MAROCCO

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MAROCCO
MAROCCO
Focus su demografia e minoranze
Il numero di figli per donna è diminuito
rispetto ai precedenti decenni, passando da
una media di 5.4 figli negli anni 1980 -1985 a
2.4 negli anni 2005-2010. Questa rapida
transizione demografica ha creato un
rallentamento della pressione sul budget delle
famiglie e sugli investimenti pubblici, nonché
sul mercato del lavoro. Cosi il Marocco ha
investito più risorse nelle infrastrutture, come
le reti autostradali ed i collegamenti stradali
per le zone rurali, ampliamento della rete
elettrica e quella dell’acqua potabile.
L’emigrazione dal paese è molto alta, tanto
che le rimesse dei migranti costituiscono una
parte enorme del PIL nazionale. Ad emigrare
sono soprattutto le donne.
Le rimesse dei migranti
Uno studio congiunto di Iom e Icmpd
evidenzia come l’invio di denaro dai cittadini
residenti all’estero sia la principale fonte
d’investimento nel paese. Cooperazione
italiana: “In crescita i progetti per lo
sviluppo
attraverso
i
migranti”
Roma – “Nel solo 2001 il totale delle rimesse
dei marocchini emigrati verso il proprio paese
d’origine ha raggiunto un valore pari a sei
volte il complesso degli aiuti allo sviluppo e
cinque volte quello degli investimenti diretti
esteri. Esso ha inoltre superato le entrate
nazionali provenienti dall’industria del
turismo e dall’esportazione dei prodotti
agricoli e dei fosfati”: lo afferma il “Rapporto
sulle politiche di collegamento con la
diaspora in Marocco”, realizzato dallo IomOim (Organizzazione Internazionale per le
Migrazioni) e dall’Icmpd (International
Centre for Migration Policy Development)
con il cofinanziamento della cooperazione
italiana oltre a quello di altri tre Stati europei
(Francia, Svizzera e Olanda), presentato oggi
a Roma
nell’ambito
del
seminario
internazionale “Strumenti della Diaspora
marocchina”.
DATI ESSENZIALI
Ordinamento
politico:
monarchia
costituzionale
Capitale:
Rabat
Superficie: 446.550 kmq (una volta e mezza
l'Italia)
Popolazione: 30 milioni (70% arabi, 30%
berberi)
Lingue parlate: arabo, francese e berbero
Religione: 99% musulmani sunniti, 1% altri
Alfabetizzazione: 44% (Italia 98%)
Mortalità infantile: 45 per mille (Italia 5,7 per
mille)
Speranza di vita: 67 M, 71 F (Italia : 76 M, 82
F)
Popolazione sotto la soglia della povertà: 20%
Prodotti esportati: minerali, pesce, agrumi
Debito estero : 19 miliardi di dollari
Spese militari: 5,1% del Pil (Italia: 1,6%)
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Secondo lo studio, il Marocco si situa al
quinto posto nella classifica dei paesi in via di
sviluppo che ricevono rimesse, dopo l’India,
la Cina, il Messico e Le Filippine. Negli
ultimi anni, l’ammontare del denaro inviato
nel paese, dai marocchini residenti all’estero
ha visto una crescita quasi ininterrotta: dai 3,2
miliardi di dollari del 2001, ai 5,4 del 2006,
subendo una riduzione del 4% nel 2008 e del
10% nel 2009, solo a causa della crisi
economica. Nel periodo 2004-2008, circa il
67% delle rimesse proveniva da tre paesi
europei: la Francia, la Spagna e l’Italia.
“La crescita continua delle rimesse in
Marocco fino al 2008 – ha sottolineato
Barbara Fridel dell’Oim – si spiega
considerando le iniziative messe in pratica dal
governo del Marocco per rafforzare i legami
tra i marocchini residenti all’estero e il loro
paese d’origine”. Tra le iniziative, Fridel ha
citato la creazione della Mumade (Mutuelle
des Marocains à l’Etranger), che garantisce
una copertura medica ai marocchini emigrati,
rientrati provvisoriamente o definitivamente
in patria. Al seminario hanno inoltre
partecipato esponenti della Fondazione
Hassan II per i marocchini residenti all’estero,
che dagli anni ’90 realizza attività finalizzate
a rafforzare le associazioni delle comunità
marocchine all’estero, per l’integrazione nel
paese di emigrazione e per il mantenimento
della
cultura
d’origine.
La Fridel ha infine citato le indicazioni finali
del progetto Iom-Icmpd “Legare le comunità
di emigranti per un maggiore sviluppo –
inventario delle capacità e pratiche
istituzionali”, che ha coinvolto oltre al
Marocco altri paesi, dalla Tunisia all’Etiopia:
“Favorire percorsi di fiducia tra paesi
d’origine e paesi d’immigrazione, facilitare la
doppia cittadinanza, rafforzare le associazioni
professionali, promuovere politiche di
integrazione nel paese di destinazione e di
reintegrazione nel paese d’origine”. Ludovica
Jona
http://www.migrantitorino.it/?p=8571
STORIA POST INDIPENDENZA
1956 - Il Marocco ha visto riconosciuta la sua
piena sovranità solo nel 1956 allorché, in
seguito alle agitazioni nazionalistiche dirette
dal "Partito Unito dell'Indipendenza" (
Istiqlal), la Francia e la Spagna rinunciarono
ai rispettivi protettorati
3 Marzo 1961, il giovane fu SM Hassan II
succede al padre deceduto il 26 Febbraio.
6 nov 1975 - Il mattino del 6 novembre 1975,
, 350.000 marocchini varcarono il parallelo
27° 40', il confine, tracciato in epoca
coloniale, tra il Marocco e il Sahara
Occidentale, allora Sahara Spagnolo. Gli anni
‘70 sono tuttavia anni difficili: due tentativi di
colpo di stato nel Luglio 1971 e nell’Agosto
1972. La questione del Sahara marocchino
lega il popolo marocchino al suo monarca e
alle istituzioni: Fu SM Hassan II organizza
una “Marcia Verde” il 6 Novembre 1975.
530.000 persone varcano pacificamente i
confini con l’ex Sahara Spagnolo.Gli anni ’90
sanciscono alcune tappe importanti in vista di
una messa a livello sui piani politico ed
economico:
1992, adozione di una nuova Costituzione;
1994, negoziati tra il Marocco e l’Unione
Europea, in vista di un accordo di partnership;
13 Settembre 1996, adozione con referendum
della nuova Costituzione che rafforza i poteri
del Parlamento e crea una seconda camera, la
“Camera dei Consiglieri”.
23 luglio 1999 : SM il Re Hassan II muore. Il
Principe erede Sidi Mohammed, suo figlio, è
intronizzato Mohammed VI (36 anni), il
giorno stesso.
Il Regno di Mohammad VI è salutato come
l’inizio di un’epoca di liberalizzazioni, di
progresso, di democratizzazione. Il Re
promuove la Mouddawana, la riorma del
codice di famiglia interpretato in senso
modernista dai riformisti, e attua una politica
molto restrittiva, di lotta contro il terrorismo.
Per questo motivo, il Regno del Marocco, che
segue tutte le prescrizioni del mercato libero
(detassazione, esternalizzazioni, piani di
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sviluppo, svalutazione della propria moneta,
liberalizzazioni etc) e dell’Europa in materia
di sicurezza, ha degli ottimi rapporti, appunto,
con l’UE.
ASPETTI
POLITICI
forza il senso di fiducia delle ONG nella cooperazione con il Marocco.
ECONOMICO-
Durante l’ultimo decennio il Marocco ha visto
crescere il proprio PIL. Il tasso di povertà è
calato notevolmente. Ecco alcuni fattori che
hanno inciso sulla riduzione della povertà;
l’evoluzione demografica, il fiscale, lo
stanziamento dei crediti, il ruolo di
associazioni di micro-credito, le rimesse dei
marocchini del mondo e il ruolo delle ONG
straniere.
Con un deficit pubblico limitato, il Marocco
ha maggior disponibilità fiscali per investire
nei progetti pubblici. Le sue risorse fiscali stabili e le entrate derivanti dalle imposte sul
reddito consentono di avviare politiche fiscale
di ampio respiro.
Il Marocco ha ben sostenuto il settore privato,
in particolare attraverso lo stanziamento dei
crediti. E ha stanziato l’80% della sua capacità creditizia totale al settore privato nel 2009,
mentre la Siria ne ha offerto solo il 18%.
Le associazioni di micro-credito hanno avuto
un ruolo rilevante nell’alleggerire la pressione
fiscale sulle famiglie povere e le piccole imprese. L'economista Achy dimostra che il Marocco percepisce il 59% di tutti i prestiti di
microcredito stanziati nel Medio Oriente e nel
Nord Africa, mentre la Siria solo l’1%.
Le rimesse hanno un ruolo chiave nella ridistribuzione del reddito, i marocchini residenti
all'estero sentendosi il dovere di spedire fondi
per aiutare le loro famiglie e fornire delle risorse destinate ai progetti a carattere sociale.
Le ONG hanno avuto un ruolo sempre più
grande in Marocco, in cooperazione con lo
Stato e i Governi locali. Dal 2002, quando fu
votata una legge tesa a consentire alle ONG
nazionali di ricevere fondi dall’estero, sono
state in grado di estendere le loro attività sia
al livello locale che nazionale. Le ONG straniere hanno avuto un ruolo rilevante che raf3