Generali - Market Insight
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Generali - Market Insight
Generali, margini in crescita e premi 2011 a 74 miliardi Il business vita dovrebbe mantenere sostanzialmente invariato il proprio contributo a tre miliardi, grazie alla conferma della buona redditività di questa area d’affari, mentre migliora l’apporto dei danni, che dovrebbero consuntivare un risultato operativo nell’ordine di 1,5 miliardi merito l’ottimo andamento del combined ratio, che dovrebbe migliorare di circa due punti fissandosi al di sotto della soglia del 97% lungo un itinerario che dovrebbe portarlo al 96 per cento a regime. Il gruppo dovrebbe chiudere il 2011 con premi in crescita a 74 miliardi, di cui 51 nel vita, che resterà sostanzialmente stabile, e quasi 23 nei rami danni, che dovrebbero presentare una crescita di circa il 2% riproponendo i dati dei primi sei mesi. Attesi a breve novità sulla joint venture in Russia, mentre prosegue l’espansine in Asia sia nell’attività assicurativa tradizionale sia nell’asset management. foto di Marino Sterle foto di Marino Sterle Sede di Trieste di Gabriele Crozzoli Il primo semestre di Generali e le idee per il futuro spiegate da Giovanni Perissinotto Generali archivia il primo semestre con risultati superiori alle attese e si prepara a chiudere il 2011 con circa 74 miliardi di premi, di cui 51 nel vita, che resterà sostanzialmente stabile, e quasi 23 nei danni, che dovrebbe presentare una crescita di circa il 2% riproponendo i dati dei primi sei mesi. E se non ci sarà un ulteriore deterioramento dello scenario finanziario, il risultato operativo dovrebbe fissarsi in prossimità dei 4,5 miliardi e l’utile netto avvicinarsi a quota 1,8 miliardi. Risultati conseguiti merito una strategia finalizzata a confermare la crescita nel business danni, salvaguardare il posizionamento e la redditività nel vita accanto ad un ulteriore sviluppo dell’asset management, che presenta dimensioni più contenute dei principali competitor, anche se mette in luce una redditività decisamente superiore. Risultati conseguiti merito anche la diversificazione geografica conseguita grazie ad una “strategia di sviluppo lungimirante e accorta”, ma perseguita con determinazione dallo staff che affianca Perissinotto alla guida di un gruppo che è riuscito a salvaguardare la propria identità storica respingendo l’assalto a cui è stata sottoposta anche nel recente passato da forze estranee alla cultura e alla storia di un gruppo che affonda le sue radici nella cultura assicurativa nata e sviluppatasi nel cuore della mitteleuropa dell’Ottocento. Ma ritorniamo al presente ricordando che, come puntualizza Giovanni Perissinotto, Group Ceo di Generali, “abbiamo conseguito posizioni di leadership nei principali mercati di riferimento e raggiunto una diversificazione geografica importante, con presenze significative in alcune fra le principali aree caratterizzate da potenziali di sviluppo molto elevate ed ora vogliamo continuare a crescere nei danni, dove siamo migliorati nel combined ratio di circa due punti, mentre vogliamo salvaguardare il posizionamento nel vita, la cui redditività è stata confermata a livelli di eccellenza anche in questo difficile 2011”. Una crescita che interesserà quasi tutti i mercati a partire da quelli dell’Est Europa dove Generali “vuole rafforzare il proprio ruolo su mercati ove il combined si colloca al di sotto del 90 per cento; uno dei migliori del gruppo e di tutti gli operatori presenti nell’area”. Ma nel contempo, prosegue il Ceo, “vogliamo sviluppare l’asset management in linea organica in Italia, dove Banca Generali ha ottenuto ottimi risultati ed è diventata un benchmark per tutto il settore, mentre Bsi proseguirà nella sua crescita esogena con focus sull’Asia” dove il gruppo ha già ottenuto risultati importanti, attraverso la sede di BSI a Singapore. Per l’area sono confermati gli ambiziosi target di 30 miliardi di dollari di masse gestite entro il 2015; 15 volte superiori ai 2 miliardi del 2008. Il Gruppo Generali è inoltre presente nell’area con una joint venture con l’asset manager cinese Guotai, uno dei principali operatori del mercato. La joint venture consente a Generali di entrare nel settore degli investimenti istituzionali in Cina e allo stesso tempo di offrire la possibilità agli investitori asiatici di investire in Europa. Iniziative importanti sono previste anche nel vita perché, precisa il capo azienda, “vogliamo salvaguardare i soddisfacenti margini di profittabilità lavorando sull’efficienza operativa e la vendita di prodotti con minor assorbimento di capitale”. In sostanza, conclude, “vogliamo rafforzare il peso delle coperture di rischio anche in ottica Solvency”. Ed è proprio grazie anche a tutto ciò che il colosso triestino delle polizze è giunto al giro di boa del 30 giugno 2011 con risultati superiori alle attese, anche se sconta gli effetti delle turbolenze che imperversano sui mercati finanziari. Il risultato operativo migliora di circa il 13% a 2,4 miliardi merito il buon andamento dei danni, che beneficiano del progresso di ben 2,3 punti al 96,5% del combined ratio, e la tenuta delle performance vita, i cui risultati operativi migliorano del 6,1% a 1,663 miliardi pur in presenza di una riduzione del 23,4% a 10,3 miliardi dei premi unici, che sono meno redditizi, accanto a una crescita del 3,8% a 12,9 miliardi dei profittevoli premi annui. Buona anche la tenuta del patrimonio netto, che flette dell’1,5% a 17,231 miliardi a causa della riduzione della riserva available for sale per 360 milioni derivanti per 120 milioni dagli investimenti in equity e per 249 dalla componente bond. Una dinamica che però non preoccupa eccessivamente il colosso triestino poiché, come precisa Perissinotto, “la nostra struttura patrimoniale è solida ed equilibrata e la generazione di cassa riveniente dalla gestione corrente ci permette di sostenere tutti i piani di crescita organica previsti dai nostri progetti di medio termine oltreché sostenere l’assegnazione di un dividendo interessante per gli azionisti e far fronte al servizio del debito”. Chiaro però che, prosegue il capo azienda, “se dovessimo attuare operazioni straordinarie dovremo trovare le forme per finanziarle”. Ma, aggiunge, “oggi non vediamo nessun target”. E fra le operazioni straordinarie, conclude Perissinotto, “è esclusa quella russa, ove abbiamo individuato il Gruppo Vtb come possibile partner per costituire una joint venture dove entrambi apporteremo gli asset presenti nell’area sviluppando poi il business con investimenti su: prodotti, piattaforme informatiche/tecnologiche, rete quant’altro sia funzionale alla crescita”. Un’operazione che, “faremo ogni sforzo per portare a termine entro l’anno anche perché noi vogliamo crescere e completare la presenza nell’Est Europa estendendola alla confederazione Cis con Bielorussia e Ucraina; l’area ove sarà attiva la joint che stiamo costruendo con i russi di Vtb”. Area popolata da oltre 200 milioni di abitanti e “con un alto potenziale di crescita e dove il business va bene sia nei danni sia nel vita”. Ed è proprio per cogliere queste grandi opportunità di sviluppo che, continua il Ceo, “abbiamo predisposto le condizioni per realizzare un accordo profittevole, che vada oltre la bancassurance e si estenda ai canali diretti per il retail e ai brokers per il corporate”. Una trattativa che però è stata complicata dalle turbolenze che si sono abbattute sui mercati finanziari, anche se a Trieste sono ottimisti sulla possibilità di concludere in modo profittevole entro fine anno. Un esercizio, quello in corso, indirizzato su quel percorso virtuoso che ha contrassegnato il primo semestre. Generali si prepara infatti a chiudere il 2011 con buoni risultati se non subentreranno altri fattori esogeni sui mercati finanziari. L’esercizio in corso dovrebbe in sostanza riflettere i progressi evidenziati nei primi sei mesi ed i premi emessi dovrebbero fissarsi nell’intorno di 74 miliardi, di cui 51 nel vita, che resterà sostanzialmente stabile, e quasi 23 nei danni, che dovrebbe presentare una crescita di circa il 2% riproponendo i dati dei primi sei mesi. E se non ci sarà un ulteriore deterioramento dello scenario finanziario, il risultato operativo dovrebbe fissarsi in prossimità dei 4,5 miliardi, raggiungendo la parte alta del range fissato nei target comunicati al mercato: fra i 4 e i 4,7 miliardi. Un risultato a cui contribuirà in modo significativo il vita poiché l’utile operativo dovrebbe restare sostanzialmente stabile a circa 3 miliardi. Di rilievo assoluto i progressi nei danni poiché il contributo dei rami elementari dovrebbe crescere a circa 1,5 miliardi merito i citati progressi nel combined ratio. Tale indicatore dovrebbe migliorare di quasi due punti, scendendo al di sotto del 97 per cento, con l’Italia che registra un progresso di due-tre punti intorno al 97%. Risultati grazie ai quali il target del 96% dovrebbe essere raggiunto in anticipo sui tempi previsti. Positivo, come ricordato, l’andamento dell’Est Europa, che dovrebbe presentare un risultato operativo in ulteriore progresso poiché dovrebbe superare di slancio i 400 milioni per tendere a 450 milioni. Buona l’evoluzione attesa in Germania, che dovrebbe mantenere la sua ottima combined tra il 95 e il 96 per cento. Dinamiche che lasciano ben sperare poiché l’attuale velocità di crociera del gruppo permette di ipotizzare un utile netto che potrebbe collocarsi in prossimità di 1,8 miliardi, con un apporto del secondo semestre di un miliardo e quindi sostanzialmente simile ai dati del primo semestre depurati dalle svalutazioni salvo il sopraggiungere di ulteriori scossoni. Un risultato a cui darà un contributo la redditività media degli asset under management di terzi, che, come ricordano con orgoglio, è la più elevata fra i competitor. Generali, con masse di terzi in gestione per 100 mld di euro, presenta infatti un risultato operativo stimabile a circa 400 milioni a fine anno sulla base di una redditività che dovrebbe confermare i dati del primo semestre, quando è stata di 40 punti base. Risultati sui quali si rifletteranno pure gli effetti delle strategie implementate dal gruppo, a partire dal business mix. Generali, ricordano a Trieste, “vuole mantenere nell’ambito dei danni il focus sullo sviluppo del business retail, specialmente nei rami non auto, con l’intento di preservare le quote di mercato nei paesi maturi e di incrementarle nelle aree a maggiore potenziale”. Nel contempo, aggiungono, “proseguiremo nello sviluppo e nel potenziamento dei nostri canali distributivi, soprattutto con riferimento alle reti proprietarie e al canale diretto”. Dall’altro lato, precisano, “stiamo studiando le misure più adeguate per ristrutturare la nostra presenza nei rami corporate per aumentare la quota in questo settore, rendendo più competitiva la nostra offerta pur mantenendo sempre rigorose le politiche di sottoscrizione”. Le iniziative previste nel vita sono invece indirizzate a “mantenere, consolidandoli nel tempo, quei margini di profittabilità che fino ad ora sono stati soddisfacenti”. Obiettivo da perseguire anche a scapito dei volumi, se necessario, e lavorando sull’incremento dell’efficienza operativa oltreché sulla vendita di prodotti con minor assorbimento di capitale”. In generale, precisano, “ci orienteremo verso il rafforzamento del peso delle coperture di rischio, che per loro natura non risentono dell’andamento dei mercati finanziari e che evidenziano una profittabilità sopra la media, anche in ottica Solvency II”. Novità importanti sono attese pure nel segmento finanziario, “dove ci aspettiamo un trend di sviluppo negli anni a venire, anche sfruttando le buone prospettive di crescita nei mercati emergenti dall’Asia transitando per l’Est Europa”. È opportuno ricordare al riguardo che il Gruppo, ricordano a Trieste, “sta raccogliendo risultati molto significativi in Asia, innanzitutto grazie al processo di acquisizione di Private Bankers sul mercato di Singapore e Hong Kong avviato alla fine del 2009 attraverso la controllata Banca della Svizzera Italiana (Bsi), che ha rafforzato la propria rete con 280 nuovi private bankers". Lo scorso anno è diventata inoltre operativa la Joint Venture con Guotai, compagnia leader nel mercato dell’asset management con base a Hong Kong e uno dei pochi asset manager cinesi autorizzati a gestire ogni classe di attivi. La joint, proseguono, “ci consente di entrare nel settore degli investimenti istituzionali in Cina e allo stesso tempo di offrire la possibilità agli investitori asiatici di investire in Europa”. Il tutto con un preciso obiettivo: ”sviluppare maggiormente il segmento finanziario, anche al fine di beneficiare di una maggior diversificazione del business e di un più equilibrato contributo in termini di risultato. Va anche sottolineato come tale politica è coerente con l’obiettivo di ridurre l’assorbimento di capitale in ottica Solvency II, essendo in particolare il segmento finanziario caratterizzato da un livello di assorbimento inferiore rispetto al Vita”. Generali si pone inoltre l’obiettivo di consolidare e rafforzare la diversificazione geografica conquistata in questi anni con “una lungimirante e accorta politica di acquisizioni” come sostiene il capo azienda contestando le critiche che alcuni operatori avanzano su alcune acquisizioni. Noi, precisano a Trieste, “siamo leader di mercato in Italia e abbiamo consolidato la propria posizione tra i maggiori gruppi assicurativi mondiali, acquisendo una crescente importanza sul mercato europeo occidentale, principale area di operatività e dove ci confermiamo uno dei primi operatori in Germania, Francia, Austria, e Svizzera, mentre occupiamo posizioni di rilievo anche in Israele e Argentina”. Generali, proseguono, “hanno poi una forte presenza nei mercati con alti potenziali di sviluppo come l’Europa centro-orientale, dove siamo uno dei principali operatori in e dove vogliamo crescere come testimonia il citato progetto di espansione in Russia, che si basa su un accordo con un partner locale, la banca VTB, che ha più di mille sportelli, una clientela retail accanto a quella di grandi e medie imprese”. Ma c’è pure altro poiché “siamo presenti in India e Cina, dove siamo leader tra le compagnie assicurative a partecipazione straniera a pochi anni dall’ingresso su un mercato difficile. L’altro fronte su cui è impegnato lo staff che affianca Perissinotto al vertice del gruppo e che interessa una componente importante dei dipendenti è quello della “continua ricerca di nuova efficienza operativa. Un programma avviato nel 2006 attraverso una serie d’iniziative transnazionali definiti Skill & Scale based Programs e finalizzati ad aumentare l’efficienza operativa, conseguire economie di scala e realizzare significative sinergie su costi e ricavi”. Il gruppo si attendeva benefici per un miliardo di euro nel medio termine e tale target, ricordano con orgoglio, è stato raggiunto già a fine 2010, anche se i lavori proseguono poiché, concludono, “il miglioramento dell’efficienza operativa unitamente al contenimento dei costi di gestione restano tra i nostri principali pilastri strategici anche negli anni a venire ed è a questo fine che stiamo proseguendo nelle attività di razionalizzazione dell’IT di Gruppo, nell’ottimizzazione dei processi di liquidazione sinistri e nella ricerca di continue sinergie”. C’è poi il capitolo degli investimenti poiché, ricordano, “Il focus delle strategie è rivolto a sostenere la redditività dei nostri portafogli e a ottimizzare il nostro profilo di ritorno sul capitale di rischio”. La componente obbligazionaria “continuerà ad essere orientata a sostenere la redditività corrente dei nostri portafogli, mantenendo l’attuale mix tra titoli governativi e corporate, in linea con i nostri target e con il nostro profilo di rischio”. Tuttavia, aggiungono, “l’investimento verso i titoli di credito corporate vedrà privilegiare emissioni con scadenze più brevi e con elevato standing creditizio, sia nel segmento Vita sia nel Danni, per ragioni legate al nuovo quadro normativo di Solvency II”. Nella componente azionaria “vogliamo invece mantenere un approccio prudente procedendo nel segmento Danni a una progressiva riduzione dell’esposizione verso questa asset class per ridurre il capitale di rischio in relazione alle richieste di capitale previste da Solvency II”. Nel vita, invece, “sarà possibile mantenere un’esposizione più elevata alle azioni e in generale avere un approccio più aggressivo nell’asset allocation grazie alla presenza nel nostro portafoglio di prodotti a elevato valore intrinseco e quindi in virtù del maggiore excess capital a disposizione”. Ed è proprio in quest’ottica che nel vita, concludono, “vogliamo continuare ad aumentare progressivamente il peso del comparto immobiliare per le potenzialità di apprezzamento di valore di questa asset class nel medio/lungo periodo, mentre nel segmento Danni si procederà a una riduzione dell’esposizione avendo l’obiettivo di una riduzione complessiva del capitale di rischio”. Complessivamente, precisano, “confermiamo il target di 30 miliardi di Euro di esposizione nell’immobiliare nel medio termine”. Vertici della Società Struttura del gruppo Conto Economico Stato Patrimoniale Perissinotto, Galateri, Balbinot... Le opinioni degli analisti su Generali, cauti per il rischio paese Gli analisti sono divisi su Generali, ma le indicazioni di acquisto si rafforzano anche se i target sono spesso rivisti al ribasso per adeguarli all’evolversi della congiuntura e dei rischi annessi. Generali è seguita da 33 analisti, e solo 4 suggeriscono di alleggerire le posizioni, mentre 11 consigliano di comprare e 17 di mantenere le posizioni in attesa della fine degli attacchi all'Italia. Ecco di seguito la sintesi delle loro opinioni. Intermonte rilancia l’outperform con target a 16 euro perché tratta a multipli decisamente depressi e questo non è giustificato anche perché ci aspettiamo una crescita significativa degli utili grazie anche al forte recupero dei risultati tecnici nei danni evidenziati dai risultati semestrali, ma previsti in progresso pure nei prossimi anni. L’analista della sim milanese resta positivo su Generali anche perché, conclude, apprezziamo la diversificazione del business per tipologia di attività e aree geografiche. Sociétè Générale alza la raccomandazione da hold a buy poiché reputano eccessiva la reazione di mercato alle recenti tensioni finanziarie, legate all’accentuarsi del rischio sovrano di alcuni Paesi, e alle svalutazioni che hanno interessato il gruppo Telco e i bond greci. La Sim sottolinea inoltre i buoni risultati conseguiti nel primo semestre e più in particolare il miglioramento registrato nel business vita, l’ottima performance nel Combined Ratio dell’area danni, i progressi nell’Embedded Value e le buone notizie sulla Solvency II. Mediobanca abbandona la cautela che ha caratterizzato le sue raccomandazioni per ben tre anni e passa da neutral ad outperform con target price alzato da 17 a 19 euro a maggio. Prezzo obiettivo oggi ridimensionato a 16 euro per incorporare l’aumento dei rischi impliciti nello scenario congiunturale attuale senza però modificare quell’indicazione di acquisto sostenuta da quattro motivi: risultati operativi migliori delle attese sia nei danni che nel vita, valutazioni particolarmente a sconto sull’embedded value, l’attesa di un netto progresso nella redditività grazie al forte recupero registrato in Italia e Germania nei danni, il forte posizionamento conquistato nell’Est Europa, ove la redditività è elevata grazie anche a risultati tecnici fra i migliori al mondo. Ubs mantiene una posizione di cautela con rating neutral e riduce il prezzo obiettivo da 15 a 12,5 euro perché gli indici di solvibilità (solvency 1 ratio e il solvency ratio) risultano inferiori ai livelli riportati da altri grandi assicuratori europei. E questo, ricorda l’analista della sim svizzera, aumenterebbe il rischio di deprezzamento con conseguente difficoltà sul percorso avviato per la costituzione della joint venture in Russia. Buone notizie, invece, dai risultati semestrali poiché l’utile ha risentito dei 283 miliardi di minori utili per le svalutazioni di Telco e dei bond greci, ma i risultati gestionali sono migliorati merito il forte recupero del combined ratio nei danni e il buon andamento del vita, oltreché per le ulteriori risorse a disposizione di un gruppo in grado di assorbire eventuali ulteriori difficoltà che si dovessero presentare sui mercati finanziari. Equita conferma il buy con target price limato da 17 a a 16,5 euro all’inizio di agosto per incorporare l’ulteriore riduzione dei prezzi dei titoli pubblici. L’analista della Sim milanese resta comunque positivo sul titolo perché Generali ha conseguito un deciso progresso nella redditività dei danni, merito un mercato che è stato molto più disciplinato sui prezzi, una buona evoluzione del numero dei sinistri e e una combined ratio che ne ha beneficiato ed è significativamente migliorata grazie anche alle iniziative messe in atto dal management. Notizie positive anche dal ramo vita, che, come rileva l’analista, potrà fare leva su un brand la cui forza continuerà a sostenere la crescita nel vita, ove i margini si mantengono interessanti. Il consiglio di acquisto è infine sostenuto pure dalle potenzialità di performance in quanto a questi prezzi risulta decisamente elevata, anche se potrà manifestarsi solo quando verrà meno il rischio Italia. Banca Leonardo mantiene una posizione di cautela con il rating underweight perché nell’attuale scenario congiunturale Generali incorpora più elementi di rischio che opportunità. E questo proprio perché la compagnia triestina, continua l’analista della Sim milanese, ha una forte esposizione a quei titoli di Stato, fra i quali oltre 50 miliardi sull’Italia. Merrill Lynch esprime giudizi lusinghieri sulla gestione, ma conferma la propria cautela e la raccomandazione neutral dopo aver limato il target price da 17,5 euro a 16 euro a seguito della maggiori rischi impliciti in uno scenario congiunturale che si conferma difficile con forti pressioni sui titoli di Stato, italiani inclusi. Il target è stato rivisto dalla Sim americana l’8 agosto per incorporare le preoccupazioni sull’evoluzione dello scenario nell’Europa Meridionale, anche se Generali presenta un potenziale di rivalutazione del 35% alle attuali quotazioni. L’analista esprime poi giudizi lusinghieri sulla gestione poiché il gruppo ha superato le stime del 6% grazie ai forti progressi conseguiti nel combined ratio dei danni e alla tenuta della redditività del vita, mentre l'utile netto non ha raggiunto le aspettative a causa delle svalutazionidi Telco e dei titoli di Stato greci. Banca Akros conferma l’indicazione di acquistare con rating accumulate perché il titolo presenta buone potenzialità di performance e pur avendo ridotto il target price da 18 a 14,5 euro per incorporare il peggioramento della congiuntura e l’aumento dei rischi finanziari. L’analista resta comunque positivo perché il titolo rappresenta una buona opportunità di investimento in quanto è stato eccessivamente penalizzato a causa degli scenari macro italiani, ma questo è ingiustificato poiché Generali è molto diversificata e il nostro paese rappresenta meno del 30% del business del gruppo. Deutsche Bank mantiene una posizione di cautela e a fine agosto ha confermato l’hold limando il target price da 14 a 13,2 euro per adeguarlo al maggior livello di rischio implicito nell’attuale dinamica dei mercati finanziari. L’analista della Sim tedesca resta cauto anche perché non ravvisa particolari differenza a livello di rischio e solvibilità rispetto ai competitor europei, ma è più cara in un confronto con i multipli sugli utili attesi e offre un minor rendimento. Banca Imi ripropone l’indicazione di acquisto con rating add e target a 15,5 euro perché i risultati del primo semestre sono incoraggianti e mettono in luce un deciso recupero dei risultati tecnici dei rami danni e la capacità di continuare a crescere nel vita, ove la redditività si mantiene buona. I giudizi positivi sono sostenuti anche dai significativi miglioramenti conseguiti e attesi nel combined ratio, mentre il new business value del vita è aumentato del 7,3% dimostrando la capacità di sviluppo del reddito pur in presenza di una flessione della raccolta premi; flessine che dovrebeb comunque essere riassorbita in ragione d’anno. Kepler passa da hold a buy con target price a 18 euro perché i risultati semestrali sono stati in linea con le attese anche se hanno scontato la svalutazione dei titoli di Stato della Grecia e la partecipazione in Telco; due operazioni che hanno avuto un impatto sull'utile di 283 milioni. L'analista esprime giudizi positivi anche perchè, ricorda nello studio dell'8 agosto, "il gruppo sarà in grado di affrontare anche i prossimi rischi, inclusa l'eventuale ristrutturazione del debito pubblico italiano, mentre migliorano sensibilmente risultati nei danni, in particolare nell'auto in Italia, ed emergono buone notizie sulla normativa del Solvency I”. Lo studio ricorda inoltre “i vantaggi di un modello di business ben diversificato e quelli di non avere alcuna esposizione significativa agli Stati Uniti e al Regno Unito”. Natixis conferma la raccomandazione neutral e riduce il target price da 16,3 euro a 14 euro anche perché l'utile è risultato in linea con le attese della sim pur essendo stato penalizzato dal miliardo di svalutazioni sui titoli di Stato greci e della partecipazioni in Telco; due operazioni che hanno pesato per 283 miliardi sull'utile semestrale. L'analista nella nota dell'8 agosto suggerisce cautela anche per i maggiori rischi, sia diretti che indiretti, revenienti dalle attuali scenari dei mercati finanziari, mentre ricorda che il titolo della compagnia triestina continuerà ad essere influenzato dagli sviluppi economici e finanziari del nostro Paese. Exane mantiene una raccomandazione neutrale anche se aumenta il target price a 15 euro perché il gruppo è stato in grado di raggiungere un risultato operativo superiore alle attese grazie alla buona performance operativa nel segmento vita, che ha messo in luce nel primo semestre un risultato superiore del 30% rispetto al consensus. L’analista della Sim francese, nel suo report dell’8 agosto, evidenzia inoltre i buoni risultati conseguiti sul fronte del combined ratio dei danni, anche se ricorda che tali dati hanno trovato un sostegno anche dalla recente regolamentazione italiana per le lesioni personali. L’analista ricorda inoltre che “i buoni risultati presentati nel primo semestre sono stati conseguiti pur scontando le svalutazioni registrate in Telco e nei titoli governativi greci”. JP Morgan conferma il neutral con prezzo obiettivo fissato a 16 euro perché apprezza i buoni risultati registrati nel risultato operativo, grazie alle performance conseguite del ramo vita e ai progressi registrati nel combined ratio dei rami danni; progressi definiti superiore alle attese e ottenuti merito gli interventi realizzati negli ultimi anni sul fronte della ricerca di nuova efficienza e riduzione costi. L’analista sottolinea comunque che la cautela è d’obbligo negli attuali scenari dei mercati finanziari e nella sua nota del 5 agosto ricorda che le svalutazioni nette sono state superiori al previsto a causa dell’andamento della crisi greca e dell’adeguamento dei valori della partecipazione in Telco. Cheuvreux conferma l’underperform perché il business mix è sotto pressione, con l’attività tradizionale del vita, quello con i minimi garantiti, che rappresenta una componente decisamente importante ma oggi è più rischioso e offre un ritorno contenuto anche in una visione di medio termine. La cautela è d’obbligo anche perché, conclude l’analista della sim francese, tratta a premio sul settore rispetto ai principali multipli mentre la struttura patrimoniale si è ulteriormente indebolita e si profila la possibilità di un aumento di capitale. Generali in Borsa si riavvicina ai minimi sotto i colpi del “rischio Paese” Le tempeste che hanno percosso i mercati finanziari nelle ultime settimane continuano a scaricare sulle borse tuoni e fulmini con effetti terrificanti sulle quotazioni delle aziende, la cui volatilità ha raggiunti livelli di vera eccezione. Dinamica riproposta da Generali, che anzi registra valori ancora più marcati proprio perché viene assimilata a un titolo finanziario esposto al mercato domestico e quindi anche al destino di quel debito pubblico del nostro Paese oggi oggetto di aspri e virulenti attacchi da parte della speculazione. Un errore tecnicamente macroscopico perché, come sostengono gli analisti particolarmente attenti a questi fattori, “Generali è profondamente diversificato anche geograficamente, tanto che in Italia, sulla base dei dati semestrali, raccoglie il 27,7% dei premi lordi consolidati, mentre l’esposizione ai bond domestici è importante, essendo pari a 51 miliardi sulla base dei dati semestrali, ma marginale se comparata con i quasi 500 miliardi di attivo investito a livello di gruppo”. Nonostante ciò, comunque, Generali ha subito un profondo ridimensionamento e mercoledì 14 settembre ha segnato l’ennesimo minimo a quota 10,7 euro; valore pericolosamente vicino al minimo “storico” dell’ultimo lustro registrato il 9 marzo del 2009 a 9,845 euro. Quotazione, questa ultima, inferiore di oltre il 70% rispetto al massimo degli ultimi cinque anni fatto segnare il 29 ottobre 2007 a quota 33,11 euro. Un picco a cui ha fatto seguito quell’inesorabile riduzione di valore che ha portato i prezzi delle azioni del colosso triestino delle polizze ai minimi citati. Tracollo che nella sostanza ripropone l’andamento dell’indice di settore e del mercato nel suo complesso. Sulla base delle quotazioni di mercoledì 14 settembre Generali presenta infatti una performance negativa del 24,20% su tre mesi e un crollo del 29,77% su sei mesi. Un periodo nel corso del quale il DJ Stoxx insurance ha perso il 32,2% e il Fitse MIB il 37%; valori prossimi ai principali competitor in quanto Allianz e Axa nel periodo considerato hanno perso entrambi più del 40 per cento. Una dinamica che nella sostanza si ripresenta anche nel grafico che confronta le performance a un anno. Dati da cui emerge la forza di una speculazione che penalizza in modo feroce e sovente senza selezione mercati e titoli, facendo leva troppo spesso sull’emergere di “notizie” per la gran parte prive di fondamento e troppo spesso “veicolate” ad arte. Penalizzazione considerata eccessiva e ingiustificata dagli analisti, tanto che, dei 33 che seguono Generali, solo 4 suggeriscono di alleggerire le posizioni, mentre 11 consigliano di comprare e 17 di mantenere le posizioni in attesa della fine degli attacchi all’Italia. L’indicazione di acquisto giunge infatti da Banca Akros, Banca Imi, Equita, Ing, Intermonte, Kepler, Mediobanca, MF Global, Socgen, Standard & Poor’s e West LB, mentre il consiglio di vendere arriva da Automomous research, Cheuvreux, Credit Swisse e Morgan Stanley. La raccomandazione di mantenere in portafoglio i titoli giunge invece da Banca Leonardo, Merrill Lynch, Barclays, Berenberg, Deutsche Bank, Exane, Goldman Sachs, Hsbc, Cazenove, Kbw, Macquarie, Main First, Natixis, Redburn, Royal Bank of Canada, Santander, Ubs e Unicredit. Titolo Generali Consigli degli analisti Stime di consenso degli analisti Consensus Analisti Criticità - Generali soffre l’esposizione ai debiti sovrani e il titolo scende sui minimi I risultati semestrali sono stati superiori alle attese, ma tutto ciò svanisce sotto i colpi inferti dalla speculazione che continua ad imperversare indisturbata. I mercati finanziari continuano così a soffrire e la volatilità resta decisamente elevata, mentre i tentativi di imboccare la strada del riscatto vengono annichiliti da una speculazione che si abbatte come un ciclone ogni qual volta emergono notizie in grado di scatenare le vendite. Uno scenario che penalizza in misura marcata Generali, il cui target price è limato progressivamente dagli analisti anche perché continua a salire il rischio implicito in un gruppo che ha rilevanti investimenti in titoli pubblici. Da rilevare al riguardo che fino a poco tempo fa il debito sovrano rappresentava un investimento conservativo, mentre oggi è considerato una zavorra capace di far naufragare anche la nave più solida. Scenario sul quale ha una responsabilità grandissima l’incapacità dei governanti di governare trasmettendo massaggio chiari accompagnati da azioni concrete per riconquistare la fiducia dei mercati. Uno scenario complesso, che si trasmette anche sulla percezione di solidità di un gruppo che presenta risultati gestionali in deciso miglioramento e una struttura patrimoniale più che solida. Ed ecco che gli analisti iniziano a riflettere su “una solvency buona ma non eccellente e sullo spettro di un aumento di capitale che non ha ragione di essere, ma che potrebbe presentarsi se continuerà a peggiorare la congiuntura del nostro Paese”. Un altro tema che resta in sottofondo è quello della governance in quanto il mercato si attendeva una sterzata dopo le contrapposizioni che hanno caratterizzato la presidenza di Cesare Geronzi. Ma questa sterzata non c’è stata e ancora oggi, come sottolineano i critici, alcuni elementi dello staff che affianca i Ceo forse non sono pienamente all’altezza del compito loro assegnato. I mercati core dell’Europa continentale: Generali consolida la leadership in Italia Generali vuole consolidare, rafforzandole, le posizioni conquistate nei principali mercati di riferimento del vecchio continente, dove è in corso anche un deciso miglioramento nella redditività del ramo danni accanto alla salvaguardia della buona profittabilità del vita, e quindi riteniamo utile presentare alcune schede sintetiche per illustrare ruolo e modalità operative del gruppo Generali sui principali mercati di riferimento dell’area. Generali ha chiuso il primo semestre del 2011 con una raccolta vita a 6,3 miliardi, registrando una flessione del 6,6% per il “calo della raccolta a premio unico a seguito di una precisa strategia commerciale focalizzata sul potenziamento della raccolta a premio ricorrente e, più in generale, sul collocamento di prodotti caratterizzati da una più alta profittabilità e da un minor assorbimento di capitale”. Una scelta che si è riflessa “positivamente sui principali indicatori reddituali poiché il risultato operativo migliora dello 0,6% grazie alla buona tenuta dei margini tecnici e finanziari, che consente di mantenere la redditività di questa linea di business fra i livelli più alti del Gruppo e del mercato” come ricordano con orgoglio a Trieste. Nel contempo il valore della nuova produzione (Nbv) ammonta a 180 milioni, in crescita del 29,4% e con “margini che passano dal 16,2% al 20,9% attuale (18,4% a fine 2010) grazie all’aumentata incidenza delle più profittevoli polizze Individuali a premio ricorrente”. Sostanzialmente stabile, invece, la raccolta premi nell’area danni, le cui performance sono in linea con l’andamento del mercato assicurativo italiano. I premi del ramo Auto crescono così del 3,1% rispetto a fine giugno 2010, mentre il comparto non Auto registra una contrazione del 2,2% per effetto della “politica di pulizia sui contratti meno redditizi”. Nel contempo “il net combined ratio, principale indicatore della profittabilità tecnica del settore danni, risulta in miglioramento di 2,3 punti percentuali grazie soprattutto ad un significativo calo della sinistralità, sia sul ramo Auto che sul settore non Auto, riconducibile agli effetti delle azioni di riforma del portafoglio e all’attenta selezione dei rischi” come si rileva dalla documentazione della compagnia. E tutto ciò si riflette sul risultato operativo del segmento Danni, che migliora di 62 milioni rispetto grazie essenzialmente al miglioramento del risultato tecnico, che beneficia della sopra citata evoluzione favorevole della loss ratio. Buone notizie anche dal vita poiché Generali si conferma leader di mercato in Italia, con una market share del 15% e una strategia distributiva è basata su un approccio multicanale, “cosa che consente una più ampia copertura del mercato e delle diverse fasce di clientela. Il principale canale di vendita è rappresentato comunque dalle reti agenziali, ma vengono sfruttati anche i canali rappresentati da: broker, promotori finanziari, venditori salariati, canale diretto (telefono/web), bancassicurazione”. Novità anche sul fronte delle strategie di prodotto poiché, come ricordano a Trieste, “Generali vuole crescere nel segmento Vita rischio, nelle polizze a premio ricorrente e, più in generale, in tutti i prodotti a basso assorbimento di capitale e alta redditività in ottica Solvency 2. Nei danni, invece, la strategia è volta al mantenimento della prima posizione nel ranking di mercato preservando comunque i margini di redditività. A fine 2010 la quota di mercato del Gruppo Generali in Italia si attesta al 21,5% (fonte: ANIA)”. Più in dettaglio la strategia nei rami Danni è quella di “focalizzarsi sullo sviluppo del profittevole segmento retail e sul potenziamento dei canali distributivi, in particolare del canale diretto. Contestualmente, al fine di mantenere adeguati livelli di redditività di portafoglio, il Gruppo intende, come già detto, mantenere la propria politica di rigore sottoscrittivo e proseguire nell’attività di revisione delle polizze meno profittevoli”. Sede centrale di Trieste foto di... Direzione centrale Generali foto di... I mercati core dell’Europa continentale: Generali e il ruolo della Germania Il primo semestre si è chiuso con una lieve flessione nei premi emessi rami vita a causa della contrazione nella raccolta dei premi unici in seguito alla strategia di orientarsi verso prodotti a maggiore profittabilità. Il risultato operativo risulta in calo, ma ciò è dovuto in particolare all’impatto delle svalutazioni sui titoli governativi greci. Il new business value è in leggero progresso e beneficia dell’aumento dei tassi di interesse. I premi emessi nei rami danni registrano invece un buona crescita, sia nel ramo auto – dopo anni di stagnazione dell’intero mercato – sia nei rami non auto. “I progressi nel combined ratio sono dovuti principalmente alle misure intraprese al fine di ridurre la sinistralità e beneficia dell’assenza di impatti catastrofali, mentre il risultato operativo – puntualizzano a Trieste - risulta sostanzialmente stabile: il minor contributo degli investimenti viene compensato dai progressi della parte tecnica grazie al minor combined”. Da rilevare che, sottolineano alle Generali, il mercato tedesco è molto competitivo e a fine 2010 Generali occupava la 2° posizione nel segmento vita, la 6° nel malattia e la 6° nel ramo danni. Il gruppo è invece leader nel vita nelle polizze previdenziali a contributo statale “Riester”, nelle polizze “Unit Linked” e nelle polizze di puro rischio. Nell’area danni, aggiungono, “il ramo auto (circa il 36% dei premi) persegue una politica focalizzata sulla profittabilità, eventualmente anche a scapito dei volumi, mentre il segmento non Auto è caratterizzato da una forte prevalenza della clientela retail, con bassa esposizione verso i rischi corporate”. Generali è attiva in Germania con una forte e capillare rete proprietaria di agenti e si avvale della cooperazione con la maggiore rete di advisor finanziari della Germania (DVAG). In aggiunta, detiene la leadership di mercato per quanto concerne il canale diretto e beneficia di diverse collaborazioni con banche locali. I mercati core dell’Europa continentale: Generali cresce in Francia “Il primo semestre ha messo in luce un calo del 18,6% nei premi vita a seguito della precisa scelta di focalizzarsi maggiormente su prodotti a minor assorbimento di capitale, privilegiando la redditività anche a scapito dei volumi. Positiva invece l’evoluzione della raccolta tramite il canale Internet, ove i premi sono aumentati del 10% e dove Generali è leader di mercato”. E la scelta di selezionare il portafoglio, proseguono a Trieste, “è stata vincente sotto il profilo reddituale poiché il risultato operativo del vita ha registrato un balzo del 36,8% grazie anche alla decisione tattica di realizzare maggiori capital gains nei primi mesi dell’anno sfruttando l’andamento positivo dei mercati in questo periodo ed al calo complessivo delle spese di gestione”. Da rilevare infine che il new business value si attesta a 75 milioni, in crescita rispetto ai 70 milioni del primo semestre 2010 grazie al più profittevole mix di prodotti: polizze di risparmio a più alta marginalità e maggior peso delle unit linked. In crescita invece il ramo danni, i cui premi aumentano del 2,6% mostrando “un’evoluzione positiva in tutte le principali linee di business grazie al positivo impatto degli incrementi tariffari applicati al fine di riequilibrare la redditività tecnica in un difficile contesto di mercato. Una scelta che – precisano alle Generali - si è riflessa sugli indicatori reddituali poiché il net combined ratio è migliorato di 1,3 punti al 98,5% in presenza di una sinistralità sostanzialmente stabile e una lieve crescita dei costi (+1,3%) per effetto delle iniziative di efficientamento intraprese per contenere le spese”. Il risultato operativo danni è pari a 137 milioni, in crescita del 24,2% grazie principalmente al citato miglioramento del combined ratio. Risultati di grande valenza anche perché conseguiti in un mercato molto competitivo, dominato dalle banche nel segmento vita e dalle mutue nel danni. Scenario al cui interno Generali si posiziona fra il 4° e il 5° posto in entrambi i segmenti pur conservando la seconda posizione come assicuratore puro. Più in particolare, ricordano, Generali è leader nei danni nel segmento delle Pme e numerose iniziative di efficientamento sono state intraprese negli ultimi anni. Tra queste ricordiamo la costituzione della “Claims Factory”, che permette una gestione unificata e condivisa delle pratiche liquidative. In questo ambito ricordiamo inoltre la costituzione del consorzio “Kareo” tra GF e Aviva al fine di condividere la rete di autofficine, aumentare la copertura territoriale e ridurre i costi unitari delle riparazioni Auto. Nel 2010 sono stati canalizzati verso le autofficine autorizzate il 46% dei sinistri (30% nel 2008), conseguendo un risparmio del 19% sul costo medio (materiale) per sinistro. Ora, concludono sull’argomento, “la partita si gioca sulla dematerializzazione delle pratiche di sinistro precedentemente cartacee, con grandi benefici in termini di produttività ma anche trasparenza e tracciabilità. Dal roll out (con Aviva) di un network di esperti per danni a cose (elettricisti, idraulici, pittori, manovali, muratori,..), al Kareo bis, estensione della partnership ad alcune banche, con l’obiettivo di estendere ulteriormente il ricorso a reti convenzionate di esperti Auto (officine, periti), raddoppiando sostanzialmente la taglia del consorzio”. Novità anche nel segmento Vita, dove “Generali è leader di mercato sulle polizze individuali, grazie all’elevata efficienza e qualità del servizio offerto ai clienti, accompagnata da un forte tasso di innovazione dei prodotti che ci consente di offrire prodotti sempre più appetibili. In ottica Solvency 2, il focus è sulla commercializzazione di prodotti a basso assorbimento di capitale, puntando maggiormente su prodotti unit linked e polizze tradizionali con maggior contenuto di rischio”. Ricordiamo infine che Generali in Francia persegue un modello distributivo basato sul concetto di architettura aperta, con una preponderanza di reti non captive. Un modello di business che ci consente di soddisfare le esigenze di un’ampia clientela, customizzando i prodotti secondo le necessità dei clienti. I mercati core dell’Europa continentale: Generali in Est Europa e Russia Generali ha chiuso il primo semestre con un a crescita dell’1,2% nel vita in presenza di uno sviluppo del 5,9% dei più profittevoli premi ricorrenti. Il miglioramento del risultato operativo è sostenuto dall’aumento registrato sia nel margine tecnico che in quello finanziario. L’andamento del valore della nuova produzione è invece sceso del 10,3% per il diverso mix di prodotti venduti anche se la “marginalità si mantiene su livelli superiori al 30% e quindi ai vertici sia all’interno del Gruppo Generali sia rispetto agli altri operatori dell’area”. I premi emessi nei danni segnano un incremento dell’1,4% legato al miglioramento delle linee di business non motor che più che controbilanciano la flessione dell’auto. Il combined ratio di 4,6 punti anche grazie al minor impatto degli eventi catastrofali e si colloca all’88,2 per cento; il migliore del gruppo e dei competitor dell’area. Obiettivi conseguiti merito anche al posizionamento raggiunto nei principali Paesi di operatività dell’area. Generali, ricordano, “si colloca nelle prime tre posizioni nei paesi dove la presenza è storicamente consolidata (Repubblica Ceca, Ungheria, Slovacchia) mentre in Russia e Polonia, i due maggiori mercati in termini dimensionali, si registrano forti tassi di crescita dei premi (rispettivamente +37,8% e +5,2% nel primo semestre 2011)”. Da segnalare che il segmento vita è “fortemente caratterizzato dai premi ricorrenti (oltre l’80% del portafoglio) che garantiscono una migliore redditività e stabilità dei flussi di cassa, mentre nel segmento danni la linea di business auto ha un peso pari a quasi il 50% del totale che si sta progressivamente riducendo a favore delle altre più remunerative linee (corporate). Il gruppo si avvale si un sistema multicanale e nell’ultimo triennio, forti della pluriennale esperienza maturata in Italia e Germania, è stato sviluppato il canale diretto (internet e telefono) in Ungheria (2008) e in Slovacchia (2011)”. Approfondimenti - Immobiliare - patrimonio Generali sale a 27miliardi con target a 30 “Il settore Real Estate del Gruppo è stato in grado di realizzare con continuità risultati positivi anche in un periodo di grandi turbolenze sui mercati come quello che stiamo vivendo”. Risultati, precisa Giancarlo Scotti, Ceo di Generali Immobiliare, “ottenuti grazie alla grande qualità degli asset detenuti in portafoglio e al modello gestionale integrato, che è stato in grado di massimizzare i valori degli immobili e i loro rendimenti, oltreché aumentarne la dimensione”. Il patrimonio immobiliare del gruppo è infatti cresciuto sino ai 27 miliardi circa attuali, con un’incidenza di quasi il 7% sul totale degli investimenti propri del Gruppo. Un asset che presenta un rendimento ricorrente nell’intorno del 4,7% e che, ricordano con orgoglio a Trieste, ha mantenuto nel tempo la propria riserva di valore con una plusvalenza latente pari a circa il 30 per cento. Ma c’è pure altro poiché i programmi impostati dal management dovrebbero consentire all’azienda di poter raggiungere per il 2011 un target di total return degli investimenti del 5,2 per cento. Il tutto salvaguardandone il valore. E questo, puntualizzano a Trieste, “è stato agevolato dall’attuazione di precise scelte strategiche, come quelle dell’ubicazione e destinazione degli immobili”. Il nostro patrimonio, aggiungono, “è infatti concentrato nelle principali città europee e destinato prevalentemente ad uffici. Immobili storici ad altissimo valore architettonico, come le Procuratie di Venezia, e immobili più recenti, realizzati o in fase di realizzazione con le più avanzate tecnologie come CityLife e Maciachini Center a Milano, Eos Generali e Bois Colombe a Parigi, Adidas Hause a Berlino”. È doveroso inoltre ricordare che, precisa il Ceo, “l’attività immobiliare è fondamentale e funzionale al business assicurativo, sia per il ramo vita che per quello danni, proprio per gli impegni di lungo periodo che caratterizzano queste attività”. Gli investimenti immobiliari quindi – continua Scotti - “non solo sono coerenti con il business, ma sono adattati ai requisiti del business stesso. E rispetto ad altre asset class, gli immobili garantiscono pure i benefici della diversificazione, grazie alla bassa correlazione con gli asset finanziari, e la copertura del rischio inflattivo”. Realtà oggi raccolta in Generali Immobiliare e cioè nel frutto della riorganizzazione attuata negli ultimi anni con la finalità di integrare le aree che operavano nel settore: dall’attività di asset management, per la valorizzazione e rotazione del patrimonio, all’attività di servizi immobiliari e facility management, dedicata all’ottimizzazione e all’efficientamento dello stesso. E la filosofia di gestione della nuova società, precisa il Ceo, “si basa sulla rotazione del portafoglio attraverso la cessione degli asset ritenuti maturi, quelli cioè per cui il processo di valorizzazione è completato, e investimenti mirati in immobili core e di prestigio, ovvero immobili ubicati nelle principali città europee, in centri cittadini o in business area, o in progetti di nuovo sviluppo di particolare interesse”. Una strategia che nel 2010 si è tradotta in investimenti per oltre un miliardo di euro, a cui si affiancano i 500 milioni realizzati nel primo semestre del 2011. Un impegno importante, al cui interno vi è Citylife, il progetto di riqualificazione dell’area della ex Fiera di Milano predisposto da un pool di architetti di fama mondiale: Arata Isozaki, Daniel Libeskind e Zaha Hadid. Un progetto di rilievo assoluto poiché Citylife rappresenta il più importante intervento di trasformazione urbanistica di Milano e uno dei più rilevanti a livello europeo. Un progetto nel quale Generali è diventato il primo azionista con il 68,5% poiché lo scorso agosto ha rilevato per 100 milioni il 27,2% dal Gruppo Fonsai. Scelta di grande respiro poiché, aggiunge Scotti, “l’investimento in Citylife offre al gruppo Generali l’opportunità di investire nel cuore della città di Milano e in un prodotto nuovo che permette di affiancare al proprio patrimonio storico immobili di nuova concezione, efficienti ed eco-compatibili; una combinazione sempre più richiesta dai nostri grandi clienti”. Con Citylife, prosegue con orgoglio il Ceo, “superiamo il concetto di sviluppo immobiliare poiché sta nascendo un nuovo centro in Milano, una nuova identità urbana in cui la qualità di vita si declina nelle diverse funzioni private (residenze, uffici, retail) e nel rapporto fra queste e le funzioni pubbliche (il grande parco, il museo d’arte contemporanea, il recupero del mitico velodromo)”. Ma c’è pure altro poiché Milano “è sempre stata per il Gruppo un mercato di riferimento di primaria importanza e progetti come Citylife si inseriscono nell’approccio tradizionale al mondo immobiliare cittadino: da un lato una parte rilevante degli investimenti sono ubicati in Città, dall’altro abbiamo tradizionalmente acquistato aree e sviluppato complessi a destinazione mista - residenziale e uffici- in zone di nuova espansione e di pregio quali il palazzo Mondadori disegnato dall’architetto Nymeir”. L’area immobiliare fa capo a Raffaele Agrusti, direttore generale e Cfo di Generali, ed è organizzata con una struttura di coordinamento centrale a cui rispondono le strutture locali presenti in 10 paesi (Italia, Francia, Germania, Austria, Spagna, Belgio, Olanda, Svizzera, Israele, Cina) e nell’Est Europa. Struttura a cui è demandato lo sviluppo di un business strategico con l’obiettivo di raggiungere nel medio termine 30 miliardi di portafoglio immobiliare attraverso investimenti mirati che consentano una diversificazione del portafoglio e l’ottimizzazione delle risorse generate dal business assicurativo nei vari mercati in cui Generali opera. Il tutto, precisa Scotti, “senza trascurare i temi ambientali, sia negli investimenti che nella gestione, monitorando il patrimonio e seguendo le tecniche per massimizzare i risparmi energetici, minimizzare emissioni e consumi, ottimizzare le politiche di riciclo”. Condizioni, prosegue il Ceo, “sempre più richiesti dai conduttori e nelle quali abbiamo sviluppato conoscenze e competenze”. Un esempio su tutti è rappresentato dalla catena di grandi magazzini inglesi Marks & Spencer che “per il suo ingresso nel mercato francese ha scelto uno stabile delle Generali al numero 100 dell’Avenue des Champs Elysées. Immobile completamente rinnovato e ristrutturato utilizzando tecnologie di risparmio energetico all’avanguardia; uno tra i primi in Francia interamente illuminato con un sistema a LED”. E fra gli altri numerosi esempi è doveroso segnalare il complesso EOS di Issy-Les-Moulineaux, che nel 2009 è stato uno dei primi edifici di questa dimensione a ricevere la certificazione High Environmental Quality Construction, mentre il palazzo Terra Nova 3 di Montreuil in francia è stato uno dei primi edifici a ricevere la certificazione High Environmental Quality Operating Certification nel 2009. Inoltre, 2 immobili in Austria hanno ottenuto il prestigioso “Greenbuilding Award”. Dati: il patrimonio è attualmente destinato per il 75% ad uso uffici, per l’8% al residenziale, per il 6% al retail, per il 11% è destinato ad usi misti e altro. Dal punto di vista geografico, si concentra in Europa: il 38% in Italia, il 21% in Francia, il 17% in Germania, il 18% nel resto d’Europa. La maggior parte degli immobili si trova a Parigi (20%), sebbene quote rilevanti del portafoglio siano ubicate a Milano (15%), Roma (6%), Vienna (5%), Tel Aviv (3%) e Amburgo (3%). Approfondimenti - Internet e telefono - Generali leader in Europa apre su nuovi mercati “Generali è il primo operatore in Europa Continentale nell’assicurazione diretta via internet e telefono. Il gruppo triestino - spiega Davide Passero, amministratore delegato e direttore generale di Genertel e Genertellife - è da sempre leader di questo segmento di mercato in Italia, Germania e Francia, mentre nel 2007 ha avviato la prima compagnia online in Ungheria e più recentemente sono state aperte le attività di vendita diretta su internet in altri due paesi: Slovacchia e Belgio “. E questo è stato possibile perché Generali, ricordano con orgoglio a Trieste, “ha saputo anticipare le tendenze e innovato il settore assicurativo non solo con lo sviluppo di nuovi prodotti, ad esempio introducendo la gestione separata nell’assicurazione vita alla fine degli anni Settanta, ma anche con il lancio di canali innovativi per la vendita delle polizze assicurative” Un business considerato importante anche perché, aggiunge Passero, “i premi mostrano un trend in crescita costante: dal 2005 al 2010 la raccolta del gruppo nel canale diretto, internet e telefono, sono più che raddoppiati passando dagli 1,4 miliardi del 2005 ai 3,5 miliardi raccolti a fine 2010; quasi il 5% dei 73 miliardi di euro dei premi complessivi raccolti lo scorso anno”. E noi vogliamo crescere ulteriormente “seguendo l’evoluzione dei comportamenti di consumo che, nei vari mercati, vedono la forte espansione di un nuovo target di clientela mediamente più giovane, abituato all’uso di internet ed all’acquisto on-line e con maggiore autonomia decisionale”. Da segnalare inoltre che, aggiungono a Trieste, i modelli distributivi adottati nei vari territori sono fortemente adattati alla realtà locale per rispondere alle esigenze specifiche di ciascun mercato e relativo target. CosmosDirekt è attiva in Germania dal 1982 ed ha conquistato la leadership nel mercato diretto con oltre 2 miliardi di raccolta premi nel 2010 grazie alla vendita di prodotti per l’assicurazione sulla vita, piani di risparmio e piani pensione. In Italia, invece, puntualizza l’amministratore delegato di Genertel, “siamo stati pionieri con la prima compagnia nel mercato italiano ad offrire nel 1994 polizze auto e moto al telefono”. L’offerta di prodotti, prosegue, “è stata poi progressivamente estesa fino ad includere una gamma di polizze legate alla vita familiare, all’abitazione ed ai viaggi disponibili on-line e via telefono, mentre dal 2009 l’offerta è stata estesa ai prodotti vita. E ora con Genertellife il Gruppo propone la più ampia gamma di prodotti vita acquistabili online: piani di risparmio e investimento, piani pensione e polizze vita di puro rischio”. Un polo in continua espansione, che nel 2010 ha raccolto quasi 300 milioni di euro di premi nei rami danni e 29 milioni di euro di premi nei rami vita, mantenendo una posizione di leadership nel mercato diretto italiano. Recentemente Genertel ha lanciato sul mercato Quality Driver, una polizza auto che, precisano, “utilizzando servizi telematici innovativi basati su un localizzatore satellitare, oltre a fornire assistenza in caso di incidente o furto dell’auto, premia lo stile di guida responsabile con sconti significativi al rinnovo della polizza”. Coerentemente a quanto avviene nel resto d’Europa, spiega Passero, “anche in Italia il canale diretto mostra tassi significativi di sviluppo grazie anche al’estensione della gamma offerta dalla sola assicurazione auto a tutte le coperture vita e danni rivolte all’individuo ed alla famiglia”. Strategia a seguito della quale, prosegue il ceo, “abbiamo osservato il crescente interesse del target potenziale di clienti giovani, ad alta scolarizzazione e prevalentemente residenti in grandi centri urbani. Un fenomeno che riflette la modifica dei comportamenti di acquisto indotta dall’accesso al web e amplificata dalla diffusione di smart phone e tablets”. Ed è anche per tutto ciò che noi, conclude Passero, “abbiamo lavorato molto sulle opzioni tecnologiche per offrire prodotti assicurativi a piu’ alto contenuto di servizio come Quality Driver, la polizza satellitare di nuova generazione acquistata da oltre 5.000 clienti nei primi tre mesi dal lancio sul mercato, e la app i-Genertel che consente tra l’altro di sospendere e riattivare la propria polizza auto a distanza: ad oggi abbiamo registrato piu’ di 15.000 download. Infine, check up pensionistico e preventivi vita on line: ogni mese eroghiamo tra 15.000 e 20.000 nuove quotazioni”. Notizie positive anche dalla Francia, dove la raccolta premi diretta ha superato nel 2010 il miliardo e dove noi abbiamo adottato il modello di business prevalentemente B2B2C, con polizze vita commercializzate attraverso alcuni dei maggiori portali finanziari del paese. Ma c’è pure altro poiché, come ricordano a Trieste, “il management ha lavorato molto anche sul fronte dei costi e dell’efficienza come con la recente costituzione di un competence centre dedicato ai canali distributivi diretti presso la capogruppo. Iniziativa grazie la quale, aggiungono, “è stato possibile sviluppare sinergie tra le compagnie dirette operanti nei vari mercati con l’obiettivo di migliorare l’offerta di prodotti e di accelerare e ottimizzare, grazie al trasferimento di know-how e best practices, il lancio di nuove iniziative di distribuzione diretta in altri paesi”. Ed è proprio grazie a tutto ciò che, concludono a Trieste, “abbiamo potuto lanciare Genertel Ungheria, primo ed unico operatore online nel suo mercato, che mostra uno sviluppo significativo nei primi anni di attività considerando dopo poco più di due anni di attività genertel.hu aveva già 150.000 clienti. Lo stesso modello è stato lanciato negli ultimi 12 mesi con pari successo anche in Slovacchia ed in Belgio. Più in particolare Genertel Slovacchia, facendo leva sulle esperienze e la piattaforma di servizio ungheresi, è attivo da ottobre 2010 (genertel.sk) e pochi mesi fa è stata introdotta la possibilità di acquistare polizze auto e moto online anche in Belgio grazie al lancio del canale diretto di Generali Belgium (generali.be)”. Approfondimenti - Europa dell’Est e Russia – mercati strategici dove Generali crescerà “Generali è sbarcata in Europa dell’Est dopo la caduta del muro di Berlino come come era logicofare e da allora – puntualizza Sergio Balbinot, amministratore delegato del gruppo - siamo cresciuti progressivamente fino a diventare uno dei primi operatori dell’area”. Il gruppo, ricordano a Trieste, ha infatti scalato posizioni su posizioni sino a raggiungere la vetta della classifica a pari merito con Vienna Insurance Group e prima di Allianz. E il successo conseguito in questa area, prosegue Balbinot, “è dovuto alla nostra flessibilità e alla capacità di adeguare velocemente la propria strategia alle occasioni del momento. Siamo partiti dal “prato verde” poi siamo passati alle piccole acquisizioni per arrivare alla terza tappa con la costituzione di una joint venture con un partner locale strategico”. Iniziativa che, aggiunge, ci ha permesso di raggiungere una massa critica in tempi ravvicinati e così facendo cogliere lo sviluppo dell’area. Ma c’è pure altro poiché abbiamo ben chiaro che “il cliente è sempre più attento ad un mix qualità-prezzo vantaggioso ed è il nostro asset chiave. Un asset alla base di iniziative quali il lancio del canale diretto in Slovacchia, dopo Genertel Ungheria, e del programma di gruppo “Customer as an Asset” volto all’estrazione di valore dalla base clienti”. Al tempo stesso, continua Balbinot, “siamo fortemente attenti alla creazione di valore come priorità strategica assoluta e perseguiamo tale obiettivo attraverso il rilancio dei programmi riguardanti le politiche tariffarie nel motor, la gestione dei sinistri, uno stretto controllo sottoscrittivo e la profonda analisi della redditività dei prodotti vita”. È doveroso ricordare che il rientro del Gruppo nei mercati dove era già stata presente fino alla Seconda guerra mondiale è partito alla fine degli anni Novanta, ma ha registrato una grande accelerazione con la creazione della joint venture con il Gruppo PPF nel 2007. Un’operazione che, precisano, non ha richiesto risorse agli azionisti e non muterà fino al 2014. Iniziativa grazie la quale Generali ha esteso la presenza in ben 14 Paesi dell’area: Repubblica Ceca, Ungheria, Slovacchia, Polonia, Romania, Bulgaria, Ucraina, Russia, Serbia, Slovenia, Croazia, Kazakhstan, Bielorussia e Montenegro. La joint venture ci ha inoltre permesso di “aumentare in misura sensibile la raccolta premi nell’area e il numero di clienti serviti, raggiungendo un’eccellente redditività e portando l’area a divenire il quarto mercato per importanza del Gruppo”. Prima del 2007, aggiunge l’amministratore delegato, “eravamo presenti in 10 paesi con circa 4 milioni di clienti e una raccolta premi aggregata di poco superiore al miliardo. A fine 2010, nonostante la crisi economico-finanziaria, abbiamo realizzato una raccolta premi di oltre quattro miliardi, con una crescita del +5,6% nel vita, che somma 1,77 miliardi di premi, e dell’1,9% nel danni, i cui premi hanno raggiunto 2,25 miliardi, mentre i clienti sono aumentati considerevolmente e hanno varcato la soglia dei 13 milioni”. Negli ultimi tre anni, precisano a Trieste, abbiamo aumentato il numero dei mercati in cui siamo presenti e rafforzato sensibilmente il posizionamento: siamo passati dal quinto al primo posto in Repubblica ceca, rafforzato ulteriormente la seconda posizione in Ungheria, il primo Paese in cui siamo rientrati nel 1989, e siamo passati dal settimo al terzo posto in Slovacchia, dal 13° all’8° in Polonia, dal 3° al 2° in Serbia. Contemporaneamente, sempre nel triennio considerato, abbiamo aumentato dal 2,4 al 5,5% l'incidenza sul consolidato dei premi complessivi dell’area e incrementato il contributo di questi mercati al risultato operativo del gruppo dal 1,9% al 9,3% a dimostrazione dell'ottima redditività di quest'area. Più in particolare il segmento danni rappresenta il 56% della raccolta e presenta una elevata redditività poiché il combined ratio è il migliore tra tutti i mercati in cui il Gruppo opera. L’Europa Centro Orientale è per noi strategica anche perché “rappresenta una delle regioni in grado di esprimere un ragguardevole potenziale di sviluppo nel medio termine associato ad una redditività decisamente elevata. Il Pil pro capite in questi paesi è ancora inferiore alla media delle economie mature e l’elevato potenziale di crescita è determinato pure dalla bassa penetrazione assicurativa anche nelle economie più grandi e avanzate dell’area come la Repubblica Ceca e la Polonia. È doveroso ricordare al riguardo che la penetrazione assicurativa per i mercati maturi del Cea (l’associazione degli assicuratori europei) è dell’8,1 per cento, con l’Italia al 7,7 per cento, la Germania al 7,1% e la Francia ad oltre il 10 per cento, mentre nei Paesi Cee la penetrazione è molto più bassa e va dal 3,9% della Repubblica Ceca al 1,5% della Romania. C’è poi il capitolo russo, il cui mercato ha già segnato la crescita più consistente nell’area dell’Europa Centro-Orientale ed è a più alto potenziale di sviluppo. In questo Paese il gruppo vuole accrescere il proprio posizionamento e anche per questo sta lavorando per realizzare un accordo con il Gruppo Vtb, individuato come possibile partner per costituire una joint venture dove entrambi apporteranno gli asset presenti nell’area sviluppando poi il business con investimenti su: prodotti, piattaforme informatiche/tecnologiche, rete quant’altro sia funzionale alla crescita. Una operazione che potrebbe essere portata a termine entro l’anno con un accordo che dovrebbe andare oltre la bancassurance per estendersi ai canali diretti per il retail e ai brokers per il corporate. Una trattativa che è stata complicata dalle turbolenze che si sono abbattute sui mercati finanziari, anche se a Trieste sono ottimisti sulla possibilità di concludere in modo profittevole. Questo anche se, in ogni caso, il gruppo potrà fare leva sul proprio know –how di maggiore assicuratore Europeo per premi raccolti nel vita. Una serie di iniziative che rafforzeranno ulteriormente il posizionamento. Questo anche perché noi, conclude Balbinot, “possiamo contare su un mix molto interessante tra mercati maturi come Italia, Germania, Francia e Spagna e mercati emergenti come quelli dell’Europa Centro Orientale, Asia, America Latina, mentre siamo praticamente senza esposizione verso mercati maturi fortemente concorrenziali come gli Usa e la Gran Bretagna”. 19 settembre 2011 - 10:00:00