo era di lato, solo mani e testa su di me.
Mi prende a due mani e mi fa salire sulla sua montagna di carne.
Mi girava, sul suo corpo, come fossi una trottola.
La sua bocca era dappertutto sul mio corpo.
Aveva due montagne per mammelle, me li offriva, premendomi e premendomi la testa nel
suo petto.
Cominciò a piacermi , giocare a palla , ( To play ball), mi attraeva il suo modo voglioso
di sesso. La mia “ biscia “ cominciò ad alzare la testa, lei cominciò a mugolare, a
sbavare per quello che era riuscita a dare vivacità Strizzavo la massa enorme delle sue
mammelle, i capezzoli grossi, rossi, lunghi. Non guardavo più in basso del suo petto,
avevo paura di vedere qualcosa che, forse, mi avrebbe ammosciato o fato venire una crisi
di rigetto.
Avevo i miei occhi quasi sempre puntati sul suo viso. Magnifica espressione felice,
gioiosa, arrapata, aveva il suo volto. Esprimeva desiderio da ogni poro.
Non un solo centimetro del mio corpo, risparmiò,…..senza dedicargli passione morbosa.
Infine, si mise sulla sponda del letto con le gambe penzolanti per terra, distesa, supina sul
letto con me sopra.
La sua mano prese il pene, mettendolo all’imboccatura della fessura, entrai in un panetto
di burro, per una diecina di centimetri, c’ era qualcosa che non mi faceva andare oltre, il
pene toccava qualcosa di morbido, vischioso. Le mie spinte ad andare oltre erano inutili.
Venni così, tremendamente, violento. Mi sembrava di aver violentato una persona “diversa”.
Palla, sussultò diverse volte, prima che smontassi da sopra il suo corpo.
Andai di filato in bagno, …… anche Palla, “Ball”, o polpetta, ( meat ball).
Io ero sul vaso, lei si mise sul bidet, che orrendo spettacolo vederla tutta nuda.
Cominciò a lavarsi e a spingere, come per far pipì. Dalla sua fica oltre all’ urina uscì un
pugno di carta igienica, rimasi sbalordito,…….. Palla si era riempita di carta igienica la
fica, per questo motivo la mia fava non riuscì ad entrare del tutto.
Torniti a letto, chiesi perché aveva istruito la vagina, con la carta igienica.
In risposta……. Per non rimanere incinta.
Senza più parlare, spense la tv per dormire.
La mattina verso le dieci io andai in piscina, lei scese dalle scale di servizio, per tornare
al suo banco di vendita.
Ugo era in piscina, vide me e il barilotto andar via, per le scale di servizio.
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Apriti cielo, prese a sfottermi alla grande, a come ero riuscito a scopare una donna così;
a come ero uscito vivo da quel peso.
Ridendo dissi, io stavo sopra, dissi, che avevo scopato una fica diversa, come se la
fessura fosse stata orizzontale e non verticale. Gli raccontai tutto. Ugo da buon toscano,
non si lasciò sfuggire l’ occasione di informare Giuliano, il (postino) Immediatamente prese
il cellulare.
L’ informò della mia avventura, aggiungendo, altre cose del suo……
…… una bombolone ha tenuto in ostaggio il comandante con “ lavori in corso”, per
tutta la notte.
Per rompere la monotonia di Pattaya, decidemmo di andare tre giorni a Hong Kong con
ritorno uno Stop Over per tre giorni a Singapore. Avvisammo la direzione dell’ albergo
della nostra assenza e partimmo.
Ugo acquistava da matti, specialmente i telefonini, io comprai qualcosa.
Passammo una settimana sempre di corsa; per vedere più cose possibili.
Ugo assisteva stupito alle mie discussioni con i tassinari, ogni volta che ne prendevamo
uno, una discussione alla partenza e una lite all’arrivo.
Finalmente ritornammo a Pattaya.
La sera rientrai dopo essere stato al ristorante Luna, la cameriera non seppe dirmi niente di
Bee, ordinai qualcosa, poca roba.
Al mercato vicino l’albergo comprai bevande e molta frutta, lasciai un casco di banane alle
ragazze della reception e via di filato a letto. Era appena le nove di sera.
L’ultima settimana la passai andando a rimorchiare nelle discoteche.
Una sera intorno alla mezzanotte, ero alla biglietteria della discoteca, aspettando il mio
turno per fare il biglietto e acquistare i coupon per il bar. notai fuori della fila una coppia
di giovanissimi thailandesi, lui magrolino, mingherlino, vestito con abiti abbondanti di
taglia; lei più alta, magrissima, vestita molto attillata, sia del pantalone che del gilet. Non
portava altro addosso. Il petto era appena pronunciato, ma sodo, i capezzoli appena coperti
dalla stoffa, si vedeva solo quando si chinava in avanti. Doveva o voleva fare l’
indossatrice. La faccia era “marcatamente”, truccata, vistosamente, la rendeva ancora più
scheletrica. ( slim, ) Tutte e due avevano i capelli color carota. Lunghi.
Soliti ragazzi vestiti per passare la serata in discoteca, a ballare e farsi notare per
l’ abbigliamento eccentrico.
Stavano racimolando i soldi per i biglietti, contavano anche gli spiccioli.
Si misero in fila dietro di me.
Volevo divertirmi, volevo anch’ io essere originale come lo erano quei due.
Alla cassa, acquistai 4 biglietti d’ ingresso e 6 coupon per bar; mi feci da parte per far
passare gli altri…….. tirai fuori dalla fila i ragazzi, mostrando e consegnando due biglietti
d’ ingresso disco; rimasero a guardarmi, senza parlare, senza prendere i biglietti.
Dissi che oggi era il mio compleanno, volevo festeggiare ed essere generoso con il mio
vicino. I vicini erano loro.
Presero i biglietti ringraziandomi più volte con le mani congiunte alla bocca.
Feci notare che avevo anche i coupon bar.
Dopo una oretta, eravamo amici. Avevamo un tavolo vicino alla pista da ballo. Io non
andavo a ballare, loro, sì…… a volte a coppia, a volte solo lui, a volte sola lei.
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Verso le due, diedi i soldi al ragazzo per andare a comprare altri 6 coupon bar.
I ragazzi mi trattavano con rispetto e pieni di attenzione.
L’ euforia della serata a sbafo, la musica, il ballo e l’ alcol, erano felici e contenti.
Specialmente la ragazza; mi chiedeva come mai solo……e tante altre cose.
Visto la disponibilità dei due,……. Ad assecondarmi per farmi stare bene,……. Dissi,…..
Questa notte ho bisogno di una ragazza, naturalmente, voglio pagarla 500 baht, per scopare
……, conoscete qualcuna da portare in camera, alloggio al Mike Hotel.
I ragazzi cominciarono a parlare in Thailandese, il ragazzo parlava meno, il discorso della
ragazza era molto lungo e vivace. Io ascoltavo con interesse, anche se non capivo nulla di
quello che dicevano.
Spesso mi si rivolgevano in Inglese per dirmi che stavano valutando la mia richiesta.
La discoteca chiudeva alle ore 5, mancava meno di mezz’ora alla chiusura. I coupon erano
finiti, come pure i beveraggi.
Tra poco saremmo dovuti uscire.
Così avvenne,…… uscimmo tutti e tre. Appena fuori feci un respiro profondo di aria sana.
Fu la ragazza a parlare,…… Mari,ò…… vengo io a stare con te. guardai lei con
soddisfazione, poi guardai lui negli occhi, …. Con un cenno del capo a significare un sì,
senza aprir bocca.
Salutammo Lui, noi andammo ai taxi per ritornare in albergo.
Mancava poco alle ore 5, quando entrammo in camera.
In bagno feci uscire acqua calda per riempire la vasca. Ci spogliammo con lentezza,
guardandoci negli occhi.
Anche quando entrammo nella vasca, quasi, piena d’ acqua bollente, ci guardavamo fissi gli
occhi. Lavandoci a vicenda scoprii la perfetta forma dello scheletrico corpo di lei.
Restammo a mollo, finchè l’ acqua non divenne fredda. Ci asciugammo e via sul letto.
Era supina sul letto, pietrificata, i miei preamboli d’ amore, non la scuotevano.
Mi sembrava di avere una ragazza pronta al sacrificio.
Mi misi di fianco, facendomi guardare in faccia,…… se vuoi, puoi possiamo non fare all’
amore, i 500 baht, te li do ugualmente.
Non rispose. Mi tirò sopra di lei, aiutandosi con una mano a infilarsi il pene nella fessura.
Non ci fu preamboli d’ amore, non ci fu toccamenti, non ci fu riscaldamento corporale, mi
prese “quasi” a secco.
Inizialmente non fu cosa facile per tutti e due. Asciutta com’ era e con le ossa del pube
che mi sbattevano contro, mi rendeva difficoltoso possederla come avrei voluto.
Forse, non era abituata ad essere scopata da una fava,…… doveva aver preso sempre dei
piselli. Oppure si era sacrificata per il Dio denaro. Non mi feci scrupoli, SLIM mi
piacque subito appena vista in discoteca. Tramai bene la storiella per agganciarli.
Si era sciolta, ora era lei che si muoveva sotto di me. Tenendomi con i piedi
incrociati al mio posteriore e le mani serrate alla mia schiena, cercando di baciarmi in
bocca.
Alle dieci ci svegliammo, lei andò via con cinquecento baht; io mi recai in piscina.
Palla aveva fatto amicizia con Ugo, lo intercettava, lo fermava, lo supplicava di parlare con
me, voleva stare ancora insieme.
Ugo da buon ruffiano mi martellava continuamente tutte le mattine quando eravamo in
piscina, di parlare con Palla.
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Dopo aver conosciuto SLIM, per me era impensabile giocare ancora con Palla.
Un altro giorno è passato, mi sento riposato e felice. Dopodomani riparto, non lascio
rimpianti sentimentali. Ho avuto diverse soddisfazioni corporali. Questo mi basta, a tirare
avanti per un intero anno..
Come al solito, la giornata la passai con Ugo in piscina, poi con uno spuntino, pennichella,
passeggiata, cena.
Da un po’ di tempo, è mia abitudine, dopo cena, tornare in albergo, a fare un riposino
Quando comincia la digestione mi viene stanchezza e sonnolenza. Mi bastano un paio di
ore per sentirmi bene in forza. Intorno alle ore 22,30 – 23 esco per andare a “ zonzo”.
Erano le ore 22, sentii un leggero bussare alla porta della camera, mi misi un telo da
bagno attorno al corpo e andai ad aprire.
Sulla porta c’ era SLIM, vestita in pantaloncini corti molto ampi e camicetta gialla anch’
essa larga, fuori da pantaloni, a maniche lunghe ripiegate.
Non portava un minimo di trucco, era acqua e sapone, i capelli lunghi nerissimi.
Bella,…… bellissima, viso sorridente, gli occhi, anch’ essi sorridevano,… nerissimi, lucenti,
erano due sottili fessure. Il viso rotondo, il naso piccolo, la bocca grande, le labbra grosse,
carnose, gonfie…….. il resto del corpo non descrivibile.
La faccio entrare, richiudo la porta, Slim si siede sul letto, io vicino a lei.
Senza preamboli, mi prende una mano dicendomi,….. Hyaci voglio fare l’ amore con te.
Rimasi sbalardino e lusingato da tale richiesta.
In una frazione di millesimo di secondo pensai che forse aveva bisogno di altre 500 baht,
no….., forse gli era piaciuto scoparmi……
no….., altri pensieri mi vennero in mente, li scartai subito.
…………………………….in inglese il vocabolo Slim, oltre a significare, magro, sottile, ecc.
Indica anche astuzia, furbizia, scaltrezza, persone senza scrupoli.
………. Ma chi se ne frega……, Slim era disponibile, piacente, desiderabile.
Risposi abbracciandola con una sola parola…… anch’IO.
Com’era cambiata Slim, seppe far valere i suoi istinti primordiali di femmina.
A mezzanotte, come Cenerentola, scappò da me, appena il tempo di darle 500 baht e dirle
che nel pomeriggio di domani sarei ripartito.
Anche quest’anno avevo trascorso il mio mesetto di vacanza.
05 febbraio 2009
^^^^^^^^^^^^^^^^^^
Arrivai a Bangkok la mattina del 06 febbraio alle ore nove, avevo volato con la
compagnia Q8 a basso costo, con il taxi mi trasferii a Pattaya, alle ore 11 a m, ero a letto
al solito albergo. Ugo sarebbe arrivato il 10 febbraio.
Mi svegliai nel tardi pomeriggio, una camminata esplorativa qua e là per i centri
commerciali, verso le otto andai al ristorante Luna, nessuno seppe dirmi dove era finita
Bee, ritornai in centro a piedi, camminando piano, piano per il lungomare. Al centro
commerciali TOP, comprai due di pesci freschi, mi li feci cuocere a BBQ.
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Aspettai una mezzoretta per cenare.
Non so se per fame, i pesci diversi tra loro erano tutti e due squisiti.
Ritornai in albergo per il riposino, invece ci rimasi fino al mattino. I tempi di recupero
forze si stava allungando.
Solita vita, mattinata in piscina, un pasto fugace, pennichella e passeggiata.
Verso le cinque del pomeriggio mi trovai alla panchina delle mie conoscenze prostitute,
gran festa nel vedermi, come mia abitudine sganciai 100 bath, incaricando la più giovane
ad andare a comprare i gelati.
Nel gruppetto si fermò a parlare una ragazza di circa 35 anni, simpatica, pulita, sorridente,
una bella figura, vestita anche bene.
Mi intromisi nei lori discorsi nel mio stentato inglese. Seppi che la nuova venuta, faceva
parte delle nuove regole.
Mi spiego meglio: da un po’ di tempo a questa parte, con l’avvento della dilagante e
concorrenziale prostituzione dei travestiti, le donne si sono assunti diversi ruoli.
Prima, si “andava a puttanare” , trovavi una prostituta, trattavi il prezzo e le prestazioni,
pagavi e finiva.
Oggi ci sono ancora questa categoria di prostitute, una minoranza.
Molte donne si sono evolute,…… “vendono amore”.
Sono accompagnatrice.
Sono hostess. Sono fidanzate.
Sono mogli.
Sono amante.
Sono amiche.
Sono segretaria.
Sono infermiere.
Sono badante.
Altre, le più richieste, quelle che si spacciano per figlie.
Dicono che gli uomini impazziscono quando scopano con una ragazza e lo chiamano
“papi” …. Si papi, ti voglio papi.
Queste donne si adattano al ruolo in modo perfetto, sono delle attrice molto brave, mi
dicono che molte ragazze non recitano la parte ma, la vivono.
Incuriosito da questo apprendimento, ho chiesto alla nuova venuta che ruolo le era più
congeniale, quale recitazione la soddisfaceva di più.
Ridendo mi disse che le piaceva fare la “badante” o la infermiera, a persona insufficiente
autonoma.
Chiesi qual’era il costo delle sue mansioni.
Con franchezza e naturalezza, mi disse che lei non lavorava a giornata ma, a “decade”
prendeva dai tremila a cinquemila bath, pagamento metà all’inizio e saldo alla fine della
decade.
Il contratto è rinnovabile, trattando di nuovo il prezzo.
Senza ripensamenti, senza riflettere, dissi…. ti impegno per dieci giorni, come “Badante” ,
a tremila bath.
Mi guardò fisso negli occhi, le miei amiche della panchina cominciarono a parlarle fitto,
fitto, forse, gli dicevano di accettare.
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Dopo un lasso di tempo considerevole, accettò.
Subito di fronte a tutti, gli versai 1500 bath.
Salutammo tutti, andandocene per i fatti nostri.
Immediatamente mi prese sottobraccio per aiutarmi a camminare, per sostenermi, decisi di
contribuire al ruolo per cui l’avevo assunta.
La mia camminata, ultimamente è un po’ affaticata, per via di una caduta dalla scala, il
bacino mi si è spostato andando a comprimere il retto.
Sforzandomi di camminare correttamente ho dei dolori, se cammino un po’ barcollando non
sento niente.
Quindi, decisi di camminare come se stessi navigando.
Subito mi disse, sono ….Miss Cloud, ( pron..klaud) signorina Nuvola, questo è il mio
nome, mi chiami sempre con rispetto. ( dovevo, dire per piacere o per favore, e sempre
ringraziare.
Me lo “impose” seriamente, accertandosi che io avessi afferrato il concetto, per la buona
convivenza.
Risposi si….. certamente.
La serata la passammo passeggiando sul lungomare, sempre, tenendomi sottobraccio o
facendomi passare il mio braccio sulle sue spalle per sostenermi meglio.
A tardi serata andammo a cena.
Di sua scelta, entrammo in un supermercato alimentare, si sceglieva il prodotto che si
voleva mangiare lo si acquistava e lo ci faceva cucinare in tre modi diversi : bollito, fritto
o arrosto.
Si sceglieva le salse, si portava tutto in un tavolino prendendo le bevande al banco frigo.
Il costo era sui 250 bath per tutti e due, tanto quanto ne spendevo da solo.
A fine cena espressi il desiderio di andare al cinema, mi chiese se volevo andare con il
taxi collettivo o a piedi. Dissi a piedi.
Piano, piano, arrivammo al centro commerciale dove c’era il multisala, dissi che lasciavo a
lei la scelta, scese un film Americano parlato in Inglese, con scritta Thai.
Capii abbastanza, grazie alle immagini, mi divertii.
Era quasi mezzanotte, quando ritornammo in albergo, la ragazza alla reception mi
consegnò la chiave, un’altra ragazza registrò il documento d’ identità di Miss Cloud.
In camera mi fece sedere sul letto, andò in bagno a preparare l’acqua calda, ritornò da me
aiutandomi a spogliare di tutto.
Nudo mi accompagnò con delicatezza ed attenzione dentro la vasca, mise il sapone da
bagno facendo muovere l’acqua per fare tanta schiuma.
Uscì dal bagno per rientrare poco dopo, con attorcigliato al corpo il telo da bagno, si
intravedeva gli slip e reggiseno.
Con una salvietta da bidet cominciò a strofinarmi per bene in tutto il corpo, nulla escluso.
Non sono uno zombi, il mio “coso” reagì ai suoi “toccamenti”, Miss Cloud, seduta sul
bordo della vasca piegata in avanti, lasciava intravedere gli slip e buona parte del bel e
grosso seno.
La badante, sembrava, non farci caso che il pene era ben alto, svettante,…… continuava i
suoi massaggi su tutto il corpo, indifferente , a quella vista.
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Il mio bastone di carne, fuoriuscita dalla schiuma.
Ero a digiuno sessuale da un anno. Mi sentivo come si sente un toro, a vedere il rosso.
Il pene doveva essere veramente molto sporco, perché necessitò l’abbandono del tovagliolo
e lavarlo a mano.
Uno schizzo gli arrivò fino al viso, altri si mischiarono con l’acqua e sapone.
Non ci fu alcun rimprovero, non si offese, per l’ increscioso incidente. Il suo viso non fece
una “ grinza “ non una espressione per l’ accaduto. Continuò impassibile il suo compito.
Scaricò tutta l’acqua della vasca, messomi in piedi, con il sifone della doccia mi sciacquò
per bene.
Non una parola, non un sorriso, niente era successo.
Dopo una accurata asciugatura, mi condusse a letto. Mi chiese quali e quando dovevo
prendere le medicine che stavano sulla scrivania.
Con pazienza certosina scrisse gli orari sulle scatole.
Senza dire altro prese una pasticca su ognuna delle due scatole e la bottiglietta dell’acqua
minerale, attese che li ingoiassi, poi preparò la bustina delle erbe del famoso Padre Rat,
lei rise, accennando con la testa ad un sì.
Prese due bicchieri ne mise una bustina per parte riempiendo i bicchieri di acqua minerale.
Una bustina per me, e una per lei.
Ci mettemmo a vedere la TV, dopo un po’ io mi misi a leggere un libro, ne avevo
portati una ventina.
Miss Cloud mi accese la luce del comodino e spense quella grande, mettendo al minimo
l’audio.
Lessi per quasi un’oretta.
La mia Badante si alzo prese il bicchiere con la bustina strizzandola per bene e me la
portò a letto. Bevvi il liquido tutto d’un fiato. Così fece anche lei.
Mi rimisi a leggere, il sonno mi prese alla sprovvista.
Mi svegliai che la stanza era buia e silenziosa, Miss Cloud dormiva con il lenzuolo fino
al collo.
Piano, piano, per non svegliarla, andai in bagno a fare pipì.
In silenzio mi rimisi a dormire.
Di solito, la notte mi alzo ogni ora per andare in bagno, dovette accorgersi di questa
mia necessità. Sono le medicine che mi fanno orinare spesso.
Il mattino ci svegliammo verso le otto.
Mi accompagnò in bagno, lasciandomi solo.
Una ventina di minuti dopo, uscii, cominciai a prepararmi la colazione,….
per citofono la colazione al ristorante dell’ albergo.
lei
ordinò
Mentre lei aspettava il suo pasto, io facevo la zuppa nel caffè/latte, ….. nel frattempo mi
preparò le due medicine che dovevo prendere alla mattina.
Mi riempì un bicchierone di succo di frutta che mi sarebbe servito per ingoiare le
pasticche.
Consumammo la colazione insieme, lei aveva la sua ciotola di riso fritto.
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Alle dieci dissi che sarei andato in piscina, lei poteva venire con me o restare in camera
oppure andare via, tanto fino alle ore 14 non sarei tornato in camera. Optò per venire con
me in piscina.
Mi misi il costume da bagno con sopra il telo da bagno, la piscina era a circa 10 metri
dalla camera sullo stesso corridoio.
In piscina Miss Cloud mi sistemò il telo sul lettino da sole, così fece lei vicino a me.
Lei indossava pantaloncini corti e maglietta.
Passammo la giornata come io ero abituato, piscina con diverse nuotate, solarium, altri
bagni altro sole.
Verso le ore 13, lei si era fatto portare una zuppetta e solito riso.
Alle due tornammo in camera, sempre e continuamente sottobraccio a me, per sostenermi.
In bagno mi fece entrare nella vasca, mi diede una lavata veloce con lavaggio dei capelli
con lo shampoo, mi asciugò delicatamente e mi riaccompagnò in camera. La mia nudità
non era notata.
Preparai come sempre il mio pasto, Miss Cloud mi preparò le medicine da ingoiare.
Tutto normale e tranquillo. La mia pennichella fu, come al solito di un paio di ore, alle
cinque uscimmo per fare quello che facemmo il giorno prima, come la sera prima, come
la notte prima. Compreso il bagno con relativo massaggio al pene. Anche questa volta non
le sputai in viso, perché non venni.
Il mattino tutto come prima, ci sistemammo in piscina a prendere il sole.
Una mezzoretta dopo una voce baritonale gridava, comandante sono arrivato alle sette.
Avvicina dosi a me, cominciò a parlare del viaggio, ogni tanto dava una occhiatina alla
ragazza vicina che stava prendendo il sole, con pantaloncini corti e maglietta.
Non sapeva che era la mia badante.
Ugo parlava e parlava, mi chiedeva di Giuliano, poi mi chiese se avevo visto in giro per
Pattaya i suoi amici.
Frequentemente sbirciava la ragazza. Forse aveva pensato ad una turista alloggiata, in
albergo.
Miss Cloud non prestava attenzione a noi, continuava a leggere il suo libro, io facevo le
mie nuotate.
Ugo ricominciava, ripetendo quello che aveva detto poco prima. Sempre più spesso
guardava la ragazza sul lettino intenda a leggere, all’ ombra.
Verso l’una arrivò il pasto per Miss Cloud, la ragazza, senza mai parlare si mise a
mangiare.
Ugo mi suggerì di attaccar bottone, dicendo forza comandante, via “all’arrembaggio”,
abbordala, è sola.
Io me la ridevo alle sue parole, non sapeva, non immaginava che la “ragazza” era con
me.
Non c’era motivo di pensarlo, non avevo mai parlato con miss Cloud.
Ugo non smetteva di incitarmi di andare all’assalto, mi magnificava, il bel sedere, il
prosperoso petto, la bella e grande bocca, il viso pulito.
Io lo ascoltavo silenziosamente e lui ripeteva quello che mi aveva appena detto.
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Finalmente arrivo l’ora di andare via. Mi alzai dal lettino, mi misi le ciabatte, stessa cosa
fece Ugo, era nostra abitudine andare via verso quell’ ora.
Miss Cload, fulminea si alzò, messasi le scarpe, ritirò i teli da bagno e venne a prendermi
sottobraccio per sostenermi nella camminata.
Ugo rimase a bocca aperta, paralizzato, non dissi una parola. Camminavamo tutti e tre,
lungo il corridoio, per tornare alle nostre camere, io la badante e Ugo.
Arrivati alla porta della mia camera Miss Claud l’ aprì, lei aveva la chiave della camera.
Mi fece accomodare sul letto, prima di andare a chiudere la porta.
Ugo era sull’uscio a bocca aperta, sbottò in un fiume di parole, entrò, si sedette sulla
poltroncina in attesa che io parlassi, che lo informarsi dettagliatamente.
La badante, si era ritirata in bagno.
Gli spiegai tutto. Ascoltò attentamente, poi alzandosi dissi…… devo telefonare a Giuliano.
Tira fuori il cellulare e parla, parla con Giuliano, raccontando tutto e di più.
Il resto del pomeriggio, come la serata la passammo come i precedenti giorni.
Al solito bagnetto, il mio “coso” reagiva mettendosi sull’ attenti. Tutto lì.
Non volevo sprecare la linfa della vita, nell’ acqua calda.
La notte la trascorsi come sempre, alzandomi spesso per andare in bagno.
La mattina, dopo colazione, prima di andare in piscina, le diedi 1000 bath dicendo
comprati un Bikini. ( costume da bagno a 2 pezzi).
Alleluia, un bel sorriso e una casto bacio sulle guance a significare che era quello che gli
ci voleva. Avevo letto il suo pensiero.
Mezzora dopo tornò con la borsa degli acquisti, io ero già pronto per andare in piscina,
avevo addosso solo il costume da bagno. lei vuotò la borsa sul letto, c’era un paio di
ciabattine, un pantaloncino e il bikini.
Come se fosse stata sola, si svestì, di tutto, rimanendo nuda, era la prima volta che la
vedevo vestita di sola pelle, aveva un corpo veramente ben fatto, la guardavo, la fissavo,
scrutavo ogni parte del suo corpo. Le mammelle erano ben sollevate, come il sedere era
alto.
Lei attenta a provarsi il bikini, non alzò mai lo sguardo verso di me. Non si accorse o
fece finta di non accorgersi che io stavo sbavando per la visuale di questo spettacolo.
Indossato il costume e calzate le ciabattine, attorcigliatosi il telo; mi prese sottobraccio per
andare in piscina, prima di uscire mi fissò il telo addosso a me,
Si era accorta che un grosso gonfiore deturpava, il mio basso ventre.
Non commentò, né si scusò che con il suo atteggiamento mi aveva “traumatizzato”.
Ugo era già in piscina, appena ci vide, cominciò a sbraitare, dicendo che aveva informato
Giuliano che mi ero assunta una badante e poi mi rimproverava che i lavori in corso si
fanno di notte e non al mattino, ero in ritardo di mezz’ ora.
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Per una settimana tutto filo come i giorni precedenti, sempre accorta a tenermi l’ uccello
pulito, io mi sforzavo e, ci riuscivo a non venire.
Penultima nottata, il contratto scadeva dopodomani mattina, come sempre, ero disteso
dentro la vasca con i piedi sopra il bordo della vasca, per farmi lavare, mi ero portato un
vasetto di Yogurt, mentre mangiavo, gustando la deliziosa crema, Miss Claud, mi lavava e
strofinava tutto il corpo, il suo accanimento a pulire bene il muscolo,… reagì, …. piano,
piano si alzò allungandosi e ingrossandosi, io cercavo di non pensarci, mi concentrai sul
yogurt che cucchiaino, dopo cucchiaino gustavo quella cremosità, sporcandomi baffi e
bocca e barba. Un po’ per maliziosità, un po’ per il movimento del corpo, il cucchiaino
non sempre mi entrava in bocca.
Miss Cloud, guardava la mia faccia spiaccicata di crema, poi fissava il pene
maneggiandolo con cura e delicatezza, quasi con adorazione per il mio salamino.
Da seduta sul bordo della vasca, si inginocchiò sul pavimento, smaniava, aveva il fiatone,
il suo viso era troppo vicino al mio basso ventre, il suo telo si era un po’ allentato, non
aveva ne slip ne reggiseno. Guardava con occhi fissi, calamitati sulla sua mano che mi
carezzava delicatamente il pene, ……. senza guardarmi in faccia, come se volesse parlare a
quel bastone che aveva tra le mani, …sbottò pianissimo …….. Mariò Fuck my, “ Mario
fottimi,
Io continuavo a gustare il mio yogurt, senza guardarla, senza alcun mio movimento, dissi…
Self you, serviti.
Che scena straziante successe, ….. si alza esce dal bagno si butta sul letto a pancia in giù,
un pianto singhiozzante, forte, .. mi alzo dalla vasca tutto nudo, con la schiuma da bagno
ancora addosso, poso il vasetto vuoto del yogurt, mi metto disteso sul letto accanto a lei,
la giro lentamente su un fianco, con la faccia verso di me.
Mai visto piangere così una persona, le lacrime copiosamente venivano giù a torrente,
bagnando il volto, collo, petto, e ancora più giù.
Il telo da bagno era tutto aperto davanti, la vista, la bella vista, non fu ignorata dai miei
occhi.
Una lotta impari per prevalere l’uno sull’altra, per accaparrarsi il miglior godimento.
Un amplesso esplosivo il nostro.
Miss Claud marchiò la mia schiena con le sue unghiate.
Ci addormentammo così, io con ancora la schiuma da bagno attaccato alla pelle, lei con il
telo sotto il corpo, impiastricciato dai suoi umori e dal mio sperma.
Il ciclo della badante finì, ora non ero più il suo assistito ero il “suo amico”
In piscina ci sdraiammo sui lettini che unimmo, per stare vicini, vicini, faccia a faccia.
Ugo arrivò, trovandoci quasi corpo a corpo, dopo il buongiorno disse devo telefonare a
Giuliano per informarlo che il comandante ha colpito ancora.
Non ci fu bisogno di un parlare, un tacito rinnovo a stare insieme fu sancito dalla voglia
di stare assieme, di giorno e di scopare alla grande di notte.
Ora le nostre passeggiate avvenivano mano nella mano, come due fidanzatini e, non come
sostegno della mia persona.
Ridendo e scherzando, quando passavamo davanti alla panchina delle mie amiche prostitute,
pagavo i soliti gelati; Claud, non più Miss, si intratteneva a parlare con loro, parlava di
me, alle sue amiche, parlava bene di me, tutte mi guardavano con apprezzamento.
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Claud mi stringeva la mano tirandomi a se, sorridendomi molto teneramente.
Credo che Claud abbia raccontata questa storia a moltissime persone sue amiche e
colleghe.
Restammo insieme fino alla partenza. Ugo tempestava di telefonate Giuliano che il
comandante si era innamorato della propria badante.
Un duro e lungo anno era davanti a me.
La notte, quando andavo a dormire, accendevo la televisione, non tanto per sapere le
notizie, per queste,…… leggevo i giornali, appena arrivavano in edicola, la mattina presto.
Guardavo la TV, per addormentarmi e pensare.
Spesso pensavo alle donne incontrate nell’ anno in corso,…… mi ritenevo fortunato di aver
conosciuto e avuto, come le desideravo…….. strane come me. Ho sentimenti di simpatia
per queste ragazze. Good feeling….. li trovo sensibili, sincere, emozionanti, eccitanti.
Mi ammaliano,….. mi affascinano,……. Mi seducono,…… si sottomettono alle emozioni.
Sono queste le persone che cerco, sempre, di incontrare. Difforme dal consueto o
normale comportamento, senza motivo di perplessità per una vita propria.
Persone normali, comune, è un genere che non mi interessano, non mi dicono niente;
non c’ è felling con loro.
Il mondo è pieno di persone normali.
Forse è per questo che sono ancora single. ( solo).
10 febbraio 2010
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Presi un volo diretto con la compagnia aerea Thai.
Arrivai a Bangkok in orario, il trasferimento in taxi a Pattaya, solito alloggio al Mike,
riposino prolungato fino alle ore 17. nel consegnare la chiave alla reception mi
informarono che il mio amico Ugo era arrivato il giorno prima, la sua camera era 608.
Facendo la solita passeggiata sul lungomare, mi fermai alla fontana, il raduno degli
Italiano, Ugo era lì seduto in compagnia di quattro/cinque suoi amici. Ci salutammo
affettuosamente, poi insieme proseguimmo la passeggiata fino alla fine del lungomare. Mi
chiese di Giuliano, perché non veniva, mi chiedeva se la “sua bella” era gelosa.
All’ora di cena ci separammo lui andava con i suoi amici a mangiare in un ristorante a
Buffett al prezzo tutto compreso di 200 bath. Non mancò di informarmi che i suoi amici
ci andavano una sera si e una s era no, si presentavano affamati, spazzolavano alla buona
tutto quello che potevano ingoiare.
Ogni mattina io e Ugo ci ritrovavamo in piscina, lui mi aggiornava di tutto quello che
aveva fatto insieme ai suoi amici, io, tra un bagno e l’altro lo stuzzicavo a farmi dire
anche i particolari.
Spesso lo rimproveravo che si era scelto una compagnia con poca moralità.
Le mie passeggiate per il lungomare erano giornaliere, non mancavo mai di salutare
“fattivamente” le mie conoscenti prostitute, sedute nella panchina solita, ormai ci contavano
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alla mia offerta del gelato.
Non mancavano di informarmi che una tizia era così, una caia era colà. Mi informarono
che Cloud si era fidanzata ufficialmente con un francese.
Il gruppetto della panchina erano miei Fans.
Mi volevano per forza vedermi accasato con qualcuna delle loro conoscenze.
Sono cambiato, non me la sento di sopportare, di convivere, di ospitare una donna in
camera, più di quel tanto che basta,…….. né di frequentare la stessa per più di un paio di
incontri.
I tempi di ricarica si sono allungati, il sesso non è più una priorità.
Preferisco poco e bene. Due volte alla settimana è l’ideale, se vengo “maneggiato” con
cura.
Sono tornato al ristorante la Luna, un cartello diceva “ sotto nuova gestione, cucina
italiana”
( Under new menagement, Italian Foods).
Tutto cambiato,….. pure la cameriera.
Le mie cene sono sempre ai centri commerciali, acquisto il prodotto e me lo faccio
cucinare.
Ultimamente sono interessato ai saloni di massaggio, quando vedo una ragazza che mi
piace, cerco di intrattenerla, parlando e offrendogli da bere, se sono in forze, gli dico
subito quello che voglio e, quanto sono disposto a spendere. Sempre se la ragazza è
apparentemente diversa.
Da una ragazza normale, mi faccio fare un massaggio ad olio, non voglio altro, anche
se spesso mi viene offerto prestazioni aggiuntive con costi extra.
Normalmente il massaggio dura un ora, costa sui 250/300 bath.
Il massaggio a olio si fa nudo, in tutto il corpo, niente escluso.
Nel massaggio con l’ extra, avviene plasmando, con l’ olio di canfora, il basso ventre,
frizionano il pene e testicoli, l’ olio sviluppa calore, te ne vieni “sputando” anche
l’anima, su un tovagliolo che ha a portata di mano. Questo esercizio costa dai 200 ai
300 baht.
Una volta alla settimana, mi tolgo questo sfizio, sempre cambiando salone.
Ultimamente, ho notato che coppie entrano insieme a farsi massaggiare, hanno scoperto
“ l’elisir “ dell’infuocato godimento. Le donne occidentali sono le più frequentatrice di questi
centri di benessere. Tirano con forza i loro accompagnatori ad entrare.
Ugo è sempre presente in piscina, non vede l’ora di parlarmi di tutti e di tutto, è un
piacere ascoltarlo una prima volta, il ripetere della stessa cosa che annoia, non si accorge
che è molto ripetitivo.
Le mie nuotate continuano a sbalordirlo, mi dice che nessuno a mai fatto le mie vasche.
Tutti, chi più di meno, dopo una diecina di minuti escono.
Non si stanca mai di ripetermi che l’anno scorso ho fatto 40 vasche, pari a 2 km, in poco
meno di una ora.
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Su questo argomento prende il cellulare e telefona a Giuliano. Aggiungendo anche del suo.
La città di Pattaya era invasa da turisti cinesi di Taiwan e sud Coreani, in occasione del
capodanno cinese. Tutti i locali erano piene di uomini e donne a godersi la vacanza.
Era intorno alla mezzanotte quando andai in discoteca “ marinà “ per cercare di
rimorchiare, qualche stranezza.
Mi appostai nelle vicinanze del bancone bar, a scrutare le avventrici, appollaiate sugli alti
sgabelli a consumare le loro bevande.
Non c’ era nessuna particolarmente interessante. Restai in osservazione per quasi una
mezz’oretta, quando notai due donne, dall’ apparente età di 30/35 anni, dall’ aspetto
Teutoniche, razza nordica. Alte, possenti, biondissime. Spiccavano di almeno 30/40
centimetri al di sopra delle tante teste nere, allineate al bancone bar.
Decisi che quelle erano da “ cacciare “. Restai in attesa che si liberasse un posto al
loro fianco, per sistemarmi accanto a loro.
L’ attesa non fu lunga, si liberò il posto, in un baleno occupai lo sgabello.
Appena la mia vicina mi guarda, sparai in Italiano,…… tutto bene. !!... La mia vicina
rispose con alles guten ( tuto bene) in tedesco.
Avendo tra le mani, bene in vista, i 5 coupon acquistati alla cassa, chiesi al barista una
brodaglia di caffè liofilizzato (Nescafè) offrendo alla mia nuova conoscente da bere.
Accettò, senza nemmeno ringraziarmi.
La sua amica era sempre in pista a ballare, di tanto in tanto si avvicinava al bancone
bar per bere un sorso.
La mia vicina non ballava, in tedesco misto all’ inglese mi fece capire che non sapeva
ballare, gli piaceva veder ballare. Anch’io dissi che preferivo vedere……
il nostro colloquio avveniva che io parlavo Italiano misto all’ inglese, lei parlava
Tedesco misto all’ inglese. Non capivo tutto, abbastanza per stare insieme seduti sui
sgabelli a guardare ballare e bere.
Dopo un’ oretta, sparai se volevamo uscire per mangiare un hot dog, prendere una
boccata d’ aria e poi rientrare. Disse subito di sì,…… informò l’ amica che usciva con
me per un spuntino. La danzatrice non perse l’ occasione, voleva che le portassimo
qualcosa anche a lei.
Fuori dalla discoteca, c’ erano tanti carrettini a cucinare di tutto.
Prendemmo 2 panini con salciccia e due piccole birre. Ci sedemmo su una panchina
di fronte al mare.
Prima di rientrare in discoteca acquistai 3 hot dog, 2 per noi e una per la ballerina.
Andavamo alla grande, la donna accettava i miei “ avances “, ci tenevamo sempre più
vicini.
Vicino alla pista da ballo, erano sistemati dei tavolinetti bassi con poltroncine. In una di
queste, c’ era una comitiva di sud/coreani, ragazzi e ragazze, tutti giovanissimi, come la
accompagnatrice del gruppo di nazionalità Thailandese.
Questa ragazza, parlava al gruppo, ma sempre con gli occhi fissi su di me.
Mi metteva in imbarazzo con la tedesca. La mia nuova conquista, si era accorta di questa
ragazza che sfacciatamente, insistentemente, mi fissava.
Cercavo di non guardarla, era più forte di me.
Specialmente quando andava a ballare, capelli neri, lunghissimi, occhi a mandorla, neri,
vestiva con un pantalone nero a zampa di elefante, attillato al bacino, giacca nera con 4
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bottoni, al collo una farfalla anch’ essa nera. Sotto la giacca non portava nient’ altro. Il
minuscolo petto, era passabile anche per un ragazzotto.
Mi calamitava,…… comunicava con me, come se fossi un corpo di proprietà, sottoposto a
magnetizzazione, capace attrarre sostanze celebrali.
La Tedesca cominciava a dar segno di nervosismo, non accettava questa situazione.
Non parlavamo più, guardava me che guardavo la ragazza, guardava la ragazza che
guardava me. La mia vicina era visibilmente adirata, incollerita, sdegnata, insofferente, una
reazione risentita, vicino alla collera. Era impermalita. Era più che valido l’ apprezzamento
risentito di disapprovazione e di biasimo.
La sconosciuta, sempre, o a ballare o seduta, aveva occhi solo per me.
Sfrontata, per nulla importarsi del comportamento non consono ad una
accompagnatrice, di escludere il gruppo per manifestare interesse ad uno sconosciuto.
Le ragazze del gruppo, cominciarono anch’ esse a guardare me e chiedere a lei.
L’ atteggiamento di costei, superava la buona educazione e professionalità, il
comportamento improntato a spregiudicatezza, insolenza, imprudenza,
La Tedesca si alza va in pista a parlare con l’ amica, torna da me, in tedesco mi insulta
in tutte le lingue, ed esce dal locale.
Rimango impassibile, le offese ricevute, non mi toccano profondamente. Ero sempre più
attratto dalla simpatia di questa giovane ragazza, che continuava a fissarmi spavaldamente,
incurante delle proteste del gruppo, specialmente dei ragazzotti.
Il gioco si era fatto divertente, cercavo di ricordare chi cazzo poteva essere questa bella
figliola. Non volevo andare da lei, a chiedere se ero proprio io l’ oggetto del suo interesse
o mi aveva scambiato per qualcun’ altro.
Più di un paio di ore era durato il nostro idillio incantato.
Capitolai, andai in mezzo al gruppetto, salutai tutti in Italiano, mi fermai alle spalle della
mia soggiogatrice,……. Sparai nelle sue orecchie in Italiano, non tanto per farmi capire,
quanto per sfogarmi di avermi fatto fare brutta figura con la bella Tedesca e persa una
scopata. Tutto questo detto molto in fretta…….. lentamente, scandendo le parole cercai di
dirle con il mio stentato inglese che …. Mi aveva ridotto alla completa sottomissione, mi
aveva pieno dominio di me, mi aveva al proprio potere. Il suo atteggiamento, il suo
comportamento mi confondeva, ero smarrito, ero impotente, ero completamente sottomesso
al suo volere. Non so se tutto questo lo dissi in modo giusto o se capì qualcosa delle
parole apostrofate. Per me era di grandissima soddisfazione e gioia stare dietro di lei a
parlarle all’ orecchio, sentendo in suo profumo di gioventù.
La comitiva si stava alzando tutta per andare via. Anche lei si alzò……, eravamo di
fronte, a pochi centimetri di distanza, sbottai….. chi cazzo sei,…….. sei sicura di
conoscermi.
Un sorriso malizievole e una vocina appena udibile,….. Mari,ò due anni fa
sono stata con te, non ti ricordi di me, ci siamo conosciuti alla discoteca “blu-sky”, ero
con il mio boy- friend.
Ricordavo tutto, le due scopate e pure le mille baht che le diedi.
Giustificai per non averla riconosciuta perché adesso era molto più bella e più
cresciuta.
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Uscimmo tutti quanti dalla discoteca, in strada gli dissi che alloggiavo al solito albergo,
stanza 508.
Accennò un si con la testa, i suoi occhi confermarono l’ appuntamento, con la bocca disse
alle ore 16.
La mattina mi svegliai un po’ più tardi del solito Ugo era in piscina, appena mi vide
cominciò a gridare; il comandante ha fatto gli straordinari questa notte.
Gli raccontai l’ accaduto e quanto doveva ancora succedere.
Lui mi aggiornò dei fatti e misfatti della sua compagnia. Erano sempre in giro a mangiare
nei ristoranti a buffet o seduti alla grande fontana a vedere passare la gente.
Alle ore 13,30 lasciai Ugo, in camera, mangiai frutta e yogurt, volevo tenermi leggero, non
presi le medicine del mezzogiorno, non volevo rischiare degli effetti collaterali, in
prossimità dell’ incontro con “Slim”.
Il riposino fu breve e agitato. Sentivo troppo l’ incontro che doveva avvenire.
Alle 15,30 mi levai dal letto, ero già sveglio da una mezz’ oretta, mi ritirai in bagno per
una accurata igiene.
Avvolto con il solo telo/bagno, mi rimisi sul letto a vedere la televione.
Alle ore 16 in punto un leggero tocco alla porta, ero in attesa, mi precipitai ad aprire;
Lei, Slim, era sull’ uscio, la feci accomodare dentro, si sedette sul letto, io vicino a lei.
Vestiva con maglietta bianca molta ampia, pantaloncini lunghi fino al ginocchio e ciabatte
in plastica. La tipica ragazza da spiaggia.
Con finta ironia, la rimproverai che mi aveva fatto litigare con la mia amica; (la Tedesca)
Con il suo modo spavaldo.
Lei, Slim, sorridendo dissi che si era vendicata, per colpa mia si era lasciata con il suo
amico…… aggiunse che io, Hyaci,……. Avendo conosciuto centinaia di ragazze, non potevo
ricordarmi di lei. Questo è il secondo motivo. Il terzo è che volevo stare con te.
Quella puttana straniera ti avrebbe consumato, avrebbe succhiato il tuo midollo e cervello.
Finito la scaramuccia, si infilò in bagno. una diecina di minuti dopo uscì nuda.
La figura scheletrica, era uguale a come la ricordavo, di diverso, adesso, era depilata al
pube. Quando si allungò sul letto vicino a me, guardai con attrazione il rigonfio e la linea
della fichetta.
Lei sapeva, Lei era consapevole, che presentandosi così, era irresistibilmente arrapante.
Mi tolsi il telo dal corpo, allungandomi al suo fianco nudo.
A fil di voce, Hyaci,…… posso stare fino alle ore 18.
Senza rispondere, continuai il mio lavoro di seduzione, ringraziando la mia fortuna, per
aver poco meno di due ore per operare; il breve tempo non avrebbe potuto richiedere un
bis…….., cosa che io non ero in grado di portare a termine.
Un’ ora di lotta continua……., ambedue sazi,…. Io molto affaticato, il cuore mi stava
uscendo dal torace, il mio petto sobbalzava velocemente, andai in bagno presi le miei
medicine, mi allungai dentro la vasca facendo uscire acqua tiepida.
Dopo una diecina di minuti entrò anche Slim, mi trovò disteso dentro la vasca a giocare
con la schiuma come un bambino. Non si notava che il mio fratellino dormiva il sonno
dei giusti.
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Uscii avvolgendomi il telo, facendo finta di asciugarmi, non volevo far vedere che in mezzo
alle gambe non c’ era una fava, ma una lumachina.
Dopo una quindicina di minuti usci dal bagno Slim, pulita e profumata.
Parlando e vestendosi, mi informò che alle ore 19 doveva accompagnare a cena il gruppo
dei Coreani.
L’ indomani mattina , molto presto, sarebbe partita con lo stesso gruppo per una escursione
di tre giorni per il nord della Thailandia.
Lei lavorava in una agenzia turistica. (A tourist agency ).
Quando non c’ erano turisti, lavorava in ufficio. / tourist office )
Quando c’ erano da accompagnare i turisti. ( to act as a guide )
Da parte mia il discorso fu più concreto. Nel allungare, con discrezione, un biglietto da
500 baht, dissi che il mio soggiorno scadeva dopodomani, non ci saremmo rivisti per molto
tempo. Notai un certo disappunto sul bel viso, mise nella tasca dei pantaloni il biglietto di
banca, tirò fuori un biglietto di visita, con il nome dell’ agenzia turistica, dietro al biglietto
il suo recapito cellulare.
Prima di andare via, un forte abbraccio con appassionato bacio in bocca.
Sull’ uscio, mi soffio…… chiamami quando sei da queste parti.
Slim è meravigliosa, una ragazza moderna, liberale, autonoma, autosufficiente.
Liking, attraction, sympathy. Good feeling.
Sensibile, sincera, emozionante, eccitante;…… con accattivante sentimenti di simpatia.
I 28 giorni sono passati velocemente. A casa mi attendono i lavori di restauro.
Fine Anno 2010 – inizio 2011 ( da settembre a gennaio)
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L’ anno cominciò male, una delle tante medicine, cominciò a farmi male, “ la
cardioaspirina”, mi faceva sanguinare il naso la bocca. Quando mi accorsi che le gengive
sanguinavano attorno ai denti, andai da mio nipote, medico di famiglia, per farmi sostituire
il farmaco.
Con il cambio della medicina, il sanguinamento cessò, purtroppo i nervi dei denti subirono
dei danni, si erano allentati, si muovevano, mi facevano male.
Il mio dentista, dopo una radiografia, mi disse che si dovevano togliere e mettere una
protesi, ( dentiera). La spesa sarebbe stata di 3.500,00 euro.
In quattro mesi, con sedute settimanali, avevo la protesi dentaria e
tremilacinquecento/euro/in/meno.
Tenere un corpo estraneo in bocca, non era facile per me. Specialmente se ero raffreddato
o influenzato. Ogni colpo di tosse, ogni starnuto, la protesi mi veniva fuori.
Dovevo fissarla molto con l’ adesivo.
Quando potevo farne a meno, la toglievo, rimanendo senza denti.
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Che cazzo se ne frega della protesi, sono le altre patologie che mi preoccupano.
A dieci anni dall’ intervento al cuore, potevo essere soddisfatto di essere vissuto alla
grande, anche, da malaticcio.
La morte non mi spaventa, sono pronto.!!!!!!
Tre febbraio 2011
Sono partito con la compagnia Thai, sbarcato a Bangkok, mi sono trasferito subito a
Pattaya, Ugo arriverà il sette febbraio.
Solito albergo, solita vita di tutti i giorni.
Facendo la solita camminata sul lungomare, sentii chiamare il mio nome, mi girai, una
signora thailandese venne verso di me, mi sembrava una faccia conosciuta, non ricordavo di
conoscerla, ridendo la signora mi disse, Mariò non mi riconosci,?? Mossi la testa in segno
negativo. Lei ridendo disse Mariò sono Bee, sorpresa……… si era rifatta il naso, adesso
aveva un nasino all’insù, alla francese.
Non feci notare il mio stupore, dissi che erano due anni che non la vedevo. Ci sedemmo
su un muretto, dicendomi che era andata a lavorare in Arabia Saudita, a Riad, con un
contratto di un anno, al ritorno mi sono sposata, due mesi fa mi sono separata.
Adesso sono in cerca di un lavoro.
Mi diede il numero del cellulare, dissi che stavo al solito albergo, che l’avrei chiamata
quando prima, gli misi con discrezione 200 bath in mano. Ci salutammo affettuosamente.
Senza particolare interesse, per sola curiosità, cominciai a frequentare i posti che Miss
Cloud, era solito condurmi prima di cena.
Dopo due sere a vuoto, la terza sera la vidi, camminava sorreggendo un omino, un
vecchietto, della sua stessa altezza, ( basso), con occhiali da vista a lente spesse, il
vecchietto non era molto arzillo, ma doveva essere contento della vita, aveva una
espressione di una persona felice, come quella che una persona che cammina tutto il
giorno con le scarpe strette e alla sera a casa propria, sedutosi sul divano si toglie le
scarpe, per godersi il piacere del rilassamento.
Questo dimostrava il mio “rivale” . gioia di vivere.
Miss Cloud era seduta al tavolo, mi vide, mi ero portato alle spalle del vecchietto, quindi
ero proprio davanti a lei.
I nostri occhi si fissarono per un breve istante, lei prese il menu. La pagina doveva essere
interessante, per un lunghissimo tempo rimase a guardarla.
Quando alzò gli occhi, vidi che erano lucidi, prese dalla borsetta gli occhiali affumicati e
se li mise.
Salutai con un cenno del capo andando via.
Mi sentivo come una Pasqua, ero contento di aver fatto “impressione” alla mia ex
badante.
Il pomeriggio del giorno dopo, passeggiando come sempre per il lungomare, mi fermai
alla panchina delle mie care conoscenti, prostitute, … la capo banda, mi fece spazio per
farmi sedere, dieti 100 bath alla più giovane per andare a fare acquisti per la comitiva.
La mia amica subito mi disse,…. ieri sera ho visto Cloud al ristorante con il Francese,
per una diecina di minuti mi ha parlato di te, di quanto le ha fatto piacere rivederti,
ti ricorda sempre con amore.
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Ero ad ascoltarla, senza mai interromperla, infine dissi,…… ringraziala da parte mia per l’
affetto che ha ancora per me. Le auguro, tanta felicità.
La mia amica mi confidò che il francese, era in pensione, era un uomo solo, separato da
molti anni, viveva sei mesi all’anno in Thailandia, aveva in affitto un appartamento
annuale, dove viveva stabilmente Cloud e la sorella, anche quando il francese era in
Francia.
Mi confidò……, Cloud, si è sistemata definitivamente. Appena possibile si sposeranno.
Alla morte di lui, Cloud, prenderà la pensione di reversibilità.
Con un sospiro affannoso …….., A questo mondo ci vuole fortuna……
La mattina dopo, manco a farlo apposta, Ugo mi informò che aveva visto la mia ex
badante in compagnia di un uomo, seduti alla fontana, lei lo salutò con un sorrisetto.
Dissi che anch’io l’avevo vista al ristorante. Per tutta la mattinata cominciò il ritornello che
le donne sono tutte uguali, non ci si può fidare, queste poi, pensano al rimpiazzo già
qualche giorno prima della partenza dell’amato.
Come sua abitudine, le stesse, uguali parole li ripettette fino a quando ci separammo per
andare nelle nostre camere.
Ugo, doveva aver vissuto più di una tragedia con le donne, per dirmi questa frase.
Era da cinque giorni che non avevo una donna, cominciavo ad annoiarmi, in questi posti,
se non c’è il sole e non hai la compagnia di una donna, senti la necessità di cambiare
aria.
Aveva ragione il mio amico medico di Alba Adriatica, quando mi vedeva moralmente a
terra mi “ g u a r i s c e “ prescrivendomi un ritiro spirituale.
Il medico di famiglia, quando mi sento poco bene mi “ c u r a “ prescrivendomi delle
medicine.
Ora è arrivato il momento di dar ragione all’amico medico. Mi ci vuole subito una donna.
Ho telefonato a Bee, l’ho sentita contenta nel pronunciare il mio nome, Hyaci.
Abbiamo fissato l’incontro per il giorno successivo alle ore 16.
La serata su e giù per i centri commerciali, a scrutare possibili prede.
Nella sala di attesa cinematografico la “multi sala” due ragazze sui vent’anni, era intende
a vedere le locandine pubblicitarie dei film in programma, più per gioco che per una
qualche “motivazione” mi sono avvicinato, ho chiesto quale film mi potevano suggerire da
vedere, mi hanno guardato sorridendo, tutte e due mi hanno indicato il film Thai, Bangkok
by night. Noi andiamo a vedere questo. Dissi se mi potevo permettere di offrire i biglietti
d’ingresso. I loro volti divennero una maschera di gioia, un sorriso con un ringraziamento
sancì l’accettazione.
Alla cassa feci tre biglietti, le ragazze digitarono sul video i posti a sedere numerati.
Mancava una diecina di minuti per poter entrare in sala, li accompagnai al bar per offrire
da bere. Mi guardarono sbalordite, forse non credevano che potesse esistere “ babbo
Natale”, presero due contenitori di pop corn e due lattine di cola.
Entrammo nella sala, il ero al seguito, loro trovarono le nostre poltrone, mi avevano
riservato quella di mezzo a loro due.
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Il film cominciò, loro attenti alle scene, e a sgranocchiare il mais e a bere. Finalmente
finirono di consumare le loro scorte. Il film era un po’ violento, molte scene erano
scabrose e alcune anche sexy, un film, quasi, reale.
Bangkok è così.
Le ragazze, spesso, alla vista di alcune scene mi si stringevano prendendomi le mani, in
altre scene non violente, ma sexy, mi tenevano le mani sulle braccia e le gambe attaccate
alle mie.
Trovavano piacere a sentire il contatto con la mia persona, io più di loro.
Uscimmo a fine spettacolo, loro mi ringraziarono, mi diedero il loro numeri dei cellulari,
io diedi a ciascuna di loro il bigliettino da visita dell’albergo con scritto il mio nome e
numero della camera.
Loro, sarebbero tornate a casa a Bangkok, all’una.
Sarebbero tornate a Pattaya domenica a mattina prossimo.
Mi dissero che avevano l’abitudine di passare la domenica fuori dal caos della metropoli.
Non mi feci scappare l’ occasione, dissi che volendo stare a Pattaya anche il sabato sera,
li potevo ospitare nella mia camera d’ albergo e, usufruire della piscina.
Uno sguardo d’ intesa tra loro, per dirmi che era una buona idea.
Le ragazze cominciarono a parlare tra loro, mi esclusero per tre/quattro minuti, poi la più
piccola, spavaldamente, mi disse, con quale di noi due vuoi fare sesso.
Mi prese alla sprovvista, non me l’aspettavo questa domanda, anche perché non era facile
scegliere.
Con astuzia e “salomonica “ risposta dissi, voi mi piacete molto tutte e due, decidete voi.
Il loro O. K. Sancì che dovevo ritenermi impegnato sabato sera, fino a domenica a
mezzanotte.
Ci salutammo affettuosamente come se ci conoscessimo da chissà quando tempo.
Ritornando in albergo, pensai che mi ero fatto incantare da quelle due, avevano voluto
divertirsi alle mie spalle, facendomi credere che sarebbero state disponibili a scopare con
me. Furbe le queste “fanciulle”. Col… cazzo che mi avevano convinte,…… non sono nato
ieri, avevo capito del “bidone” che mi avevano tirato.
La mattina, arrivai in piscina prima di Ugo, lui si presentò dopo una mezzoretta, mi
racconto tutto quello che avevano fatto con i suoi amici.
All’ una lo lasciai dicendo che essendo arrivato prima me ne andavo prima. Non gli dissi
che avevo i lavori in corso nel pomeriggio.
Alle quattro, arrivò Bee, io ero avvolto nel telo da bagno disteso sul letto, un casto bacio
sulle labbra a mò di saluto, si chiuse in bagno, ne uscì dopo una diecina di minuti mezza
gocciolante, con il telo da bagno intorno al corpo, si distese al mio fianco sul letto.
Feci finta di niente al riguardo del suo nasino, forse era più bella adesso, a me piaceva
di più come ce la aveva prima, leggermente schiacciato e leggermente largo.
Fu lei a chiedere il mio parere. Subito dissi di si, mi piace, ti snellisce il viso.
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Per la prima volta, quel pomeriggio dopo avermi “lavorato con cura” mi chiese se avevo
un preservativo, aprii il tiretto del comodino e glielo stesi, si dedicò ancora al lavorio di
bocca e lingua, mi infilò “ il sacchetto” si distese sul letto tirandomi sopra.
Gli piaceva essere scopata, si gustava il pompaggio, aveva voglia di essere bombardata.
Era la prima volta che facevamo l’ amore nel modo tradizionale, all’ antica.
Mai prima d’ ora si era concessa.
Rimasi in lei fin che la natura me lo consentì, scappai in bagno a togliermi il sacchetto e
darmi una buona lavata.
Bee entrò in bagno appena libero.
Eravamo nudi, distesi supini, sotto le lenzuola, quando Ugo bussò alla porta, mi misi il
telo mezzo bagnato addosso, aprii la porta per farlo accomodare, visto la ragazza, disse
ah…. Per questo sei andato via prima dalla piscina, avevi i lavori in corso.
Ugo guardava Bee, gli si vedeva solo le spalle e il viso.
Dissi, Ugo se ti piace, la puoi invitare in camera, è molto brava, ….. dissi ora devo uscire,
magari un altro giorno.
E si anche lui come me. Dovevamo programmare le scopate.
Diedi i soliti 500 bath e l’orchidea con il gambo avvolto in carta stagnola.
Ridendo mi disse che ero stato io, con i miei regalini a rifarsi il naso.
Ci salutammo affettuosamente, con l’intesa che ci saremmo sentiti al cellulare.
I giorni passarono alla buona, senza scossoni, piscina, sole, Ugo e le passeggiate,
contribuirono a una cura dimagrante.
Ogni anno approfitto della vacanza per smaltire, un po’ di sovrappeso accumulato durante
l’anno.
Venne il sabato, pensai che le due “smorfiose” chissà quante risate si erano fatte alle mie
spalle, non immaginavano che “IO” mi ero accorto del “bidone” che avevano cercato di
tirarmi.
Come sempre, mi presentai in piscina, Ugo era già disteso sul lettino a prendere il sole,
attaccò subito a raccontarmi della serata precedente con gli amici.
Alle due pomeridiane andammo via, io in camera a prepararmi una zuppetta.
Una sciacquata nella vasca e subito a letto per la solita pennichella.
Mi ero da poco svegliato, avevo fatto una accurata pulizia, ero pronto ad uscire; quando
sentii bussare alla porta della camera.
Aprii, le ragazze erano sulla porta, meravigliato della loro presenza, addirittura mi era pure
passato di mente. Li feci accomodare. Si sedettero sulle due poltroncine.
Vestivano uguali con colori diversi; ….. scarpe da tennis, pantaloncini corti e maglietta
Volevano parlare dei loro programmi per il week end……, all’ unisono,…. Possiamo fare
una doccia. Risposi come si usa da noi….. fate come a casa vostra.
Presero delle cose dai zainetti a tracolla che ognuno di loro portava, entrarono tutte e due
in bagno.
Sentivo lo scrocchio dell’ acqua e le loro risatine.
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Una ventina di minuti dopo uscirono con mutandine e reggiseno, si rimisero i loro
indumenti.
Uscimmo con il sole che stava tramontando.
Passeggiando per il lungomare, mi aggiornarono dei programmi per la serata e nottata.
Andare a mangiare le zuppette thai.
Andare al cinema.
Andare in discoteca.
Accettai tutto, però in discoteca non sarei andato, comunque avrei dato il denaro per i
biglietti e per il bar. Sarei rimasto in camera dopo il cinema, a riposarmi e leggere un
libro.
Non ci furono obbiezioni.
Durante la passeggiata camminavamo vicini, vicini, ridendo e scherzando come coetanei.
A cena mangiammo thailandese in un centro commerciale.
Questi centri sono grandissimi, vi sono non meno di un centinaio di ristorantini di tutti i
paesi del sud/est/asiatico. Mangi tanto, spendi poco.
Al cinema, vedemmo un film americano parlato Thai, con sottotitoli in inglese.
Come la volta precedente, prima di entrare rifornimento di bevande e misto vario.
Durante la proiezione del film, tutte e due avevano una mano sulla mia, poggiata sul
bracciolo della poltrona.
Tornammo in albergo che era mezzanotte; le ragazze entrarono in bagno per una diecina
di minuti, uscirono lavate e truccate vistosamente. Dai zainetti presero gli indumenti per la
serata in discoteca.
Erano pronte ad uscire, aspettavano……. Consegnai loro 800 baht, considerando che il
biglietto d’ ingresso costava 150 a persona e 100 baht per ogni consumazione.
Bastavano ed avanzavano, per una serata alla grande.
Uscirono allegramente, dopo aver ricevuto in cambio casti bacini sulle guance.
Rimasto solo, tolsi la protesi dentaria, fatto la pulizia personale, mi mise a letto a vedere
la televisione e a leggere.
Nulla di tutto questo avvenne,……. Pensavo alle due “gallinelle”.
Cosa cazzo avevano in mente….. quali erano i loro programmi per il dopo discoteca.
Chi doveva….. o voleva….. scopare con me.????
Non è…… che avevano pensato che io fossi uno stallone.
Non è…… che mi aveva preso per un “ play, sexy old toy “ giocare sessualmente con
un vecchio giocattolo.
Non avrei resistito, se tutte e due volevano la loro soddisfazione sessuale.
È già tanto se riesco a portare a termine, senza medicine, un paio di scopate alla
settimana.
Dal primo incontro, si era stabilito che dovevano essere loro a decidere chi doveva
scopare con me. Loro avevano avuto ben sette giorni per decidere.
Non mi avevano detto niente, né il pomeriggio, né la sera a cena, nemmeno al cinema,
tutte e due avevano le mani poggiate alle miei. Tutte e due usavano le dita per
carezzare e stringere le mie dita della mano. Tutte e due avevano le loro gambe
nude, accavallate sopra ogni mia nuda gamba. Anch’io indossavo pantaloncini corti.
Nessuna delle due hanno mai osato, atteggiamenti provocatori.
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Pensai che essendo queste sale cinematografiche molto climatizzate, fa molto freddo, io
mi porto sempre la panciera e la maglietta sotto la camicia. Sentendo freddo si
stringevano al mio corpo per un po’ di calore.
E che cazzo,……. Mi avevano esposto il programma pomeridiano, serale, notturno e, non
mi avevano detto del dopo…….. se mi avessero informato delle loro intenzioni, non mi
starei a preoccuparmi; avrei potuto dire la mia,…….
In parte è colpa mia, non avrei dovuto dire la scorsa settimana che mi piacevano tutte e
due, dovevo essere più deciso, sceglierne una.
Forse
Forse
Forse
Forse
Forse
Forse
Forse
mi sto preoccupando inutilmente.
avranno altri programmi non coinvolgenti la mia persona.
hanno già una loro comitiva di coetanei per passare il dopo discoteca.
hanno trovato nuove amicizie.
torneranno a tardi mattinata o nel pomeriggio.
torneranno per cena e per il cinema, considerato che è gratis.
avrei dovuto prendere un’ altra camera e, non ospitarli nella mia.
Basta non voglio crearmi problemi.
E’ pur vero che le “ gallinelle “ non mi hanno, fin’ ora, creato alcun fastidio, in camera
si sono comportate in modo responsabile ed educatamente, rispettando la mia “Private” .
Deve ammettere che non sono state invadenti o avide, non hanno mai chiesto niente.
Hanno solo accettato quello che “ io “ ho offerto.
Sono stato considerato un compagno di viaggio, un compagno di avventura, un
compagno che può permettersi di spendere di più delle loro possibilità finanziarie.
A prescindere di come andrà a finire……,di cosa mi lamento.???? Che cazzo è successo.??
Niente,……. Ho avuto la compagnia che ho cercato. Queste fanciulle, ( per modo di dire,
avranno almeno 25/30 anni ); senza di esse, non avrei vissuto questa esperienza.
Considerando che non mi rimangono molti “ chiari di luna “ da vivere.
Sento le forze mancarmi, il recupero sempre più lungo nel tempo.
La protesi dentaria influisce negativamente sulla mia “ psiche “.
Cerco di non far invecchiare, almeno, il cervello, visto che il corpo ha subito tutta
l’ età anagrafica.
il muscolo cardiaco, mezzo atrofizzato, non risponde più alle emozioni dell’ amore e, a
fornire sufficiente sangue ai muscoli in generale.
Altre persone, al posto mio, anche, più giovani e sani, farebbero “carte false “ salti
mortali, balzi di gioia, per vivere, anche in parte… il mio crepuscolo di viaggiatore
solitario.
Era da poco passato le quattro del mattino, il bussare delicatamente alla porta della camera,
mi sveglio dal dormiveglia. Prima di andare ad aprire mi misi la protesi dentaria, mi
avvolsi il telo-bagno al corpo, aprii la porta, le mie amiche erano in attesa di entrare.
Erano tornate a chiusura discoteca. Si sbracarono sulle poltroncine a gambe allungate.
Stanche, sudate con una espressione di beatitudine felicità.
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Andarono in bagno assieme, si stavano facendo la doccia, sentivo l’ acqua scrosciare nella
vasca. Una quindicina di minuti, durò la loro “ toilett “, uscirono tutte e due avvolte con i
teli-bagno, attorcigliati al corpo. Si erano struccati e lavato i capelli.
Erano tornate ragazze normali, acqua e sapone.
Andai in bagno a fare pipì, a darmi una rinfrescata e fissarmi bene, con l’ adesivo, la
protesi dentaria. Non volevo rischiare che mi si muovesse in loro presenza.
La ragazza più piccola, prese dall’ armadio due grosse coperte e un cuscino. Entrando in
bagno ci auguro…. Buon divertimento.!!!! Si sarebbe messa a dormire dentro la vasca da
bagno.
L’ amica restava con me.
Senza parlare, si infila sotto le lenzuola, toglie il telo/bagno, sistemandolo per bene sul
letto.
Faccio la stessa cosa che aveva fatto lei.
Albeggiava quando decidemmo che ora dovevamo dormire.
Avevamo dato sfogo ai nostri istinti sessuali di maschio e femmina.
La mia amica cominciò a godere già nei preliminari, senza ritegno, era il suo lamento di
piacere; indubbiamente disturbava l’ amica in bagno, ma poteva addirittura farsi sentire
dagli ospiti accanto. In altre occasioni, anch’ io avevo sentito dalla stanza accanto
ragazze gridare di piacere.
Intorno alle dieci mi svegliai, avevo bisogno di usufruire del bagno, cosa che feci, anche
sapendo che li dentro dormiva la nostra amica.
Pianino, entrai feci pipì e una frettolosa toilett. La dormiente non si mosse da dentro la
vasca avvolta nelle coperte come un salame con sotto la testa il cuscino.
La mia compagna di letto dormiva ancora.
Scrissi un biglietto dicendo che ero in piscina.
Ugo era già al sole, ero in ritardo di una mezz’ oretta all’ appuntamento solito.
Appena sedutomi vicino a lui cominciò a raccontare tutto e più volte, quello che avevano
combinato insieme alla sua “ cricca”. Niente di particolare o straordinario, aveva mangiato a
crepa pelle nei buffet, spendendo poco. Addirittura avevano anche fregato la frutta per farci
colazione.
Era arrivato mezzogiorno, l’ ora del mio bagnetto in piscina, Ugo mi contava sempre le
vasche che riuscivo a fare. L’ ultima volta mi ricordò che ne avevo fatto 40.
Rimase deluso, quando dopo due vasche uscii dall’ acqua, per sistemarmi disteso sul bordo
della piscina a prendere il sole.
Non mi accorsi che erano venute le mie amiche.
Fu Ugo a sbraitare, nel dirmi di girare la testa, c’ erano due belle figliole a prendere il
sole sui lettini accanto a lui.
Sapendo, chi potevano essere le “ figliole” mi alzai andando a lisciare la schiena a tutte
e due.
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Le ragazze per niente sorprese, si scostarono ai lati facendo posto per me in mezzo a
loro.
Apriti cielo, Ugo cominciò a chiedere, a voler sapere.
Mi ripeteva in continuazione…..ai avuto dei lavori in corso stanotte con tutte e due.??
Mi comportai da gentiluomo, negando di aver trascorso la notte con loro. Erano vecchie
conoscenze.
Alle due io e Ugo andammo via dalla piscina. Avevo informato le mie amiche che avrei
fatto un sonnellino fino alle ore 16.
La camera era stata sistemata dal personale dell’ albergo. Tutto era lindo e pinto.
Mangiai della frutta e yogurt, presi alcune medicine che non influivano negativamente sui
miei muscoli. Una bella fugace doccia fredda con pulizia corporale e intestinale, mi mise
in un angolo del letto a dormire.
Era da poco che mi ero svegliato, la porta si aprì, entrò la mia amica, quella che aveva
dormito nella vasca da bagno, si ritirò in bagno, lo scrosciare dell’ acqua, intuii che stava
facendo la doccia. Cinque minuti dopo usci con attorcigliato il telo-bagno, si mise sul letto
distesa, supina a fianco a me.
Eravamo vicinissimi quasi a toccare le nostre teste.
I nostri occhi erano calamitati, le nostre labbra quasi a sfiorarsi.
Tutto avvenne senza mai parlare.
Aveva voluto quello che avevo dato alla sua amica.
Due ore a lottare ; lei piacevolmente soddisfatta, io distrutto. Il cuore batteva all’ impazzata,
voleva uscire dal mio petto, avevo pronto la “ famosa pasticca di atenolo “, questa avrebbe
affievolito e calmato i battiti cardiaci e la pressione arteriosa.
Non me ne faccio un vanto di fare lo “ spavaldo “, so che molte presto ci lascerò le
penne a rischiare questo tipo di pericolo estremo.
Restammo a letto ancora per un bel po’. Mi ero allungato di traverso sul letto poggiando
la testa sul suo pube depilato.
Il bussare alla porta ci riportò alla realtà, la nostra amica voleva entrare.
Il crepuscolo, infiammava il cielo, da queste parti il sole tramonta sul mare, uno spettacolo
surreale, vedere il sole galleggiare sull’ acqua, tingendo di rosso una striscia infinita, come
una superstrada.
Noi tre, affiatati, passeggiavamo beati per il lungomare pieno di gente e di fiori.
Noi tre, uniti, cenavamo in un ristorante qualificato, Thailandese.
Noi tre, con io in mezzo a loro, eravamo a vedere un film, orribile.
Non abbandonammo la sala perché ci dava la possibilità di stare uniti, stretti.
A mezzanotte, ritornammo in albergo a prendere gli zainetti, li accompagnai al terminal dei
bus, per prendere la corsa dell’ una. Da Pattaya a bangkok e viceversa arrivi e partenze
sono ogni ora nelle ore dalle 6 alle 24 e, ogni ora e mezza dalle 24 alle 6 del mattino.
Comprai i biglietti, ad ognuna, nel consegnare il tagliando misi un biglietto di banca da
500 bhat ciascuna.
Non ci furono parole di ringraziamento, gli occhi sorridevano di gratitudine.
76
Non mi fido delle donne che dicono che hanno tutto, e non hanno bisogno di niente;…
non mi fido delle donne che dicono che non hanno niente, e hanno bisogno di tutto….
Temo le donne, anche, quanto mi recano doni.
In latino…… timeo femina et dona ferentes.
Nel dire che il mio soggiorno stava per scadere, sarei partito l’indomani per l’ Italia, senza
altro, al mio prossimo viaggio saremmo stati più a lungo insieme.
Sono certo che la vita mi offrirà, ancora molte soddisfazioni, la mia fine non è vicina…
My The End not is Near.!!!!
Ugo la mattina dopo in piscina, appena mi vide attaccò subito il discorso, chiedendomi,
vita, morte e miracoli delle ragazze. Dove e come le avevo agganciate.
Dissi la verità, aggiunsi un po’ di fantasia.
Mi disse che mi aveva visto passeggiare per il lungomare, con le due “fanciulle”.
Dopo aver ascoltato il mio racconto disse, quando arriviamo alla fontana telefono a
Giuliano. Gli dico cosa si perde a non venire con noi. Tanto fu, parlammo con Giuliano,
Ugo ingigantì la storia.
Chiesi a Ugo perché aveva esagerato nel racconto, per tutta risposta mi disse. Per farlo
“sbavare” .
All’ora di cena lui prese la strada a est, io a sud.
Il lunedì mattina, in piscina, cominciò a raccontarmi della nottata con i suoi amici.
Passai tre giorni a girovagare per i centri commerciali, ne era stato inaugurato
recentemente uno mastodontico, un centinaio di metri di larghezza e un 500 metri di
lunghezza per quindici piani, fuori terra e tre sotto terra.
C’era una multisala con dieci locali a cinema.
Una cinquantina di bar e altrettanti ristoranti a cucina internazionale.
Molti a buffet, altri con tessera. Tutti erano all’avanguardia tecnologicamente.
Il giorno dopo ripartii per l’ Italia, con una carica giovanile.
A casa di aspettava la ripresa dei lavori per ultimare le abitazioni.
Forse non dovevo tornare così presto, due giorni dopo, le piogge incessanti fece straripare
il fiume, allagando tutto.
Se Dio vuole il prossimo anno, volutamente ritarderò il rientro di una settimana.