DaLLa Cina Con amore
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DaLLa Cina Con amore
p artire per 11a puntata - www.partireper.it dalla Cina con amore Da qui in poi avete guidato voi. La Cina poteva essere l’ultima tappa del mio giro del mondo. Se non lo è stata, lo devo all’amore dei miei lettori, che mi hanno spronato a non arrendermi e, non contenti, si sono offerti di “spingere la moto” con me inmoto Di Gionata Nencini 188 I l terzo couch surfer (CouchSurfing. com permette di avere ospitalità gratuita, su un divano o sul pavimento per brevi periodi) è un ragazzo coreano, Jun. Lui è disponibilissimo e la madre, che non parla inglese, mi comunica il suo benvenuto non facendomi mai mancare da mangiare. Ottengo il visto cinese di 3 mesi pochi giorni prima dello scadere del mio permesso di importazione temporanea per la Corea. Jun mi aiuta anche ad acquistare il biglietto per il ferry diretto a Dalian, prima città cinese che visiterò. Via terra non posso entrare, come fu per la Russia, perché la Corea del Nord non è accessibile ai turisti. Parcheggio la moto nella stiva e vado a sdraiarmi nella cuccetta. Cina aspettami. Tutto quello che è accaduto dopo la Cina lo devo ai miei lettori. Perché una grande avventura è niente senza il supporto di grandi amici come lo sono stati Fabrizio, Marco, Pietro, Alfredo, Stefania, Michela, Martina, il sig. Fu, Sam e Josh. A loro devo tutti i chilometri che ho coperto dopo. È il 27 Gennaio del 2006. Mi mancano il Giappone e i miei studenti. Mi manca la Corea, John e gli amici che vi ho trovato. Il tempo non concede tregue e spesso scorre trascinandoti con sé. L’immediatezza con cui certi legami nascono, e muoiono, lacera la serenità perfino di un nomade come me. Scegliere il giusto momento per partire è assai grazie al grande aiuto dei miei amici Nella pagina a fianco, la più classica delle immagini cinesi con Gionata e la Grande Muraglia. A destra, dall’alto, il solito esibizionista, mentre fraternizza con la popolazione locale, al lavoro come modello nelle sfilate di moda, e con gli amici italiani che lo hanno aiutato a proseguire il viaggio diverso dal “partire prima che scada il tempo”. Scendo dal ferry. La moto non entra, perché sprovvista di targa cinese e perché io non ho una patente di guida cinese. Vengo condotto fuori dalla dogana, con in mano un foglio che attesta la confisca del mio mezzo e con una promessa del doganiere: “Se non togli la moto da qui in un mese, puoi dirle addio!” Così eccomi a Dalian, sperduto fra 5 milioni di abitanti che parlano un’altra lingua, in una città che non conosco e senza i miei effetti personali. Mi sistemo illegalmente in un hotel per cinesi che condivido con un ragazzo del Bangladesh. La notte piango e il giorno dopo cerco voli di sola andata per l’Italia. Mi sto arrendendo. Ma... al supermercato incontro due studentesse italiane e così mi racconto in cerca di conforto. Le ragazze decidono di ospitarmi e di fare da interpreti in dogana per “ammorbidire gli ufficiali”. Tramite le ragazze conosco Shaun, imprenditore cinese che mi propone di lavorare come fotomodello e come insegnante di inglese. Ottengo entrambi i lavori e cerco di tenermi impegnato con il lavoro mentre decido cosa fare della moto e del mio giro del mondo. Il mio numero di cellulare cinese appare su www.partireper.it e così una mattina ricevo una chiamata da un certo Marco, che mi contatta da Pechino. Marco chiama a nome di Fabrizio, mio assiduo lettore dall’Italia. La proposta dei due è di mettere la moto su una nave per la Tailandia, farmi estendere il visto cinese e fornirmi una moto temporanea con cui girarmi la Cina. Mi tremano le mani dall’emozione, ma riesco a pronunciare qualche frase con cui esprimere il mio consenso. Non conosco Marco e nemmeno Fabrizio, ma parlandoci al telefono sembra che la sappiano lunga sul mio viaggio. Per spedire la moto in Tailandia (dal momento che in Vietnam, moto straniere di cilindrata superiore a 250 cm3 non sono ammesse) contatto una serie di spedizionieri trovati sull’utilissimo HorizonsUnlimited.com. Si offre in mio aiuto il signor Fu, spedizioniere che si prende a cuore la mia storia e si offre di tirare la moto fuori dai guai per spedirla al sicuro. “You are my friend”, mi dice dopo il nostro secondo incontro. Quando la moto è inscatolata e pronta per partire, lascio Dalian via treno diretto a Pechino per incontrarmi con Marco, il fratello Pietro e Fabrizio, in volo dall’Italia, che vuole conoscermi di persona. Il signor Fu terrà la moto in dogana fino al mio arrivo in Tailandia, momento in cui la spedirà lì dove mi trovo. A Pechino, fra abbracci, sorrisi e momenti indimenticabili, faccio la La motivazione al viaggio non è poi così diversa dal carburante in un serbatoio. Strada facendo vanno entrambi esaurendosi, lasciando nel cuore del viaggiatore, la vivida speranza di non rimanere a secco lontano da tutto conoscenza di Fabrizio, Marco e degli altri amici per festeggiare il primo anniversario del mio giro del mondo ai piedi della Grande Muraglia. L’11 maggio lascio Pechino con uno scooter, una videocamera digitale, un sorriso a 36 denti e nuova grinta con cui macinare i chilometri a venire. Sulle mie spalle uno zaino con dentro tutto quello che serve. Il resto è rimasto con la Transalp. Lo scooter mi abbandona dopo poche ore, e decido di regalarlo a un passante in cambio di uno strappo alla stazione del treno. Raggiungo Xi An, dove divido la stanza di un dormitorio per turisti, con Sam e John, che mi invitano con loro per girare la Cina del nord-ovest in treno. inmoto 189