L ltid ll La valutazione delle RIMANENZE DI MAGAZZINO
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L ltid ll La valutazione delle RIMANENZE DI MAGAZZINO
19/05/2014 La valutazione L l t i delle d ll RIMANENZE DI MAGAZZINO di Alb t Bertoni Alberto B t i Alberto Bertoni 1 SOMMARIO - Definizione e classificazione delle rimanenze di magazzino - Inclusione dei beni nelle rimanenze di magazzino e rilevazione della quantità da valorizzare - La normativa civilistica - La determinazione del costo di acquisto e di produzione - Le diverse configurazioni di costo: costo effettivo e costo standard - I metodi o criteri di determinazione del costo: specifica identificazione del costo, FIFO, LIFO, costo medio ponderato - Indagine empirica sui metodi utilizzati dalle societa’ quotate - Valutazione per categorie omogenee - Modifica dei criteri di valutazione - Il valore di realizzo desumibile dall'andamento del mercato - Svalutazioni e rivalutazioni - Valutazione dei lavori in corso su ordinazione - Informazioni da fornire nella nota integrativa - Bozza OIC 13 Rimanenze di magazzino Sintesi dei principali interventi - IAS 2 - Modifiche al Codice Civile proposte dall’OIC - Aspetti fiscali Alberto Bertoni 2 1 19/05/2014 Definizione Le rimanenze d’esercizio sono l’espressione di operazioni e processi produttivi in corso di svolgimento al termine del periodo amministrativo. Alberto Bertoni 3 Rimanenze finali di magazzino STATO PATRIMONIALE al 31.12 ATTIVITA' PASSIVITA' E PATRIMONIO NETTO Materie in magazzino Prodotti in magazzino CONTO ECONOMICO COSTI D‘ESERCIZIO RICAVI D'ESERCIZIO Rimanenze finali di materie Rimanenze finali di prodotti Le rimanenze finali di magazzino sono beni -acquistati o prodotti- che nell’esercizio non sono stati venduti: per il principio di competenza economica, il loro costo deve essere rinviato all’esercizio successivo in cui si avrà il correlativo ricavo. Rimanenze finali di materie/prodotti è la rettifica indiretta dei costi di acquisto (delle materie) o dei costi di produzione (dei prodotti) Materie/Prodotti in magazzino rappresenta beni di proprietà dell’impresa disponibili per la gestione futura Alberto Bertoni 4 2 19/05/2014 Rimanenze iniziali di magazzino STATO PATRIMONIALE al 1.1 ATTIVITA' PASSIVITA' E PATRIMONIO NETTO Materie in magazzino Prodotti in magazzino CONTO ECONOMICO COSTI D'ESERCIZIO RICAVI D'ESERCIZIO Rimanenze iniziali di materie Rimanenze iniziali di prodotti Materie/Prodotti in magazzino rappresenta beni di proprietà dell’impresa destinati per loro natura ad essere utilizzati interamente nella produzione del periodo: il loro valore deve essere stornato dal conto patrimoniale e riepilogato nel conto economico quale costo d’esercizio da correlare ai ricavi di vendita del nuovo esercizio. Alberto Bertoni 5 Definizione Le rimanenze d’esercizio sono valori che concorrono alla formazione del reddito di due esercizi consecutivi con segno opposto; risultano, così, la più evidente delle relazioni che avvincono due esercizi consecutivi, la più palese dimostrazione che la gestione, pur suddivisa in esercizi, è unitaria e continua. Alberto Bertoni 6 3 19/05/2014 Definizione Le rimanenze di magazzino includono i beni destinati alla vendita o che concorrono alla loro produzione nella normale attività dell’impresa. Alberto Bertoni 7 Classificazione merci sono beni acquistati per la rivendita materie prime acquistate che mediante un processo di trasformazione fisicotecnica vengono ad assumere la forma di prodotti finiti materie sussidiarie o materiali accessori: concorrono a formare il prodotto finito nel quale si incorporano, ma di minore importanza rispetto alle materie prime (chiodi, viti, bottoni, filo, inchiostri, colle, ecc.) materiali di consumo: si impiegano nel processo produttivo, ma non si incorporano nel prodotto finito (lubrificanti, gasolio per il riscaldamento, materiali per la pulizia, materiali per la manutenzione, parti di ricambio di rilevante costo e di uso frequente come le gomme per le imprese di trasporto; carta da pacchi, buste, scatole di cartone per contenere una pluralità di prodotti) prodotti finiti sono beni realizzati dall'azienda per la vendita semilavorati se a o at d d'acquisto acqu sto o d di p produzione odu o e so sono o pa parti finite e ogge oggetto o d di successive lavorazioni per l'ottenimento di prodotti finiti; possono essere oggetto di autonoma negoziazione prodotti in corso di lavorazione sono materiali e parti in stato di avanzamento per l'ottenimento di prodotti finiti; non possono essere oggetto di negoziazione nello stato in cui si trovano lavori in corso su ordinazione secondo specifiche indicazioni tecniche del cliente e per le quali è stato stipulato un contratto vincolante per le parti Alberto Bertoni 8 4 19/05/2014 Inclusione dei beni nelle rimanenze di magazzino • E' avvenuto il passaggio del titolo di proprietà (v. clausole contrattuali - anche beni in viaggio). • Comprendono i beni di proprietà presso terzi Alberto Bertoni 9 Rilevazione delle quantità da valorizzare La rilevazione delle quantità da valorizzare può avvenire in base a conta fisica (inventario fisico) da effettuarsi alla data di riferimento del bilancio o a mezzo di rilevazioni permanenti di magazzino purché l’affidabilità sia comprovata almeno una volta l’anno alla data di chiusura o a data diversa anche a rotazione. Alberto Bertoni 10 5 19/05/2014 NORMATIVA CIVILISTICA Rappresentazione nel bilancio pubblico: STATO PATRIMONIALE (art. 2424 c.c.) ATTIVO C) Attivo circolante: I - Rimanenze: 1) materie prime, sussidiarie e di consumo; 2) prodotti in corso di lavorazione e semilavorati; 3)) lavori in corso su ordinazione;; 4) prodotti finiti e merci; 5) acconti Alberto Bertoni 11 NORMATIVA CIVILISTICA CONTO ECONOMICO (art. 2425 c.c.) A) Valore della produzione: 2) variazioni delle rimanenze di prodotti in corso di lavorazione, semilavorati e finiti; 3) variazioni dei lavori in corso su ordinazione; B) Costi della produzione: 11) variazioni delle rimanenze sussidiarie, di consumo e merci. Alberto Bertoni di materie prime, 12 6 19/05/2014 NORMATIVA CIVILISTICA 2426. (Criteri di valutazioni). Nelle valutazioni devono essere osservati i seguenti criteri: 9)) le rimanenze (, i titoli e le attività finanziarie che non costituiscono immobilizzazioni) sono iscritte al costo di acquisto o di produzione, calcolato secondo il numero 1), ovvero al valore di realizzazione desumibile dall'andamento del mercato, se minore; tale minor valore non può essere mantenuto nei successivi bilanci se ne sono venuti meno i motivi. I costi di distribuzione non possono essere computati nel costo di produzione; 1) (le immobilizzazioni sono iscritte al costo di acquisto o di produzione.) Nel costo di acquisto si computano anche i costi accessori. Il costo di produzione comprende tutti i costi direttamente imputabili al prodotto. Può comprendere anche altri costi, per la quota ragionevolmente imputabile al prodotto, relativi al periodo di fabbricazione e fino al momento dal quale il bene può essere utilizzato; con gli stessi criteri possono essere aggiunti gli oneri relativi al finanziamento della fabbricazione, fabbricazione interna o presso terzi; 10) il costo dei beni fungibili può essere calcolato col metodo della media ponderata o con quelli: "primo entrato, primo uscito" o: "ultimo entrato, primo uscito"; se il valore così ottenuto differisce in misura apprezzabile dai costi correnti alla chiusura dell'esercizio, la differenza deve essere indicata, per categoria di beni, nella nota integrativa; Alberto Bertoni 13 NORMATIVA CIVILISTICA 2426. (Criteri di valutazioni). Nelle valutazioni devono essere osservati i seguenti criteri: 11) i lavori in corso su ordinazione possono essere iscritti sulla base dei corrispettivi contrattuali maturati con ragionevole certezza; 12) le attrezzature industriali e commerciali, le materie prime, sussidiarie e di consumo, possono essere iscritte nell'attivo ad un valore costante qualora siano costantemente rinnovate, e complessivamente di scarsa importanza in rapporto all'attivo di bilancio, sempreché non si abbiano variazioni sensibili nella loro entità, valore e composizione. Alberto Bertoni 14 7 19/05/2014 Principio contabile nazionale Doc. n. 13 Alberto Bertoni 15 Valutazione Le rimanenze di magazzino sono valutate al minore tra costo d’acquisto o costo di produzione e valore di mercato. La valutazione è coerente con i principi del costo come criterio base di valutazione e della prudenza Alberto Bertoni 16 8 19/05/2014 Il costo di acquisto Il costo di acquisto q (per merci, materie, semilavorati di acquisto) è determinato da: prezzo effettivo d'acquisto + oneri accessori (spese di trasporto, dogana ed altre direttamente imputabili al bene acquistato) - resi, sconti (incondizionati in fattura e di quantità), abbuoni e premi. Gli sconti cassa generalmente non vanno sottratti dal prezzo di acquisto, ma accreditati al conto economico quali proventi finanziari. Gli oneri finanziari non possono mai essere compresi nel costo di acquisto. Alberto Bertoni 17 Il costo di produzione Il costo di produzione o di fabbricazione o industriale (per prodotti finiti, semilavorati di produzione, prodotti in corso di lavorazione) comprende: costi industriali diretti + quota di costi industriali indiretti ragionevolmente imputabile al prodotto, relativa al periodo di fabbricazione e fino al momento in cui il bene può essere utilizzato • Costi industriali diretti sono costi di: materiali (diretti) utilizzati, mano d'opera diretta, imballaggi, progettazione per specifici ordini di clienti, ecc. • Costi industriali indiretti (o spese generali di produzione o industriali) sono costi di: ammortamenti industriali, industriali mano d d'opera opera indiretta, indiretta manutenzioni e riparazioni (costi fissi); materiali di consumo, piccola attrezzatura (costi variabili che variano direttamente con il variare della produzione). I parametri di ripartizione possono essere: costo della mano d'opera diretta, costo delle materie dirette, costo primo, ore mano d'opera diretta, ore macchina, ecc. Alberto Bertoni 18 9 19/05/2014 Il costo di produzione I costi industriali indiretti possono essere imputati: - sulla base di dati preventivi, "usando percentuali prefissate b basate t su un previsto i t volume l di spese relative l ti ad d un livello li ll normale di produzione"; i dati previsti devono risultare rappresentativi di quelli reali; - sulla base di dati consuntivi, tenendo però presente la capacità produttiva normale degli impianti per escludere dal valore delle rimanenze tutti quei costi anomali come quelli relativi a inattività di impianti e macchinari, scioperi,ecc., i quali rappresentano componenti negativi di reddito dell'esercizio in cuii tali t li eventiti sii sono manifestati, if t ti costiti originati i i ti da d inefficienza i ffi i manifestatasi nell'esercizio e come tali non differibili all'esercizio successivo. Gli oneri finanziari possono essere compresi nel costo di produzione alle condizioni indicate nella slide n. 21 Alberto Bertoni 19 Il costo di produzione "La capacità produttiva normale rappresenta la potenzialità (in molti casi espressa in ore dirette) dell'impianto a produrre con ragionevoli livelli di efficienza indipendentemente dalla disponibilità degli ordini; essa è inferiore alla capacità massima teorica in quanto da essa devono essere dedotti i tempi dei fermi per riparazione, indisponibilità di materiale o mano d'opera, altre cause di interruzione non prevedibili, ecc." Alberto Bertoni 20 10 19/05/2014 Gli oneri finanziari Con g gli stessi criteri di attribuzione delle spese p generali di g produzione possono essere aggiunti gli oneri relativi al finanziamento della fabbricazione alle seguenti condizioni: - il finanziamento sia stato specificamente assunto a fronte di specifiche voci che richiedono un processo produttivo di vari anni prima di poter essere vendute - gli interessi siano riferibili al periodo di produzione - gli interessi siano stati realmente sostenuti - il costo più gli interessi non ecceda il valore netto di realizzo - la capitalizzazione venga chiaramente esposta nella nota integrativa Alberto Bertoni 21 Le diverse configurazioni di costo: costo effettivo e costo standard In linea teorica, le rimanenze d’esercizio possono essere valutate a costo effettivo oppure a costo standard Alberto Bertoni 22 11 19/05/2014 Le diverse configurazioni di costo: la valutazione a costo standard I costi standard "sono il risultato di una attività di programmazione volta a definire il costo dei fattori produttivi necessari all'ottenimento di determinati p prodotti in relazione allo svolgimento g di specifiche p operazioni" (V. Coda) I costi standard non costituiscono un metodo di costo ma un sistema di contabilità industriale. Secondo questa impostazione le variazioni dei costi consuntivi rispetto ai costi standard sono costi sopportati per: - non aver raggiunto il volume normale di produzione previsto (variazioni di volume e quindi sotto assorbimento dei costi fissi per aver prodotto a livelli inferiori rispetto alla capacità produttiva normale); - maggiori consumi dei fattori produttivi (variazioni di efficienza); - maggiori prezzi pagati per disporre di condizioni produttive (variazioni di prezzo). e come tali non rinviabili all'esercizio successivo tramite le rimanenze. Valutare le rimanenze a costo standard significa imputare le variazioni dei costi consuntivi rispetto ai costi standard interamente al reddito dell'esercizio in cui si sono formate le rimanenze. Alberto Bertoni 23 Le diverse configurazioni di costo: la valutazione a costo effettivo Secondo questa impostazione, impostazione non è logico valutare i beni in rimanenza in base a quanto sarebbero costati, ma a quanto effettivamente sono costati, con la conseguenza di imputare le variazioni dei costi consuntivi rispetto ai costi standard anche al reddito dell'esercizio successivo a quello in cui si sono formate le rimanenze. rimanenze Alberto Bertoni 24 12 19/05/2014 Le diverse configurazioni di costo: costo effettivo o costo standard Sia la configurazione a costo standard che quella a costo effettivo teoricamente sono da considerarsi valide. I principi contabili optano per il costo effettivo, ma scelgono il costo standard nel caso di variazioni di volume (produzione effettiva < capacità produttiva normale). I principi contabili consentono la valutazione a costi standard nel senso ampio del termine a condizione che i gli stessi costi vengano aggiornati per poter rappresentare costi effettivi o reali. Alberto Bertoni 25 Metodi di determinazione del costo (o flusso dei costi) Ai fini della valutazione delle rimanenze di magazzino, i metodi o criteri di determinazione del costo dei beni acquistati sono: – specifica identificazione del costo; – FIFO – LIFO – costo medio ponderato Alberto Bertoni 26 13 19/05/2014 Metodi di determinazione del costo Specifica p identificazione del costo • pregio: identifica i singoli beni acquistati ed i relativi costi; consente quindi di valutare i beni esattamente al loro prezzo di acquisto. • aspetto critico: non è, in genere, praticamente attuabile a causa dell'entità delle rimanenze e della loro velocità di rotazione. E' un metodo che si applica solo per i beni non fungibili, eventualmente per i beni facilmente deperibili. Alberto Bertoni 27 Metodi di determinazione del costo Per i beni fungibili non è conveniente e talvolta possibile procedere ad una specifica identificazione dei costo, per cui si rende necessario ricorrere alla formulazione di ipotesi circa i lotti di acquisto, con i relativi costi di acquisto, dai quali si sono prelevate le materie prime o le merci Alberto Bertoni 28 14 19/05/2014 Metodi di determinazione del costo FIFO (First In, First Out) Con questo metodo si ricorre all’ipotesi-finzione che le prime partite entrate in magazzino p g siano le p prime ad uscire,, p per cui le rimanenze si valutano agli ultimi prezzi. pregi: - tende a riflettere con una certa approssimazione la successione fisica dei beni nel magazzino (escono per primi i beni entrati per primi) e a determinare nel caso, valori delle rimanenze che non si discostano significativamente da quelli ottenibili applicando il metodo della specifica identificazione del costo (ipotesi verosimile per i beni deperibili) - nello stato patrimoniale, sia in fase di prezzi crescenti che in caso di prezzi decrescenti, i valori delle rimanenze sono esposti ai prezzi più recenti rispetto alla data di bilancio. Alberto Bertoni 29 Metodi di determinazione del costo FIFO (First In, First Out) aspetti critici: - tende ad accostare nel conto economico a ricavi recenti costi meno recenti; il confronto di questi dati non omogenei può originare in fase di prezzi crescenti, in particolare se il rigiro del magazzino è lento, i cosiddetti "profitti di magazzino" e determinare conseguentemente un aumento degli utili dell'esercizio; di contro quando i prezzi diminuiscono gli utili si riducono. - Le variazioni dei prezzi a fine esercizio possono influire anche in misura significativa sul valore delle rimanenze. rimanenze In conclusione, applicando questo metodo i redditi d'esercizio non sempre risultano significativi. Alberto Bertoni 30 15 19/05/2014 Data Quantità entrate Prezzo unitario Rimanenze iniziali 350 Euro 40 12/2 200 Euro 45 10/4 27/5 250 150 Euro 50 15/7 7/10 Quantità uscite 200 100 Euro 60 15/12 150 Quantità: 200 FIFO: (100*60) + (100*50) = Euro 11.000 Alberto Bertoni 31 Metodi di determinazione del costo LIFO (Last In , First Out) Con questo metodo si ricorre all’ipotesi-finzione che le ultime partite entrate in magazzino siano le prime ad uscire, uscire per cui le rimanenze si valutano ai primi prezzi. pregi: - tende ad accostare nel conto economico valori formatisi in tempi più ravvicinati (costi recenti a ricavi recenti) - iin fase f di prezzii crescenti, ti se il magazzino i nell periodo i d non diminuisce, porta alla determinazione di minori utili e conseguentemente di minori imposte. Alberto Bertoni 32 16 19/05/2014 Metodi di determinazione del costo LIFO (Last In , First Out) aspetti critici: - - frequentemente non riflette la successione fisica dei beni nel magazzino; nello stato patrimoniale, in fase di prezzi crescenti, i valori delle rimanenze risultano inferiori ai prezzi correnti alla data di bilancio, anche in misura notevole se i prezzi assunti per la valutazione del magazzino si sono formati in tempi remoti; nel conto economico, nel caso in cui a fine esercizio si abbia una quantità di beni inferiore rispetto a quella esistente all'inizio all inizio dell dell'esercizio esercizio, ed i prezzi sono crescenti, crescenti si pongono in correlazione minori costi (anche remoti) con ricavi correnti, aumenta quindi il reddito. In conclusione, il LIFO è un metodo di valutazione prudenziale solo in condizioni di prezzi crescenti e quantità non decrescenti. Alberto Bertoni 33 Data Quantità entrate Prezzo unitario Rimanenze iniziali 350 Euro 40 12/2 200 Euro 45 10/4 27/5 250 150 Euro 50 15/7 7/10 Quantità uscite 200 100 Euro 60 15/12 150 LIFO di periodo: (200*40) = Euro 8.000 Alberto Bertoni 34 17 19/05/2014 Metodi di determinazione del costo I metodi FIFO e LIFO introducono nelle sintesi di fine esercizio un fattore di variabilità difficilmente ponderabile per cui non sono metodi da applicare nella valutazione dei beni i cui prezzi e quantità fluttuano nel tempo. Alberto Bertoni 35 Metodi di determinazione del costo COSTO MEDIO PONDERATO metodo che considera "i beni acquistati a date diverse e a diversi costi come facenti parte di un insieme, in cui i singoli acquisti non sono più identificabili ma sono tutti ugualmente disponibili" • pregio: tende a livellare i movimenti dei prezzi, mediando gli effetti che le variazioni dei prezzi e delle quantità hanno sulla valutazione del magazzino. • aspetto critico: il valore delle rimanenze ottenuto con tale metodo può discostarsi dai prezzi correnti alla data di bilancio. Alberto Bertoni 36 18 19/05/2014 Data Quantità entrate Prezzo unitario Rimanenze iniziali 350 Euro 40 12/2 200 Euro 45 10/4 27/5 250 150 Euro 50 15/7 7/10 Quantità uscite 200 100 Euro 60 15/12 150 COSTO MEDIO PONDERATO di periodo: (350*40)+(200*45)+(150*50)+(100*60) = 45,625 800 Valore complessivo: (45,625*200) = Euro 9.125 Alberto Bertoni 37 Metodi di determinazione del costo Varianti LIFO • LIFO di p periodo: è l'alternativa p più logica g perché p p più aderente alla teoria del LIFO • LIFO continuo, si applica rispettando l'ordine cronologico dei movimenti di magazzino; l’aspetto critico è che la valutazione è influenzata dal momento in cui vengono effettuati gli scarichi • LIFO a scatti: si assume che tutte le partite caricate in un certo periodo, siano entrate nello stesso istante al costo medio ponderato d’acquisto dell’esercizio; risulta così ridotto il numero dei lotti da considerare; è aderente alla teoria del LIFO Nel primo esercizio le rimanenze finali si valutano a costo medio ponderato d’acquisto. Negli esercizi successivi si possono presentare due situazioni: rf > ri fino a concorrenza delle quantità in rimanenza all'inizio del periodo la valutazione coincide con quella delle rimanenze iniziali; le quantità incrementali si valutano al costo medio ponderato di acquisto dell’esercizio in cui aumentano le rimanenze rf < ri LIFO (Nel caso remoto in cui esattamente rf = ri LIFO) Alberto Bertoni 38 19 19/05/2014 Data Quantità entrate Prezzo unitario Rimanenze iniziali 350 Euro 40 12/2 200 Euro 45 10/4 27/5 250 150 Euro 50 15/7 7/10 Quantità uscite 200 100 Euro 60 15/12 150 LIFO continuo: (200*40) = Euro 8.000 Alberto Bertoni 39 Data Quantità entrate Prezzo unitario Rimanenze iniziali 350 Euro 40 12/2 200 Euro 45 10/4 27/5 250 150 Euro 50 15/7 7/10 Quantità uscite 200 100 Euro 60 15/12 150 LIFO a scatti rf 200 < ri 350: LIFO; per cui (200*40) = Euro 8.000 Alberto Bertoni 40 20 19/05/2014 Caso LIFO a scatti Periodo Quantità in rimanenza Costo medio ponderato d’acquisto Valore rimanenze 1 100 6 (100x6) 2 150 7 (100x6) + (50x7) 3 190 8 (100x6) + (50x7) + (40x8) 4 180 9 (100x6) + (50x7) + (30x8) 5 200 10 (100x6) + (50x7) + (30x8) + (20x10) 6 140 11 (100x6) + (40x7) 7 140 12 (100x6) + (40x7) 8 150 13 (100x6) + (40x7) + (10x13) 9 200 14 (100x6) + (40x7) + (10x13) + (50x14) Alberto Bertoni 41 Metodi di determinazione del costo Varianti costo medio ponderato p • di periodo (comprende le rimanenze iniziali) - viene effettuato un solo calcolo al termine del periodo; è l'alternativa più pratica; la ponderazione può essere calcolata su base annuale o mensile o di altro periodo (ad es. trimestrale) a seconda delle caratteristiche dell'attività dell'impresa • per movimento dopo ogni singolo acquisto • d'acquisto (non comprende le rimanenze iniziali) - anche in questo caso viene effettuato un solo calcolo al termine del periodo; in genere, non comprendendo le rimanenze iniziali, viene applicato solo se combinato con il lifo (lifo a scatti) Alberto Bertoni 42 21 19/05/2014 Data Quantità entrate Prezzo unitario Rimanenze iniziali 350 Euro 40 12/2 200 Euro 45 Quantità uscite 10/4 250 27/5 150 Euro 50 15/7 200 7/10 100 Euro 60 15/12 150 COSTO MEDIO PONDERATO di acquisto: (200*45)+(150*50)+(100*60) = 50 450 Valore complessivo: (50*200) = Euro 10.000 Alberto Bertoni 43 Data Quantità entrate Prezzo unitario Rimanenze iniziali 350 Euro 40 12/2 200 Euro 45 10/4 27/5 250 150 Euro 50 15/7 7/10 Quantità uscite 200 100 15/12 Euro 60 150 COSTO MEDIO PONDERATO per movimento: I (12/2) II (27/5) III (7/10) (350*40)+(200*45) = 41,818 550 (300*41,818)+(150*50) = 44,545 450 (250*44,545)+(100*60) = 48,961 350 Alberto Bertoni Valore complessivo: (48,961*200) = Euro 9.792 44 22 19/05/2014 Flusso dei costi nella valutazione dei prodotti in corso di lavorazione, dei semilavorati di produzione, dei prodotti finiti I prelievi di materie prime dove si sono incorporati? nei prodotti venduti, in quelli in rimanenza o nei semilavorati? Ipotesi finzione: i primi prelievi si incorporano nei prodotti finiti venduti, poi nei prodotti finiti in rimanenza, quindi nei semilavorati infine costituiscono le rimanenze di materie. semilavorati, materie Alberto Bertoni 45 Flusso dei costi nella valutazione dei prodotti in corso di lavorazione, dei semilavorati di produzione, dei prodotti finiti Ritornando all’esempio proposto di valutazione delle rimanenze, si supponga che le materie prelevate nell’esercizio nell esercizio -quantità quantità 600 600si riferiscano alla produzione di 600 prodotti finiti di cui 500 venduti e 100 in rimanenza (una unità di materia per ogni unità di prodotto); Con il criterio FIFO secondo l’ipotesi finzione descritta nel lucido precedente, i primi prelievi di materie (prime entrate) si incorporano nei prodotti finiti venduti (350*40 + 150*45), poi i prelievi successivi nei prodotti finiti in rimanenza, prelievi che si valutano come segue: 50*45 + 50*50 Alberto Bertoni 46 23 19/05/2014 Flusso dei costi nella valutazione dei prodotti in corso di lavorazione, dei semilavorati di produzione, dei prodotti finiti Per il LIFO O si p possono seguire g due logiche: g • logica globale aziendale • logica di reparto Alberto Bertoni 47 Flusso dei costi nella valutazione dei prodotti in corso di lavorazione, dei semilavorati di produzione, dei prodotti finiti LIFO • logica globale aziendale (che richiama il LIFO di periodo) fa riferimento per quanto riguarda l'entrata e l'uscita dei beni all'azienda nel suo insieme (i prodotti venduti incorporano le materie prime acquistate più di recente, i prodotti finiti in rimanenza incorporano le materie acquistate in tempi meno recenti) Sempre con riguardo all’esempio proposto, i primi prelievi di materie (ultime entrate) si incorporano nei prodotti finiti venduti (100*60 (100 60 + 150 150*50 50 + 200 200*45 45 +50*40), 50 40), poi i prelievi successivi nei prodotti finiti in rimanenza, prelievi che si valutano 100*40 Alberto Bertoni 48 24 19/05/2014 Flusso dei costi nella valutazione dei prodotti in corso di lavorazione, dei semilavorati di produzione, dei prodotti finiti LIFO • logica g di reparto p ((che richiama il LIFO continuo)) riflette esattamente i movimenti dal magazzino materie al magazzino prodotti finiti (la logica LIFO si applica al magazzino materie, poi al magazzino prodotti: supponendo che le materie prime vengano prelevate dopo due acquisti, i prodotti finiti in rimanenza essendo stati realizzati per primi incorporano materie prime acquistate in tempi più recenti, mentre i prodotti venduti sono quelli ottenuti per ultimi che incorporano le materie prime acquistate in tempi meno recenti) magazzino g materie magazzino prodotti I acquisto (meno recente) 21 II acquisto (più recente) 22 LIFO I prod. 22 (rimanenze) II prod. 21 LIFO Prelievo per prodotti venduti 21 Alberto Bertoni 49 Flusso dei costi nella valutazione dei prodotti in corso di lavorazione, dei semilavorati di produzione, dei prodotti finiti criterio costo medio ponderato Con riguardo all’esempio proposto di valutazione delle rimanenze secondo il criterio del costo medio ponderato di periodo, le materie incorporate nei prodotti finiti venduti e nei prodotti finiti in rimanenza si valutano sempre a 45,625 per unità; per i prodotti finiti in rimanenza, quindi, le materie incorporate sono valutate 100 * 45,625 E’ questo il pregio del costo ponderato di periodo per le imprese industriali: allo stesso valore (medio) sono valutate le materie in rimanenza, le materie incorporate nei semilavorati e nei prodotti finiti in rimanenza, le materie incorporate nei prodotti finiti venduti Alberto Bertoni 50 25 19/05/2014 Sintesi Criteri Costo specifico di acquisto Beni Beni non fungibili Per beni fungibili: FIFO Beni deperibili No per beni i cui prezzi fluttuano nel tempo LIFO di periodo Ai fini fiscali (in situazione di prezzi crescenti) No per beni le cui quantità fluttuano nel tempo Costo medio ponderato (di periodo) Imprese industriali Beni i cui prezzi e quantità fluttuano nel tempo No per beni deperibili Costo medio ponderato (di period) o FIFO In tutti gli altri casi (Per contabilità industriale: FIFO, LIFO continuo, costo medio ponderato per movimento) Alberto Bertoni 51 Conclusioni Al di fuori di casi specifici: - costo specifico d’acquisto per i beni non fungibili e - FIFO per i beni deperibili, per gli altri beni, chi scrive ritiene che il costo medio ponderato sia il criterio teoricamente preferibile, e tra le diverse varianti, in particolare per le imprese industriali, il costo medio ponderato di periodo. Alberto Bertoni 52 26 19/05/2014 Un’indagine empirica sui metodi utilizzati dalle società quotate in borsa italiana Alberto Bertoni 53 GRAFICO 1. Società quotate sul segmento MTA di Borsa Italiana che presentano rimanenze di magazzino, suddivise per il criterio di valutazione del costo utilizzato per valutare tali rimanenze. Totale società: 196 Alberto Bertoni 54 27 19/05/2014 GRAFICO 2. Società quotate sul segmento MTA di Borsa Italiana che utilizzano il criterio del CMP per valutare le rimanenze di magazzino e che hanno risposto al questionario, suddivise per la tipologia di CMP applicata. Totale società: 76 Alberto Bertoni 55 Metodi di determinazione del costo Generalmente il flusso adottato per il magazzino prodotti è l stesso lo t utilizzato tili t per il magazzino i materie, t i ma: "Come regola generale la stessa configurazione di costo dovrebbe essere adottata per tutte le classi componenti le rimanenze di magazzino. Tuttavia ragioni come la natura delle rimanenze di magazzino, la diversificazione dell'attività dell'impresa e la struttura amministrativa, possono talvolta far ritenere appropriata l'adozione di diversi criteri di valutazione per le diverse classi di rimanenza (come definite nella sezione A.I.) applicati con costanza nel tempo. Ad esempio, l'adozione d l LIFO o FIFO per le del l materie t i prime i e l'adozione l' d i d l costo del t medio ponderato per i lavori in corso." (principi contabili, documento n. 13) Nota: solo sei società quotate utilizzano due criteri di valutazione (Indagine condotta da Mara Tomasetto) Alberto Bertoni 56 28 19/05/2014 Valutazione per categorie omogenee La valutazione delle rimanenze deve essere fatta voce per voce, voce tuttavia si può procedere con la costituzione di famiglie o categorie omogenee Le categorie omogenee sono voci molto simili per natura merceologica e costo oppure di diversa natura merceologica ma uguale costo Alberto Bertoni 57 Cambiamenti di principi contabili Definizione Un cambiamento di principio contabile è rappresentato da una o più variazioni rispetto ai principi contabili adottati nel precedente esercizio. Un cambiamento di principio contabile è ammesso solo se validamente motivato e se effettuato per una migliore pp in bilancio dei fatti e delle operazioni p rappresentazione dell’impresa. Alberto Bertoni 58 29 19/05/2014 Cambiamenti di principi contabili Rilevazione U cambiamento Un bi t di principio i i i contabile t bil deve d essere applicato retroattivamente. Si ha applicazione retroattiva di un cambiamento di principio contabile quando il nuovo principio contabile trova applicazione anche su fatti ed operazioni avvenuti negli esercizi precedenti a quello in cui interviene il cambiamento. cambiamento Alberto Bertoni 59 Cambiamenti di principi contabili Rappresentazione in bilancio dell’effetto di un cambiamento di principio contabile applicato retroattivamente L’”effetto cumulativo” sul patrimonio netto iniziale che si sarebbe avuto applicando retroattivamente il nuovo criterio va rilevato come componente straordinario di conto economico. L effetto sul risultato ordinario L”effetto ordinario” dell dell’esercizio esercizio a seguito della modifica del criterio di valutazione deve essere indicato in nota integrativa, insieme all’effetto complessivo sul risultato di esercizio e sul patrimonio netto. Alberto Bertoni 60 30 19/05/2014 Cambiamenti di principi contabili • Esempio p di rappresentazione in bilancio dell’effetto di un cambiamento di principio contabile applicato retroattivamente Passaggio gg a fine esercizio dalla valutazione delle rimanenze da LIFO a FIFO LIFO FIFO EFFETTO 800 1.100 “cumulativo” sul patrimonio iniziale +300 1.000 1.400 Rimanenze iniziali Rimanenze finali Variazione delle rimanenze +200 +300 sul reddito ordinario d’esercizio +100 complessivo +400 Alberto Bertoni 61 Cambiamenti di principi contabili esempio (segue) 1.1 Magazzino a 31.12 Magazzino a Bilancio apertura Effetto cumulativo cambiamenti criteri valutazioni a Magazzino 800 800 300 300 1.1 Rimanenze iniziali 31.12 Magazzino 31.12 31.12 CE a Rimanenze iniziali 1.100 1.100 Diversi a CE 1.700 Eff tt cumulativo Effetto l ti cambiamento bi t criteri it i val.l (comp. ( str.) t ) 300 Rimanenze finali 1.400 a Rimanenze finali 1.100 1.100 1.400 1.400 Effetto sul risultato ordinario dell’esercizio: (Ri 800 + 300); (Rf 1.000+ 400) = + 100 Alberto Bertoni 62 31 19/05/2014 Cambiamenti di principi contabili IAS 8 I principi contabili internazionali impongono di rilevare le variazioni nei principi di valutazione delle voci di bilancio in modo retrospettico (benchmark) , imputando gli effetti dei cambiamenti di principi a rettifica del saldo di apertura del patrimonio netto (riserve) che viene ad essere rideterminato come se il nuovo principio contabile fosse stato applicato in tutti i bilanci precedenti (nell’esempio proposto, l’effetto è di 300). I dati d ti comparativi ti i del d l precedente d t bilancio, bil i influenzati i fl ti dal d l cambiamento di principio di valutazione, debbono essere opportunamente modificati Alberto Bertoni 63 Il valore di mercato Il valore di mercato si identifica: • per i beni acquistati con il costo di sostituzione, che rappresenta il “costo con il quale in normali condizioni di gestione una determinata voce in magazzino può essere riacquistata o riprodotta" • per i beni prodotti, le merci ed altre rimanenze destinate alla vendita con il valore netto di realizzo, che rappresenta il “prezzo di vendita nel corso della normale gestione (ossia di una impresa in funzionamento), al netto dei costi di completamento e delle spese dirette di vendita che possono ragionevolmente prevedersi". Il costo di sostituzione e il valore netto di realizzo da prendere in considerazione sono come punto di riferimento quelli alla data di bilancio; ma se si manifestano variazioni nei prezzi nel periodo successivo alla data di bilancio, di queste si deve tenere conto. Nel caso venissero meno i motivi che avevano comportato la svalutazione del magazzino, si deve ripristinare il costo storico. Alberto Bertoni 64 32 19/05/2014 I fondi di deprezzamento Per allinearli al mercato, è preferibile svalutare i costi delle rimanenze indirettamente con fondi di deprezzamento solo per i beni di lento movimento (beni in eccesso rispetto ad una giacenza media ragionevole); eventualmente per beni obsoleti (beni che si prevede non vengano venduti od utilizzati in produzione nel normale ciclo operativo dell'impresa) che però è meglio svalutare direttamente senza fondo. fondo Alberto Bertoni 65 Svalutazioni e rivalutazioni • Svaluta Svalutazione ione - Implicita nella valutazione del magazzino - Esplicita (indiretta) - Conto economico: A2, B11 Variazioni delle rimanenze .. • Ripresa di valore - Implicita nella valutazione del magazzino - Esplicita - Conto economico: A2, B11 Variazioni delle rimanenze .. Alberto Bertoni 66 33 19/05/2014 Valutazione dei lavori in corso su ordinazione I lavori in corso su ordinazione possono essere valutati secondo due criteri - Criterio della commessa completata o del contratto completato - Criterio della percentuale di completamento o dello stato di avanzamento Alberto Bertoni 67 Valutazione dei lavori in corso su ordinazione • vendita certa • tempo t di produzione d i > 12 mesi • importo della commessa noto • pagamento in funzione dello stato di avanzamento • commessa non espressamente richiesta da un cliente • tempo di produzione < 12 mesi VALUTAZIONE SECONDO IL CRITERIO DELLA PERCENTUALE DI COMPLETAMENTO VALUTAZIONE SECONDO IL CRITERIO DELLA COMMESSA COMPLETATA Alberto Bertoni 68 34 19/05/2014 Il metodo della commessa completata Secondo questo metodo i ricavi ed il margine di commessa vengono riconosciuti solo quando il contratto è completato, cioè le opere sono ultimate e consegnate Con questo criterio la valutazione va fatta al minore tra costo e mercato, in sintonia con i criteri di valutazione previsti per le rimanenze. Alberto Bertoni 69 Il metodo della percentuale di completamento Secondo q questo metodo costi,, ricavi e margine g di commessa vengono riconosciuti in funzione dell’avanzamento dell’attività produttiva Alberto Bertoni 70 35 19/05/2014 Il metodo della percentuale di completamento Metodi p per determinare la p percentuale di completamento sono: metodo del costo sostenuto metodo delle ore lavorate metodo delle unità consegnate metodo delle misurazioni fisiche Alberto Bertoni 71 Il metodo della percentuale di completamento Esempio Ricavi di commessa stimati Costi di commessa stimati Utile in formazione f 1.000 (700) 300 Costi sostenuti nel periodo 280 Scissione del margine Costi sostenuti + % Utile in formazione 280 + 40% di 300 Valore delle rimanenze 400 Alberto Bertoni 72 36 19/05/2014 Il metodo della percentuale di completamento Le perdite, come nel metodo della commessa completata, vanno imputate per intero nell’esercizio in cui ha luogo la previsione Alberto Bertoni 73 NOTA INTEGRATIVA La nota integrativa deve indicare, oltre a quanto stabilito da altre disposizioni: 1) i criteri applicati nella valutazione delle voci di bilancio, nelle rettifiche di valore e nella conversione dei valori non espressi all'origine in moneta avente corso legale nello Stato; 4) le variazioni intervenute nella consistenza delle altre voci dell'attivo e del passivo; in particolare, per i fondi e per il trattamento di fine rapporto, le utilizzazioni e gli accantonamenti; 8) l'ammontare degli oneri finanziari imputati nell'esercizio ai valori iscritti nell'attivo dello stato patrimoniale, distintamente per ogni voce. Alberto Bertoni 74 37 19/05/2014 Bozza OIC 13 Rimanenze di magazzino Sintesi dei principali interventi • La disciplina della capitalizzazione degli oneri finanziari è stata rivista con l’obiettivo di renderla di più agevole comprensione e applicazione. In analogia a quanto previsto per il principio OIC 16 – Immobilizzazioni materiali, è riconosciuta la possibilità di capitalizzare gli oneri finanziari, sia quelli specifici che quelli generici, in proporzione alla durata del periodo di fabbricazione, se la sua durata è significativa (periodo ultrannuale). • Si fornisce una breve descrizione del metodo del prezzo al dettaglio con un esempio applicativo in appendice nella prospettiva di rendere più chiara l’esposizione e i riferimenti presenti. Alberto Bertoni 75 Bozza OIC 13 Rimanenze di magazzino Sintesi dei principali interventi • Sono introdotte delle previsioni specifiche in tema dei contributi in conto esercizio relativi all’acquisto di rimanenze ed il relativo trattamento contabile. In particolare, si precisa che, ai fini della valutazione delle rimanenze, i contributi in conto esercizio ricevuti sono portati in deduzione al costo di acquisto dei materiali. In questo modo, la valutazione delle rimanenze permette di sospendere i costi effettivamente sostenuti, ossia al netto dei contributi ricevuti. • Si forniscono inoltre indicazioni sulla classificazione dei relativi importi nelle voci di conto economico Alberto Bertoni 76 38 19/05/2014 IAS 2 revised 19. Le rimanenze di beni non fungibili e dei beni mantenuti distinti per specifici progetti devono essere valutate a costo specifico. specifico 21. Le rimanenze di beni fungibili devono essere valutate secondo il metodo FIFO o i metodi del costo medio ponderato (trattamento contabile di riferimento). 23. Il costo LIFO, previsto in precedenza come trattamento contabile alternativo consentito, è stato eliminato 13. Può essere appropriato includere, nel costo delle rimanenze, spese generali non di produzione quali: costi di magazzinaggio necessari nel processo di produzione (altri costi di magazzinaggio non possono essere inclusi), inclusi) spese dirette amministrative e commerciali che contribuiscono a portare le rimanenze nel luogo e nelle condizioni attuali. Le differenze di cambio sulle operazioni di acquisto dei beni rimasti in rimanenza si imputano al reddito dell'esercizio in cui si è svolta l'operazione di acquisto. Alberto Bertoni 77 Il valore netto realizzabile Svalutazione Il costo delle rimanenze non può essere realizzabile solo se esse sono danneggiate, se sono diventate - in tutto o in parte - obsolete, o se i loro prezzi di vendita sono diminuiti. Analogamente, nel caso in cui i costi di completamento o i costi di vendita stimati siano aumentati, il costo delle rimanenze può non essere realizzabile. In questi casi deve essere effettuata una svalutazione delle rimanenze voce per voce, anche se in alcuni casi è appropriato raggruppare beni simili o correlati. Le stime del valore netto realizzabile si devono basare sulle informazioni più attendibili di cui si dispone. Queste stime prendono in considerazione l’andamento dei prezzi e tutte quelle altre condizioni, anche nel periodo successivo alla data di chiusura del bilancio, che hanno effetto sulla determinazione di un prezzo “realistico”. Analoga impostazione è seguita dalBertoni doc. n. 13 dei principi italiani. Alberto 78 39 19/05/2014 Il valore netto realizzabile (segue) Rimanenze con ordini di vendita Il par. 28 dello IAS 2 precisa il trattamento contabile dei beni in magazzino tenuti a fronte di vendite concluse o contratti di fornitura di servizi (vendite o servizi per i quali non è più possibile modificare il prezzo): il valore netto realizzabile è in questi casi il prezzo del contratto. Eventuali perdite previste devono essere rilevate per il principio della prudenza al momento in cui divengono note stanziando un fondo da esporre tra le passività. Secondo lo IAS 2 una nuova valutazione al valore netto realizzabile deve essere effettuata in ogni esercizio. esercizio Quando le circostanze che avevano eventualmente causato una svalutazione non sussistono più, la stessa svalutazione deve essere stornata, in modo che il nuovo valore corrisponda al minore tra costo e mkt. Il doc. n. 13 dei principi contabili italiani prevede anche il trattamento contabile delle perdite derivanti da ordini di acquisto. Analogo trattamento è contenuto Alberto Bertoni 79 nello IAS 37 (“Accantonamenti ai fondi rischi e passività potenziali”). Prestazioni di servizi Secondo lo IAS 2.19 anche le imprese fornitrici di servizi devono rilevare il l rimanenze, le i espresse dai d i costiti di produzione d i d i servizi dei i i già ià prestati e non ancora inclusi tra i ricavi in base allo IAS 18. il costo delle rimanenze di un prestatore di servizi è composto principalmente dal costo del lavoro e dagli altri costi del personale direttamente impiegato nella prestazione del servizio (incluso il personale addetto alla supervisione e le spese generali attribuibili). Alberto Bertoni 80 40 19/05/2014 Modifiche al Codice Civile proposte dall’OIC in attuazione delle Direttive UE 2001/65 e 2003/51 Alberto Bertoni 81 Criteri di valutazione (art. 2426) 9) le rimanenze sono iscritte al costo di acquisto o di produzione, calcolato secondo il numero 1), ovvero al valore di realizzazione desumibile d ll’ d dall’andamento t del d l mercato, t se minore; i t l minor tale i valore l non puòò essere mantenuto nei successivi bilanci se ne sono venuti meno i motivi. I costi di distribuzione non possono essere computati nel costo di produzione; 10) il costo dei beni fungibili può essere calcolato col metodo della media ponderata o con quello “primo entrato, primo uscito”; se il valore così ottenuto differisce in misura apprezzabile dai costi correnti alla chiusura dell’esercizio, la differenza deve essere indicata, per ogni categoria di beni, nella nota integrativa; 11) i lavori in corso su ordinazione devono essere iscritti sulla base dei corrispettivi maturati con ragionevole certezza; Alberto Bertoni 82 41 19/05/2014 NORMATIVA FISCALE VARIAZIONI DELLE RIMANENZE (art. 92) • • • • • 1. (2. e 3.) Le variazioni delle rimanenze finali rispetto alle esistenze iniziali, concorrono a formare il reddito dell'esercizio. A tal fine le rimanenze finali, la cui valutazione non sia effettuata a costi specifici o a norma dell'art. 60, sono assunte per un valore non inferiore a quello che risulta raggruppando i beni in categorie omogenee per natura e per valore e attribuendo a ciascun gruppo un valore non inferiore al LIFO a scatti 4. Per le imprese che valutano in bilancio le rimanenze finali con il metodo della media ponderata o del "primo entrato, primo uscito" o con varianti del LIFO, le rimanenze finali sono assunte per il valore che risulta dall'applicazione del metodo adottato. 5. Se in un esercizio il valore unitario medio dei beni, determinato a norma dei commi precedenti, è superiore al valore normale medio di essi nell'ultimo mese dell'esercizio, il valore minimo di cui al comma 1 è determinato moltiplicando l'intera quantità dei beni, indipendentemente dall'esercizio di formazione, per il valore normale. Il minor valore attribuito alle rimanenze in conformità alle disposizioni del presente comma vale anche per gli esercizi successivi sempre che le rimanenze non risultino iscritte nello stato patimoniale per un valore superiore. 6. I prodotti in corso di lavorazione e i servizi in corso di esecuzione al termine dell'esercizio sono valutati in base alle spese sostenute nell'esercizio stesso, stesso salvo quanto stabilito nell'art. 60 per le opere, le forniture e i servizi di durata ultrannuale. 8. Per gli esercenti attività di commercio al minuto che valutano le rimanenze delle merci con il metodo del prezzo al dettaglio si tiene conto del valore così determinato anche in deroga alla disposizione al comma 1, a condizione che nella dichiarazione dei redditi o in apposito allegato siano illustrati i criteri e le modalità di applicazione del detto metodo, con riferimento all'oggetto e alla struttura organizzativa dell'impresa. Alberto Bertoni 83 La valutazione delle rimanenze ai fini fiscali per le società che adottano gli IAS D.M. 1° aprile 2009, n. 48. (Gazz Uff (Gazz. Uff. n n. 111 del 15 maggio 2009) Art. 5. Criteri di neutralità e first time adoption 1. I criteri di neutralità previsti dall’articolo 13 del decreto legislativo 28 febbraio 2005, n. 38 rilevano anche in sede di prima applicazione degli IAS effettuata successivamente al periodo di imposta in corso al 31 dicembre 2007 Per cui, l’impresa pur adottando nel bilancio civilistico i criteri ammessi dai principi contabili internazionali, può continuare ad adottare ai soli fini fiscali il LIFO a scatti (v. c. 4 art.92 TUIR) Alberto Bertoni 84 42