Generali - Market Insight

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Generali - Market Insight
Generali, margini in crescita e premi 2011 a 74 miliardi
Il business vita dovrebbe mantenere sostanzialmente
invariato il proprio contributo a tre miliardi, grazie alla
conferma della buona redditività di questa area
d’affari, mentre migliora l’apporto dei danni, che dovrebbero consuntivare un risultato operativo nell’ordine di
1,5 miliardi merito l’ottimo andamento del combined ratio, che dovrebbe migliorare di circa due punti
fissandosi al di sotto della soglia del 97% lungo un itinerario che dovrebbe portarlo al 96 per cento a regime.
Il gruppo dovrebbe chiudere il 2011 con premi in crescita a 74 miliardi, di cui 51 nel vita, che resterà
sostanzialmente stabile, e quasi 23 nei rami danni, che dovrebbero presentare una crescita di circa il 2%
riproponendo i dati dei primi sei mesi. Attesi a breve novità sulla joint venture in Russia, mentre prosegue
l’espansine in Asia sia nell’attività assicurativa tradizionale sia nell’asset management.
foto di Marino Sterle
foto di Marino Sterle
Sede di Trieste di Gabriele Crozzoli
Il primo semestre di Generali e le idee per il futuro spiegate da Giovanni Perissinotto
Generali archivia il primo semestre con risultati superiori alle attese e si prepara a chiudere il 2011 con circa
74 miliardi di premi, di cui 51 nel vita, che resterà sostanzialmente stabile, e quasi 23 nei danni, che
dovrebbe presentare una crescita di circa il 2% riproponendo i dati dei primi sei mesi. E se non ci sarà un
ulteriore deterioramento dello scenario finanziario, il risultato operativo dovrebbe fissarsi in prossimità dei 4,5
miliardi e l’utile netto avvicinarsi a quota 1,8 miliardi. Risultati conseguiti merito una strategia finalizzata a
confermare la crescita nel business danni, salvaguardare il posizionamento e la redditività nel vita accanto
ad un ulteriore sviluppo dell’asset management, che presenta dimensioni più contenute dei principali
competitor, anche se mette in luce una redditività decisamente superiore.
Risultati conseguiti merito anche la diversificazione geografica conseguita grazie ad una “strategia di
sviluppo lungimirante e accorta”, ma perseguita con determinazione dallo staff che affianca Perissinotto alla
guida di un gruppo che è riuscito a salvaguardare la propria identità storica respingendo l’assalto a cui è
stata sottoposta anche nel recente passato da forze estranee alla cultura e alla storia di un gruppo che
affonda le sue radici nella cultura assicurativa nata e sviluppatasi nel cuore della mitteleuropa dell’Ottocento.
Ma ritorniamo al presente ricordando che, come puntualizza Giovanni Perissinotto, Group Ceo di Generali,
“abbiamo conseguito posizioni di leadership nei principali mercati di riferimento e raggiunto una
diversificazione geografica importante, con presenze significative in alcune fra le principali aree
caratterizzate da potenziali di sviluppo molto elevate ed ora vogliamo continuare a crescere nei danni, dove
siamo migliorati nel combined ratio di circa due punti, mentre vogliamo salvaguardare il posizionamento nel
vita, la cui redditività è stata confermata a livelli di eccellenza anche in questo difficile 2011”.
Una crescita che interesserà quasi tutti i mercati a partire da quelli dell’Est Europa dove Generali “vuole
rafforzare il proprio ruolo su mercati ove il combined si colloca al di sotto del 90 per cento; uno dei migliori
del gruppo e di tutti gli operatori presenti nell’area”. Ma nel contempo, prosegue il Ceo, “vogliamo sviluppare
l’asset management in linea organica in Italia, dove Banca Generali ha ottenuto ottimi risultati ed è diventata
un benchmark per tutto il settore, mentre Bsi proseguirà nella sua crescita esogena con focus sull’Asia” dove
il gruppo ha già ottenuto risultati importanti, attraverso la sede di BSI a Singapore. Per l’area sono
confermati gli ambiziosi target di 30 miliardi di dollari di masse gestite entro il 2015; 15 volte superiori ai 2
miliardi del 2008. Il Gruppo Generali è inoltre presente nell’area con una joint venture con l’asset manager
cinese Guotai, uno dei principali operatori del mercato. La joint venture consente a Generali di entrare nel
settore degli investimenti istituzionali in Cina e allo stesso tempo di offrire la possibilità agli investitori asiatici
di investire in Europa.
Iniziative importanti sono previste anche nel vita perché, precisa il capo azienda, “vogliamo salvaguardare i
soddisfacenti margini di profittabilità lavorando sull’efficienza operativa e la vendita di prodotti con minor
assorbimento di capitale”. In sostanza, conclude, “vogliamo rafforzare il peso delle coperture di rischio anche
in ottica Solvency”.
Ed è proprio grazie anche a tutto ciò che il colosso triestino delle polizze è giunto al giro di boa del 30 giugno
2011 con risultati superiori alle attese, anche se sconta gli effetti delle turbolenze che imperversano sui
mercati finanziari. Il risultato operativo migliora di circa il 13% a 2,4 miliardi merito il buon andamento dei
danni, che beneficiano del progresso di ben 2,3 punti al 96,5% del combined ratio, e la tenuta delle
performance vita, i cui risultati operativi migliorano del 6,1% a 1,663 miliardi pur in presenza di una riduzione
del 23,4% a 10,3 miliardi dei premi unici, che sono meno redditizi, accanto a una crescita del 3,8% a 12,9
miliardi dei profittevoli premi annui.
Buona anche la tenuta del patrimonio netto, che flette dell’1,5% a 17,231 miliardi a causa della riduzione
della riserva available for sale per 360 milioni derivanti per 120 milioni dagli investimenti in equity e per 249
dalla componente bond. Una dinamica che però non preoccupa eccessivamente il colosso triestino poiché,
come precisa Perissinotto, “la nostra struttura patrimoniale è solida ed equilibrata e la generazione di cassa
riveniente dalla gestione corrente ci permette di sostenere tutti i piani di crescita organica previsti dai nostri
progetti di medio termine oltreché sostenere l’assegnazione di un dividendo interessante per gli azionisti e
far fronte al servizio del debito”.
Chiaro però che, prosegue il capo azienda, “se dovessimo attuare operazioni straordinarie dovremo trovare
le forme per finanziarle”. Ma, aggiunge, “oggi non vediamo nessun target”. E fra le operazioni straordinarie,
conclude Perissinotto, “è esclusa quella russa, ove abbiamo individuato il Gruppo Vtb come possibile partner
per costituire una joint venture dove entrambi apporteremo gli asset presenti nell’area sviluppando poi il
business con investimenti su: prodotti, piattaforme informatiche/tecnologiche, rete quant’altro sia funzionale
alla crescita”.
Un’operazione che, “faremo ogni sforzo per portare a termine entro l’anno anche perché noi vogliamo
crescere e completare la presenza nell’Est Europa estendendola alla confederazione Cis con Bielorussia e
Ucraina; l’area ove sarà attiva la joint che stiamo costruendo con i russi di Vtb”. Area popolata da oltre 200
milioni di abitanti e “con un alto potenziale di crescita e dove il business va bene sia nei danni sia nel vita”.
Ed è proprio per cogliere queste grandi opportunità di sviluppo che, continua il Ceo, “abbiamo predisposto le
condizioni per realizzare un accordo profittevole, che vada oltre la bancassurance e si estenda ai canali
diretti per il retail e ai brokers per il corporate”. Una trattativa che però è stata complicata dalle turbolenze
che si sono abbattute sui mercati finanziari, anche se a Trieste sono ottimisti sulla possibilità di concludere in
modo profittevole entro fine anno.
Un esercizio, quello in corso, indirizzato su quel percorso virtuoso che ha contrassegnato il primo semestre.
Generali si prepara infatti a chiudere il 2011 con buoni risultati se non subentreranno altri fattori esogeni sui
mercati finanziari. L’esercizio in corso dovrebbe in sostanza riflettere i progressi evidenziati nei primi sei
mesi ed i premi emessi dovrebbero fissarsi nell’intorno di 74 miliardi, di cui 51 nel vita, che resterà
sostanzialmente stabile, e quasi 23 nei danni, che dovrebbe presentare una crescita di circa il 2%
riproponendo i dati dei primi sei mesi.
E se non ci sarà un ulteriore deterioramento dello scenario finanziario, il risultato operativo dovrebbe fissarsi
in prossimità dei 4,5 miliardi, raggiungendo la parte alta del range fissato nei target comunicati al mercato:
fra i 4 e i 4,7 miliardi. Un risultato a cui contribuirà in modo significativo il vita poiché l’utile operativo
dovrebbe restare sostanzialmente stabile a circa 3 miliardi.
Di rilievo assoluto i progressi nei danni poiché il contributo dei rami elementari dovrebbe crescere a circa 1,5
miliardi merito i citati progressi nel combined ratio. Tale indicatore dovrebbe migliorare di quasi due punti,
scendendo al di sotto del 97 per cento, con l’Italia che registra un progresso di due-tre punti intorno al 97%.
Risultati grazie ai quali il target del 96% dovrebbe essere raggiunto in anticipo sui tempi previsti. Positivo,
come ricordato, l’andamento dell’Est Europa, che dovrebbe presentare un risultato operativo in ulteriore
progresso poiché dovrebbe superare di slancio i 400 milioni per tendere a 450 milioni. Buona l’evoluzione
attesa in Germania, che dovrebbe mantenere la sua ottima combined tra il 95 e il 96 per cento.
Dinamiche che lasciano ben sperare poiché l’attuale velocità di crociera del gruppo permette di ipotizzare un
utile netto che potrebbe collocarsi in prossimità di 1,8 miliardi, con un apporto del secondo semestre di un
miliardo e quindi sostanzialmente simile ai dati del primo semestre depurati dalle svalutazioni salvo il
sopraggiungere di ulteriori scossoni. Un risultato a cui darà un contributo la redditività media degli asset
under management di terzi, che, come ricordano con orgoglio, è la più elevata fra i competitor. Generali, con
masse di terzi in gestione per 100 mld di euro, presenta infatti un risultato operativo stimabile a circa 400
milioni a fine anno sulla base di una redditività che dovrebbe confermare i dati del primo semestre, quando è
stata di 40 punti base.
Risultati sui quali si rifletteranno pure gli effetti delle strategie implementate dal gruppo, a partire dal
business mix. Generali, ricordano a Trieste, “vuole mantenere nell’ambito dei danni il focus sullo sviluppo del
business retail, specialmente nei rami non auto, con l’intento di preservare le quote di mercato nei paesi
maturi e di incrementarle nelle aree a maggiore potenziale”. Nel contempo, aggiungono, “proseguiremo nello
sviluppo e nel potenziamento dei nostri canali distributivi, soprattutto con riferimento alle reti proprietarie e al
canale diretto”. Dall’altro lato, precisano, “stiamo studiando le misure più adeguate per ristrutturare la nostra
presenza nei rami corporate per aumentare la quota in questo settore, rendendo più competitiva la nostra
offerta pur mantenendo sempre rigorose le politiche di sottoscrizione”.
Le iniziative previste nel vita sono invece indirizzate a “mantenere, consolidandoli nel tempo, quei margini di
profittabilità che fino ad ora sono stati soddisfacenti”. Obiettivo da perseguire anche a scapito dei volumi, se
necessario, e lavorando sull’incremento dell’efficienza operativa oltreché sulla vendita di prodotti con minor
assorbimento di capitale”. In generale, precisano, “ci orienteremo verso il rafforzamento del peso delle
coperture di rischio, che per loro natura non risentono dell’andamento dei mercati finanziari e che
evidenziano una profittabilità sopra la media, anche in ottica Solvency II”.
Novità importanti sono attese pure nel segmento finanziario, “dove ci aspettiamo un trend di sviluppo negli
anni a venire, anche sfruttando le buone prospettive di crescita nei mercati emergenti dall’Asia transitando
per l’Est Europa”. È opportuno ricordare al riguardo che il Gruppo, ricordano a Trieste, “sta raccogliendo
risultati molto significativi in Asia, innanzitutto grazie al processo di acquisizione di Private Bankers sul
mercato di Singapore e Hong Kong avviato alla fine del 2009 attraverso la controllata Banca della Svizzera
Italiana (Bsi), che ha rafforzato la propria rete con 280 nuovi private bankers".
Lo scorso anno è diventata inoltre operativa la Joint Venture con Guotai, compagnia leader nel mercato
dell’asset management con base a Hong Kong e uno dei pochi asset manager cinesi autorizzati a gestire
ogni classe di attivi. La joint, proseguono, “ci consente di entrare nel settore degli investimenti istituzionali in
Cina e allo stesso tempo di offrire la possibilità agli investitori asiatici di investire in Europa”. Il tutto con un
preciso obiettivo: ”sviluppare maggiormente il segmento finanziario, anche al fine di beneficiare di una
maggior diversificazione del business e di un più equilibrato contributo in termini di risultato. Va anche
sottolineato come tale politica è coerente con l’obiettivo di ridurre l’assorbimento di capitale in ottica
Solvency II, essendo in particolare il segmento finanziario caratterizzato da un livello di assorbimento
inferiore rispetto al Vita”.
Generali si pone inoltre l’obiettivo di consolidare e rafforzare la diversificazione geografica conquistata in
questi anni con “una lungimirante e accorta politica di acquisizioni” come sostiene il capo azienda
contestando le critiche che alcuni operatori avanzano su alcune acquisizioni. Noi, precisano a Trieste,
“siamo leader di mercato in Italia e abbiamo consolidato la propria posizione tra i maggiori gruppi
assicurativi mondiali, acquisendo una crescente importanza sul mercato europeo occidentale, principale
area di operatività e dove ci confermiamo uno dei primi operatori in Germania, Francia, Austria, e Svizzera,
mentre occupiamo posizioni di rilievo anche in Israele e Argentina”.
Generali, proseguono, “hanno poi una forte presenza nei mercati con alti potenziali di sviluppo come
l’Europa centro-orientale, dove siamo uno dei principali operatori in e dove vogliamo crescere come
testimonia il citato progetto di espansione in Russia, che si basa su un accordo con un partner locale, la
banca VTB, che ha più di mille sportelli, una clientela retail accanto a quella di grandi e medie imprese”. Ma
c’è pure altro poiché “siamo presenti in India e Cina, dove siamo leader tra le compagnie assicurative a
partecipazione straniera a pochi anni dall’ingresso su un mercato difficile.
L’altro fronte su cui è impegnato lo staff che affianca Perissinotto al vertice del gruppo e che interessa una
componente importante dei dipendenti è quello della “continua ricerca di nuova efficienza operativa. Un
programma avviato nel 2006 attraverso una serie d’iniziative transnazionali definiti Skill & Scale based
Programs e finalizzati ad aumentare l’efficienza operativa, conseguire economie di scala e realizzare
significative sinergie su costi e ricavi”. Il gruppo si attendeva benefici per un miliardo di euro nel medio
termine e tale target, ricordano con orgoglio, è stato raggiunto già a fine 2010, anche se i lavori proseguono
poiché, concludono, “il miglioramento dell’efficienza operativa unitamente al contenimento dei costi di
gestione restano tra i nostri principali pilastri strategici anche negli anni a venire ed è a questo fine che
stiamo proseguendo nelle attività di razionalizzazione dell’IT di Gruppo, nell’ottimizzazione dei processi di
liquidazione sinistri e nella ricerca di continue sinergie”.
C’è poi il capitolo degli investimenti poiché, ricordano, “Il focus delle strategie è rivolto a sostenere la
redditività dei nostri portafogli e a ottimizzare il nostro profilo di ritorno sul capitale di rischio”. La componente
obbligazionaria “continuerà ad essere orientata a sostenere la redditività corrente dei nostri portafogli,
mantenendo l’attuale mix tra titoli governativi e corporate, in linea con i nostri target e con il nostro profilo di
rischio”. Tuttavia, aggiungono, “l’investimento verso i titoli di credito corporate vedrà privilegiare emissioni
con scadenze più brevi e con elevato standing creditizio, sia nel segmento Vita sia nel Danni, per ragioni
legate al nuovo quadro normativo di Solvency II”.
Nella componente azionaria “vogliamo invece mantenere un approccio prudente procedendo nel segmento
Danni a una progressiva riduzione dell’esposizione verso questa asset class per ridurre il capitale di rischio
in relazione alle richieste di capitale previste da Solvency II”. Nel vita, invece, “sarà possibile mantenere
un’esposizione più elevata alle azioni e in generale avere un approccio più aggressivo nell’asset allocation
grazie alla presenza nel nostro portafoglio di prodotti a elevato valore intrinseco e quindi in virtù del
maggiore excess capital a disposizione”.
Ed è proprio in quest’ottica che nel vita, concludono, “vogliamo continuare ad aumentare progressivamente il
peso del comparto immobiliare per le potenzialità di apprezzamento di valore di questa asset class nel
medio/lungo periodo, mentre nel segmento Danni si procederà a una riduzione dell’esposizione avendo
l’obiettivo di una riduzione complessiva del capitale di rischio”. Complessivamente, precisano, “confermiamo
il target di 30 miliardi di Euro di esposizione nell’immobiliare nel medio termine”.
Vertici della Società
Struttura del gruppo
Conto Economico
Stato Patrimoniale
Perissinotto, Galateri, Balbinot...
Le opinioni degli analisti su Generali, cauti per il rischio paese
Gli analisti sono divisi su Generali, ma le indicazioni di acquisto si rafforzano anche se i target sono spesso
rivisti al ribasso per adeguarli all’evolversi della congiuntura e dei rischi annessi. Generali è seguita da 33
analisti, e solo 4 suggeriscono di alleggerire le posizioni, mentre 11 consigliano di comprare e 17 di
mantenere le posizioni in attesa della fine degli attacchi all'Italia. Ecco di seguito la sintesi delle loro opinioni.
Intermonte rilancia l’outperform con target a 16 euro perché tratta a multipli decisamente depressi e questo
non è giustificato anche perché ci aspettiamo una crescita significativa degli utili grazie anche al forte
recupero dei risultati tecnici nei danni evidenziati dai risultati semestrali, ma previsti in progresso pure nei
prossimi anni. L’analista della sim milanese resta positivo su Generali anche perché, conclude, apprezziamo
la diversificazione del business per tipologia di attività e aree geografiche.
Sociétè Générale alza la raccomandazione da hold a buy poiché reputano eccessiva la reazione di mercato
alle recenti tensioni finanziarie, legate all’accentuarsi del rischio sovrano di alcuni Paesi, e alle svalutazioni
che hanno interessato il gruppo Telco e i bond greci. La Sim sottolinea inoltre i buoni risultati conseguiti nel
primo semestre e più in particolare il miglioramento registrato nel business vita, l’ottima performance nel
Combined Ratio dell’area danni, i progressi nell’Embedded Value e le buone notizie sulla Solvency II.
Mediobanca abbandona la cautela che ha caratterizzato le sue raccomandazioni per ben tre anni e passa da
neutral ad outperform con target price alzato da 17 a 19 euro a maggio. Prezzo obiettivo oggi ridimensionato
a 16 euro per incorporare l’aumento dei rischi impliciti nello scenario congiunturale attuale senza però
modificare quell’indicazione di acquisto sostenuta da quattro motivi: risultati operativi migliori delle attese sia
nei danni che nel vita, valutazioni particolarmente a sconto sull’embedded value, l’attesa di un netto
progresso nella redditività grazie al forte recupero registrato in Italia e Germania nei danni, il forte
posizionamento conquistato nell’Est Europa, ove la redditività è elevata grazie anche a risultati tecnici fra i
migliori al mondo.
Ubs mantiene una posizione di cautela con rating neutral e riduce il prezzo obiettivo da 15 a 12,5 euro
perché gli indici di solvibilità (solvency 1 ratio e il solvency ratio) risultano inferiori ai livelli riportati
da altri grandi assicuratori europei. E questo, ricorda l’analista della sim svizzera, aumenterebbe il rischio di
deprezzamento con conseguente difficoltà sul percorso avviato per la costituzione della joint venture in
Russia. Buone notizie, invece, dai risultati semestrali poiché l’utile ha risentito dei 283 miliardi di minori utili
per le svalutazioni di Telco e dei bond greci, ma i risultati gestionali sono migliorati merito il forte recupero del
combined ratio nei danni e il buon andamento del vita, oltreché per le ulteriori risorse a disposizione di un
gruppo in grado di assorbire eventuali ulteriori difficoltà che si dovessero presentare sui mercati finanziari.
Equita conferma il buy con target price limato da 17 a a 16,5 euro all’inizio di agosto per incorporare
l’ulteriore riduzione dei prezzi dei titoli pubblici. L’analista della Sim milanese resta comunque positivo sul
titolo perché Generali ha conseguito un deciso progresso nella redditività dei danni, merito un mercato che è
stato molto più disciplinato sui prezzi, una buona evoluzione del numero dei sinistri e e una combined ratio
che ne ha beneficiato ed è significativamente migliorata grazie anche alle iniziative messe in atto dal
management. Notizie positive anche dal ramo vita, che, come rileva l’analista, potrà fare leva su un brand la
cui forza continuerà a sostenere la crescita nel vita, ove i margini si mantengono interessanti. Il consiglio di
acquisto è infine sostenuto pure dalle potenzialità di performance in quanto a questi prezzi risulta
decisamente elevata, anche se potrà manifestarsi solo quando verrà meno il rischio Italia.
Banca Leonardo mantiene una posizione di cautela con il rating underweight perché nell’attuale scenario
congiunturale Generali incorpora più elementi di rischio che opportunità. E questo proprio perché la
compagnia triestina, continua l’analista della Sim milanese, ha una forte esposizione a quei titoli di Stato, fra
i quali oltre 50 miliardi sull’Italia.
Merrill Lynch esprime giudizi lusinghieri sulla gestione, ma conferma la propria cautela e la
raccomandazione neutral dopo aver limato il target price da 17,5 euro a 16 euro a seguito della maggiori
rischi impliciti in uno scenario congiunturale che si conferma difficile con forti pressioni sui titoli di Stato,
italiani inclusi. Il target è stato rivisto dalla Sim americana l’8 agosto per incorporare le preoccupazioni
sull’evoluzione dello scenario nell’Europa Meridionale, anche se Generali presenta un potenziale di
rivalutazione del 35% alle attuali quotazioni. L’analista esprime poi giudizi lusinghieri sulla gestione poiché il
gruppo ha superato le stime del 6% grazie ai forti progressi conseguiti nel combined ratio dei danni e alla
tenuta della redditività del vita, mentre l'utile netto non ha raggiunto le aspettative a causa delle
svalutazionidi Telco e dei titoli di Stato greci.
Banca Akros conferma l’indicazione di acquistare con rating accumulate perché il titolo presenta buone
potenzialità di performance e pur avendo ridotto il target price da 18 a 14,5 euro per incorporare il
peggioramento della congiuntura e l’aumento dei rischi finanziari. L’analista resta comunque positivo perché
il titolo rappresenta una buona opportunità di investimento in quanto è stato eccessivamente penalizzato a
causa degli scenari macro italiani, ma questo è ingiustificato poiché Generali è molto diversificata e il nostro
paese rappresenta meno del 30% del business del gruppo.
Deutsche Bank mantiene una posizione di cautela e a fine agosto ha confermato l’hold limando il target price
da 14 a 13,2 euro per adeguarlo al maggior livello di rischio implicito nell’attuale dinamica dei mercati
finanziari. L’analista della Sim tedesca resta cauto anche perché non ravvisa particolari differenza a livello di
rischio e solvibilità rispetto ai competitor europei, ma è più cara in un confronto con i multipli sugli utili attesi e
offre un minor rendimento.
Banca Imi ripropone l’indicazione di acquisto con rating add e target a 15,5 euro perché i risultati del primo
semestre sono incoraggianti e mettono in luce un deciso recupero dei risultati tecnici dei rami danni e la
capacità di continuare a crescere nel vita, ove la redditività si mantiene buona. I giudizi positivi sono
sostenuti anche dai significativi miglioramenti conseguiti e attesi nel combined ratio, mentre il new business
value del vita è aumentato del 7,3% dimostrando la capacità di sviluppo del reddito pur in presenza di una
flessione della raccolta premi; flessine che dovrebeb comunque essere riassorbita in ragione d’anno.
Kepler passa da hold a buy con target price a 18 euro perché i risultati semestrali sono stati in linea con le
attese anche se hanno scontato la svalutazione dei titoli di Stato della Grecia e la partecipazione in Telco;
due operazioni che hanno avuto un impatto sull'utile di 283 milioni. L'analista esprime giudizi positivi anche
perchè, ricorda nello studio dell'8 agosto, "il gruppo sarà in grado di affrontare anche i prossimi rischi, inclusa
l'eventuale ristrutturazione del debito pubblico italiano, mentre migliorano sensibilmente risultati nei danni, in
particolare nell'auto in Italia, ed emergono buone notizie sulla normativa del Solvency I”. Lo studio ricorda
inoltre “i vantaggi di un modello di business ben diversificato e quelli di non avere alcuna esposizione
significativa agli Stati Uniti e al Regno Unito”.
Natixis conferma la raccomandazione neutral e riduce il target price da 16,3 euro a 14 euro anche perché
l'utile è risultato in linea con le attese della sim pur essendo stato penalizzato dal miliardo di svalutazioni sui
titoli di Stato greci e della partecipazioni in Telco; due operazioni che hanno pesato per 283 miliardi sull'utile
semestrale. L'analista nella nota dell'8 agosto suggerisce cautela anche per i maggiori rischi, sia diretti che
indiretti, revenienti dalle attuali scenari dei mercati finanziari, mentre ricorda che il titolo della compagnia
triestina continuerà ad essere influenzato dagli sviluppi economici e finanziari del nostro Paese.
Exane mantiene una raccomandazione neutrale anche se aumenta il target price a 15 euro perché il
gruppo è stato in grado di raggiungere un risultato operativo superiore alle attese grazie alla buona
performance operativa nel segmento vita, che ha messo in luce nel primo semestre un risultato superiore del
30% rispetto al consensus. L’analista della Sim francese, nel suo report dell’8 agosto, evidenzia inoltre i
buoni risultati conseguiti sul fronte del combined ratio dei danni, anche se ricorda che tali dati hanno trovato
un sostegno anche dalla recente regolamentazione italiana per le lesioni personali. L’analista ricorda inoltre
che “i buoni risultati presentati nel primo semestre sono stati conseguiti pur scontando le svalutazioni
registrate in Telco e nei titoli governativi greci”.
JP Morgan conferma il neutral con prezzo obiettivo fissato a 16 euro perché apprezza i buoni risultati
registrati nel risultato operativo, grazie alle performance conseguite del ramo vita e ai progressi registrati nel
combined ratio dei rami danni; progressi definiti superiore alle attese e ottenuti merito gli interventi realizzati
negli ultimi anni sul fronte della ricerca di nuova efficienza e riduzione costi. L’analista sottolinea comunque
che la cautela è d’obbligo negli attuali scenari dei mercati finanziari e nella sua nota del 5 agosto ricorda che
le svalutazioni nette sono state superiori al previsto a causa dell’andamento della crisi greca e
dell’adeguamento dei valori della partecipazione in Telco.
Cheuvreux conferma l’underperform perché il business mix è sotto pressione, con l’attività tradizionale del
vita, quello con i minimi garantiti, che rappresenta una componente decisamente importante ma oggi è più
rischioso e offre un ritorno contenuto anche in una visione di medio termine. La cautela è d’obbligo anche
perché, conclude l’analista della sim francese, tratta a premio sul settore rispetto ai principali multipli mentre
la struttura patrimoniale si è ulteriormente indebolita e si profila la possibilità di un aumento di capitale.
Generali in Borsa si riavvicina ai minimi sotto i colpi del “rischio Paese”
Le tempeste che hanno percosso i mercati finanziari nelle ultime settimane continuano a scaricare sulle
borse tuoni e fulmini con effetti terrificanti sulle quotazioni delle aziende, la cui volatilità ha raggiunti livelli di
vera eccezione.
Dinamica riproposta da Generali, che anzi registra valori ancora più marcati proprio perché viene assimilata
a un titolo finanziario esposto al mercato domestico e quindi anche al destino di quel debito pubblico del
nostro Paese oggi oggetto di aspri e virulenti attacchi da parte della speculazione.
Un errore tecnicamente macroscopico perché, come sostengono gli analisti particolarmente attenti a questi
fattori, “Generali è profondamente diversificato anche geograficamente, tanto che in Italia, sulla base dei dati
semestrali, raccoglie il 27,7% dei premi lordi consolidati, mentre l’esposizione ai bond domestici è
importante, essendo pari a 51 miliardi sulla base dei dati semestrali, ma marginale se comparata con i quasi
500 miliardi di attivo investito a livello di gruppo”.
Nonostante ciò, comunque, Generali ha subito un profondo ridimensionamento e mercoledì 14 settembre ha
segnato l’ennesimo minimo a quota 10,7 euro; valore pericolosamente vicino al minimo “storico” dell’ultimo
lustro registrato il 9 marzo del 2009 a 9,845 euro. Quotazione, questa ultima, inferiore di oltre il 70% rispetto
al massimo degli ultimi cinque anni fatto segnare il 29 ottobre 2007 a quota 33,11 euro. Un picco a cui ha
fatto seguito quell’inesorabile riduzione di valore che ha portato i prezzi delle azioni del colosso triestino delle
polizze ai minimi citati.
Tracollo che nella sostanza ripropone l’andamento dell’indice di settore e del mercato nel suo complesso.
Sulla base delle quotazioni di mercoledì 14 settembre Generali presenta infatti una performance negativa del
24,20% su tre mesi e un crollo del 29,77% su sei mesi. Un periodo nel corso del quale il DJ Stoxx insurance
ha perso il 32,2% e il Fitse MIB il 37%; valori prossimi ai principali competitor in quanto Allianz e Axa nel
periodo considerato hanno perso entrambi più del 40 per cento. Una dinamica che nella sostanza si
ripresenta anche nel grafico che confronta le performance a un anno.
Dati da cui emerge la forza di una speculazione che penalizza in modo feroce e sovente senza selezione
mercati e titoli, facendo leva troppo spesso sull’emergere di “notizie” per la gran parte prive di fondamento e
troppo spesso “veicolate” ad arte. Penalizzazione considerata eccessiva e ingiustificata dagli analisti, tanto
che, dei 33 che seguono Generali, solo 4 suggeriscono di alleggerire le posizioni, mentre 11 consigliano di
comprare e 17 di mantenere le posizioni in attesa della fine degli attacchi all’Italia.
L’indicazione di acquisto giunge infatti da Banca Akros, Banca Imi, Equita, Ing, Intermonte, Kepler,
Mediobanca, MF Global, Socgen, Standard & Poor’s e West LB, mentre il consiglio di vendere arriva da
Automomous research, Cheuvreux, Credit Swisse e Morgan Stanley. La raccomandazione di mantenere in
portafoglio i titoli giunge invece da Banca Leonardo, Merrill Lynch, Barclays, Berenberg, Deutsche Bank,
Exane, Goldman Sachs, Hsbc, Cazenove, Kbw, Macquarie, Main First, Natixis, Redburn, Royal Bank of
Canada, Santander, Ubs e Unicredit.
Titolo Generali
Consigli degli analisti
Stime di consenso degli analisti
Consensus Analisti
Criticità - Generali soffre l’esposizione ai debiti sovrani e il titolo scende sui minimi
I risultati semestrali sono stati superiori alle attese, ma tutto ciò svanisce sotto i colpi inferti dalla
speculazione che continua ad imperversare indisturbata. I mercati finanziari continuano così a soffrire e la
volatilità resta decisamente elevata, mentre i tentativi di imboccare la strada del riscatto vengono annichiliti
da una speculazione che si abbatte come un ciclone ogni qual volta emergono notizie in grado di scatenare
le vendite. Uno scenario che penalizza in misura marcata Generali, il cui target price è limato
progressivamente dagli analisti anche perché continua a salire il rischio implicito in un gruppo che ha
rilevanti investimenti in titoli pubblici.
Da rilevare al riguardo che fino a poco tempo fa il debito sovrano rappresentava un investimento
conservativo, mentre oggi è considerato una zavorra capace di far naufragare anche la nave più solida.
Scenario sul quale ha una responsabilità grandissima l’incapacità dei governanti di governare trasmettendo
massaggio chiari accompagnati da azioni concrete per riconquistare la fiducia dei mercati.
Uno scenario complesso, che si trasmette anche sulla percezione di solidità di un gruppo che presenta
risultati gestionali in deciso miglioramento e una struttura patrimoniale più che solida. Ed ecco che gli analisti
iniziano a riflettere su “una solvency buona ma non eccellente e sullo spettro di un aumento di capitale che
non ha ragione di essere, ma che potrebbe presentarsi se continuerà a peggiorare la congiuntura del nostro
Paese”.
Un altro tema che resta in sottofondo è quello della governance in quanto il mercato si attendeva una
sterzata dopo le contrapposizioni che hanno caratterizzato la presidenza di Cesare Geronzi. Ma questa
sterzata non c’è stata e ancora oggi, come sottolineano i critici, alcuni elementi dello staff che affianca i Ceo
forse non sono pienamente all’altezza del compito loro assegnato.
I mercati core dell’Europa continentale: Generali consolida la leadership in Italia
Generali vuole consolidare, rafforzandole, le posizioni conquistate nei principali mercati di riferimento del
vecchio continente, dove è in corso anche un deciso miglioramento nella redditività del ramo danni accanto
alla salvaguardia della buona profittabilità del vita, e quindi riteniamo utile presentare alcune schede
sintetiche per illustrare ruolo e modalità operative del gruppo Generali sui principali mercati di riferimento
dell’area.
Generali ha chiuso il primo semestre del 2011 con una raccolta vita a 6,3 miliardi, registrando una flessione
del 6,6% per il “calo della raccolta a premio unico a seguito di una precisa strategia commerciale focalizzata
sul potenziamento della raccolta a premio ricorrente e, più in generale, sul collocamento di prodotti
caratterizzati da una più alta profittabilità e da un minor assorbimento di capitale”.
Una scelta che si è riflessa “positivamente sui principali indicatori reddituali poiché il risultato operativo
migliora dello 0,6% grazie alla buona tenuta dei margini tecnici e finanziari, che consente di mantenere la
redditività di questa linea di business fra i livelli più alti del Gruppo e del mercato” come ricordano con
orgoglio a Trieste. Nel contempo il valore della nuova produzione (Nbv) ammonta a 180 milioni, in crescita
del 29,4% e con “margini che passano dal 16,2% al 20,9% attuale (18,4% a fine 2010) grazie all’aumentata
incidenza delle più profittevoli polizze Individuali a premio ricorrente”.
Sostanzialmente stabile, invece, la raccolta premi nell’area danni, le cui performance sono in linea con
l’andamento del mercato assicurativo italiano. I premi del ramo Auto crescono così del 3,1% rispetto a fine
giugno 2010, mentre il comparto non Auto registra una contrazione del 2,2% per effetto della “politica di
pulizia sui contratti meno redditizi”. Nel contempo “il net combined ratio, principale indicatore della
profittabilità tecnica del settore danni, risulta in miglioramento di 2,3 punti percentuali grazie soprattutto ad
un significativo calo della sinistralità, sia sul ramo Auto che sul settore non Auto, riconducibile agli effetti
delle azioni di riforma del portafoglio e all’attenta selezione dei rischi” come si rileva dalla documentazione
della compagnia. E tutto ciò si riflette sul risultato operativo del segmento Danni, che migliora di 62 milioni
rispetto grazie essenzialmente al miglioramento del risultato tecnico, che beneficia della sopra citata
evoluzione favorevole della loss ratio.
Buone notizie anche dal vita poiché Generali si conferma leader di mercato in Italia, con una market share
del 15% e una strategia distributiva è basata su un approccio multicanale, “cosa che consente una più ampia
copertura del mercato e delle diverse fasce di clientela. Il principale canale di vendita è rappresentato
comunque dalle reti agenziali, ma vengono sfruttati anche i canali rappresentati da: broker, promotori
finanziari, venditori salariati, canale diretto (telefono/web), bancassicurazione”.
Novità anche sul fronte delle strategie di prodotto poiché, come ricordano a Trieste, “Generali vuole crescere
nel segmento Vita rischio, nelle polizze a premio ricorrente e, più in generale, in tutti i prodotti a basso
assorbimento di capitale e alta redditività in ottica Solvency 2. Nei danni, invece, la strategia è volta al
mantenimento della prima posizione nel ranking di mercato preservando comunque i margini di redditività. A
fine 2010 la quota di mercato del Gruppo Generali in Italia si attesta al 21,5% (fonte: ANIA)”.
Più in dettaglio la strategia nei rami Danni è quella di “focalizzarsi sullo sviluppo del profittevole segmento
retail e sul potenziamento dei canali distributivi, in particolare del canale diretto. Contestualmente, al fine di
mantenere adeguati livelli di redditività di portafoglio, il Gruppo intende, come già detto, mantenere la propria
politica di rigore sottoscrittivo e proseguire nell’attività di revisione delle polizze meno profittevoli”.
Sede centrale di Trieste foto di...
Direzione centrale Generali foto di...
I mercati core dell’Europa continentale: Generali e il ruolo della Germania
Il primo semestre si è chiuso con una lieve flessione nei premi emessi rami vita a causa della contrazione
nella raccolta dei premi unici in seguito alla strategia di orientarsi verso prodotti a maggiore profittabilità. Il
risultato operativo risulta in calo, ma ciò è dovuto in particolare all’impatto delle svalutazioni sui titoli
governativi greci. Il new business value è in leggero progresso e beneficia dell’aumento dei tassi di
interesse.
I premi emessi nei rami danni registrano invece un buona crescita, sia nel ramo auto – dopo anni di
stagnazione dell’intero mercato – sia nei rami non auto. “I progressi nel combined ratio sono dovuti
principalmente alle misure intraprese al fine di ridurre la sinistralità e beneficia dell’assenza di impatti
catastrofali, mentre il risultato operativo – puntualizzano a Trieste - risulta sostanzialmente stabile: il minor
contributo degli investimenti viene compensato dai progressi della parte tecnica grazie al minor combined”.
Da rilevare che, sottolineano alle Generali, il mercato tedesco è molto competitivo e a fine 2010 Generali
occupava la 2° posizione nel segmento vita, la 6° nel malattia e la 6° nel ramo danni. Il gruppo è invece
leader nel vita nelle polizze previdenziali a contributo statale “Riester”, nelle polizze “Unit Linked” e nelle
polizze di puro rischio. Nell’area danni, aggiungono, “il ramo auto (circa il 36% dei premi) persegue una
politica focalizzata sulla profittabilità, eventualmente anche a scapito dei volumi, mentre il segmento non
Auto è caratterizzato da una forte prevalenza della clientela retail, con bassa esposizione verso i
rischi corporate”.
Generali è attiva in Germania con una forte e capillare rete proprietaria di agenti e si avvale della
cooperazione con la maggiore rete di advisor finanziari della Germania (DVAG). In aggiunta, detiene la
leadership di mercato per quanto concerne il canale diretto e beneficia di diverse collaborazioni con banche
locali.
I mercati core dell’Europa continentale: Generali cresce in Francia
“Il primo semestre ha messo in luce un calo del 18,6% nei premi vita a seguito della precisa scelta di
focalizzarsi maggiormente su prodotti a minor assorbimento di capitale, privilegiando la redditività anche a
scapito dei volumi. Positiva invece l’evoluzione della raccolta tramite il canale Internet, ove i premi sono
aumentati del 10% e dove Generali è leader di mercato”.
E la scelta di selezionare il portafoglio, proseguono a Trieste, “è stata vincente sotto il profilo reddituale
poiché il risultato operativo del vita ha registrato un balzo del 36,8% grazie anche alla decisione tattica di
realizzare maggiori capital gains nei primi mesi dell’anno sfruttando l’andamento positivo dei mercati in
questo periodo ed al calo complessivo delle spese di gestione”. Da rilevare infine che il new business value
si attesta a 75 milioni, in crescita rispetto ai 70 milioni del primo semestre 2010 grazie al più
profittevole mix di prodotti: polizze di risparmio a più alta marginalità e maggior peso delle unit linked.
In crescita invece il ramo danni, i cui premi aumentano del 2,6% mostrando “un’evoluzione positiva in tutte le
principali linee di business grazie al positivo impatto degli incrementi tariffari applicati al fine di riequilibrare la
redditività tecnica in un difficile contesto di mercato. Una scelta che – precisano alle Generali - si è riflessa
sugli indicatori reddituali poiché il net combined ratio è migliorato di 1,3 punti al 98,5% in presenza di una
sinistralità sostanzialmente stabile e una lieve crescita dei costi (+1,3%) per effetto delle iniziative di
efficientamento intraprese per contenere le spese”. Il risultato operativo danni è pari a 137 milioni, in crescita
del 24,2% grazie principalmente al citato miglioramento del combined ratio.
Risultati di grande valenza anche perché conseguiti in un mercato molto competitivo, dominato dalle banche
nel segmento vita e dalle mutue nel danni. Scenario al cui interno Generali si posiziona fra il 4° e il 5° posto
in entrambi i segmenti pur conservando la seconda posizione come assicuratore puro.
Più in particolare, ricordano, Generali è leader nei danni nel segmento delle Pme e numerose iniziative di
efficientamento sono state intraprese negli ultimi anni. Tra queste ricordiamo la costituzione della “Claims
Factory”, che permette una gestione unificata e condivisa delle pratiche liquidative. In questo ambito
ricordiamo inoltre la costituzione del consorzio “Kareo” tra GF e Aviva al fine di condividere la rete di
autofficine, aumentare la copertura territoriale e ridurre i costi unitari delle riparazioni Auto. Nel 2010 sono
stati canalizzati verso le autofficine autorizzate il 46% dei sinistri (30% nel 2008), conseguendo un risparmio
del 19% sul costo medio (materiale) per sinistro.
Ora, concludono sull’argomento, “la partita si gioca sulla dematerializzazione delle pratiche di sinistro
precedentemente cartacee, con grandi benefici in termini di produttività ma anche trasparenza e tracciabilità.
Dal roll out (con Aviva) di un network di esperti per danni a cose (elettricisti, idraulici, pittori, manovali,
muratori,..), al Kareo bis, estensione della partnership ad alcune banche, con l’obiettivo di estendere
ulteriormente il ricorso a reti convenzionate di esperti Auto (officine, periti), raddoppiando sostanzialmente la
taglia del consorzio”.
Novità anche nel segmento Vita, dove “Generali è leader di mercato sulle polizze individuali, grazie
all’elevata efficienza e qualità del servizio offerto ai clienti, accompagnata da un forte tasso di innovazione
dei prodotti che ci consente di offrire prodotti sempre più appetibili. In ottica Solvency 2, il focus è sulla
commercializzazione di prodotti a basso assorbimento di capitale, puntando maggiormente su prodotti unit
linked e polizze tradizionali con maggior contenuto di rischio”.
Ricordiamo infine che Generali in Francia persegue un modello distributivo basato sul concetto di
architettura aperta, con una preponderanza di reti non captive. Un modello di business che ci consente di
soddisfare le esigenze di un’ampia clientela, customizzando i prodotti secondo le necessità dei clienti.
I mercati core dell’Europa continentale: Generali in Est Europa e Russia
Generali ha chiuso il primo semestre con un a crescita dell’1,2% nel vita in presenza di uno sviluppo del
5,9% dei più profittevoli premi ricorrenti. Il miglioramento del risultato operativo è sostenuto dall’aumento
registrato sia nel margine tecnico che in quello finanziario. L’andamento del valore della nuova produzione è
invece sceso del 10,3% per il diverso mix di prodotti venduti anche se la “marginalità si mantiene su livelli
superiori al 30% e quindi ai vertici sia all’interno del Gruppo Generali sia rispetto agli altri operatori dell’area”.
I premi emessi nei danni segnano un incremento dell’1,4% legato al miglioramento delle linee di business
non motor che più che controbilanciano la flessione dell’auto. Il combined ratio di 4,6 punti anche grazie al
minor impatto degli eventi catastrofali e si colloca all’88,2 per cento; il migliore del gruppo e dei competitor
dell’area.
Obiettivi conseguiti merito anche al posizionamento raggiunto nei principali Paesi di operatività dell’area.
Generali, ricordano, “si colloca nelle prime tre posizioni nei paesi dove la presenza è storicamente
consolidata (Repubblica Ceca, Ungheria, Slovacchia) mentre in Russia e Polonia, i due maggiori mercati in
termini dimensionali, si registrano forti tassi di crescita dei premi (rispettivamente +37,8% e +5,2% nel primo
semestre 2011)”.
Da segnalare che il segmento vita è “fortemente caratterizzato dai premi ricorrenti (oltre l’80% del
portafoglio) che garantiscono una migliore redditività e stabilità dei flussi di cassa, mentre nel segmento
danni la linea di business auto ha un peso pari a quasi il 50% del totale che si sta progressivamente
riducendo a favore delle altre più remunerative linee (corporate). Il gruppo si avvale si un sistema
multicanale e nell’ultimo triennio, forti della pluriennale esperienza maturata in Italia e Germania, è stato
sviluppato il canale diretto (internet e telefono) in Ungheria (2008) e in Slovacchia (2011)”.
Approfondimenti - Immobiliare - patrimonio Generali sale a 27miliardi con target a 30
“Il settore Real Estate del Gruppo è stato in grado di realizzare con continuità risultati positivi anche in un
periodo di grandi turbolenze sui mercati come quello che stiamo vivendo”. Risultati, precisa Giancarlo Scotti,
Ceo di Generali Immobiliare, “ottenuti grazie alla grande qualità degli asset detenuti in portafoglio e al
modello gestionale integrato, che è stato in grado di massimizzare i valori degli immobili e i loro rendimenti,
oltreché aumentarne la dimensione”.
Il patrimonio immobiliare del gruppo è infatti cresciuto sino ai 27 miliardi circa attuali, con un’incidenza di
quasi il 7% sul totale degli investimenti propri del Gruppo. Un asset che presenta un rendimento ricorrente
nell’intorno del 4,7% e che, ricordano con orgoglio a Trieste, ha mantenuto nel tempo la propria riserva di
valore con una plusvalenza latente pari a circa il 30 per cento. Ma c’è pure altro poiché i programmi
impostati dal management dovrebbero consentire all’azienda di poter raggiungere per il 2011 un target di
total return degli investimenti del 5,2 per cento.
Il tutto salvaguardandone il valore. E questo, puntualizzano a Trieste, “è stato agevolato dall’attuazione di
precise scelte strategiche, come quelle dell’ubicazione e destinazione degli immobili”. Il nostro patrimonio,
aggiungono, “è infatti concentrato nelle principali città europee e destinato prevalentemente ad uffici.
Immobili storici ad altissimo valore architettonico, come le Procuratie di Venezia, e immobili più recenti,
realizzati o in fase di realizzazione con le più avanzate tecnologie come CityLife e Maciachini Center a
Milano, Eos Generali e Bois Colombe a Parigi, Adidas Hause a Berlino”.
È doveroso inoltre ricordare che, precisa il Ceo, “l’attività immobiliare è fondamentale e funzionale al
business assicurativo, sia per il ramo vita che per quello danni, proprio per gli impegni di lungo periodo che
caratterizzano queste attività”. Gli investimenti immobiliari quindi – continua Scotti - “non solo sono coerenti
con il business, ma sono adattati ai requisiti del business stesso. E rispetto ad altre asset class, gli immobili
garantiscono pure i benefici della diversificazione, grazie alla bassa correlazione con gli asset finanziari, e la
copertura del rischio inflattivo”.
Realtà oggi raccolta in Generali Immobiliare e cioè nel frutto della riorganizzazione attuata negli ultimi anni
con la finalità di integrare le aree che operavano nel settore: dall’attività di asset management, per la
valorizzazione e rotazione del patrimonio, all’attività di servizi immobiliari e facility management, dedicata
all’ottimizzazione e all’efficientamento dello stesso. E la filosofia di gestione della nuova società, precisa il
Ceo, “si basa sulla rotazione del portafoglio attraverso la cessione degli asset ritenuti maturi, quelli cioè per
cui il processo di valorizzazione è completato, e investimenti mirati in immobili core e di prestigio, ovvero
immobili ubicati nelle principali città europee, in centri cittadini o in business area, o in progetti di nuovo
sviluppo di particolare interesse”.
Una strategia che nel 2010 si è tradotta in investimenti per oltre un miliardo di euro, a cui si affiancano i 500
milioni realizzati nel primo semestre del 2011. Un impegno importante, al cui interno vi è Citylife, il progetto
di riqualificazione dell’area della ex Fiera di Milano predisposto da un pool di architetti di fama mondiale:
Arata Isozaki, Daniel Libeskind e Zaha Hadid. Un progetto di rilievo assoluto poiché Citylife rappresenta il più
importante intervento di trasformazione urbanistica di Milano e uno dei più rilevanti a livello europeo. Un
progetto nel quale Generali è diventato il primo azionista con il 68,5% poiché lo scorso agosto ha rilevato per
100 milioni il 27,2% dal Gruppo Fonsai.
Scelta di grande respiro poiché, aggiunge Scotti, “l’investimento in Citylife offre al gruppo Generali
l’opportunità di investire nel cuore della città di Milano e in un prodotto nuovo che permette di affiancare al
proprio patrimonio storico immobili di nuova concezione, efficienti ed eco-compatibili; una combinazione
sempre più richiesta dai nostri grandi clienti”.
Con Citylife, prosegue con orgoglio il Ceo, “superiamo il concetto di sviluppo immobiliare poiché sta
nascendo un nuovo centro in Milano, una nuova identità urbana in cui la qualità di vita si declina nelle
diverse funzioni private (residenze, uffici, retail) e nel rapporto fra queste e le funzioni pubbliche (il grande
parco, il museo d’arte contemporanea, il recupero del mitico velodromo)”. Ma c’è pure altro poiché Milano “è
sempre stata per il Gruppo un mercato di riferimento di primaria importanza e progetti come Citylife si
inseriscono nell’approccio tradizionale al mondo immobiliare cittadino: da un lato una parte rilevante degli
investimenti sono ubicati in Città, dall’altro abbiamo tradizionalmente acquistato aree e sviluppato complessi
a destinazione mista - residenziale e uffici- in zone di nuova espansione e di pregio quali il palazzo
Mondadori disegnato dall’architetto Nymeir”.
L’area immobiliare fa capo a Raffaele Agrusti, direttore generale e Cfo di Generali, ed è organizzata con una
struttura di coordinamento centrale a cui rispondono le strutture locali presenti in 10 paesi (Italia, Francia,
Germania, Austria, Spagna, Belgio, Olanda, Svizzera, Israele, Cina) e nell’Est Europa. Struttura a cui è
demandato lo sviluppo di un business strategico con l’obiettivo di raggiungere nel medio termine 30 miliardi
di portafoglio immobiliare attraverso investimenti mirati che consentano una diversificazione del portafoglio e
l’ottimizzazione delle risorse generate dal business assicurativo nei vari mercati in cui Generali opera.
Il tutto, precisa Scotti, “senza trascurare i temi ambientali, sia negli investimenti che nella gestione,
monitorando il patrimonio e seguendo le tecniche per massimizzare i risparmi energetici, minimizzare
emissioni e consumi, ottimizzare le politiche di riciclo”. Condizioni, prosegue il Ceo, “sempre più richiesti dai
conduttori e nelle quali abbiamo sviluppato conoscenze e competenze”. Un esempio su tutti è rappresentato
dalla catena di grandi magazzini inglesi Marks & Spencer che “per il suo ingresso nel mercato francese ha
scelto uno stabile delle Generali al numero 100 dell’Avenue des Champs Elysées. Immobile completamente
rinnovato e ristrutturato utilizzando tecnologie di risparmio energetico all’avanguardia; uno tra i primi in
Francia interamente illuminato con un sistema a LED”. E fra gli altri numerosi esempi è doveroso segnalare il
complesso EOS di Issy-Les-Moulineaux, che nel 2009 è stato uno dei primi edifici di questa dimensione a
ricevere la certificazione High Environmental Quality Construction, mentre il palazzo Terra Nova 3 di
Montreuil in francia è stato uno dei primi edifici a ricevere la certificazione High Environmental Quality
Operating Certification nel 2009. Inoltre, 2 immobili in Austria hanno ottenuto il prestigioso “Greenbuilding
Award”.
Dati: il patrimonio è attualmente destinato per il 75% ad uso uffici, per l’8% al residenziale, per il 6% al retail,
per il 11% è destinato ad usi misti e altro. Dal punto di vista geografico, si concentra in Europa: il 38% in
Italia, il 21% in Francia, il 17% in Germania, il 18% nel resto d’Europa. La maggior parte degli immobili si
trova a Parigi (20%), sebbene quote rilevanti del portafoglio siano ubicate a Milano (15%), Roma (6%),
Vienna (5%), Tel Aviv (3%) e Amburgo (3%).
Approfondimenti - Internet e telefono - Generali leader in Europa apre su nuovi mercati
“Generali è il primo operatore in Europa Continentale nell’assicurazione diretta via internet e telefono. Il
gruppo triestino - spiega Davide Passero, amministratore delegato e direttore generale di Genertel e
Genertellife - è da sempre leader di questo segmento di mercato in Italia, Germania e Francia, mentre nel
2007 ha avviato la prima compagnia online in Ungheria e più recentemente sono state aperte le attività di
vendita diretta su internet in altri due paesi: Slovacchia e Belgio “. E questo è stato possibile perché
Generali, ricordano con orgoglio a Trieste, “ha saputo anticipare le tendenze e innovato il settore
assicurativo non solo con lo sviluppo di nuovi prodotti, ad esempio introducendo la gestione separata
nell’assicurazione vita alla fine degli anni Settanta, ma anche con il lancio di canali innovativi per la vendita
delle polizze assicurative”
Un business considerato importante anche perché, aggiunge Passero, “i premi mostrano un trend in
crescita costante: dal 2005 al 2010 la raccolta del gruppo nel canale diretto, internet e telefono, sono più che
raddoppiati passando dagli 1,4 miliardi del 2005 ai 3,5 miliardi raccolti a fine 2010; quasi il 5% dei 73 miliardi
di euro dei premi complessivi raccolti lo scorso anno”. E noi vogliamo crescere ulteriormente “seguendo
l’evoluzione dei comportamenti di consumo che, nei vari mercati, vedono la forte espansione di un nuovo
target di clientela mediamente più giovane, abituato all’uso di internet ed all’acquisto on-line e con maggiore
autonomia decisionale”. Da segnalare inoltre che, aggiungono a Trieste, i modelli distributivi adottati nei vari
territori sono fortemente adattati alla realtà locale per rispondere alle esigenze specifiche di ciascun mercato
e relativo target.
CosmosDirekt è attiva in Germania dal 1982 ed ha conquistato la leadership nel mercato diretto con oltre 2
miliardi di raccolta premi nel 2010 grazie alla vendita di prodotti per l’assicurazione sulla vita, piani di
risparmio e piani pensione. In Italia, invece, puntualizza l’amministratore delegato di Genertel, “siamo stati
pionieri con la prima compagnia nel mercato italiano ad offrire nel 1994 polizze auto e moto al telefono”.
L’offerta di prodotti, prosegue, “è stata poi progressivamente estesa fino ad includere una gamma di polizze
legate alla vita familiare, all’abitazione ed ai viaggi disponibili on-line e via telefono, mentre dal 2009 l’offerta
è stata estesa ai prodotti vita. E ora con Genertellife il Gruppo propone la più ampia gamma di prodotti vita
acquistabili online: piani di risparmio e investimento, piani pensione e polizze vita di puro rischio”.
Un polo in continua espansione, che nel 2010 ha raccolto quasi 300 milioni di euro di premi nei rami danni e
29 milioni di euro di premi nei rami vita, mantenendo una posizione di leadership nel mercato diretto italiano.
Recentemente Genertel ha lanciato sul mercato Quality Driver, una polizza auto che, precisano, “utilizzando
servizi telematici innovativi basati su un localizzatore satellitare, oltre a fornire assistenza in caso di incidente
o furto dell’auto, premia lo stile di guida responsabile con sconti significativi al rinnovo della polizza”.
Coerentemente a quanto avviene nel resto d’Europa, spiega Passero, “anche in Italia il canale diretto mostra
tassi significativi di sviluppo grazie anche al’estensione della gamma offerta dalla sola assicurazione auto a
tutte le coperture vita e danni rivolte all’individuo ed alla famiglia”. Strategia a seguito della quale, prosegue il
ceo, “abbiamo osservato il crescente interesse del target potenziale di clienti giovani, ad alta scolarizzazione
e prevalentemente residenti in grandi centri urbani. Un fenomeno che riflette la modifica dei comportamenti
di acquisto indotta dall’accesso al web e amplificata dalla diffusione di smart phone e tablets”. Ed è anche
per tutto ciò che noi, conclude Passero, “abbiamo lavorato molto sulle opzioni tecnologiche per offrire
prodotti assicurativi a piu’ alto contenuto di servizio come Quality Driver, la polizza satellitare di nuova
generazione acquistata da oltre 5.000 clienti nei primi tre mesi dal lancio sul mercato, e la app i-Genertel che
consente tra l’altro di sospendere e riattivare la propria polizza auto a distanza: ad oggi abbiamo registrato
piu’ di 15.000 download. Infine, check up pensionistico e preventivi vita on line: ogni mese eroghiamo tra
15.000 e 20.000 nuove quotazioni”.
Notizie positive anche dalla Francia, dove la raccolta premi diretta ha superato nel 2010 il miliardo e dove
noi abbiamo adottato il modello di business prevalentemente B2B2C, con polizze vita commercializzate
attraverso alcuni dei maggiori portali finanziari del paese.
Ma c’è pure altro poiché, come ricordano a Trieste, “il management ha lavorato molto anche sul fronte dei
costi e dell’efficienza come con la recente costituzione di un competence centre dedicato ai canali distributivi
diretti presso la capogruppo. Iniziativa grazie la quale, aggiungono, “è stato possibile sviluppare sinergie tra
le compagnie dirette operanti nei vari mercati con l’obiettivo di migliorare l’offerta di prodotti e di accelerare e
ottimizzare, grazie al trasferimento di know-how e best practices, il lancio di nuove iniziative di distribuzione
diretta in altri paesi”.
Ed è proprio grazie a tutto ciò che, concludono a Trieste, “abbiamo potuto lanciare Genertel Ungheria, primo
ed unico operatore online nel suo mercato, che mostra uno sviluppo significativo nei primi anni di attività
considerando dopo poco più di due anni di attività genertel.hu aveva già 150.000 clienti. Lo stesso modello è
stato lanciato negli ultimi 12 mesi con pari successo anche in Slovacchia ed in Belgio. Più in particolare
Genertel Slovacchia, facendo leva sulle esperienze e la piattaforma di servizio ungheresi, è attivo da ottobre
2010 (genertel.sk) e pochi mesi fa è stata introdotta la possibilità di acquistare polizze auto e moto online
anche in Belgio grazie al lancio del canale diretto di Generali Belgium (generali.be)”.
Approfondimenti - Europa dell’Est e Russia – mercati strategici dove Generali crescerà
“Generali è sbarcata in Europa dell’Est dopo la caduta del muro di Berlino come come era logicofare e da
allora – puntualizza Sergio Balbinot, amministratore delegato del gruppo - siamo cresciuti progressivamente
fino a diventare uno dei primi operatori dell’area”. Il gruppo, ricordano a Trieste, ha infatti scalato posizioni su
posizioni sino a raggiungere la vetta della classifica a pari merito con Vienna Insurance Group e prima di
Allianz.
E il successo conseguito in questa area, prosegue Balbinot, “è dovuto alla nostra flessibilità e alla capacità di
adeguare velocemente la propria strategia alle occasioni del momento. Siamo partiti dal “prato verde” poi
siamo passati alle piccole acquisizioni per arrivare alla terza tappa con la costituzione di una joint venture
con un partner locale strategico”. Iniziativa che, aggiunge, ci ha permesso di raggiungere una massa critica
in tempi ravvicinati e così facendo cogliere lo sviluppo dell’area.
Ma c’è pure altro poiché abbiamo ben chiaro che “il cliente è sempre più attento ad un mix qualità-prezzo
vantaggioso ed è il nostro asset chiave. Un asset alla base di iniziative quali il lancio del canale diretto in
Slovacchia, dopo Genertel Ungheria, e del programma di gruppo “Customer as an Asset” volto all’estrazione
di valore dalla base clienti”. Al tempo stesso, continua Balbinot, “siamo fortemente attenti alla creazione di
valore come priorità strategica assoluta e perseguiamo tale obiettivo attraverso il rilancio dei programmi
riguardanti le politiche tariffarie nel motor, la gestione dei sinistri, uno stretto controllo sottoscrittivo e la
profonda analisi della redditività dei prodotti vita”.
È doveroso ricordare che il rientro del Gruppo nei mercati dove era già stata presente fino alla Seconda
guerra mondiale è partito alla fine degli anni Novanta, ma ha registrato una grande accelerazione con la
creazione della joint venture con il Gruppo PPF nel 2007. Un’operazione che, precisano, non ha richiesto
risorse agli azionisti e non muterà fino al 2014. Iniziativa grazie la quale Generali ha esteso la presenza in
ben 14 Paesi dell’area: Repubblica Ceca, Ungheria, Slovacchia, Polonia, Romania, Bulgaria, Ucraina,
Russia, Serbia, Slovenia, Croazia, Kazakhstan, Bielorussia e Montenegro. La joint venture ci ha inoltre
permesso di “aumentare in misura sensibile la raccolta premi nell’area e il numero di clienti serviti,
raggiungendo un’eccellente redditività e portando l’area a divenire il quarto mercato per importanza del
Gruppo”.
Prima del 2007, aggiunge l’amministratore delegato, “eravamo presenti in 10 paesi con circa 4 milioni di
clienti e una raccolta premi aggregata di poco superiore al miliardo. A fine 2010, nonostante la crisi
economico-finanziaria, abbiamo realizzato una raccolta premi di oltre quattro miliardi, con una crescita del
+5,6% nel vita, che somma 1,77 miliardi di premi, e dell’1,9% nel danni, i cui premi hanno raggiunto 2,25
miliardi, mentre i clienti sono aumentati considerevolmente e hanno varcato la soglia dei 13 milioni”.
Negli ultimi tre anni, precisano a Trieste, abbiamo aumentato il numero dei mercati in cui siamo presenti e
rafforzato sensibilmente il posizionamento: siamo passati dal quinto al primo posto in Repubblica ceca,
rafforzato ulteriormente la seconda posizione in Ungheria, il primo Paese in cui siamo rientrati nel 1989, e
siamo passati dal settimo al terzo posto in Slovacchia, dal 13° all’8° in Polonia, dal 3° al 2° in Serbia.
Contemporaneamente, sempre nel triennio considerato, abbiamo aumentato dal 2,4 al 5,5% l'incidenza sul
consolidato dei premi complessivi dell’area e incrementato il contributo di questi mercati al risultato operativo
del gruppo dal 1,9% al 9,3% a dimostrazione dell'ottima redditività di quest'area. Più in particolare il
segmento danni rappresenta il 56% della raccolta e presenta una elevata redditività poiché il combined ratio
è il migliore tra tutti i mercati in cui il Gruppo opera.
L’Europa Centro Orientale è per noi strategica anche perché “rappresenta una delle regioni in grado di
esprimere un ragguardevole potenziale di sviluppo nel medio termine associato ad una redditività
decisamente elevata. Il Pil pro capite in questi paesi è ancora inferiore alla media delle economie mature e
l’elevato potenziale di crescita è determinato pure dalla bassa penetrazione assicurativa anche nelle
economie più grandi e avanzate dell’area come la Repubblica Ceca e la Polonia. È doveroso ricordare al
riguardo che la penetrazione assicurativa per i mercati maturi del Cea (l’associazione degli assicuratori
europei) è dell’8,1 per cento, con l’Italia al 7,7 per cento, la Germania al 7,1% e la Francia ad oltre il 10 per
cento, mentre nei Paesi Cee la penetrazione è molto più bassa e va dal 3,9% della Repubblica Ceca al 1,5%
della Romania.
C’è poi il capitolo russo, il cui mercato ha già segnato la crescita più consistente nell’area dell’Europa
Centro-Orientale ed è a più alto potenziale di sviluppo. In questo Paese il gruppo vuole accrescere il proprio
posizionamento e anche per questo sta lavorando per realizzare un accordo con il Gruppo Vtb, individuato
come possibile partner per costituire una joint venture dove entrambi apporteranno gli asset presenti
nell’area sviluppando poi il business con investimenti su: prodotti, piattaforme informatiche/tecnologiche, rete
quant’altro sia funzionale alla crescita.
Una operazione che potrebbe essere portata a termine entro l’anno con un accordo che dovrebbe andare
oltre la bancassurance per estendersi ai canali diretti per il retail e ai brokers per il corporate. Una trattativa
che è stata complicata dalle turbolenze che si sono abbattute sui mercati finanziari, anche se a Trieste sono
ottimisti sulla possibilità di concludere in modo profittevole. Questo anche se, in ogni caso, il gruppo potrà
fare leva sul proprio know –how di maggiore assicuratore Europeo per premi raccolti nel vita.
Una serie di iniziative che rafforzeranno ulteriormente il posizionamento. Questo anche perché
noi, conclude Balbinot, “possiamo contare su un mix molto interessante tra mercati maturi come Italia,
Germania, Francia e Spagna e mercati emergenti come quelli dell’Europa Centro Orientale, Asia, America
Latina, mentre siamo praticamente senza esposizione verso mercati maturi fortemente concorrenziali come
gli Usa e la Gran Bretagna”.
19 settembre 2011 - 10:00:00