I Viaggi del Viaggio di Alessandra Del Puglia
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I Viaggi del Viaggio di Alessandra Del Puglia
I VIAGGI DEL VIAGGIO Arriva la mail con scritto SAMANA’ E DOVE C…O E’? L’offerta l’abbiamo trovata su internet, paghi poche lire il volo per qualche aeroporto caraibico, ma ti dicono quale solo un paio di giorni prima Samanà, Repubblica Domenicana Eccoci lo sapevo. Il paradiso del turismo italiano, Santo Domingo, villaggi, albergoni, prezzi alle stelle NIENTE DI PIU’ SBAGLIATO In coda nell’area gruppi di Malpensa già ci sentiamo un pò “diversi” La maggior parte dei turisti trascina pesantissimi trolley incellofanati come bozzoli di bruco Noi ci squadriamo a vicenda: infradito, zaino in spalla con dentro 3 costumi, un paio di magliette, maschera e boccaglio MA CHE CI SIAMO SCORDATI? La fortuna ci prende a braccetto sin dal decollo, ultima fila con 4 posti a disposizione così che possiamo dormire tutta la traversata come pascià. Il tipo davanti si lamenta con la hostess di un problema di ernia, vorrebbe invertire i posti, lei ci spiega, ma Tommi, con una supercazzola da oscar li rassicura tutti: per la schiena è assolutamente necessario assumere una postura eretta Nessuno si azzarda a chiederci altro Fuori dall’aeroporto nuovissimo di Samanà si è formato un bel capannello di gente, tutti i passeggeri accerchiano l’omino del tour operator che fa l’appello. Sbirciamo la lista. Ci siamo anche noi, l’omino ci spunta poi fa salire tutti sui pulmini Ci troviamo soli. Facili prede di tassisti improvvisati che chiedono cifre che non sappiamo valutare. Da ora in poi tutto è una scoperta I giorni scorrono in un’esaltante escalation di meravigliose sensazioni, incontri con personaggi singolari che ci fanno vivere situazioni uniche L’itinerario che improvvisiamo si rivela un susseguirsi di paradisi in cui vorremmo fermare il tempo e rimanere per sempre, ma sappiamo che il posto più bello è sempre “il prossimo” e questo ci obbliga a ripartire continuamente Ci spostiamo con i più disparati mezzi Spesso con i guagua, dove lo stereo e le casse sono più importanti delle sospensioni, altre volte con moto noleggiate più o meno regolarmente La pratica è comunque snella: paghi, il tipo ti accende il motore poi ti mostra gas frizione e freni Montato sulla moto, gli autoctoni ti guardano attentamente per capire se il loro mezzo è capitato in buone mani o c’è da preoccuparsi 2 sgassate, prima seconda e via… Alle spalle si sente un commento rassicurato: AH! MOTORISTA! Saturi di odori, sapori e immagini di luoghi da subito indelebili nei ricordi ci accorgiamo che il tempo a nostra disposizione sta per scadere Resta ben poco per dedicarci all’acquisto di qualche souvenir Tommi perde 40 minuti per contrattare il prezzo di un batik Bellissimo certo, ma così rischiamo di perdere l’aereo (magari..) Siamo nel dubbio su quale mezzo prendere per raggiungere l’aeroporto, un bel po’ distante da Las Terrenas, la guagua è lenta, il taxi è caro, un motoconcho? Qua tutti quelli che dispongono di una moto ci montano i pedali per il 3° passeggero e la usano come taxi In quello stesso momento, come un angelo sceso dal cielo appare lui, ROBERTO: MOTOCONCHO? Credo fosse il domenicano più grasso che avessimo visto in una settimana, ma la cara era simpatica. Ci dice che per l’aeroporto sono circa 40 minuti, e il prezzo è 500 Si può fare, ma l’altra moto? Macché, ne basta una: noi 2 + lui (che vale doppio) + 2 zaini gonfi e il batik.. VENGA VALE! VAMOS! Roberto si rivela un pilota da GP, il motore è evidentemente “ritoccato”, raggiungiamo velocità impressionanti per quelle strade tortuose in continuo sali e scendi in mezzo alla giungla, che spero conosca a memoria. Tommi spenzola vistosamente ma il batik in mano e il terrore di rinunciare a un fondamentale appiglio gli impediscono di raggiungerlo con cazzotti in testa per farlo decelerare. Urla ripetutamente ROBERTOOO DEMASIADO RAPIDOOO! TENGO MIEDOOOO!! Ma Robertone ride e si esalta in pieghe impossibili mentre il motore canta a mille giri Il gordo padella clamorosamente la strada per entrare all’aeroporto, come se gli dispiacesse farci scendere, ma a forza di infamate lo costringo a riportarci sulla giusta rotta Arriviamo a destinazione distrutti, io schiacciata come una sottiletta fra i 2, Tommi con i crampi alle gambe per via dei pedali montati troppo alti, però sorridenti come non mai: la ciliegina sulla torta per questa vacanza meravigliosa Ci sentiamo soddisfatti perché in una settimana più di così non avremmo potuto fare Abituati come siamo alla gente locale ci sentiamo ancora immersi nei loro ritmi, nella loro musica, nella loro lingua Ci avviciniamo intimiditi alla fila del check-in, riconosciamo alcune facce dell’andata e i loro valigioni Oddio! c’è anche quello con l’ernia, sentiamo un po’ se sta meglio.. La risposta ha una forte inflessione milanese, che è come una secchiata d’acqua gelata È davvero finita Nell’attesa dell’imbarco i pochi soldi avanzati bastano per 2 bottiglie di RON Alla cassa il tipo davanti a me si congeda lasciando il resto: HOLA! ..rimango interdetta, ma come HOLA? Ma dove è stato lui? Tento di immaginare la sua vacanza pacchetto all-inclusive, ma non riesco, sono ancora troppo immersa nel “mio viaggio” L’aereo parte in orario, e ci vediamo abbandonare questa fantastica penisola di Samanà con tanta voglia di tornarci e con la speranza che resti sempre così ..Solo un grido ci rimbomba nella testa: ROBEEEERTOOOOOOOO