Determinanti psicologiche nell`errore in medicina

Transcript

Determinanti psicologiche nell`errore in medicina
Determinanti
psicologiche nell’errore
in medicina
Rino Rumiati
Dipartimento di Psicologia dello Sviluppo e della
Socializzazione
Università di Padova
1
« L'uomo deve sapere che da null'altro
se non dal cervello, provengono gioie,
piaceri, riso e divertimenti, e dolori,
tristezze, sconforto e lamenti. Attraverso
di esso, acquisiamo giudizio e
conoscenza, e vediamo e sentiamo, […]
e può renderci folli e deliranti [...]»
Ippocrate 460-370 a.C.
2
1
Definizione
Il ragionamento induttivo è il processo di pensiero
attraverso il quale, a partire da proposizioni
derivanti dall’osservazione, si giunge a proposizioni
generali.
Le
generalizzazioni
induttive
non
sono
necessariamente vere in assoluto perciò possono
essere solo
probabilisticamente vere
3
Esempio
Un paziente, che non manifesta sintomi specifici, si sottopone ad un test
per la diagnosi dell’AIDS.
Il test risulta positivo (T+) ma:
- ha un’attendibilità dell’80% (cioè su 100 malati, 80 hanno un test con
esito positivo, mentre i restanti 20 hanno un esito falsamente negativo)
- ha una sensibilità del 90% (cioè su 100 soggetti sani, 90 risultano
negativi, i restanti 10 invece risultano positivi al test.
Il medico per formulare una diagnosi deve considerare:
a) i risultati del test
b) l’incidenza della malattia nella popolazione di provenienza del
paziente.
L’incidenza è il fattore che “modula” la probabilità finale dell’evento
4
2
Come avviene il calcolo della probabilità finale?
Per vedere se il paziente è affetto da AIDS bisogna:
dividere
la percentuale dei malati che hanno avuto un esito positivo al test per la
percentuale generale di tutti coloro, sani e malati, che sono risultati positivi al
test
p(T+|M) x p(M)
p(M|T+) =
=
p(T+|M) x p(M) + p(T+|S) x p(S)
Probabilità a posteriori = probabilità che un
paziente positivo al test sia effettivamente Malato
Incidenza della
malattia nella
popolazione
Probabilità di
essere sani
0,80 x 0,01
0,80 x 0,01 + 0,10 x 0,99
=
0,008
= 0,07
0,107
Tasso di casi veri positivi = probabilità di
ottenere un esito positivo al test in Ss malati
Tasso di casi falsi positivi = probabilità di
ottenere un esito positivo al test in Ss sani
5
Il Teorema di Bayes
La formula applicata nel caso dell’AIDS
esprime il Teorema di Bayes che ci consente di
modificare le nostre opinioni alla luce delle
nuove informazioni che via via acquisiamo.
6
3
7
8
4
Soluzione del problema sulla base della “Formula di Bayes”
Per i Ss la probabilità a posteriori è 0,80, coincidente con l’attendibilità del9
testimone
Spiegazione del risultato
Si trascura la distribuzione della frequenza di base in
forza dell’assenza di un legame causale tra una
classe di eventi di cui viene fornita la probabilità di
base e l’evento specifico di cui deve essere valutata
la probabilità a posteriori di appartenere a quella
classe di eventi.
10
5
Fallacia della “sottoutilizzazione della
probabilità a priori”
La fallacia della sotto-utilizzazione della
“probabilità a priori” deriva dal fatto che gli
individui oppongono ciò che sembrano essere
“frequenze di base” puramente casuali (cioè
informazioni a bassa rilevanza) a informazioni più
specifiche o causali (cioè informazioni ad alta
rilevanza).
11
Congetture e confutazioni
Vengono presentate 4 carte da un mazzo così costruito: ciascuna
carta ha un numero da un lato ed una lettera dall'altro. Due carte
sono girate dal lato della lettera e le altre due carte sono girate dal
lato del numero.
Ipotesi da verificare: "Se c'è una vocale su un lato della carta, allora
dall'altro lato c'è un numero dispari“
p
non-p
A
B
q
5
non-q
2
Quale carta o quali carte bisogna girare per controllare se la regola è
vera?
Il 90% dei soggetti sbaglia
12
6
Congetture e confutazioni
Il costo delle informazioni
Sapete che è stato ritrovato un Vaso decorato con figure stilizzate e
fiori.
Il vaso può provenire dall’area di Spina (Comacchio) o dall’area di
Adria (Rovigo).
Quali informazioni cercherete per poter valutare se il vaso proviene
dal sito di Adria?
13
Congetture e confutazioni
Il costo delle informazioni
In genere la gente punta ad ottenere informazioni relative alla
proporzione di vasi costruiti nel sito di Adria con
figure stilizzate e fiori
Avete scoperto che i vasi provenienti dai siti di Adria sono:
Per il 60% decorati con figure stilizzate
Per il 75% decorati con fiori
14
7
Congetture e confutazioni
Si può affermare che il vaso proviene dal sito di Adria?
Tecnicamente no!
Per decidere correttamente bisogna controllare almeno per
una delle due caratteristiche coinvolte la proporzione di
anfore trovate ad Adria che ha quella precisa caratteristica
insieme alla proporzione di anfore di Comacchio che ha
quella stessa caratteristica.
15
Congetture e confutazioni
L’errore della pseudo-diagnosticità
Rossi: Che cosa ti fa pensare che l’oroscopo che ti preannuncia
una giornata fortunata sia credibile
Verdi: Lo leggo tutte le mattine e ho constatato che nelle
giornate fortunate l’oroscopo era effettivamente favorevole!
Ma noi non sappiamo quanto un oroscopo sia
favorevole in una giornata sfortunata!
16
8
Scelte pseudodiagnostiche
Gruppen, Wolf e Billi (1991)
Un paziente accusa tosse e dolore alle gambe. Con questi sintomi vi
possono essere solo due patologie X e Y
X
Y
A
B
C
D
Tosse
Dolore
alle gambe
Consultando un database potete ottenere 2 informazioni nella
tabella: quali scegliereste?
17
Scelte pseudodiagnostiche
X
Y
A
B
C
D
Scelta
corretta
Tosse
Dolore
alle gambe
Scelta
corretta
18
9
Scelte pseudodiagnostiche
X
Y
A
Tosse
B
24%
43%
Scelta
corretta
C
Dolore
alle gambe
D
31%
58%
19
Esempio di correlazione illusoria
Protocollo
Longlife
Nessun
protocollo
Pazienti che
guariscono
A: 12
B: 1.200
Pazienti che non
guariscono
A1: 6
B1: 600
Con un’informazione completa si constata che il rapporto tra i
pazienti che guariscono e i pazienti che non guariscono è identico
20
10
L’euristica di disponibilità o evocabilità
• Gli individui valutano tanto più probabile un evento quanto
più riescono a farsi venire in mente esempi di quell’evento.
• Non sempre la frequenza degli esempi che vengono in
mente corrisponde o è indice della frequenza con cui
quell’evento si è realmente verificato!
• Spesso la evocabilità delle informazioni è fortemente
influenzata dall’impatto emotivo o dalla salienza
21
L’euristica di disponibilità o evocabilità
Un clinico (psichiatra o psicologo) può
effettuare una diagnosi di “disordine da
personalità borderline” piuttosto che di
“disordine da personalità istrionica”, se egli
ricorda più facilmente pazienti che hanno
presentato disturbi da “personalità borderline”.
22
11
L’euristica di rappresentatività
- Kahnenam e Tversky, 1973 -
Le stime possono essere effettuate anche sulla base della
similarità tra l’evento in esame e:
a)
b)
la categoria di appartenenza
il processo che l’ha generato
23
L’euristica di rappresentatività
Esempio: “similarità con la categoria”
Supponete che in un classificatore siano contenuti 70 profili di
laureati in scienze sociali e 30 profili di laureati in ingegneria.
Viene estratto un profilo a caso, in cui si dice che “Rossi ha 45
anni, è sposato ed ha due figli. E’ di tendenze piuttosto moderate,
è molto accorto ed ambizioso e ricopre un ruolo di responsabilità
Non ha molti interessi in campo politico e passa la maggior parte
del suo tempo libero in attività come il bricolage, la vela ed i
giochi matematici”.
E’ più probabile che il profilo di Rossi corrisponda a quello di un
laureato in scienze sociali o a quello in ingegneria informatica?
24
12
L’euristica di rappresentatività
Esempio: “processo generante”
Lanciamo una moneta perfettamente equilibrata e
registriamo le uscite di dieci lanci.
Quale delle due seguenti successioni Testa e Croce è più
probabile?
1) Testa, Testa, Testa, Croce, Croce, Croce
2) Testa, Croce, Croce, Testa, Croce, Testa
25
Hindsight bias
La fiducia nelle proprie abilità di giudicare può protrarsi
nel tempo.
Una delle ragioni per cui è possibile sopravvalutare
sistematicamente ciò che sappiamo è che spesso
sopravvalutiamo ciò che sapevamo
o
che avremmo potuto sapere
26
13
Hindsight bias
Spesso pensiamo che certi eventi passati, già accaduti, si
sarebbero potuti prevedere data la situazione nota in
anticipo.
Il “senno di poi” si basa su una sorta di fatalismo
riguardo al passato ed è un fenomeno caratterizzato da
una
distorsione retrospettiva del giudizio
27
Hindsight bias – Un esempio
Un individuo di 37 anni è sempre stato in buona salute. Adesso
ha sviluppato un dolore di crescente intensità al ginocchio sx
che si è gonfiato ed è caldo.
Qualche giorno dopo si è manifestato dolore, gonfiore e calore
al polso sx e al ginocchio dx. L’esame fisico ha rivelato
gonfiore, riscaldamento e versamento a entrambe le ginocchia e
al polso sx. Non ci sono deformità. Il fegato risulta ingrandito
di 2 cm al di sotto del livello del costato. I risultati dell’esame
emocromo-citometrico sono normali. L’esito del test VES è di
30 mm. Un Latex test è negativo. Non sono ancora disponibili i
risultati dei test CHEM-7 sul siero sanguigno e degli antigeni
HbsAg. Il liquido sinoviale risulta contenere 20.000 globuli
bianchi per mm cubo, con 80% di neutrofili e bassa viscosità.
Si è trovato pus in eccesso nelle urine. Febbre a 38°.
28
14
Hindsight bias – Un esempio
Assegnare ad ognuna delle quattro possibili diagnosi la
probabilità che ritiene avrebbe assegnato. Accertarsi che le
probabilità sommino a 100:
- Sindrome di Reiter (incompleta)
- Artrite batterica da streptococchi
- Gotta
- Epatite da siero in fase anitterica
29
Hindsight bias – Un esempio
Risultati [Arkes, Wortmann, Saville e Harkness (1981)]
Nel giudizio foresight i partecipanti stimavano che si trattasse
di “epatite da siero in fase anitterica” con una probabilità del
16%.
Un secondo gruppo riceveva l’informazione che la descrizione
si riferiva alla descrizione di un caso di “epatite da siero in fase
anitterica” e il giudizio medio era di 38%.
30
15
Hindsight bias – Un esempio
Lo sguardo retrospettivo può avere un’influenza fuorviante su
come si decide (Caplan, Posner e Cheney, 1991).
Esempio:
Si considerino due casi di una stessa operazione chirurgica
(come un taglio cesareo) nei quali viene effettuato un certo
intervento anestesiologico (anestesia spinale).
Si assuma che i due casi siano fra loro identici (condizioni
cliniche della paziente, tipo di intervento praticato, dosi
impiegate, ecc.) salvo che per un aspetto.
31
Hindsight bias – Un esempio
Caso 1: si verifica una complicazione che produce un esito
negativo temporaneo (arresto cardiaco durante l’intervento) a
seguito del quale madre e neonato si riprendono pienamente.
Caso 2: la stessa complicazione produce un esito clinico
negativo permanente (arresto cardiaco causa la morte della
madre e danni cerebrali al neonato).
Compito:
Si chiedeva a 110 anestesisti suddivisi in due gruppi di
esprimere un giudizio di appropriatezza sul trattamento
anestesiologico.
32
16
Hindsight bias – Un esempio
Il senno di poi distorce la valutazione dell’appropriatezza della
decisione clinica anche in presenza di casi identici:
a)
La valutazione era prevalentemente positiva quando il
danno si era rivelato temporaneo
b)
La valutazione era prevalentemente negativa quando il
danno si era rivelato permanente
33
Il principio della “regolarità”
Definizione
Aggiungere nuove opzioni ad un pattern di opzioni sulle
quali è stata espressa una preferenza non modificare
l’ordinamento delle vecchie preferenze.
34
17
Il principio della “regolarità”
Redelmeier e Shafir (1995)
E’ stato studiato il caso particolare in cui l’aggiunta di
opzioni esercita un effetto di “disturbo” sia a livello
della medicina generale che della medicina
specialistica.
35
Il principio della “regolarità”
Esperimento 1
A 287 medici di base veniva descritto il caso di un
uomo affetto da osteoartrite all’anca che ha già provato
senza successo alcuni trattamenti farmaceutici nonsteroidei.
36
18
Il principio della “regolarità”
Gruppo A
I medici dovevano indicare una preferenza fra le
seguenti opzioni:
1) Prescrivere una visita specialistica perché venga
valutata l’opportunità di un intervento chirurgico
2) Prescrivere una visita specialistica perché venga
valutata l’opportunità di un intervento chirurgico e
inoltre tentare la somministrazione di un ulteriore
farmaco: ibuprofen.
37
Il principio della “regolarità”
Gruppo B
I medici dovevano scegliere tra le seguenti opzioni:
1) Prescrivere una visita specialistica perché venga valutata
l’opportunità di un intervento chirurgico
2) Prescrivere una visita specialistica perché venga valutata
l’opportunità di un intervento chirurgico e inoltre tentare
la somministrazione di un ulteriore farmaco: ibuprofen.
3) Prescrivere una visita specialistica perché venga valutata
l’opportunità di un intervento chirurgico e inoltre tentare
la somministrazione di un ulteriore farmaco: piroxicam.
38
19
Il principio della “regolarità”
Risultati
L’aggiunta di un’ulteriore opzione di intervento farmacologico
ha fatto lievitare di quasi il 20% (dal 53% al 72%) la probabilità
della scelta 1), cioè “visita specialistica, ma per ora nessun
nuovo trattamento”.
L’opzione aggiuntiva 3) (specialistica & piroxicam) è molto
simile a una di quelle già presenti, cioè la 2) (specialistica &
ibuprofen) e può essere difficile
trovare delle buone ragioni
per preferire l’una all’altra.
39
Il principio della “regolarità”
Esperimento 2
A 352 neurologi e neurochirurghi scelti tra quelli che
collaboravano a un importante trial clinico sui benefici di
uno specifico intervento chirurgico (endarterectomia
carotidea) in pazienti affetti da stenosi dell’arteria carotidea,
viene chiesto di scegliere quale paziente operare per primo,
data la limitata disponibilità di sale operatorie.
40
20
Il principio della “regolarità”
Gruppo 1
I partecipanti doveva scegliere tra due pazienti: uno di 52 anni
con una stenosi avanzata e un passato di alcolismo, l’altro di
72 anni senza problemi clinici concomitanti ma con una
stenosi avanzata.
Gruppo 2
I partecipanti doveva scegliere tra due i due pazienti presentati
al Gruppo 1 e un terzo paziente simile al primo: 55 anni con
stenosi avanzata, quarant’anni di fumo regolare di sigarette.
41
Il principio della “regolarità”
Risultati
-
38% del Gruppo 1 decise di operare per primo il paziente
più anziano
58% del Gruppo 2 decise di operare per primo il paziente
più anziano
L’aggiunta del terzo paziente ha determinato lo spostamento di
preferenze del 20% a favore del paziente più anziano, in
contraddizione con il principio di regolarità.
42
21
La teoria del prospetto
La Teoria del Prospetto è la più importante e la più accreditata
teoria alternativa alla Teoria dell’UA.
La Teoria del Prospetto è stata proposta nel 1979 da
Daniel Kahneman
Nobel per l’Economia, 2002
Amos Tversky
43
I costituenti della Teoria del Prospetto
Due sono i costituenti:
La parte quantitativa coincide con la funzione di
ponderazione delle probabilità π(p) e con la funzione di
valore v(x);
La parte descrittiva riguarda invece il processo di scelta, nel
quale vengono distinte una fase di strutturazione e una
conseguente fase di valutazione del problema decisionale.
44
22
La funzione del valore
Nella Teoria del Prospetto il valore è definito in termini di
guadagni e perdite, cioè deviazioni da un punto di
riferimento.
La funzione descrive andamenti opposti a seconda che si tratti
di guadagno o di perdite:
a)
La funzione del valore per i guadagni descrive una curva
concava e cresce in maniera non molto ripida
b)
La funzione del valore per le perdite descrive una curva
convessa e decresce in maniera molto ripida
45
La curva del valore
Valore
soggettivo
- 500 €
Perdite
Guadagni
+ 500 €
46
23
Avversione alle perdite
La funzione del valore mostra che gli individui trattano le
perdite più seriamente dei guadagni:
Il Valore di una perdita di 500 € viene percepito come
maggiore rispetto al Valore di un guadagno di 500 €
Oppure:
L’intensità del dispiacere per la perdita di 500 €
è maggiore dell’intensità del piacere per la vincita di 500 €
Questa asimmetria viene denominata:
avversione alle perdite
47
Il cambiamento del punto di riferimento
Le preferenze sono straordinariamente sensibili:
- al modo con cui il dilemma decisionale viene descritto o
- al frame (incorniciamento o prospettiva) adottato per
interpretare le alternative di scelta.
48
24
Il dilemma della “malattia asiatica”
Immaginate che gli Stati Uniti si stiano preparando ad affrontare
una malattia asiatica che dovrebbe causare la morte di 600 persone.
Per fronteggiare questo evento vengono proposti due programmi di
intervento alternativi:
49
Il dilemma della “malattia asiatica”
Cond. 1 - Un gruppo deve scegliere tra due piani di intervento
alternativi
- Piano A: 200 persone saranno sicuramente salvate (72%)
- Piano B: saranno salvate 600 persone con 1/3 di
probabilità e nessuno si salverà con 2/3 di probabilità
Cond. 2 - Un altro gruppo deve scegliere tra due piani formulati
diversamente e cioè:
- Piano C: 400 persone sicuramente moriranno
- Piano D: nessuno morirà con 1/3 di probabilità e
600 persone moriranno con 2/3 di probabilità. (78%)
50
25
Il processo
Nelle due condizioni i soggetti incorniciano le alternative in modi
differenti poiché cambia il punto di riferimento:
1) nel primo caso il punto di riferimento è la morte di 600 persone se non
si fa nulla
2) nel secondo caso il punto di riferimento è la situazione attuale in cui
nessuno è morto.
Quindi:
nel primo caso viene preferita l’opzione certa dato che rispetto al punto
di riferimento è quella che offre l’esito migliore,
nel secondo caso l’opzione rischiosa è quella che apparentemente
consente di evitare le perdite.
51
Rappresentazione grafica del dilemma
Utilità
soggettiva
Guadagni
- 600 - 400
+ 200
+ 600
Esito oggettivo
Perdite
52
26
La spiegazione in termini di utilità
Nel diagramma, il confronto va effettuato tra i due segmenti in
neretto:
a)
le 400 persone in più che potrebbero essere salvate
scegliendo l’opzione rischiosa nel primo problema hanno
un’utilità soggettiva molto inferiore rispetto alle 400
persone in più che potrebbero “non morire” scegliendo
l’opzione rischiosa nel secondo problema.
a)
la differenza è tale da rendere più propense al rischio le
persone a cui è stato presentato il problema con framing di
perdita, e più avverse al rischio quelle a cui è stato offerto il
framing di guadagno.
53
Il dilemma del trattamento terapeutico
McNeil, Pauker, Sox e Tversky (1982)
La preferenza degli individui per una determinata terapia
non dovrebbe cambiare se le informazioni o i dati utilizzati
per esprimere la preferenza sono presentati
in termini di sopravvivenza o in termini di mortalità
54
27
Il dilemma del trattamento terapeutico
McNeil, Pauker, Sox e Tversky (1982)
Compito:
Scegliere tra la terapia radiologica e l’intervento chirurgico
ciò che si ritiene più adeguato per aggredire un cancro
operabile al polmone, sulla base di semplici descrizioni
delle loro conseguenze.
Vengono forniti dati relativi alle probabilità cumulative di
morte (o di sopravvivenza) subito dopo il trattamento
(radiologico o chirurgico), dopo un anno dal trattamento e
dopo cinque anni.
55
Lo scenario
“sopravvivenza”
...Di 100 persone che si sottopongono ad intervento
chirurgico, 90 sopravvivranno all’intervento, 68 saranno
vive dopo un anno, e (complessivamente) 34 saranno vive
dopo 5 anni. Di 100 persone che si sottoporranno a
radioterapia tutti sopravvivranno al trattamento, 77 saranno
vive dopo un anno, 22 saranno vive dopo 5 anni.
Che tipo di trattamento preferireste?
56
28
Lo scenario
“mortalità”
...Di 100 persone che si sottopongono ad intervento
chirurgico, 10 moriranno durante l’intervento, 32 saranno
morte entro un anno, e 66 (complessivamente) saranno
morte entro 5 anni. Di 100 persone che si sottoporranno a
radioterapia nessuna morirà durante il trattamento, 23
saranno morte entro un anno, e 78 saranno morte entro 5
anni.
Che tipo di trattamento preferireste?
57
Il dilemma del trattamento terapeutico
McNeil, Pauker, Sox e Tversky (1982)
All’esperimento parteciparono 3 Gruppi di partecipanti
-
pazienti lungodegenti
-
studenti di statistica
-
medici radiologi
58
29
Risultati
Effetto framing nelle scelte tra i due trattamenti
59
Risultati
Frame Perdita
Frame Guadagni
Radio vs intervento
Radio vs intervento
Pazienti
40% vs 60%
22% vs 78%
Studenti
43% vs 57%
17% vs 83%
Medici
50% vs 50%
16% vs 84%
60
30
… e spiegazioni
La formulazione del problema nel caso di “frame di
sopravvivenza” favorisce l’intervento chirurgico perché
vengono messi in evidenza i maggiori vantaggi nel medio
periodo.
La formulazione del problema nel caso di “frame di
mortalità” favorisce la radioterapia perché vengono messi in
evidenza i minori pericoli nel medio periodo.
61
Le basi neurali dell’effetto “framing”
De Martino, Kumaran, Seymour, Dolan - 2006
Frame “guadagno”
+
Ricevi
€50
Tieni
€20
Ricevi
€50
Restituisci
€30
Perdi
€50
Vinci
€50
Perdi
€50
Vinci
€50
Frame “perdita”
+
Punto di
fissazione
Ammontare
iniziale
Scelta tra l’opzione “certezza”
e l’opzione “scommessa”
62
31
Le basi neurali dell’effetto “framing”
De Martino, Kumaran, Seymour, Dolan - 2006
Risultati
Attivazione dell’amigdala intercettando l’effetto framing in tutti i
soggetti, ma in misura maggiore in coloro che sono vittime
dell’effetto:
• in coloro che scelgono l’opzione “certezza” nel caso in cui la
scelta sia incorniciata in termini di vincita;
• in coloro che scelgono l’opzione “scommessa” nel caso in cui
la scelta sia incorniciata in termini di perdita.
63
Le basi neurali dell’effetto “framing”
De Martino, Kumaran, Seymour, Dolan - 2006
Risultati
Correlazione significativa tra
attivazione della corteccia prefrontale ventromediale e
orbitofrontale e le scelte razionali
Una maggiore attivazione di quest’area nei partecipanti
permette di prevedere la neutralizzazione dell’effetto “frame”,
manifestando coerenza nelle proprie decisioni.
64
32
Il principio dello “spacchettamento”
Il fenomeno è una violazione del principio dell’invarianza:
La probabilità stimata associata alla descrizione di un
certo stato di cose tende ad aumentare in ragione di
una descrizione più dettagliata dello stesso stato di
cose (unpacking principle).
65
Il principio dello “spacchettamento”
Redelmeier, Koehler, Liberman e Tversky (1995)
Problema:
Diagnosi per una donna che si presenta al pronto soccorso
con un forte dolore nel quadrante inferiore destro
dell’addome che perdura per 12 ore. L’ultimo periodo
mestruale risaliva a quattro settimane prima.
La paziente può soffrire di una soltanto delle condizioni
elencate, perciò le alternative sono tra loro esclusive.
66
33
Il principio dello “spacchettamento”
Gruppo 1
Si chiede la stima di probabilità per le seguenti alternative:
a) Gastroenterite
b) Gravidanza ectopica
c) Nessuna di queste/altro
67
Il principio dello “spacchettamento”
Gruppo 2
Si chiede la stima di probabilità per le seguenti alternative:
a1) Gastroenterite
b1) Gravidanza ectopica
c1) Appendicite
d1) Pielonefrite
e1) Infiammazione pelvica
f1) Nessuna di queste/altro
68
34
Il principio dello “spacchettamento”
Gravidanza
ectopica 15%
Gravidanza
ectopica 19%
Gastroenterite
16%
Gastroenterite
31%
Altro 50%
Appendicite
+ pielonefrite
+ infiamm. pelvica
+ altro
69%
69
Il principio dello “spacchettamento”
Risultati
Nel primo gruppo l’opzione c) ha ricevuto una stima media
del 50%
Nel secondo gruppo la somma delle probabilità associate
alle opzioni c1), d1), e1), f1) era in media del 69%
Quindi
Lo spacchettamento di una clausola residuale in un
problema diagnostico induce stime probabilistiche più alte.
70
35
Il principio dello “spacchettamento”
E così si può spiegare…
La presentazione della situazione in maniera più dettagliata
può ricordare oppure rendere più salienti al decisore
possibilità alle quali non avrebbe dato altrettanto peso.
71
36