Le Memorie» di Sigismondo Castromediano nel

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Le Memorie» di Sigismondo Castromediano nel
«Le Memorie» di Sigismondo Castromediano
nel carteggio Savio - Pellegrino
Nella ricorrenza del centenario dell'Unità d'Italia intendiamo porre in luce
la nobile ed eccelsa figura di un figlio della nostra terra, che, eroe e martire,
soffrì per 30 anni le atrocità della galera borbonica per sola accusa di « lesa
maestà ».
A 37 anni cominciò la sua vita di dolori e di umiliazioni. Egli stesso scriveva : « 30 anni di galera! Addio sorrisi di mia vita nel suo pieno vigore. Addio
bei giorni, addio speranze. Addio affetti ed avvenire. Il mio nome da ora, consideratelo come fra i defunti. Non potrò divenire più il capo d'una famiglia.
Eppure v'era, chi fortemente m'amava : una bella, nobile e assai rara fanciulla.
Ma a che, più rammentarla? Trent'anni di galera per avere aspirato alla libertà ».
Ma la bella e rara fanciulla non lo dimenticò : era la Baronessa Adele Savio
di Bernstiel. Ella custodì il suo amore e la sua ammirazione per il grande patriota e dopo trent'anni, divenuta ormai dama intelligente e l'amica devota e
fedele del Duca, lo seguì. Il ,Castromediano riacquistata la libertà, frequentò a
Torino il salotto Bernstiel, dove trovò calore, incitamento e sostegno a scrivere
le prime pagine delle « Memorie ».
Perchè siano ben definiti i fatti che portarono alla pubblicazione dell'importante opera e perchè le generazioni future possano guardare al nostro passato
con ammirazione e venerazione, pubblicheremo importanti documenti che attesteranno con rigorosa storicità come il Duca Castromediano aderì alla pubblicazione delle sue « Memorie ».
Gran parte ebbe nella circostanza l'Avv. On.le Giuseppe Pellegrino che, in
stretta e generosa collaborazione epistolare con la Baronessa Adele Savio di Bernstiel, vinse da prima la riservatezza del Duca, collaborando quindi con il Dott.
Gaetano Fiore e i Professori Brizio De Santis e Giuseppe Doria alla realizzazione
pratica della pubblicazione.
I documenti storici di cui innanzi sono costituiti da lettere scritte dalla Baronessa di Bernstiel all'Avv. G. Pellegrino ; ci auguriamo, in seguito, di poter
pubblicare anche le lettere dell'On.le Pellegrino alla Contessa.
A presentare le lettere della Bernstiel è la figliola dello stesso On.le Pellegrino, il che impreziosisce storicamente la documentarietà.
Siamo lieti che la Provvidenza ci abbia prescelti a compiere questa opera
di divulgazione che è ad un tempo doveroso omaggio al protagonista salentino
numero uno del Risorgimento italiano e ambito premio ai nostri lettori./
n.
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1 - LA ZAGAGLIA
a cura di IMAGO - Lecce
Lecce, 14 giugno 1894.
« Venerato Amico,
il bisogno prepotente di ritemprare lo spirito evocando ricordi di tempi
meno tristi dei dì che corrono; il desiderio di farvi noto che tutto ciò che Vi
riguarda, forma il patrimonio morale di noi giovani che guardiamo con la gelosa
cura dell'avaro; la coscienza di far cosa che risponda ad una generale aspirazione, figlia dell'immenso affetto che tutti Vi portiamo, ci ha ispirato il pensiero di mettere a Vostra disposizione le nostre persone per curare la pronta pubblicazione delle Vostre memorie.
Purtroppo le condizioni della Vostra età e della Vostra salute non Vi consentono un lungo e faticoso lavoro: noi dunque Vi offriamo la nostra opera
perchè la pubblicazione dell'opera sotto la vostra direzione avvenga con quella
correttezza e precisione che Vi parranno maggiori.
Per la parte economica se ci sarà dato di trovare un Editore che acquisti
l'opera nel Vostro esclusivo interesse e lasceremo a Voi di determinare le condizioni ovvero, le pubblicheremo qui in Lecce e dal prezzo della vendita dell'opera
che noi cureremo di diffondere il più che si potrà saranno ricavate le spese di
stampa.
Saremo felicissimi se potremo associarci l'opera del Vostro amatissimo nipote Edoardo Cassetti, cui vorremmo affidare la gestione amministrativa deil'opera.
Vi prego di gradire gli ossequi devoti
di Giuseppe Pellegrino »
Caballino, 15 giugno 1894.
«Carissimo Amico,
io sono veramente commosso dell'affetto che mi nutrite e la lettera così
gentile con la quale me lo dimostrate meriterebbe una lunga risposta, però date
le mie condizioni di salute purtroppo a Voi note non posso che rispondere brevemente.
Sto rivedendo il manoscritto delle memorie e cerco di ordinarle il meglio
che posso. Prima condizione che io desidero è quella che venga stampata fuori
Lecce sapendo per pratica che cosa siano le Tipografie leccesi e perchè desidero
che abbia la pubblicità che da noi non potrebbe avere.
In quanto alla parte economica io lo dono il mio manoscritto a chi voglia
stamparlo salvo a farmene avere una decina o ventina di copie (le prime stampate) pagandole al prezzo di vendita. Di questa lettera Vi prego far parte ai Vostri amici ed anche amici miei ai quali ed a Voi do di cuore un bacio ed un
abbraccio.
Pel Duca Sigismondo Castromediano
Dev.mo Giuseppe De Dominicis » (era il Cap. Blac.)
Così comincia la storia della pubblicazione delle memorie' del Duca di Caballino Sigismondo Castromediano.
Non fu una cosa facile e breve far decidere il Duca dal carattere schivo da
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esibizionismi a terminare le sue memorie e permettere che si pubblicassero.
Egli
era anziano, di malferma salute e quasi cieco. Le sofferenze subite nelle varie
galere ne avevano minato il fisico.
Le delusioni e le amarezze degli anni seguenti ne avevano fiaccato lo spirito ; così le sue memorie, già cominciate da tempo, erano state abbandonate del
tutto.
Mio padre era un fervente ammiratore di questa splendida figura di patrio-
ta dalla chioma bianca come la neve e dallo sguardo fiero e dolce del Martire
dai puri Ideali, e vagheggiava il sogno di farne conoscere la vera storia a tutti
gli italiani.
Alla Duchessa Adele Savio di Bernstiel, devota e fedele amica di Castromediano, aveva chiesto di fare opera di convinzione presso il suo vecchio e caro
amico e così le aveva scritto :
Senza data.
« Gentile Signora,
autorizzato dal comune e venerato amico Sigismondo Castromediano io
mi rivolgo a Lei per invocare la Sua cooperazione in un'impresa che certamente
troverà la Sua adesione.
Preoccupato dalle condizioni di salute e dall'età di lui e temendo che una
sventura potesse colpirci (ci auguriamo il più tardi possibile), e per procurare
al povero Amico una piccola gioia, io e un gruppo di amici abbiamo insistito
tanto presso il Duca per ottenere la Sua adesione alla pubblicazione delle sue
memorie.
Gli esposi le idee mie e dei miei amici: o avremmo fatto la pubblicazione
qui e il ricavato della vendita, dopo le spese di stampa, sarebbe andato a suo
profitto ovvero avremmo cercato un Editore in una delle grandi città che avesse
acquistato la proprietà dell'opera, ed anche in questo caso il profitto sarebbe
andato a suo beneficio.
Il Duca ci rispose che egli non voleva trarre alcun profitto dalla pubblicazione del libro e non chiedeva altro che una ventina di copie, che si offriva
anche di pagare. Desiderava però che la pubblicazione avvenisse in una grande
città per la maggiore correttezza e diffusione che avrebbe avuto.
Ella dunque, Gentile Signora, ci dica quello che occorre per secondare i
desideri del comune Amico.
Bisogna far presto, egli ha già riveduto venti fascicoli del suo manoscritto
ed è stato lieto di questo lavoro che gli ha consentito di correggere molti errori
opera del copiatore. Ne restano altri trenta all'incirca e noi siamo a sollecitarLa
per avere il manoscritto completo.
L'intera opera potrà forse rappresentare un volume di quattrocento pagine
del tipo dell'edizione dei Ricordi del Minghetti o delle Rimembranze del Settembrini. Io e i miei amici ci mettiamo a disposizione per quanto ci suggerisce
di f are.
Di Lei dev.mo
Giuseppe Pellegrino »
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Inizia così la corrispondenza tra mio padre e la Baronessa Adele Savio di
Bernstiel, corrispondenza che ha per scopo la pubblicazione dell'opera e insieme
ci dà la prova della vera, grande e pura amicizia della Baronessa col Duca.
Torino, via Bogino 9
Palazzo De Sonnay
Senza data.
« Gent.mo Signore,
non difficilmente è a giudicarsi di tutta una persona dalla più semplice
delle sue lettere.
E nella Sua Signor Avvocato, Ella mi pare così bene il giovane d'ingegno
e di cuore di cui mi dice il Duca di Caballino, che la mia fiducia Le è subitamente e interamente acquisita, e afferro pronta il bene offertomi di fare pure
miei gli amici dell'amico mio veneratissimo.
Poichè Lei, sig. Avvocato, mi parla di due altri signori, di uno dei quali
(il Prof. Doria) mi son potuto fare un criterio avendo avuto il bene di conoscerlo, personalmente a Lecce. Del Prof. De Santis posso arguire dal semplice
fatto di vederlo collegato a loro due.
Dunque eccomi a loro. Che cara gioia mi è l'annunziata improvvisa riso•
luzione del nostro Duca a pubblicare le preziose Sue Memorie, quelle Memorie
che io lontana ho strappato per così dire capitolo per capitolo all'accasciamento
Suo in trent'anni di corrispondenza assidua.
Sentivo fin da giovanetta ch'esse sarebbero più splendenti del marmo, più
durature del bronzo, il vero monumento dell'idea del martirio suo e dei compagni suoi, io, che avevo visto alle prime pagine scritte in casa nostra a Torino, il
Barone Poerio gettare le braccia al collo del Duca e dirgli " posso morire domani
chè l'avrete detto a questa nostra terra cara ciò che abbiamo sognato, operato e
patito a farla una e grande! ".
Ma ora senta, sig. Avvocato, e indirizzandomi a Lei mi rivolgo anche ai
due signori che l'hanno scelta ambasciatore a me della grata notizia.
Lo sa che sono due i manoscritti del Duca?
Nel primo iniziato a Torino nell'onda prima di fulgide speranze, d'incessanti, tenaci, fieri conflitti di fervida azione, coperta, scoperta, audace sempre,
che dal cuore di Cavour, di Vittorio Emanuele, di Garibaldi s'allargava e batteva da un capo all'altro d'Italia fino al cuore dell'ultima donna del popolino,
era ben altra l'importanza di quelle pagine. Con il grido gioioso del risorto che
ha potenza di risveglio in altre coscienze ed a maggiori cose. Da quel primo getto
son passati molti anni, molti dolori di quella specie che non elevano ma opprimono. Lo so! Ma l'ora delle nazioni, come quella dell'individuo che sola deve
rimanere nella memoria storica, è quella bella, la eroica, la santa... Non quella
di riflesso mesta, come citata dal Bourget davanti a tutta l'Europa, dove il sacerdote par come rimpiangere il sacrificio ed il patriota il suo glorioso martirio e il
cavaliere d'Italia lamentare le combattute battaglie...
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No, il vero Duca è quello del manoscritto primo! In quello solo è l'anima
di ferro foderata di bambagia, secondo la felice espressione del loro Orazio Grandi; in quella solo arde intera la fiamma viva che la soffocazione dolorosa del
bagno pareva anzi avere alimentato più gagliarda...
Dunque, loro giovani, intelligenti, animosi delle loro nuove forze, tutto chè
rispettosi alla deliberazione del Duca d'attenersi al manoscritto di sua seconda
maniera, vedino, li supplico, nel passargli le bozze, di fargli alzare almeno, per
quanto possibile, il cappuccio plumbeo, lo spegnitoio calato da ultima sulla fiaccola che deve illuminare lucente e calda il vero " Momento" suo, non velarlo
di lamentazioni mortuarie... appunto perchè nell'evoluzione presente non solo
il paese nostro, ma l'umanità tutta e sempre, abbisogna di leve e non di depressioni. V edino, risupplico, che quella cara, nobile figura s'erga nelle sue giuste
proporzioni dal libro, non come statua vana, ma voce viva nei tempi, la quale
gridi alle future generazioni le forze segrete che sono e si rinnovano in questa
nostra " Terre de beauté " e di grandezza come fin nella dolente fase attuale
non può a meno di proclamarla il forestiero che passa colla voce vibrata d'un
libro come quello del già citato Bourget. Ma la veemenza del mio cuore di
donna mi ha portata ad anticipare cose che verranno dippoi... Non ho trascurato però la materialità prima indispensabile, portandomi subito alla villa della
Signora Loscher, una specie d'intelligente accortissima czarina di tutte le Russie del mondo librario, che ha casa a Napoli, a Roma come a Torino e che mi
avrebbe tosto detto quanto avrebbe voluto fare a obbligare me col maggiore
interesse suo!... Malauguratamente non la trovai per tutto il luglio, è a non so
quali bagni in Germania. Crede dunque, sig. Avvocato, accordarmi questi dodici
o quindici giorni per afferrare al ritorno quell'onnipotenza libraria, e sottomettere a Lei le condizioni migliori che si potrebbero da essa ottenere?
Una cartolina di risposta o, anche, un semplice giornale che riterrei per
tale, l'indirizzi per me, fino a tutto luglio: Brandizzo - Piemonte. Sono a tre soli
quarti d'ora di fermata da Torino e posso portarmi facilmente dalla Signora
Loscher a sentire le due cose iniziali: se stamperebbe di suo e a buone condizioni pel Duca il libro o se con conveniente interesse suo (non anticipato s'intende) s'incaricherebbe di metterlo in corso anche stampato a Lecce.
Di essersi il Duca ricordato, come d'antica promessa, d'intitolarmi il libro
in una sua prefazione fui veramente commossa, e dirà a Lui come gliene sono
grata. A Lei signor Avvocato non ho più, spazio a dir nulla... ma glielo telegrafa
da spirito ad anima attraverso lo spazio
la devotissima, vicinissima
sua Adele Savio di Bernstiel »
RENATA DOLCE PELLEGRINO
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