Pagina 308 Hall d`ingresso Museo della tecnica, Vienna

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Pagina 308 Hall d`ingresso Museo della tecnica, Vienna
∂   2012 ¥ 4
∂ – Rivista di Architettura
2012 ¥ 4 · Interni
Traduzioni in italiano
1
Traduzione completa in italiano dei testi originali
Traduzione: Rossella ­Mombelli, George Frazzica
Potete trovare un’anteprima con immagine di tutti progetti cliccando su: www.detail.de
http://www.detail.de/rw_5_Archive_De_HoleHeft_255_ErgebnisHeft.htm
http://www.detail.de/rw_5_Archive_En_HoleHeft_255_ErgebnisHeft.htm
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Hall d’ingresso
Museo della tecnica, Vienna
Negli anni ’90, il Museo della tecnica è stato
oggetto di ampliamento durante un globale
intervento di ristrutturazione che ha permesso di integrare l’edificio storico con spazi
funzionali: un ampio ingresso, uno shop,
una caffetteria, un guardaroba e dei servizi.
L’escursione termica, l’acustica e la ventilazione poco favorevoli e un pessimo sistema
di percorsi per i visitatori hanno pregiudicato
l’utilizzo del moderno volume di vetro e
­acciaio. Il concorso che ne seguì aveva
­l’obbiettivo di creare un’atmosfera invitante
e gradevole per i visitatori. L’incisività dell’intervento architettonico si è conclamata nel
­lineare concetto adottato dagli architetti, basato fondamentalmente su elementi scultorei
a tutta altezza che al contempo sono
­elementi di seduta, assorbono il suono e
ombreggiano o illuminano lo spazio. La
­parte inferiore dell’elemento è stata realizzata in p
­ lastica rinforzata con fibra di vetro e
­costituisce il guscio della s­ eduta. La parte
superiore, rivestita di membrana tessile, ha
funzione di corpo luminoso e assorbitore
acustico. Gli a
­ lberi luminosi si aprono verso
l’alto pur non ostacolando la vista sulla facciata monumentale del museo. Montati in loco assemblando diversi elementi, avvolgono
i pilastri in acciaio dissolvendo otticamente
lo scheletro portante, soprattutto con
­l’oscurità quando la copertura in vetro
­sembra fluttuare sui corpi luminosi.
Pianta · Sezione
scala 1:500
1 Ingresso
2 Hall d’ingresso
3 Armadietti di sicurezza
4 Guardaroba
5 Museumshop
6 Accesso al museo
7 Biglietteria
8 Spogliatoio personale
9 Impianti
10 Spazio di sosta
11 Bevande
12 Primo soccorso
Sezione verticale
Scala 1:20
1 Vetrazione su profili di acciaio (esistente)
2Profilo in alluminio ¡ 40/60 mm con
pannello intermedio fonoassorbente 50 mm
3 Corpo illuminante alogeno
4 Manicotto in alluminio
5 Listello profilato in alluminio
listello in silicone ¡ 5/15 mm cucito nel tessuto
6 Membrana tessile traslucida in poliestere e
Elastan 1 mm, cerniera lampo per manutenzione
7 Pilastro in tubolare di acciaio (esistente)
Ø 140/20 mm
8Guscio in plastica rinforzata con fibre di vetro
15 mm, tre elementi incollati e avvitati
giunti non trattati
9 Tubolare in acciaio ¡ 50/60/5 mm
saldato con manicotto in acciaio
10 Piastra di acciaio saldata per l’appoggio
100/100/10 mm
11 Piede in acciaio inox regolabile in altezza
In primo luogo si procede alla fresatura di una forma
positiva in materiale espanso, sulla base di un
­modello digitale 3D. Da questa si ricavano i gusci
­negativi, successivamente lucidati a specchio, che
servono alla realizzazione degli elementi in resina
­laminata e fibrorinforzata.
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Armani Fifth Avenue a New York
L’Armani Shop sulla Fifth Avenue di New
York, dopo la Chater House di Hong Kong e
lo Shop nella Ginza Tower di Tokio, è il terzo
negozio che gli architetti di Fuksas allestiscono per la griffe dell’alta moda. Situato
in una delle più conosciute vie di New York,
lo spazio si estende su quattro livelli di due
edifici all’incrocio con la 56esima Strada.
Concepito come spazio senza soluzione di
continuità, nei suoi interni è permeato dalla
presenza di un elemento centrale: una scala
di forme scultoree. La struttura portante della scala in profili di acciaio laminato e lamiera è rivestita da una pelle in calcestruzzo rinforzato in fibra di vetro, con strato di finitura
bianco lucido, che ne enfatizza la forma
estremamente intensa e alquanto insolita.
La struttura è stata realizzata in Italia, trasportata a pezzi da Genova a New York, via
nave, e assemblata in opera. Il procedimento ha permesso un risparmio economico e il
rispetto dei tempi di realizzazione predefiniti.
In uno spettacolare dinamismo formale, la
scala diventa fulcro dello spazio ed elemento di connessione tra i vari livelli allestiti per
la presentazione dei prodotti. Cosciali e parapetti si avvitano come nastri nello spazio,
fondendosi reciprocamente in alcuni punti
ma sottraendosi di continuo alla definizione
di una geometria regolare. L’arredamento
d’interni e l’allestimento degli spazi è generato dall’avvitarsi della struttura a nastro della scala. Le superfici di vendita ed espositive sono avvolte in modo uniforme da pareti
attrezzate lignee laccate a tinta unita che,
seguendo l’andamento curvilineo della pianta, delimitano le singole aree prodotto e
schermano le zone VIP e i camerini. Il nero
del pavimento di marmo e del soffitto contrasta con le pareti chiare e luminose. Peculiare
il ristorante collocato al secondo livello che
offre un panorama esteso fino alla punta
estrema di Central Park. La facciata annuncia esternamente il dinamismo degli interni
attraverso catene di LED che servono
­alla proiezione di immagini in movimento
di grande formato.
aa · bb
Piano secondo
Piano primo
Piano terra
Sezioni · Piante
scala 1:400
1 Ingresso principale
2 Vetrine allestite
3 Camerini
4 Personale
5 Altra proprietà
6 Vuoto
7 Moda donna
8 Deposito
9 Area VIP
10 Ristorante
11 Cucina
12 Guardaroba
13 Moda uomo
Assonometria degli strati costitutivi
Particolari costruttivi scala 1:20
1 Tubolare in acciaio Ø 168/8 mm
2 Lamiera di acciaio 6 mm
2
Traduzioni in italiano
3Calcestruzzo rinforzato in fibra di vetro
superficie lucidata a specchio
con rivestimento bianco 20 mm
rete di alluminio in metallo stirato
4 Tubolare in acciaio Ø 127/4 mm
5 Rivestimento cementizio bianco
modificato con plastica, lucidato 20 mm
lamiera di acciaio 6 mm
Dato che una scala in calcestruzzo non era fattibile
a causa dell’eccessivo carico per la struttura, gli
­architetti hanno scelto una struttura più semplice con
elementi costruttivi interni prefabbricati. Il mantello in
elementi di calcestruzzo rinforzato con fibra di vetro è
stato completato in opera e finito con un rivestimento
bianco lucidato a specchio.
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Abitazione in ex granaio a Echandens
Situata nelle vicinanze di Losanna, la Torre
Moinat, risalente al XVI secolo, in origine
aveva la funzione di granaio a servizio
dell’adiacente castelletto di Echandens. Attribuitagli funzione residenziale già all’inizio
del XX secolo, attualmente, la complessità
spaziale degli interni non rispondeva più per
superfici e layout alle odierne esigenze di
­vita. Gli architetti l’hanno soprannominato
“Le Parasit”: si tratta del nuovo scultoreo
­elemento che conferisce alla residenza,
una vita interna completamente nuova. E’ un
­mobile sovradimensionato in legno che, da
una parte, funge da connettivo e dall’altra
­ripartisce i vari livelli in diverse aree funzionali. L’intervento ha consentito oltretutto un
ampliamento degli spazi da due a tre livelli
di utilizzo con la realizzazione di un solaio
aggiuntivo sotto la copertura. Cucina e sala
da pranzo si collocano al piano terreno. La
scala a chiocciola interna dà accesso alla
zona notte con servizi e al soggiorno collocato al piano mansardato illuminato da due
finestre a tetto. La struttura in legno, nonostante la stretta connessione con l’esistente,
manifesta chiara identità, integrandosi
­formalmente e funzionalmente con la materialità del larice autoctono utilizzato e innestandosi tra mura massive tinte di bianco.
Sezioni · Pianta
scala 1:200
Piano sottotetto
Piano primo
Piano terra
1 Cucina
2 Sala da pranzo
3 Bagno
4 Camera da letto
5 Soggiorno
Sezione
scala 1:20
1 Manto in tegole
listelli 27/50, listelli portanti 50/50
pannelli in fibra di legno, traspiranti, 40 mm,
travetti inclinati (esistenti) 140/120 mm
coibentazione in cellulosa 200 mm
listelli 60/60 mm, barriera vapore
pannello di cartongesso 12,5 mm
2 Pannello multistrato di larice 27 mm
listelli 60/60, intercapedine ventilata
coibentazione in cellulosa 60 – 80 mm
parete esterna (esistente) 650 mm
2012 ¥ 4   ∂
3Panca in pannello di multistrato
di larice a tre fogli 40 mm
4 Pannello multistrato di larice 27 mm
struttura in montanti di legno 60/100 mm
pannello in multistrato di larice a tre fogli 27 mm
5 Pavimento di doghe in multistrato
di larice a tre fogli 40 mm, pannello OSB 20 mm,
avvitato su travi di solaio
6 Pannello in multistrato a tre fogli 27 mm
con impianto integrato di illuminazione
listelli 60/60 mm
7Specchio su pannello in multistrato
di larice a tre fogli 27 mm
struttura in montanti di legno 40/50 mm
pannello in multistrato di larice a tre fogli 27 mm
8 Pannello di cartongesso 2≈ 12,5 mm
montanti in legno 40/50 mm
pannello in multistrato di larice a tre fogli 27 mm
9 Mobile lavabo in Corian bianco 12 mm
pannello in multistrato di larice a tre fogli 27 mm
10 Parquet (esistente) rinnovato
struttura di solaio (esistente)
11 Pannello composito termoisolante
intonacato 60 mm
12 Controsoffitto in cartongesso 12,5 mm
13 Scaffale cucina:
pannello in multistrato di larice a tre fogli 27 mm
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Asilo infantile a Bizau
Volume e materiali dell’asilo nido si inseriscono, integrandosi, nel quadro della
­pittoresca località di Bizau, immersa nel
­paesaggio della foresta di Bregenz. Le
­ampie aperture in facciata rimarcate da telai
in frassino su superfici rivestite in scandole
di abete bianco, testimoniano una moderna
reinterpretazione della casa regionale. Negli
interni, allestiti secondo una linea di purezza
e contemporaneità, emerge la particolare
cura realizzativa che alterne, in base a scelte funzionali, abete e frassino non trattati e
autoctoni: le pareti e i soffitti sono rivestiti in
abete bianco, i pavimenti sono in plance di
frassino massello, come anche la maggior
parte degli arredi. L’aria priva di sostanze
­inquinanti e l’obbiettivo di un positivo bilancio ecologico hanno supportato la decisione
di usare essenze di legno non trattato.
­L’asilo infantile, realizzato secondo la tecnologia della Casa Passiva, è stato costruito
completamente in carpenteria lignea a
­partire dalla quota superiore del solaio della
cantina; anche le pareti del vano ascensore
sono in legno. ­La semplicità strutturale
dell’edificio, gli strati di travi di legno per i
solai e gli elementi prefabbricati per i perimetrali hanno garantito lo svolgimento del
cantiere in brevi termini. Il l­egno massello
è stato usato ove possibile rinunciando così
a ogni sorta di pannello composito. La
­comunità ha riposto particolare importanza
nei ­valori autoctoni ed ecologici: le strutture
­regionali devono essere sostenute, il valore
aggiunto locale deve essere preservato, le
materie prime devono provenire dalle immediate vicinanze e lì devono essere lavorate.
L’abete bianco è stato abbattuto nelle foreste comunali di Bizau, i mobili e perfino i
­giochi sono stati realizzati dagli artigiani
­locali. I materiali ecologici e di particolare
robustezza garantiscono una durata prolungata nel tempo.
La casa rurale tradizionale, vicina alla nuova
costruzione e che inizialmente ospitava l’asilo, dovrebbe essere ristrutturata con l’aggiunta di uno spazio per i giovani nell’aia,
dando luogo a un complesso al servizio della
gioventù di questa cittadina in espansione.
Planimetria generale
scala 1:10 000
Pianta · Sezione
scala 1:400
1 Piazzetta
2 Ingresso coperto
3 Corridoio/atrio
4 Ingresso secondario
(P.I. parzialm. ad uso esterni)
5 Guardaroba
6 WC bambini
7 WC diversamente dotati
8 Aula di gruppo
9 Terrazza
10 Area giochi
11 Ufficio/area pause
12 WC adulti
13 Aula di gruppo
14 Aula ginnica
15 Attrezzi
Sezioni
scala 1:20
1 Manto in fibrocemento 25 mm
listelli 30 mm
strato di ventilazione/listelli 80 mm
guaina sottomanto
pannello forato a tre fogli 20 mm
travetti inclinati/fiocchi di cellulosa 400 mm
tavole di legno 20 mm
barriera vapore
intercapedine vuota 40 mm
strato termoisolante in lana di pecora 40 mm
feltro acustico nero
rivestimento in abete bianco massello 20 mm
2 Rivestimento imbotte in frassino
3Vetrazione isolante a due camere
in telaio di frassino
4Parete divisoria in tavole
di abete bianco massello
5 Doghe di frassino 25 mm
massetto radiante 65 mm, strato di separazione
pannello acustico anticalpestio 30 mm
strato di ghiaia 50 mm, pannello OSB 20 mm
solaio in legno massello 400 mm
strato isolante in lana di pecora 40 mm
cartongesso 12 mm, vuoto 30 mm
isolante in lana di pecora 40 mm
pannello di cartongesso 12 mm
intercapedine vuota 30 mm
strato isolante in lana di pecora 40 mm
feltro acustico nero
tavolato di abete bianco massello 30 mm
6 Elemento scorrevole in vetro isolante
a due camere in telaio di frassino
7 Plance in frassino 25 mm
massetto radiante 65 mm
strato di separazione
pannello acustico anticalpestio 30 mm
strato isolante in perlite espansa 200 mm
solaio in c.a. 200 mm
8 Box per il gioco in frassino massello non trattato
aperture sfalsate avanti/alto
seduta interna imbottita
9 Porta scorrevole elemento cucina
abete bianco massello
10 Scandole in abete bianco 30 mm
tavolato 27 mm, strato di ventilazione 40 mm
guaina antispiffero, tavolato diagonale 20 mm
montanti in legno massello 300 mm /
strato termoisolante in fiocchi di cellulosa 300 mm
rivestimento in tavole 20 mm, barriera vapore
intercapedine impianti/lana naturale 40 mm
rivestimento in abete bianco massello 20 mm
∂   2012 ¥ 4
Traduzioni in italiano 3
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Palestra a Berlino
A seguito di una completa ristrutturazione,
il plesso di edifici della scuola primaria
­Tempelhofer Feld, eretta negli anni ’50, mantiene intatto l’originale progetto urbano di cui
faceva parte. La palestra, disgiunta dal plesso e raggiungibile solo percorrendo un pergolato, si presenta in perfetto equilibrio di
forma e funzione con gli edifici circostanti.
Gli architetti, accanto alle necessarie misure
energetiche, si son posti come obbiettivo
quello di reinterpretare anche una qualità
formale nella contemporaneità. In tale direzione, si è proceduto prima di tutto a liberare
dalle superfetazioni l’esile struttura in calcestruzzo e a coibentare solai e pavimenti.
Il bilancio energetico raggiunto hai poi consentito di realizzare una facciata completamente in vetro sul lato ovest e di conseguenza di catturare luce naturale. La parete in
mattoni sul lato frontale ha potuto rimanere a
vista senza essere rivestita. L’intensità della
superficie in laterizio contrasta con la lucida
pavimentazione azzurra elastica e con il
­soffitto acustico semitrasparente. La leggera
rete in fibra di vetro sollecita lievemente la
struttura portante e protegge i corpi illuminanti e gli elementi acustici dalle pallonate.
Tesa ad arco davanti alla facciata in vetro
contribuisce alla diffusione della luce naturale, protegge dalle radiazioni solari dirette e
conferisce allo spazio un’atmosfera di eterea
ariosità. Accanto alla palestra, anche gli
spazi accessori hanno ottenuto un’adeguata
rivalutazione: si è intervenuti sull’intrico di
guardaroba, locali sanitari e di sgombero lasciando il posto a due ampi spazi con eleganti volumi-doccia piastrellati in rosso e in
verde a disposizione degli sportivi. In alcune
nicchie del soffitto esistente sono stati collocati gli elementi d’illuminazione per garantire
l’illuminazione uniforme e piacevole degli
spogliatoi. Coordinando luce, materiali e colori, gli architetti hanno allestito uno spazio
che ha riportato la gioia nell’attività sportiva.
Pianta · Sezioni
scala 1:500
1 Portico
2 Foyer
3 Spogliatoio/doccia
4 Sala attrezzi
5 Deposito attrezzi sportivi esterni
Sezione
scala 1:20
Sezioni
scala 1:5
1 Impermeabilizzazione in guaina di PU
strato termoisolante in fibra minerale 120 mm
barriera vapore
solaio in c.a. 150 mm ca. (esistente)
2 Sistema termoisolante composito:
strato d’intonaco 10 mm
strato di armatura 5 mm
strato di lana minerale 60 mm
3 Facciata in montanti e traversi:
vetrazione isolante in temperato 8 +
intercap. con argo 14 + stratificato 8 mm
legno lamellare 60/250 mm
Rivista di architettura e particolari costruttivi
A proposito di DETAIL
Ogni numero, con particolare attenzione
­riservata alla qualità architettonica delle
­soluzioni costruttive, è dedicato all’approfondimento tematico di un argomento
tecno­logico (p.es. costruzioni in calcestruzzo, strutture di copertura, risanamento
e restauro etc.). La presentazione dei più
recenti progetti, realizzati in ambito
­nazionale e internazionale, è accompagnata da una serie di accurate riproduzioni
grafiche in scala e di selezionate immagini.
Le due edizioni annuali di DETAIL Concept
sono dedicate allo studio analitico delle
­fasi del processo costruttivo, mentre le
­edizioni speciali di DETAIL Green,
anch’esse con due uscite all’anno,
­informano su tutti gli aspetti della progettazione e della costruzione sostenibile.
Temi delle riviste del 2012
‡1–2 Legno
‡3
“Concept” Gastronomia
‡4
Interni (finiture)
‡5
Edifici a basso costo
+ DETAIL Green
‡6
Prefabbricazione
‡7–8 Facciate
‡9“Concept”
Residenza per la terza età
‡10 Strutture portanti
‡11 Cemento
+ DETAIL Green
‡12 Tema speciale
(Sono possibili eventuali modifiche.)
∂ Abbonamento
‡Abbonamento classico € 148,–*
12 numeri all’anno
(compresi i due numeri DETAIL Green).
‡ Abbonamento studenti € 78,–*­
12 numeri all’anno. ①
(compresi i due numeri DETAIL Green).
‡ DETAIL Abbonamento test € 29,80
Due numeri attuali della rivista DETAIL al prezzo test
di soli € 29,80 incluse le spese di spedizione + imposta sull’entrata se non c’è una partita IVA.
*Costi di spedizione aggiuntivi (per 12 numeri) € 43,–
Per la consegna nei paesi dell’Unione E
­ uropea,
l’Imposta sul Valore Aggiunto per i non possessori
di partita IVA è del 7%.
① Sarà possibile usufruire del p
­ rezzo per studenti solo
a seguito della consegna di un documento valido
­attestante l’iscrizione.
Prezzi 2012.
Institut für internationale Architektur-Dokumentation GmbH & Co. KG
Hackerbrücke 6 · 80335 Monaco di Baviera · GERMANIA
Tel: +49 (0)89 381620-0 · Fax: +49 (0)89 398670 · [email protected]
www.detail.de/shop-italiano
4
Traduzioni in italiano
pressore in profilato di alluminio
4 Rete di protezione:
rete in fibra di vetro in telaio di alluminio
sospensioni con aste filettate M10
resistenti a compressione, smaltate nero
5 Rivestimento in PU 2 mm
strato elastico 3 mm
pannello in MDF 2≈ 8 mm
strato elastico 15 mm
strato di sep. in lamiera d’acciaio 2≈ 0,6 mm
sistema a pannello in PUR
con riscaldamento a pavimento 25 mm
strato termoisolante 70 mm
strato livellante 20 mm
guaina impermeabilizzante bituminosa
solaio in c.a. 180 mm (esistente)
Pianta doccia scultorea
Sezione scala 1:50
Sezione annesso
scala 1:20
1 Rivestimento impermeabilizzante in PU
strato termoisolante in fibra minerale 120 mm
barriera vapore
solaio a cassettoni in c.a. 200 mm ca. (esistente)
pannello in cartongesso avvitato e stuccato
2≈ 6,5 mm
2 Corpo illuminante
3 Lammella in legno 160/3550 mm
struttura in profilo tondo di acciaio inox
4 Intonaco di calce-cemento 15 mm
strato termoisolante in lana minerale
10 mm (esistente)
muratura di laterizio 365 mm (esistente)
intonaco di gesso 15 mm
5 Panca in rovere trattata a olio 40 mm
mensola in profilo di acciaio smaltato T 35/35 mm
6 Rivestimento in PU blu 2 mm
rasante 2,5 mm, massetto cementizio 50 mm
strato termoisolante 40 + 45 mm
impermeabilizzazione bituminosa
solaio in c.a. 160 mm (esistente)
strato termoisolante in pannello
di fibra di legno 2≈ 40 mm
7 Rivestimento in PU blu 2 mm
rasante 2,5 mm
pannello mineralizzato resist. a umidità 20 mm
massetto cementizio 45 mm
strato termoisolante 35 + 40 mm
impermeabilizzazione bituminosa
8 Mosaico di ceramica 5/25/25 mm incollato
pannello min. resistente a umidità 2≈ 12,5 mm
struttura in profilo di acciaio zincato ‰ 50/20 mm
Pagina 328
Centro visitatori a Kassel
Attrazione e fiore all’occhiello del parco di
Wilhelmshöhe è una colossale statua di
­Ercole risalente al XVIII secolo nelle cui immediate vicinanze si colloca il nuovo centro
visitatori ancorato al declivio verdeggiante
come un masso erratico lavorato a scalpello.
Ogni superficie esterna del corpo di fabbrica che si allunga piegandosi più volte, è
­caratterizzata da trame in rilievo sul calcestruzzo a vista ottenute usando casseforme
composte di elementi di piccole dimensioni.
Attraverso l’ingresso a quota inferiore il visitatore giunge in uno spazio espositivo e tramite una scala, i cui gradini hanno funzione
anche di seduta, accede ad un livello superiore dove una finestra panoramica apre la
prospettiva sull’Ercole, un ospite di indiscussa espressività, ulteriormente enfatizzato dal
ripiegarsi della pavimentazione in cemento
lisciato in quell’esatto punto e dall’inclinazione del soffitto. Lo shop del m
­ useo si inseri-
2012 ¥ 4   ∂
sce nella successione di ­spazi di impronta
scultorea con superfici di rovere affumicato.
Il soffitto in legno mostra la sospensione che
si crea tra bancone reception e morbide
­superfici in cemento a vista. La selezione di
soli tre materiali e l’accurata esecuzione dei
particolari costruttivi conferiscono agli interni
una serena e nobile atmosfera.
Sezione · Pianta
scala 1:400
1 Ingresso dalla piazza del parcheggio
2 Ingresso dal parco
3 Esposizioni
4 Shop
5 Ufficio
6 Gradoni
7 Deposito
8 Servizi igienici
1 Pannello acustico, rovere affumicato
microperforato 16 mm
lana minerale compressa 30 mm
2Compensato impiallacciato
con rovere affumicato 50 mm
3 Calcestruzzo a vista levigato a macchina
4Massetto cementizio levigato
con riscaldamento a pavimento 90 mm
strato anticalpestio 30 mm
solaio in c.a. 160 mm
5Pannello esterno in c.a.
con ancoraggi in acciaio inossidabile 200 mm
strato termoisolante XPS 80 mm
c.a. 200 mm
6 Lastre in cemento di diverse larghezze/
spessori su struttura non a vista in acciaio
foglio drenante
strato termoisolante XPS 140 mm
guaina impermeabilizzante bituminosa
termosaldata a due strati, c.a. 250 mm
struttura non a vista
controsoffitto in MDF 30 mm
7 Vetrazione isolante in telaio di alluminio
anodizzato nero
8Pannelli in MDF rivestiti in rovere affumicato
da 20 a 40 mm
9 Angolare di alluminio 60/120/3 mm
fascia di separazione in lana minerale 10 mm /
giunti in sughero colorato
10Parquet industriale in rovere affumicato 15 mm
rasatura livellante, massetto cementizio
con riscaldamento a pavimento 74 mm
strato di separazione
materassino anticalpestio 30 mm
solaio in c.a. 160 mm
Sezioni
scala 1:20
Pagina 332
Concert Hall a Copenhagen
Il progetto del Concert Hall realizzato per
la radio di stato danese, nel quartiere di
­Ørestad, giunse a compimento in assenza di
altre strutture circostanti e, tantomeno, del
quartier generale dell’ente radiofonico attualmente in diretta comunicazione con la sala
per concerti. Senza la possibilità di stabilire
relazioni urbane, gli architetti concepirono
un volume a forma di cubo con una neutralità esterna che però lascia spazio ad una
sorprendente e complessa vitalità interna.
Quello che nel senso concreto della parola
costituisce il “­ telaio esterno” è una struttura
in acciaio rivestita da una trama in fibra di
vetro bluastra che con il sopravvenire
dell’oscurità funge da superficie di proiezio-
ne per contenuti delle manifestazioni. Dietro
questa pelle semitrasparente emerge la
struttura minuta dell’area amministrativa e
dell’area prove, ma soprattutto risalta la
grande sala concerti avviluppata da una
pelle squamosa di pannelli. All’ingresso
dell’edificio, i visitatori si immergono in una
dilatata continuità spaziale: scale mobili, piattaforme e passerelle conducono da un lato ai
tre “Studios” collocati nell’interrato, dall’altro
lato al foyer principale al piano primo e alla
grande sala concerti che internamente ricorda i terrazzamenti di un vigneto. La sala, in
apparenza fluttuante, cinge orchestra e 1800
spettatori con un rivestimento ondulato a
­parete e a soffitto, in parte impiallacciato e in
parte in cartongesso, la cui struttura è stata
modellata per soddisfare i requisiti acustici
di una precisa riverberazione sonora.
Planimetria generale
scala 1:7500
Piante
scala 1:1250
1 Ingresso principale
2 Sala prove
3 Ingresso secondario
4 Biblioteca
5 Guardaroba
6 Foyer principale
7 Ristorante
8 Area amministrativa
9 Cortile interno
10 Foyer artisti
11 Palcoscenico
12Grande sala concerti
(Studio 1)
13 Foyer inferiore
14 Studio 2
15 Studio 3
16 Studio 4
17 Sala regia
Sezione
scala 1:1250
Sezione verticale
Grande sala concerti
scala 1:50
1 Controsoffitto Grande sala concerti:
pannelli in legno compensato multistrato
a filo fresato 20 mm
pannelli in cartongesso 5≈ 12,5 mm
+ 1≈ 15 mm (100 kg/m²)
sospensione con aste filettate M8
struttura non a vista in tubolare di acciaio
¡ 60/80 mm
reticolo di travi in acciaio
2 Parete di fondo balconata:
rivestimento cromatico
pannelli ondulati in gessofibra
2≈ 12,5 mm + 1≈ 6 mm (38 kg/m²)
strato termoisolante/barre di gessofibra
struttura non a vista in nervature di cartongesso
3≈ 12,5 mm su strato elastomerico
struttura portante in profilati di acciaio con
tamponamento in elementi prefabbricati di cls
3 Pavimento balconata:
parquet 20 mm
pannello in solfato di calcio 12,5 mm
pannello in gessofibra 13 + 28 mm
fasce di appoggio in materiale isolante
struttura in acciaio regolabile in altezza
pannello in compensato 30 mm
cls a spruzzo 200 mm
cassero in lamiera grecata
struttura portante in profilatii di acciaio
4 Parapetto balconata:
∂   2012 ¥ 4
rivestimento cromatico
pannello in compensato a filo fresato 30 mm
pannello in MDF 16 mm
pannello in gessofibra 4≈ 15 mm
struttura non a vista in profili di acciaio
5 Pannello controsoffitto:
rivestimento cromatico
pannello acustico con superficie ad intonaco sabbiata 40 mm
pannello in gessofibra 12,5 mm
reticolo in tubolari di acciaio | 80/80 mm
pannello in cartongesso 12,5 mm
sospensione in aste filettate M8
Pagina 337
Centro visitatori Joanneum a Graz
A duecento anni dalla realizzazione del
­“Joanneum” è stato inaugurato il cuore
dell’istituzione che rappresenta il più antico
museo pubblico austriaco dislocato in diversi luoghi nell’omonimo quartiere rinnovato di
Graz. Per i tre edifici storici radunati intorno
all’ex cortile posteriore, la Biblioteca regionale della Stiria e gli edifici museali della
Nuova galleria e del Museo di scienze naturali, occorreva realizzare un centro comune
con foyer ed auditorium, aree di servizio e
negozi connessi all’attività espositiva, sala
lettura e deposito della biblioteca. In mezzo
a tanta sostanza così accuratamente conservata, gli architetti non hanno osato introdurre un Landmark ostentato. Dunque, si
­sono concentrati sullo spazio intermedio,
sviluppando un progetto che interessa la superficie della piazza e intervenendo in egual
misura sia sul piano architettonico sia urbanistico, così da valorizzare l’intero complesso. Come un grande tappeto, una superficie
omogenea di colore grigio si estende tra il
costruito e nasconde una nuova serie di
spazi ipogei. L’elemento centrale del progetto è rappresentato dai tronchi di cono capovolti in vetro, apparentemente disposti con
casualità, che perforano la superficie di granulato a grana grossa. I visitatori e i passanti
che attraversano la piazza di nuova realizzazione considerano il parapetto in vetro curvo
come elemento di contemporaneità e non
come elemento di protezione. Solo dopo essere entrato, il visitatore comprende la natura dei coni e percepisce in maniera completa gli spazi del piano interrato. Il pozzo più
grande contiene due scale mobili che conducono verso il basso all’interno del centro
visitatori, nei pressi dell’isola delle informazioni e della biglietteria. Il piano interrato,
formalmente lineare e sobrio, è contrassegnato solo dalla presenza degli imbuti lasciando spazio a una teoria di ambienti
aperti e continui. La disposizione asimmetrica delle lastre che formano i coni trasmette
un particolare effetto dinamico. Il centro visitatori e la biblioteca sono inondati di luce
naturale mentre si aprono molteplici prospettive verso l’alto. I cambiamenti climatici si
leggono dal basso, le facciate del costruito
storico si riflettono in multiformi prospettive
sulla superficie delle facciate inclinate.
Di notte, al contrario, i coni illuminano lo
spazio urbano dal basso. In dialogo con i
Traduzioni in italiano
coni, che da soli rappresentano già un’installazione moderna, nel corso degli anni è
prevista la presentazione di altri interventi da
parte di artisti contemporanei volti ad arricchire ulteriormente questo spazio della città.
Planimetria generale
scala 1:5000
Sezioni · Piante
scala 1:750
1 Piazza centrale
2 Imbuto d’ingresso
3 Nuova Galleria
4 Biblioteca regionale della Stiria
5 Museo di scienze naturali (dal 2013)
6 Centro visitatori
7 Shop museo
8 Collezioni multimediali
9 Salone
10 Deposito biblioteca
Sezione cono in vetro · Lucernario
scala 1:20
1 Corrimano in acciaio inox levigato 35/23/3mm,
in piatti d’acciaio ¡ 3mm a saldatura laser
2 Parapetto in vetro/segmento cono:
vetro stratificato curvo in float chiaro 2≈ 12 mm;
pos. 2 con serigrafia a bolli
(con raggio in riduzione verso il basso)
pos. 4 nella zona dello spessore del solaio con
serigrafia completamente opaca;
appoggio bilaterale orizzontale con incollaggio/
profilo di aggraffatura fissato a struttura in acciaio
(Structural Glazing)/giunto in silicone 24 mm
irrigidimento superiore tramite corrimano
3 Angolare in acciaio inox, flangia di tenuta
4Struttura di sostegno anulare in lamiera di acciaio, fissaggio tramite mensole regolabili a trave
continua, profili verticali per il fissaggio di segmenti di vetrazione
5Segmenti di cono/vetrazione isolante curva:
float chiaro 12 mm + intercapedine 16 mm +
­stratificato in float chiaro 2≈ 8 mm; pos. 2 con
­serigrafia a bolli (con raggio in riduzione verso il
basso); pos. 4 nella zona dello spessore del
­solaio con serigrafia completamente opaca, bordi
levigati opachi; appoggio bilaterale orizzontale
senza montanti e listelli di copertura (Structural
Glazing) giunto in silicone 24 mm
6 Rivestimento di copertura in lamiera stirata
elementi termici e di raffrescamento
struttura portante sospesa/feltro acustico
7 Asfalto colato levigato
8 Asfalto colato, elemento prefabbricato in cls
9 Cavo di riscaldamento canale di gronda
10 Pavimentazione piazza:
granulato minerale con legante a base d’asfalto
11Lucernaio praticabile, superf. acidata antiscivolo:
vetrazione termoisolante in stratificato 4≈ Float
chiaro 12 mm + intercap. 16 mm +
stratificato 2≈ Float chiaro 12 mm,
vetrazione stratificata inferiore riscaldata
12 Cono del lucernaio in acciaio smaltato,
inclinazione 55 – 90°
I segmenti di vetro del cono sono stati stampati con
motivo a bolli la cui densità diminuisce verso il basso,
in corrispondenza dello spessore del solaio la serigrafia è completamente opaca. I lucernari a filo del pavimento della piazza consentono l’illuminazione diurna
parziale delle aree più in ombra.
1Vetrazione isolante del coperchio in vetro:
stratificato in Float chiaro 2≈ 10 mm + intercap.
16 mm + stratificato in Float chiaro 2≈ 12 mm;
bordi levigati opachi, appoggio a taglio termico
lastra inferiore acidata
2 Profilo in acciaio perimetrale L 25/25/2mm
3Segmenti di cono/vetrazione isolante curva:
stratificato in float chiaro 2≈ 8 mm + intercape­
dine 16 mm + stratificato in float chiaro 2≈ 8;
5
pos. 2 con serigrafia a bolli (con raggio in
­riduzione verso il basso), bordi levigati opachi;
appoggio bilaterale orizzontale:
lastra esterna con giunto in silicone 24 mm,
­intercapedine/lastra interna con profilato pieno
in acciaio 30/40 mm in ogni giunto
4Struttura di sostegno anulare in lamiera di
­acciaio, fissaggio tramite mensole regolabili
a ­trave continua, profili verticali per il fissaggio
di segmenti di vetrazione
5Segmenti di cono/spazio interno curvi:
stratificato curvo in float chiaro 2≈ 12 mm;
pos. 2 con serigrafia a bolli (con raggio in
­riduzione verso il basso), bordi levigati opachi;
appoggio bilaterale orizzontale senza profilo
montante e profilo di copertura (Structural
­Glazing)/giunto in silicone 24 mm;
elemento di facciata apribile per revisioni
6 Appoggio in profilo di acciaio U 35/55 mm
7 Asfalto colato levigato
8 Asfalto colato, elemento prefabbricato in cls
9 Riscaldamento canale di gronda
10 Vedi pag. 341/voce 5
Sezione scala 1:20
Forme speciali di cono per l’illuminazione del deposito
nel secondo livello interrato
Assonometrie • Sezioni
Pagina 343
Centro ricerca e sviluppo
“adidas laces” ad Herzogenaurach
L’edificio per 1700 collaboratori impiegati
nel settore Sviluppo prodotti dell’azienda di
articoli sportivi adidas si insedia nel Campus
di Herzogenaurach che dal 2006 funge da
quartier generale del marchio. Il gruppo di
architetti kadawittfeldarchitektur emerge tra i
partecipanti al concorso con il concetto architettonico di inserire nell’area sud-orientale
ad appendice dell’adidas Brand Center un
volume di chiara definizione le cui superfici
ad ufficio sono riorganizzate in una stecca
spigolata intorno ad un atrio centrale. Attraverso ampie vetrate le superfici si aprono sia
sul paesaggio circostante sia sull’atrio atto
a garantire l’aerazione. Ad ogni livello le esili
passerelle di connessione color antracite,
dette “Laces”, determinano connessioni dirette ad evitare attraversamenti di altre aree
di lavoro. L’architettura dell’edificio mira ad
implementare l’interazione tra i collaboratori,
tutte le connessioni si svolgono in maniera
efficiente tra aree di comunicazione generando un’atmosfera aperta e creativa. Al piano terra, intorno all’atrio, si collocano aree a
funzione speciale come il Service Point, uno
spazio ­riunione centrale, un’area reception
per i ­tester esterni di prodotto e anche un
­Bistro per i collaboratori. Intorno alla “Innovation ­Valley” si articolano i settori della produzione e dello sviluppo, l’area test dei prodotti e le aree per l’accoglienza di sportivi a
contratto. L’edificio dove si testano i prodotti
emerge nell’andamento del terreno come
una collina che affiora in corrispondenza
della parte terminale del nuovo fabbricato
che si apre con un portale verso lo spazio
esterno.
Planimetria generale
scala 1:10 000
6
Traduzioni in italiano
1 Edificio infrastrutturale “Allround”
2 Ex caserma
3 Ristorante collaboratori “Stripes”
4 Hotel
5 Area residenziale “World of Living”
6 Presentazioni/conferenze “Brand Center”
7 Ricerca/sviluppo “Laces”
8 Campo sportivo Adi Dassler
Sezioni · Piante
scala 1:1500
1 Ingresso principale
2 Atrio
3 Meeting
4 Bistro “Timeout”
5 “Innovation Valley”
6 “Athlete Services”
7 Adidas Innovation Team
8 Palestra per test
9 Moduli uffici
10 Passerelle di collegamento “Laces”
11 Lounges
12 Test prototipi
La copertura dell’atrio è composta di cuscini in ETFE
a tre strati trasparenti trattati con puntinatura esterna
per ridurre l’apporto termico. La struttura in archi di
­acciaio si appoggia da un lato al corpo di fabbrica,
dall’altro alle reticolari sopra le passerelle.
La ­sospensione delle passerelle alle reticolari esterne
consente un ­sottile spessore costruttivo di circa 30 cm.
Sezione facciata inclinata atrio
Sezione ponte di connessione “Laces”
scala 1:20
1Cuscini in pellicola di ETFE a tre fogli strato
­superiore con puntinatura 0,25/0,1/0,25 mm
2Trave ad arco in tubolare di acciaio
Ø 140 – 355/16 mm
3 Corpi illuminanti con elemento riflettente
4 Corpo illuminante con deflettore, puntuale
5 Vetro chiaro tempr. parzialmente smaltato 6 mm
6 Proiettore puntuale
7 Vetro temprato H smerigliato sul retro 8 mm
8Apertura immissione impianto di ventilazione con
coibentazione acustica
9 Controsoffitto moduli ufficio,
lamelle di alluminio ¡ 50/10 mm
strato fonoisolante incollato,
rivestimento con telo nero 40 mm
10 Avvolgibile antiabbagliamento tessile
11 Vetrazione in temperato 12 mm
12 Pavimentazione in resina epossidica 8 mm
struttura per pavimento sopraelevato 50/180 mm
vernice antipolvere
c.a. 300 mm
13 Terrazzo alla veneziana 20 mm
massetto cementizio 100 mm
pannello per sistema scaldante 30 mm
materassino in caucciù 8 mm
schiuma espansa in PS a due strati 90 mm
c.a. 300 mm
14 Bordo in acciaio inox spazzolato
15 Parapetto in stratificato di 2≈ 10 mm temprato
16 Lamiera di alluminio verniciata 2 mm
17 Rivestimento in PU 3 mm
massetto cementizio 50 mm
strato di separazione in foglio di PE
strato anticalpestio in lana minerale 12 mm
trave scatolare in lamiera di acciaio 10 – 20 mm
struttura interna in metallo
rivestimento in cartongesso rasato,
tinteggiato 2≈ 12,5 mm
18 Sospensione in barre tonde Ø 45 mm
19Nastro a LED
(incluso ugello sprinkler nella passerella inferiore)
20 Soffitto termoradiante e raffrescante,
con materassino capillare intonacato
(ad eccezione della passerella inferiore)
Il sistema di orientamento è stato messo a punto
­dallo studio di comunicazione visiva uebele di
2012 ¥ 4   ∂
­ toccarda; i rilievi a parete del Lounge e la parete
S
­divisoria del Bistro sono stati realizzati in collaborazione
con zieglerbürg, büro für gestaltung, Stoccarda.
1Pannello in MDF 5 – 8 mm con rileivo titpografico
a 4 strati, tinteggiato
pannello di supporto in cartongesso 2≈ 12,5 mm
lana minerale di smorzamento acustico 40 mm
2 Resina epossidica in corrispond. dello zoccolo
3 Parete divisoria in vetro stratificato 20 mm
4 Pannello in listelli di rovere a coltello,
legno affumicato oliato 8 mm,
incollato su pannello di
compensato multistrato 12 mm
struttura inferiore in tubolare di acciaio
avvitato alla pedana,
faccia inferiore in compensato multistrato,
verniciato nero 16 mm
5 Come n. 4 su entrambi i lati
listelli a coltello
6 Protezione in profilo di acciaio inox ¡ 20/4 mm
7Pedana in listelli di rovere a coltello,
legno affumicato oliato 8 mm su
pannello di truciolare 28 mm
struttura inferiore in legno massello nero
Sviluppo rilievo a parete scala 1:100
Sezione verticale · Sezione orizzontale
Controparete Lounge scala 1:10
Sezioni verticali mobili su misura Bistro
scala 1:20
Il sistema di orientamento messo a punto
non possiede utilità solo a livello di una più
rapida individuazione dei singoli settori, ma
contrassegna l’atmosfera degli interni in
­modo importante. La segnaletica non è mai
statica, in quanto riflette il concetto di movimento sportivo con scritte che si dissolvono,
contorni che si disassano o che vengono
­ripetuti ritmicamente. L’edificio è suddiviso
in eguali segmenti che sono contrassegnati
da lettere a grandi caratteri che hanno la
funzione di indirizzo interno insieme al numero del piano. Al piano terreno, le lettere
di orientamento sovradimensionate hanno la
funzione di indicare i percorsi come elemento, ad esempio della facciata dell’atrio.
In aggiunta, il sistema di orientamento viene
supportato con la denominazione degli Office Lounge utilizzando i nomi di prodotti storici che si riscontrano anche in alcune parti
dei parapetti in vetro. I contorni delle lettere
sono stati realizzati in questo caso in pellicola ad elevata riflessione. Nel Lounge rilievi
parietali a grande formato contraddistinguono l’ambiente con treni di scritte a valore
identificativo. In luoghi particolari dell’edificio
le scritte diventano più fitte. Un concetto di
ufficio flessibile con reticolo modulare ad interasse di 1,60 m, allestimenti impiantistici e
pareti divisorie consentono un semplice ma
flessibile adattamento alle necessità aziendali sempre in fieri. Le superfici ad ufficio si
suddividono in zone di lavoro lungo entrambe le facciate e zona multifunzionale intermedia per meeting e lavoro temporaneo.
Cuore del concetto di arredo è un sistema
di scaffalature e armadiatura che articola
­ritmicamente i livelli ad ufficio Open space,
definisce le aree di lavoro dei team, e diventa idoneo elemento espositore di tessili,
­accessori come borse e palle da gioco.
Il colore bianco e grigio chiaro richiama
­l’atmosfera di un atelier.
Sezioni arredi ufficio
scala 1:20
1 Pannello in MDF verniciato a polvere 19 mm
2 Elemento di copertura canalina cavi
3 Canalina cavi in lamiera di acciaio antracite 2 mm
4 Elemento di chiusura in lamiera di acciaio
5 Scala in tubolare di acciaio bianco
6 Supporti scarpe in acciaio bianco
Il sistema espositivo “Workout” appositamente sviluppato per adidas è una creazione di Kinzo, Berlino.
Pagina 356
Superfici curve per interni
Materiale, produzione, effetti
Frank Kaltenbach
Con lo sviluppo di programmi sempre più
avanzati di modellazione CAAD 3D, gli strumenti per la generazione di superfici di geometria libera o curva giungono sempre più
facilmente alla portata di un’ampia platea di
progettisti. I committenti, d’altra parte, mostrano sempre maggiore interesse nei confronti di un paesaggio di forme organiche e
ondulate. I modelli virtuali permettono, senza
fatica, la rappresentazione di curvature complesse con superfici perfette e prive di soluzione di continuità. Ma la domanda è: in che
modo si possono realizzare in scala 1:1 queste forme? Al contrario di quello che avviene
nella maggior parte dei modelli computerizzati, la forza di gravità è una grandezza decisiva e la generazione della forma, il montaggio, la tempistica e, non da ultimo, i costi
di progettazione e costruzione, sollevano
questioni che richiedono una risposta.
Mentre, per gli involucri esterni, i requisiti
di natura fisico-tecnica, il carico del vento e
le intemperie conducono inevitabilmente alla
realizzazione di strutture retroventilate formate da una moltitudine di elementi singoli,
separati da giunti ben contraddistinti, le
strutture realizzate in ambienti chiusi rendono molto più facile la realizzazione di forme
curve caratterizzate da superfici continue
e senza soluzione di continuità. Gli artigiani
e l’industria hanno reagito a questa tendenza proponendo non solo una produzione
computerizzata, ma sviluppando in modo
crescente prodotti e semilavorati particolarmente idonei alla realizzazione di superfici
curve. In questo caso, accanto alla perfezione del risultato finale, anche la logistica
di cantiere svolge un ruolo determinante,
poiché, a causa della tempistica ristretta
del montaggio, è spesso richiesto un livello
molto spinto di prefabbricazione, oltre alla
maggior semplicità strutturale possibile
­onde mantenere gli sforzi di progettazione,
programmazione e produzione nell’ambito di
un quadro economico sostenibile. L’uso di
forme geometricamente libere per la realizzazione di gusci da collocare negli spazi interni non sono tuttavia un’invenzione del XXI
secolo. I geni del barocco, come Balthasar
Neumann, realizzarono le proprie soffittature
a volta sotto le orditure di copertura appena
ricoperte e impermeabilizzate, per proteggerle dalle intemperie. Le curvature geome-
∂   2012 ¥ 4
tricamente complesse dei soffitti a stucco
si ottenevano tracciando le linee in opera,
direttamente sull’impalcatura di sostegno
e intersecando le volte e le cupole con gli
archi compressi diagonali.
Membrane
Gli involucri interni di membrana, di forma
­libera, rappresentano la trasposizione contemporanea della leggerezza delle architetture barocche di stucco bianco. La sovrapposizione di numerosi strati di tessuto, che
da origine a membrane opache o traslucide
o addirittura a superfici di proiezione, offre
la possibilità di creare un’infinita varietà di
forme con altrettanto variegate situazioni
di luminosità. Il peso ridotto e le dimensioni
contenute del prodotto impacchettato garantiscono tutta la flessibilità necessaria per
gli utilizzi temporanei. L’involucro completo
del padiglione della stampa, della più importante competizione ippica australiana, di
­dimensioni 10 ≈ 10 m, è formato di tessuto
di Lycra appositamente lavorato e pesa
complessivamente solo 35 kg. La superficie,
generata da un modello 3D di superfici minime, è stata confezionata con l’ausilio di un
computer. Il padiglione completo, opportunamente ripiegato, è così leggero e piccolo
da poter essere trasportato sul posto, in
­aereo, dallo stesso architetto Chris Bosse
all’interno di un solo bagaglio (Fig. 1).
Rapid Prototyping XXL
Lo scenario ideale, rappresentato da una
catena digitale ininterrotta – che vada dal
modello 3D al prodotto finito realizzato
­monoliticamente – è già una realtà compiuta
nel campo del design e della costruzione
meccanica. In architettura i limiti sono per
lo più dovuti alla scala degli interventi. L’evoluzione delle tecniche di Rapid Prototyping
per mezzo di stampa potrebbe tuttavia
­aprire nuovi scenari anche nella costruzione
di strutture architettoniche. La più grande
struttura tridimensionale monolitica, fino ad
oggi realizzata, è stata ottenuta con un processo di stampa 3D e misura 3 ≈ 3 ≈ 3 m,
per un peso complessivo di 500 kg. Si tratta
della versione ridotta del padiglione Radiolaria di Andrea Morgante (Fig. 2 – 4).
La ­polvere di pietra arenaria dolomitica
­viene stampata a strati di 5 –10 mm di spessore e fissata con un legante. La resistenza
del materiale è maggiore di quella del
­cemento Portland, mentre non si rende
­necessaria alcuna armatura in acciaio. La
complessità della forma non influisce in alcun modo sui costi di produzione e non sono ­richieste forme particolarmente onerose.
Il padiglione di dimensioni originali, alto
8,5 m, formato di 137 elementi per un peso
di 35 tonnellate, sarà collocato a Pontedera.
Superfici stratificate con scheletro portante
Le più comuni superfici curve sono tuttavia
formate da più strati di materiale: nella maggior parte dei casi con una struttura portante
nascosta e un guscio di rivestimento. Il ma-
Traduzioni in italiano
teriale che costituisce il guscio svolge
­generalmente un ruolo secondario nella
­trasposizione del modello 3D. Gli architetti
definiscono a priori la geometria dell’involucro spaziale e la finitura della superficie –
l’individuazione del materiale più idoneo
­ricade successivamente sull’impresa esecutrice e viene scelto volta per volta in base
agli standard di lavorazione, le capacità
i­ndividuali e i processi di produzione già
sperimentati. A seconda della tecnica di
produzione adottata si possono usare elementi presagomati da appendere alle strutture portanti o pannelli flessibili da stendere
su una sottostruttura stabile e preformata.
Quando si tratta di realizzare pezzi unici, la
procedura che utilizza gli elementi presagomati è difficilmente sostenibile dal punto di
vista economico. In questo caso una quota
maggiore di manodopera può rivelarsi più
conveniente di un’onerosa opera di programmazione e di una lunga preparazione.
La costruzione con elementi appositamente
formati diventa economicamente appetibile
quando la quantità di pezzi da costruire è
cospicua.
Per gli elementi curvi di geometria regolare,
il mercato delle costruzioni offre forme standard, di geometria e dimensione variabile,
per varie famiglie di materiali. Anche per
la produzione di superfici curve personalizzate, e per diverse tipologie di materiale,
la gamma delle tecnologie a disposizione
è piuttosto variegata: pannelli flessibili che,
a seconda dello spessore, della stratigrafia
e della composizione, possono essere
­curvati in maniera più o meno accentuata,
oppure pannelli intagliati che, grazie alla
predisposizione di una serie di tagli paralleli
o radiali sul lato posteriore, possono essere
deformati secondo una o due direttrici.
In questi casi la stabilità geometrica viene
assicurata d
­ a una centinatura nascosta ottenuta mediante fresatura CNC, oppure attraverso l’applicazione successiva su entrambe
le facce di uno strato di rivestimento.
Da quando le officine specializzate nella lavorazione di materiali a secco e legname si
sono convertite alla produzione robotizzata,
la realizzazione di superfici di geometria
­libera mediante fresa CNC è più che consueta. In questi casi si procede alla fresatura
dal blocco intero oppure alla sagomatura
della forma passando per volumetrie grezze
formate da strati ottenuti con fresatura CNC,
in modo da richiedere solo la limatura finale
dei bordi con un robot a 5 assi. Il pezzo in
lavorazione può essere ottenuto direttamente, per esempio in legno e pannelli di MDF
oppure sotto forma di anima di polistirene
di un elemento in plastica fibrorinforzata.
­Spesso può servire a creare una forma
­positiva o negativa, per ottenere successivamente elementi di gesso mediante colatura
o per costruire il supporto di laminazione di
elementi in plastica rinforzata con fibre di
vetro. Le plastiche reperibili sotto forma di
pannelli o lastre posso essere deformate
mediante processi di formatura termoplasti-
7
ca o imbutitura. Molte costruzioni vengono
realizzate utilizzando più di una tecnologia
e combinando più processi e materiali. In
­ultima analisi si tratta di: levigare, levigare,
levigare e spesso, a ragione della grande
quantità di lavorazione manuale, il tempo
di esecuzione per metro quadro, anche
per grandi superfici, non può in alcun modo
essere diminuito.
Scelta del materiale
Se la superficie a geometria libera dell’involucro esterno è destinata a proseguire
­internamente senza soluzione di continuità
e senza cambio di materiale, la scelta del
materiale è limitata alla gamma delle super­
fici resistenti alle intemperie. In ogni caso i
parametri che condizionano in modo decisivo la scelta sono: peso, dimensione massima trasportabile, manegevolezza, caratteristiche antincendio e acustiche, tempi brevi
di produzione e, soprattutto, tempi estremamente ridotti di montaggio, come per esempio nel caso degli stand fieristici. D’altro
canto, i costi di progettazione e di realizzazione, sostenibilità ambientale, riciclaggio e
smaltimento svolgono fino ad oggi un ruolo
più che altro secondario nella realizzazione
di “oggetti” a superficie curva, poiché per la
clientela di settore, spesso marchi di prima
grandezza, gli stand fieristici a sei cifre sono
quasi sempre destinati alla termovalorizzazione al termine del breve periodo di utilizzo.
In alcuni singoli casi, la scelta del materiale
dipende anche dalle capacità e dall’iniziativa del produttore e dell’esecutore. E dal
­momento che in questo settore così specializzato, gli operatori qualificati per ogni tipo
di materiale sono veramente pochi, può per
esempio succedere che la plastica fibrorinforzata prenda il posto di sostanze minerali
legate con resine acriliche.
Accanto alle caratteristiche della superficie
e al colore proprio del materiale che forma
il guscio di rivestimento, occorre capire se
il materiale è idoneo a ricevere rivestimenti,
lacche o impiallacci e ulteriori lavorazioni
meccaniche. La fresatura e l’impiallaccio,
per esempio, non sono abbinabili a qualunque tipo di materiale.
Gessi e intonaci
Tra i materiali più versatili, oggi come in
­passato, troviamo gli intonaci e i prodotti
o i semilavorati a base di gesso. Mentre la
­tradizionale lavorazione umida, eseguita a
spruzzo o a spatola, consente di modellare
a piacere forme libere di qualsivoglia geometria, i raggi di curvatura degli elementi
presagomati o delle lastre tipiche delle lavorazioni a secco rappresentano sicuramente
un limite.
Per la costruzione della Martin Luther Kirche
di Hainburg, in Austria, gli architetti di Coop
Himmelb(l)au ritennero fondamentale che la
superficie esterna della copertura e il soffitto
interno risultassero parte di un’unica scultura
organica, senza creare giunti di sorta
(Fig. 6 – 8). Mentre la generazione delle su-
8
Traduzioni in italiano
perfici, fino alla definizione delle forme e al
calcolo statico della struttura portante di
­acciaio, è avanzata con l’aiuto di tecniche
computerizzate all’avanguardia, il rivestimento metallico della copertura e la chiusura del bianco s­ offitto sono state rese possibili solo grazie al puro lavoro manuale.
La superficie di c
­ opertura suddivisa in
­quattro segmenti di sottile lamiera di acciaio
è stata martellata in officina per ottenere
la forma desiderata, infine è stata saldata
in opera fino a ottenere un unico pezzo.
Internamente, la struttura d’acciaio è rivestita
con le tradizionali stuoie di stiancia a supporto dell’intonaco ed è stata intonacata
a mano, con la spatola, dalle maestranze
specializzate nell’esecuzione di soffitti storici
a stucco.
Gli attuali eredi delle stuoie di stiancia sono
rappresentati dalle stuoie flessibili di rete
metallica con inserti di cartone, facilmente
reperibili sul mercato: nel Restaurant
L’Opéra di Odile Decq, la costruzione grezza della galleria è ricoperta di rete di filo
­metallico intonacata con uno strato di gesso
di 25 mm. La tecnica ha consentito la fusione dei pilastri nella superficie dei soffitti e
dei parapetti e la realizzazione di un corpo
­scultoreo unico tra le colonne di arenaria
dell’edificio esistente. Ha inoltre permesso
l’integrazione invisibile, all’interno di appositi
incavi, dei corpi illuminanti che illuminano il
soffitto della galleria (Fig. 9 –10, vd. DETAIL
3/2012 p. 186 segg.). Inizialmente l’intonaco
è stato applicato a spruzzo, poi è stato modellato a mano con la paletta. L’intonaco di
malta di calce offre inoltre una serie di vantaggi soprattutto nel risanamento delle murature umide: ha un’azione antibatterica,
grazie al valore di PH pari a 13 offre una
barriera naturale alla formazione di muffe,
contribuisce alla pulizia dell’aria interna.
Al contrario dell’intonaco a spruzzo, quello
di calce e argilla con un’applicazione di vernice ai silicati è inoltre in grado di assorbire
l’umidità.
Cartongesso
I pannelli di cartongesso, grazie al peso relativamente contenuto, sono estremamente
versatili e economici. Lo strato interno di
gesso è rivestito da un manto di cartone.
Per questo motivo i pannelli non possono
essere fresati o impiallacciati. Di regola,
i giunti vengono stuccati e levigati mentre
la superficie viene verniciata. La norma
EN 520 / DIN 18180 prescrive varie tipologie
di pannelli a seconda degli usi previsti. Le
lastre flessibili e curvabili hanno uno spessore di 6 mm in modo da eguagliare lo spessore standard di 12,5 mm qualora si tratti di
incollarne insieme a due alla volta a giunto
sfalsato. A secco si possono ottenere raggi
di curvatura di 600 mm o più, previa bagnatura si raggiungono anche raggi da 300 mm
in su. I più costosi pannelli speciali di gesso
con integrato foglio di velovetro permettono
anche una limitata curvatura cupoliforme, il
loro peso è di 6 kg/m2 per uno spessore di
2012 ¥ 4   ∂
6 mm. Anche i pannelli acustici, come per
esempio quelli fessurati, offrono una flessibilità maggiore degli altri e questo, proprio a
causa delle forature presenti. Su ordinazione
sono inoltre disponibili pannelli di gesso
­precurvati, da 12, 18 e 24 mm, per esempio
sotto forma di cupole ribassate o di modanature di misura standard. Per le strutture
temporanee, come il Audi Ring che è rimasto esposto alla IAA solo per poche settimane, sono più adatti i pannelli di cartongesso
rivestiti da fissare su una baraccatura di
­legno. La struttura è a sua volta collegata
ad un convenzionale scheletro di acciaio
(Fig. 11 – 14, vd. DETAIL 11/2011 p. 1208).
Lastre in gessofibra
Le lastre in gessofibra hanno una struttura
omogenea, in questo caso le fibre di cellu­
losa di rinforzo sono mescolate al gesso.
La produzione mediante processo di avvolgimento per via umida garantisce uno spessore costante anche per lastre di dimensioni
5,20 ≈ 2,70 m. Per curvare le lastre che
­hanno la dimensione standard minima di
12 mm, si procede alla loro molatura fino allo
spessore di 6 mm, alla bagnatura e all’incollaggio di 2 o 3 lastre curvate. Grazie alla
­notevole stabilità, le lastre possono essere
impiegate anche per l’irrigidimento. Le lastre
non necessitano di verniciatura o stuccatura
ed è possibile mantenerne a vista la grigia
tessitura che le fa assomigliare al calcestruzzo, altrimenti è possibile applicarvi qualunque tipo di rivestimento, per es. impiallacci. Le lastre sono disponibili anche nella
versione colorata in pasta di varia tonalità,
consentendo così la diversità di colore. Lo
svantaggio della verniciatura colorata è dato
dal fatto che in caso di danneggiamento ricompare la tonalità grigia di fondo. Per mezzo di stampa o fresatura si possono ottenere
motivi decorativi superficiali su misura.
A causa del peso relativamente sostenuto
(14,4 kg/m2 con spessore 12 mm), le lastre
in gessofibra sono interessanti anche dal
punto di vista acustico, ed è per questo che
le lastre della sala sinfonica della Elbphilarmonie di Amburgo, di Herzog & de Meuron,
sono state decorate con fresature appositamente studiate dal progettista dell’acustica.
Elementi sagomati in gesso rinforzato
con fibra di vetro
Gli elementi presagomati in gesso fibrorinforzato offrono il massimo di libertà formale
a parità di spessore minimo e di minima
struttura di sostegno nascosta. Entro un certo diametro, le volte sono reperibili già preconfezionate. Qualora si dovesse procedere
alla realizzazione di superfici voltate su misura, capaci di integrare anche i vani d’illuminazione, aerazione, diffusione sonora o
modulazione dell’acustica architettonica,
­sono disponibili diverse soluzioni speciali
su misura. Nel grande Auditorium del
Guangzhou Opera House di Zaha Hadid, il
guscio continuo in gesso fibrorinforzato verniciato d’oro permette la compenetrazione
delle superfici organicamente modulate,
senza soluzione di continuità, dalle pareti ai
parapetti, fino a raggiungere il soffitto. Permettendo inoltre la modulazione mirata degli
effetti acustici per mezzo di aperture a forma
di branchia che variano le proprie dimensioni man mano che si avvicinano al palcoscenico (Fig. 5, vd. DETAIL 3/2011, p. 182
segg.). Nella sala dedicata al riscaldamento
del corpo di ballo femminile, nello stesso
edificio, le “branchie” servono a nascondere
gli altoparlanti e le bocche di ventilazione
(vd. Fig. p. 355). Per realizzare i 10 000 m2
di rivestimento interno del Museum of
­Transportation di Glasgow, l’architetto Zaha
Hadid aveva inizialmente pensato a una tecnica a spruzzo. Per costruire la copertura,
con le sue pieghettature irregolari, è tuttavia
approdata agli elementi sagomati in gesso
rinforzato con fibra di vetro: consentendo
l’uso di elementi leggeri di grandi dimensioni, stuccabili in modo da nascondere qualunque giunto, con superfici perfettamente
­lisce dotate di cavità allungate e arcuate in
cui sono inseriti tubi fluorescenti curvi. La
tecnica ha inoltre permesso di effettuare una
serie di ritocchi e di modifiche anche sui gusci già in opera, senza lasciare traccia (Fig.
18 – 25, vd. DETAIL 10/2011, p. 1200 segg.).
Ogni profilo necessita inizialmente della costruzione di una sagoma positiva “madre”: le
centine che ne delimitano i livelli sono fresate
da pannelli di MDF, gli interspazi vengono riempiti di gesso e stirati con una dima in corrispondenza delle curve (Fig. 18). Dalla sagoma “madre” si ricava una forma negativa
in vetroresina nella quale viene infine ottenuto, per colatura, il profilo di gesso armato con
tessuto non tessuto di vetro (Fig. 19). Il retro
degli elementi è rinforzato con puntoni di alluminio che servono a garantire la necessaria
stabilità e i punti di ancoraggio alla struttura
portante (Fig. 21). L’involucro omogeneo della sala, dipinto di verde chiaro, ­nasconde
una discreta varietà di materiali: il passaggio
morbido dal soffitto alla parete è ottenuto con
gole in pannello di gesso, i pannelli della
parte più alta della parete ­sono di cartongesso con perforazioni che migliorano l’acustica.
Le parti inferiori della parete, meccanicamente sollecitate dal ­continuo passaggio
delle persone, sono ­realizzate in robusti pannelli di gessofibra. ­L’assortimento di elementi
sagomati in modo complesso con lastre
­piane e lisce ha generato un prezzo medio
al metro quadro assolutamente sostenibile.
Le parti a geometria libera, meccanicamente
sollecitate, sono di plastica rinforzata con
­fibra di vetro. Negli avvallamenti di seduta e
nel soffitto nei pressi del cornicione, dove il
guscio pieghettato di gesso attraversa illusoriamente la facciata vetrata del fronte, i pannelli ricurvi di plastica rinforzata sono verniciati di nero e levigati a specchio in modo da
eguagliare il vetro scuro di tamponamento.
La tonalità grigia dei pannelli verticali di
­plastica fibrorinforzata trova invece corrispondenza nel manto continuo di lamiera
di zinco dell’involucro esterno (Fig. 25).
∂   2012 ¥ 4
Calcestruzzo armato con fibra di vetro
Mentre le superfici in gessofibra richiedono
generalmente uno strato di rivestimento, i
gusci sottili di calcestruzzo rinforzato con
­fibre o strati di materiale tessile offrono la
parvenza del calcestruzzo a vista. Nella
­Roca London Gallery della Hadid, che è
uno showroom di arredobagno e ceramiche,
la sequenza di ambienti deve in qualche
modo simboleggiare la fluidità dell’acqua.
Il ­brillante solaio bianco di pannelli di gesso
­fibrorinforzato, verniciato, si combina alle
conchiglie cave di materiale composito
­pigmentato nero a base di calcestruzzo
esaltando i sanitari bianchi di vetroresina
(Fig. 26 – 29). Con 50 kg/m2, gli elementi
­autoportanti sono relativamente leggeri e,
secondo la DIN 4102, ottengono la classe
di materiale A1 “non infiammabile” .
Il Museo Enzo Ferrari di Modena, progettato
da Future Systems, è realizzato in elementi
cavi di calcestruzzo rinforzato con fibra di
vetro, a sua volta rivestito in resina poliuretanica dal pavimento alla parete (Fig. 16). Per
il soffitto della leggera struttura metallica di
copertura, l’architetto Andrea Morgante di
Shiro Studio, ha individuato delle membrane
flessibili allungabili da tendere all’interno di
telai curvi di alluminio. I fogli sono disponibili
in molte versioni, p. es. con perforazioni
acustiche o con caratteristiche termoisolanti.
Plastiche rinforzate con fibra di vetro
Le moderne macchine a pultrusione consentono la produzione industriale di sezioni
­tubolari in vetroresina di spessore costante.
I gusci di geometria irregolare, al contrario,
così come quelli in gesso e cls fibrorinforzati, si ottengono modellando il materiale all’interno di forme, con una grande quantità di
operazioni eseguite a mano. E’ il caso, per
esempio, dei pannelli traslucidi autoportanti
che, uniti con fissaggi a vite, formano l’involucro autoportante del Padiglione Cocoon
FS di Pohl Architekten (Fig. 36 – 38). Le plastiche fibrorinforzate possono anche essere
usate per creare il mantello di rivestimento
di un nocciolo massivo di polistirene espanso. In questi casi è importante che uno strato di separazione divida la vetroresina dal
polistirene per impedire eventuali interazioni.
La tecnica è stata usata per realizzare il
­cassero tridimensionale (3,80 ≈ 3,80 m)
che compone la copertura di cls armato
(48 ≈ 55 m) dello spazio espositivo ipogeo
del Neue Städel di Schneider Schumacher,
a Francoforte sul Meno. Lo strato di plastica
­fibrorinforzata, applicato a spruzzo, levigato
e sigillato, di soli 5 mm di spessore, garantisce l’esecuzione di una superficie perfetta.
Il risultato è dato da un solaio di cemento
armato, voltato nella parte centrale e con
195 lucernari plasmati singolarmente, che,
una volta stuccato e verniciato di bianco,
appare completamente dematerializzato
quasi come il gesso da stucco (Fig. 30 – 35,
vd. p. 298 segg.) L’impiego simile di corpi
di casseratura di questo tipo, anche se in
scala molto maggiore, è previsto per i lucer-
Traduzioni in italiano
nari della stazione ipogea di Stoccarda 21.
Le problematicità nell’utilizzo delle plastiche
fibrorinforzate all’interno di edifici (al contrario
di aerei e navi) sono legate alle attuali normative in materia di protezione antincendio. Per
conquistare la categoria A1 “non infiammabile”, secondo la DIN 4102, l’impasto deve
contenere una certa quantità di minerali, attenuando in questo modo la caratteristica più
vantaggiosa di questo genere di materiali: il
peso estremamente contenuto. La soluzione
più comune è data dall’aggiunta di alogeni
quali inibitori di fiamma, che tuttavia costituiscono un pericolo durante la lavorazione e,
successivamente, durante le smaltimento,
a causa della loro tossicità.
Materiale a base minerale legato
con sostanze acriliche
Questo tipo di materiale può essere usato
anche nella costruzione delle facciate e ben
si adatta alla realizzazione di superfici di
passaggio tra interno e esterno (vd. DETAIL
5/2009 p. 492 segg.). La fresatura e la deformazione a caldo permettono la realizzazione
di forme e strutture superficiali tra le più disparate, mentre gli strati più sottili possono
essere agevolmente incollati ai corpi massivi
senza soluzione di continuità (Fig. 39 – 41).
La trasparenza delle superfici retroilluminate
può essere variata semplicemente modificando lo spessore del materiale per mezzo
di fresature di varia profondità. Il rivestimento
è superfluo e anche le forme più complesse
possono essere create monoliticamente.
Per tutti questi motivi il materiale è stato ampiamente utilizzato nel foyer del Guangzhou
Opera House di Hadid, nel ­Museo BMW di
Monaco di Baviera di Atelier Brückner e nel
Museo Porsche di Stoccarda, di HG Merz.
Nella costruzione di elementi massivi di
­grandi dimensioni occorre tuttavia tenere in
considerazione la consistenza del peso.
Calcestruzzo a vista
Se la superficie curva deve essere di cls a
­vista, è fondamentale che la struttura grezza
contenga già tutti i passaggi impiantistici.
Nella struttura di cls del Museo Mercedes,
che è contemporaneamente portante e di
­finitura, i vari livelli espositivi sono intramezzati, nella zona del “Twist”, da cavedi che
consentono agevolmente il passaggio degli
impianti (Fig. 15, vd. DETAIL 9/2006, p. 982
segg.) La colonna “torcile” nel foyer della
Haus für Musik und Musiktheater MUMUTH
di Graz è un esempio manieristico di scultura
in cls a vista estremamente curva ed è anche
una creazione di UNStudio (vd. DETAIL
6/2009, p. 606 segg.).
Metallo
Nel BMW-Welt di COOP Himmelb(l)au, a
­Monaco di Baviera, le pareti di cls della struttura grezza sono nella maggior parte dei casi
diritte. Il rivestimento di facciata, in pannelli
di acciaio inossidabile, continua visivamente
anche all’interno seppur in versione più economica grazie all’assenza di protezione dal
9
fattore climatico. Il soffitto interno è di lamiere perforate. Le lamiere di acciaio inossidabile, da 3 mm, che formano pareti e parapetti sono state pre-curvate in due direzioni
con l’ausilio di una macchina utensile particolare e sono state agganciate alla struttura
portante retrostante mediante i perni saldati
sul retro (Fig. 17). Se invece, per risparmiare, le lamiere fossero state curvate in una
sola direzione lungo la diagonale, il risultato
non più geometricamente esatto sarebbe
apparso inelegante.
Materiale a base di legno
I materiali a base di legno, come i pannelli
­fibrosi Medium Density di MDF, si rivelano
particolarmente adatti ad essere lavorati
con la fresa grazie alla struttura interna non
orientata, inoltre sono disponibili anche sotto
forma di lastre flessibili dotate di intagli paralleli, in varie colorazioni o nella loro tonalità
marrone naturale. I pannelli con intagli radiali ne rappresentano una versione speciale,
che permette l’ulteriore inclinazione delle
super­fici curve (Fig. 42). Nel Keltenmuseum
di Glauberg, di kadawittfeld, gli elementi in
­aggetto o arretrati, formati di pannelli preintagliati, sono stati rivestiti in laboratorio con
pelle color antracite assolvendo in questo
modo alle più svariate funzioni: panche,
­piani espositivi, tavoli, insegne. Per ottenere
piegature molto accentuate, con più di una
direttrice, è stato sviluppato un “pannello
elastico di compensato”: un materiale composito creato con granulato di legno, sughero e latex, uniti con legante poliuretanico,
che raggiunge la stabilità geometrica grazie
al rivestimento di impiallaccio o di materiale
in lastre sottili (Fig. 44, 45).
Legno
Anche il legno è un materiale facilmente lavorabile adatto alla creazione di superfici
curve. Per il loro Padiglione del Norwegian
Wild Reindeer Center, gli architetti di
Snøhetta hanno incollato insieme del massello squadrato fino a ottenere un grande
blocco, dal quale è stato in seguito ottenuto,
per fresatura, un monolitico armadio a
­muro di dimensioni 15 ≈ 4 ≈ 2,60 m (vd.
­DETAIL 6/2012) che riempie quasi per intero
il padiglione vetrato. ­Christoph Schindler, in
collaborazione con l’ETH di Zurigo, ha sviluppato i cosiddetti pannelli Z-Shape che,
essendo costituiti da due lastre massive intagliate con sega circolare e incollate insieme, sono in grado di dare forma a elementi
ondiformi (Fig. 43). Per la loro “Timber Wave”, gli Amanda Levete Architects ricorrono
alla piegatura del legno lamellare, facendo
in modo che il collante tra gli strati di legno
si consolidi già nella pressa di formatura (vd.
DETAIL 1/2 2012 p. 9 segg.). I raggi di curvatura estremamente piccoli sono ottenuti
con uno speciale legno compensato composto di strati di impallaccio sottili e elastici.
Legno sagomato
In tutti i processi di lavorazione del legno
10
Traduzioni in italiano
appena citati, la maggior parte del materiale
utile si perde sotto forma di sfridi e segatura.
Il team di ricerca coordinato da Peer Haller,
presso l’Istituto di costruzioni in legno e acciaio della Technische Universität Dresden,
ha sviluppato un “processo di sagomatura
del legno” che permette un risparmio fino
all’80% di materia prima. Haller concepisce
il legno come un materiale schiumoso che
può essere compresso mediante calore e
in seguito stirato e fissato con un adeguato
controllo di processo: la procedura prevede
il riscaldamento del legname squadrato, la
pressatura e l’incollaggio in lastre. In seguito, le lastre vengono curvate fino a ottenere
tubi strutturalmente portanti o pressate
con matrici appositamente modificabili per
ottenere gusci decorativi di forma libera (Fig.
46, 47). La successiva armatura con fibre o
­fogli di materiale tessile consente inoltre
una ­aumento della portanza dei profili.
Prospettive
Le superfici a geometria libera, che nei modelli virtuali sono relativamente facili da ottenere, possono essere costruite sempre più
facilmente, anche in grandi dimensioni e con
costi sostenibili, sia con metodiche essenzialmente manuali e materiali tradizionali, sia
con materiali compositi High-Tech e processi robotizzati. I ricercatori stanno lavorando
con acribia allo sviluppo di materiali e processi di produzione ancor più sostenibili.
Tuttavia, il presupposto per la sostenibilità
di un’architettura fatta di forme libere è che
gli affascinanti oggetti creati non finiscano
nell’inceneritore pochi giorni dopo essere
stati esposti. D’altra parte, arredi, stand fieristici, negozi o padiglioni si trovano spesso
ad essere prototipi e apripista di strutture
portanti in scala enormemente più grande,
ottimizzate secondo i principi della bionica,
in grado di unire in sé molte qualità: efficienza, estetica e promessa di un mondo in
­armonia con umanità, natura e tecnologia.
1Membrana in Lycra trattata in modo
­particolare. Padiglione temporaneo MOËT
Marquee a Melbourne, 2005, architetto:
Chris Bosse, LAVA
2 – 4Rapid Prototyping: primo strato di stampa,
­rimozione della polvere lapidea non fissata
con il binder, modello monolitico di
­dimensioni 3 ≈ 3 ≈ 3 m del padiglione
­Radiolaria per Pontedera, 2008, architetto:
Andrea Morgante, Shiro Studio
5Gesso fibrorinforzato con trattamento super­
ficiale, Opera House di Guangzhou, 2010,
architetto: Zaha Hadid
6 – 8Stancia per il s­ upporto dell’intonaco;
­intonaco modellato a mano. Copertura:
­acciaio formato a freddo 8 mm, saldato
­alle centine in monoscocca, consegnata
in 4 elementi saldati in opera a formare una
­copertura senza ­soluzione di continuità.
Chiesa Martin Luther, Hainburg, 2011, ­
arch.: COOP ­Himmelb(l)au
9 –10Superficie di supporto dell’intonaco realizzata in rete metallica e cartone; corpi illuminanti
integrati nei pilastri. Intonaco a spruzzo,
­modellato e levigato a mano. Restaurant
L’Opéra, Parigi, 2011, architetti: Odile Decq
Benoît Cornette Architectes Urbanistes
2012 ¥ 4   ∂
11–14Pannelli di cartongesso o pannelli elastici
di truciolare curvati a secco su struttura
­reticolare in legno, Audi Ring IAA, Franco­
forte, 2011, architetti: Schmidhuber und
­Partner
15Calcestruzzo a vista in opera, superficie
­naturale, cassaforme su struttura portante in
­legno. Mecedes Museum, Stoccarda, 2006,
architetto: UN Studio
16Soffitti: fogli elasticamente allungabili su telai
curvi di alluminio, pavimento: cls fibrorinforzato con rivestimento superficiale in PU su
­centine di alluminio, Museo Enzo Ferrari,
­Modena, 2012, architetti: Future Systems,
Shiro Studio.
17Soffitti: lamiera traforata in acciaio
­inossidabile, parapetti: pannelli in acciaio
inossidabile a doppia curvatura su setto verticali in c.a, BMW-Welt, Monaco di Baviera,
2007, architetto: COOP Himmleb(l)au
18 –25Gesso rinforzato con fibra di vetro;
10 000 m2, Riverside Museum, Glasgow,
2011, architetto: Zaha Hadid Architects
18Sagoma “madre” in centine di MDF e
­riempimento in gesso; s­ tiratura eseguita
con dima in legno
19Modellazione, sulla sagoma madre, dello
stampo negativo utilizzabile più volte in
­plastica rinforzata con fibra di vetro
20Modellazione, all’interno dello stampo in
­plastica fibrorinforzata, dell’elemento di soli
10 mm di spessore con fogli di velovetro.
­L’elemento è provvisto di vani per l’integrazione dei corpi illuminanti
21Mock-Up di un settore di soffitto composto
di più elementi. I profili di alluminio inseriti
con il velovetro sul retro del guscio di
­gesso ­costituiscono guide di fissaggio per
l’appensione
22,23 Montaggio in opera
24Guscio interno ultimato, verniciato di
­tonalità giallo-verde, con integrazione di
­corpi illuminanti
25Continuazione ottica del soffitto ondulato
­verso l’esterno dell’edificio. In corrispondenza dell’aggetto esterno di copertura, i
­pannelli di gesso interni sono sostituiti con
elementi di plastica fibrorinforzata di colore
nero, resistenti agli urti e levigati a specchio
26 –29Elementi prefabbricati di materiale composito
in calcestruzzo armato con velovetro, Roca
London Gallery, Londra, 2011, a
­ rchitetto:
Zaha Adid Architects.
26I gusci di materiale composito di spessore
6 cm, alti fino a 2,20 m, vengono modellati
su un nocciolo di polistirene rivestito in modo
particolare e realizzato con fresa robotizzata:
1 cm cls armato con fibra di vetro, 4 cm
­pannello di alluminio a nido d’ape, 1 cm cls
armato con fibra di vetro, elementi puntuali
di aggancio integrati nella stratificazione per
ridurre la struttura portante sottostante
27Mock-Up in officina
28Modello 3D: la superficie c
­ ontinua di
­soffitto e pareti, di 2000 m2, è scomposta in
elementi realizzati s­ ingolarmente
29­I 236 pannelli che formano la parte inferiore
dello spazio interno sono appoggiati al pavimento, quelli a soffitto sono appesi al s­ olaio
dell’edificio esistente. Il pannello a soffitto di
maggiori dimensioni misura 2,30 ≈ 6 m. I 36
elementi di facciata esposti all’esterno sono
alti 3,75 m, larghi 2 m e profondi fino a 1 m
30 – 35Calcestruzzo verniciato bianco; elemento
curvo di forma unica realizzato in plastica
­rinforzata con fibra di vetro,
Neue Städel, Francoforte sul Meno, 2012,
architetto: Schneider Schumacher
30Modellazione individuale dell’elemento di
casseratura mediante fresatura robotizzata
di un blocco di polistirene espanso rigido
31Elemento 3,80 ≈ 3,80 m, strato di plastica
­rinforzata in fibra di vetro 5 mm
32Trasferimento in cantiere dell’elemento di
casseratura
33Posa degli elementi da annegare sulla superficie superiore degli elementi di casseratura
34Solaio scasserato prima della rasatura
35Solaio gettato in opera ultimato, stuccato,
verniciato
36 – 38Struttura leggera di elementi a parete,
­tras­lucidi e autoportanti, in plastica rinforzata
con fibra di vetro: Padiglione informativo
­Cocoon_FS, Mostra Frank Stella, Jena, 2011,
­archittetti: Pohl Architekten, Forschungsverbund Planktontech
36Fondo dello stampo negativo in MDF
­incollato in blocchi, lavorazione con fresa
­robotizzata
37Forma completa in MDF provvista di strato
di rivestimento in lacca, ripartita in due o tre
elementi, per permettere la rimozione dalla
forma dell’elemento laminato in plastica
­fibrorinforzata
38Strutturazione gerarchica in nervature
­principali, da 4 mm, e secondarie, da 3 mm.
Gli elementi sono collegati tra loro per mezzo
di fissaggi a vite a formare un padiglione
anulare. La struttura della costruzione di
10 m2 pesa 750 kg.
39 – 41Materiale acrilico minerale, negozio di ­scarpe
a Roma, 2006, architetto: Fabio Novembre
39Modellazione termoplastica
40Elementi singoli di forma varia
41Nastri incollati tra loro senza soluzione di
continuità
42Pannelli in MDF intagliati in senso paralello o
radiale, p
­ osizione intermedia in materiale
flessibile di pelle e fibra, rivestibile, Flexform,
Georg Ackermann
43Legno massello intagliato con s­ ega circolare,
due strati incollati in senso contrapposto,
Zip Shape, schindlersalmerón, Christof
Schlinder, ETH Zurigo
44Pannello elastico in truciolare; granulato
di ­legno, sughero e latex compressi con
­legante a base di PU sotto forma di cilindri
di grande diametro che possono essere
­tagliati successivamente in pannelli e guaine
di spessore compreso tra 3 e 19 mm,
­Recoflex, BSW
45Pannello elastico in truciolare; la stabilità alla
deformazione deriva dal rivestimento, per es.
impiallaccio a partire da s­ pessore di 0,5 mm
46, 47Legno preformato: tubi indeformabili o
­pannelli di forma libera realizzati in legno
massello modificato. Il legno squadrato viene
destrutturato, deformato ad alta pressione
e unito in pannelli mediante incollaggio.
I pannelli possono essere curvati e incollati
per ottenere tubi o possono essere modellati
liberamente mediante punzonatura, Peer
­Haller et. al., TU Dresden, Facoltà di
­ingegneria civile, Istituto di costruzioni in
­legno e acciaio