Missione Senegal – 2° Gruppo – 20giugno – 6 luglio

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Missione Senegal – 2° Gruppo – 20giugno – 6 luglio
Missione Senegal - 2008 - Gruppo 1 - 6-20 giugno 2008
Capogruppo: Clown Geppetto
Equipe Clown: Albatros, Furia, Girandolina, Svampita
Partner in loco: Associazione “La casa di Ibrahima ONLUS”
Attività svolte: spettacoli – Laboratorio Decupage, Animazione clown, visita Ospedali
Beneficiari: bambini dai 7 ai 12 anni
Eccoci finalmente in qualche modo collegati con voi.
La missione Senegal 1 ha finalmente avuto inizio.
Giunti venerdì sera e superato l'assalto dei taxisti abusivi (cioè tutti), dopo un lungo viaggio su
un’auto ad euro "meno due", degna delle ultime Parigi-Dakar, dune artificiali e non... siamo
giunti a destinazione.
La casa dell’Associazione “La casa di Ibrahima ONLUS” é molto carina anche se spartanissima:
non ci sono finestre verso l'esterno, quindi la temperatura e l'umidità raggiungono livelli da
uccidere una lucertola.
Sabato 7 giugno
La mattinata, comincia con l'avvistamento di bambini sotto il metro e cinquanta tutti colorati di
marrone.
In tutto sono 11, forse più amici che entrano ed escono. Ma sono le creature più belle e dolci
che potete immaginare, di certo non soffrono la fame in quanto a colazione si sono frantumati,
sotto i bianchissimi denti, uno sfilatino di circa otto metri (trenta centimetri )spalmato di similnutella.
La mattinata è proseguita con la visita alla vecchia casa dove originariamente c'era la
missione. Era un posto stupendo da far invidia al club Mediterranee, ma purtroppo la furia del
mare ha reso una parte della struttura inagibile e pericolante.
Qui i bambini fanno ancora qualche attività: scuola e arti marziali.
Noi abbiamo provato lo spettacolo e poi fatto il bagno coi ragazzi prima di vederli cimentarsi
con il taek wandoo o qualcosa di simile alle nuvole di drago. I loro sguardi sempre sorridenti e
felici sono diventati molto fieri e concentrati.
Dopo un pranzo a base di roba piccante suicida, siamo volati a fare spettacolo nella scuola
coranica viaggiando su pulmini che definire obsoleti vuole dire usare metafore ardite, ma in
compenso sono di un pittoresco incredibile.
Abbiamo stilato un programma fittissimo e speriamo di reggere al tutto. Tanti spettacoli e
laboratori, anche se il ritmo causa il caldo incredibile sarà blando....
Vita vissuta: Il boujardin, il bugiardino delle medicine, é diventato il nome del nostro circo
viaggiante e la nostra mascotte nonché sigla di qualsiasi cosa, é il motivetto che la papera
yellow kitty canta, in continuazione. Finiranno le pile ?
Furia parla ovunque spagnolo, avete un esorcista ?
Aiutooooooo
Alla prossima:....
Les boujardons:
Albatros, Furia, Girandolina, Svampita e il vecio Geppetto
Sabato 7 Giugno - Seconda parte
Ovvero la serata più romantica della nostra vita cioè quando per fortuna in Senegal il tempo si
è fermato e anzi è tornato indietro di qualche manciata di decine di anni.
Era la prima sera che passavamo con i ragazzi e devo dire che vivere a stretto contatto con
loro, mangiare con loro dormire nella stanzetta a fianco a loro è senza dubbio un plus di questa
missione.
Ma il destino vuole che manchi la luce. D’altra parte qui sembra che luce e acqua manchino
quasi in perfetta alternanza.
E allora che si fa ?
Perbacco si canta e si racconta mentre la luce del giorno piano paino scivola via.
Un racconto senza capo né coda di Gustavo, il castoro di Geppetto, un alto racconto su un
gobbo e le fate, sempre con Geppetto e poi una storia incredibile di Albatross…
Domenica 8 Giugno
Questa mattina il risveglio è energico: non nel senso di energetico, ma nel senso di traumatico,
in quanto di botto il letto di Furia è caduto (tombè) sul letto di Geppetto(i letti sono a castello),
ovviamente con Furia e Geppetto al loro interno. Geppetto è stato miracolato nel tonfo dalla
protettrice santa Ronfè (da Malika), ed è uscito illeso.
Girandolina è stata colta da stress improvviso per paura che anche il letto di Albatros possa
caderle sulla testa e ciò l’ha portata ad andare di corpo (alleluia fratelli, altro miracolo di santa
Ronfè).
Dopo la consueta colazione composta da una mezza baguette con nutella senegalese e caffè, ci
vestiamo e ci organizziamo per andare a fare il laboratorio di palline da giocoleria in spiaggia
alla casa di Malika.
Aspettiamo che i bimbi facciano i compiti e ne frattempo aggiungiamo gag, magia e acrobazie
al nostro spettacolo che il giorno prima è piaciuto molto.
Una volta composte le palline con i ragazzi procediamo con l’insegnamento, mentre qualcuno
prova i diablo e le clave. Viene poi l’ora di fare un bel bagno in mare con i bambini e ci hanno
raggiunto altre persone anche adulte, per stare insieme, anche loro hanno voluto imparare le
tecniche di giocoleria.
Finito il bagno andiamo alla casa per fare le docce. Le docce le abbiamo fatte alla casa con le
caraffe e i secchi poiché nella casa dove dormiamo non c’era l’acqua. E’ stato un momento
memorabile poiché sono stati proprio i bambini a lavarci e a prendersi cura di noi!! A pranzo
abbiamo mangiato una parte degli spaghetti che abbiamo portato, con un sugo d tonno e
cipolla. Vi abbiamo spiegato come si mangia qui? Noooo???
Beh, sappiate che si sta tutti nel tappeto da pranzo seduti per terra: siamo in 18 o 20 a
mangiare qui di solito, e si fanno tre gruppi in genere. Ogni gruppo attinge il cibo in un unico
grande piattone tipo vassoio (teglia della farinata) rotondo, e ognuno con la sua posata mangia
finchè è sazio…oggi gli spaghetti erano ovunque!!!!
Dopo pranzo ( qui si mangia alle tre del pomeriggio ora senegalese che sarebbero le 17 ora
italiana) una piccola siesta e poi il laboratorio di marionette. Abbiamo fatto costruire delle
marionette da mano ai bambini, utilizzando dei calzini a cui abbiamo incollato gli occhi (paline
da ping pong), capelli (con la lana) e bocca (con il panno colorato).
I bambini hanno apprezzato molto le marionette a cui hanno dato n nome e una voce (diversa
dalla loro). Ogni bambino ha presentato la propria marionetta e dopo lo spettacolo fatto da
Albatros, Geppetto e Furia, anche loro hanno fatto uno spettacolino utilizzando le proprie
marionette, bellissimo!!!
Dopo questi momenti davvero esilaranti, ci siamo messi in cerchio ed abbiamo fatto alcuni
giochi di conoscenza ed il clima che si è creato è stato bello e allegro, clima che si è fatto molto
più caldo durante la successiva partita di calcio.
Le due squadre si sono formate quasi immediatamente ed il mach ha visto la partecipazione
dei nostri valorosi Albatros, con pollicione gonfio alla fine della gara, (la partita si è giocata a
piedi scalzi su un terreno di sabbia e pietre) e Geppetto, stoico libero, che si ispirava alla
mitica coppia Annoni\Bruno per evitare il goal. Nel mentre Furia, Svampita e Girandolina,
cantavano e danzavano con un gruppetto di bimbi senza sapere di essere all’interno del campo
da gioco. Solo dopo aver rischiato di essere abbattuti da un calcio d’angolo, i tre danzatori si
spostavano a lato del campo dove venivano raggiunti da molti altri bimbi…una vera festa J
La partita finiva, e i nostri 2 eroi rientravano sudati marci ma soddisfatti della prestazione
ottenuta. I tre danza-animatori erano più marci dei calciatori e molto felici di aver rallegrato
tanti bimbi durante un caldo pomeriggio senegalese…
Uno splendido tramonto di accompagnava alla cena, che veniva consumata abbastanza
velocemente per mettere ai bambini di andare a letto presto, domani c’è scuola e la sveglia è
alle 6.30
Un'altra grande giornata…viva il Senegal
Albatros, Furia, Girandolina, Svampita e il buon vecchio Geppetto (che la salsedine ce lo
conservi)
Lunedì 9 Giugno
Che il Lunedì fosse un giorno speciale non ne avevamo dubbi, ma che fosse così speciale
nessuno dell’equipe Senegal se lo immaginava, tanto meno dopo essere diventati la favolosa
"Compagnie du Bujardin".
Dopo aver visto i nostri, “nostri” (nel senso che loro oramai ci considerano i “loro” clown e
quindi per usucapione anche loro sono diventati nostri) partire per la scuola anche noi abbiamo
iniziato la lunga marcia della giornata sulla solita strada che inanella ai suoi fianchi ruderi di
case vecchie, nuove e vecchie- nuove in costruzione, rifiuti vari abbandonati, capre, bambini
dal moccio insistente e uomini al lavoro sotto un sole già alla temperatura di fusione
dell’acciaio.
La prima destinazione a sorpresa per loro è per noi, è stata proprio la scuola dei piccoli che ci
ospitano.
Siamo spuntati ovunque dalle porte finestre che intersecano i muri dell’edificio. Bello è stato
scoprire che uno dei ragazzi della Casa è il primo della scuola, media 9,33….. Un mostro…. Ora
comprendiamo perché da quando siamo arrivati il ragazzo indossa ininterrottamente una tshirt con la scritta “Qui dentro c’è un fenomeno”.
Il secondo obiettivo della “pattuglia Vip nel deserto è stata la scuola coranica che avevamo già
incontrato nei giorni precedenti. Dopo il solito passaggio sui variopinti furgoni del consorzio
trasporti dakariani, eccoci inoltrarci nel solito giardino. Dopo alcune disquisizioni politico socio
filosofico sul futuro del pianeta , le fonti energetiche alternative e non e il ginocchio oramai
Hollywoodiano di Svampita siamo accolti da monsieur le directeur il quale ci illustra il mirabile
sistema educativo della scuola.
Ora, che le belle parole sul ruolo dell’educatore corrispondano pari pari a ciò che poi è la
realtà nelle classi, è tutto da dimostrare, ma se gli occhi non mentono monsieur le directeur
dice la verità e comunque sembra amare ( ed è la parola che lui ha usato per definire la
caratteristica principale che deve possedere un insegnante secondo la sua visione)
profondamente il suo lavoro.
Ma poi arriva l’orda… Non appena, battendosu un cerchione di una ruota, viene annunciato
l’intervallo, si scatenano come un attacco frontale i bambini di ogni ordine e grado non verso la
zona dello spettacolo ma verso Albatros semi nascosto dalle piante.
Al volo dobbiamo variare qualcosa.
Allora Giocoleria, qualcosa di acrobatica, e Magia.
Ma poi veniamo accerchiati. Il cerchio si chiude sempre più e abbiamo difficoltà persino a
respirare.
Furia e Geppetto sembrano il generale Custer e il suo sergente accerchiate dagli apaches
mentre il tenente Albatros e le furiere Svampita e Girandolina difendono le vettovaglie.
Alla fine gli occhi stupiti restano ma Svampita si difende a stento da pizzicotti e mani addosso.
Sudati marci e sotto una calura da ore 13.00 africane torniamo a casa….
Mangiamo con ancora il cuore che batte forte oltre che per l’affetto e gli abbracci dei nostri che
in parte ci consolano dello scampato “pericolo”, in pratica ci confermano che vogliono imporci
giustamente il loro “imprinting”.
Ma è quasi subito ora di partire e il viaggio dura più di un’ora fra i soliti pulmini blade runner e
un taxi proveniente direttamente da interceptor.
Per la delusione delle due girl, alla guida non c’è Mel Gibson, ma un omone che occupa una
piazza e mezza...
Dopo un litigio, che si protrarrà con energia e risoluzione positiva anche al ritorno, (coriacee
‘ste ragazze!), arriviamo in uno dei quartieri più poveri di Dakar. Dopo aver attraversato un
mercato dagli incredibili colori ed odori e una piazza assolata, eccoci giunti ad una sorta di
centro d’incontro.
Un uomo ci accoglie, la sua calma e serenità ricorda uno di quei parroci delle nostre periferie
dilaniate. Ci propone , anche per raccogliere il pubblico dei ragazzini, un giro per il quartiere.
INCREDIBILE !!!!
I tre uomini partono con l’Alabatros trampolato [N.d.r. sui trampoli] in testa. Gli altri due
seguono fra fischietti urli e canti, con palline e clave. Ad un certo punto ci giriamo e lo stuolo di
ragazzini, bambini ed affini che fanno corteo è veramente impressionante, cantano una cosa
stupenda girando per le stradine del quartiere e finalmente si sbuca di nuovo davanti al centro
d’incontro.
Lo spettacolo fila via benissimo, grazie anche alla presenza di una band di percussionisti e
ballerini, che avrebbero nello stesso orario dovuto provare, pur dopo qualche momento di
incertezza (per darci anche la possibilità di parlare, oltre che accompagnarci durante i momenti
di Mimo acrobatica e giocoleria) .
Dopo il tour del quartiere l’energia nostra è a mille e nei momenti successivi spariamo
veramente tutto…. Godiamo anche dello spettacolo dei danzatori e dei percussionisti…
Bellissimo.
Alla fine giochiamo ancora con i bimbi che ci accompagnano fino ai pullmini soliti per il ritorno.
Siamo stanchi ma paghi della giornata incredibile. I visi e le mani di tutti quelli che abbiamo
incontrato ci corrono nella mente e nel cuore clown. Geppetto è commosso, gli altri non so ma
gli occhi non mentono….
Martedì 10 Giugno
La giornata campale è partita, con un viaggio intergalattico a bordo di un Enterprise colorata
di bianco e blù, che manco le linee aeree greche…. (geniale poter fare il biglietto a bordo senza
quella cosa infernale che risponde al nome di obliteratrice).
Il viaggio è per altro breve: due ore e mezza!
Ma abbiamo modo di assaporare in ogni modo la vitalità del popolo senegalese e tutti gli odori
e sapori dalla periferia di Dakar al suo centro.
Finalmente si scende dall’astronave e i Malikiani o malikesi raggiungono l’area Shopping.
Peccato che l’assalto dei venditori del pianeta “Ventimila franchi” sia immediato e
violentissimo. La fanteria regge l’urto frontale nonostante molteplici cadaveri che lascia a
terra: fondamentalmente i tre uomini della missione.
Svampita e Girandolina escono invece vincitrici e con lo sguardo fiero.
Il pranzo viene consumato presso un locale che a fine giornata Girandolina definirà
“caratteristico”, chi vi scrive pensa che fosse un incrocio fra una mensa aziendale dei minatori
sardi e il bar dove Luke Skywalker e Ian Solo in guerra stellari si incontrano.
Poi via alla folle corsa verso l’ospedale che naturalmente è esattamente dalla parte opposta
della città. I taxi sono due ma quello che parte dopo arriva prima. Ed infatti sorseggiando una
Besap gelata (non chiedeteci cosa contenga... è buona e basta, è fucsia... ed in certi momenti
alcune domande, non sappiamo com’è, ma non ce le poniamo).
Ci inoltriamo nell’ospedale più a misura di umani che tutti noi abbiamo visto. Molti poi
sottolineeranno come nel mondo di ospedali ne abbiano visti ben di peggio ma questo ci pare
meno peggio di quel che ci aspettavamo.
In alcuni cortiletti interni sdraiate su stuoie, mamme che allattano bebè e bimbi che giocano.
Alcuni hanno le flebo innestate nella testa che fanno un po’ impressione. Non c’è solo la
malaria a minacciare i giovani senegalesi. Giriamo due reparti di pediatria. Alcuni bimbi si
spaventano anche un po’. Di nuovo l’effetto extraterrestre sottolineato nei giorni scorsi si fa
sentire ma un po’ alla volta anche i più lacrimevoli si rilassano e ridacchiano. Quelli che
sembrano divertirsi di più sembrano in realtà i genitori soprattutto mamme e nonne che
ballano e cantano appena gliene si da la possibilità. Purtroppo il tempo dei trasferimenti è
tiranno e non è possibile visitare anche reparti di adulti.
Ci richiedono un ‘uscita modello fighi di ER e subito ci sottoponiamo a tale tortura.
All’uscita ci attende il busto dell’integerrimo dottor Robert Vattelpesca con tanto di occhiali. Il
busto è venuto così bene che pensiamo l’autore sia stato deposto nelle fondamenta della parte
nuova dell’ospedale.
Un po’ timorosi chiediamo di fare la foto insieme all’unico bianco, seppure finto, presente in
zona. Le guardie sembravano non attendere l’ora di prendere un po’ in giro il fondatore et voilà
un naso rosso spunta sul naso del signore occhialuto e si riparte.
Optiamo per due taxi per tornare a casa, pensando di fare prima. Il problema che lungo il
tragitto sul lussuosissimo mezzo di locomozione ci addormentiamo tutti , autista compreso. In
un taxi finisce pure il gasolio, sull’altro solo l’attenzione di Svampita impedirà al viaggio di
ritorno di avere come destinazione Casablanca o Timbuctù.
La sera facciamo la prima condivisione allargata e tradotta anche alle due volontarie francesi.
Mercoledì 11 Giugno
Altro giro altra corsa signori. Ma lo stile è quello del Senegal. Cioè che se anche hai un
appuntamento con qualcuno non è detto che quest’ultimo nel mentre non abbia deciso di
trasferirsi in Canada.
Il programma prevedeva due spettacoli, tutte due nel centro di formazione, ovvero scuole dalla
materna in su, e laboratori di avviamento professionali, dove sono presenti anche ragazzi che
hanno avuto qualche problema con la giustizia o sono stati affidati ai servizi sociali. La cosa
incredibile, che in Italia non esiste, è che ragazzi che noi incontreremmo a Catania e Torino
nelle carceri minorili sono presenti nelle classi normali. Ma si sa sono paesi in via di sviluppo
(primo schiaffo della giornata).
I due spettacoli dovevano svolgersi al mattino con i bimbi della scuola materna, fatto, il
secondo, al pomeriggio, con gli adolescenti delle classi superiori. Peccato che questi ultimi oggi
non tornino a scuola… Con i bambini è un sogno. Facciamo lo spettacolo con calma serafica
aggiungendo anche qualcosa di improvvisato. Loro ripetono tutto quello che diciamo. Loro
ripetono tutto quello che diciamo.
Appunto !!!!
Mangiamo in una saletta dei professori con tanto di ventilatore, che ahimè ad un certo punto si
spegne, ma l’elettricità langue, per poi visitare i laboratori di meccanica, falegnameria,
serigrafia e scultura presenti.
Poi il prode Mamadù, nostro accompagnatore ufficiale di oggi insieme alle veline Helen e
Michlin…simil Canalis ( la versione però intelligente della soubrette, ci dice che ci sarebbe
l’occasione di visitare un centro per disabili.
Si paaaarteeeee.
Si tratta di una sorta di centro d’incontro che hanno proprio creato dei ragazzi disabili con
l’aiuto di volontari tedeschi e altri. Il motto di ingresso, una frase stupenda che ci suggerisce
subito una forte affinità coi valori vip.
“La differenza è una ricchezza, diventa handicap quando viene interpretata negativamente”.
Prima di girare per il centro facciamo una bella chiacchierata con chi l’ha fondato e lo gestisce.
La lunghezza d’onda sembra essere la stessa. I brividi cominciano a farsi sentire.
Hanno creato tutto questo da meno che nulla, il primo acquisto sono stati il cemento e i
mattoni per fare la base del muro di cinta, con una donazione di soli trecento marchi di una
volontaria tedesca.
Dove si può arrivare sognando!
Poi fra il lavoro donato da muratori senegalesi e campi di lavoro dei volontari europei il centro
è stato messo su.
Ci domandiamo se esiste anche in Italia qualche realtà nata così.
Oggi fanno tante cose, corsi, atelier ecc. Vogliono persino costruire un ala in cui disabili
riparino attrezzature per i disabili stessi “ chi meglio di noi può sapere come riparare gli
attrezzi che noi stessi usiamo?”. Ci vogliono regalare la visione di una parte del loro spettacolo
tratto da un libro che parla di Handicap molto noto da queste parti. Ballano e suonano tutti,
abili e non, e quanta forza ed energia c’è.
Geppetto ha le lacrime agli occhi e anche gli altri hanno luccichii sparsi. Peccato dover fuggire
per tornare alla base. Come nel quartiere di Nyoko Boko l’energia è molto alta. L’idea è di
tornarci e magari proporre gli ateliers proprio qui. E chissà che non possa nascere qualcosa
di…. Quando il destino ci si mette di mezzo…
Al rientro siamo un po’ tutti pensierosi su quanto abbiamo visto e sentito, il viaggio si snoda
fra le viuzze più nascoste dei piccoli agglomerati urbani che circondano Dakar e di cui anche
Malika fa parte.
Domani si riparte, dato che il Senegal continua a sorprenderci contraddicendosi di continuo
nello stesso istante, andiamo a dormire…..
Shaka baka Boiafaus….
Dice Albatros quando esce di casa dimenticandosi i trampoli.
Saluti da
Albatros, Furia, Girandolina, Svampita e il buon vecchio Geppetto (che l’umidità che lo conservi
morbido)
Giovedì 12 Giugno
Signori e signore qui si viaggia al ritmo di due spettacoli al giorno sotto il sole africano.
Il mattino…ha la discarica in bocca.
Questa volta facciamo da soli, non più guide e mediatori locali, impavidi partiamo alle 9 e 30
per una delle discariche che costellano l’enorme periferia di Dakar. Il pullmino, come sempre, è
più che variopinto e siamo accolti sul mezzo come sempre con sguardi fra lo stupefatto,
l’incredulo e il finto freddo, quest’ultimo tipico degli autoctoni.
L’associazione Book Diom ci attende. Si occupa delle persone e nella fattispecie dei bambini
che frequentano la discarica per recuperare cose da utilizzare.
L’appuntamento è alle 10 del mattino, orario senegalese, il che potrebbe voler dire che:
a)
ci aspettavano in realtà alle 9,30 ma non era stato chiaro l’orario
b)
siamo in anticipo di mezz’ora almeno
c)
nessuno ci aspetta e magari si sono dimenticati che avevamo un appuntamento con loro.
d)
Siamo in orario.
L’ultima ipotesi è quella vincente, perché tutto si svolge con una puntualità svizzera.
Arriva Mamadù, l’educatore della Casa di Ibrahima con un altro pullmino, non meno variopinto
del nostro, dopo cinque minuti.
Dopo aver fiancheggiato la discarica entriamo in un centro pulito e lindo pieno di fanciulle che
stanno facendo vari corsi. Ci accoglie un addetto dell’anagrafe municipale che ci spiega
l’attività del centro.
Ci presenta anche il dottor Camara, che è colui che ha mantenuto i contatti con La casa di
Ibrahima, in assenza del referente al momento in Canada.
Visitiamo così il dispensario, una sorta di piccolo ambulatorio dove si medica e si aiutano gratis
le persone del quartiere. Ci sottolinea, aprendo il pressoché vuoto armadio delle medicine che
il bisogno di antibiotici, anti epiretici, creme per dermatiti ecc è notevole.
Furia è contento di essere riuscito a recuperare molta roba tramite i suoi amici medici.
Sicuramente ce n’è bisogno.
Dopo l’ufficio, il dispensario e la farmacia visitiamo una sala polivalente e una struttura aperta
che servono per corsi atelier e centro d’incontro. Sotto quest’ultima svolgiamo lo spettacolo
che diventa sempre più elaborato, ogni giorno aggiungiamo qualcosa e la cosa cresce e ci
diverte sempre più.
Sono quasi tutte fanciulle quelle che ci guardano e durante il numero di magia della corda
indiana alcune scappano via urlando credendo che si tratti di un serpente. Poco dopo
rientreranno tranquillizzate.
Alla fine sono risate e fotografie più o meno in gruppo. Un ragazzo si esibisce in una sfida
all’ultimo verso di gallina con una Svampita carica come una molla.
Girandolina furoreggia come sempre fra le ragazze con il suo sorriso dolce, mentre Albatros
stupisce grandi e piccini dall’alto, molto più alto trattandosi di lui (non so se avete presente i
suoi centimetri al naturale) , dei suoi Shaka Baka. Alla fine il responsabile dell’anagrafe ci
invita ufficialmente alla Festa Nazionale del Bambino Africano, che si terrà lunedì prossimo.
Vuole però trovare un posto adatto e capiente per riunire tutti i ragazzi delle varie scuole e dei
vari centri aggregativi con cui è in contatto…. Che onore !!!!
Torniamo a casa verso le 13 dove per il pranzo troviamo ad attenderci i nostri ragazzi.
Lo spettacolo del pomeriggio è presso la scuola frequentata dai ragazzi della casa, ci aspettano
per le 16, così riusciamo anche a concederci un attimo di relax dopo pranzo. Una volta pronti,
appena svoltiamo l’angolo che ci porta nel vicolo della scuola, guidati come sempre dal
trampolare deciso di Albatros, vediamo che tutti i ragazzi sono già in strada ad attenderci.
Come sempre la musica è inutilizzabile così si parte subito aizzando i presenti con grida e
battimani. Si va in scena. Al nostro pubblico di studenti piano piano si aggiungono tante
persone del quartiere giovani e meno giovani. Blocchiamo praticamente la strada e un paio di
macchine hanno difficoltà ad attraversare. I ragazzi della Casa sparsi fra i compagni di scuola
hanno lo sguardo e il modo di fare di chi la sa lunga e anticipano e spiegano ai compagni lo
spettacolo, sottolineando probabilmente “quelli sono i nostri clown”.
Quando torniamo a casa decidiamo di preparare le T-Shirt di vip che abbiamo portato. Grazie e
Svampita ed Albatros vengono stupende e i ragazzi della Casa sembrano non voler finire mai di
rifinirle.
Per l’indomani rinunciamo alla gita al Lago Rosa perché i ragazzi sono a casa da scuola e
vogliamo dedicare loro un po’ di tempo provando ad effettuare anche un piccolo percorso
clown.
Buona notte...dal paese dove il saluto è quasi sempre accompagnato da un dolce sorriso…c’è
sempre da imparare J
Vostri:
Albatros, Furia, Girandolina, Svampita e il buon vecchio Geppetto (che la sabbia ce lo conservi
asciutto)
Venerdì 13 giugno
Oggi sono nati dei nuovi clown! Questa mattina abbiamo fatto un piccolo corso claun con i
bambini della casa di Ibrahima. Si sono cimentati in giochi di fiducia e camminate claun con
passione e grande motivazione sotto le istruzioni del buon Geppetto…Ad ogni bimbo è stato
consegnato il naso rosso e così adesso non siamo più in 5 ma i 16 clown!Tutto è finito con le
prove delle piramidi sulla spiaggia seguito da un tuffo nelle onde.
La presenza dei clown italiani in Senegal può presentare effetti imprevisti. Difatti che ci
crediate o no oggi ha piovuto! Lo spettacolo è stato impressionante. Il cielo si è coperto di
nuvoloni scuri e dalla colorazione marroncino a causa della sabbia sollevata.
Nel pomeriggio andiamo all’associazione “L’avenir de l’enfant”, ci accompagnano anche i nostri
ragazzi, indossano tutti la maglietta realizzata ieri, sono bellissimi e fieri, e un po’ lo siamo
anche noi, sono contenti soprattutto del loro naso rosso, che li avvicina a noi, li fa sentire in un
nuovo mondo.
Questa associazione, L’avenir de l’enfant”, ha due case in cui sono accolti ragazzi che hanno
vissuto percorsi davvero difficili, molti sono ragazzi di strada, altri hanno subito violenza. Qui i
bambini ci abitano ed allo stesso tempo vanno a scuola e sono formati professionalmente. Lo
spettacolo lo facciamo in un cortiletto. I bambini all’inizio sono pochi ma la voce che sono
arrivati i clown corre in fretta nel quartiere e presto tante altre persone arrivano per vedere lo
spettacolo. I bambini parlano poco francese e quindi ci lanciamo in una specie di pseudo
linguaggio composto di un misto di italofrancomodenesepiemonteswolof. Tra i momenti
sicuramente rimarcabili l’esibizione di Svampita ai kiwido (vi diciamo solo che tutti ridevano a
crepapelle compresa lei aggrovigliata tra le frange colorate). Lo spettacolo ormai ha vita
propria e come tutti gli organismi viventi cresce…infatti al termine dell’abituale ruotine di gag,
arriva il momento dell’acrobatica ed ecco venirsi a formare le nuove figure provate sulla
spiaggia durante la mattina con i ragazzi della casa…un successone.
Durante il ritorno abbiamo modo di notare la povertà presente intorno all’associazione, e più
cruda del solito e questo ci permette di riflettere sulla fortuna che hanno i nostri ragazzi ad
appartenere alla Casa, soprattutto ci fa capire quanto sia importante che la casa sopravviva ai
grovigli burocratici e alle diatribe delle persone a capo dell’associazione, è per noi impensabile
immaginare i nostri i ragazzi che vivono in strada, o in centri duri e tristi come quello in cui
siamo stati oggi.
La serata ha una dolce conclusione, i ragazzi e noi ci rilassiamo ascoltando le voci di Geppetto
e Albatros prima, Melina e Djbril poi, che ci narrano brani tratti dal “Piccolo principe” (in
francese) e “Le Petit Diable”. La giornata sembrerebbe volgere al termine, ma Girandolina
viene avvicinata da Michlin armata di un piccolo uncino…inizia una trasformazione..Noi
andiamo a letto …chissà se domani Girandolina sarà ancora la stessa….
Notte da:
Albatros, Furia, Girandolina, Svmpita e il buon vecchio Geppetto (che la pioggia ce lo conservi
fertile)
Sabato 14 Giugno
Buon giorno Italia qui Senegal.
Anche oggi il sole splende bello caldo e luminoso, i ragazzi non hanno scuola e quindi tutti
insieme andiamo nella casa sul mare dove proveremo a insegnare loro qualche gag. Giunti
davanti alla casa la porta è chiusa, Diob, il custode, dorme ancora beato. Sono solo le 11,30.
Quindi i ragazzi scavalcano, aprono la porta e Diob arriva sorridente e sonnacchioso.
Furia e Geppetto hanno già presentato la domanda per sostituire Diob quando va in vacanza o
in pensione, si perché il buon custode è pagato per stare tutto il giorno nella casa a far
nulla…quando vedrete le foto capirete…
Beh una volta radunati nella sala grande, cominciamo il laboratorio di gag, prima la parata
militare e poi la mosca. Ovviamente tutti gli 11 ragazzi vogliono partecipare e sono davvero
bravi, sono come delle spugne, ci hanno visto solo 2 volte, ma già sanno cosa fare e in 3
minuti imparano la tecnica del ciapa ciapa. Vederli in scena è bellissimo ma ancora più bello e
vedere quanto si divertono e come ridono. Il clima nella casa è spumeggiante. Al termine delle
prime prove la parata senegalese è così composta: Djbril farà il capo o Housman la recluta
burlona, in mezzo 9 soldati più o meno obbedienti.
Per la mosca si fanno varie prove, tutti si alternano tra mosca e signora, sempre affiancati da
Svampita e Girandolina, non sappiamo ancora quale sia la coppia più accreditata, sono davvero
tutti bravissimi. Dopo un’ora e mezza di sano lavoro il giusto riposo sulla spiaggia…viva il
Senegal.
Sulla spiaggia Furia, Albatros e Geppetto accettano follemente di fare la “comba” con dei
ragazzi del luogo (la comba è un tipo di lotta senza colpi diretti, dove bisogna solo mettere
l’avversario con le spalle al suolo) loro hanno dei fisici pazzeschi che tengono allenatissimi, i
nostri lo sono un po’ meno…viva la pastasciutta!!!
Prima di pranzo abbiamo il piacere di conoscere un gruppo di musicisti che girano il Senegal
cercando di portar loro forza e fiducia in se stessi, hanno a cuore i problemi dei bambini e il
loro futuro, e questo ce li fa sentire particolarmente vicini. E’ stato un bel momento di
integrazione, questo commovente incontro. Poi, di corsa, tutti a casa per il pranzo.
Nel pomeriggio ci aspettano i ragazzi della scuola coranica nella quale abbiano fatto il primo
spettacolo, ci accompagnano anche i nostri ragazzi...quale momento sarebbe migliore per farli
conoscere e giocare insieme e cosi dopo qualche gioco di conoscenza e di fiducia passiamo a
quelli un po’ più energetici. Sarebbe stato bello poterli far giocare nel grande campo all’aperto,
ma il Senegal è in Africa e quindi come potete immaginare il caldo, scioglie e così cerchiamo di
far sfogare la loro energia con bans da urlare e giochi che si possano sostenete in un ambiente
un po’ circoscritto…il risultato? Bambini felicissimi e divertiti, noi soddisfatti e un po’ esausti,
giornata all’insegna del divertimento, il pomeriggio passa velocemente, e così la cena…è il
momento di un Film (X-Man 3), che grazie alla nostra potente tecnologia, riusciamo a vedere,
ma i ragazzi sono esausti e dopo un'ora vano a nanna.
Anche i vostri eroi li seguono…un altro giorno è trascorso in questo magico Senegal.
A presto dai vostri italo-senegalesi
Albatros, Furia, Girandolina, Svampita e il buon vecchio Geppetto (che l’Autan ce lo conservi
unto)
Domenica 15 Giugno
Buon giorno, indovinate un po’ anche oggi c’è un bel sole caldo, subito dopo colazione
partiamo per andare tutti insieme alla spiaggia….Non proprio tutti, in quanto oggi per il pranzo
cuciniamo noi. Così Girandolina e Svampita restano a casa a cucinare un delizioso sughetto con
il quale condiremo degli spaghetti cotti alla perfezione.
In spiaggia proviamo a fare dell’acro balance ma i ragazzi oggi non ne vogliono
sapere…vogliono solo fare il bagno, correre e giocare, insomma fare i bambini quali sono e così
per un giorno un po’ diverso, facciamo i loro fratelloni tuffandoci con loro nelle onde, giocando
con cerchi, raccogliendo conchiglie….in questo modo la giornata scivola leggera e spensierata,
dandoci la possibilità di amare ancora di più questo incantevole posto….(Furia lo ama davvero
tanto)
Dopo lo splendido pranzo di cui sopra, terminato con una grandiosa macedonia, il pomeriggio
rallenta in quanto i ragazzi devono vedere il film iniziato la sera prima, poi devono giocare a
calcio, poi devono pregare…e quindi noi possiamo prenderci un po’ di tempo per noi, qualcuno
va a telefonare, qualcuno spalma la crema sulla pelle bruciacchiata, qualcuno semplicemente
riposa. Effettivamente ne abbiamo bisogno. Sapete, anche se il ritmo di lavoro qua non è
infernale, il caldo lo è e rende ogni movimento più faticoso del dovuto, e di conseguenza a fine
giornata siamo sempre cottissimi…
Serata con effetti speciali. Le torce di Alabatros e i kiwido luminosi di Girardolina e Svampita
(senza relativo attorcigliamento questa volta) rendono quasi irreale lo scenario africano.
All’imbrunire così, insieme ai vostri esploratori europei, pure bimbi di ogni ordine e grado
tentano con alterne fortune di far volare oggetti di ogni tipo.
Da domani si riparte per gli ultimi giorni di missione che dovranno essere fortissimi. Quindi a
nanna presto.
A presto dai vostri italo-senegalesi
Albatros, Furia, Girandolina, Svampita e il buon vecchio Geppetto ( che la pastina ce lo
conservi al dente).
Lunedì 16 Giugno
La giornata del bambino africano ovvero la giornata della cavolata senegalese. Questa almeno
la definizione che la nostra prode Jalila ha coniato per questa giornata.
Piove al mattino e ciò doveva già farci capire che non sarebbe stata una giornata facile.
Ci eravamo preparati psicologicamente a presentare il nostro spettacolino con la forza più
grande che potessimo mettere in campo. Eppure…
Ma andiamo per ordine.
La sveglia ci coglie mentre i ragazzi oramai sono pronti per andare a scuola. Espletata la
doverosa formalità della colazione, fra il caldo e il resto senza la colazione è difficile dare il via
alla giornata, ci approntiamo a fare le prove ed a pensare qualche idea nuova per lo spettacolo
quando Melina ci propone di recarci presso la vicina scuola professionale per ragazze. Il fatto è
che stavamo aspettando anche Omar dell’associazione dei ragazzi disabili per poterci
organizzare per uno scambio di spettacoli. Dunque ci dividiamo. Albatros e un bruciacchiato
Furia restano a casa ad attendere Omar e Girandolina, Svampita e Geppetto raggiungono in
breve la scuola. Lo spettacolino, che in tre diventa ino ino ino si svolge con buon successo. Le
ragazze sembrano aver molta più voglia di ridere e divertirsi dei coetanei orgogliosamente
maschietti. Parliamo anche con la direttrice e nel dialogo viene fuori l’idea di proporre alle
ragazze un breve stage di due appuntamenti di decoupage con le nostre due prof Svampi e
Gira….
Detto fatto.
E piccolo grande errore… Il primo appuntamento è per il pomeriggio purtroppo in
concomitanza, in teoria, con lo spettacolo per la festa del bambino senegalese. La cosa si
complica ulteriormente anche perché da tre giorni tentiamo inutilmente di metterci in contatto
e di aggiornare orario e luogo dell’appuntamento. Date le risposte evasive dei nostri
interlocutori decidiamo che la death line per decidere se partecipare all’evento o meno sono le
11,30.
Naturalmente quando i tre della scuola tornano a casa scoprono che nel frattempo
l’appuntamento del pomeriggio è fissato, ma piuttosto vagamente, alle 15,30 al terminal dei
bus, luogo di appuntamento tradizionale qui a Malika.
Il gruppo deve decidere cosa fare, alla fine con qualche mugugno si decide di dividersi
nuovamente. I maschi andranno a fare lo spettacolo alla scuola e le femmine al laboratorio di
decoupage.
Intanto un altro problema si staglia all’orizzonte. Omar del gruppo dell’handicap è venuto da
noi per recuperare un anticipo per le t shirt che ci siamo fatti fare dal loro centro. Con una
genesi piuttosto incerta parte l’idea insieme alle educatrici della casa di Ibrahima di
organizzare uno spettacolo insieme al loro gruppo di ballerini e danzatori per mercoledì sera.
Loro vorrebbero che però, visto che comunque non chiedono un cachè, gli venga pagato il taxi.
Anche qui il gruppo deve decidere il da farsi e con qualche difficoltà riesce a spiegare che noi
non siamo qui per fare beneficenza, che chi parte volontario clown lo fa a proprie spese e che
alle spalle non abbiamo una struttura gigantesca che può permetterci di sostenere chissà quali
spese ed infine conta anche una questione di principio.
Il compromesso viene fatto su una partecipazione alle spese di trasporto come se noi
andassimo in taxi da loro. Ci si mette d’accordo su alcune cose et voilà per i maschietti dello
spettacolo alla scuola è già ora di partire sotto il sole delle 15 africano. Con la nostra guida
Jalila arriviamo al terminal bus ed attendiamo. Attendiamo. Ed attendiamo. Passa un’ora. Alla
fine torniamo a casa. Come avrete capito nessuno è venuto a prenderci.
Seguiranno alcune telefonate con termini come “desolè” “ genè” con pure una telefonata
comica di qualcuno che dice di non essere riuscito a trovare al terminal bus quattro bianchi
vestiti da clown….
Torniamo a casa.
Andiamo a vedere il luogo dove poter fare lo spettacolo mercoledì, ci sarà da pulire ed
organizzare lo spazio. Se la organizziamo noi sarà di sicuro una festa grandiosa.
Alle 2 fanciulle sicuramente è andata meglio…il laboratorio di decupage è stato un vero
successo.
Le ragazze della scuola dove è avvenuto il laboratorio, non sono riuscite a recuperare un
particolare oggetto da decorare, però un cassetto magicamente è spuntato, non abbiamo
indagato sulla sua provenienza, ma sono attente, come ovviamente lo può essere una classe
di adolescenti, e apprese le tecniche promettono di trovare un oggetto per mercoledì mattina,
quando Girandolina e Svampita torneranno per continuare il lavoro cominciato. Il vero delirio
però scoppia quando le due eroine clown decidono di truccare le ragazze. Tutte all’inizio
sembrano un po’ diffidenti, ma non appena intravedono i brillantini scatta qualcosa e la follia
comincia..e così tutte in fila come se invece di attendere di essere truccate, attendessero di
incontrare Justin Timberlake. Il guaio è che il cancelletto che da sulla strada è aperto…si
sparge la voce, gli schiamazzi si fanno sentire e quindi le ragazze da 15 diventano oltre
40….c’era da aspettarselo con Justin Timberlake!!!
Al loro rietro Svampy e Gigy sembrano due reduci di guerra, ma con un sorriso stampato sulla
faccia da invidiare…
Anche oggi abbiamo imparato qualcosa dal Senegal, terra ogni giorno imprevedibile…terra che
comunque sempre ci regala qualcosa e che non riusciamo a non amare…
Sogno felici, da
Albatros, Furia, Girandolina, Svampita e il buon vecchio Geppetto (che il ritardo ce lo conservi
puntuale)
Martedì 17 Giugno
Auguri Girandolina. Oggi ci attende una grande giornata, dobbiamo far visita a due ospedali di
Dakar, quello visitato la volta scorsa, e l’ospedale Principale. Auguri Girandolina.
Sveglia alle 7.00 per riuscire a prendere il Bus che ci permetterà di evitare un certo volume di
traffico, ma ovviamente siamo in Senegal e quindi anziché prendere il nostro pullman finiamo
su un birucet locale, al primo ne susseguono altri 2, dopo una breve camminata giungiamo ad
un grosso incrocio.
Qui dobbiamo salire su un ultimo pullman di linea che ci porti davanti al primo ospedale a
Dakar. Beh, il pullman è già pieno e salendo con grande fatica dimentichiamo
qualcosa…..Geppetto!!! non è riuscito a salire, ma per fortuna il pullman deve fare manovra
prima di ripartire quindi caricati i sui bagagli dal finestrino lo tiriamo su a forza di braccia,
schiacciati come sardine ci siamo finalmente tutti e via partiamo. Auguri Girandolina.
Giunti finalmente all’ospedale, veniamo accolti un po’ freddamente, ma noi siamo positivi
energetici ed entusiasti e via nel reparto…servizio splendido e attento, noi ci divertiamo e i
bambini anche... le mamme non parliamone ridono come matte. Le ore a disposizione volano e
non riusciamo a soddisfare tutte le richieste dei medici che ci vorrebbero con loro ancora e
ancora e ancora. Auguri Girandolina.
Uscendo andiamo a mangiare…dove? In un luogo che ci ha davvero ristorato, e ridonano le
forze per poter affrontare l’ospedale Principale di Dakar. Auguri Girandolina.
Dopo un breve tragitto in macchina eccoci giungere davanti a un enorme complesso in
perfetto stile coloniale. Il grande ospedale è gestito dai militari, e la differenza con l’altra
struttura di vede. Notiamo subito controlli più severi all’entrata una maggiore pulizia e cosa
quasi incredibile…aiuole ricoperte di un morbido manto verde.
L’accoglienza è un po’ freddina anche qui, l’ambiente militare ha regole severe che non vanno
perfettamente a braccetto con la spontaneità di noi clown. Auguri Girandolina.
Una volta conosciuto il Maggiore, che resterà con noi per tutto il pomeriggio, ci dirigiamo verso
i reparti.
Comincia così una vera magia dove sorrisi, dolcezza e risate si susseguono, tutti ne sono
contagiati i dottori, gli infermieri persino il rigido maggiore si lascia andare a risate di vera
pancia vedendo magie e piccole gag. Auguri Girandolina. Le ore volano e presto è ora di
andare via…i nostri corpi sono stanchi, ma i nostri cuori sono gonfi, carichi…. sappiamo di aver
vissuto una gran giornata, sappiamo di essere riusciti a donare amore e allegria. Una giornata
indimenticabile, ricca di emozioni…per Furia una particolare, è l’ultimo servizio in ospedale
fatto con il suo vecchio camice, dopo 6 anni di onorato servizio, verrà piegato e
meritatamente riposerà, sarà un ricordo bellissimo… Auguri Girandolina.
La giornata termina in maniera davvero suggestiva, la luce va via e così ceniamo a lume di
candela. E’ una cena particolare che ci riserva ancora qualche emozione, come forse avrete
intuito oggi è il compleanno di Girandolina… AUGURI!!! Così dopo il solito piatto unico ecco
arrivare la macedonia con il gelato…e per finire i bambini durante la nostra assenza hanno
preparato una maglietta con tutte le loro firme da regalare a Girandolina…
Furia, Albatros, Svampita e Geppetto provano un pizzico di invidia…la festa per Girandolina è di
una semplicità estrema ma vera e ricca di amore credo che tutti una volta nella vita vorremmo
festeggiare così il nostro compleanno! Auguri Girandolina.
Finalmente andiamo a letto esausti ma coscienti di aver vissuto una giornata indimenticabile.
Grazie Senegal
Sogni incantevoli da
Albatros, Furia, Girandolina, Svampita e il buon vecchio Geppetto (che il sonno ce lo conservi
vigile)
Mercoledì 18 Giugno
Buon giorno dai vostri avventurieri. Oggi indovinate???? E’ una splendida giornata di sole caldo
e lucente ben 37° alle 10 del mattino!!!
Oggi è un giorno speciale, come tutti quelli qui trascorsi sino ad ora, un grande evento ci
attende e noi ci teniamo particolarmente.
La giornata inizia con la ripresa del laboratorio di decoupage dalle ragazze. Girandolina e
Svampy si recano questa volta con Jalila alla scuola e apprendono con gioia che le ragazze si
sono applicate nel cercare un oggetto da decorare. Alcune di loro hanno portato delle mezze
zucche svuotate, ottime per il lavoro da fare.
Altre hanno i fantomatici cassetti presi non si sa dove... e altre, che non si sono applicate gran
che, hanno dei pezzi di cartone. Iniziano con il ritagliare la carta, e alcune sono davvero brave
e volenterose!
Una volta applicata la carta sugli oggetti le ragazze che non vedono l’ora di finire il lavoro
passano all’applicazione del flatting. Gli oggetti prendono forma e le ragazze sono contente del
risultato.
Girandolina si adopera molto perché le applicazioni vengano fatte nel migliore dei modi, anche
perché Svampita Inizia ad accusare i sintomi di una forte infiammazione alla gola e non è al
massimo.
Finito li laboratorio verso mezzogiorno ci rechiamo a casa dai maschietti, che nel frattempo
hanno organizzato il luogo dove allestire lo spettacolo del pomeriggio, lavorando sotto il sole
per pulire la sabbia dalla spazzatura e detriti, nell’area dove si terrà l’esibizione nostra e dei
ragazzi del centro handicappati conosciuto nei giorni scorsi. Nella mattinata Furia ha provato a
spedire le condivisioni ma purtroppo tutto il quartiere è senza luce, Geppetto e Albatros sono
andati a comprare il materiale per realizzare delle torce e per delimitare il “palco”…nelle strade
i ragazzi notano qualcosa di strano…le ragazze che hanno appena finito il corso di decupage,
hanno tutto in mano i lavori appena realizzati e sono davvero belli, alcune di loro esponevano
le loro zucche in testa!
Furia con dei soldi donati ha comprato per la casa, delle nuove tazze, delle posate, e una teiera
per la colazione del mattino.
Nel pomeriggio proseguono i preparativi per lo spettacolo, purtroppo a questo mancherà
Svampita, costretta a letto da una febbre a 38 e mezzo.
Alle 15 cominciano i lavori ... il palco viene delimitato (4 paletti e una lunga corda), le torce
vengono realizzate (5 pezzi ferro per serramenti con avvolti all’estremità uno straccio per
pavimenti….meglio di Indiana Jones), le quinte allestite (3 pali, un filo da stendere e i nostri 5
camici più 2 batik appesi).
Tutto è pronto per iniziare: alle 17 circa giungono su un lussuoso mezzo di trasporto i circa
venti musicisti e ballerini. Scendono stampellati e non con l’aria della classe liceale in allegra
trasferta.
Et voilà inizia la parata per le strade più o meno sabbiose del quartiere . Come sempre alla
testa si pone l’imponente Albatros. Seguono i musicisti Furia e Geppetto con palline e clave ed
ancora uno stuolo di ragazzini fra cui i più sorridenti e casinisti sono ovviamente i bimbi della
Casa di Ibrahima.
Giungiamo i corteo rumoroso fino al centro nevralgico di Malika il famoso Terminal Bus. E lì,
dietro front e ritorno fino all’area che i nostri eroi hanno approntato per lo spettacolo. Il
pubblico non è da concerto di Vasco a San Siro, ma noi siamo felici lo stesso, anche perché
tutti i vicini hanno contribuito all’allestimento dello spazio chi prestando mattoni, chi pali chi
semplicemente sorridendo con la sua presenza.
Puntiamo tutto sulle gag e dobbiamo dire che i bimbi ma anche i grandi ridono e ridono e
ridono… A causa della febbre di Svampita, sigh, esordisce alla mosca Micheline con un
successo incredibile. Nonostante i problemi di lingua e tutto il resto è bravissima.
Poi è la volta del gruppo musical danzereccio che trascina il pubblico per un bel po’ fino al
numero finale , guarda il destino, con un mangiafuoco sputa fuoco, che da il la all’accensione
delle torce e alla baraonda finale con anche il grande Albatros protagonista.
La sera scende veloce il gruppo risale sul furgone scassa…., pardon lussuosissimo,
puntualmente si insabbia alla prima curva con relativa discesa di tutti e venti gli astanti e
spinta con annessi clown del potente mezzo, e con grida e canti si perdono nella notte fra le
case di Malika.
Viene da sospirare e pronunciare: Africa.
Sogni ballati da
Albatros, Furia, Girandolina, Svampita e il buon vecchio Geppetto (che la sabbia ce lo
mantenga insabbiato).
Giovedì 19 Giugno
La giornata si apre con il solito freddo africano. Sole a picco e temperatura adatta alla
preparazione del tipico piatto senegalese. Il pinguino impanato alla sabbia. Di sabbia ce n’è,.
Pinguini un po’ meno.
Eccoci, la fine missione si avvicina a passi lunghi, oggi è previsto un po’di turismo per i nostri
esploratori infaticabili. Così Albatros, Girandolina, Svampita e Furia partono alla volta del Lago
Rosa. Il viaggio prevede due ore di auto escursione al lago e alle bancarelle e ritorno…
Spazio per il lago Rosa.
Intanto il buon Geppo resta a casa per riorganizzare il materiale burocratico.
Finalmente dopo vari tentativi infruttuosi riusciamo ad inviare le condivisioni. Ci vuole più di
un’ora fra connessine carente elettricità latente e computer ( che in francese si dice ordinateur
ma per ironia della sorte è disordinatissimo qui in Senegal) . Il destino e la fortuna sono dalla
nostra parte questa volta perché due minuti due dopo l’invio della mail la luce va via di nuovo
e non torna per diverse ore. Poi il vecchio Geppo va alla spiaggia per fare il bagnetto in
solitaria nel mare agitato giocando a “un due tre stella” con dei granchietti velocissimi che
corrono sulla sabbia e si nascondono in piccoli buchi che a volte creano in pochi secondi
appena qualcosa o qualcuno gli si avvicina.
Infine rientrano i nostri eroi accaldatissimi, sembrano prodi eroi della legione straniera che
abbiano appena raggiunto decimati il fortino. Veloce fase di rifocillamento prima e riordino dei
bagagli e delle cose presenti nell’ufficio e poi nuovo giro al mare in attesa del tramonto. Non
eravamo mai stati alla spiaggia nel pomeriggio tardo. C’è tutto un mondo che saluta chiede
notizie e ha voglia di ridere e scherzare. Mentre Girandolina e Furia si dedicano ad un lungo
bagno ristoratore Geppetto fa amicizia con un gruppo di ragazzi e soprattutto con Ocy un
ghanese che lavora qui a Malika. Il tramonto infine si mostra in tutta la sua assenza. Nel senso
che il caldo dell’aria ed il freddo dell’oceano creano una foschia all’orizzonte che fa annegare il
sole verso la sera senza che ci sia un vero e proprio tramonto. Mancano le ciminiere e
sembrerebbe Marghera. Voilà si va verso casa con visita alla stanza abitata dal ragazzo
ghanese, piccola bollente e arredata riccamente con ben due soli materassi a terra per lui e un
altro suo amico con cui condivide l’affitto.
I bimbi a casa ci attendono per la cena. Qualche momento insieme e poi per loro è giunto il
momento della nanna.
Per noi di fare l’ultima condivisione e di tirare insieme le somme di questa missione premissione.
E poi a nanna.
Sogni in tramontabili da
Albatros, Furia, Girandolina, Svampita e il buon vecchio Geppetto (che la doccia ce lo conservi
a secco).
Venerdì 20 Giugno
La sveglia suona sul solito caldo africano.
Ma oggi fa più caldo del solito. C’è più sole del solito. Più sabbia del solito. E i bambini quando
si svegliano sono più bambini del solito. Ci tocca partire. Lo sappiamo dal momento in cui
apriamo le palpebre. Lo sappiamo dal momento in cui siamo partiti. Solo che la realtà che ti
immagini non è mai quello che accade nella realtà.
Prepariamo la colazione. Girandolina mette più cioccolata nel solito nei panini e vorremmo che
il pane fosse il più croccante possibile. Questo è il momento che ognuno affronta da solo anche
se cerchiamo di organizzare tutto in modo che ci siano sorprese sia per i bambini e le persone
che restano, sia per i clown che arrivano.
Svampita ancora un po’ febbricitante. Andiamo anche a comprare le ultime cose che servono
per partire insieme a quelle che servono per chi arriva al posto nostro.
Così la mattinata fila liscia. Ma sappiamo tutti dove corrono i nostri pensieri.
Chi ha famiglia, chi ha radici, chi ha persone cui vuole bene. Bi sogna e vogliamo ritornare.
Come vorremmo e bisognerebbe restare e continuare. E’ questo che fa male. In fondo la
nostra impotenza di fronte al mondo. Siamo piccoli e con la nostra piccola forza vorremo fare
cose che sono al di sopra di noi. Almeno chi di noi crede che quello che facciamo vada al di là
di noi stessi e che abbia un senso forte nel mondo che ci circonda.
Però anche questa volta il nostro piccolo seme l’abbiamo piantato. Non sappiamo se diventerà
un Baobab o morirà, se sarà un fiore stupendo, o un rovo contorto sotto il sole.
Non abbiamo la certezza che il gruppo che Alì sta cercando di creare attorno a se riesca a
diventare qualcosa di certo. Non sappiamo se riusciremo a supportare in qualche modo i
ragazzi del centro d’incontro per handicap. Ma nulla avviene per caso e se abbiamo incontrato
queste realtà significa che sono un prova per tutti noi. Poi quello che accadrà sfugge
ovviamente alla nostra vista e al nostro volere.
I bambini tornano e si mangia tutti insieme. Noi abbiamo organizzato di riempire le stanze dei
bimbi con palloncini a forma di cuore e di fare un lenzuolo con le loro e nostre mani impresse
sopra.
Così quando tornano le nostre mani blu si uniscono alle loro ed anche a tutte quelle di chi è
della casa.
Poi accade la danza.
La danza della partenza.
Tutti si muovono ma spesso non c’è senso in quei movimenti. Quando l’emozione sembra
soffocarti improvvisamente ricordi che c’è una cosa da mettere a posto o da controllare. E poi
gli abbracci i baci, i disegni dei bimbi per noi e tante tante altre cose che le parole scritte non
possono rendere.
E c’è alla fine un taxi che ci porta via. Corre sulle impossibili strade e gli impossibili autisti del
Senegal verso una sera che si accende di bancarelle e mercatini, gente che cammina, musiche
ed odori che resteranno nei nostri cuori.
Non ci sono tante parole, non ne abbiamo voglia, e la riservatezza di Helen è si quella
tradizionale dei senegalesi, ma è anche ascolto di quanto i nostro occhi urlano dal finestrino
dell’auto.
Anche all’aeroporto il contatto con la realtà è flebile, legato soprattutto alle cose tecniche
strettamente necessarie.
Aspettiamo i clowns dall’Italia. Dobbiamo scortarli verso Micheline Helen e Alì che li aspettano
oltre le transenne di sicurezza. Sappiamo che li stiamo consegnando ad un’esperienza unica.
Spariscono nella notte fra molti visi e voci. Anche noi veniamo inghiottiti dall’aria condizionata
dell’aeroporto e poi da aerei che ci sballotteranno in una notte troppo breve piena di sonni
spezzati e pensieri favoriti dalla sensazione di volare.
A Madrid Albatros ci saluta. Lo accompagniamo al suo volo per Parigi solo dopo una colazione
che gustiamo molto ma in fondo viviamo come un tradimento del rito di scambio che a Malika
aveva assunto questo momento.
Ed infine scavalcando i Pirenei e la alpi coperte di neve ( i senegalesi non hanno mai visto la
neve e non è stato semplice spiegare come è fatta) eccoci riconsegnati ai nostri affetti.
Girandolina ha ancora una penisola intera da percorrere ma oramai è casa. Salvo che ora c’è
anche un’atra casa che ci aspetta. In Africa.
Sogni aerei da
Albatros, Furia, Girandolina, Svampita e il buon vecchio Geppetto (che la malinconia ce lo
conservi lacrimevole).
Missione Senegal – 2° Gruppo – 20 giugno – 6 luglio
Capogruppo: Donji
Equipe clown: Chiappo (FI), Ruzzolo (AL), Sbrodolo (Senigallia), Stropicciato (AL)
Partner in loco: La casa di Ibrahima ONLUS
Attività svolte: Laboratori di giocoleria; Laboratorio di Mimo e Biodanza, giochi cooperativi;
corso base clown di corsia per operatori locali. Visite in Ospedali locali, Visite in Associazionifondazioni locali; spettacoli.
DIARIO
Venerdì 20 giugno
Si parteeee!!!
Chiappo, Donji, Ruzzolo, Sbrodolo e Stropicciato, nonostante lo sciopero dei ferrotranvieri
previsto per oggi in quel di Torino, riescono a ritrovarsi all’aeroporto di Torino Caselle…ultimi
controlli ai bagagli e si imbarcano per Parigi dove, dopo un’attesa di 5 ore, prendono la
coincidenza per Dakar...
Per alcuni è la prima missione, per altri no…per tutti un’emozione forte…aumentata dal fatto di
dare il cambio al gruppo Vip che è stato a Malika (il sobborgo di Dakar dove è presente
l’associazione con la quale collaboriamo).
E infatti, dopo il primo impatto col caldo umido senegalese, Albatros, Furia, Geppetto,
Girandolina e Svampita ci accolgono e ci indirizzano verso i ragazzi con i quali collaboreremo.
Occhi lucidi per chi parte, emozioni per chi arriva…uniti dal lavoro comune che si farà in questo
mese totale di presenza Vip nella terra dell’accoglienza, come è definito il Senegal.
Si sale sulle macchine e dopo un’interminabile coda da fare invidia alle tangenziali delle nostre
città, ci dirigiamo verso la periferia…le luci diventano sempre più rade…la gente è tantissima,
tutti in strada, un caos generalizzato…
Tutti veniamo colpiti da pulmini molto colorati sui quali i più giovani saltano sù aggrappandosi
a delle scalette e restando in piedi dietro…
Arriviamo alla casa di Ibrahima, notiamo con gioia i segni dei clown, i bambini che vivono qui
vengono a salutarci uno alla volta, molto timidi e rispettosi.
Ci prepariamo per la notte e ci corichiamo sotto la nostra zanzariera.
Concludiamo con una prima condivisione distesi nel letto, al buio, con in lontananza una fioca
luce, con le emozioni di questa semplice grande giornata spiegate con una parola, che
racchiude tutte le emozioni che ci hanno portato qui.
Sabato 21 giugno
Sveglia!!!
Prima giornata senegalese…e si comincia con una colazione con pane e caffè.
Come già detto dal primo gruppo, si mangia tutti per terra, sul tappeto e a pranzo a cena ci
sono tre grandi piattoni di alluminio dai quali con le posate tutti insieme si prende il cibo.
Nella mattinata giochiamo con i bambini della Casa di Ibrahima, cominciamo a conoscersi e la
sintonia parte subito bene.
Nella tarda mattinata ci troviamo con le due ragazze volontarie francesi per organizzare il
programma delle prossime due settimane. Fortunatamente il primo gruppo ci ha già avvisato
della necessaria elasticità che dobbiamo avere e infatti vengono poste più delle basi generali
sul da farsi più che fissare un programma dettagliato.
La cosa positiva è che si cercherà di radunare un gruppo di adolescenti per fare un corso
clown.
Manca poco al pranzo ma ne approfittiamo per andare a fare il cambio dei soldini e acquistare
acqua e un dolcissimo mango!
Nel pomeriggio ci rechiamo alla spiaggia, giochiamo con i bambini e anche altri non del gruppo
della Casa si fermano a giocare con noi, e vediamo con i nostri occhi la vecchia Casa di
Ibrahima, proprio sulla spiaggia, bella spaziosa, ma abbandonata per il crollo di un muro e non
più sicura.
Torniamo a casa (la nuova dove si sta) e…la doccia non si può utilizzare…e quindi ci laviamo
con i secchielli.
Dopo cena, proprio quando stavamo cominciando a scaldarci con balli e danze con l’ukulele di
Chiappo, va via la luce…ma tutto sotto controllo! Via con le candele…e si ricomincia!
La luce torna…ma nulla è cambiato…noi ci divertiamo sempre!
Ci si mette fuori dalla casa…Chiappo all’ukulele, Sbrodolo con una bottiglia di plastica a fare il
ritmo…si aggiunge un vicino di casa coi borghi…è il delirio, controllato e pacato se volete, ma
sempre delirio…Chiappo comincia a inventare testi in toscano…e il senegalese dietro…
Senegal Italia….
Domenica 22 giugno
Passiamo la giornata alla Casa coi bambini. Dopo qualche gioco coi bimbi, ne approfittiamo per
fare le prove dello spettacolo e per organizzarci.
Nel pomeriggio andiamo a fare la nostra prima uscita: si prende il pittoresco pulmino dei
trasporti locali, in uno spazio in cui fisicamente ci possono stare una dozzina di
persone…saremo almeno 40… dentro sopra sotto fuori dal pulmino…Quando si scende i
proprietari del pulmino discutono con i nostri referenti per il pagamento con toni accesi…ma è
normale…si fa così…
Arriviamo alla scuola coranica…aspettiamo che i ragazzi abbiano finito le preghiere…e poi
facciamo lo spettacolo.
"La bambola triste" arriva anche in Senegal, il messaggio è compreso da tutti, grandi e piccini
e siamo stupiti dal grado di attenzione che ci riservano.
Una delle due volontarie francesi, Jalila, tempo fa aveva detto ai bambini della Casa (che sono
venuti con noi) che a Barcellona in Spagna ci sono degli artisti che fanno le statue; non le
avevano creduto, reputando impossibile stare fermi per molto tempo…ma dopo aver visto
Ruzzolo all’opera si ricredono…e corrono da Jalila dicendole che fa come quei tipi in Spagna,
una professionista…ormai Ruzzolo è una star…
Nel rientro a casa passiamo per le vie di Malika…tantissima gente…tutti hanno approfittato
della domenica per andare in spiaggia…e salutano i toubabes…come vengono chiamati i
bianchi…(che in questo caso siamo noi...sì, non c’è dubbio…siamo gli unici…).
Cena seduti per terra come d’abitudine…bella atmosfera…dopo aver risistemato tutto i bambini
si radunano nella stessa sala per le preghiere.
Ed è veramente emozionante vedere questi bambini pregare e raccogliersi, con le magliette Vip
addosso, le stesse che abbiamo noi…al di là di ogni differenza…con altre religioni, colore della
pelle, culture differenti…ma…uniti…
Ps: non ci crederete ma fa caldo…
Lunedì 23 giugno
Eccoci qui prontissimi per l’inizio della settimana senegalese.
I bambini della Casa di Ibrahima sono a scuola: ne approfittiamo per organizzare il programma
delle attività, per andare in un punto internet per inviare la condivisione e per recuperare i
bottiglioni di acqua. Sono dei bottiglioni di acqua da 10 litri, ahimé diventati più difficili da
recuperare visto il caldo di questi ultimi giorni. Giriamo parecchi negozietti di alimentari o
sedicenti tali. Alla fine, non trovandole, dirottiamo su bottiglie più piccole, poi dopo pranzo e
accompagnati da una ragazza senegalese che collabora con la Casa (Michelin), riusciamo a
scovare un posto dove ci danno 4 bottiglioni da 5 litri.
Dopo il pranzo ci prepariamo per andare all’associazione Nioko Boko, per raggiungere la quale
dobbiamo prendere 3 pulmini locali. Questa associazione si occupa di dare assistenza scolastica
e altro a bambini che non ne avrebbero altrimenti la possibilità. Per loro è previsto lo
spettacolo ma prima di cominciare facciamo come il primo gruppo una delirante e splendida
parata per le vie del quartiere per raccogliere bambini e annunciare il nostro arrivo:
immediatamente siamo seguiti da una folla festante, Chiappo coi trampoli ha alcune difficoltà a
camminare sulla sabbia e il vento che si è alzato proprio da poco non lo aiuta…infatti
casca…ma la sabbia lo protegge e non succede assolutamente nulla…infatti poi ricasca una
seconda volta…Ormai il pandemonio totale…suoni, colori, persone che guardano a bocca aperta
il passaggio di questi matti…che dopo una quarantina di minuti ritornano al punto di partenza.
Organizzatici sullo spettacolo, la Bambola triste parte…successone!
Nonostante il caldo incredibile che si è accumulato e che dopo aver fatto due passi ci fa sudare
4 litri d’acqua, portiamo a termine il tutto.
Si suda tutti, certo…ma Sbrodolo è una cosa a parte. Nel momento in cui in scena Donji lo
deve abbracciare…beh…è un po’ come fare la doccia…Non è spiegabile a parole…è uno zampillo
continuo d’acqua…al di là dell’umano…
Dopo il nostro intervento assistiamo alle prove di uno spettacolo di danze fatto da ragazzi che
utilizzano questo centro di aggregazione, un punto di raccolta molto importante per i giovani,
ma non solo, del quartiere.
Sono accompagnati da un gruppo alle percussioni, bonghi, tamburi…e le danze sono
eccezionali, con una fisicità pazzesca da fare invidia a qualsiasi atleta o danzatore
professionista.
Poi è la volta del gruppo di Takewoondo (non so come si scriva con precisione, comunque arti
marziali): ci sono persone di tutte le età, dai 5 anni in su, la cosa è molto apprezzata perché
dà disciplina ai ragazzi e li aiuta a fare attività fisica oltre che a dar loro sicurezza e autostima.
L’istruttore è Alì (tra l’altro campione del Senegal nella sua categoria), che collabora con la
Casa, e per lui e altri ragazzi del suo gruppo faremo il corso di clown, nella speranza che poi
possano venire con noi in ospedale la prossima settimana. Vedremo.
Al ritorno, altra oretta e mezza per rientrare alla Casa, stanchi ma felici per quanto fatto.
Martedì 24 giugno
Oggi i bambini non hanno scuola e quindi sono a casa; dopo aver fatto le pulizie generali e i
loro compiti, mentre noi ne approfittiamo per fare il bucato, si va tutti insieme alla spiaggia.
Si fanno le piramidi, un po’ di acrobatica, si gioca insieme…la semplicità e la libertà mentale di
questi ragazzini senegalesi ci conquista e ci fa riflettere giorno dopo giorno sempre di più…
Nel pomeriggio iniziamo un corso clown per un gruppo di ragazzi intorno ai venti anni di età
capitanati da Alì: sono una decina circa e hanno intenzione di cominciare a fare qualcosa come
clown negli ospedali di Dakar; al momento hanno accolto con entusiasmo la possibilità di fare il
corso e si impegnano un sacco.
Considerate che in Senegal il volontariato non esiste (tanto da dover spiegare che non siamo
venuti in Senegal con finanziamenti di chissà quale azienda…ma come volontari) e anzi, in
questo campo c’è molta diffidenza (pur essendo molto accoglienti con tutti) …per di più la
figura del clown non è per niente conosciuta…quindi questo nostro corso clown ha un ruolo
incredibile…loro sono i veri pionieri e si mettono veramente in gioco…siamo noi ad imparare da
questo coraggio…
Si torna per cena alla Casa alle 23…siccome abbiamo fatto tardi ci hanno lasciato da parte un
po’ di roba…sbranata all’istante…apprezziamo un sacco la cucina senegalese e il modo di
mangiare, tutti intorno ad un unico piattone seduti per terra, e veramente accolti da pari e
senza imbarazzi dai locali.
Mercoledì 25 giugno
Oggi è prevista la seconda giornata del corso per i futuri clown senegalesi, giornata completa
con loro…un successo…sono e siamo entusiasti…oltre ai momenti più leggeri condividiamo dei
momenti veramente forti ed intensi…lacrime di gioia scendono sui nostri sorrisi…la lingua non
frena e i cuori sono sulla stessa linea…che dire…’sto naso rosso ne combina sempre di belle,
che ne dite?
Dopo questa giornata intensa passata nel salone della vecchia Casa sulla spiaggia (dalla quale
l’associazione che ci ospita ha dovuto traslocare perché a rischio cedimento nell’ala delle
camere), si improvvisa un defilé di moda con i bambini…buffissimi…chi elegantissima, chi più
sullo stile rap…nel complesso una sfilata da fare invidia ai migliori stilisti.
Secchiellate di acqua come d’abitudine sono la nostra doccia…ma vi assicuriamo piacevole nella
sua semplicità…
La condivisione di gruppo chiude la giornata…ci mancano solo le risate al buio…eh sì…… basta
una sciocchezzuola per ridere come dei matti per un bel po’…tenete conto che basta dire
qualcosa a Sbrodolo e lui scoppia dal ridere…ora utilizziamo questo metodo: uno inizia una
specie di barzelletta che viene poi conclusa dagli altri…esempio: un cane entra in un cinema,
cerca di aprire la porta ma nessuno gli apre perché il cinema è chiuso (fine)…e Sbrodolo giù a
ridere, noi ridiamo nel sentire lui che ride come un pazzo…
Il cielo senegalese allarga i cuori…e anche le risate…
Un super abbraccio a tutti,
Chiappo, Donji, Ruzzolo, Sbrodolo e Stropicciato
E ora…lo sappiamo che fremete…eccole…
Scene di vita vissuta…
1)
Nella ricerca dell’acqua, Donji, Sbrodolo e Stropicciato accompagnano Michelin, la ragazza
senegalese che collabora col centro: si attraversano le viuzze di Malika, piene di sabbia.
Dovendo lei poi fare una commissione veloce e vedendoci boccheggianti, ci dice di aspettarla
sotto un albero per 5 minuti circa…ci sediamo su delle pietre…praticamente una scena patetica
di 3 vecchi abbandonati…poi per fortuna Michelin torna…
2)
Durante il corso clown ai ragazzi, rifacciamo il giro di nomi…
Stropicciato parlando con una ragazza che si chiama Fatu, le dice…”Dunque tu ti chiami
Facchiu”. Chi conosce un po’ di inglese non tratterrà la risata…fortunatamente la ragazza non
lo conosceva…
3)
Dovendo portarci in giro per gli spettacoli i trampoli di Chiappo, abbiamo notato che stando
nella sacca apposita, quando sono presi da Sbrodolo sembrano una sacca con le mazze da golf
e infatti il suo cappellino, i pantaloncini corti e l’andatura rallentata dalla sabbia aumentano
questa sensazione…tanto che Chiappo gli chiede sempre se ha perso la pallina e dove si trova
la buca 15…
4)
Sbrodolo emana calore di suo…Lo abbiamo soprannominato “Il Termosifone”…ogni tanto
Chiappo gli va vicino e dice al gruppo a che grado di calore sia, tipo “Oggi Sbrodolo sta sul 3...”
come le tacchette del calorifero appunto…
5)
Per comprare l’acqua nei bottiglioni ci rechiamo in un minuscolo negozietto.
Chiediamo al proprietario a che ora, non avendone al momento, avrà delle scorte da venderci.
“Alle 5” dice lui.
Guardiamo l’orologio. Sono le 5. Glielo facciamo notare.
Lui con assoluta tranquillità risponde “Allora passate più tardi…”
Sempre alla ricerca dell’acqua, un altro negoziante ci dice “Sì, ho l’acqua, da dieci litri, nessun
problema”
“Allora la prendiamo” esultano i clown…
“No, non posso, ce l’ho…ma non qui…” il commento finale del negoziante…
Senegal…insegna…
6)
Quanto segue non può essere volgare. Parola di Chiappo che ci illustra l’ultimo succoso
aneddoto.
Undici e mezzo. In spiaggia. Sole, mare, bambini. Stropicciato indossa il suo bel costumino
stropicciato, appunto. Sarà il caldo, sarà il vento, chissà, il costumino inizia a far capricci. Et
voilà, parte di ciò che prima era nascosto al sole, così, d’improvviso, fa capolino.
La volontaria francese, che parla un po’ italiano, gli si avvicina e con accento transalpino gli
sussurra: “Coglione!”. PAUSA.
Stropicciato preso in contropiede la guarda. “Moi?” PAUSA.
Lei indica verso sud e dice “Regarde….”. Eh sì, alla fine dei conti la tipa francese aveva
fisicamente ragione.
Uno a zero per i Francesi.
Palla al centro.
(come da successivo aggiustamento di Stropicciato)
Giovedì 26 giugno
Abbiamo la mattinata liberi da impegni prefissati e ne approfittiamo per girare per il quartiere
della cittadina dove siamo, Malika. Ci immergiamo nei suoni e nei colori senegalesi….e Chiappo
coglie l’occasione per farsi tagliare i capelli. Ma non c’è la luce nel quartiere e allora il barbiere
attacca la macchinetta tagliacapelli ad un generatore rumorosissimo. Ne viene fuori un testino
niente male, con aggiustamenti fatti con il rasoio degni del miglior geometra.
Nel nostro gironzolare per il quartiere ogni occasione è buona per interagire con i locali e
Chiappo si mette a fare dei giochi di magia con un successo incredibile.
Nel pomeriggio concludiamo il corso clown per i ragazzi del gruppo di Alì. Abbiamo gettato una
base. A prescindere dalla continuazione effettiva che potrà avere, i ragazzi sono molto contenti
e soddisfatti del percorso svolto insieme.
Il corso doveva durare dalle 17 alle 21…si presentano alle 18 e con naturalezza ci dicono che
prima sono andati a fare un bagno in spiaggia…
Hanno apprezzato molto la parte di crescita personale, sono diventati dei giocolieri eccezionali
nel giro di 20 minuti, abbiamo fatto vedere alcune magie dalle quali non sono stati attratti più
di tanto, abbiamo avuto difficoltà a far capire il concetto di cura per l’altro (nell’esercizio della
bambola che non cade si lanciavano la persona al centro con forza smisurata) ma alla fine si è
notato anche lì il miglioramento su un terreno a loro non familiare.
Consegniamo i nasi rossi…per loro è come ricevere una medaglia d’oro alle Olimpiadi e sono
molto emozionati.
Si crea un bel clima, e ritornando alla Casa i ragazzi ci insegnano alcune parole e frasi in wolof,
la lingua locale che, pur essendo il francese la lingua ufficiale dello stato, è quella parlata da
tutti.
Venerdì 27 giugno
Oggi la giornata sarà molto intensa…abbiamo in programma due visite: una ad un centro per
disabili e l’altra alla savegarde de Pikine, una sorta di carcere minorile, e ci aspettano molti
spostamenti.
Siamo pronti per le 9.10 e restiamo in attesa di Mamadou, l’educatore della Casa, che oggi ci
accompagnerà. Arriva alle 10.30…quindi per i ritmi senegalesi siamo in perfetto orario…
Si parte…prima un pulmino locale, poi un taxi e poi un altro ancora. Di pulmini stracolorati e
pieni zeppi di gente abbiamo già parlato…i taxi sono macchine pronte per lo sfasciacarrozze
che riescono a riparare in continuazione.
Arriviamo nel Centro Disabili: il responsabile del Centro, Omar, ci illustra come tutto è
cominciato (già descritto dal gruppo precedente), poi facciamo il nostro spettacolo. Il pubblico
è molto eterogeneo, bambini e adulti sono colpiti dal messaggio semplice e diretto, terminiamo
con bans coi bambini.
Dopo un pranzo in un bar locale, si riparte per la seconda tappa.
Saliamo tutti su un taxi…e quando diciamo tutti intendiamo proprio così: oltre all’autista, noi 5
più Mamadou, totale sette persone su un vecchio Peugeot. Siamo perplessi…la macchina
sembra non poter fare i tratti sulla sabbia con tutto quel peso…e infatti…sarà così…a metà
strada sentiamo pezzi staccarsi dal telaio…il taxi si ferma, l’autista ci fa scendere e stende una
piccola stuoia vicino alla macchina e stacca la marmitta, vale a dire tutto il pezzo, non solo
quello finale, e lo mette nel bagagliaio. Ok, si può ripartire…Risaliamo in macchina e
ricerchiamo l’incastro di prima con alterna fortuna. Facciamo ancora qualche minuto di viaggio
nel quale l’impavido autista si lancia in derapate sulla sabbia in viuzze nelle quali pare
impossibile far passare la macchina e alla prima salita…altro strano rumore sotto la
macchina…si stacca un altro pezzo….riscendiamo tutti…invece di girare la chiave pianta un
grosso chiodo nel volante all’altezza dell’indicatore delle frecce e la spegne…altro
controllo…niente…stavolta si continua a piedi…Ma è bellissimo…abbiamo l’occasione di vedere
quartieri in cui la presenza dei bianchi è un avvenimento come per noi la discesa dei primi
astronauti sulla luna.
Arriviamo nella zona del nostro secondo appuntamento ma la savegarde è chiusa (per
preghiera e esami di fine anno), dobbiamo cambiare il programma in corsa. Mamadou ci porta
nel suo quartiere.
Organizziamo lo spettacolo in strada. Prima di cominciare siamo ricevuti da un sedicente capo
del quartiere nella sua casa e scambiamo quattro chiacchiere con gli adulti della zona mentre i
bambini aspettano fuori l’inizio dello spettacolo.
Arriva a salutarci anche la guida spirituale del quartiere, che non stringe la mano a Ruzzolo in
quanto donna. Adattarsi alle abitudini locali e di culture differenti e cercare di comprenderle
senza entrare nel giudizio mette di fronte a interrogativi…
I ragazzi senegalesi della zona arrivano con i loro bonghi, decidiamo di non usare la nostra
musica abituale che riusciamo a fare sentire con lo stereo portatile a pile ma di farci
accompagnare dal loro. Ne viene fuori un’atmosfera incredibile…i ragazzi sanno dosare il ritmo
a seconda delle scene.
Dopo questo spettacolo Mamadou ci porta a trovare la sua famiglia e ci tiene a presentare la
sua nonna, una signora di 92 anni dal fascino incredibile, la vera capofamiglia e punto di
riferimento per tutto il quartiere.
Si ritorna al Centro disabili visitato in mattinata. Il programma prevedeva un laboratorio di
giocoleria, ma si cambia. Stanno facendo le prove di uno spettacolo e con gioia decidiamo di
seguirle. Lo spettacolo prevede la messa in scena di un balletto, fatto da disabili e abili
insieme. Ma vi assicuriamo che le parole non spiegano l’integrazione…chi è abile? Chi non lo
è?...sono tutti ballerini fantastici…I ragazzi con le disabilità fisiche ballano con le stampelle, si
mettono in verticale sulle mani, utilizzano le stampelle come trampolini per acrobazie al limite
della legge di gravità, si buttano per terra e ballano battendo le mani per terra al ritmo della
musica…
La storia è quella di un disabile fisico e una ragazza fisicamente abile che si innamorano, il
padre di lei è contrario è impedisce l’unione, nella storia che si dipana per tutto lo spettacolo e
che farà trionfare l’amore, si fa riferimento alla storia vera di un re del Mali, che nato con una
disabilità fisica e arrivato alla maggiore età, si fece costruire un sostegno in ferro col quale
riusciva a camminare e che lo aiutò a diventare un grande re al di là dell’impedimento fisico.
Il messaggio finale è che bisogna andare al di là delle differenze, guardando in positivo le
cose… Vi ricorda qualcosa?
Si rientra a casa dopo 10 ore fantasticamente incredibili in questo splendido Senegal che non
perde occasione di farci crescere…
Al rientro alla Casa, i bambini ci accolgono con abbracci dolcissimi…tutti a tavola…cioè…tutti
per terra intorno al piattone...sarà difficile riabituarsi al tavolo…così è splendido (amici e
parenti sono avvisati…).
L’ultimo a finire il pasto è Memba, il cucciolo della casa, 5 anni: sta raccogliendo gli ultimi
piselli dal piattone, tanto da riempirne ancora un cucchiaio, l’ultimo… Donji si avvicina a testa
bassa, strisciando per terra e spuntando con la testa vicino a Memba… Memba lo guarda e con
un sorriso gli porge il suo cucchiaio pieno…che dire…i clownini che hanno visto la scena si sono
commossi a dir poco…
Altro insegnamento di questo fantastico Senegal…che fa veramente del tarengà, l’accoglienza,
una naturale ragione di essere…
Condivisione della giornata prima di andare a nanna…con gli occhi che si chiudono cullati da un
dolce sorriso…
Sabato 28 giugno
Eccoci…dopo colazione facciamo una riunione con le volontarie francesi e Alessia, la
responsabile italiana della Casa di Ibrahima, che è arrivata ieri dall’Italia. Rivediamo con loro
quanto fatto fino ad ora e stabiliamo il programma per la prossima settimana, fissando gli
impegni e gli appuntamenti.
Nel fare questa operazione dobbiamo necessariamente considerare l’andazzo locale, e quindi
anche che all’ultimo il tutto potrebbe essere stravolto…
La mattina è segnata purtroppo anche da un evento triste: una delle due ragazze locali che si
occupano della cucina riceve la notizia che il suo nipotino di 3 mesi è mancato…
Aveva una malattia mai vista da queste parti, oltre al medico i familiari hanno consultato una
donna del villaggio, che pare abbia detto che il problema possa essere stato il malocchio.
Medicina, tradizioni locali, superstizione…il dolore viene vissuto in modo indecifrabile per noi
occidentali…
La ragazza insiste per completare i suoi doveri domestici e sono le responsabili del centro a
dirle che può andare a casa ovviamente…solo allora accetta…
Senza che nessuno dicesse loro nulla, i bambini della casa si avvicinano al pentolone delle
patate che stava pelando e continuano il lavoro da svolgere, nessuna parola entra in circolo,
partecipazione attiva al dolore senza abbracci o consolazioni…
Un’altra grande esperienza di vita…
Il pranzo e poi un momento di sosta dovuto al caldo afoso delle prime ore del pomeriggio…e
poi andiamo con i bambini alla spiaggia…si gioca insieme a loro...calcio…onde…
L’Atlantico porta onde altissime e correnti fino al bagnasciuga…e quindi prudentemente
facciamo uscire i bambini dall’acqua.
Si ritorna alla Casa cantando tutti insieme.
La sera…beh…è sabato sera…e i bambini attendono frementi il momento cinema…il programma
prevede la visione di Peter Pan, direttamente sul pc.
Loro guardano incantati il film…noi ammiriamo le loro bocche spalancate…
Ogni tanto il pc si blocca…improvvisiamo allora le scene dl film…con uno splendido Sbrodolo
che rifà mimando tutti i personaggi, aggiungendo i bimbi della Casa in questa o quella scena…
Chiappo e Sbrodolo suonano poi fuori dalla Casa l’ukulele e i bonghi, seduti per terra, al buio e
illuminati dalle sole stelle…altri bambini delle case vicine si avvicinano e praticamente tutto il
quartiere tiene il tempo…gruppo spontaneo…emozioni uniche…
Domenica 29 giugno
Oggi ci rechiamo alla vecchia costruzione sulla spiaggia dove prima erano alloggiati i ragazzi
della Casa e nel salone più grande facciamo un laboratorio di mimo e biodanza.
Si oltrepassano ancora di più le barriere e la gestualità e la musica uniscono su un terreno
comune.
I ragazzi sono spugne desiderose di contatti e abbracci.
Oggi la temperatura è ulteriormente salita rispetto ai giorni scorsi ma resistiamo…poi ormai
siamo abituati a Sbrodolo vicino…per cui siamo ben allenati per ogni occasione.
Nel pomeriggio, dopo essere rientrati a Casa per il pranzo, ritorniamo alla casa sulla spiaggia e
facciamo giochi di gruppo.
Poi un bagno lava via il sudore…per 12 secondi…poi si è punto e a capo…
Siamo avvicinati con allegria da tutti, senza invadenza, e abbiamo l’occasione di fare
conversazione e interagire non solo con i bambini ma anche con adulti.Alcuni chiedono
informazioni sull’Italia, altri le danno, avendo fratelli o amici in questa o quella città (Bergamo,
Milano, Roma…).
Il sogno è di andare a lavorare in Italia, Francia, Spagna. Per farlo cercano disperatamente di
mettere insieme 500 euro, tanto vale la possibilità di salire sulle piroghe clandestine che fanno
la rotta sulla Spagna. Il biglietto aereo, che ai nostri occhi costa poco di più, è per loro
irrealizzabile…bisognerebbe pagare il funzionario corrotto per avere il passaporto e tutta una
serie di personaggi per avere le carte in regola…quindi in sostanza partono già clandestini dalla
loro patria…senza considerare i problemi all’arrivo.
Arrivo che non è per nulla scontato: questo viaggio è chiamato "il viaggio della morte", la metà
circa delle persone muore durante il viaggio…vedere persone che sognano questo viaggio
facendo a testa o croce con la propria vita sconcerta…
Torniamo alla Casa cantando insieme ai bambini, con la testa ancora avvolta da queste
contraddizioni e realtà africane.
Dopo la cena, una bicchierata di latte e pastina calda e dolce, Stropicciato organizza il falò.
Adesso…magari l’idea di un falò in estate nel deserto africano può sembrarvi sulle prime non
proprio una furbata… ma, scherzi a parte, nasce una splendida atmosfera di gruppo e ci
ritroviamo a cantare intorno al fuoco, immancabile bongo di sottofondo e gioia a 360°…
Il fuoco si spegne lentamente…tutti a nanna…domani scuola, non si può fare tardi (abbiamo già
fatto andare i bambini a letto alle 22 anziché alle 21.30…noi rimaniamo a fare la nostra
condivisione sotto il cielo stellato…
Un abbraccio fortissimo da
Chiappo, Donji, Ruzzolo, Sbrodolo e Stropicciato
Scene di vita vissuta…
1) I locali sono soliti chiamare i bianchi stranieri Toubabes (leggi tubab). Non è un termine
offensivo, caratterizza solo l’evidenza della differenza di colore senza giudizio. I bambini
quando ci vedono per la strada sono soliti ripetere in continuazione toubabes, toubabes,
toubabes…
Stropicciato se ne esce con una splendida domanda al gruppo: "Ma perché ci chiamano
Kebab?"
2) Nella giornata di venerdì 27 il nostro termosifone Sbrodolo ha raggiunto il livello
9…figuratevi che quando batte le mani gli schizzano via zampilli d’acqua…
3) Avendo l’idea di cucinare un piatto italiano per tutti, Stropicciato propone di fare la
carbonara. Ma sorgono i problemini…La pancetta non c’è… "Vabbé…la facciamo senza pancetta"
dice Stropicciato…e le uova non sono proprio consigliabili e sicure…"Vabbé…la facciamo senza
uova" aggiunge un mai domo Stropicciato…
Chiappo riflette e esclama: "E icché si fa, pasta e pepe!?!?!?"
Ipotesi carbonara scartata.
4) Sbrodolo ha ormai lo stesso umorismo di Peldicarota…nel senso che ride appena sente una
sola parola (ad esempio…mercato, pallone, automobile…insomma…un pazzo…). Dovendo
spiegarci perché ha scelto il suo nome clown, ci dice che era indeciso tra due nomi: Sbrodolo e
un altro.
Gli chiediamo quale fosse l’altro…e diciamo su due piedi il primo nome che ci viene in mente,
ipotenusa…Sbrodolo comincia a ridere fino a singhiozzare…
Proporremo un corso avanzato di umorismo inglese tenuto da Sbrodolo. Sicuri partecipanti:
Peldicarota e Verdone.
5) Notiamo che in Senegal sono tutti….bellissimi…
Fisici scultorei, corpi scolpiti, eleganza nel portamento, sia gli uomini che le donne…
Donji chiede ad una delle due senegalesi che si occupa del mènage domestico, come facciano…
Lei rivela che a partire dal settimo giorno di vita e fino al compimento del primo anno, ogni
giorno i bambini vengono massaggiati con burro di Karité, e che tale compito spetta alla
donna, solitamente la nonna del neonato.
"Allora…" chiede Donji "noi cosa possiamo fare? Possiamo riempirci di burro di Karité ora, no?"
"Non….pour vous il y a rien à faire…" l’amara risposta…
Per noi non c’è più nulla da fare….sigh…
6) Il saluto tipico senegalese è Nangadef (come va?) al quale si risponde Manghifì (sono qui,
va bene).
Avendolo noi imparato, i senegalesi che non ci conoscono forse credono che parliamo il wolof,
la lingua locale e partono con successivi discorsi di 15 minuti circa.
Chiappo commenta: "L’è come se a Firenze uno straniero mi dice ciao e io gli racconto i primi
du’ canti della Divina Commedia."
Lunedì 30 giugno
Passiamo la giornata all’associazione Les Enfants d’Ornella, che si trova a La Kelle, a 60 km
circa da Dakar e ad un’ora e un quarto circa di macchina da Malika dove ci troviamo.
L’associazione, fondata da due italiani (padre e figlia) in memoria della mamma il cui desiderio
era realizzare questo progetto per bambini africani, si rivolge a tutti i giovani della zona, ai
quali vengono gratuitamente offerti attività di doposcuola, corsi di computer, di ballo, di
musica, teatro e altro ancora. La sala del nuovo centro polifunzionale viene anche offerta a
gruppi locali che necessitino di spazio. Il progetto prevede nei prossimi mesi di accogliere una
trentina di bambini definitivamente ai quali poter dare anche vitto e alloggio.
Arriviamo e scambiamo alcune chiacchiere con il responsabile italiano del centro, Andrea.
Nell’attesa che arrivino tutti i bambini ne approfittiamo per visitare il centro e poi pranziamo.
Alle 15 i bambini sono circa 80.
Proponiamo lo spettacolo, poi bans e giochi di gruppo.
Il sole picchia forte…ma resistiamo…e soprattutto ci divertiamo un sacco!
Notiamo come i bambini non seguiti con costanza siano più ‘selvatici’, quindi più energici e
anche più maneschi di quelli con i quali siamo abituati ad interagire nella Casa, ma tutto va
comunque bene.
Baobab.
Durante il viaggio di ritorno, in sette in una specie di mini-mono-volume, quando ormai il sole
africano è basso, e non fa più paura, dal finestrino si vede una grande pianura brulla, che
assume il colore del tramonto. È grande questa pianura, e si estende fino all’orizzonte.
E qua e là baobab.
Chissà se avete presente il baobab, e chissà se andare su Google e cercare una foto rende
l’idea. Ma vedere questi giganti dai rami corti e dalle foglie rade dà l’idea dell’incanto e mostra
una sfaccettatura della magia africana. In macchina si scherza, e Sbrodolo è in piena crisi di
riso, per una serie di battute sul mango. Ma se guardi fuori e vedi i baobab, per un attimo stai
zitto e godi.
E non rinunceresti a questo momento ‘MANGO’ per sogno (vediamo quanto ci mette Sbrodolo a
ridere… 1… 2… 3… ok, fatto, sta ridendo)
Rientriamo a casa per le 20, stanchi ma contenti di questa giornata piena che ci ha permesso
di conoscere un altro pezzo di Senegal.
Martedì 1 luglio
La prima giornata di luglio ci vede far visita all’ospedale …La pioggia nella notte ha salutato il
mese di giugno…lasciando come dolce souvenir un caldo afoso…
Il viaggio è lungo, il traffico porta a quasi due il numero delle ore necessario per arrivare
all’Hopital Principal. Qui con altre 4 persone senegalesi che hanno seguito il corso base fatto
nei giorni scorsi e del quale vi abbiamo già parlato, faremo il nostro servizio. Si vedrà se
questa esperienza potrà essere per loro fattibile in futuro: la speranza è che,
indipendentemente dal discorso in ospedale, possano essere punto di riferimento e di
divertimento per i moltissimi bambini delle strade di Malika e dintorni.
Nella prima parte del servizio facciamo gag improvvisate in un edificio di Pediatria dove
vengono convogliati tutti i bambini che si possono muovere.
Nella seconda parte giriamo in due gruppi nelle varie stanze di ospedale.
I nostri amici senegalesi ci accompagnano con entusiasmo e coraggio e noi facciamo loro un
po’ da angeli.
Il servizio scorre bene: la prima parte ci permette di coinvolgere maggiormente i giovani clown
inesperti…gag, risate in uno spazio piccolo ma simpatico.
Domani in quel reparto è giornata di vaccinazioni e le infermiere ci chiedono di fare i palloncini
per i molti bimbi che verranno.
Girando per le stanze vediamo realtà abbastanza dure. Il livello di igiene e dotazioni varie non
è quello occidentale ma neanche poi così male. Pur non essendo l’ospedale fatiscente, le
mosche disturbano i piccoli ammalati.
Ci stupisce un pochino il contrasto con la parte esterna dell’ospedale, dove una miriade di
giardinieri curano alla perfezione le aiuole che fanno da contorno all’edificio.
In una stanza visitata, una bambina allunga il braccio per prendere un nostro palloncino…tra lo
stupore dei medici e degli infermieri, che negli ultimi mesi l’avevano sempre vista pressoché
immobile…altre piccole magie in questa strana atmosfera senegalese…un bambino felice di
aver ricevuto una spada in dono…e poi il sacchetto magico nel quale buttare il proprio
desiderio…
Dopo il servizio facciamo la condivisione con i nostri amici senegalesi: facciamo nuovamente
presente quanto già detto al corso sul comportamento da tenere in corsia e condividiamo le
emozioni vissute…tante…forti…chissà…forse i primi senegalesi a fare in concreto la
clownterapia…
Rientriamo a Casa…il pullman è strapieno…siamo attorniati da un gruppo di scalmanate
anziane signore…abbiamo l’occasione di fare un pazzo minispettacolino di magia…che porta
ancora più a galla l’esuberanza senegalese…che ridere…dopo ogni magia riceviamo pacche
sulle spalle da abbattere un paracarri…
E poi il caldo afoso…ma le emozioni della giornata di oggi fanno sopportare qualsiasi clima…
Mercoledì 2 luglio
I giorni passano…
Questa mattina abbiamo appuntamento con l’associazione Book Diom, che si occupa di fornire
formazione ai bambini costretti a lavorare nelle discariche per portare pezzi di plastica o vetro
in altri centri di raccolta per avere qualche soldo. Facciamo lo spettacolo e poi abbiamo
l’occasione di cantare e giocare insieme ai presenti, per lo più ragazze adolescenti che hanno
appena terminato la lezione di cucito e il personale dell’associazione, che con le proprie
infermiere offre assistenza alle persone che vivono nei pressi della discarica.
Prima di cominciare siamo ricevuti dal responsabile del centro, un signore molto disponibile
rientrato da pochi giorni dal Canada, dove ha partecipato ad un convegno per il recupero nelle
zone disagiate del terzo mondo. Ci spiega che con i fondi della Banca Mondiale il progetto è di
chiudere la discarica e di garantire un’opportunità a tutti coloro che bene o male ne cavano
fuori da sopravvivere. Spostare le abitazioni in un’altra area, fare qui una bonifica accurata e
impiantare una fabbrica di gas, garantire imprese addette al riciclaggio, ma soprattutto
eliminare questa bomba ad orologeria… visto che dal 1968 circa si continuano ad ammassare
rifiuti, l’area della discarica è di 180 ettari e si estende per 10 km dal punto in cui furono
buttati i primi rifiuti 40 anni fa, e poi ancora avviare sostegni di microcredito…mille progetti che
illuminano i suoi occhi e anche i nostri. Durata del progetto dieci anni circa. Ora il lavoro duro è
convincere le persone del luogo che il cambiamento e quindi una vita migliore è possibile…Alla
profondità di soli 50 metri scarsi ci sono delle schifezze immense che causano moltissime
malattie.
Rientriamo a casa per pranzo con la speranza di trovare ancora un momento per tornare in
questa associazione.
Oggi è il giorno in cui le due volontarie francesi che ci hanno aiutato durante la nostra
permanenza lasciano il centro. Arrivate in ottobre, dopo 9 mesi rientrano in Francia. Una
piccola festicciola d’addio, qualche lacrimuccia e poi gli abbracci.
Nel tardo pomeriggio facciamo uno spettacolo in strada per i bambini del quartiere.
La cosa è stata annunciata nelle scuole della zona e quindi la partecipazione è buona. Oltre ai
bambini molti adulti si fermano a guardare. In più organizziamo una parata per le strade del
quartiere…ne nasce subito un grande serpentone per le vie di Malika, chiassoso e colorato…poi
tutto nello spiazzo vicino alla Casa per lo spettacolo vero e proprio.
Sulle prime pensiamo che i bambini di strada ci renderanno la vita difficile e che la potenza non
certo eccezionale del nostro stereo a pile venga letteralmente coperta da urla e schiamazzi…
Niente di tutto ciò…i bambini della Casa fanno da bodyguard, dicendo agli altri in quale punto
del campetto sabbioso sedersi, tracciando addirittura con un bastone i diversi settori…
Ousmane è entrato come giocoliere nello spettacolo (ha già imparato a fare passing…), Djibril
controlla lo stereo, Pape recupera ogni tanto lo splendido Ablail (da noi soprannominato
Caccolina, 3 anni scarsi, di cui leggerete ancora sotto) che sorridente e come se niente fosse
entra in scena…
Anche tutte le persone adulte che ne approfittano per andare a fare footing e ginnastica in
spiaggia, si fermano a guardare lo spettacolo, che alla fine viene visto da circa 150 persone…
A fine spettacolo veniamo simpaticamente assaliti dai bambini, e ci rifugiamo nella vicina Casa
di Ibrahima.
Giovedì 3 luglio
E’ la giornata che prevede la nostra seconda visita in ospedale, preceduta da una visita per le
vie di Dakar.
Evitiamo il mercato turistico facendoci guidare da Alì nel mercato senegalese.
Il fatto che Alì cerchi di evitarci i prezzi da turisti segnalandoci i prezzi che verrebbero invece
fatti ai locali non viene visto bene dai venditori, che se la prendono con lui rinfacciandogli di
negare loro dei facili guadagni alle nostre spalle.
Ma la giornata pare essere probabilmente una delle più calde della nostra vita…e dopo una
sosta per il solito panino senegalese ci rechiamo all’ospedale.
Dopo le 2 ore per andare da Malika a Dakar c’è un’altra mezz’oretta da fare coi trasporti locali
per arrivare all’Ospedale Fann, dove oggi faremo servizi con 3 nostri amici senegalesi, al loro
2° servizio.
Visitiamo i reparti pediatrici e in particolare due differenti padiglioni, ognuno dotato di circa 8
cameroni e divisi da un giardinetto quadrato nel quale i parenti dei degenti si stravaccano a
terra all’ombra di un albero centrale.
Il servizio scorre bene, i nostri amici sono più sciolti rispetto al turno precedente di martedì.
Nonostante lo stupore generale siamo accolti bene, e solo in una camera un’anziana signora
nonna di una bambina manifesta in wolof la sua disapprovazione e i nostri clown senegalesi la
capiscono…il rifiuto…difficile da accettare per loro che non capiscono come si possa rifiutare chi
viene a donare un po’ di sé agli altri…
La cosa viene affrontata nella condivisione post servizio…Forse quello è stato lo sfogo di una
nonna che non sa come affrontare la malattia della nipote, forse ha della rabbia e noi siamo
stati la sua valvola di sfogo, vedere delle persone che fanno quello che facciamo noi in
ospedale può sembrare strano e fuori luogo ad una persona della sua età in un paese che non
conosce la figura del clown, il rifiuto non è alla persona ma al servizio…altro positivo scambio di
emozioni e poi l’abbraccio finale…
Rientriamo alla Casa con scalcagnati taxi, per evitare di rimanere eccessivamente imbottigliati
nel traffico e rimetterci altre 2 ore e mezza per il viaggio di ritorno…o quanto meno così
avrebbe dovuto essere…
Ci dividiamo in due gruppi su due taxi: Sbrodolo e Chiappo arrivano a casa col primo taxi
senza problemi…per Donji, Ruzzolo e Stropicciato si apre un “simpatico” fuori programma che
allungherà i tempi dall’ora abbondante prevista per il viaggio in taxi alle quasi 3…
Infatti il secondo taxi buca una gomma ed è costretto ad accostare in mezzo alle bancarelle e
chincaglierie che costeggiano la strada. L’autista scende e smonta la ruota (scoprire che tutte
le ruote sono fissate con 3 dei 4 previsti bulloni…) e scappa via con la ruota sulle spalle in
direzione opposta al senso di marcia. Si avvicinano molte persone, chi per vendere chi per
chiedere qualcosa, chi per vedere il bianco…
Uno di questi ci dice che probabilmente è andato lì vicino a fa riparare il pneumatico.
Questo signore resta con noi…non vuole che gli stranieri che vengono in Senegal siano trattati
male, lui ha passato anni in Congo e sa cosa vuol dire stare…Infatti alcuni personaggi che si
avvicinano sono un po’ folcloristici…la presenza di questo signore ci dà comunque più
sicurezza. La cosa incredibile è che si tratta dell’unico signore alto 1 metro e sessanta cm di
tutto il Senegal…e il più piccolo di quelli intorno è alto un metro e novanta…
Dopo un’ora abbondante il taxista ritorna come se niente fosse e montati i 3 bulloni di cui
sopra riparte ingranando la prima a fatica e saltando le marce, avendone a dotazione solo due
o tre…
Manca ancora un po’ alla Casa…ma riusciamo ad arrivarci…
Ad accoglierci troviamo Chiappo e Sbrodolo, che sono arrivati senza intoppi e che accortisi che
una bambina della Casa ha il mal di testa, mettono su il cd con le musiche di Reneé
Aubry…non solo il mal di testa passa, ma le coccole prendono piede…e la sala in cui
solitamente mangiamo si trasforma in una splendida distesa di bimbi che si fanno
reciprocamente delle tenere coccole!!!
Per queste…non c’è latitudine che tenga…
Venerdì 4 luglio
Nella mattinata ci rechiamo nuovamente all’Associazione Book Diom già visitata mercoledì
scorso.
Ci accompagnano a vedere la discarica nella quale si trovano i lavoratori ai quali cercano di
dare la formazione e i controlli medici. La cosa ci colpisce molto…e soprattutto ci stupisce come
queste persone che lavorano e vivono nella discarica siano pronti ad accoglierci con il sorriso
nonostante le situazioni circostanti. C’è sempre molta fierezza nei loro sguardi. Sono loro a
chiederci come ci siamo trovati in Senegal e se ci hanno trattato bene…loro a noi…
Ritornando al loro centro facciamo alcuni giochi con i ragazzi presenti.
Il nostro obiettivo era quello di fare giochi cooperativi e di sintonia: ci troviamo ahimé di fronte
una sessantina di ragazzi di età diverse, che non si conoscono tra di loro e con uno scarso
desiderio a seguire quanto proposto. Decidiamo ovviamente di non imporre nulla e cerchiamo
di essere flessibili il più possibile nel passare il tempo restante insieme.
Nel pomeriggio ritorniamo a Pikine (cittadina vicino a Malika) al Centro disabili già visitato la
scorsa settimana e ad accoglierci ritroviamo Omar, il responsabile del centro.
Ci portano in un vicino spazio all’aperto cementato utilizzato dalla comunità per le attività più
disparate: dalla pallacanestro alla pallamano, dalle prove del gruppo dei bonghi al semplice
incontro della gente. E’ una specie di grossa piazza sulla quale danno le vie del quartiere e
diventa il cuore pulsante della zona.
Qui presentiamo il nostro spettacolo, con l’accompagnamento del gruppo di tamburi, bonghi e
djambé: il nostro stereo non sarebbe stato di grande aiuto e il suono si sarebbe perso nello
spazio di un metro quadro…e poi l’idea è di integrare, di collaborare con questo gruppo locale,
formato da abili e disabili…anche se come detto nelle precedenti condivisioni…è evidente che le
disabilità sono soprattutto attribuite dallo sguardo giudicante di chi osserva…
Il mix è perfetto…e lo spettacolo raccoglie circa 200 tra bambini e passanti…e si crea subito un
bel clima che ci porta a dare il massimo, in questo che a conti fatti, l’ultimo spettacolo della
missione.
Finito lo spettacolo abbiamo il tempo di fare un laboratorio di giocoleria per gli adolescenti del
quartiere: sono tantissimi e non avendo la possibilità di creare le palline per tutti con pellicola
trasparente e palloncini rotondi (sia per la nostra disponibilità che per il tempo che comunque
sarebbe stato necessario), optiamo per le pietre, che non mancano.
Sono molto ricettivi…la cosa ridicola e che scopriamo subito che le pietre in realtà sono dei
pezzi di cemento, avanzi di costruzioni, e quando cadono si spezzano subito.
Praticamente anche esercitandosi con una pallina sola, se cade, se ne raccolgono tre…
Alla fine chiudiamo il laboratorio con i ragazzi che giocolano con pietre grosse come
francobolli…
A parte questo inconveniente, risolto con la continua ricerca di altre pietre, il laboratorio viene
bene…i più piccolini facevano un chiasso infernale di sottofondo…ma…beh, sarebbe stato strano
il contrario…quindi tutto perfetto!!!
Si rientra alla Casa, ultimo giro su taxi locali (auto praticamente uscite da uno sfasciacarrozze
che prendiamo per fare i tratti completamente sabbiosi nei quali i pulmini non esistono e sulla
ui affidabilità vi abbiamo già aggiornato…) e coloratissimi pulmini, ognuno dotato al suo interno
di una piccola scarpina sinistra di bambino, che pare porti fortuna e protegga dagli incidenti.
Per il dopo cena abbiamo organizzato un piccolo falò…Abbiamo l’ukulele, i tamburi non
mancano mai…ma soprattutto c’è tanta allegria e voglia di cantare insieme…
E’ il saluto che il cielo africano ci dà…
Sabato 5 luglio
Ahimé…l’ultimo giorno…nella mattinata l’impresa è rifare i bagagli e recuperare la roba…la
nostra piccola stanzetta è stata stipata in ogni suo centimetro quadrato…ma ci riusciamo…
Nel pomeriggio andremo a Dakar all’aeroporto…si partirà per il ritorno…e via Parigi torneremo
in Italia…
Eccoci ad inviarvi questo ultimo blocco di condivisioni…abbiamo cercato di passarvi le nostre
emozioni…sembra strano da spiegare ma ognuno di voi ha sentito il vostro “leggerci”, il vostro
interesse e partecipazione…noi baluardi sul campo in Senegal di un plotone di nasi rossi che
con costanza si impegnano nel portare sorrisi ogni settimana…
Come sempre la missione non finisce oggi…la missione continua…ogni giorno…ovunque…col
naso rosso al collo ma soprattutto nel cuore…
E poi…potevamo farle mancare?
Noooooo….certo…per cui, a grandissima richiesta…eccole…
Scene di vita vissuta…
1.
Donji e Chiappo durante un colloquio con i referenti dell’associazione Les Enfants d’Ornella sono
riusciti per una ventina di minuti buoni a far credere a un senegalese, che stava spiegando che ci
sono vari dialetti nelle diverse zone del Senegal, di aver studiato per ben 3 anni il vero e puro wolof
(la lingua locale) del Senegal centrale, parlando in realtà in gramelot. Il malcapitato ci è cascato in
pieno, e solo quando dopo ha visto i suoi conterranei presenti nella sala ridere come matti ha capito
che non era vero…anche se poi il gioco è continuato per tutta la giornata…
2.
Uno dei nostri vicini di casa è un bambino di circa tre anni, sempre col viso sporco e il naso che
cola, praticamente un moccolo secco perenne, che noi chiamiamo Caccolina, e a lui piace. Quando
lo incontri, apri le braccia e gridi ‘Caccolina!’ lui molla qualsiasi cosa stia facendo e ti corre
incontro gioioso. Chiappo una mattina svolge questo rituale e mentre lo sta abbracciando si accorge
che le perdite di liquidi del marmocchio non si limitano alla sezione oro-faringea, ma come dire…
si allargano alla parte bassoventrale-inguinale. Come si diceva, in Senegal si condivide tutto…
Maglietta di Chiappo da cambiare.
3.
Abbiamo scoperto che Sbrodolo suda talmente tanto che il suo sangue si liquefa…come San
Gennaro…però ogni 5 minuti…
4.
Sul pullman che ci sta portando a Dakar per il servizio in ospedale di martedì 1 luglio, Chiappo
passa l’acqua a Donji…tutti stipati…Chiappo fa ridere Donji, che cerca di trattenere l’acqua in
bocca senza fare danni…ma ahimé uno dei micidiali dossi senegalesi è in agguato…Donji cerca di
limitare il disastro…il bilancio finale vede Donji e Chiappo ricoperti d’acqua…
5.
Prima di entrare in ospedale e dovendo ancora pranzare, ci vengono proposti dei leggerissimi panini
a base di carne, uova, cipolla, cipolla, cipolla, cipolla, pepe, pepe, pepe e pepe…che si
riproporranno simpaticamente per l’intero servizio.
6.
Lo spettacolo della Bambola Triste prevede che a ridare il sorriso a quest’ultima sia il mago, che fa
comparire da un sacchetto scambio un bel naso rosso da clown poi posizionato sul viso della
bambola.
Chiappo (mago) e Donji (assistente)…scena finale del numero di magia…
Chiappo, rivolto al pubblico: “ooohhh…et maintenant….” …
Poi, sottovoce a bocca praticamente chiusa, rivolto a Donji…”Donji…’un ce l’ho mica il naso nel
sacchetto…”
Donji, sempre sottovoce ma con la bocca un pochino più aperta: “Come non hai il naso…ma se
t’abbiamo detto venti volte di controllare prima…”
Chiappo: “e se ‘un ce l’ho ‘un ce l’ho…”
Donji con una scusa esce di scena, Sbrodolo gli lancia il suo naso al volo, Donji rientra e insieme a
Chiappo pone come di dovere il naso sul viso della bambola Ruzzolo.
Solo che la circonferenza della testa e del collo di Ruzzolo e Sbrodolo non sono propriamente
identiche e quindi Ruzzolo ha avuto i suoi problemi a non ridere, avendo praticamente il naso rosso
sulle gengive…
In più, essendo di Sbrodolo, anche il naso sudava a manetta…liquefatto appunto…
7.
La giornata di giovedì 3 luglio è stata una delle più calde ed afose…nel raggiungere l’ospedale per
fare servizio Ruzzolo ha battuto ogni record di sudorazione umanamente conosciuto, tanto da far
impallidire il termosifone Sbrodolo, stabile sul livello.
Ruzzolo si presenta con la faccia imperlata di acqua allo stato puro…praticamente una fonte, una
sorgente autonoma.
Ecco…come risolvere il problema del rifornimento d’acqua…
Ruzzolo a quanto sentenziato da Chiappo raggiunge livello 12.
Sbrodolo si lamenta e vuole quanto meno il premio per la costanza…2 settimane emanando sudore
a valore costante vanno considerati secondo il giusto rispetto…
8.
Notte tra giovedì e venerdì…gli assonnati Chiappo e Sbrodolo si ritrovano nel bagno alla
turca…sembra strano fare la coda per il bagno alle 4 di notte ma in Senegal succede anche
questo…il fatto di non poter parlare ad alta voce per non svegliare i bambini…il non poter tirare
l’acqua del water visto che non esistono né il water né la catenella…il non poter gettare la carta
igienica nello scarico perché altrimenti si intasa tutto…aggiungi il sonno tremendo e anche la fretta
che un leggero cagotto ti porta ad avere…ne esce una situazione ai limiti del fantozziano…altri
particolari li lasciamo alla vostra immaginazione…
9.
Sbrodolo è ormai il nostro campione di lotta. Essendo lo sport nazionale i sadici Donji e Chiappo
alla minima occasione lo presentano come il “Toro italiano”, cosa che stuzzica i ragazzi senegalesi
pronti a sfidarlo…A onor del merito va detto che il Toro Italiano si difende bene e regge bene sulla
distanza…ma essendo mediamente i ragazzi qui degli armadi a 3 ante…beh, non riusciamo a
riportare molte vittorie…Ultimo incontro il fido e mai domo Sbrodolo è stato coinvolto in una lotta
con un energumeno trovato nei pressi della discarica…abbiamo fatto il tifo…ma è stato messo
giù…L’occasione è fantastica…il lato atletico è molto importante per i senegalesi…e il nostro fare
la lotta in versione clown li fa morir dal ridere…
Comunque…onore al Toro italiano
PS: sono disponibili foto e filmati delle sue imprese…