Determinanti psicologiche nell`errore in medicina
Transcript
Determinanti psicologiche nell`errore in medicina
Determinanti psicologiche nell’errore in medicina Rino Rumiati Dipartimento di Psicologia dello Sviluppo e della Socializzazione Università di Padova 1 « L'uomo deve sapere che da null'altro se non dal cervello, provengono gioie, piaceri, riso e divertimenti, e dolori, tristezze, sconforto e lamenti. Attraverso di esso, acquisiamo giudizio e conoscenza, e vediamo e sentiamo, […] e può renderci folli e deliranti [...]» Ippocrate 460-370 a.C. 2 1 Definizione Il ragionamento induttivo è il processo di pensiero attraverso il quale, a partire da proposizioni derivanti dall’osservazione, si giunge a proposizioni generali. Le generalizzazioni induttive non sono necessariamente vere in assoluto perciò possono essere solo probabilisticamente vere 3 Esempio Un paziente, che non manifesta sintomi specifici, si sottopone ad un test per la diagnosi dell’AIDS. Il test risulta positivo (T+) ma: - ha un’attendibilità dell’80% (cioè su 100 malati, 80 hanno un test con esito positivo, mentre i restanti 20 hanno un esito falsamente negativo) - ha una sensibilità del 90% (cioè su 100 soggetti sani, 90 risultano negativi, i restanti 10 invece risultano positivi al test. Il medico per formulare una diagnosi deve considerare: a) i risultati del test b) l’incidenza della malattia nella popolazione di provenienza del paziente. L’incidenza è il fattore che “modula” la probabilità finale dell’evento 4 2 Come avviene il calcolo della probabilità finale? Per vedere se il paziente è affetto da AIDS bisogna: dividere la percentuale dei malati che hanno avuto un esito positivo al test per la percentuale generale di tutti coloro, sani e malati, che sono risultati positivi al test p(T+|M) x p(M) p(M|T+) = = p(T+|M) x p(M) + p(T+|S) x p(S) Probabilità a posteriori = probabilità che un paziente positivo al test sia effettivamente Malato Incidenza della malattia nella popolazione Probabilità di essere sani 0,80 x 0,01 0,80 x 0,01 + 0,10 x 0,99 = 0,008 = 0,07 0,107 Tasso di casi veri positivi = probabilità di ottenere un esito positivo al test in Ss malati Tasso di casi falsi positivi = probabilità di ottenere un esito positivo al test in Ss sani 5 Il Teorema di Bayes La formula applicata nel caso dell’AIDS esprime il Teorema di Bayes che ci consente di modificare le nostre opinioni alla luce delle nuove informazioni che via via acquisiamo. 6 3 7 8 4 Soluzione del problema sulla base della “Formula di Bayes” Per i Ss la probabilità a posteriori è 0,80, coincidente con l’attendibilità del9 testimone Spiegazione del risultato Si trascura la distribuzione della frequenza di base in forza dell’assenza di un legame causale tra una classe di eventi di cui viene fornita la probabilità di base e l’evento specifico di cui deve essere valutata la probabilità a posteriori di appartenere a quella classe di eventi. 10 5 Fallacia della “sottoutilizzazione della probabilità a priori” La fallacia della sotto-utilizzazione della “probabilità a priori” deriva dal fatto che gli individui oppongono ciò che sembrano essere “frequenze di base” puramente casuali (cioè informazioni a bassa rilevanza) a informazioni più specifiche o causali (cioè informazioni ad alta rilevanza). 11 Congetture e confutazioni Vengono presentate 4 carte da un mazzo così costruito: ciascuna carta ha un numero da un lato ed una lettera dall'altro. Due carte sono girate dal lato della lettera e le altre due carte sono girate dal lato del numero. Ipotesi da verificare: "Se c'è una vocale su un lato della carta, allora dall'altro lato c'è un numero dispari“ p non-p A B q 5 non-q 2 Quale carta o quali carte bisogna girare per controllare se la regola è vera? Il 90% dei soggetti sbaglia 12 6 Congetture e confutazioni Il costo delle informazioni Sapete che è stato ritrovato un Vaso decorato con figure stilizzate e fiori. Il vaso può provenire dall’area di Spina (Comacchio) o dall’area di Adria (Rovigo). Quali informazioni cercherete per poter valutare se il vaso proviene dal sito di Adria? 13 Congetture e confutazioni Il costo delle informazioni In genere la gente punta ad ottenere informazioni relative alla proporzione di vasi costruiti nel sito di Adria con figure stilizzate e fiori Avete scoperto che i vasi provenienti dai siti di Adria sono: Per il 60% decorati con figure stilizzate Per il 75% decorati con fiori 14 7 Congetture e confutazioni Si può affermare che il vaso proviene dal sito di Adria? Tecnicamente no! Per decidere correttamente bisogna controllare almeno per una delle due caratteristiche coinvolte la proporzione di anfore trovate ad Adria che ha quella precisa caratteristica insieme alla proporzione di anfore di Comacchio che ha quella stessa caratteristica. 15 Congetture e confutazioni L’errore della pseudo-diagnosticità Rossi: Che cosa ti fa pensare che l’oroscopo che ti preannuncia una giornata fortunata sia credibile Verdi: Lo leggo tutte le mattine e ho constatato che nelle giornate fortunate l’oroscopo era effettivamente favorevole! Ma noi non sappiamo quanto un oroscopo sia favorevole in una giornata sfortunata! 16 8 Scelte pseudodiagnostiche Gruppen, Wolf e Billi (1991) Un paziente accusa tosse e dolore alle gambe. Con questi sintomi vi possono essere solo due patologie X e Y X Y A B C D Tosse Dolore alle gambe Consultando un database potete ottenere 2 informazioni nella tabella: quali scegliereste? 17 Scelte pseudodiagnostiche X Y A B C D Scelta corretta Tosse Dolore alle gambe Scelta corretta 18 9 Scelte pseudodiagnostiche X Y A Tosse B 24% 43% Scelta corretta C Dolore alle gambe D 31% 58% 19 Esempio di correlazione illusoria Protocollo Longlife Nessun protocollo Pazienti che guariscono A: 12 B: 1.200 Pazienti che non guariscono A1: 6 B1: 600 Con un’informazione completa si constata che il rapporto tra i pazienti che guariscono e i pazienti che non guariscono è identico 20 10 L’euristica di disponibilità o evocabilità • Gli individui valutano tanto più probabile un evento quanto più riescono a farsi venire in mente esempi di quell’evento. • Non sempre la frequenza degli esempi che vengono in mente corrisponde o è indice della frequenza con cui quell’evento si è realmente verificato! • Spesso la evocabilità delle informazioni è fortemente influenzata dall’impatto emotivo o dalla salienza 21 L’euristica di disponibilità o evocabilità Un clinico (psichiatra o psicologo) può effettuare una diagnosi di “disordine da personalità borderline” piuttosto che di “disordine da personalità istrionica”, se egli ricorda più facilmente pazienti che hanno presentato disturbi da “personalità borderline”. 22 11 L’euristica di rappresentatività - Kahnenam e Tversky, 1973 - Le stime possono essere effettuate anche sulla base della similarità tra l’evento in esame e: a) b) la categoria di appartenenza il processo che l’ha generato 23 L’euristica di rappresentatività Esempio: “similarità con la categoria” Supponete che in un classificatore siano contenuti 70 profili di laureati in scienze sociali e 30 profili di laureati in ingegneria. Viene estratto un profilo a caso, in cui si dice che “Rossi ha 45 anni, è sposato ed ha due figli. E’ di tendenze piuttosto moderate, è molto accorto ed ambizioso e ricopre un ruolo di responsabilità Non ha molti interessi in campo politico e passa la maggior parte del suo tempo libero in attività come il bricolage, la vela ed i giochi matematici”. E’ più probabile che il profilo di Rossi corrisponda a quello di un laureato in scienze sociali o a quello in ingegneria informatica? 24 12 L’euristica di rappresentatività Esempio: “processo generante” Lanciamo una moneta perfettamente equilibrata e registriamo le uscite di dieci lanci. Quale delle due seguenti successioni Testa e Croce è più probabile? 1) Testa, Testa, Testa, Croce, Croce, Croce 2) Testa, Croce, Croce, Testa, Croce, Testa 25 Hindsight bias La fiducia nelle proprie abilità di giudicare può protrarsi nel tempo. Una delle ragioni per cui è possibile sopravvalutare sistematicamente ciò che sappiamo è che spesso sopravvalutiamo ciò che sapevamo o che avremmo potuto sapere 26 13 Hindsight bias Spesso pensiamo che certi eventi passati, già accaduti, si sarebbero potuti prevedere data la situazione nota in anticipo. Il “senno di poi” si basa su una sorta di fatalismo riguardo al passato ed è un fenomeno caratterizzato da una distorsione retrospettiva del giudizio 27 Hindsight bias – Un esempio Un individuo di 37 anni è sempre stato in buona salute. Adesso ha sviluppato un dolore di crescente intensità al ginocchio sx che si è gonfiato ed è caldo. Qualche giorno dopo si è manifestato dolore, gonfiore e calore al polso sx e al ginocchio dx. L’esame fisico ha rivelato gonfiore, riscaldamento e versamento a entrambe le ginocchia e al polso sx. Non ci sono deformità. Il fegato risulta ingrandito di 2 cm al di sotto del livello del costato. I risultati dell’esame emocromo-citometrico sono normali. L’esito del test VES è di 30 mm. Un Latex test è negativo. Non sono ancora disponibili i risultati dei test CHEM-7 sul siero sanguigno e degli antigeni HbsAg. Il liquido sinoviale risulta contenere 20.000 globuli bianchi per mm cubo, con 80% di neutrofili e bassa viscosità. Si è trovato pus in eccesso nelle urine. Febbre a 38°. 28 14 Hindsight bias – Un esempio Assegnare ad ognuna delle quattro possibili diagnosi la probabilità che ritiene avrebbe assegnato. Accertarsi che le probabilità sommino a 100: - Sindrome di Reiter (incompleta) - Artrite batterica da streptococchi - Gotta - Epatite da siero in fase anitterica 29 Hindsight bias – Un esempio Risultati [Arkes, Wortmann, Saville e Harkness (1981)] Nel giudizio foresight i partecipanti stimavano che si trattasse di “epatite da siero in fase anitterica” con una probabilità del 16%. Un secondo gruppo riceveva l’informazione che la descrizione si riferiva alla descrizione di un caso di “epatite da siero in fase anitterica” e il giudizio medio era di 38%. 30 15 Hindsight bias – Un esempio Lo sguardo retrospettivo può avere un’influenza fuorviante su come si decide (Caplan, Posner e Cheney, 1991). Esempio: Si considerino due casi di una stessa operazione chirurgica (come un taglio cesareo) nei quali viene effettuato un certo intervento anestesiologico (anestesia spinale). Si assuma che i due casi siano fra loro identici (condizioni cliniche della paziente, tipo di intervento praticato, dosi impiegate, ecc.) salvo che per un aspetto. 31 Hindsight bias – Un esempio Caso 1: si verifica una complicazione che produce un esito negativo temporaneo (arresto cardiaco durante l’intervento) a seguito del quale madre e neonato si riprendono pienamente. Caso 2: la stessa complicazione produce un esito clinico negativo permanente (arresto cardiaco causa la morte della madre e danni cerebrali al neonato). Compito: Si chiedeva a 110 anestesisti suddivisi in due gruppi di esprimere un giudizio di appropriatezza sul trattamento anestesiologico. 32 16 Hindsight bias – Un esempio Il senno di poi distorce la valutazione dell’appropriatezza della decisione clinica anche in presenza di casi identici: a) La valutazione era prevalentemente positiva quando il danno si era rivelato temporaneo b) La valutazione era prevalentemente negativa quando il danno si era rivelato permanente 33 Il principio della “regolarità” Definizione Aggiungere nuove opzioni ad un pattern di opzioni sulle quali è stata espressa una preferenza non modificare l’ordinamento delle vecchie preferenze. 34 17 Il principio della “regolarità” Redelmeier e Shafir (1995) E’ stato studiato il caso particolare in cui l’aggiunta di opzioni esercita un effetto di “disturbo” sia a livello della medicina generale che della medicina specialistica. 35 Il principio della “regolarità” Esperimento 1 A 287 medici di base veniva descritto il caso di un uomo affetto da osteoartrite all’anca che ha già provato senza successo alcuni trattamenti farmaceutici nonsteroidei. 36 18 Il principio della “regolarità” Gruppo A I medici dovevano indicare una preferenza fra le seguenti opzioni: 1) Prescrivere una visita specialistica perché venga valutata l’opportunità di un intervento chirurgico 2) Prescrivere una visita specialistica perché venga valutata l’opportunità di un intervento chirurgico e inoltre tentare la somministrazione di un ulteriore farmaco: ibuprofen. 37 Il principio della “regolarità” Gruppo B I medici dovevano scegliere tra le seguenti opzioni: 1) Prescrivere una visita specialistica perché venga valutata l’opportunità di un intervento chirurgico 2) Prescrivere una visita specialistica perché venga valutata l’opportunità di un intervento chirurgico e inoltre tentare la somministrazione di un ulteriore farmaco: ibuprofen. 3) Prescrivere una visita specialistica perché venga valutata l’opportunità di un intervento chirurgico e inoltre tentare la somministrazione di un ulteriore farmaco: piroxicam. 38 19 Il principio della “regolarità” Risultati L’aggiunta di un’ulteriore opzione di intervento farmacologico ha fatto lievitare di quasi il 20% (dal 53% al 72%) la probabilità della scelta 1), cioè “visita specialistica, ma per ora nessun nuovo trattamento”. L’opzione aggiuntiva 3) (specialistica & piroxicam) è molto simile a una di quelle già presenti, cioè la 2) (specialistica & ibuprofen) e può essere difficile trovare delle buone ragioni per preferire l’una all’altra. 39 Il principio della “regolarità” Esperimento 2 A 352 neurologi e neurochirurghi scelti tra quelli che collaboravano a un importante trial clinico sui benefici di uno specifico intervento chirurgico (endarterectomia carotidea) in pazienti affetti da stenosi dell’arteria carotidea, viene chiesto di scegliere quale paziente operare per primo, data la limitata disponibilità di sale operatorie. 40 20 Il principio della “regolarità” Gruppo 1 I partecipanti doveva scegliere tra due pazienti: uno di 52 anni con una stenosi avanzata e un passato di alcolismo, l’altro di 72 anni senza problemi clinici concomitanti ma con una stenosi avanzata. Gruppo 2 I partecipanti doveva scegliere tra due i due pazienti presentati al Gruppo 1 e un terzo paziente simile al primo: 55 anni con stenosi avanzata, quarant’anni di fumo regolare di sigarette. 41 Il principio della “regolarità” Risultati - 38% del Gruppo 1 decise di operare per primo il paziente più anziano 58% del Gruppo 2 decise di operare per primo il paziente più anziano L’aggiunta del terzo paziente ha determinato lo spostamento di preferenze del 20% a favore del paziente più anziano, in contraddizione con il principio di regolarità. 42 21 La teoria del prospetto La Teoria del Prospetto è la più importante e la più accreditata teoria alternativa alla Teoria dell’UA. La Teoria del Prospetto è stata proposta nel 1979 da Daniel Kahneman Nobel per l’Economia, 2002 Amos Tversky 43 I costituenti della Teoria del Prospetto Due sono i costituenti: La parte quantitativa coincide con la funzione di ponderazione delle probabilità π(p) e con la funzione di valore v(x); La parte descrittiva riguarda invece il processo di scelta, nel quale vengono distinte una fase di strutturazione e una conseguente fase di valutazione del problema decisionale. 44 22 La funzione del valore Nella Teoria del Prospetto il valore è definito in termini di guadagni e perdite, cioè deviazioni da un punto di riferimento. La funzione descrive andamenti opposti a seconda che si tratti di guadagno o di perdite: a) La funzione del valore per i guadagni descrive una curva concava e cresce in maniera non molto ripida b) La funzione del valore per le perdite descrive una curva convessa e decresce in maniera molto ripida 45 La curva del valore Valore soggettivo - 500 € Perdite Guadagni + 500 € 46 23 Avversione alle perdite La funzione del valore mostra che gli individui trattano le perdite più seriamente dei guadagni: Il Valore di una perdita di 500 € viene percepito come maggiore rispetto al Valore di un guadagno di 500 € Oppure: L’intensità del dispiacere per la perdita di 500 € è maggiore dell’intensità del piacere per la vincita di 500 € Questa asimmetria viene denominata: avversione alle perdite 47 Il cambiamento del punto di riferimento Le preferenze sono straordinariamente sensibili: - al modo con cui il dilemma decisionale viene descritto o - al frame (incorniciamento o prospettiva) adottato per interpretare le alternative di scelta. 48 24 Il dilemma della “malattia asiatica” Immaginate che gli Stati Uniti si stiano preparando ad affrontare una malattia asiatica che dovrebbe causare la morte di 600 persone. Per fronteggiare questo evento vengono proposti due programmi di intervento alternativi: 49 Il dilemma della “malattia asiatica” Cond. 1 - Un gruppo deve scegliere tra due piani di intervento alternativi - Piano A: 200 persone saranno sicuramente salvate (72%) - Piano B: saranno salvate 600 persone con 1/3 di probabilità e nessuno si salverà con 2/3 di probabilità Cond. 2 - Un altro gruppo deve scegliere tra due piani formulati diversamente e cioè: - Piano C: 400 persone sicuramente moriranno - Piano D: nessuno morirà con 1/3 di probabilità e 600 persone moriranno con 2/3 di probabilità. (78%) 50 25 Il processo Nelle due condizioni i soggetti incorniciano le alternative in modi differenti poiché cambia il punto di riferimento: 1) nel primo caso il punto di riferimento è la morte di 600 persone se non si fa nulla 2) nel secondo caso il punto di riferimento è la situazione attuale in cui nessuno è morto. Quindi: nel primo caso viene preferita l’opzione certa dato che rispetto al punto di riferimento è quella che offre l’esito migliore, nel secondo caso l’opzione rischiosa è quella che apparentemente consente di evitare le perdite. 51 Rappresentazione grafica del dilemma Utilità soggettiva Guadagni - 600 - 400 + 200 + 600 Esito oggettivo Perdite 52 26 La spiegazione in termini di utilità Nel diagramma, il confronto va effettuato tra i due segmenti in neretto: a) le 400 persone in più che potrebbero essere salvate scegliendo l’opzione rischiosa nel primo problema hanno un’utilità soggettiva molto inferiore rispetto alle 400 persone in più che potrebbero “non morire” scegliendo l’opzione rischiosa nel secondo problema. a) la differenza è tale da rendere più propense al rischio le persone a cui è stato presentato il problema con framing di perdita, e più avverse al rischio quelle a cui è stato offerto il framing di guadagno. 53 Il dilemma del trattamento terapeutico McNeil, Pauker, Sox e Tversky (1982) La preferenza degli individui per una determinata terapia non dovrebbe cambiare se le informazioni o i dati utilizzati per esprimere la preferenza sono presentati in termini di sopravvivenza o in termini di mortalità 54 27 Il dilemma del trattamento terapeutico McNeil, Pauker, Sox e Tversky (1982) Compito: Scegliere tra la terapia radiologica e l’intervento chirurgico ciò che si ritiene più adeguato per aggredire un cancro operabile al polmone, sulla base di semplici descrizioni delle loro conseguenze. Vengono forniti dati relativi alle probabilità cumulative di morte (o di sopravvivenza) subito dopo il trattamento (radiologico o chirurgico), dopo un anno dal trattamento e dopo cinque anni. 55 Lo scenario “sopravvivenza” ...Di 100 persone che si sottopongono ad intervento chirurgico, 90 sopravvivranno all’intervento, 68 saranno vive dopo un anno, e (complessivamente) 34 saranno vive dopo 5 anni. Di 100 persone che si sottoporranno a radioterapia tutti sopravvivranno al trattamento, 77 saranno vive dopo un anno, 22 saranno vive dopo 5 anni. Che tipo di trattamento preferireste? 56 28 Lo scenario “mortalità” ...Di 100 persone che si sottopongono ad intervento chirurgico, 10 moriranno durante l’intervento, 32 saranno morte entro un anno, e 66 (complessivamente) saranno morte entro 5 anni. Di 100 persone che si sottoporranno a radioterapia nessuna morirà durante il trattamento, 23 saranno morte entro un anno, e 78 saranno morte entro 5 anni. Che tipo di trattamento preferireste? 57 Il dilemma del trattamento terapeutico McNeil, Pauker, Sox e Tversky (1982) All’esperimento parteciparono 3 Gruppi di partecipanti - pazienti lungodegenti - studenti di statistica - medici radiologi 58 29 Risultati Effetto framing nelle scelte tra i due trattamenti 59 Risultati Frame Perdita Frame Guadagni Radio vs intervento Radio vs intervento Pazienti 40% vs 60% 22% vs 78% Studenti 43% vs 57% 17% vs 83% Medici 50% vs 50% 16% vs 84% 60 30 … e spiegazioni La formulazione del problema nel caso di “frame di sopravvivenza” favorisce l’intervento chirurgico perché vengono messi in evidenza i maggiori vantaggi nel medio periodo. La formulazione del problema nel caso di “frame di mortalità” favorisce la radioterapia perché vengono messi in evidenza i minori pericoli nel medio periodo. 61 Le basi neurali dell’effetto “framing” De Martino, Kumaran, Seymour, Dolan - 2006 Frame “guadagno” + Ricevi €50 Tieni €20 Ricevi €50 Restituisci €30 Perdi €50 Vinci €50 Perdi €50 Vinci €50 Frame “perdita” + Punto di fissazione Ammontare iniziale Scelta tra l’opzione “certezza” e l’opzione “scommessa” 62 31 Le basi neurali dell’effetto “framing” De Martino, Kumaran, Seymour, Dolan - 2006 Risultati Attivazione dell’amigdala intercettando l’effetto framing in tutti i soggetti, ma in misura maggiore in coloro che sono vittime dell’effetto: • in coloro che scelgono l’opzione “certezza” nel caso in cui la scelta sia incorniciata in termini di vincita; • in coloro che scelgono l’opzione “scommessa” nel caso in cui la scelta sia incorniciata in termini di perdita. 63 Le basi neurali dell’effetto “framing” De Martino, Kumaran, Seymour, Dolan - 2006 Risultati Correlazione significativa tra attivazione della corteccia prefrontale ventromediale e orbitofrontale e le scelte razionali Una maggiore attivazione di quest’area nei partecipanti permette di prevedere la neutralizzazione dell’effetto “frame”, manifestando coerenza nelle proprie decisioni. 64 32 Il principio dello “spacchettamento” Il fenomeno è una violazione del principio dell’invarianza: La probabilità stimata associata alla descrizione di un certo stato di cose tende ad aumentare in ragione di una descrizione più dettagliata dello stesso stato di cose (unpacking principle). 65 Il principio dello “spacchettamento” Redelmeier, Koehler, Liberman e Tversky (1995) Problema: Diagnosi per una donna che si presenta al pronto soccorso con un forte dolore nel quadrante inferiore destro dell’addome che perdura per 12 ore. L’ultimo periodo mestruale risaliva a quattro settimane prima. La paziente può soffrire di una soltanto delle condizioni elencate, perciò le alternative sono tra loro esclusive. 66 33 Il principio dello “spacchettamento” Gruppo 1 Si chiede la stima di probabilità per le seguenti alternative: a) Gastroenterite b) Gravidanza ectopica c) Nessuna di queste/altro 67 Il principio dello “spacchettamento” Gruppo 2 Si chiede la stima di probabilità per le seguenti alternative: a1) Gastroenterite b1) Gravidanza ectopica c1) Appendicite d1) Pielonefrite e1) Infiammazione pelvica f1) Nessuna di queste/altro 68 34 Il principio dello “spacchettamento” Gravidanza ectopica 15% Gravidanza ectopica 19% Gastroenterite 16% Gastroenterite 31% Altro 50% Appendicite + pielonefrite + infiamm. pelvica + altro 69% 69 Il principio dello “spacchettamento” Risultati Nel primo gruppo l’opzione c) ha ricevuto una stima media del 50% Nel secondo gruppo la somma delle probabilità associate alle opzioni c1), d1), e1), f1) era in media del 69% Quindi Lo spacchettamento di una clausola residuale in un problema diagnostico induce stime probabilistiche più alte. 70 35 Il principio dello “spacchettamento” E così si può spiegare… La presentazione della situazione in maniera più dettagliata può ricordare oppure rendere più salienti al decisore possibilità alle quali non avrebbe dato altrettanto peso. 71 36