Stampa Estera, l`Italia di successo

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Stampa Estera, l`Italia di successo
Progetto Interesse Nazionale
Stampa Estera, l’Italia di successo
Quinta sintesi dei risultati
Analisi del periodo
dal 1° marzo all’ 8 maggio 2009
© Questo documento è stato realizzato in esclusiva per Aspen Institute Italia
Stampa Estera, l’Italia di successo – Periodo 1° marzo – 8 maggio 2009
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Presentazione del lavoro
Il presente documento intende sintetizzare l’immagine dell’Italia apparsa sui principali giornali
stranieri dal 1° marzo all’ 8 maggio 2009.
La crisi economica mondiale, esaminata lungo il suo manifestarsi nelle due sintesi precedenti, resta
al centro dell’attenzione dei giornali di tutto il mondo, ma inizia a cedere il passo a una nuova
stagione, caratterizzata da notizie più variegate.
Il bimestre analizzato, segnato in primis dal devastante terremoto che ha colpito l’Abruzzo
(presentato in una sezione a parte del documento), rivela un evidente ritorno d’interesse per l’Italia
da parte dei media internazionali. Un’attenzione dimostrata dallo spazio dedicato all’economia
italiana, alla cultura e al territorio nazionale, oltre che dai numerosi ritratti e interviste dedicati a
connazionali.
Al centro della scena le trattative internazionali del gruppo Fiat. Il controllo di Chrysler raggiunto
dalla società italiana, l’immediata apertura delle trattative per l’acquisizione dei marchi europei di
General Motors (Opel su tutti), la figura dell’amministratore delegato Sergio Marchionne e
l’apprezzamento dimostrato dal presidente americano Barack Obama hanno attirato l’attenzione dei
giornalisti di tutto il mondo.
Grande curiosità ha accompagnato anche altri eventi italiani, a partire dal Salone del Mobile o dalle
Settimane della Moda di Milano, che hanno avuto ampia eco nelle testate straniere, coinvolgendo
anche i quotidiani mediorientali o asiatici ultimamente parchi di articoli sull’Italia.
Descrizione della metodologia, con dati aggiornati
Il monitoraggio ha preso in considerazione ogni giorno, dal 1° aprile 2007, la rappresentazione
dell’Italia offerta dalle più autorevoli testate straniere (l’elenco è consultabile nelle ultime pagine).
Nell’arco di 25 mesi sono stati esaminati più di 7300 articoli, suddivisi in tre categorie:
- “Italian Business”, riferita ai giudizi sulle aziende italiane e sulla politica economica del Paese;
- “Italian Culture / Italian Life” che segue invece gli aspetti culturali, sociali, paesaggistici e,
dunque, turistici della Penisola;
- “People from Italy”, una sezione dedicata ai ritratti e agli scritti dei nostri connazionali.
È stato deciso invece di non considerare i giudizi di carattere strettamente politico. Sulla parte
pubblica del sito dell’Aspen sono finora comparsi oltre 1500 segnalazioni, selezionate in base alla
rilevanza dei temi.
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Le segnalazioni dalla stampa internazionale
Il sogno di una grande Fiat
Lo scorso 26 aprile il New York Times, il più importante quotidiano americano, ha dedicato una
pagina e mezza al progetto di salvataggio del gruppo automobilistico Chrysler messo in campo dal
gruppo Fiat. Non era mai successo negli ultimi due anni che un’operazione industriale italiana
ricevesse tanta attenzione dal giornale della Grande Mela; non era mai avvenuto che un analista
economico statunitense descrivesse la gestione di un’azienda italiana, proponendola come modello
virtuoso per una società statunitense, come è successo nel pezzo “Would Detroit sound any better in
Italian?” .
L’articolo non nasconde le difficoltà affrontate negli ultimi anni dalla Fiat, ma sfrutta l’occasione
per ribadire come proprio per questo l’azienda possa essere adatta a risollevare il terzo produttore
americano di autovetture. “Sergio Marchionne e gli Agnelli – recita il pezzo – possiedono quella
vitalità un tempo tipica dei produttori di automobili”. L’amministratore delegato del gruppo è colui
che maggiormente attira l’attenzione dei commentatori internazionali: è l’uomo “che ha eliminato la
burocrazia da Torino” e secondo cui “i modelli Fiat-Chrysler saranno in vendita tra soli 18 mesi”.
“Il gruppo italiano è presentato come il salvatore di Chrysler dallo stesso Barack Obama” (Le
Figaro del 1° aprile). Il presidente degli Stati Uniti ha salutato con favore “l’impressionante rilancio
realizzato negli ultimi anni dai vertici torinesi” (El Pais del 5 aprile) e il numero uno del gruppo
Luca Cordero di Montezemolo ha commentato: “Tali parole sono un riconoscimento importante per
tutti quelli che in questi anni hanno lavorato duro in azienda. Il fatto che Fiat sia stata scelta come
soggetto in grado di sostenere il settore automobilistico americano è motivo di grande orgoglio non
solo per l’industria italiana ma per tutto il Paese” (El Pais del 5 aprile). Un orgoglio nazionale
spiegato da Le Monde del 3 maggio (“L’Italia ha avviato la ristrutturazione del comparto”),
descritto dal Financial Times del giorno dopo, dimostrato dalle parole del presidente di
Confindustria Emma Marcegaglia (“Fiat ha superato la concorrenza di altri grandi costruttori
stranieri”) su Les Echos (4 maggio) e confermato dal titolo “Fiat lessons for Chrysler” del Wall
Street Journal (4 maggio).
I quotidiani stranieri riferiscono del buon andamento finanziario del gruppo guidato dalla famiglia
Agnelli (The Wall Street Journal del 27 aprile), ma va sottolineato cosa stia offrendo Fiat nella
trattativa. Capacità manageriali e soprattutto competenze tecniche e meccaniche che hanno reso i
modelli torinesi più efficienti e appetibili. “È difficile per i produttori americani accettare che gli
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Italiani abbiano realizzato importanti innovazioni tecnologiche” dichiarava Rinaldo Rinolfi,
vicepresidente della sezione di sviluppo propulsori (The Wall Street Journal del 7 aprile e
International Herald Tribune del 25 aprile). “Questa trattativa sottolinea le competenze dell’Italia
in campo tecnologico e meccanico” affermava Giuseppe Volpato, professore di economia
all’Università di Venezia (International Herald Tribune del 2 maggio) e così Garel Rhys, docente
presso il centro di ricerca sull’industria automobilistica dell’ateneo gallese di Cardiff, secondo la
quale “Fiat ha avviato da tempo una rivoluzione nella qualità di prodotti e processi” (ibidem)
Come ha sottolineato la stampa internazionale, infatti “Fiat e Chrysler potranno integrarsi
facilmente, avendo prodotto tipologie di veicoli diversi ma ugualmente rivolti al pubblico di massa.
Una sensibilità che era mancata al momento dell’acquisto di Chrysler da parte di Daimler, abituata a
commercializzare un marchio di lusso come Mercedes” (The New York Times del 5 maggio). E
inoltre, “la struttura manageriale di Fiat è più flessibile e moderna di quella tedesca” (International
Herald Tribune del 2 maggio).
“Fiat è il primo gruppo al mondo a trasformare la crisi internazionale in un’opportunità” (Financial
Times del 4 maggio). “In un momento eccezionale, in cui la crisi finanziaria globale ha portato i
Governi nazionali alla guida delle aziende automobilistiche, Marchionne potrebbe aver trovato il
modo per creare un impero industriale senza (quasi) investire capitali” (The New York Times del 2
maggio).
Ulteriore interesse per le trattative è derivato dalle voci della possibile acquisizione di Opel da parte
di Fiat. La stampa tedesca, ovviamente, ha dato grande spazio alla notizia (Der Spiegel,
Süddeutsche Zeitung, Die Welt, Frankfurter Allgemeine a partire dal 24 aprile, fino all’intervista
esclusiva di Sergio Marchionne alla Bild del 5 maggio). “L’accordo creerebbe un gruppo Fiat-OpelChrysler da 80 miliardi di euro di fatturato annuo” (The Wall Street Journal del 5 maggio), “il
secondo costruttore di auto al mondo, con sinergie e risparmi immediati per oltre un miliardo di
euro” (Financial Times del 4 maggio). Il progetto è stato accompagnato da una certa perplessità da
parte di alcuni analisti, che hanno valutato come troppo ambiziose le mire del management torinese
(Le Monde del 25 aprile, a titolo di esempio).
Più fiducioso si è invece dimostrato l’Economist (23 aprile), settimanale britannico spesso critico
nei confronti di ciò che viene dall’Italia. “Perché Marchionne avrà successo dove hanno fallito i
tedeschi di Daimler?” si chiede retoricamente il periodico “Perché lo ha già fatto: con Fiat nel 2004,
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abbattendo in 60 giorni le gerarchie di palazzo, puntando su una nuova generazione di manager,
imponendo la sua proverbiale franchezza nella gestione degli affari, velocizzando la progettazione
di una vettura da 26 a 18 mesi e immettendo sul mercato modelli convincenti, fino al lancio della
500, l’auto che incarna la rinascita dell’azienda”. E proprio la 500 definisce il pubblico che dovrà
convincere la nuova Fiat, “formato da acquirenti per lo più giovani e metropolitani” (International
Herald Tribune del 2 maggio).
La corsa a nuove acquisizioni
Le trattative Fiat hanno riempito le prime pagine dei quotidiani, col risultato di offuscare altre
rilevanti operazioni riguardanti i comparti industriali del Paese.
Così come l’azienda torinese, anche la Campari, sesto produttore di alcolici al mondo, ha guardato
al di là dell’Atlantico: ha comprato l’etichetta di bourbon Wild Turkey, “completando la più
importante acquisizione della sua secolare storia ed entrando nel mercato del whisky americano”
(The Guardian del 9 aprile). “L’obiettivo è estendere le potenzialità del marchio, per coinvolgere
una nuova generazione di consumatori in California e negli Stati del Nord-Est” (The Wall Street
Journal del 9 aprile). Secondo la stampa internazionale, l’operazione “corona una lunga campagna
di acquisizioni: la vodka Skyy nel 2002, il liquore X-rated Fusion e la tequila Cabo Wabo nel 2007”
(Financial Times e Le Figaro del 9 aprile) e “consente al gruppo milanese di coprire il mercato
statunitense e australiano, dov’era assente. La società non ha risentito della recessione in corso e il
nuovo marchio genererà profitti - un centinaio di milioni di euro annui – già a partire dal 2009” (Les
Echos del 9 aprile).
Tale vitalismo sembra coinvolgere l’intera struttura industriale italiana, dai suoi colossi ai soggetti
più piccoli. Ne sono esempio due operazioni finanziarie avvenute in questi mesi: quella operata da
Finmeccanica, che “ha rilevato il 25% della società russa di aviazione civile Sukhoi, con il plauso
del primo ministro Vladimir Putin” (The Moscow Times dell’8 aprile), e quella portata avanti da B4
Italia, “che ha riscattato il gruppo metallurgico francese Fumel D, superando la rivale olandese QNael e l’ucraina Motordetal” (Les Echos del 14 aprile).
Gli aiuti di Stato nei settori strategici
Le esperienze appena citate raccontano di soggetti economici toccati marginalmente dalla crisi (i
ricavi di Finmeccanica, ad esempio, sono aumentati del 18% nel 2008, come riportava The Wall
Street Journal del 11 marzo), ma non è stato così per tutti. I due principali istituti di credito italiani,
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UniCredit e Intesa-Sanpaolo (tradizionalmente elogiati dalla stampa straniera per la loro solidità),
sono ricorsi agli aiuti statali predisposti a febbraio dall’Esecutivo italiano (Frankfurter Allgemeine
del 4 e del 19 marzo, The Wall Street Journal del 23 marzo e The Times del 2 aprile). A
dimostrazione della utilità dell’intervento governativo (già intervenuto per produttori di autovetture
ed elettrodomestici) è arrivata anche la richiesta da parte del settore della moda, “comparto chiave
per il Made in Italy e per tutta l’economia italiana, con 800mila addetti” (Les Echos del 2 marzo).
Misura necessaria, ribadita dall’attenzione con cui gli organi di stampa hanno seguito l’ultima
Settimana della moda milanese e dal prestigio riconosciuto ai suoi protagonisti (International
Herald Tribune, Frankfurter Allgemeine, Le Figaro, Süddeutsche Zeitung, Le Monde, The
Washington Port, Gulf News, Shanghai Daily del 3, 4 e 5 marzo). Un’autorevolezza, quella degli
stilisti italiani, consegnata negli anni ai luoghi dove la moda è presentata (si pensi a punti vendita
storici come la Rinascente o la sua controllata francese Printemps, International Herald Tribune del
6 marzo) e che da quest’anno è abbinata a quella dei celebri designer e mobilieri nazionali.
Design italiano, arrivano gli stilisti
“L’avvicinamento tra moda e arredamento d’interni, in atto da tempo per marchi come Armani e
Fendi, ha subito una netta accelerazione in ambito italiano, a giudicare dalla recente edizione del
milanese Salone del Mobile” (Le Figaro del 23 aprile); “Il più importante appuntamento mondiale
per designer ha visto il debutto del marchio Diesel, il gigante italiano dei jeans, di Trussardi e di
Versace” (Le Figaro del 23 aprile e Le Monde del 26). Un segnale importante per un settore “che
quest’anno non ha ancora sentito i segni della crisi” (International Herald Tribune del 27 aprile) e
per un evento “che ha ormai superato i confini di una semplice fiera del mobile, con alberghi al
completo, pochi taxi liberi e strade intasate dal traffico; a riprova dell’affluenza ai tanti
appuntamenti del Fuori Salone” (ibidem). “New York, Parigi, Londra, Tokyo e dozzine di altre città
posseggono un proprio Salone del Mobile ma nessuno può competere con quello milanese. È questo
il posto migliore dove un giovane designer può farsi un nome e dove un’azienda può lanciare nuovi
prodotti (International Herald Tribune del 20 aprile).
Il vero significato del Made in Italy
Una approfondita riflessione sul concetto di Made in Italy, così ben rappresentato dall’Alta moda e
dall’arredamento d’interni, è stata pubblicata il 17 marzo su Le Monde, in occasione di un articolo
sulla Richard Ginori 1735.
“Tale data di nascita – scrive l’autore del pezzo – aggiunta recentemente alla ragione sociale della
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più antica azienda produttrice di porcellane d’Italia è più che un’operazione di marketing; è il
simbolo stesso della sua solidità. A Sesto Fiorentino, sede dell’azienda, le visite iniziano nel museo:
rappresenta la memoria e il patrimonio della società, a partire dal quale si elabora la produzione
attuale”.
“Secondo l’amministratore delegato della società il Made in Italy è questo. Si tratta di ‘valori’. Una
‘filosofia italiana’ che prevede l’abbinamento di tradizione e ricerca di tecnologie sempre più
avanzate (scoperte nei centri universitari), la riabilitazione del lavoro manuale e il riconoscimento
del saper fare, e il rispetto del territorio e delle sue tradizioni. Solo un’adesione delle imprese a
questi valori può fare del Made in Italy una marca, un segno distintivo, un valore aggiunto capace di
far uscire il Paese dalla crisi internazionale” (Le Monde del 17 marzo).
Espressione del Made in Italy può dunque diventare anche la costruzione di impastatrici
meccaniche per la produzione di alimenti, laddove non siano negati gli standard di qualità del
prodotto culinario (The New York Times del 14 marzo). “Non deve stupire che una nuova ondata di
macchine per la preparazione di cibi freschi (ad esempio la pizza) venga dall’Italia. Gli italiani sono
leggendari per i grandi pranzi a base di pasta e vino, ma sono anche leader in Europa nella vendita
di distributori automatici, con 614mila unità installate. E oggi, che negli Stati Uniti così come nel
Vecchio Continente, le persone hanno meno soldi da spendere, i prezzi contenuti dei prodotti
cucinati al momento dai robot industriali diventano interessanti” (International Herald Tribune del
14 marzo).
Il territorio italiano. Appunti di viaggio
“Una passeggiata che avrebbe potuto stupire capi di Stato e di Governo, spingendo persino Barack
Obama ad ammettere che l'atmosfera non è così bella nemmeno alle Hawaii”. Il 23 aprile scorso la
Frankfurter Allegemeine Zeitung aveva utilizzato questo spunto per parlare della Sardegna, quando
ancora non era giunta alcuna decisione sul probabile spostamento del G8 di luglio.
Le pagine di viaggi e cultura dedicate all’Italia descrivono poi, ancora una volta, la Toscana e il
Lazio quali mete adatte a “riscoprire la storia e le tradizioni millenarie italiane”. Un lungo affresco
della Toscana è apparso l’11 aprile scorso sulla testata araba Gulf News, che ha proposto ai lettori
un viaggio tra Siena e Firenze. Un mese prima vi si erano dedicati due giornali britannici, The
Independent (11 marzo) e The Times (15 marzo). Il primo ha proposto un viaggio tra le cascine e i
vecchi casali toscani restaurati, sottolineando che “l’acquisto di residenze nel Chianti da parte di
tanti personaggi famosi non ha scoraggiato quanti vogliono beneficiare dell’atmosfera della zona”.
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Se il Mezzogiorno è stato rappresentato in questi mesi soltanto da Pompei (in un articolo del New
York Times del 15 marzo), al Centro Italia sono state invece dedicate maggiori attenzioni. El Pais il
25 aprile ha illustrato il patrimonio artistico di Città di Castello con i capolavori del Perugino e di
Giotto. Lo stesso quotidiano spagnolo venti giorni prima (il 5 aprile) aveva dato spazio a Roma per
le celebrazioni dei duemila anni dalla nascita dell’imperatore Vespasiano, che nel 72 d. C. avviò la
costruzione del Colosseo. Dello stesso argomento si sono occupati anche El Mundo e The
Independent rispettivamente il 23 e il 27 marzo.
È il Nord Italia comunque ad aver ottenuto la maggior parte delle segnalazioni tra marzo e aprile.
Le mete per le vacanze invernali sulla neve vengono citate dai quotidiani britannici The Times e The
Independent che rispettivamente il 7 e l’8 marzo si sono concentrati sull’Alto Adige e su Livigno.
Tra le grandi città del Nord, invece, la più citata è Milano. Sempre The Independent, nell’edizione
domenicale del 29 marzo, dedica al capoluogo lombardo due pagine per segnalare tutte le
particolarità della città sia dal punto di vista culturale sia da quello dell’intrattenimento. Lo stesso fa
Gulf News il 18 aprile, il cui inviato ritiene quanto mai appropriata la definizione di “capitale dello
stile, per la città meneghina con la sua fine architettura e il suo ambiente chic”. Il 12 aprile è il
Times a occuparsene: in particolare, il giornalista racconta di essere rimasto colpito dalla possibilità
di cenare in tram, grazie all'iniziativa denominata “ATMosfera”. Il New York Times e l'International
Herald Tribune del 27 marzo hanno poi dedicato ben due pagine a Lecco, “piccolo e originale
centro sul lago di Como” che ospita una iniziativa particolare: ogni giorno 450 studenti delle scuole
elementari locali raggiungono a piedi la loro scuola, accompagnati da parenti e volontari. La novità,
denominata “Piedibus”, è stata ideata per combattere il problema dell’obesità infantile.
Anche Venezia è ben rappresentata: mentre El Pais il 7 marzo ne esalta la storia di potenza
marittima, El Mundo e Abc se ne occupano il 24 e il 26 marzo per presentare le iniziative legate alla
Biennale e alla nuova mostra sul Settecento veneziano con i capolavori del Tiepolo e del Canaletto.
I viaggi nelle località italiane sono stati in questi due mesi anche percorsi enogastronomici alla
scoperta delle cucine locali. Il 19 marzo la Frankfurter Allgemeine Zeitung ha presentato il nuovo
libro dell’autore inglese John Dickie che ripercorre l’intera storia della tradizione culinaria italiana.
Il 6 marzo e il 26 aprile invece The Wall Street Journal e The Times hanno proposto due
panoramiche sul vino italiano. La testata americana si è concentrata sul Barolo piemontese, mentre
quella britannica ha commentato i vini abruzzesi esaltando le qualità del Montepulciano.
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Arte italiana: le mostre e il cinema
In questi due mesi sono stati numerosi i riferimenti ai protagonisti del pensiero e dell’arte italiana.
Gulf News l’8 marzo celebrava il talento di Giotto “padre della pittura italiana”, in occasione della
mostra a lui dedicata a Roma. Il maestro toscano è stato definito “un pioniere che ha rinnovato il
mondo artistico dell’epoca, allontanandosi dalla tradizione bizantina”. Un ruolo riconosciutogli
anche dal Financial Times del 7 aprile che sottolineava “la scoperta della profondità attraverso i
suoi dipinti”.
Molte testate si sono concentrate poi sull’arte rinascimentale. Leonardo Da Vinci è stato uno dei
maestri più rappresentati. Die Welt il 3 marzo ne celebrava gli autoritratti, mentre pochi giorni dopo
(l’11 marzo) la Frankfurter Allgemeine Zeitung si occupava dell’Uomo vitruviano “il cui mistero e
la cui perfezione rimangono intatti anche nel ventesimo secolo”. Il Times ne parlava invece il 19
aprile, ricordando i celebri tentativi di furto delle sue opere.
I quotidiani francesi si sono occupati di Andrea Mantegna e di Filippo Lippi. Le Monde il 6 aprile
presentava una mostra a Tours completamente dedicata ai capolavori del Mantegna: per l’occasione
il museo delle Belle arti è riuscito a riunire ed esporre il trittico composto da “La crocifissione”
(conservata al Louvre), “La preghiera nel giardino degli ulivi” e “La resurrezione”. Di Lippi si è
invece occupato Le Figaro il 24 marzo, per presentare un’esposizione parigina dedicata al
medioevo toscano.
Il Wall Street Journal del 6 marzo si è concentrato, invece, sull’architettura del Cinquecento
attraverso uno dei grandi maestri della Repubblica veneziana, Andrea Palladio. Il quotidiano ha
presentato una mostra della Royal Academy of Arts di Londra dedicata al Palladio, “l’architetto
senza il quale Thomas Jefferson non avrebbe mai avuto la Casa Bianca”.
Spazio è dedicato anche allo scienziato Galileo Galilei in occasione delle celebrazioni dell’anno
internazionale dell’Astronomia. In particolare, l’International Herald Tribune del 28 marzo ed El
Pais del 12 marzo hanno ricordato la grandezza di Galilei, “che ha attraversato la storia d’Europa”.
Della mostra braidense del Caravaggio si è occupata la Süddeutsche Zeitung del 13 marzo:
l’esposizione “celebra il pittore che più di tutti seppe dare carne e umanità alle figure dei santi e
della tradizione cristiana, traendo ispirazione dagli emarginati”.
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La stessa testata tedesca ha dato spazio all’arte moderna. “La caduta rovinosa di un principe”: così
il 18 aprile la Süddeutsche Zeitung descriveva la vita di Amedeo Modigliani, “l’ultimo dei principi
ma anche l’ultimo dei bohemien”. “Un pittore che attraverso le sue donne dai colli lunghi e dagli
occhi profondi ha segnato una grande innovazione dell’arte nel rappresentare l’eros e la bellezza”. Il
quotidiano tedesco si è dedicato all’artista in occasione di una esposizione dei suoi più importanti
capolavori a Bonn, al museo Kunst und Ausstellunghalle.
Il cinema italiano in questi due mesi ha ottenuto invece poche segnalazioni sulle testate straniere.
Oltre ai dovuti riferimenti al progetto di restauro del film “Ladri di biciclette” di Vittorio De Sica
(Abc del 5 marzo) e al documentario sulla Cina girato da Michelangelo Antonioni dopo la morte di
Mao Zedong (Les Echos dell’8 aprile), Le Figaro ha dato spazio (l’11 marzo) al primo film di
Gianni Di Gregorio, finora conosciuto come assistente di Matteo Garrone in “Gomorra”. Il
quotidiano francese presenta la sua pellicola “Il pranzo di Ferragosto”, una commedia sul potere che
le madri italiane esercitano sui propri figli.
Ritratti italiani: le personalità dell’economia, della politica, della cultura e dello sport
I giornali stranieri nell’ultimo bimestre hanno dedicato maggiore attenzione alle personalità italiane
rispetto ai mesi precedenti. Molte le segnalazioni dalle pagine economiche e culturali, ma anche i
protagonisti dello sport e della politica hanno ricevuto ampio spazio da parte delle testate straniere.
Figura centrale nel bimestre è stato l’amministratore delegato del Lingotto, Sergio Marchionne.
“Con i suoi capelli scompigliati, i suoi maglioni, il collo della camicia aperta, Marchionne
sorprende nell’ambiente ingessato dei grandi capitani d’industria. Lui lo sa e si diverte. – scriveva
il 4 maggio La Tribune – Non bisogna però dar credito a quell’aria semplice e bonaria. Questo
avvocato cinquantaseienne è un vero imprenditore”. “Il suo approccio ottimista e pratico ha
cambiato la mentalità dei dipendenti Fiat” ha aggiunto The Guardian del 5 maggio. E “in maniera
discreta ma efficace, non ha perso alcuna occasione di risanare le finanze del gruppo”, come
aggiungeva un articolo di commento apparso sul già citato La Tribune del 4 maggio. Il 17 aprile
invece la Frankfurter Allgemeine Zeitung ne ha proposto un ritratto, sottolineando la sua recente
trasformazione da “osservatore della scena internazionale” ad “attore di primo piano, in grado di
riformare l’industria dell’auto mondiale”.
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Il 17 aprile il Times of India nell’edizione di Mumbai ha pubblicato un intervento del ministro degli
Esteri Franco Frattini. Il titolare della Farnesina è intervenuto sulla necessità di concertare soluzioni
condivise per superare la crisi: “Il mondo - scrive Frattini - sta attraversando una delle sfide più
difficili e sono necessarie delle strategie comuni per affrontarle”. Il Ministro ha poi fatto riferimento
al prossimo G8, che si terrà in Italia: “Dobbiamo saper cogliere il momento, iniziato col G20 di
Londra, in modo da perpetuare una concertazione multilaterale che aiuti a strutturare una
governance globale”. Un mese prima (il 18 marzo) Frattini era stato intervistato dalla Frankfurter
Allgemeine Zeitung su molti temi, dalla recessione al ruolo dell’Unione Europea, fino ad arrivare
alla strategia Nato in Afghanistan.
Il Financial Times del 6 aprile ha ospitato un articolo di Mario Monti, presidente dell’Università
Bocconi e già commissario europeo per il mercato unico e la concorrenza. Monti ha segnalato in
particolare la crisi dell’economia di mercato che va “affrontata con una strategia mondiale integrata,
che stimoli la crescita e gli investimenti nel welfare”. L’ex commissario ha anche proposto una
valutazione del ruolo che l’Unione dovrà incarnare per mantenere uniti i suoi membri: “Per
combattere il dilagare dell’euroscetticismo dovrà essere in grado, nei prossimi mesi, di trovare un
compromesso tra i Paesi anglosassoni e l’asse franco-tedesco sempre più intollerante verso le regole
del mercato unico”.
A Mario Draghi, attuale presidente della Banca d’Italia, sono state invece dedicate due ampie
interviste da La Tribune e Abc il 6 aprile scorso. Draghi è stato incaricato, dopo il G20 di Londra, di
“rimodellare il sistema di regolamentazione della finanza mondiale insieme con il Fondo Monetario
Internazionale”. In entrambi gli interventi il presidente della Banca d’Italia si è dimostrato fiducioso
sugli scenari futuri di questa riforma: “Alcuni cambiamenti potranno essere fatti subito, altri
necessiteranno di più tempo, ma l’importante è che la decisione sia presa - ha detto Draghi - Nel
tempo bisognerà lavorare a una modifica della cultura di gestione del rischio di certi grandi gruppi”.
Tra i protagonisti del mondo bancario italiano è stato citato il numero uno di UniCredit, Alessandro
Profumo (Financial Times del 27 marzo). Nel rispondere a una domanda sul futuro del settore
bancario, l’amministratore delegato ha sottolineato la necessità che tutti i gruppi lavorino con
serietà alla propria reputazione, cercando di riguadagnare la fiducia generale, come a suo tempo
fecero gli operatori del settore petrolifero o farmaceutico.
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El Pais ha pubblicato il 10 marzo una lunga intervista al presidente della Camera Gianfranco Fini. Il
quotidiano ha presentato Fini come “il prossimo naturale aspirante alla presidenza del Consiglio”.
Tra i temi toccati anche la necessità, secondo il presidente della Camera, di modernizzare la
“cultura della destra italiana, arrivando finalmente a eliminare le etichette del passato”.
Corposo il numero di segnalazioni provenienti dal mondo della cultura. A partire da Rita Levi
Montalcini, il cui centesimo compleanno è stato celebrato da The Independent il 25 aprile (un lungo
articolo ha ricordato tutta la sua carriera, segnalando che la scienziata sembra star sempre meglio
mano a mano che il tempo passa), per arrivare a un folto gruppo di scrittori: da Stefano Benni (Le
Figaro del 19 marzo), a Claudio Magris (di cui Die Welt e la Süddeutsche Zeitung celebrano il
settantesimo compleanno il 9 aprile), fino a Erri De Luca (su El Pais del 25 aprile). La Süddeutsche
Zeitung del 15 aprile dedica poi una pagina a Carlo Ginzburg, in occasione del suo settantesimo
compleanno mentre rimandano al passato i ricordi di Gesualdo Bufalino (El Pais 14 marzo) e di
Indro Montanelli, i cui diari inediti vengono presentati da El Pais il 26 aprile.
Ai registi teatrali e cinematografici è stato dato meno spazio rispetto ai mesi precedenti. Il
quotidiano spagnolo El Pais si è poi soffermato in due diverse occasioni sul mondo della lirica e
della canzone italiana. La prima volta il 7 marzo con un articolo su Ruggero Raimondi “l’uomo che
ha calcato i più importanti palcoscenici mondiali con disinvoltura” ritraendolo nelle sue abitudini
quotidiane. Il secondo contributo è invece apparso sul quotidiano spagnolo il 4 aprile ed è dedicato
a Mina, “l’interprete più camaleontica che l’Italia abbia avuto”. Al cineasta Marco Bellochio si è
dedicato Le Monde il 23 marzo in occasione della retrospettiva dei suoi film a Bobigny. Il Financial
Times il 7 aprile si è occupato di Romeo Castellucci, il regista teatrale “famoso per le sue
produzioni viscerali e controverse”.
La stampa internazionale ha poi rappresentato diverse personalità del mondo della moda. Da Remo
Ruffini, direttore creativo di Moncler sul New York Times del 17 marzo, a Ermenegildo Zegna
intervistato il 21 marzo da Die Welt sulle prospettive del settore durante la crisi economica
mondiale. The Times si è occupato invece il 1° aprile di Frida Giannini, direttrice creativa di Gucci,
mentre Gulf News del 14 aprile ha dedicato due pagine a Valentino, definito “l’imperatore
dell’industria della moda che per 45 anni ha dettato le regole dello stile”. Infine, Le Monde lo stesso
giorno (14 aprile) ha presentato la carriera e il lavoro di Gabriella Cortese, alla testa del marchio
Antik Batik.
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Molto assidua, durante il periodo di analisi, è stata anche l’attenzione verso i protagonisti dello
sport italiano. Da Valentino Rossi, cui Gulf News dedicava due pagine l’11 aprile agli allenatori
italiani Fabio Capello, Marcello Lippi e Giovanni Trapattoni passati in rassegna da The Observer il
22 marzo. Soprattutto la stampa tedesca dedica spazio a Trapattoni dopo la sua decisione di allenare
la nazionale irlandese: l’ex commissario tecnico italiano appare sulla Süddeutsche Zeitung del 1°
aprile e su Die Welt e sulla Frankfurter Allgemeine Zeitung del 17 aprile. El Pais si è occupato
invece di Gianfranco Zola il 27 aprile, mentre per quanto riguarda la categoria dei calciatori italiani
in attività sono da segnalare le due pagine dedicate a Paolo Maldini da El Mundo il 19 marzo.
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Il terremoto in Abruzzo
Dal 6 aprile quando la terra ha tremato in Abruzzo causando quasi trecento morti e radendo al suolo
paesi interi, la stampa internazionale ha dedicato grande spazio alla vicenda. In un mese di
osservazione, gli articoli raccolti sull’Abruzzo sono stati oltre duecento, un numero pari alla somma
di tutte le altre segnalazioni del periodo. Di qui la decisione di dedicare al sisma una sezione a parte,
in maniera coerente con la scelta dei corrispondenti di offrire una semplice cronaca
dell’avvenimento senza l’aggiunta di giudizi positivi o negativi.
Oltre cinquanta articoli sul sisma sono stati pubblicati il 7 aprile, il giorno successivo alla tragedia.
Dalla mappatura dei luoghi distrutti, all’arrivo dei soccorritori, fino alla conta dei morti, tutto è stato
documentato dalle testate straniere e si è osservato anche un incremento dell’interesse dei giornali
extraeuropei, in particolare Gulf News, Shangai Daily, The Australian e del sudafricano The Citizen.
Il giorno dopo il terremoto e il giorno dei funerali di Stato delle 298 vittime quasi tutti i giornali
europei hanno dedicato la loro prima pagina all’avvenimento, inserendo nelle pagine interne anche
reportage fotografici. Dopo i primi due giorni alcune testate hanno riportato le polemiche sulla
possibilità di prevedere in anticipo le scosse: se ne sono occupati The Independent, il Los Angeles
Times e Le Monde (il 7 aprile), seguiti rispettivamente il 14 e il 16 aprile dal New York Times e dal
Jerusalem Post. Tutti hanno pubblicato le parole di Giampaolo Giuliani, ricercatore dell’Istituto
Nazionale di fisica nucleare sul Gran Sasso, che ha lanciato un allarme ignorato dalle autorità.
Shangai Daily, The Australian, The Citizen, Gulf News e Die Welt hanno poi dato spazio tra l’8 e il
15 aprile alle storie di chi è riuscito a salvare la propria famiglia durante il sisma e alla vita nelle
tendopoli. Die Welt l’8 aprile è uscito con una pagina intera dedicata al terremoto, corredata da un
reportage fotografico sulla vita dei sopravvissuti e di chi ha cercato di rimanere vicino alle proprie
case per proteggerle “dai fenomeni di sciacallaggio”.
Un altro capitolo molto importante riguarda il patrimonio artistico abruzzese distrutto dal sisma.
Oltre ai monumenti dei paesi più piccoli, come Onna che è stata rasa al suolo, la cattedrale di Santa
Maria del Suffragio universale e la basilica di Santa Maria di Collemaggio a L’Aquila sono
diventate per i corrispondenti stranieri i simboli di questa calamità. Se ne sono occupati il Wall
Street Journal dell’8 aprile, El Pais, Le Figaro, Le Monde, la Süddeutsche Zeitung, la Frankfurter
Allgemeine Zeitung dello stesso giorno e ancora la Süddeutsche Zeitung e Der Spiegel del 20 aprile.
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The Independent ha voluto offrire una nota di speranza nella sua edizione domenicale del 12 aprile,
in cui è stato pubblicato un articolo su Santo Stefano di Sassanio, uno tra i pochi paesini della zona
rimasto in piedi nonostante le forti scosse. “Il piccolo comune ha sconfitto il terremoto - si legge
nell’articolo – e, in queste terre desolate e messe in ginocchio, rappresenta una speranza per la
regione intera”.
Particolarmente interessante per i corrispondenti stranieri è stato l’allarme di possibili infiltrazioni
della mafia nella ricostruzione, lanciato dal procuratore nazionale antimafia Piero Grasso. Ne hanno
parlato El Mundo e The Independent del 15 aprile, il Financial Times del 18 e la Süddeutsche
Zeitung del 22 aprile, citando anche le parole dello scrittore Roberto Saviano che ha visitato le zone
del sisma. A questo si associano i numerosi articoli sulle inchieste avviate dopo i crolli:
particolarmente dettagliato El Pais del 13 aprile che ha illustrato tutti i dubbi sulla costruzione degli
edifici abruzzesi polverizzati dal terremoto, probabilmente costruiti in modo improprio.
Le ultime segnalazioni, meno numerose (anche perché si tratta di una decisione recente), riguardano
lo spostamento del G8 di luglio dalla Sardegna all’Abruzzo. Se ne sono occupati The Guardian (il
24 aprile) e Le Figaro (il 24 e il 27 aprile). In entrambi i casi, le testate hanno segnalato le difficoltà
logistiche che l’Italia dovrà affrontare per organizzare il summit: le infrastrutture e i collegamenti
distrutti dal sisma, il problema di assicurare un adeguato apparato di sicurezza per le personalità che
parteciperanno alla riunione e la necessaria riduzione degli staff di ciascun delegato. I
corrispondenti stranieri hanno poi segnalato le intenzioni del presidente del Consiglio Silvio
Berlusconi che in questo modo vuole non soltanto risparmiare ma anche dare un “messaggio di
speranza” che, secondo The Guardian, gli è già valso un aumento del 4% della sua popolarità.
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I quotidiani monitorati
™ Germania:
™ Gran Bretagna:
Financial Times
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The Guardian
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The Independent
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Süddeutsche Zeitung
edizione integrale
The Times
edizione online
Die Welt
Frankfurter Allgemeine Zeitung
edizione integrale
edizione integrale
The Sunday Times edizione online
™ Francia:
™ Spagna:
Le Monde
edizione integrale
El Pais
edizione integrale
Le Figaro
edizione integrale
El Mundo
edizione online
Les Echos
edizione integrale
ABC
edizione integrale
La Tribune
edizione integrale
™ Stati Uniti:
™ Russia:
The Wall Street Journal
edizione integrale
The Moscow Times edizione integrale
St. Petersburg Times edizione on line
The New York Times
edizione integrale
International Herald Tribune
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The Washington Post
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Los Angeles Times
edizione integrale
America Oggi
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™ Cina:
China Daily
edizione integrale
Shanghai Daily
edizione integrale
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™ Giappone:
™ India:
The Hindu
edizione integrale
The Times of India edizione integrale
™ Israele:
™ Emirati Arabi:
edizione integrale
edizione integrale
Folha de S.Paulo
edizione integrale
La Jornada
edizione integrale
Clarin
edizione integrale
™ Australia:
edizione integrale
™ Marocco:
Le Matin
edizione online
™ Argentina:
™ Algeria:
La Tribune
Nikkei
™ Messico:
™ Arabia Saudita:
Arab News
edizione online
™ Brasile:
The Jerusalem Post edizione integrale
Gulf News
The Japan Times
The Australian
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™ Svizzera:
edizione integrale
Neue Zürcher Zeitung
edizione integrale
™ Sud Africa:
Mail&Guardian
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The Citizen
edizione integrale
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I periodici monitorati
™ Germania:
™ Gran Bretagna:
The Economist
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Die Zeit
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™ Stati Uniti:
™ Francia:
L’Express
Der Spiegel
edizione integrale
edizione integrale
Monde diplomatique edizione integrale
Le Nouvel Observateur
edizione integrale
Time
edizione integrale
Newsweek
edizione integrale
BusinessWeek
edizione integrale
Fortune
edizione integrale
The New Yorker
edizione integrale
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