03a04 sommario editoriale - Federazione Ginnastica d`Italia
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12a17 pechino artistica:- 1-10-2008 14:36 Pagina 16 16 One world one dream GLI ENIGMI DELLA FEMMINILE «P opolo di Pekino! La legge è questa: Turandot la Pura sposa sarà di chi, di sangue regio, spieghi i tre enigmi ch’ella proporrà». Così inizia la Turandot, l’incompiuta di Puccini. E incompiuta è stata pure la missione della squadra femminile. Su un medley del maestro di Lucca Michela Francia aveva costruito il nuovo esercizio al corpo libero della Ferrari: un inizio strumentale (“E lucean le stelle”), poi una parte centrale sulla Madama Butterfly, infine il “Nessun Dorma”, con il vocalizzo del soprano Daniela Dessi e del tenore Fabio Armiliato. Purtroppo all’alba di ferragosto (in Italia erano le 5.15) Vanessa non vincerà, almeno nel modo in cui auspicava Calaf nella celebre aria. La sera prima, nella sua fredda stanza, la principessa azzurra aveva deciso il suo destino. “Enrico, io ho voglia di tentare” – dice a Casella tra la prima e la seconda rotazione dell’All-around. “Se lo metti in piedi in prova per me va bene” – gli risponde il DTN. «Svanì per sempre il sogno mio d’amore...L’ora è fuggita...», sono mute le parole dalla Tosca, nell’incipit del brano, e ora sembrano profetiche, poi il via sulla prima diagonale e voilà, tsukhara avvitato! Barcolla un po’ ma ci sta. “Gli ho detto proprio così – conferma Casella - se lo fai durante il riscaldamento presentiamo il programma completo. Anche se sapevo che l’avrebbe pagato dopo”. Infatti, parte la seconda striscia e in fondo lo tsukhara finisce con le mani a terra. Addio rimonta e primo enigma insoluto: tendinite o no, perché siamo arrivati a tre minuti prima del clou per scegliere la strategia di gara? Vany, con 59.550 recupera otto posizioni rispetto al 19° del Concorso I, ma dopo l’antidoping scoppia in lacrime davanti alle telecamere. Calo di tensione o frustrazione, per non essere arrivata in tempo all’appuntamento più impor- Vanessa Ferrari al corpo libero. (foto F. Mezzelani - GMT) Italia BERGAMELLI FERRARI GIOVANNINI BENOLLI MACRI’ PAROLARI 59.075 (9) 13.900 14.825 15.100 15.075 14.075 57.375 (12) 14.050 14.475 14.475 13.550 14.375 58.200 (9) 14.375 14-775 13.900 13.850 15.175 56.625 (10) 14.650 13.575 13.600 13.800 14.575 TOT. 231.275 28.250 58.300 57.050 57.000 44.425 58.200 CL 10ª 21ª 34ª 35ª 23ª tante della sua vita? Secondo enigma. La Liukin, la Johnson e la Yang, intanto, salutano dall’alto del podio, con punteggi oltre il 62.00 mai raggiunti neppure dalla migliore Ferrari. Ridimensionamento? Non scherziamo. Con quello tsukhara avvitato, tentato e trovato in precarie condizioni psicofisiche, il cannibale azzurro ha dimostrato il carattere della campionessa e ha vinto la sua personale medaglia. Al suo fianco c’è un cigno, col quale divide la stanza, che contende la palma dell’eleganza alla diva Nastia: Lia Parolari finisce al 14° posto, a mezzo punto dalla compagna, con un giro pulito che raggiunge punte di eccellenza alle parallele e alla trave. Dopo superpotenze come Usa, Cina, Russia e Romania solo l’Italia può vantare due all-arounder di questo livello. Ne consegue il terzo enigma. La squadra campione d’Europa, quarta ai mondiali non entra tra le otto. Va bene! il 10° posto 12a17 pechino artistica:- 1-10-2008 14:36 Pagina 17 17 Lia Parolari alla trave. (foto F. Mezzelani - GMT) Federica Macrì alle parallele. (foto F. Mezzelani - GMT) (231.275) è il record olimpico della Sezione, ma i due punti dal Giappone in qualifica non si possono solo imputare alle cadute di Vanessa a parallele e trave. In quanto abbiamo sempre sostenuto la qualità di un gruppo che da Stoccarda in poi era riduttivo definire Ferrari dipendente. Il recupero miracoloso della Macrì, fino all’incidente di gennaio un pilastro dell’Italdonne, non ha dato i frutti sperati, con un 13.550 che non entra alle parallele e un 13.800 al corpo libero, ben lontano dagli standard di Federica. Con i ma e con i se non si fa la storia, tuttavia non è neppure giusto far passare il messaggio che nel nostro Paese non esiste ricambio. Le alternative c’erano e sia la Federazione che il Coni avevano attuato tutte le procedure burocratiche affinché, fino all’ultimo, si potesse scegliere. Rimane, dunque, il mistero di una partecipazione grigia. Un mistero chiuso in sé, che lascia l’amaro di non aver visto concretizzato l’ottimo lavoro del quadriennio. E mentre svanisce, prima ancora di cominciare, sui capitomboli di una prova podio da incubo, l’ambizione di conquistare Pechino, nel Regno di Mezzo s’impone la fi- Carlotta Giovannini al volteggio (foto F. Mezzelani - GMT) gura della devota Liu, la nostra Giovannini. Unica ginnasta italiana di sempre, tra l’altro debuttante, a disputare una finale di specialità ai Giochi Olimpici. La stella di Imola ruba così la scena ai protagonisti della Turandot e prima chiude 34ª nelle quattro rotazioni d’esordio, poi si toglie lo sfizio, da argento continentale, di sfidare il mondo sui 25 metri del volteggio. Rondata flic salto teso con doppio avvitamento; rondata flic con mezzo giro, ribaltata e salto avanti con un avvitamento e mezzo. Il risultato è un 6° posto (14.550) che vale molto più di quanto non dica. Carlotta è un personaggio che piace ai tifosi e alla stampa per il suo entusiasmo, pari soltanto alla sua potenza esplosiva. Una risorsa, anche in termini d’immagine, che deve essere valorizzata, per l’allegria che infonde ad un ambiente forse troppo contrito. La Benolli, visto il suo 15.075, non le è da meno, ma ancora problemi fisici (!) hanno impedito all’oro di Debrecen, bronzo a Clermont Ferrand lo scorso aprile, di presentare il secondo salto. Chiudiamo con un applauso, che dovrebbe diventare una standing ovation, alla capitana. La Bergamelli è la ginnasta italiana che può vantare, al momento, più presenze a cinque cerchi: Sydney, Atene, Pechino. Un primato che giustifica la sua calma, è il caso di dire olimpica, in frangenti dove il nervosismo strisciava latente. Con i suoi occhi dolci e lo sguardo serafico era la risposta personificata a quei giornalisti che parlavano di ginnastica logorante e di ciclo finito. Monica sicuramente a Londra non ci sarà, se non altro in pedana, ma da compagne appena maggiorenni una come lei esige che almeno ci si provi. (D.C.)