AVER CURA - Azienda per i Servizi Sanitari n. 6
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AVER CURA - Azienda per i Servizi Sanitari n. 6
Azienda per i Servizi Sanitari n. 6 “Friuli Occidentale” Via Vecchia Ceramica, 1 33170 Pordenone Tel. 0434 369111 - Fax 0434 523011 [email protected] - www.ass6.sanita.fvg.it AVER CURA Assistenti familiari in provincia di Pordenone. Aspetti sanitari e sociali. Rapporto di ricerca PROGET PROGETTO “TUTELA E PROMOZIONE DELLA SALUTE DELLE ASSISTENTI FAMILIARI ” AVER CURA Assistenti familiari in provincia di Pordenone. Aspetti sanitari e sociali. Rapporto di ricerca A cura di AVER CURA. Rapporto di ricerca AVER CURA Rapporto di ricerca realizzato nell’ambito del progetto “Tutela e promozione della salute delle assistenti familiari”, coordinato da Gabriella Lucchitta e Silvana Corona (ASS6). Hanno collaborato alla raccolta dei dati: Claudia Centazzo, Mara Cevrain, Laura Goi, assistenti infermieristiche dei Distretti sanitari, mediatrici dell’Associazione Onlus Circolo Aperto LPT (Olha Humovska, Maria Oprea, Silvia Genovese, Sonila Xhaferri, Zenia Maria da Costa, Nabila Khalil, Stella Asante, Clara Dirsan). Hanno operativamente condotto l’indagine, predisponendo i diversi strumenti di raccolta dati, effettuando l’elaborazione statistica dei dati e curando la stesura finale del rapporto: Paolo Tomasin e Eliano Fregonese di e-labora. Si ringraziano quanti, a vario titolo, hanno contributo alla realizzazione del presente lavoro. In copertina foto di Olha Humovska. Pordenone, giugno 2009 a cura di: e-labora 2 AVER CURA. Rapporto di ricerca Indice generale 1. Presentazione ........................................................................................................................ 4 2. Il fenomeno delle assistenti familiari ...................................................................................... 5 2.1 Distinzioni concettuali e terminologiche ....................................................................... 5 2.2 Breve rassegna degli studi ............................................................................................. 6 3. Il percorso di ricerca............................................................................................................ 11 3.1 Contesto ....................................................................................................................... 11 3.2 Obiettivi ....................................................................................................................... 12 3.3 Articolazione dell’indagine ......................................................................................... 12 3.4 L’accesso al campo...................................................................................................... 13 4. Verso una mappatura dei servizi .......................................................................................... 15 4.1 Metodologia................................................................................................................. 15 4.2 Soggetti e servizi.......................................................................................................... 16 4.3 Relazioni e collaborazioni ........................................................................................... 25 4.4 Sintesi dei principali risultati ....................................................................................... 27 5. Il profilo delle assistenti familiari ......................................................................................... 28 5.1 Esiti della somministrazione del questionario ............................................................. 28 5.2 Chi sono le assistenti familiari..................................................................................... 30 5.3 Il percorso migratorio .................................................................................................. 33 5.4 Stili di vita ................................................................................................................... 35 5.5 Condizioni di salute ..................................................................................................... 37 5.6 Percorso lavorativo ...................................................................................................... 40 5.7 Conoscenze, competenze e fabbisogni professionali................................................... 45 5.8 Rischi professionali e violenze .................................................................................... 47 5.9 Chi assistono................................................................................................................ 48 5.10 Grado di soddisfazione e prospettive future .............................................................. 50 5.11 Sintesi: conferme e peculiarità riscontrate................................................................. 51 6. Il profilo degli assistiti.......................................................................................................... 53 6.1 Campionamento ed esito della somministrazione ....................................................... 53 6.2 Chi sono e dove vivono gli assistiti ............................................................................. 54 6.3 Condizioni di salute ..................................................................................................... 59 6.4 Scelta e reclutamento delle badanti ............................................................................. 61 6.6 Rapporto di assistenza: dimensioni contrattuali e relazionali...................................... 63 6.7 Oltre l’assistente familiare........................................................................................... 69 6.8 Grado di soddisfazione, fiducia e disponibilità ........................................................... 71 6.9 Conclusioni.................................................................................................................. 73 7. La voce dei servizi sociali e sociosanitari .............................................................................. 74 7.1 Metodologia impiegata ................................................................................................ 74 7.2 Risultati emersi ............................................................................................................ 74 8. Conclusioni ......................................................................................................................... 78 8.1 Le peculiarità del fenomeno nel pordenonese ............................................................. 79 8.2 Spunti di riflessione e intervento ................................................................................. 80 Riferimenti bibliografici........................................................................................................... 83 Allegato A) Elenco indagini sul tema delle assistenti familiari .................................................. 85 Allegato B) Organizzazioni che hanno partecipato all’indagine ................................................ 87 Allegato C) Questionari impiegati............................................................................................ 88 a cura di: e-labora 3 AVER CURA. Rapporto di ricerca 1. Presentazione Aver cura è il risultato di uno sforzo conoscitivo volto ad analizzare, empiricamente e da più punti di vista, il fenomeno delle assistenti familiari in provincia di Pordenone. L’indagine è parte di un più generale progetto denominato “Tutela e promozione della salute delle assistenti familiari” - promosso dall’Azienda per i Servizi Sanitari n. 6 “Friuli Occidentale” in collaborazione con altre organizzazioni del territorio e finanziato dalla Regione Friuli Venezia Giulia. Aver cura è quanto fanno quotidianamente numerose “badanti”, la stragrande maggioranza di origine straniera, con anziani e disabili non completamente autosufficienti, sostenendo in tal modo le famiglie e integrando, alle volte forse sostituendo, i servizi assistenziali e sociosanitari domiciliari preposti. Aver cura, infatti, è quanto i familiari degli anziani e delle persone non autosufficienti sono continuamente chiamati a fare, non delegando completamente agli altri la cura dei propri cari, ma potendo contare su una rete di servizi in grado di alleviare il loro carico assistenziale. Aver cura può essere letto, però, anche come esortazione ad aprire spazi di riflessione all’interno dei servizi affinché famiglia assistita e assistente familiare siano considerate delle risorse da valorizzare, ma anche da sostenere come soggetti fragili, entrambi. In questo senso, gli interventi di tutela e di promozione della salute delle assistenti familiari, unitamente ad azioni di integrazione sociale, vanno nella direzione del miglioramento della qualità della vita degli assistiti, favorendone domiciliarità, sicurezza e benessere. Aver cura, infine, è una sorta di indicazione operativa rivolta a tutti coloro che riconoscendo il legame di reciprocità che unisce tra loro gli esseri umani, in particolare quelli che vivono fianco a fianco - sono convinti della possibilità di realizzare un welfare di comunità. Il Direttore Generale Dott. Nicola Delli Quadri a cura di: e-labora 4 AVER CURA. Rapporto di ricerca 2. Il fenomeno delle assistenti familiari Per facilitare la comprensione dei risultati emersi dall’indagine realizzata in provincia di Pordenone è parso opportuno illustrare preliminarmente alcune distinzioni concettuali e linguistiche attinenti all’oggetto analizzato e dar conto di come il fenomeno delle assistenti domiciliari viene descritto da altri e recenti studi empirici condotti sia a livello nazionale che in diversi contesti locali. 2.1 Distinzioni concettuali e terminologiche Le assistenti familiari sono da considerarsi uno specifico sottogruppo della figura professionale dei collaboratori domestici (lavoratori domestici salariati), definiti come “coloro che prestano un’attività lavorativa continuativa per le necessità della vita familiare del datore di lavoro”1. In questa categoria appartengono anche colf2, baby-sitter e altre professionalità quali autisti, cuochi, giardinieri, ecc..3 Un tempo, nemmeno molto distante, questi profili professionali componevano quello che veniva chiamata la “servitù”. L’assistenza familiare è definita, all’articolo 1 della L.R. n. 24\2004, come “lavoro di cura e aiuto prestato a domicilio da persone singole, non in rapporto di parentela con l’assistito, anche straniere, a favore di persone anziane e disabili in situazione di non autosufficienza a rischio di istituzionalizzazione”. Le assistenti familiari si differenziano quindi dagli altri collaboratori domestici in quanto la loro prestazione ha per oggetto uno specifico “lavoro di cura e aiuto” di persone anziane o disabili, nella maggioranza dei casi non autosufficienti, mentre le 1 Definizione adottata dall’ISTAT [ISTAT, 2008]. Contrazione di col(laboratrice) f(amiliare), termine impiegato a partire dagli anni Settanta per designare la domestica, la donna di servizio o più generalmente appunto, la collaboratrice familiare. La prima indagine sociologica a livello nazionale condotta sul fenomeno è senza dubbio quella realizzata da Olga Turrini che così definisce la nuova figura professionale oggetto di studio: “Collaboratrici familiari (Colf) è uno dei termini oggi adottati per esprimere meglio l’identità della categoria delle lavoratrici domestiche. Coniato dalla ACLI che hanno uno specifico settore ACLI-COLF, è stato anche assunto nel testo del contratto collettivo nazionale sulla disciplina del rapporto di lavoro domestico, stilato il 22 maggio 1974. Anche noi adotteremo di preferenza questo termine, assieme a quello di lavoratrici domestiche” [Turrini, 1977]. 3 L’attuale contratto collettivo nazionale di lavoro sulla disciplina del rapporto di lavoro domestico è stato approvato in data 16 febbraio 2007 con decorrenza dal 1. marzo 2007 al 28 febbraio 2011. 2 a cura di: e-labora 5 AVER CURA. Rapporto di ricerca colf si occupano prevalentemente di pulizie o di aspetti inerenti altre faccende domestiche e le baby-sitter di accudire bambini. Non sempre però nella realtà quotidiana la distinzione qui tracciata tra assistente familiare e colf è così netta. Come si avrà modo di verificare più avanti, le assistenti familiari intervistate nel corso dell’indagine ammettono nella maggior parte dei casi di occuparsi di più faccende domestiche. Solo da alcuni anni si è diffuso, anche grazie al massiccio impiego da parte della stampa e dei restanti mass media, il termine badante quale sinonimo di assistente familiare4. Inizialmente considerato vocabolo quasi gergale, connotato persino spregiativamente è stato, e continua ad essere, oggetto anche di un dibattito terminologico che ha visto fronteggiarsi sostenitori e oppositori. Tra i termini alternativi proposti si trovano quello di “curante” e di “aiutante domiciliare” [Castegnaro, 2002], che però non sembrano aver molto attecchito. Il termine, participio presente del verbo badare - con il significato di stare attento, aver cura, occuparsi –, non appariva ancora come sostantivo nell’edizione 2000-2001 del Dizionario della lingua Italia di Devoto-Oli. Oggi invece è presente in quasi tutti i dizionari della lingua italiana per indicare chi assiste a domicilio un anziano, un malato, un disabile. La figura sociale della badante ha esordito anche nella narrativa con il romanzo del pescarese Paolo Teobaldi dal titolo appunto: “La badante, un amore involontario” [Teobaldi, 2004]5. 2.2 Breve rassegna degli studi Il fenomeno del lavoro domestico salariato è da tempo oggetto di studio da parte di indagini storiche, statistiche e sociologiche [Andall e Sarti, 2004]. Trattasi di un fenomeno caratterizzato, da sempre, dalla quasi assoluta prevalenza della componente femminile e profondamente intrecciato con i percorsi migratori, siano essi nazionali o internazionali. Nondimeno, i cambiamenti occorsi nei primi anni del nuovo millennio hanno così trasformato il lavoro domestico, ed in particolare quella sua componente 4 Secondo il giornalista e scrittore Enrico Deaglio il termine conquista spazio sui media a partire dal 1997, assieme ad altre figure sociali quali lo scafista, la velina ecc.. [E. Deaglio, PATRIA 1978-2008, Il saggiatore, Milano, 2009; p. 503]. 5 Nel romanzo il termine è usato come sinonimo di colf o domestica in quanto narra la vicenda di un pensionato che poco dopo la scomparsa della moglie, nonostante viva in modo attivo, su sollecitazione delle figlie, si decide a prendere in casa “una badante” di cui si innamorerà. a cura di: e-labora 6 AVER CURA. Rapporto di ricerca prevalente relativa all’assistenza familiare, che lo rendono nuovamente un interessante oggetto di indagine empirica. Nel corso degli ultimi anni, infatti, vi è stata una ripresa degli studi sull’argomento con una copiosa produzione di ricerche che si propongono di analizzarne i diversi aspetti. Senza alcuna pretesa di esaustività, un elenco delle più recenti indagini empiriche è riportato nell’allegato a). Le fonti qui utilizzate per dar conto delle più recenti acquisizioni conoscitive sul composito fenomeno in oggetto hanno matrice diversa. Attraverso di esse sarà possibile comparare e interpretare i dati emersi in provincia di Pordenone. Innanzitutto, si presentano le ultime statistiche ufficiali prodotte a livello nazionale da INPS e ISTAT rispettivamente sul lavoro domestico e su quello immigrato. In secondo luogo, si illustrano i principali risultati emersi da indagini empiriche, di tipo campionario, condotte da enti di ricerca e volte a fornire stime del fenomeno a livello nazionale. Una terza fonte è quella offerta dalle indagini di tipo quantitativo e qualitativo prodotte a livello locale (regionale, provinciale e distrettuale). Fondamentali sono poi i dati ricavabili dal monitoraggio del progetto Assistenti Familiari della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia attuato in collaborazione con le amministrazioni delle quattro province6. Una interessante ricognizione regionale sul fenomeno, benché ormai datata, è altresì quella realizzata dall’IRSSeS volta ad analizzare gli esiti dell’applicazione dell’articolo 9 della L.R. n. 24/2004, ovvero la concessione da parte degli Enti gestori del Servizio sociale dei Comuni del sostegno economico alle persone singole in situazione di non autosufficienza o alle famiglie di soggetti in tale condizione che, per il proprio accudimento o di quello del proprio parente, si avvalevano di personale addetto all’assistenza familiare [IRSSeS, 2007]7. Infine, date anche le finalità di ordine sanitario e sociosanitario dell’ente promotore del progetto e gli intenti della ricerca, una particolare attenzione è stata poi riservata agli, ancora poco numerosi, studi e documenti prodotti in tema di condizione di salute delle donne straniere e, nello specifico, delle assistenti familiari8. 6 Recentemente il progetto ha cambiato denominazione diventando “Progetto Professionisti in famiglia” e vede la partecipazione anche del Dipartimento delle Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri. 7 La misura ha preceduto l’attivazione del Fondo per l’Autonomia Possibile (FAP), prevista dall’art. 41 della L.R. n. 6/2006. 8 Si è fatto tesoro della tesi di laurea di Silvia Coccato, indubbiamente una delle prime rilevazioni su questo fenomeno [Coccato, 2002], nonché di indagini sanitarie fondate sul questionario PASSI (Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia), ecc.. a cura di: e-labora 7 AVER CURA. Rapporto di ricerca Secondo gli ultimi dati INPS, relativi al 2008, a livello nazionale si contano 562.000 lavoratori domestici, la maggior parte di sesso femminile, di cui 435.000 con cittadinanza non italiana. Le principali nazionalità straniere dei lavoratori domestici risultano essere: romena, ucraina e filippina [INPS, 2008]. Questi dati fanno ovviamente riferimento agli occupati con regolare contratto di lavoro9. Uno studio sulla presenza degli stranieri nel mercato del lavoro italiano, prodotto dall’ISTAT e relativo al 2006, attesta l’importanza del lavoro domestico per la componente femminile immigrata: ben il 41% del totale delle donne non italiane occupate prestano servizio all’interno di famiglie; il dato raggiunge il 44,2% se consideriamo le non comunitarie. Per contro solo il 5,1% degli uomini stranieri risulta impiegato in questo settore di attività [ISTAT, 2008]. Una recente indagine dell’IRS (Istituto di Ricerca Sociale) di Milano, che da tempo si occupa del fenomeno, ha stimato che in Italia esistono 774.000 assistenti familiari, di cui 700.000 straniere [IRS, 2008]. La stessa indagine valuta che il 6,6% degli anziani ultra sessantacinquenni utilizzerebbe una badante. Il dato al Nord Italia salirebbe ad un anziano ogni dieci. Sempre secondo l’IRS, le assistenti familiari potrebbero essere suddivise in tre grandi categorie: 1) quelle con regolare contratto di lavoro (secondo la stima raggiungerebbero il 33% del totale); 2) quelle senza regolare contratto di lavoro, italiane o straniere in regola con il permesso di soggiorno che per vari motivi non usufruiscono di una formalizzazione occupazionale secondo le normative vigenti (secondo la stima raggiungerebbero il 24% del totale); 3) quelle irregolarmente presenti, straniere senza permesso di soggiorno e senza regolare contratto di lavoro (secondo la stima raggiungerebbero il 43% del totale). Un ulteriore ed interessante elemento emerso nella ricerca IRS è il fatto che il fenomeno delle assistenti familiari è in profondo mutamento. Negli ultimi anni il profilo sociale delle badanti sta cambiando. Le caratteristiche che differenziano le assistenti di oggi rispetto a quelle di qualche anno fa, sono: - età più giovane, - irregolarità contrattuale più diffusa, - maggior interesse verso un lavoro ad ore anziché alla coresidenza, 9 Sul tema del contratto di lavoro per colf e badanti è esplosa ultimamente una copiosa produzione editoriale di tipo manualistico [Bettagno, 2008; Noto, 2008; Fracaro, 2009]. a cura di: e-labora 8 AVER CURA. Rapporto di ricerca - sono maggiormente disponibili a frequentare corsi di aggiornamento professionale. Varie sono le indagini prodotte a livello locale che evidenziano come il fenomeno non ha una completa omogeneità territoriale su scala nazionale. Emergono disparità non solo tra Nord e Sud Italia, ma anche tra regione e regione, nonché tra aree geografiche più ridotte. Le indagini locali risentono anche del periodo di raccolta dati, diventando velocemente delle fotografie ingiallite di fronte ad un fenomeno reale in rapida evoluzione. Alcune questioni che esse rilevano rimangono però tuttora valide come quella posta a partire da un’analisi del fenomeno delle badanti nel Comune di Verona: l’assistenza agli anziani, così come si è sviluppata, nasconde delle convenienze utili un po’ a tutti i soggetti in campo, nonché al sistema di welfare [Spano, 2006]10. I dati prodotti dai monitoraggi trimestrali del progetto “Assistenti familiari” aiutano a capire l’andamento e le caratteristiche della domanda e dell’offerta del fenomeno nella regione Friuli Venezia Giulia e nelle singole province11. E’ bene precisare che trattasi di dati di flusso e relativi ai contratti regolarmente stipulati tra famiglia assistita e assistente familiare. Per quanto riguarda la provincia di Pordenone, il servizio registra un costante aumento nel tempo dei contratti regolarmente stipulati (Cfr. figura n.1), anche se l’inclinazione della curva di crescita risulta difficilmente interpretabile. Altri dati offerti dal progetto regionale sono i tratti sociodemografici dell’assistente familiare: quasi esclusivamente di sesso femminile, prevalentemente di nazionalità straniera e proveniente soprattutto dai Paesi dell’Est Europa, sia da quelli neocomunitari (Romania) che extracomunitari (Ucraina, Moldavia). 10 “[…] Questo fenomeno ha trovato spazio e si è sviluppato in un sistema di welfare che manifesta uno scarto sempre più evidente tra l’evoluzione dei bisogni della popolazione e la capacità di mettere in campo realizzazioni istituzionali. A fronte di processi straordinariamente complessi si è progressivamente affermata l’immagine di un sistema di welfare che, nella produzione di risposte ai bisogni sociali, assomiglia a un patchwork casuale piuttosto che a un network organizzato” [Spano, 2006: 63-64]. 11 I rapporti di monitoraggio sono scaricabili dal portale online della Regione Friuli Venezia Giulia: www.regione.fvg.it a cura di: e-labora 9 AVER CURA. Rapporto di ricerca Fig. 1 - Andamento della sottoscrizione di contratti di assistenza familiare in provincia di Pordenone (dati 2005-2008) 700 N° contratti 629 600 597 500 400 300 200 100 191 116 Totale: 1.533 0 2005 2006 2007 2008 Fonte: nostre elaborazioni su dati Agenzia Regionale del lavoro e della formazione professionale del FVG Il progetto regionale offre anche alcune indicazioni e proposte. Tra queste è particolarmente sottolineata quella che occorre coordinare soggetti e interventi diversi, ovvero mettere a sistema i sostegni alle famiglie con quelli alle assistenti familiari. Le condizioni di salute dei caregiver sono un fattore basilare per garantire lo stato di benessere degli assistiti. Quando l’assistente familiare è una donna immigrata le variabili da considerare aumentano e possono essere l’intreccio di più dimensioni: da quelle relative al vissuto di migrante (estraneità culturale rispetto alla nuova situazione) alla pesantezza del lavoro assistenziale, tanto dal punto di vista fisico quanto psicologico [Coccato, 2002]. In particolare sembrerebbero emergere: - la presenza di problemi di salute o stati di malessere sommersi, non sempre esplicitati (in particolare di natura psicologica e relazionale); - il permanere di stili di vita, abitudini culinarie e alimentari, frutto di tradizioni culturali non sempre prossime alle nostre; - l’urgenza di una ridefinizione pratica, sul campo, da parte dei servizi pubblici socioassistenziali e sociosanitari, dei ruoli assistenziali e infermieristici svolti a domicilio. a cura di: e-labora 10 AVER CURA. Rapporto di ricerca 3. Il percorso di ricerca 3.1 Contesto L’allungamento della vita media con il conseguente incremento della popolazione anziana, l’assottigliamento della numerosità dei nuclei familiari, insieme al progressivo diminuire delle reti di cura parentali hanno favorito negli ultimi anni, anche nella provincia di Pordenone, il diffondersi del fenomeno delle badanti, per la maggior parte reclutate tra le donne straniere. Secondo l’ultimo dossier statistico Caritas/Migrantes, il territorio provinciale ospitava al 1. gennaio 2008 un numero di stranieri soggiornanti stimabili tra le 32.300 e le 34.500 unità [Caritas/Migrantes, 2008]. Alla stessa data le anagrafi dei 51 comuni della Provincia registravano la presenza di 28.781 cittadini stranieri, equivalenti al 9,35% della popolazione totale. La presenza femminile straniera risultava consistente (48,7% del totale residenti), ma essa era la componente assolutamente preponderante (oltre il 60%) in alcune cittadinanze, quali Ucraina, Moldavia e Colombia. Nel contesto sociodemografico sopra delineato, l’Azienda per i Servizi Sanitari n. 6 “Friuli Occidentale” ha da tempo attivato interventi per promuovere la tutela della salute delle persone straniere, in particolare delle donne occupate, favorendo un loro empowerment. Come evidenziato nel progetto all’interno del quale ha preso avvio la presente ricerca, “già nella fase di predisposizione dei primi PAT/PDZ12, l’Azienda per i Servizi Sanitari si è posta il problema di come rispondere ad alcune necessità delle lavoratrici che svolgono un’attività di aiuto alla persona, nella consapevolezza del ruolo delle assistenti familiari all’interno di un sistema sociosanitario, in un’ottica di miglioramento della qualità della vita di coloro che ricevono assistenza oltre che di chi la presta”. Perseguendo tali finalità nel 2007 è stata predisposta la stesura, la stampa e la diffusione, in collaborazione con lo Sportello Assistenti Familiari di Italia Lavoro13, del manuale multilingue “Capire e capirsi” 12 Programmi delle Attività Territoriali e Piani di Zona: strumenti programmatori delle politiche sanitaria, sociali e sociosanitarie adottati dalla L.R. n. 23/2004. 13 Italia Lavoro è un ente strumentale del Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali per la promozione e per la gestione di azioni nel campo delle politiche del lavoro, dell'occupazione e dell'inclusione sociale. Italia Lavoro realizza azioni e programmi in collaborazione con le Regioni, le Province e le Amministrazioni Locali, per migliorare le capacità del sistema paese nel creare opportunità di occupazione, rivolgendosi, in particolare, alle categorie più deboli del mercato del lavoro. In Friuli Venezia Giulia, Italia Lavoro, in collaborazione con l’amministrazione regionale e la Caritas ha avviato il progetto “Occupazione e servizi alla persona” sfociato poi nel successivo Progetto Assistenti Familiari, di cui si è già fatto cenno. a cura di: e-labora 11 AVER CURA. Rapporto di ricerca volto a supportare le assistenti familiari nella rete dei servizi, fornendo anche indicazioni su come impostare il rapporto con l’assistito, la sua famiglia e la comunità. La necessità di esplorare empiricamente a livello locale il fenomeno delle badanti nasce anche dal fatto che, aldilà dei dati offerti dal monitoraggio degli sportelli Assistenti Familiari di cui si è avuto modo di riferire nel precedente capitolo, non esiste ad oggi alcuna analisi conoscitiva approfondita in grado di fondare lo sviluppo ed il miglioramento delle iniziative messe in atto. 3.2 Obiettivi Il progetto promosso nel 2008 dall’Azienda per i servizi sanitari n. 6 “Friuli Occidentale” si è proposto, attraverso l’azione di ricerca, innanzitutto di aumentare la comprensione della realtà sociale e sociosanitaria delle assistenti familiari, occupate a prescindere dalla regolarità del contratto e della loro posizione giuridica, e dei loro assistiti in provincia di Pordenone. Questa conoscenza è tutt’oggi ritenuta propedeutica per il raggiungimento di alcuni obiettivi operativi: potenziare e migliorare la rete di collaborazioni tra le diverse organizzazioni coinvolte sul tema in questione, nonché su quello più generale della salute dei migranti; favorire l’empowerment delle donne immigrate occupate nei servizi alla persona, affinché potenzino le capacità di gestire in modo corretto la propria salute, di acquisire una più profonda consapevolezza dei propri diritti sociali e lavorativi; individuare e proporre adeguati interventi di carattere integrato, ovvero che sappiano coniugare gli aspetti socioassistenziali e sociosanitari - rivolti tanto alle assistenti familiari quanto ai loro assistiti - con quelli informativi, formativi, del lavoro, ma anche abitativi e culturali. 3.3 Articolazione dell’indagine Per il raggiungimento degli obiettivi sopra descritti la ricerca si è articolata in quattro diverse, ma interdipendenti linee di indagine empirica: 1) mappatura delle organizzazioni che a vario titolo erogano servizi alle assistenti familiari nel territorio provinciale; a cura di: e-labora 12 AVER CURA. Rapporto di ricerca 2) ricostruzione del profilo delle assistenti familiari, attraverso una rilevazione campionaria con somministrazione di questionario anonimo semi-strutturato; 3) ricostruzione del profilo degli assistiti, attraverso una rilevazione campionaria con somministrazione di questionario anonimo semi-strutturato; 4) raccolta di opinioni e riflessioni presenti nei servizi pubblici impegnati nell’assistenza domiciliare e infermieristica territoriale, ottenuta attraverso la realizzazione di un focus group. Di ogni indirizzo metodologico si dirà più dettagliatamente presentando i risultati emersi delle quattro linee investigative. 3.4 L’accesso al campo Prima di presentare i risultati delle quattro linee d’indagine si ritiene opportuno per la loro ricchezza conoscitiva, esporre alcune note sul processo di acquisizione dei dati. Quanto emerso nella fase di accesso al campo e di somministrazione faccia a faccia dei questionari è infatti definibile come altrettanto significativo risultato della ricerca. Le fonti da cui si è attinto per la stesura di queste note sono stati i diari di somministrazione, tenuti dal team delle intervistatrici alle badanti, ed i resoconti forniti da tutti gli intervistatori durante i ripetuti debriefing realizzati nel percorso di raccolta dati che si è prolungato per alcuni mesi tra la fine del 2008 e l’inizio del 2009. Le assistenti familiari, in particolare di origine straniera - benché visibili nelle strade, nei parchi, mentre parlano tra loro o accompagnano i loro assistiti - non sono figure facilmente raggiungibili. La loro individuazione come la successiva somministrazione dei questionari hanno incontrato numerose difficoltà. Dal punto di vista organizzativo e logistico l’indagine ha dovuto affrontare delle lentezze burocratiche e una limitata sinergia da parte di alcuni servizi che più frequentemente intrattengono rapporti con le assistenti familiari, ritardando possibilità di un contatto. In secondo luogo, nonostante la raccolta delle informazioni fosse stata affidata a mediatrici linguistiche e culturali, provenienti dallo stesso Paese dell’assistente, il primo contatto ha spesso registrato una sorta di diffidenza da parte di queste ultime. Ripetuti sono stati i rifiuti da parte di badanti che non hanno ritenuto conveniente rendersi disponibili alla somministrazione del questionario. In particolare si sono a cura di: e-labora 13 AVER CURA. Rapporto di ricerca registrati rifiuti di badanti in gruppo14. Questa non completa disponibilità è certamente un segnale, confermato anche nella quarta linea d’indagine, della lontananza che separa queste persone dalla società italiana ed in particolare da alcuni servizi. Quando le mediatrici sono riuscite ad instaurare un minimo di dialogo, le motivazioni addotte da alcune di loro per sottrarsi all’indagine hanno riguardato la mancanza di tempo15, l’incomprensione dell’utilità di tale strumento per migliorare la loro situazione, l’esternazione di paure diverse. Due fattori esterni hanno inoltre contribuito ad aumentare le difficoltà nel raggiungimento delle assistenti familiari: il periodo invernale che senza dubbio vede la riduzione della frequentazione dei luoghi all’aperto; le notizie apparse sui mass media relative al contrasto degli immigrati clandestini, ma spesso capaci di fomentare effettiva insicurezza sociale generalizzando ed estendendo richiami verso tutti gli stranieri. 14 In questi contesti infatti è sufficiente che uno si dimostri perplesso o contrario per diffondere tale atteggiamento anche in tutti gli altri presenti. 15 In effetti chi si è sottoposto all’indagine ha destinato un’ora o più del proprio limitato tempo libero a disposizione. a cura di: e-labora 14 AVER CURA. Rapporto di ricerca 4. Verso una mappatura dei servizi La prima linea investigativa è il tentativo di pervenire ad una prima mappatura delle organizzazioni che, in provincia di Pordenone forniscono servizi alle assistenti familiari. Gli obiettivi non erano ristretti all’ottenimento di una lista di organizzazioni e alla descrizione delle loro attività, ma allargati per comprendervi anche le relazioni tra di esse, al fine di identificare eventuali reti di collaborazione. 4.1 Metodologia L’indagine ha permesso di individuare, attraverso l’impiego di diverse fonti e seguendo il metodo dello snow-ball16, 53 soggetti organizzativi che in provincia di Pordenone si interfacciano, a vario titolo e a diversa intensità, con le assistenti familiari17. Ai singoli componenti di questo elenco è stata inoltrata una lettera ed avviato un contatto telefonico per verificare l’attendibilità delle informazioni a disposizione e la disponibilità ad approfondirle attraverso la compilazione di una scheda (Cfr. allegato c). Gli esiti di questo processo di raccolta dati, sviluppatosi da luglio ad ottobre 2008, hanno prodotto la restituzione di 39 schede compilate. I risultati qui presentati sono quindi fondati su questa porzione di organizzazioni che può ritenersi accettabile per una prima rappresentazione di alcune dimensioni relative ai servizi offerti, ma certamente risulta largamente parziale per la ricostruzione del network relazionale esistente tra di loro. Accanto alle informazioni raccolte con la somministrazione delle schede, sembra interessante soffermarsi sulle difficoltà di accesso al campo riscontrate che possono essere così sintetizzate: - di tipo comunicativo (lettere non arrivate, non trasmesse internamente, non lette o lette con scarsa attenzione, ecc.); - di tipo cognitivo (non comprensione dell’oggetto dell’indagine e delle intenzioni dell’ASS6); 16 Con tale metodo si indica un procedimento di raccolta dati che procede progressivamente accogliendo via via informazioni ed indicazioni anche da coloro che sono oggetto di intervista. 17 Dal punto di vista metodologico, ogni sede erogatrice di servizi è stata ritenuta unità d’analisi. Ciò significa che in alcuni casi e per alcune variabili, l’organizzazione con più servizi dislocati in sede diversa è stata computata più volte. a cura di: e-labora 15 AVER CURA. Rapporto di ricerca - di non disponibilità a collaborare all’indagine (rifiuto esplicito, interposizione di ostacoli, ecc.), in alcuni casi risoltosi con il tempo, in altri rimasto definitivo. 4.2 Soggetti e servizi Forma giuridica. Le organizzazioni che hanno partecipato alla rilevazione rappresentano sia il settore pubblico che quello del privato sociale, ma è presente, benché in forma minoritaria, anche il privato for profit. Le assistenti familiari rappresentano dunque un campo di azione dove intervengono diversi attori organizzativi con finalità profondamente diverse18. Fig. 4.1 - Forma giuridica delle organizzazioni rispondenti 0 2 4 6 8 10 Ente Pubblico 12 14 16 18 17 Associazione 9 Cooperativa sociale 6 Ente morale 3 Ditta individuale 2 Altro 2 Totale: 39 Localizzazione sede e livello territoriale d’intervento. La maggior parte delle organizzazioni ha sede nel distretto sanitario urbano, ovvero a Pordenone. Tutti i cinque distretti dell’Azienda per i Servizi Sanitari ospitano nel proprio territorio delle organizzazioni che si occupano di assistenti familiari. Inoltre sono stati intercettati anche soggetti che, pur operando nel territorio considerato, hanno la loro sede principale in altra provincia o regione. 18 Lo stesso dicasi per l’assistenza domiciliare agli anziani e ai disabili non autosufficienti attraverso l’impiego delle badanti. a cura di: e-labora 16 AVER CURA. Rapporto di ricerca Fig. 4.2 - Localizzazione della sede 0 2 4 6 8 10 12 14 16 18 20 19 6.5 Pordenone 6.1 Sacile 6 6.4 Maniago 6 4 6.3 Azzano Decimo 6.2 San Vito 2 Fuori provincia 2 1 Fuori regione Totale: 39 Il livello territoriale d’intervento delle unità organizzative è principalmente sovra-comunale (distrettuale, provinciale o regionale), facendo emergere come i servizi per le assistenti familiari vengano attivati in aree geografiche vaste, con un certo peso demografico. Fig. 4.3 - Livello territoriale d’intervento 0 Comunale 2 4 6 8 10 12 14 16 4 Sovracomunale / Ambito Distrettuale 14 11 Provinciale Regionale 5 Altro 5 Totale: 39 Attività erogate a favore delle assistenti familiari. La principale attività a favore delle assistenti familiari emersa tra le diverse organizzazioni è quella di fornire informazioni. Oltre la metà forniscono anche servizi di orientamento; 12 a cura di: e-labora 17 AVER CURA. Rapporto di ricerca soggetti si occupano di interventi formativi e 9 di intermediazione tra domanda ed offerta di lavoro. Fig. 4.4 - Tipo di attività 0 5 10 15 20 25 Informazioni 24 Formazione 12 Intermediazione al lavoro 9 Segretariato 8 Consulenza legale Altro (assistenza e ricerca alloggio, mediazione linguistica, culturale, ecc..) 35 28 Orientamento Micro credito 30 6 1 11 Totale: 39 Risposte multiple La maggior parte delle organizzazioni è dotata di uno sportello aperto al pubblico. Solo sei soggetti tra quelli analizzati effettuano unicamente azioni di backoffice. Fig. 4.5 - Presenza di sportelli NO; 6 SI; 33 Totale: 39 Un indicatore particolarmente interessante è la numerosità delle attività erogate a favore delle assistenti familiari. Ebbene, più delle metà delle organizzazioni interpellate eroga tre o più attività diverse tra quelle sopra elencate. Ciò evidenzia la bassa specializzazione del rapporto con le assistenti familiari, ovvero il fatto che esso condensa richieste e risposte multiple. a cura di: e-labora 18 AVER CURA. Rapporto di ricerca Fig. 4.6 - Numero di attività diverse Più di 5 attività diverse; 4 Fino a 2 attività diverse; 18 3-4 attività diverse; 17 Totale: 39 Personale dedicato. Dalla rilevazione emerge che solo un terzo delle organizzazioni dispongono di personale dedicato, e quindi si presume con competenze specifiche, al rapporto con gli immigrati, per un totale di 41 figure professionali. Lo stesso numero di organizzazioni dichiara di avvalersi di mediatori linguisticoculturali. Questi dati, indirettamente, ci allertano che solo una piccola parte delle organizzazioni coinvolte ha aperto canali specifici per il dialogo con l’utenza non italiana. Fig. 4.7 - Numero di organizzazioni con personale dedicato al rapporto con gli immigrati SI; 13 NO; 26 Totale: 39 a cura di: e-labora 19 AVER CURA. Rapporto di ricerca Fig. 4.8 - Numero di organizzazioni che si avvale di mediatori SI; 13 NO; 26 Totale: 39 Utenza. Circa un quarto delle organizzazioni ha come utenza prevalentemente persone straniere, la metà ha un’utenza mista, mentre l’altro quarto principalmente italiana. Fig.4.9 - numero di organizzazioni per nazionalità dell’utenza Prevalentemen te italiani; 9 Entrambi; 20 Prevalentemen te stranieri; 10 Totale: 39 Rispetto all’utenza immigrata, due organizzazioni dichiarano che l’anno rapporti prevalentemente con assistenti familiari o persone che intendono diventarlo. Altre quattro organizzazioni affermano che questo tipo di utenza raggiunge per loro un 25-50%, mentre per tutte le altre, le badanti o le aspiranti tali rappresentano meno di un quarto della loro utenza. a cura di: e-labora 20 AVER CURA. Rapporto di ricerca Fig. 4.10 - Numero di organizzazioni per incidenza badanti in qualità di utenti Più delle metà; 2 Tra un quarto e la metà; 4 Meno di un quarto; 15 Totale: 21 Un terzo delle organizzazioni risulta aver incontrato tra i propri utenti assistenti familiari prive di regolare permesso di soggiorno. Un terzo afferma il contrario e il terzo mancante non ha offerto informazioni a tal proposito. Fig. 4.11 - Numero di organizzazioni che hanno intercettato assistenti familiari non in regola con il permesso di soggiorno NON SO; 10 NO; 13 SI; 14 Totale: 37 Canali di conoscenza delle organizzazioni. L’utenza arriva a conoscere queste organizzazioni principalmente attraverso il passaparola. E’ questo canale che ancor oggi, epoca delle tecnologie digitali, sembra veicolare - meglio di qualsiasi altro mezzo - le informazioni sull’esistenza dei servizi presenti sul territorio. Molto importante risulta poi essere anche la diffusione di materiale informativo. Al terzo a cura di: e-labora 21 AVER CURA. Rapporto di ricerca posto si colloca l’invio da parte di operatori di altre organizzazioni, ovvero l’informazione sull’esistenza di un dato servizio viene fornita all’utente quando frequenta uno sportello. Quest’ultimo dato lascerebbe trasparire che, perlomeno tra gli operatori, le organizzazioni attive sul settore sono note. Fig. 4.12 - Modalità di conoscenza dell’organizzazione 0 5 10 15 20 25 35 40 27 Passaparola 23 Materiale informativo Invio da parte di altri servizi 19 Altro Non so 30 3 Totale: 39; 2 Possibili risposte multiple Le richieste delle assistenti familiari. La principale richiesta proveniente dalle assistenti familiari è quella della ricerca di un lavoro. Questa domanda è esplicitata non solo da persone (prevalentemente straniere) che intendono diventare badante, ma anche da chi ha già una tale occupazione ed intende cambiare assistito o tipo di lavoro. Al secondo posto, ma con un’evidente distanza, vi è la richiesta di un corso di lingua italiana. Seguono richieste di aiuto di tipo amministrativo burocratico, relative alle pratiche di ricongiungimento familiare, al rinnovo dei permessi di soggiorno, alla consulenza sul contratto di lavoro, ecc.. Ciò che attira l’attenzione è anche l’ampio ventaglio di esigenze espresse, che spaziano su diverse dimensioni di vita. a cura di: e-labora 22 AVER CURA. Rapporto di ricerca Fig. 4.13 - Tipo di richiesta espressa dalle assistenti familiari alle organizzazioni interpellate 0 2 4 6 8 10 12 14 16 18 20 Ricerca lavoro Corsi di lingua italiana Pratiche ricongiungimento familiari Rinnovo permesso di soggiorno Consulenza sul contratto di lavoro Corsi formativi professionalizzanti Informazione prestazioni socio-sanitarie Reperimento alloggio Compilazione documenti burocratici vari Sostegno economico Tutela legale Occasioni d'incontro/dialogo con altre donne Sostegno alla genitorialità Informazioni sul funzionamento comuni Informazioni sulla scuola Supporto per i trasporti Ben 11 organizzazioni hanno raccolto dalle assistenti familiari richieste inerenti aspetti sanitari. Questo dato sembra legittimare fortemente l’intervento in questo campo da parte dell’Azienda per i Servizi Sanitari. Fig. 4.14 - Numero di organizzazioni che hanno raccolto esigenze relative all’assistenza sanitaria SI; 11 NO; 28 Totale: 39 a cura di: e-labora 23 22 AVER CURA. Rapporto di ricerca Fenomeni di discriminazione, abuso, sfruttamento. Dalle schede delle organizzazioni interpellate emerge che ben 12 organizzazioni (oltre un terzo) hanno raccolto segnalazioni di fenomeni di discriminazione, abuso, sfruttamento le cui vittime sono le assistenti familiari. Il valore conferma l’esistenza di un fenomeno già noto ma la cui consistenza risulta difficilmente misurabile. Fig. 4.15 - Numero di organizzazioni conoscenti fenomeni di discriminazione, abuso e sfruttamento delle assistenti familiari SI; 12 NO; 25 Totale risposte: 37 Verso una tipologia delle organizzazioni. Sulla base delle informazioni raccolte è possibile elaborare una prima tipologia delle organizzazioni individuate costruita sulla specificità della mission e degli interventi. Nella prima categoria sono inseribili le organizzazioni specificamente dedicate al tema dell’assistenza familiare: sono state appositamente costituite e offrono dunque interventi ad un’utenza formata quasi esclusivamente da persone interessante a questo tema (come per esempio gli sportelli Assistenti Familiari dei centri per l’impiego, Assistencasa, Assistiti sereni). Nella seconda categoria sono collocabili quelle organizzazioni che offrono servizi importanti alle assistenti familiari, possibilmente anche con personale qualificato, benché spesso non siano servizi dedicati (centri di ascolto, associazioni di donne, di migranti, agenzie di formazione, ecc.). Nella terza categoria sono infine aggregabili tutte le organizzazioni che nelle loro attività hanno un’alta probabilità di intercettare assistenti familiari o aspiranti tali (servizi informativi, cooperative sociali, servizi socio-assistenziali territoriali, ecc.). a cura di: e-labora 24 AVER CURA. Rapporto di ricerca Fig.4.16 - Rappresentazione grafica della tipologia di organizzazioni attive sul tema dell’assistenza familiare INTERESSATE MARGINALMENTE ATTIVANTI SERVIZI FINALIZZATE 4.3 Relazioni e collaborazioni Come ricordato ad inizio capitolo, benché con le cautele del caso19 esponiamo la mappa delle relazioni esistenti tra le diverse organizzazioni sul tema delle assistenti familiari, così come elencate nelle diverse schede. Solo due organizzazioni interpellate risultano non intrattenere rapporti con altri attori. L’indagine ha considerato il termine collaborazione in un’accezione piuttosto ampia identificando una gamma di relazioni spaziando dal semplice scambio di informazioni all’attivazioni di progetti in partnership. Il network risultante è formato da 89 nodi, ampliando ulteriormente il numero delle organizzazioni in qualche modo collegate, anche indirettamente, all’oggetto di studio delle assistenti familiari. Il reticolo comunque non appare molto denso di relazioni (165 link)20, mentre gli attori con maggior numero di collegamenti sono dati da: Azienda per i Servizi Sanitari21, Centro di Ascolto Caritas, Comuni22, Sportello assistenti familiari di Pordenone, ecc.. 19 L’indagine conferma la difficoltà di raccogliere dati relazionali anche per la limitata conoscenza degli intervistati che si sono trovati spesso in difficoltà nel dare un nome preciso a quanto esiste al di fuori della propria organizzazione. 20 L’indice di densità si ferma allo 0,04 in una scala da 0 a 1. 21 Tra l’altro trattasi di un attore di cui non è stata compilata la scheda e quindi risulta solamente nodo con legami in entrata (in quanto indicato da altri) e non in uscita. 22 Termine generico indicato dai compilatori delle schede che non individua un singole attore organizzativo. a cura di: e-labora 25 AVER CURA. Rapporto di ricerca Graficamente si riporta anche la rete delle collaborazioni che vedono citata l’Azienda per i Servizi Sanitari. Fig. 4117 - Mappa delle relazioni in tema di assistenti familiari Fig. 4.18 - Egonet delle relazioni dell’ASS6 a cura di: e-labora 26 AVER CURA. Rapporto di ricerca 4.4 Sintesi dei principali risultati La ricognizione effettuata, pur mantenendo un carattere esplorativo, permette di trarre alcune considerazioni di ordine generale. In primo luogo, gli attori organizzativi che si interfacciano, a vario titolo e a diversa intensità, con le assistenti familiari in provincia di Pordenone sono relativamente numerosi e differenti per natura giuridica. Ciò sembra interpretabile alla luce che il fenomeno badanti si colloca all’incrocio di diversi settori (e mercati) già densamente popolati di attori: il lavoro di assistenza domiciliare e della collaborazione familiare; i percorsi migratori e di integrazione sociale; l’incontro tra domanda e offerta di lavoro; la formazione professionale; ecc.. In secondo luogo, emerge l’ampio spettro dei servizi prestati: da quello informativo (il più diffuso, realizzato da quasi tutti gli attori analizzati) a quello dell’incrocio della domanda e dell’offerta di lavoro; da quelli assistenziali a quelli sanitari, ecc.. D’altro canto altrettanto ampio è anche lo spettro delle richieste provenienti dalle assistenti familiari o aspiranti tali, che non si riduce al tema dell’occupazione. Il terzo aspetto mette in luce la necessità di dotarsi di una tipologia dei diversi soggetti che erogano servizi alle assistenti familiari. Tale tipologia potrebbe costituire un primo strumento operativo utile alle finalità di promozione e tutela della salute delle assistenti familiari avviate dall’Azienda per i Servizi Sanitari per discriminare sui destinatari dei messaggi informativi, delle richieste di collaborazione ed, eventualmente, avvio di partenariati, ecc.. Infine, l’attuale rete di collaborazioni che emerge tra i diversi soggetti non appare fondata su una governance territoriale; essa è piuttosto l’esito di attivazioni spontanee e puntuali, che sorgono per iniziativa dei singoli operatori. L’Azienda per i Servizi Sanitari è un soggetto importante della rete, così come il Centro di ascolto della Caritas ed altri; i tre sportelli del progetto Assistenti familiari presenti in provincia23, pur identificabili come nodi importanti (e parrebbe in crescita), non sembrano occupare ancora una posizione chiave, con ruolo di hub24, quale spetterebbe loro per la specificità e rilevanza delle attività svolte in questo campo. 23 24 In particolare la ricerca ha raccolto la scheda di uno solo dei tre, quello di Pordenone. Nodo con numerosi link, che svolge ruolo di perno nella rete. a cura di: e-labora 27 AVER CURA. Rapporto di ricerca 5. Il profilo delle assistenti familiari Una prima difficoltà riguarda quindi proprio la definizione di tale lavoro: la prima negazione della professionalità che esso richiede è nell’assenza di espressioni che lo definiscono esaustivamente …. (M. Bianchi in G. Vicarelli, op. cit.) La seconda linea investigativa ha tentato di tracciare il profilo delle assistenti familiari occupate in provincia di Pordenone. A tal proposito sono state prese in considerazioni varie dimensioni: socio-demografiche, stili di vita, stato di salute, condizioni lavorative passate ed odierne, competenze, percorso migratorio. 5.1 Esiti della somministrazione del questionario Dal punto di vista metodologico, si è proceduto, sulla base dei dati disponibili dal monitoraggio provinciale degli Sportelli Assistenti Familiari, all’identificazione di un campione teorico di 200 casi stratificato per quote proporzionali alle dimensioni del sesso, della cittadinanza e della residenza nei cinque distretti sanitari della provincia. I risultati qui presentati si fondano sulle risposte fornite a 195 questionari debitamente compilati e restituiti (redemption del 97,5%). Le quote stabilite teoricamente sono state solo parzialmente raggiunte, in particolare sono risultati sottorappresentati i maschi (Fig. 5-1), le assistenti familiari originarie dall’Asia (Fig. 5-2), le assistenti familiari residenti nel distretto sanitario Sud (Fig. 5-3)25. I questionari sono stati raccolti dalle mediatrici linguistiche in un periodo relativamente prolungato, dal mese di novembre 2008 all’aprile 2009. La maggior parte delle assistenti familiari sono state raggiunte in luoghi pubblici, quali bar, sedi istituzionali, parchi o strade. Numerosi sono state anche i questionari compilati in case private: della stessa assistente, dell’assistito e persino della mediatrice. 25 Non sono state effettuate riponderazioni rispetto alle quote teoriche originariamente stabilite. a cura di: e-labora 28 AVER CURA. Rapporto di ricerca Fig. 5.1 - Campione teorico ed esito della raccolta dei questionari (redemption) relativamente al sesso Femmina 0 Maschio 50 Non risponde 100 150 200 200 Numerosità campionaria prevista 186 14 195 Numerosità campionaria raggiunta 190 3 Fig. 5.2 - Campione teorico ed esito della raccolta dei questionari (redemption) relativamente alla cittadinanza delle assistenti familiari ITALIANA EST EUROPA NON UE SUDAMERICA 0 50 ALTRI UE AFRICA ASIA 100 150 200 200 Numerosità campionaria prevista 18 Numerosità campionaria raggiunta 15 64 86 56 100 15 8 9 19 40 195 a cura di: e-labora 29 AVER CURA. Rapporto di ricerca Fig. 5.3 - Campione teorico ed esito della raccolta dei questionari (redemption) relativamente alla residenza delle assistenti familiari OVEST NORD SUD Fuori provincia 0 Numerosità campionaria prevista Numerosità campionaria raggiunta URBANO Non rispondono 50 40 40 EST 100 30 150 70 33 70 200 200 20 15 40 19 0 0 3 15 195 5.2 Chi sono le assistenti familiari Coloro che hanno risposto al questionario sono prevalentemente donne. L’indagine ha intercettato solo tre uomini che, in qualità di occupati come assistenti familiari, si sono resi disponibili alla somministrazione del questionario. L’esiguo numero non ha consentito purtroppo una specifica analisi comparativa di genere26. Le assistenti familiari intervistate in possesso della cittadinanza italiana sono risultate il 7,6%. Alcune di loro non sono italiane di nascita, ma si sono naturalizzate, in quanto provenienti originariamente da altri Paesi27. Oltre il 28% delle assistenti familiari ha la cittadinanza di un altro Paese attualmente membro dell’Unione Europea (in particolare Romania, Polonia e Slovenia). Le badanti extracomunitarie risultano quindi pari al 63,5% del totale delle intervistate. La maggior parte delle non comunitarie (oltre un terzo del totale complessivo) proviene dall’Ucraina. Altri Paesi di provenienza delle badanti che risultano avere una certa consistenza numerica sono: Moldavia, Albania, Marocco, Ghana. 26 Ciò legittima altresì l’impiego del genere femminile nella maggior parte dei termini impiegati nella descrizione dei risultati. 27 Anche l’esigua minoranza di assistenti familiari italiane non consente una puntuale analisi comparativa con quelle straniere. a cura di: e-labora 30 AVER CURA. Rapporto di ricerca L’indagine non è riuscita ad intercettare alcuna assistente familiare proveniente dall’Asia28. Fig. 5.4 - Assistenti familiari intervistate per cittadinanza 0 10 20 30 40 50 60 52 20 MOLDAVIA 14 12 ALBANIA MAROCCO GHANA 6 POLONIA 6 5 ITALIA BIELORUSSIA 2 COLOMBIA 2 2 1 1 CONGO BRAZZA VILLE CROAZIA PERU SERBIA SLOVENIA VENEZUELA 80 67 UCRAINA ROMANIA REPUBBLICA DOMINICANA 70 1 1 1 1 L’indagine ha coperto gran parte del territorio provinciale e non solo i principali centri abitati: si sono raggiunte assistenti familiari che complessivamente lavorano e risiedono in 24 Comuni, su un totale di 51. Con i limiti sopra evidenziati, sono state grosso modo rispettate le quote per distretto sanitario stabilite nel campione teorico29. Significativa minor corrispondenza tra numerosità prevista e realizzata si è avuta solo nel distretto sanitario sud (Azzano Decimo). E’ stata inoltre intercettata anche qualche badante che attualmente risiede fuori provincia. L’età media delle assistenti familiari intervistate è risultata di 46 anni; la più giovane ha dichiarato un’età di 18, mentre la più anziana di 63 anni. Le classi d’età più numerose sono risultate 40-49 anni e 50-59 anni, raggiungendo insieme i 2/3 del totale. 28 La loro presenza in provincia, benché considerata nel campione teorico, è da ritenersi poco rilevante e, a detta degli stessi operatori degli sportelli del progetto Assistenti Familiari, soggetta anche a variazioni temporali. Pure nell’indagine curata dall’IRSSeS la componente asiatica, ed in particolare quella di nazionalità filippina, delle assistenti familiari non riveste un peso importante [IRSSeS, 2007]. 29 Un gruppo rilevante (oltre il 7%) degli intervistati non ha indicato il comune di residenza. a cura di: e-labora 31 AVER CURA. Rapporto di ricerca Fig. 5.5 -Assistenti familiari intervistate per classi d’età 60 anni e più 8,2% da 18 a 39 anni 24,2% da 50 a 59 anni 32,0% da 40 a 49 anni 35,6% Totale: 194 La maggior parte dichiara di essere coniugata. Il 70% di questa componente ha però lasciato il proprio coniuge al Paese di origine. Risulta significativa la percentuale, una su cinque, delle assistenti familiari che si trova nella condizione di divorziata. Ancora nubili si dichiarano quasi il 13% del totale, mentre il 9% è vedova. Buona parte dei figli, siano essi minorenni o maggiorenni, delle assistenti familiari straniere continua a vivere nel Paese d’origine. I titoli di studio in possesso delle assistenti familiari intervistate sono piuttosto elevati: oltre un quinto può vantare una laurea, mentre il 60% un diploma di scuola superiore o equivalente. Si tratta dunque di una componente lavorativa piuttosto istruita. a cura di: e-labora 32 AVER CURA. Rapporto di ricerca Fig. 5.6 - Assistenti familiari intervistate per titolo di studio Nessun titolo 0,8% Licenza media inferiore 17,6% Laurea 21,6% Diploma scuola superiore 60,0% Totale: 125 5.3 Il percorso migratorio Le assistenti familiari non italiane sono arrivate nel nostro Paese piuttosto recentemente. Solo una su cinque è qui da oltre dieci anni, mentre oltre un terzo è giunta nel periodo 2002-2004, quindi da cinque anni o poco più. L’indagine ha intercettato anche badanti appena arrivate in Italia (nell’ultimo anno), che rappresentano la componente nuova di questa compagine lavorativa, proveniente prevalentemente dalla Romania e che, nella maggior parte dei casi, assiste a domicilio ancora senza un contratto di lavoro regolare. Fig. 5.7 - Assistenti familiari intervistate (di origine non italiana) per anno di provenienza nel nostro Paese 0 2008-2009 10 20 30 40 50 60 17 2005-2007 46 2002-2004 67 1999-2001 1998 o prima 70 37 21 a cura di: e-labora 33 80 90 100 AVER CURA. Rapporto di ricerca E’ interessante notare che solo la metà delle assistenti familiari straniere oggi residenti in provincia di Pordenone è arrivata dal proprio Paese d’origine direttamente qui, in una località di questo territorio. Nonostante la numerosa provenienza dall’Europa dell’Est, geograficamente vicina, quasi il 20% è prima passato per una città del meridione d’Italia, oltre il 10% per una del Centro Italia, mentre le restanti hanno prima soggiornato in altre zone del Nord Italia o della regione Friuli Venezia Giulia. Fig. 5.8 - Assistenti familiari intervistate (di origine non italiana) per zona di arrivo nel nostro Paese Città del meridione 19,5% Provincia di Pordenone 50,8% Città del centro Italia 10,3% Altre città del settentrione 4,3% Veneto 10,8% Altre città del FVG 4,3% Totale: 185 Oltre un quarto proviene da città capitali di Stato o comunque da grandi città. Più della metà abitava in città di medie dimensioni o zone urbane. Solo una su cinque è originaria di zone rurali. Benché la questione non sia stata approfondita, ciò conferma un tratto assai noto delle attuali migrazioni internazionali. Per quanto riguarda la posizione giuridica per la permanenza in Italia, le assistenti familiari non comunitarie che hanno dichiarato di essere qui senza regolare documento di soggiorno sono risultate 12, ovvero meno del 10% di coloro che necessitano di tale attestato: 130 lavoratrici extracomunitarie30. Praticamente chi ha un permesso di soggiorno valido per la permanenza in Italia (nella maggioranza dei casi per motivi di lavoro), ha altresì la tessera sanitaria. Leggermente inferiori 30 Tra le 130 persone di origine non comunitaria e le 117 che dichiarano di avere un regolare permesso di soggiorno vi è anche un dato mancante. a cura di: e-labora 34 AVER CURA. Rapporto di ricerca sono coloro che possiedono anche la residenza anagrafica, mentre limitato è il numero di coloro che vantano la carta di soggiorno (circa il 21,5% del totale). Fig. 5.9 - Stato dei documenti delle assistenti familiari intervistate non comunitarie Assistenti familiari non comunitari 130 Con permesso di soggiorno 117 Con tessera sanitaria 116 109 Con carta d'identità Con carta di soggiorno 28 Il principale e quasi unanime motivo (oltre l’80% del totale) per cui le assistenti familiari hanno lasciato il proprio Paese per intraprendere un percorso migratorio è di natura economica. Il 10% esprime anche motivazioni di ordine familiare, mentre residuali sono gli altri motivi (fare nuove esperienze, ecc.). Il futuro per la maggior parte delle assistenti familiari straniere è continuare a lavorare e/o a vivere in Italia. Solo una su cinque (e prevalentemente di provenienza comunitaria o africana) risponde che l’obiettivo è rientrare al proprio Paese. 5.4 Stili di vita L’indagine ha esplorato alcuni stili di vita delle assistenti familiari, considerando abitudini alimentari, pratiche culinarie, comportamenti quotidiani e utilizzo del tempo libero. Per una piena valutazione delle risultanze si rimanda ad un confronto a cura di: e-labora 35 AVER CURA. Rapporto di ricerca con i dati di altre indagini simili che qui non è stato possibile effettuare in modo puntuale31. Per quanto riguarda il mangiare, le assistenti familiari attive in provincia di Pordenone effettuano regolarmente i tre pasti quotidiani. Più limitata, benché presente, è l’assunzione di cibi fuori pasto, in particolare nella forma dello spuntino a metà mattina o pomeriggio. I cibi maggiormente consumati sono: pane, pasta e riso; latte e yogurt; frutta fresca. Il condimento più diffuso è l’olio d’oliva32. La modalità di cottura prevalente è il bollito, seguito dall’impiego del forno tradizionale. Non irrilevante è la frequenza dei cibi fritti. Per quanto riguarda il bere, solo una piccola parte riesce sempre a consumare quotidianamente il litro e mezzo di acqua consigliato. Oltre un quarto non raggiunge mai questa soglia. Durante i pasti la maggioranza delle assistenti familiari dichiara di non assumere nessun tipo di alcolico. Tra coloro che affermano di berli, prevale il vino (un bicchiere). La percentuale di coloro che dichiarano di bere alcolici in quantità superiore ad un bicchiere è veramente limitata. Il dato si riduce notevolmente considerando le risposte all’assunzione di alcolici fuori pasto33. L’80% beve solitamente caffè e un quinto di questi (circa il 16% del totale) ne assume oltre le tre tazzine al giorno. Il 18% del totale fuma, di cui metà moderatamente (meno di 5 sigarette quotidiane), mentre un quarto con una certa assiduità (oltre 10 sigarette al giorno). Nel tempo libero le assistenti familiari intervistate escono dalla casa dell’assistito ed incontrano persone. I luoghi maggiormente frequentati sono il parco pubblico o le case degli amici. Le persone che si incontrano sono solitamente quelle del proprio Paese o italiani. Più raro è l’incontro tra persone di diversa nazionalità straniera. I legami con il Paese d’origine si mantengono anche frequentando connazionali. Una buona parte delle assistenti familiari nel tempo libero guarda con una certa frequenza anche la TV. Un quinto dichiara di partecipare ad attività religiose. Poco 31 In particolare si rimanda ai risultati del Sistema di sorveglianza PASSI (Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia) 32 Il dato risulta piuttosto anomalo per due ragioni: 1) l’olio d’oliva non è diffuso nei Paesi d’origine delle assistenti familiari; 2) pure gli anziani del pordenonese non ne fanno un uso frequente (l’affermazione si basa sull’esperienza degli operatori di assistenza infermieristica e domiciliare). Una ipotetica spiegazione potrebbe essere che le badanti hanno acquisito l’uso dell’olio d’oliva come condimento accogliendo, anche su richiesta degli stessi assistiti, le indicazioni di personale medico e infermieristico. 33 Pure in questo caso è possibile che il dato sia sottostimato per vergogna, per dare al rilevatore (spesso del proprio Paese) un’immagine di se stessi più rispettabile. a cura di: e-labora 36 AVER CURA. Rapporto di ricerca meno di un quinto fa qualche tipo di attività fisica leggera. Più di una su dieci dichiara di leggere libri, dato coerente con l’elevato grado di istruzione e la necessità di apprendere o migliorare la conoscenza della lingua italiana34. Decisamente meno frequenti altri tipi di attività come la frequentazione di locali pubblici. Fig. 5.10 - Impiego del tempo libero SI 0% 10% 20% 30% NO 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100% Esco ed incontro persone Guardo la TV Partecipo ad attività religiose Faccio attività fisica leggera Leggo Frequento locali Lavoro di cucito La tecnologia di comunicazione utilizzata praticamente da tutti è il telefono portatile. Scarso risulta l’impiego dell’email o della navigazione in Internet, strumenti che probabilmente non esistono nella casa dell’assistito o nella propria abitazione. 5.5 Condizioni di salute Il calcolo dell’indice di massa corporea (dato dal rapporto tra il peso e l’altezza) ha mostrato che il 43,2% delle assistenti familiari rientra nella categoria “regolare”, mentre il 44,9% in quella di “soprappeso” e quasi il 12% in quella di “obeso”. Il fenomeno appare fortemente correlato all’età, in quanto nelle assistenti più giovani (con meno di 40 anni) il peso regolare supera il 60% dei casi, mentre scende al 25% tra le più anziane (con oltre 50 anni). 34 Il dato è interessante in quanto l’opzione non appariva tra quelle previste dal questionario originario. La modalità di risposta è stata costruita a posteriori sommando diverse indicazioni raccolte nella categoria “altro”. a cura di: e-labora 37 AVER CURA. Rapporto di ricerca I principali malesseri indicati dalle assistenti familiari intervistate riguardano: stanchezza e mal di testa. Oltre il 60% dichiara di averne sofferto negli ultimi sei mesi. Seguono i dolori alla schiena e il fatto di sentirsi con un morale basso. Altri malesseri – dolori alle gambe, mal di stomaco, nervosismo, piedi gonfi, ecc. – registrano una diffusione meno elevata. In sintesi sembra possibile riferire i malesseri a tre principali matrici: condizione femminile (come il mal di testa), lavorativa (dolori alla schiena, stanchezza) e situazione di solitudine (mi sento giù di morale)35. Fig. 5.11 - Principali malesseri accusati negli ultimi sei mesi 0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100% Stanchezza Mal di testa Dolori alla schiena Mi sento giù di morale Insonnia Dolori alle gambe Mal di stomaco Nervosismo / mi sento irritabile Piedi gonfi Ipertensione Depressione Problemi ginecologici SI NO Negli ultimi sei mesi, oltre il 42% delle assistenti familiari intervistate ha ammesso di aver effettuato una visita medica36. I motivi principali di tali visite sono stati la necessità di effettuare esami come il pap test (25 casi) e la mammografia (21 casi)37. Altri motivi meno frequenti riguardano analisi del sangue, gastroscopia, visita dentistica, ecc.. Nello stesso periodo il 14% delle assistenti familiari è stato anche ricoverato in un ospedale italiano. Le cause del ricovero registrano tutte una bassa frequenza e 35 Una quarta matrice è sicuramente anche quella anagrafica, relativa all’età delle assistenti familiari. 36 Sicuramente visita medica è stato inteso nel modo più generale come azione di recarsi dal medico, includendo quindi anche incontri per semplici e ripetute ricette di farmaci. 37 E’ da ricordare che l’Azienda per i Servizi Sanitari n. 6 “Friuli Occidentale” ha attivato per queste problematiche screening su tutta la popolazione interessata alla quale anche le assistenti familiari intervistate hanno sicuramente partecipato. a cura di: e-labora 38 AVER CURA. Rapporto di ricerca sono le più varie: dall’operazione di appendicite, all’ernia, ad altri interventi di ostetricia e ginecologia, ecc.. In caso di malore, la maggioranza delle assistenti familiari intervistate (ovviamente quelle in possesso della tessera sanitaria) dichiara correttamente di rivolgersi al proprio medico curante e solo in seconda battuta all’ospedale più vicino. In percentuali ridotte – sono i casi delle assistenti non in regola con la documentazione di soggiorno o sanitaria – si rivolge ai familiari dell’assistito (indicatore indiretto di un buon rapporto instaurato con il proprio datore di lavoro) o a propri connazionali (fattispecie che denota invece un basso grado di integrazione). Quasi un terzo continua ad usare farmaci acquistati nel proprio Paese d’origine, anche se una verifica di quali essi siano non ha dimostrato sostanziali differenze con quelli reperibili in Italia38. Solo il 15% fa uso di farmaci omeopatici. Piuttosto diffusa - oltre il 70% dichiara di averne fatto uso negli ultimi sei mesi – risulta essere l’assunzione di antinfiammatori / analgesici. Decisamente meno diffuso l’uso di tutti altri farmaci, con prevalenza per antigastrici e antibiotici. Fig. 5.12 - Utilizzo di farmaci negli ultimi sei mesi SI 0% 10% 20% 30% NO 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100% Anti infiammatori / analgesici Anti gastrici Antibiotici Anti ipertensivi Ormonali / contraccettivi Ansiolitici / Anti depressivi Anti diabetici Diuretici Cardiologici 38 Il fenomeno può essere spiegato con il fatto che si comprende meglio la ricetta in essi contenuti in quanto scritta nella propria lingua madre (devo questa osservazione a Claudia Gandolfi). a cura di: e-labora 39 AVER CURA. Rapporto di ricerca E’ interessante notare che alla domanda “come va la sua salute?” le risposte delle assistenti familiari si collochino nella stragrande maggioranza sul versante positivo: l’80% dichiara che la propria salute è buona o molto buona. Ovviamente il valore è sensibile all’età e all’aumentare degli anni, esso registra un calo. Fig. 5.13 - Opinione sul proprio stato di salute per fasce d’età 1 Molto male 2 3 Molto bene 4 5 4,06 18-39 anni 40-49 anni 3,87 3,81 50-59 anni 60 anni e oltre 3,75 5.6 Percorso lavorativo La maggior parte delle assistenti familiari straniere lavorava già prima di arrivare in Italia. Le principali occupazioni svolte erano quella di impiegata, operaia e commessa. Una piccola parte era invece occupata in professioni sociali o sanitarie. Presenti tra le intervistate anche occupazioni artigianali, imprenditoriali e di insegnante. Il lavoro di assistente familiare, per la maggior parte delle intervistate, è stato trovato grazie all’aiuto di persone già impegnate in tale occupazione. Nel 38% dei casi si è trattato di una proposta lavorativa conosciuta dopo essere entrati in Italia: ciò significa che una componente rilevante di assistenti familiari39 ha avviato il percorso migratorio senza una precisa idea di cosa fare nel Paese di arrivo. Nel 35% dei casi invece la proposta era nota prima dell’ingresso in Italia. Il terzo canale 39 Si tratta prevalentemente di quelle che sono presenti da più tempo in Italia: nessuna arrivata prima del 1996 sapeva già che nel nostro Paese si sarebbe occupata come assistente familiare. a cura di: e-labora 40 AVER CURA. Rapporto di ricerca utilizzato per trovare lavoro come assistente familiare è ugualmente di tipo informale, amici e conoscenti, benché non direttamente occupati in questo campo. Solo una piccola parte delle assistenti familiari intervistate ha trovato lavoro grazie all’aiuto di sportelli per immigrati o specificamente dedicati al tema dell’assistenza40. Fig. 5.14 - Canali di reclutamento per il lavoro di assistente familiare Operatori di sportelli per immigrati 4,3% Altro 2,7% Proposto da qualcuno che già lo faceva prima di venire in Italia 34,6% Da un amico e/o conoscente 20,2% Proposto da qualcuno che già lo faceva dopo essere arrivata in Italia 38,3% Totale: 188 Nel 40% dei casi, le intervistate fanno il lavoro di assistente domiciliare da almeno 5 anni. Per il 14% invece si tratta di un lavoro iniziato da meno di un anno. Nei restanti casi l’anzianità professionale varia da 1 a 5 anni. La metà delle assistenti familiari straniere interrompe momentaneamente il lavoro per rientrare al proprio Paese dopo un anno e oltre di permanenza. Non sempre la vicinanza geografica della propria patria è all’origine di rientri più frequenti. Le assistenti familiari lavorano di solito in una sola famiglia. In alcuni sporadici casi si accudiscono persone in più di una famiglia. Trova una certa frequenza invece (il 17,5% del totale) l’assistenza a più di una persona. Una variabile piuttosto nota è l’elevato turnover degli assistiti. Delle badanti intervistate solo una su quattro ha assistito, fino ad oggi, una sola persona. Più di un terzo ha già cambiato cinque o più assistiti. Quelle con elevata anzianità 40 Si è raccolto solo un caso di una persona assoldata da un’agenzia specializzata. a cura di: e-labora 41 AVER CURA. Rapporto di ricerca professionale contabilizzano anche oltre la decina di assistiti. Confermano questi valori anche le risposte alla domanda della durata di permanenza nell’attuale famiglia. Sono veramente poche le assistenti familiari che vantano una permanenza superiore ai 3 anni nella stessa famiglia. Più di un terzo assiste la stessa persona da meno di un anno. Fig. 5.15 - Numero di assistiti Sei e più persone assistite 16,2% Una sola 25,9% Quattro/ Cinque 19,5% Due/Tre 38,4% Totale: 185 Il lavoro di assistenza domiciliare per l’84% delle intervistate è l’unica occupazione. In qualche caso essa viene affiancata ad altri lavori secondari, come commessa, cameriera, donne delle pulizie, ecc.. L’orario effettivo di lavoro per il 90% delle assistenti intervistate supera le 20 ore settimanali. Per una su quattro, e si tratta di coresidenti con l’assistito, esso supera anche il massimo contrattuale stabilito in 54 ore41. I tre quarti delle badanti intervistate dichiarano di vivere in casa dell’assistito. Vantano una propria e separata abitazione, in affitto o di proprietà, rispettivamente nel 16,5% e 6,7% dei casi. 41 A norma di legge e secondo l’articolo 15 del contratto collettivo nazionale di lavoro, “l’orario può prevedere un massimo di 10 ore giornaliere non consecutive, per un totale di 54 ore settimanali, per i lavoratori conviventi”. a cura di: e-labora 42 AVER CURA. Rapporto di ricerca Fig. 5.16 - Assistenti familiari per luogo di abitazione Abitazione propria 6,7% Altro 2,6% Abitazione in affitto 16,5% Con l'assistito 74,2% Totale: 193 Le mansioni della badante non si limitano alla cura e all’assistenza della persona non autosufficiente, ma nella maggioranza dei casi le prestazioni offerte includono il lavoro domestico (preparazione dei pasti, pulizie, ecc.), il disbrigo di compiti relativi alla gestione della casa (pagamento bollette, ecc.) e in qualche caso, pure, la manutenzione del giardino o la coltivazione dell’orto. Quasi il 30% dichiara che dall’assistito o dai suoi familiari sopraggiungono anche richieste per prestazioni professionali non previste dal contratto o non concordate verbalmente all’inizio. Le assistenti familiari intervistate che dichiarano di aver sottoscritto un regolare contratto di lavoro raggiungono il 71,5% del totale. Il dato appare profondamente diverso da quello emerso a livello nazionale dall’IRS, anche se piuttosto coerente con quello raccolto ascoltando gli assistiti (vedi capitolo successivo). Una condizione lavorativa regolare sembra dipendere fortemente dall’anzianità di servizio e, in misura minore, dall’età dell’assistente familiare. I dati mostrano infatti che all’aumentare degli anni di servizio il lavoro in nero diminuisce, ovvero tra coloro che si inseriscono in questa occupazione il tasso di irregolarità è quasi del 70%, mentre tra coloro che fanno assistenza da oltre cinque anni scende a meno del 10%. Ciò dimostrerebbe la difficoltà di un primo inserimento regolare in questo tipo di occupazione. Pure all’aumentare dell’età dell’assistente familiare si riduce l’irregolarità contrattuale, con la variante che riprende ad aumentare dopo i 60 anni, situazione in a cura di: e-labora 43 AVER CURA. Rapporto di ricerca cui la remunerazione per il lavoro di assistente si affianca probabilmente alla pensione. Fig. 5.17 - Assistenti familiari per regolarità del rapporto di lavoro NO 28,5% SI 71,5% Totale: 193 Fig. 5.18 - Assistenti familiari con regolare contratto di lavoro per anzianità professionale NO SI 5 e più anni Da 3 a 5 anni Da 1 a 3 anni Meno di 1 anno 0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% a cura di: e-labora 44 80% 90% 100% AVER CURA. Rapporto di ricerca Fig. 5.19 - Assistenti familiari con regolare contratto di lavoro per anzianità anagrafica NO SI 60 anni e oltre Dai 50 ai 59 anni Dai 40 ai 49 anni Dai 18 ai 39 anni 0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100% Nella maggior parte dei casi i diritti lavorativi riconosciuti (dal contratto regolarmente sottoscritto o da accordi verbali) vengono anche esercitati dall’assistente familiare. Fanno eccezione straordinari, ferie e malattia, ma il dato potrebbe essere falsato dal fatto che non vi è stata occasione per esercitare tali diritti. Due terzi delle assistenti familiari dichiara di ricevere come compenso una somma tra le 500 e 800 euro mensili. Il 23% dichiara una cifra superiore, mentre il 10,5% una inferiore. Quasi tutte le badanti straniere (85%) effettuano, saltuariamente o mensilmente, rimesse di denaro a familiari al proprio Paese di provenienza, per un ammontare che raggiunge anche cifre consistenti: il 21% dei casi dichiara una somma di 500 euro. Tale risultato indica il persistere di un saldo legame con la propria famiglia d’origine. 5.7 Conoscenze, competenze e fabbisogni professionali Solo l’11% delle assistenti familiari intervistate aveva in passato già sperimentato un lavoro di assistenza alla persona. Per la maggior parte quindi questa occupazione è nuova, anche se è verosimile pensare che tutte o quasi abbiano avuto esperienza di cura e assistenza di un proprio familiare. Ciò spiegherebbe anche l’elevata considerazione rispetto alle competenze possedute rispetto all’igiene da garantire all’assistito, al suo spostamento o posizionamento e alla capacità di riconoscere segnali di malessere e di segnalarli al medico. Benché la metà non abbia a che fare a cura di: e-labora 45 AVER CURA. Rapporto di ricerca con particolari dispositivi per aiutare l’assistito a deglutire, anche in questo caso il giudizio dell’autovalutazione delle competenze possedute è ritenuto elevato. Fig. 5.20 - Assistenti familiari e autovalutazione delle proprie competenze Molto Abbastanza 0% 10% 20% Poco 30% 40% Per nulla 50% 60% Non pertinente 70% 80% 90% 100% Garantire un'igiene completa dell'assistito Spostare/posizionare l'assistito a seconda della malattia Alimentare l'assistito con problemi a deglutire impiegando dispositivi particolari Riconoscere sintomi di malessere e segnalarli al medico Tre su quattro assistenti familiari non possiede la patente di guida, rivelando un handicap non trascurabile soprattutto per l’autonomia, propria e dell’assistito, negli spostamenti. Nell’ultimo anno, solo il 15% delle assistenti familiari ha frequentato un corso di formazione e si è trattato prevalentemente di un corso di lingua italiana. Oltre il 42% non percepisce la necessità di un aggiornamento professionale e non frequenterebbe alcun corso sui temi dell’assistenza. Tendenzialmente sono soprattutto quelle con meno anzianità professionale che si rendono meno disponibili alla partecipazione di corsi professionalizzanti42. Il 15% afferma che parteciperebbe ad un corso a qualunque condizione (un terzo di questo gruppo ha già frequentato un corso di formazione), mentre il 29% fa dipendere la partecipazione dall’orario, dalla lontananza, dalla disponibilità del proprio assistito, ecc.. Oltre il 13% risponde rivelando la propria indecisione sull’argomento. 42 Il risultato potrebbe essere viziato dal fatto che le assistenti familiari con minor anzianità professionale sono anche quelle con una regolarità contrattuale inferiore. a cura di: e-labora 46 AVER CURA. Rapporto di ricerca Fig. 5.21 - Assistenti familiari per disponibilità a frequentare corsi di formazione professionalizzanti Non so 13,2% No 42,3% Sì, ma dipende 29,1% Sì, a qualunque condizione 15,3% Totale: 189 L’86% delle intervistate non conosce il manuale plurilingue “Capire e capirsi”, specificamente dedicato al lavoro di assistenza familiare, prodotto dall’Azienda per i Servizi Sanitari in collaborazione con altri organismi. Chi lo conosce ha avuto però modo di apprezzarlo, nonostante vengano rilevati errori di traduzione. Relativamente poco noti sono anche i servizi “Punto informativo sanitario per immigrati” e “Spazio aperto donna”. Anche in questo caso però, coloro che ne hanno fatto esperienza esprimono un parere ampiamente positivo. 5.8 Rischi professionali e violenze L’indagine ha esplorato anche la percezione di alcuni rischi professionali. Tra questi gli incidenti domestici. Per il 38% delle assistenti familiari raggiunte non esiste alcuna probabilità di incorrere in un infortunio domestico, mentre per oltre il 56% tale probabilità diventa bassa e solo per il 5% circa essa si trasforma in alta. Sei assistenti familiari hanno dichiarato di aver avuto un incidente domestico nell’ultimo anno. Nonostante la difficoltà di carpire aspetti profondamente personali con uno strumento quantitativo come il questionario, l’indagine ha tentato di raccogliere alcune informazioni anche sulla badante in quanto vittima di violenze e soprusi. a cura di: e-labora 47 AVER CURA. Rapporto di ricerca Oltre un quinto delle assistenti familiari intervistate ha dichiarato di aver subito, durante il lavoro, violenze psicologiche (ricatti, pressioni). Per la maggior parte di queste, le violenze sono state ripetute. Decisamente inferiori sono state coloro che hanno espresso di aver subito soprusi economici (comunque superiori al 10% del totale) ed ancor meno (circa il 5%) violenze fisiche. Nessuna assistente familiare ha invece riconosciuto di essere stata vittima di un abuso sessuale43. Fig. 5.22 - Violenze e soprusi subiti No, mai 0% Violenze psicologiche 10% 20% Sì, una volta 30% 40% Sì, più volte 60% 70% 80% 90% 100% 144 Violenze fisiche Soprusi economici 50% 184 171 Molestie sessuali 195 5.9 Chi assistono Gli assistiti dalle badanti intervistate sono prevalentemente donne, con un’età superiore ai 75 anni, totalmente o parzialmente non autosufficienti, in condizione di salute gravemente compromessa. I dati confermano quelli raccolti dalla terza linea investigativa della ricerca (Cfr. prossimo capitolo). Oltre il 70% degli assistiti vive da solo. La coresidenza diventa quindi una condizione altamente richiesta per esercitare completamente il lavoro di cura. 43 La modalità della somministrazione del questionario anonimo attraverso l’intervista faccia a faccia con la mediatrice culturale e non nella modalità di autocompilazione potrebbe aver influenzato la risposta a questa delicatissima domanda. a cura di: e-labora 48 AVER CURA. Rapporto di ricerca La metà delle badanti intervistate afferma che non riceve alcun aiuto da parenti, amici, vicini dell’assistito. E’ un forte segnale di quanto siano assenti in questo settore le reti d’aiuto informali: parentali, amicali, di vicinato e altresì di volontariato. Fig..5.23 - L’aiuto alle assistenti familiari Sì, spesso 16,4% No, mai 50,3% Sì, raramente 33,3% Totale: 189 Nella maggioranza dei casi l’assistito gode solo del servizio dell’assistente familiare. Nel 15% invece riceve anche l’assistenza domiciliare infermieristica (ADI) e in misura ridotta l’assistenza domiciliare dei servizi sociali (SAD)44. 44 E’ probabile che il valore rilevato sia sottostimato in quanto le assistenti familiari, soprattutto quelle meno professionalmente anziane, potrebbero non essere a conoscenza dei servizi pubblici territoriali usufruiti dal proprio assistito. a cura di: e-labora 49 AVER CURA. Rapporto di ricerca Fig. 5.24 - I servizi usufruiti dall’assistito SI 0 20 Assistenza Domiciliare Infermieristica (ADI) Assistenza Domiciliare dei Servizi Sociali (SAD) 40 NO 60 80 100 120 140 160 180 200 31 13 5.10 Grado di soddisfazione e prospettive future Una percentuale piuttosto elevata (81%) si dichiara di essere molto o abbastanza soddisfatta del lavoro di assistente familiare. La soddisfazione è espressa anche sulle singole dimensioni economica, contrattuale, professionale e relazionale. I rapporti umani sono la dimensione che raccoglie la frequenza più elevata di soddisfazione. Solo una componente di circa il 20% si dichiara poco o per nulla soddisfatta del trattamento economico e professionale. Fig. 5.25 - Grado di soddisfazione delle assistenti familiari Per nulla 0% 10% 20% Poco 30% 40% Abbastanza 50% 60% Economica Contrattuale Rapporti umani Professionale Generale a cura di: e-labora 50 70% Molto 80% 90% 100% AVER CURA. Rapporto di ricerca 5.11 Sintesi: conferme e peculiarità riscontrate Tracciare un preciso ed unico identikit dell’assistente familiare non è certo un’impresa facile, ma potrebbe anche risultare fuorviante per una piena comprensione di questo profilo socio-lavorativo. I dati emersi nella ricerca realizzata nel territorio pordenonese hanno evidenziato, accanto a diverse conferme, anche alcune peculiarità rispetto alle precedenti indagini sopra ricordate (Cfr. § 1). Si confermano i seguenti caratteri: - il dominio quasi esclusivo della componente femminile e straniera; - l’elevato grado di istruzione scolastica delle assistenti familiari non italiane; - il consistente turnover degli assistiti (solo in minima parte legato al motivo del loro decesso); - le motivazioni essenzialmente economiche di questo lavoro (confermate anche dalle rimesse al Paese d’origine) ; - la diffusa residenzialità con l’assistito; - la varietà delle mansioni ricoperte, in particolare dalle assistenti residenti nella stessa abitazione dell’assistito; - la percezione di una trasformazione in corso del profilo delle assistenti familiari, anche se solo parzialmente nella direzione indicata dalla ricerca nazionale IRS; nel contesto territoriale pordenonese la nuova generazione di badanti, per esempio, non sembra più propensa rispetto a quella del passato a frequentare percorsi formativi professionalizzanti. Si rilevano invece alcune peculiarità, quali: - le differenti componenti nazionali coinvolte nell’assistenza domiciliare; risulta qui assente la componente asiatica, nella fattispecie filippina, e poco presente anche quella sudamericana; - il basso numero di badanti straniere irregolarmente presenti in territorio italiano e correlata, - la maggior diffusione della regolarità del contratto di lavoro (regolarità che aumenta con l’anzianità di servizio delle assistenti familiari). Inoltre l’indagine esplora alcune questioni ancora poco analizzate a livello nazionale, dove sarebbero necessari maggior riscontri e confronti, quali: - le abitudini alimentari dichiarate dalle assistenti familiari; a cura di: e-labora 51 AVER CURA. Rapporto di ricerca - lo stato di salute e i possibili effetti su di esso prodotti da un lavoro di assistenza certamente pesante, con elevati carichi fisici e psichici; - le violenze e soprusi di varia natura sofferti dalle badanti nell’esercizio del proprio lavoro; - l’utilizzo del tempo libero che lascia intravedere, oltre a fenomeni di solitudine, anche la ricerca faticosa di una integrazione sociale nella società italiana. a cura di: e-labora 52 AVER CURA. Rapporto di ricerca 6. Il profilo degli assistiti Quando si diventa vecchi, contano più gli affetti che i concetti (N. Bobbio) Gli assistiti sono al medesimo tempo i destinatari dei servizi di cura delle assistenti familiari e i loro datori di lavoro45. Questa particolare condizione riunisce nelle stessa persona due differenti e spesso contrapposti ruoli che aprono un ventaglio di possibili comportamenti che mescolano debolezza (fisica) e forza (contrattuale). 6.1 Campionamento ed esito della somministrazione Il piano di campionamento iniziale dell’indagine aveva previsto la raccolta di 100 questionari anonimi suddivisi per quote proporzionali all’ammontare degli anziani residenti nei cinque distretti sanitari, che rappresentano l’articolazione territoriale in provincia di Pordenone dell’Azienda per i Servizi Sanitari46. La somministrazione dei questionari, avviata il 5 dicembre 2008 e conclusasi il 27 marzo 2009, ha raggiunto 113 persone che in quel periodo si trovavano nella condizione di essere assistiti a domicilio. La maggior parte delle interviste di somministrazione del questionario sono state realizzate in casa dell’assistito, in alcuni casi anche con la presenza di un familiare che, in certe occasioni, ha preso parte attiva come rispondente. La distribuzione della residenza degli assistiti per distretto sanitario non ha rispettato fedelmente la numerosità stabilita nel campionamento: sono risultati sovra-rappresentati i distretti Nord (quasi il doppio), Ovest e Est (leggermente); sotto-rappresentati quelli Urbano e Sud. La valenza esplorativa dell’indagine non ha richiesto una ponderazione dei risultati secondo le quote inizialmente stabilite. 45 46 In alcuni casi non lo sono direttamente in quanto il contratto è stato sottoscritto da familiari. Distribuzione dei questionari per Distretto Sanitario N. Ovest - Sacile Est - San Vito al T. Sud – Azzano Decimo Nord – Maniago Urbano - Pordenone TOTALE 20 10 20 15 35 100 a cura di: e-labora 53 % 20% 10% 20% 15% 35% 100% AVER CURA. Rapporto di ricerca Fig. 6.1 - Distribuzione degli assistiti intervistati per residenza secondo distretto sanitario 0 5 10 15 20 25 30 35 31 OVEST NORD 28 URBANO 28 EST 13 SUD 13 Totale: 113 6.2 Chi sono e dove vivono gli assistiti La maggior parte degli intervistati (oltre il 71%) è risultato di sesso femminile. Quasi 3 su 4 hanno raggiunto o superato la soglia degli 80 anni d’età. Più di 1 su 5 appartiene alla classe d’età tra i 65 e i 79 anni. Sono pochi, circa il 6%, gli assistiti nelle fasce d’età più giovani. Fig. 6.2 - Distribuzione degli assistiti intervistati per sesso Totale: 113 Maschio 28,3% Femmina 71,7% a cura di: e-labora 54 AVER CURA. Rapporto di ricerca Fig. 6.3 - Distribuzione degli assistiti intervistati per classe d’età Meno di 65 anni 6,3% Dai 65 ai 79 anni 21,4% 80 anni e più 72,3% Totale: 112 Poco meno del 60% degli assistiti intervistati ha già perso il proprio coniuge (è vedovo/a). Nella maggior parte dei casi (oltre l’80%) si tratta di donne. Quasi uno su quattro risulta ancora coniugato. Un piccola parte si dichiara celibe o nubile. Fig. 6.4 - Distribuzione degli assistiti intervistati per stato civile Nubile/celibe 14,2% Altra condizione 2,7% Vedova/o 58,4% Coniugata/o 24,8% Totale: 113 Gli intervistati appartengono a categorie sociali che si potrebbero definire medio-basse. L’ultima occupazione, per la maggior parte di loro, è stata quella di casalinga (praticamente l’80% delle donne) o di operaio. Seguono occupazioni come quelle di imprenditori agricoli, impiegati e commercianti. a cura di: e-labora 55 AVER CURA. Rapporto di ricerca Fig. 6.5 - Distribuzione degli assistiti intervistati per ultima occupazione 0 10 20 30 40 60 50 Casalinga 22 Operaio/a Imprenditore agricolo 12 9 Impiegato 7 Commerciante Operaio/a specializzato 50 4 9 Altra professione Totale: 113 Il titolo di studio riscontrato tra gli intervistati risente del generalizzato basso grado di scolarizzazione della popolazione anziana. Infatti, accanto a persone senza alcun titolo di studio, oltre il 65% dichiara di avere solamente la licenza elementare. Un quarto ha un diploma di scuola media o superiore. Fig. 6.6 - Distribuzione degli assistiti intervistati per titolo di studio Qualifica professionale 4,5% Diploma scuola superiore 11,7% Nessun titolo 9,0% Licenza media inferiore 9,0% Licenza elementare 65,8% Totale: 111 a cura di: e-labora 56 AVER CURA. Rapporto di ricerca La principale fonte di reddito dichiarata è quella da pensione. Praticamente tutti gli intervistati hanno riferito di essere percettori di qualche tipo di pensione. Oltre il 60% usufruisce anche di contributi e indennità varie. Una piccola parte, il 15% circa, è titolare di rendite immobiliari o finanziarie. Fig. 6.7 - Distribuzione degli assistiti intervistati per fonte di reddito 0% 10% 20% 30% 40% Pensione 60% 70% 80% 90% 100% 111 Integrazioni varie Rendite varie 50% 71 17 Altro 2 Più di un quarto degli intervistati afferma di vivere da solo. Quasi la metà vive invece con un’altra persona che in alcuni casi è il proprio coniuge, in altri la badante. Sono meno del 10% gli assistiti che vivono con i propri figli e casi sporadici quelli con altri familiari (genitori, fratelli, sorelle, nipoti). a cura di: e-labora 57 AVER CURA. Rapporto di ricerca Fig. 6.8 - Distribuzione degli assistiti intervistati per numero di persone con cui vivono Vive con altre 3 e più persone 4,5% Vive da solo 27,7% Vive con altre 2 persone 20,5% Vive con altra persona 47,3% Totale: 112 Gli assistiti intervistati abitano prevalentemente in case unifamiliari (55%), che risultano essere piuttosto spaziose visto che hanno una superficie media di 141 metri quadrati. Circa un terzo vive in appartamento e poco più del 10% in case bifamiliari o a schiera, entrambe le tipologie abitative mediamente si estendono sui 100 metri quadrati. Fig. 6.9 - Distribuzione degli assistiti intervistati per tipo di abitazione Appartamento 33,9% Abitazione autonomia 55,0% Casa bifamiliare o a schiera 11,0% Totale: 109 a cura di: e-labora 58 AVER CURA. Rapporto di ricerca Gli assistiti intervistati risultano anche, nella maggior parte dei casi (quasi il 54% del totale), proprietari dell’abitazione in cui vivono. Poco più dell’11% risulta in affitto, mentre i restanti vivono gratuitamente in abitazioni non proprie. Fig. 6.10 - Distribuzione degli assistiti intervistati per proprietà dell’abitazione Altra condizione 16,1% In uso-frutto 18,8% Di proprietà 53,6% In affitto 11,6% Totale: 112 6.3 Condizioni di salute Le condizioni di salute degli assistiti intervistati risultano piuttosto compromesse. Oltre la metà porta il pannolone o è incontinente. Metà non cammina e il restante 40% cammina con fatica. Altri disturbi piuttosto diffusi riguardano la difficoltà di dormire, di deglutire e, sebbene in misura minore, di parlare. Il 65% degli intervistati è in una condizione di non autosufficienza. Circa un terzo dichiara una situazione di parziale autosufficienza tanto nella cura della propria persona, quanto nelle restanti attività domestiche. Solo una piccolissima parte degli intervistati assistiti da una badante afferma di essere autosufficiente (il 3,5% del totale). a cura di: e-labora 59 AVER CURA. Rapporto di ricerca Fig. 6.11 - Distribuzione degli assistiti intervistati per problemi di salute SI 0% 10% 20% 30% 50% 60% Porta il pannolone 67 E' incontinente 62 Non cammina 80% 90% 100% 49 41 Non dorme o dorme poco Non deglutisce o deglutisce a fatica Altri problemi di salute 70% 56 Cammino con sostegno Non parla Totale: 113 NO 40% 21 13 28 Fig. 6.12 - Distribuzione degli assistiti intervistati per condizione di autonomia Autosufficiente 3,5% Totale: 113 Parzialmente autosufficiente 31,9% Non autosufficiente 64,6% Un’ulteriore dimensione che aiuta a capire la condizione di salute degli intervistati47 è quanto essi fruiscono di prestazioni assistenziali e sanitarie a domicilio. Più della metà degli intervistati usufruisce del servizio infermieristico domiciliare (SID), erogato dall’Azienda per i servizi sanitari. Il 30% usufruisce del Fondo per l’Autonomia Possibile (FAP), misura istituita con la L.R. n. 6/2006 volta a sostenere economicamente situazioni di non autosufficienza trattate a domicilio. 47 La dimensione in questione può essere utilizzata anche come indicatore del grado di sovrapposizione e/o sostituzione da parte del servizio di assistenza familiare rispetto agli altri servizi di cura domiciliari. a cura di: e-labora 60 AVER CURA. Rapporto di ricerca L’assistenza domiciliare programmata, prestazione erogata dal medico di medicina generale, è usufruita da più di un quarto degli intervistati. Tutti gli altri tipi di servizio (servizio di assistenza domiciliare, servizio riabilitativo domiciliare) raggiungono una parte modesta degli intervistati. Fig. 6.13 - Distribuzione degli assistiti intervistati per tipo di prestazione assistenziali e sanitarie SI 0% 10% 20% 30% 40% SID (Serv. Infermieristico Domiciliare) 60% 70% 80% 90% 100% 62 FAP (Fondo Autonomia Possibile) 33 ADP (Assistenza Domiciliare Programmata) 30 SAD (Serv. Assistenza Domiciliare) 15 Altro SRD (Serv. Riabilitativo Domiciliare) Totale: 113 NO 50% 11 8 6.4 Scelta e reclutamento delle badanti La scelta di avvalersi di un’assistente familiare non sembra essere stata effettuata tra una gamma di altre possibili alternative. Quasi l’85% non ha considerato soluzioni di tipo residenziale o semiresidenziale (quali la casa di riposo o il centro sociale diurno), in quanto la badante risultava l’unica compatibile con il desiderio di rimanere a casa propria. a cura di: e-labora 61 AVER CURA. Rapporto di ricerca Fig. 6.14 - Distribuzione degli assistiti intervistati per numero di quanti hanno valutato un’alternativa all’assistente familiare Totale: 113 SI 15,9% NO 84,1% Contrariamente a quanto sopra, sulla scelta di quale badante far entrare in casa, la maggioranza degli assistiti sembra avere delle esplicite preferenze. Così perlomeno dichiara il 70% degli intervistati. Le preferenze attengono principalmente al sesso (si preferisce una donna); all’età (è meglio una persona adulta); alla comprovata esperienza lavorativa. Anche la nazionalità può essere una discriminante di scelta, ma in questo caso le opinioni non sono sempre convergenti: accanto a chi preferisce badanti rumene, vi sono chi le esclude. Nessuna indicazione è peraltro pervenuta per badanti di nazionalità extra europea. Fig. 6.15 - Distribuzione degli assistiti intervistati per preferenze sull’assistente familiare Totale: 112 NO 30,4% SI 69,6% a cura di: e-labora 62 AVER CURA. Rapporto di ricerca Il principale canale di reclutamento dell’assistente familiare rimane quello informale, ovvero le indicazioni provenienti da amici, conoscenti e familiari, persone quindi di cui ci si fida. Una piccola parte degli assistiti intervistati ha trovato la badante attraverso uno dei tre sportelli assistenti familiari promossi dalla Regione in collaborazione con il sevizio politiche del lavoro dell’Amministrazione provinciale. In qualche caso è la stessa badante precedente che indica la propria sostituta. Meno utilizzati sono invece i canali della Caritas e degli annunci sui giornali. Fig. 6.16 - Distribuzione degli assistiti intervistati per canale di reclutamento della badante Caritas 5,4% Annuncio sul giornale 4,5% Altro 5,4% Totale: 112 Indicata da badante precedente 8,9% Indicata da amici, conoscenti, familiari 64,3% Sportello Assistenti Familiari 11,6% 6.6 Rapporto di assistenza: dimensioni contrattuali e relazionali Il gruppo di persone raggiunto dall’indagine presenta una storia di assistenza familiare piuttosto variegata. Infatti, se poco più del 22% degli intervistati usufruisce del servizio da meno di 1 anno, una percentuale simile afferma di goderne continuativamente da oltre 5 anni. Il 41% afferma di avere la badante da 1 a 3 anni e il restante 14% da 3 a 5 anni. a cura di: e-labora 63 AVER CURA. Rapporto di ricerca Fig. 6.17 - Distribuzione degli assistiti intervistati per durata di assistenza domiciliare Oltre 5 anni 22,1% Meno di 1 anno 22,1% Da 3 a 5 anni 14,2% Da 1 a 3 anni 41,6% Totale: 113 In questo periodo di tempo, il 58% si è avvalso di due o più assistenti familiari. Uno su sette ha avuto occasione di sperimentare oltre cinque badanti. Calcolando il numero complessivo di assistenti familiari che si sono alternate alla cura di tutti gli intervistati risulta una cifra di circa 300 unità. Fig. 6.18 - Distribuzione degli assistiti intervistati per numero di badanti Più di cinque 14,3% Una 42,9% Quattro/ Cinque 12,5% Totale: 112 Due/Tre 30,4% a cura di: e-labora 64 AVER CURA. Rapporto di ricerca Soffermandosi solo nell’ultimo anno, emerge che un terzo ha già cambiato una o più volte l’assistente familiare, riconfermando ulteriormente il tema del turnover delle badanti. Fig. 6.19 - Distribuzione degli assistiti intervistati per numero di badanti nell’ultimo anno Quattro/ Cinque 3,6% Due/Tre 29,5% Una 67,0% Totale: 112 I motivi di un così elevato turnover sembrano addebitabili innanzitutto alla necessità dell’assistente familiare di rientrare nel proprio paese (quasi il 47% del totale). Seguono motivazioni collegate all’insoddisfazione dell’assistito (quasi un quarto del totale). Meno diffuse, benché presenti, sono le cause legate al cambiamento di lavoro della badante o al suo stato di salute. Altre motivazioni a bassa frequenza sono rintracciabili in un lungo e composito elenco. a cura di: e-labora 65 AVER CURA. Rapporto di ricerca Fig. 6.20 - Distribuzione degli assistiti intervistati per motivo dell’ultima sostituzione della badante Altro motivo 21,9% Non mi trovavo bene 23,4% Per motivi di salute/malattia 3,1% Ha trovato un altro lavoro qui in Italia 4,7% Ha dovuto rientrare nel proprio paese 46,9% Se il 95% degli intervistati è attualmente assistito da una sola persona, la piccola percentuale restante usufruisce del servizio di due o più badanti contemporaneamente48. Tre assistiti su quattro dichiarano di aver stipulato con la badante un regolare contratto di lavoro. Alla domanda del motivo per la quale non si è regolarizzato il contratto di lavoro con l’assistente familiare gli intervistati rispondono sostenendo varie giustificazioni: “è più economico”; “è la stessa assistente familiare che non intende essere regolarizzata”; “è solo per un periodo di prova”; “non ha il permesso di soggiorno”; ecc.. 48 L’indagine ha individuato anche una situazione di assistenza familiare dove vi è un alternarsi di ben tre badanti. a cura di: e-labora 66 AVER CURA. Rapporto di ricerca Fig. 6.21 - Distribuzione degli assistiti intervistati per regolarità dei contratti di lavoro con le badanti Non in regola 25,9% In regola 74,1% Totale risposte: 112 La maggior parte delle badanti vive in casa dell’assistito49: si tratta quindi di un’occupazione piuttosto impegnativa anche dal punto di vista relazionale. La spiegazione di tale fenomeno può essere cercata perlomeno in quattro direzioni: - la vita in solitudine di molti anziani (inclusa la ridotta rete parentale); - l’elevato tasso di non autosufficienza; - la disponibilità di stanze (vista l’ampiezza delle abitazioni); - la necessità di alloggio da parte di assistenti familiari straniere. 49 Il dato è solo apparentemente in contraddizione con il numero di persone con cui l’assistito vive, in quanto una parte di coloro che hanno dichiarato di vivere da soli non hanno considerato l’assistente familiare. a cura di: e-labora 67 AVER CURA. Rapporto di ricerca Fig. 6.22 - Distribuzione degli assistiti intervistati a seconda della co-residenza della badante NO 20,4% SI 79,6% Totale risposte: 113 Per il servizio offerto le assistenti familiari ricevono, nella maggioranza dei casi, una paga mensile che varia dagli 800,00 ai 1.100,00 euro. Un quarto circa riceve una remunerazione tra i 500,00 e gli 800,00 euro. Vi sono però anche badanti che prendono più di 1.000,00 euro e badanti che prendono meno di 500,00 euro mensili: rispettivamente l’8% e il 5%. Quasi il 9% degli intervistati non sa o non vuole rispondere alla domanda. Uno dei motivi per cui l’intervistato non sa rispondere è dato dal fatto che nella maggioranza dei casi (oltre il 70% del totale) non è l’assistito che, in qualità di datore di lavoro, intrattiene direttamente i rapporti con la badante, ma è un suo familiare. Fig. 6.23 - Distribuzione degli assistiti intervistati per ammontare pagato all’assistente familiare Più di 1.100,00 € 8,0% Non so/non vuole dire 8,8% Meno di € 500,00 5,3% Tra 800,01 e 1.100,00 € 54,0% Tra 500,01 e 800,00 € 23,9% Totale risposte: 113 a cura di: e-labora 68 AVER CURA. Rapporto di ricerca Fig. 6.24 - Distribuzione degli assistiti intervistati per erogazione diretta della paga all’assistente familiare Altra persona 2,7% Assistito 26,5% Familiare 70,8% Totale risposte: 113 6.7 Oltre l’assistente familiare L’indagine ha inteso investigare anche l’assistenza che gli intervistati ricevono, oltre che dalla badante e dai servizi pubblici territoriali, anche da altri eventuali soggetti quali parenti, familiari, vicini e organizzazioni di volontariato. Ebbene tre assistiti su quattro affermano che ricevono cure e assistenza anche da altri soggetti: si tratta però quasi elusivamente dei parenti (70%)50, in alcuni casi conviventi; mentre amici, vicinato e associazioni di volontariato non sembrano essere rilevanti. 50 Il dato, in alcuni casi, potrebbe essere stato viziato dal fatto che un familiare era presente alla somministrazione del questionario. a cura di: e-labora 69 AVER CURA. Rapporto di ricerca Fig. 6.25 - Distribuzione degli assistiti intervistati per cure ricevute anche da altri soggetti NO 23,9% SI 76,1% Totale: 113 La sostituzione temporanea dell’assistente familiare in caso di sua assenza si può rivelare per molti assistiti un effettivo problema. In questo frangente gli interpellati affermano di ricorrere prevalentemente a parenti e familiari (nel 73,5% dei casi), in secondo luogo ad una badante sostitutiva (oltre il 50%) e in minor misura ad una residenza sanitaria assistenziale (RSA) o ad amici e/o vicini di casa. In nessun caso vengono citate le associazioni di volontariato o altre modalità informali di assistenza temporanea. Fig. 6.26 - Distribuzione degli assistiti intervistati per tipo di sostituto della badante in caso di assenza 0 20 40 60 Familiari, parenti 100 83 Badante sostitutiva 52 RSA 11 Amici, vicini di casa 11 Altro 80 1 a cura di: e-labora 70 AVER CURA. Rapporto di ricerca 6.8 Grado di soddisfazione, fiducia e disponibilità Il grado di soddisfazione espresso dagli assistiti sul servizio svolto dalle badanti nella presente indagine è piuttosto elevato. Lo attesterebbero le affermazioni, date sia alla domanda a risposta chiusa che alla domanda a risposta aperta, sul giudizio complessivo rispetto all’attuale assistente familiare. Gli assistiti, infatti, esprimono un elevato gradimento in quasi tutti i diversi aspetti investigati51. L’aiuto nella somministrazione dei farmaci è quello che registra l’indice di soddisfazione più elevato. Segue, a breve distanza, la cura dell’igiene personale e poi il disbrigo delle pratiche domestiche. Anche la comprensione della lingua italiana ottiene un buon livello di soddisfazione. Gli aspetti in cui gli assistiti si sentono meno soddisfatti della prestazione della badante riguardano la predisposizione delle pietanze e l’aiuto negli esercizi di ginnastica. Fig. 6.27 - Livello di soddisfazione espresso dagli assistiti su alcune dimensioni del servizio prestato dalle badanti Aiutarmi a prendere i farmaci Cura dell'igiene personale Disbrigo di pratiche domestiche Fare le pulizie domestiche Essere socievole Essere paziente Accompagnarmi fuori casa/passeggiare Comprendere e parlare italiano Cucinare Aiutarmi a fare ginnastica/esercizi 0,0 10,0 20,0 30,0 40,0 50,0 60,0 70,0 80,0 90,0 100, 0 Un indicatore proxy della fiducia riposta dall’assistito nei confronti della propria assistente familiare può essere desunto dai valori delle risposte alla domanda “se non si sente bene e ritiene di aver bisogno di qualcuno a chi si rivolge prima di tutto?”. Ebbene, benché fosse disponibile una risposta a scelta multipla, oltre il 62% indica un 51 Per una miglior rappresentazione dei risultati è stata costruita una scala percentuale riparametrando i valori degli item di risposta. a cura di: e-labora 71 AVER CURA. Rapporto di ricerca familiare o parente stretto. Poco più del 41% indica la badante e in misura limitata il proprio medico di medicina generale. Solo un piccolo gruppo indica entrambe le figure familiare/parente e assistente familiare. Il risultato sembrerebbe riequilibrare l’elevato grado di soddisfazione sopra riportato, lasciando trasparire che, nonostante tutto, la famiglia rimane il soggetto di riferimento principale, ma potrebbe anche essere parzialmente influenzato, in alcuni casi, dalla presenza del familiare durante l’intervista. Fig. 6.28 - A chi si rivolge in caso di bisogno? (Riposta multipla) % 0,00 10,00 20,00 30,00 40,00 50,00 Ad un familiare/parente prossimo 70,00 80,00 90,00 100,00 62,16 All'assistente familiare Al medico di medicina generale 60,00 41,44 6,31 Sulla disponibilità a lasciar frequentare alla propria assistente familiare un corso di aggiornamento professionale meno della metà si dichiarano incondizionatamente d’accordo. Oltre un quinto si pronuncia per una indisponibilità. Altrettanti risultano indecisi e circa il 10% accetterebbe a determinate condizioni (in particolare è risultato rilevante l’orario per non interferire sul lavoro di assistenza, ecc.). a cura di: e-labora 72 AVER CURA. Rapporto di ricerca Fig. 6.29 - Disponibilità verso un corso di formazione frequentato dalla propria assistente familiare Non saprei 21,4% NO 22,3% SI, solo a determinate condizioni 9,8% SI, incondizion atamente 46,4% Totale risposte: 112 6.9 Conclusioni La terza linea investigativa rivolta all’ascolto degli assistiti ha confermato molti dei dati già emersi con la somministrazione del questionario alle assistenti familiari. Riassumendo, si potrebbe affermare che il ricorso ad un’assistente familiare oggi in provincia di Pordenone avviene in assenza di reali e note alternative, quando la persona anziana (grande anziano perlopiù) o disabile si trova in una condizione di parziale o completa non autosufficienza. Gli assistiti appartengono prevalentemente a classi sociali medio-basse. La modalità di co-residenza con la badante è piuttosto elevata in quanto convergono diverse esigenze, da parte dell’assistito e dell’assistente, e la disponibilità di spazi abitativi. Si conferma l’elevato tasso di regolarizzazione del rapporto di lavoro. I problemi tra datore di lavoro e badante non sono assenti, visto il consistente turnover delle assistenti familiari, ma il grado di soddisfazione finale risulta sorprendentemente elevato. Diversamente da quanto raccolto ascoltando la voce delle assistenti familiari sembrerebbe maggiore il ruolo d’aiuto svolto dalla famiglia dell’assistito e la presenza dei servizi sociosanitari pubblici territoriali, che comunque raggiungono solo una parte di coloro che ricorrono alla badante. Non si evince invece la presenza di reti d’aiuto informali offerte dal volontariato organizzato o meno. a cura di: e-labora 73 AVER CURA. Rapporto di ricerca 7. La voce dei servizi sociali e sociosanitari L’esplorazione di quali siano le riflessioni nei servizi assistenziali e sociosanitari in merito al fenomeno delle assistenti familiari ha rappresentato l’oggetto specifico della quarta linea d’indagine di questa ricerca. Il punto di vista di operatori pubblici direttamente coinvolti nei servizi assistenziali e infermieristici domiciliari è parso una prospettiva irrinunciabile - dopo aver raccolto quella delle organizzazioni, delle assistenti e degli assistiti - per completare un’analisi territoriale di un fenomeno complesso che ha un profondo impatto nel sistema di welfare locale. 7.1 Metodologia impiegata Per raccogliere le opinioni e le riflessioni di operatori qualificati direttamente impegnati nei servizi domiciliari pubblici si è fatto ricorso allo strumento del focus group. Realizzato in data 27 aprile 2009, il focus group ha visto la partecipazione di: quattro coordinatori del servizio di assistenza domiciliare e infermieristica dell’Azienda per i Servizi Sanitari; tre assistenti sociali referenti dell’assistenza domiciliare degli Ambiti distrettuali; due operatrici sociali dell’Azienda Ospedaliera; un medico di medicina generale; un medito responsabile dell’ambulatorio immigrati. Tre sono state le questioni poste alla discussione dei partecipanti al focus group: 1) un’analisi della presenza e dell’impatto delle assistenti familiari nelle attività di assistenza e cura domiciliare; 2) una valutazione degli elementi positivi e delle criticità del fenomeno; 3) considerazioni sulle prospettive evolutive del fenomeno, di natura tanto contingente (alla luce della crisi economica e finanziaria in corso) quanto strutturale (all’interno del più ampio processo di trasformazione del welfare). 7.2 Risultati emersi Rispetto alla prima questione posta nel focus group emerge che gli operatori possiedono effettivamente una conoscenza diretta del fenomeno. Lo conoscono fin dagli esordi, dal suo apparire in forma spontanea e sporadica fino alla situazione alquanto diffusa di oggi. Dimostrano anche una profonda consapevolezza di quanto la figura della badante sia diventata un attore importante nei servizi di cura domiciliari, pur non rappresentando una completa alternativa. Registrano anche alcuni cambiamenti rispetto al profilo dell’assistente familiare, confermando quanto a cura di: e-labora 74 AVER CURA. Rapporto di ricerca già emerso in sede nazionale nella ricerca dell’IRS. In particolare sottolineano che le nuove badanti sono meno flessibili, più esigenti, più selettive, cercano situazioni assistenziali meno complesse, verificano prima che il carico assistenziale non sia troppo elevato. Alcuni operatori colgono anche un maggior interesse per facili guadagni che porta le assistenti familiari a cercare di svolgere più lavori contemporaneamente. Concordano altresì che nei servizi per i quali lavorano non si è ancora consolidata una visione strategica sul fenomeno, rappresenta per certi versi ancora una novità. Gli aspetti positivi sottolineati dagli operatori sono diversi. La badante oggi indubbiamente svolge l’importante funzione nel favorire la permanenza a domicilio dell’assistito, in coerenza con le direttrici strategiche del sistema sociosanitario nazionale e regionale. L’assistente familiare, in alcuni casi, si è rivelata preziosa anche dal punto di vista infermieristico o sanitario52. Sono numerosi i casi positivi di rapporto tra assistito e assistente; si rammenta anche il caso di qualche consolidamento di rapporto dal punto di vista affettivo sfociato in matrimonio53. Infine l’assistente familiare offre senza dubbio un servizio più economico del ricovero in casa di riposo, dove peraltro non ci sono posti a sufficienza. Tra gli aspetti critici sollevati dagli operatori emergono: la scarsa conoscenza della lingua italiana di alcune assistenti, ma la problematicità sembra stia scemando rispetto al passato; le differenze culturali tra assistente e assistito che rendono problematiche alcune pratiche igienico-sanitarie; differenze culturali che si esprimono anche sul versante tra badante e servizi territoriali producendo, in alcune circostanze, difficoltà di dialogo e interlocuzione; l’impreparazione della badante rispetto ad alcune mansioni e servizi di cura, in particolare per i casi assistenziali complessi; la gestione delle sostituzioni sia definitive per il ricambio, sia temporanee nei periodi di rientro al proprio paese della badante stessa. Particolarmente problematico sembra il caso in cui la famiglia entra in difficoltà nella gestione del rapporto con la badante. In questo caso si creano delle vere “spirali assistenziali”, dove assistito, famiglia e badante richiedono tutela e accompagnamento. 52 Viene fatto notare che alcune badanti, in particolari casi, non solo somministrano i farmaci, ma gestiscono sondino, catetere, effettive mansioni infermieristiche e/o mediche. 53 Per contro è ricordato anche qualche caso dove l’inserimento della badante ha favorito la rottura di rapporti familiari. a cura di: e-labora 75 AVER CURA. Rapporto di ricerca Si riconosce anche che la famiglia con badante diventa più latitante rispetto all’interlocuzione con i servizi sociali; spesso delega alla badante molte competenze e responsabilità, utilizzandola come un passepartout per qualsiasi problematica. Le assistenti familiari si ritrovano quindi a dover fare un po’ di tutto, sostituendo di fatto i familiari dell’assistito sia nell’interlocuzione con il medico di medicina generale, sia con il personale durante i ricoveri ospedalieri. Le badanti vengono rappresentate anche come portatrici di profonde esigenze formative rispetto ai compiti di assistenza e cura dei non autosufficienti. Viene richiamata l’esigenza anche di formazione di base, relativa all’educazione alimentare, agli aspetti relazionali con l’anziano o persone disabili. Non meno presente, da parte di alcuni operatori, è la concezione della badante come essere umano, spesso pieno di solitudine, in alcuni casi oggetto di sfruttamento, discriminazione da parte degli assistiti o dei loro stessi familiari. Sulle dinamiche in corso, gli operatori presenti al focus group esprimono la sensazione che la crisi economica e occupazionale stia favorendo una diminuzione delle badanti di origine straniera e un contestuale aumento di italiane, sia nella forma tradizionale di accudimento casalingo svolto dalla parente che ha perso il posto di lavoro o si trova momentaneamente in cassa integrazione, sia nella forma di acquisto di lavoro da parte di assistenti esterne (frequentemente nella modalità “in nero”), che però non danno disponibilità completa di tempo e soprattutto non accettano la coresidenza. Il dato viene desunto anche dalla partecipazione di più italiane ai corsi di formazione. D’altro canto alcuni esprimono che il futuro non potrà che favorire l’aumento delle assistenti familiari in quanto gli anziani non autosufficienti sono in aumento. Sulle prospettive future dei servizi di fronte al fenomeno delle assistenti familiari dal focus group è possibile estrapolare due posizioni piuttosto nette e distinte che estremizzando potremmo assumere come due poli all’interno dei quali ricomprendere altre posizioni più sfumate. Da una parte si fa strada la visione di una bandate come figura forte, preparata e competente di care-giver che diventa il principale, se non l’unico, interlocutore dei servizi sociosanitari capace di rappresentare compiutamente le esigenze dell’assistito e della sua famiglia. Dall’altra si interpreta l’assistente familiare come una delle diverse figure professionali di supporto all’assistito, in un contesto comunque di potenziamento dei servizi territoriali pubblici, quali alberghi diffusi, strutture semi-residenziali, ecc.. In questa seconda posizione, la badante non sostituisce la famiglia nell’interlocuzione con i a cura di: e-labora 76 AVER CURA. Rapporto di ricerca servizi, non interviene con competenze infermieristiche specializzate, non si sovrappone a potenziali supporti da parte di reti di volontariato. Le due posizioni, ognuna peraltro incorporante potenzialità e limiti, sembrano configurare non solo due modelli operativi di erogazione di servizi, ma incorporare anche due diverse visioni di ciò che dovrà essere il welfare del futuro. Il tema verrà ripreso e discusso nel capitolo conclusivo. a cura di: e-labora 77 AVER CURA. Rapporto di ricerca 8. Conclusioni Il fenomeno dell’assistenza familiare delle persone non autosufficienti ha una lunga e travagliata storia. In passato era perlopiù uno dei tanti lavori “invisibili”, non remunerati, svolto dalla componente femminile della famiglia: figlia, nipote, sorella dell’assistito. Oggi tale lavoro di cura è stato monetarizzato e affidato, per la maggior parte, a donne esterne alla cerchia familiare e perlopiù straniere. Il fenomeno dell’assistenza familiare come si è venuto configurando negli ultimi anni in Italia, ed anche in provincia di Pordenone, rappresenta indubbiamente una risposta autonoma e spontanea delle famiglie con persone non autosufficienti di fronte all’insufficienza o all’assenza di una adeguata offerta da parte dei servizi pubblici54 nel quadro di un sistema welfare che appare in affanno e operativamente incapace di farsi carico di tutti i nuovi bisogni. Le cooperative sociali, pur consistenti per numero e dimensioni nel territorio provinciale, non hanno saputo intercettare questo fabbisogno sociale e trovare adeguate risposte capaci di coniugare solidarietà con imprenditorialità. Così il servizio di assistenza a domicilio è diventato un appetitoso mercato pure per imprese for profit. Questo fenomeno complesso è oggi uno snodo interessante per analizzare non solo le politiche assistenziali e sociosanitarie, ma anche le politiche del lavoro e della formazione, dell’integrazione sociale degli stranieri e di altri aspetti riconducibili al sistema di welfare. L’indagine qui presentata ha individuato quattro possibili percorsi di analisi: una ricognizione degli attori in campo (le varie organizzazioni che si occupano del tema); una ricostruzione del profilo sociosanitario delle badanti; un ascolto esplorativo degli assistiti; un confronto tra i diversi servizi pubblici territoriali coinvolti negli interventi di assistenza domiciliare. Le informazioni raccolte in ognuno di essi rappresentano non tanto delle consolidate acquisizioni, quanto degli spunti per ulteriori e futuri approfondimenti. 54 Si assumono quali servizi pubblici non solo quelli svolti dalla pubblica amministrazione, ma anche quelli erogati in regime di concessione o mediante convenzione da soggetti del provato profit e non profit purché finalizzati a garantire il godimento dei diritti della persona, costituzionalmente tutelati, alla salute, all’assistenza e previdenza sociale, alla istruzione e alla libertà di comunicazione, ecc. a cura di: e-labora 78 AVER CURA. Rapporto di ricerca 8.1 Le peculiarità del fenomeno nel pordenonese Il contesto della provincia di Pordenone, benché rifletta molte delle dinamiche già emerse in altre e precedenti ricerche, sembra caratterizzarsi anche per alcune sue peculiarità rispetto al fenomeno dell’assistenza familiare. Innanzitutto, i risultati emersi della ricerca presentano un ricorso a regolari contratti di lavoro per assistenti familiari decisamente superiore a quanto stimato dall’indagine IRS. Per questo istituto solo un terzo delle assistenti familiari in Italia godono di un regolare contratto di lavoro. Con percentuali incredibilmente simili (rispettivamente 74,1% e 71,5%), assistiti e assistenti affermano che la situazione lavorativa qui è diversa, anche se non proprio con gli stessi valori di quelli misurati. Emerge però che si tratta di una regolarità che si raggiunge negli anni del percorso professionale della badante. Tale situazione sembra, in parte, spiegabile per le misure e gli strumenti messi in atto dagli attori istituzionali: la legge regionale, il progetto Assistenti familiari e il contributo economico del Fondo per l’Autonomia Possibile (FAP)55. In secondo luogo, differenti appaiono le nazionalità delle badanti straniere. Sono assenti componenti nazionali come quella delle filippine che a livello nazionale raggiungono la terza posizione. Di bassa rilevanza a livello locale è pure la componente sudamericana. I fenomeni migratori locali intraprendono dinamiche non sempre riassumibili in quelle nazionali56. Emerge inoltre l’elevata coresidenzilità dell’assistente con l’assistito, esito di un convergere, come notato, di diverse esigenze e dalla disponibilità di spazi abitativi. Tale situazione potrebbe poi essere all’origine di un complicarsi del rapporto di lavoro, gestito nella maggior parte dei casi da un familiare dell’assistito. Dal focus group con i servizi è emerso chiaramente che, soprattutto in momenti di crisi, in questo complesso fenomeno dell’assistenza familiare privata i soggetti rilevanti sono quasi sempre tre: l’assistito (di solito non autosufficiente), la badante (o meglio le badanti, visto l’elevato turnover) e la famiglia, ovvero i parenti prossimi dell’assistito. In quarto luogo, spicca l’assenza delle reti di aiuto informale. Nel settore dell’assistenza agli anziani e delle persone non autosufficienti non si evince nessuna responsabilità diffusa: vengono meno i rapporti parentali, le reti familiari, amicali, di vicinato e di volontariato. Spesso l’assistente familiare diventa l’unico interlocutore e rappresentante dell’assistito con i servizi pubblici. Questi ultimi, con percentuali 55 A livello regionale “al 30 giugno 2008, 2.537 persone avevano beneficiato del Fondo per l’Autonomia Possibile e l’assistenza a lungo termine” [Libro verde regionale: 28] 56 Per un approfondimento di questo tema si rimanda anche ai diversi ANNUALI STATISTICI DELL’IMMIGRAZIONE pubblicati, dal 1999, annualmente dalla Regione Friuli Venezia Giulia. a cura di: e-labora 79 AVER CURA. Rapporto di ricerca simili all’indagine IRS, riescono peraltro a garantire un copertura inferiore alla metà degli anziani assistiti con una badante. Ulteriore elemento caratteristico è il limitato ricorso nell’ultimo anno e la relativa bassa disponibilità futura verso percorsi di aggiornamento professionale57. Le assistenti familiari si sentono competenti, gli assistiti si dichiarano piuttosto soddisfatti. Elementi alquanto nuovi che non hanno riscontri puntuali nella letteratura empirica nazionale e che necessitano di un’attenzione indubbiamente maggiore sono stati gli aspetti legati alla salute e agli stili di vita dell’assistente familiare. Il lavoro di cura risulta fortemente usurante sia dal punto di vista fisico che psicologico. Il ricorso a visite mediche, l’utilizzo di farmaci, l’elenco dei malesseri rilevati negli ultimi sei mesi dalle assistenti familiari intervistate lo indicano chiaramente. Infine, in alcuni casi, la badante è risultata anche vittima di soprusi, discriminazioni e violenze, fisiche e psicologiche da parte dell’assistito o dei suoi familiari. 8.2 Spunti di riflessione e intervento La ricerca ha messo in luce l’assenza di chiare strategie da parte dei soggetti istituzionali sul fenomeno dell’assistenza familiare. Nonostante la predisposizione di una normativa regionale, l’implementazione di interventi progettuali, non si è ancora accumulata una riflessione capace di produrre linee di indirizzo e di programmazione. Il recente Libro verde sul futuro del sistema sociosanitario regionale sul fenomeno si limita a rilevare che “vi è scarsa garanzia sulla qualità erogata dalle assistenti familiari” [p. 27]. Perlomeno fino ad oggi un certo lasser faire sembra aver governato il fenomeno. Ne consegue la necessità di aprire spazi di riflessione all’interno dei servizi, di rendere la questione parte integrante degli obiettivi strategici di un welfare comunitario. In questa visione, famiglia assistita e assistente familiare sono figure che hanno sicuramente delle risorse da valorizzare, ma vanno assunte anche come soggetti fragili, entrambi. In alcuni casi, come è stato sottolineato nel focus group, le loro debolezze sommate, si configurano come “spirali assistenziali” che richiedono un surplus di intervento da parte dei servizi sociali. Ne consegue altresì il bisogno di approfondire lo studio dell’evoluzione del fenomeno, in grado di affrontare da un lato un orizzonte temporale sia a breve che 57 “Le badanti coresidenti – i cui clienti sono notoriamente più fragili e più bisognosi di un’assistenza competente – sono quelle meno interessate a una formazione rispetto a chi lavoro a ore” [IRS, 2008: 39] a cura di: e-labora 80 AVER CURA. Rapporto di ricerca a medio-lungo termine, dall’altro un orizzonte spaziale in grado di effettuare dei raffronti a livello nazionale e internazionale. La ricerca ha messo in luce anche la difficoltà di fare rete tra tutti i diversi soggetti coinvolti dal fenomeno. Le risposte fino ad ora adottate sono individuali di singole istituzioni e organizzazioni. Il fenomeno complesso richiede risposte integrate che travalicano le singole politiche settoriali. Qualsiasi risposta di una specifica politica (del lavoro piuttosto che sociale e assistenziale) non potrà che apparire parziale. Seguendo le riflessioni conclusive della ricerca IRS è necessario attivare una rete per la qualificazione del lavoro di cura (cfr. figura 8.1). Oltre agli sportelli domanda/offerta, peraltro già esistenti in provincia, sicuramente un posto di rilievo dovrà essere assunto dalla formazione e aggiornamento professionale delle badanti (possibilmente secondo modalità innovative)58, così come interessante appare l’accreditamento di badanti adeguatamente formate; nonché il sostegno alle famiglie degli assistiti. Fig. 8.1 - La rete proposta nella ricerca IRS (pag. 52) Ma la rete potrebbe essere anche ulteriormente sviluppata inserendo interventi di promozione e tutela della salute della badante; attivando un’integrazione tra tutte le soluzioni assistenziali oggi disponibili: strutture residenziali, semi-residenziali, servizi di assistenza domiciliare, servizi sanitari territoriali, ecc.. E’ necessario che si affronti contestualmente il tema dell’abitare sociale e, dialogare con le più generali 58 Una sperimentazione interessante è sicuramente il percorso formativo avviato recentemente nel Veneto Orientale che consta di brevi moduli (12 ore ciascuno) rivolti a badanti, ma anche volontari e altri care givers. a cura di: e-labora 81 AVER CURA. Rapporto di ricerca politiche abitative. Le elevate dimensioni degli immobili in cui vivono gli assistiti ormai soli sembrano richiedere, per favorire la domiciliarità, non solo ristrutturazioni, ma il ripensamento del rapporto abitazione – territorio – comunità. In tale cornice, e visto che difficilmente si abbandonerà totalmente il ricorso a personale straniero per l’assistenza familiare, sarà importante attivare anche interventi di carattere culturale e/o multiculturale per favorire maggiormente la loro integrazione sociale. Fig. 8.2 - La rete di intervento riformulata Interventi culturali Sportelli domanda/ offerta Politiche dell'abitare sociale Sostegni alle famiglie REGIA (Sistema dei servizi) Promozione e tutela della salute della badante Formazione e follow up Accreditamento badanti formate Altro … Sul terreno, come traspariva nella quarta linea investigativa, sembrerebbero scontrarsi due alternativi modelli di welfare, così succintamente descrivibili: quello che vede un’assistente familiare, formata, competente e specializzata, che diviene sostitutiva dei servizi pubblici (sempre meno presenti e diffusi), che ha la delega di rappresentanza della famiglia dell’assistito, che assiste e cura in silenzio e lontano dal brulicare del mondo l’anziano o l’invalido; quello che vede un’assistente familiare, formata e competente ma integrativa dei servizi pubblici, capaci di fare sistema tra loro, che continuano a farsi carico sia dell’assistito che della famiglia, nonché dell’attivazione di reti di aiuto e cura informali, in grado di diffondere responsabilità diffuse e condivise, attuando una efficace ed efficiente governance territoriale. a cura di: e-labora 82 AVER CURA. Rapporto di ricerca Riferimenti bibliografici Agenzia regionale del lavoro e della formazione professionale - Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia 2008/9 Progetto Assistenti Familiari. Diversi rapporti (Cfr. allegato A). Anastasia B., 2009 Il lavoro immigrato e le famiglie. In Osservatorio Regionale sull’Immigrazione (a cura di), IMMIGRAZIONE STRANIERA IN VENETO. Rapporto 2009. Milano: Franco Angeli Andall J., Sarti R., 2004 Le trasformazioni del servizio domestico in Italia: un’introduzione. In POLIS, Anno XVIII, n.1, Aprile; pagg. 5-16 Assessore regionale alla salute e protezione sociale - Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia 2009 LA VITA SANA NELLA SOCIETÀ RESPONSABILE. Libro verde sul futuro del sistema sociosanitario regionale. Verso il Piano sociosanitario regionale 2010-2012. Barazzetti D., 2007 C’E’ POSTO PER ME? Lavoro e cura nella società del “non lavoro”. Milano: Guerini e associati. Bettagno A., 2008 COLF E ASSISTENTI FAMILIARI. Roma: Buffetti Editore. Caritas/Migrantes, 2008 IMMIGRAZIONE. Dossier statistico 2008. XVIII Rapporto Castegnaro A., 2002 La rivoluzione occulta dell’assistenza agli anziani: le aiutanti domiciliari, STUDI ZANCAN, 2, pp. 11-34 Chiaretti G. (a cura di), 2005 C’È POSTO PER LA SALUTE NEL NUOVO MERCATO DEL LAVORO? Medici e sociologi a confronto. Milano: Franco Angeli Coccato S., 2002 Problemi di salute delle donne immigrate “badanti” nel territorio padovano. L’emersione delle assistenti familiari. Tesi di laurea. Università degli Studi di Padova, Facoltà di Medicina e Chirurgia, Corso di laurea universitario per infermiere. AA 2001-2002 Ehreinreich B. e Russel Hochschild A. (a cura di), 2009 DONNE GLOBALI. Tate, colf e badanti. Milano: Feltrinelli Fracaro M. (a cura di), 2009 COLF & BADANTI. Dall’assunzione alla busta paga, dai contributi al Tfr: come vivere in modo sereno il rapporto di lavoro con i collaboratori domestici. Milano: Corriere della Sera / IPSOA. a cura di: e-labora 83 AVER CURA. Rapporto di ricerca INPS – Istituto Nazionale Previdenza Sociale FENEMONO COMPLESSO: IL LAVORO FEMMINILE 2007 UN IMMIGRATO; a cura del Coordinamento e Supporto attività connesse al Fenomeno migratorio IREF – Istituto di ricerche Educative e Formative, 2007 IL WELFARE “FATTO IN CASA”. Indagine nazionale sui collaboratori domestici stranieri che lavorano a sostegno delle famiglie italiane. Rapporto di ricerca, Roma. IRS – Istituto per la ricerca sociale, 2008 BADANTI: LA NUOVA GENERAZIONE. Caratteristiche e tendenze del lavoro privato di cura. A cura di Sergio Pasquinelli e Gisella Rumini. Dossier di Ricerca. Novembre. IRSSeS – Istituto Regionale per gli Studi di Servizio Sociale, 2007 Analisi degli interventi approntati a livello territoriale dai SSC riguardo il sostegno economico per l’attività di assistenza familiare (L.R. n. 24/2004). Mimeo, Trieste 27 giugno (documento interno gentilmente concesso da Carlo Beraldo, direttore dell’Istituto) ISTAT 2008 GLI STRANIERI NEL MERCATO DEL LAVORO. Rilevazione sulle forze di lavoro. Morini C, 2001 LA SERVA SERVE. Le nuove forzate del lavoro domestico. Roma: Derive Approdi. Noto V. (a cura di), 2008 BANDANDUM 2009. Libro agenda per famiglie e badanti. Milano: Il Sole 24 Ore. Soltys M., 2003 ITALIA PIENA DI SOLE. Testimonianze di una badante. A cura di G. Longagni Spano P., 2006 LE CONVENIENEZE NASCOSTE. Il fenomeno badanti e le risposte del welfare. Nuova Dimensione, Portogruaro (VE) Studio Come (a cura di), 2004 LAVORO DI CURA E DONNE IMMIGRATE. Dossier bibliografico, maggio; documento scaricabile dal sito internet: www.studiocome.it Teobaldi P., 2003 LA BADANTE. Un amore involontario. Edizione E/O Turrini O., 1977 LE CASALINGHE DI RISERVA. Lavoratrici domestiche e famiglia borghese. Roma: Coines Edizioni. Vicarelli G. (a cura di), 1994 LE MANI INVISIBILI. La vita e il lavoro delle donne immigrate. Roma: Ediesse. a cura di: e-labora 84 AVER CURA. Rapporto di ricerca Allegato A) Elenco indagini sul tema delle assistenti familiari Anno pubblicazione Ente di ricerca o ricercatore Titolo ricerca Tipo Note 2002 Studio Come Modelli a filiera. Laboratorio Zelarino Locale Indagine nel Comune di Venezia 2002 Studio Come Donne migranti che assistono anziani in casa. Quaderno 3 del progetto Anzianincasa Locale Indagine nel Comune di Firenze 2003 Studio Tolomeo (con contributi Studio Come) “Badanti” in Veneto. Emersione e governo del fenomeno Locale Indagine in Veneto 2004 COSES Il mercato del lavoro delle assistenti familiari immigrate. Gli esiti di una ricerca sul campo. A cura di A. Gommoni Locale 2004 Da Roit B., Casteganro C. CHI CURA GLI ANZIANI NON AUTOSUFFICIENTI? Milano: Franco Angeli Locale Indagine in Emilia Romagna 2005 Agenzia Sanitaria Regionale – Emilia Romagna DOMANDA DI CARE DOMICILIARE E DONNE MIGRANTI. Indagine sul fenomeno delle badanti in Emilia Romagna. Bologna: Regione Emilia Romagna, Giugno Locale Indagine in Emilia Romagna 2006 Spano P. LE CONVENIENZE NASCOSTE. Il fenomeno badanti e le risposte del welfare. Portogruaro (VE): Nuova dimensione Locale Indagine in Veneto 2006 Mesini D., Pasquinelli S., Rumini G. IL LAVORO PRIVATO DI CURA IN LOMBARDIA. Locale Indagine in Lombardia 2007 INPS UN FENOMENO COMPLESSO: il lavoro femminile immigrato Fonte ufficiale nazionale 2007 IREF – Istituto di Ricerche Educative e Formative IL WELFARE “FATTO IN CASA”. Indagine nazionale sui collaboratori domestici stranieri che lavorano a sostegno delle famiglie italiane. ACLI, CAF ACLI, Patronato ACLI, Obiettivo lavoro. Rapporto di ricerca. Roma, giugno 2007. Nazionale 2007 IRS Provincia di IL LAVORO PRIVATO DI CURA IN PROVINCIA DI LODI. Locale a cura di: e-labora 85 Indagine in Provincia di Lodi AVER CURA. Rapporto di ricerca Lodi Caratteristiche e tendenze in materia di qualificazione e regolarizzazione 2008 IRS – Istituto per la ricerca sociale IL LAVORO PRIVATO DI CURA NEL DISTRETTO SOCIALE SUD EST DI MILANO. Caratteristiche e tendenze in materia di qualificazione e regolarizzazione Locale 2008 IRS – Istituto per la ricerca sociale BADANTI: LA NUOVA GENERAZIONE. Caratteristiche e tendenze del lavoro privato di cura. A cura di Sergio Pasquinelli e Gisella Rumini. Dossier di Ricerca. Novembre. Nazionale Indagine in un Distretto Sociale Rapporti di monitoraggio del progetto ASSISTENTI FAMILIARI 2008 Agenzia Regionale del Lavoro e della Formazione Professionale – FVG PROGETTO ASSISTENTI FAMILIARI. Primo rapporto 31 marzo 2008. Trieste: Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Maggio 2008 Agenzia Regionale del Lavoro e della Formazione Professionale – FVG PROGETTO ASSISTENTI FAMILIARI. Secondo rapporto 30 giugno 2008. Trieste: Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Luglio 2008 Agenzia Regionale del Lavoro e della Formazione Professionale – FVG PROGETTO ASSISTENTI FAMILIARI. Terzo rapporto 30 settembre 2008. Trieste: Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Dicembre 2009 Agenzia Regionale del Lavoro e della Formazione Professionale – FVG PROGETTO ASSISTENTI FAMILIARI. 4.trimestre 2008 / 1. trimestre 2009. Trieste: Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Dicembre 2009 Agenzia Regionale del Lavoro e della Formazione Professionale – FVG PROGETTO ASSISTENTI FAMILIARI. 2. trimestre 2009. Trieste: Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Dicembre Tesi di laurea 1. Coccato S., Problemi di salute delle donne immigrate “badanti” nel territorio padovano. L’emersione delle assistenti familiari. Tesi di laurea. Università degli Studi di Padova, Facoltà di Medicina e Chirurgia, Corso di laurea universitario per infermiere. AA 2001-2002 a cura di: e-labora 86 AVER CURA. Rapporto di ricerca Allegato B) Organizzazioni che hanno partecipato all’indagine Di seguito sono elencato le organizzazioni che interfacciano con le assistenti familiari e che hanno partecipato all’indagine fornendo le informazioni necessarie alla compilazione della scheda: 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. 13. 14. 15. 16. 17. 18. 19. 20. 21. 22. 23. 24. 25. 26. 27. 28. 29. 30. 31. 32. 33. 34. 35. 36. 37. 38. 39. AMBITO DISTRETTUALE OVEST 6.1 AMBITO DISTRETTUALE EST 6.2 AMBITO DISTRETTUALE SUD 6.3 AMBITO DISTRETTUALE NORD 6.4 AMBITO DISTRETTO URBANO 6.5 ASP SPILIMBERGO (CASA DI RIPOSO) ASSISTENCASA ASSISTITI SERENI Associazione CIRCOLO APERTO LPT ONLUS Associazione "VIA DI NATALE" AVIANO Associazione Nazionale OLTRE LE FRONTIERE Associazione NUOVI VICINI ONLUS Associazione Regionale per lo Sviluppo dell'Apprendimento Professionale Associazione VOCE DONNA ONLUS CENTRO DI ASCOLTO CARITAS DIOCESANA CENTRO TERRITORIALE PERMANENTE PRATA DI PORDENONE CENTRO TERRITORIALE PERMANENTE SACILE COOP SOCIALE FAI ONLUS COOPERATIVA ITACA ONLUS (A SPILIMBERGO) COOPERATIVA SOCIALE ACLI CORDENONS ENAIP FVG INFORMAGIOVANI AVIANO INFORMAGIOVANI PN INFORMAGIOVANI PRATA DI PN INFORMAGIOVANI SACILE ISTITUTO AVVIAMENTO LAVORATORI OPERA SACRA FAMIGLIA- CENTRO DI FORMAZIONE PORDENONE PROGETTO GIOVANI SPILIMBERGO PUNTO INFORMATIVO AZZANO DECIMO PUNTOINFORMA SAN VITO AL TAGLIAMENTO SOCIETA' COOPERATIVA SOCIALE ITACA ONLUS-C (A PN) SOCIETA' COOPERATIVA SOCIALE UNIVERSIIS PN SPAZIO GIOVANI SPAZIOINFORMA CORDENONS Sportello Assistenti Familiari Sportello Immigrati "IL MIGRAMONDO" SPILIMBERGO Sportello Immigrati del Patronato Associazione Cristiani Lavoratori Italiani Sportello Immigrati del Patronato Unione Italiana del lavoro Ufficio pratiche stranieri dell'Istituto Nazionale Confederale di Assistenza – Confederazione Generale Italiana del Lavoro a cura di: e-labora 87 AVER CURA. Rapporto di ricerca Allegato C) Questionari impiegati SCHEDA DI RILEVAZIONE DEI SERVIZI SEZIONE A. INFORMAZIONI SULL’ORGANIZZAZIONE DEL SERVIZIO 1. Denominazione ____________________________________________________ 2. Sigla (eventuale)___________________________________________________ 3. Forma giuridica: a. Ente Pubblico b. Associazione c. Fondazione d. Cooperativa sociale e. Ente morale f. Altra forma (specificare):_______________________________________ 4. Indirizzo sede principale: a. Via e n.: _______________________ Città: ______________________ b. Tel / cell: _______________________ Fax: _______________________ c. E-mail: ________________________ Sito internet: _________________ 5. Indirizzo eventuale sede/i secondaria/e: a. Via e n.: _______________________ Città: ______________________ b. Tel / cell: _______________________ Fax: _______________________ c. E-mail: _________________________ Sito internet: ________________ 6. Generalità del legale rappresentante Presidente e/o responsabile: a. Cognome:_________________________ Nome: ___________________ b. Professione: ________________________ 7. Generalità della persona intervistata a. Cognome: ________________________ Nome: ____________________ b. Professione:________________ c) Ruolo nell’organizzazione: ________ SEZIONE B. INFORMAZIONI SULLE ATTIVITÀ 8. Tipo di servizi o prestazioni/interventi erogati dall’organizzazione (principali): a. ________________________________ b. _______________________ c. ________________________________ d. _______________________ 9. Quali prestazioni eroga l’organizzazione a favore delle assistenti familiari? a. Informazioni b. Orientamento c. Consulenza legale d. Formazione e. Segretariato f. Intermediazione al lavoro g. Microcredito h. Altro, (specificare)____________________________________________ 10. In quale area territoriale sono erogati attualmente i servizi o prestazioni/interventi dell’organizzazione? - Comunale - Sovra- comunale / Ambito Distrettuale a cura di: e-labora 88 AVER CURA. Rapporto di ricerca - Provinciale - Regionale - Altro, specificare ___________________________________________ 11. Presenza di sportello/i aperto/i al pubblico? - NO - SI (se sì specificare): Dove si trova ___ orario di apertura settimanale_____ 12. Nell’organizzazione / servizio è presente personale dedicato a ricevere le persone immigrate? - NO - SI (se sì specificare): N. persone______ Le loro qualifiche___________ 13. L’organizzazione / servizio si avvale di mediatori linguistico-culturali? - NO - SI (se sì specificare): N. persone___________ Quali lingue__________ SEZIONE C. INFORMAZIONI SULL’UTENZA 14. Nazionalità dell’utenza che accede all’organizzazione/Servizio d. Prevalentemente cittadini italiani e. Prevalentemente cittadini stranieri f. Entrambi (note)_______________________________________ 15. Rispetto al totale delle persone immigrate che accedono all’organizzazione/servizio, è in grado di indicare la percentuale di esse che svolge l’attività di assistente familiare? - NO - SI ___________% 16. Rispetto al totale delle assistenti familiari che accedono all’organizzazione/servizio, è in grado di indicare la percentuale di maschi e femmine? a) NO b) SI maschi_______% femmine ________% 17. L’età media delle assistenti familiari immigrate che si sono rivolte all’organizzazione/servizio si può collocare tra: a) Meno di 30 anni; b) 30-39 anni; c) 40-49 anni: d) 50-59 anni; e) 60 anni e oltre; f) Non so 18. Quali sono le nazionalità principali di chi si propone come assistente familiare? ______________________ ______________________ ______________________ Non so/Non risponde 19. Si sono rivolte all’organizzazione/servizio assistenti familiari prive di permesso di soggiorno? - NO; SI (indicare la percentuale rispetto al totale delle assistenti familiari che hanno avuto contatto con l’Ente/Servizio)______% - NON SO 20. Quali sono le richieste più frequenti che le assistenti familiari immigrate rivolgono all’organizzazione/servizio? __________________________________________ 21. Le assistenti familiari rivolgono all’organizzazione/servizio domande/informazioni che riguardano l’assistenza sanitaria per un proprio bisogno? o NO o SI (specificare tipo di domande)_________________________________ 22. L’organizzazione/servizio è a conoscenza di episodi di discriminazione, abusi, sfruttamento di cui le assistenti familiari sono state vittime? - NO a cura di: e-labora 89 AVER CURA. Rapporto di ricerca - SI (specificare il tipo di discriminazione…)________________________ 23. Solitamente come vengono a conoscenza dell’organizzazione/servizio? - Attraverso materiale informativo (depliant, mass media….) - Attraverso il passa parola con altre persone immigrate - Attraverso l’invio da parte di altri Enti/Servizi - Altro, specificare _____________________________________________ - Non so SEZIONE D. COLLABORAZIONI E RETI 24. L’organizzazione/servizio fa parte di ad altre organizzazioni: - NO; SI, definire quali: i) __________________ ii) ____________________ 25. Conosce altre organizzazioni o servizi del territorio provinciale che attuano prestazioni o interventi in favore delle assistenti familiari? - NO; SI (specificare quali)___________________________________ 26. L’organizzazione/servizio collabora con altri Enti/Servizi del territorio provinciale, regionale o nazionale? - NO; SI, specificare compilando la tabella seguente Con chi (indicare la denominazione dell’organizzazione con cui si collabora) Descrizione del tipo di collaborazione Eventuali note SEZIONE E. SPECIFICHE PER PARTICOLARI ORGANIZZAZIONI Domande specifiche per Patronati, Sportello Assistenti Familiari, Cooperative Sociali ed Enti che si occupano di assistenza 27. Le Assistenti Familiari dimostrano di preferire particolari categorie di assistiti? - NO - NON SO - SI, definire quali precisando se assistiti maschi o femmine o entrambi MASCHI FEMMINE Minori Minori Adulti non autosufficienti (malati terminali, persone affette da patologie psichiatriche…) Adulti non autosufficienti (malati terminali, persone affette da patologie psichiatriche…) Anziani non autosufficienti Anziani non autosufficienti Disabili Disabili Altro (specificare) Altro (specificare) 28. La popolazione locale dimostra di gradire Assistenti Familiari provenienti da particolari paesi? - NO - NON SO - SI, definire quali: - Europa dell’Est: romene, croate (slave), polacche… a cura di: e-labora 90 AVER CURA. Rapporto di ricerca - Nazioni Ex CSI (Russa, Moldava, Ucraina, Bielorussia) - Africa Settentrionale - Africa Centro-Meridionale - Asia - Centro e sud America - Altro (specificare)_________________________________________ 29. Per quali ragioni ___________________________________________________ 30. La popolazione locale esprime diffidenza per le Assistenti Familiari provenienti da particolari paesi? a. NO b. NON SO c. SI, definire quali: - Europa dell’Est: romene, croate (slave), polacche… - Nazioni Ex CSI (Russa, Moldava, Ucraina, Bielorussia) - Africa Settentrionale - Africa Centro-Meridionale - Asia - Centro e sud America - Altro (specificare)_________________________________________ 31. Per quali ragioni ___________________________________________________ Domande specifiche per i Patronati/ Sportello Assistenti Familiari 31. Quanto dura mediamente un contratto di lavoro come Assistente Familiare? c. < 3 anni d. Non so a. >1 anno b. da 1 a 3 anni 32. Spiegazioni: ___________________________________________________ Domande specifiche per Enti di formazione 33. Quali dei seguenti corsi sono stati attivati nell’ultimo anno? a) Corsi di lingua italiana b) Corsi base di assistenza alla persona c) Corsi per Operatore Socio-Sanitario d) Altro (specificare)____________________________________________ 34. L’Ente ha attivato nell’ultimo anno specifici corsi di formazione per Assistenti Familiari? a. NO b. SI (in questo caso compilare scheda aggiuntiva) c. NON SO 35. L’Ente ha prodotto del materiale didattico specifico per le Assistenti Familiari? a. NO b. SI (specificare)______________________________________________ c. NON SO 36. A seguito dei corsi di formazione specifici nel campo dell’assistenza alla persona, le Assistenti Familiari hanno trovato lavoro in ambiti diversi dal domicilio dell’utente? a. NO b. SI (specificare dove)__________________________________________ c. NON SO a cura di: e-labora 91 AVER CURA. Rapporto di ricerca QUESTIONARIO ANONIMO ALLE ASSISTENTI FAMILIARI ATTUALMENTE IN SERVIZIO A cura del rilevatore Codice rilevatore: ____ Data di intervista: ___/___/____ Luogo di intervista: _____ SEZIONE A - PROFILO SOCIO-DEMOGRAFICO 1. Indicare il sesso dell’intervistata/o 1 femmina maschio 2 2. In che anno è nata/o? ______________________________________________ 3. Qual è il suo Paese di origine? _______________________________________ 4. La località da cui proviene è una: Capitale/ Grande città 1 Paese di campagna/zona rurale 3 2 Media città / Area urbana 5. Qual è la sua cittadinanza attuale: Italiana 1 Straniera 2 Specificare quale: 6. In quale comune abita attualmente in Italia? __________________________ 7. Quanti anni di scuola ha frequentato? Da 1 a 5 anni 1 Da 11 a 14 anni 3 Da 6 a 10 anni 2 Da 15 a più anni 4 8. Se è in possesso di un titolo di studio, specifichi quale ___________________ SEZIONE B - STILI DI VITA 9. Quale di questi pasti fa al giorno? Rispondere ad ogni riga Mai Qualche volta Sempre 9.1. Colazione 1 2 3 9.2. Spuntino in mattinata 1 2 3 Pranzo 9.4. Spuntino nel pomeriggio 1 1 2 2 3 3 9.3. 9.5. Cena 1 2 3 9.6. Spuntino dopocena 1 2 3 a cura di: e-labora 92 AVER CURA. Rapporto di ricerca 9.7. 1 Mangio fuori dai pasti 2 3 10. Cosa mangia e usa abitualmente per condire? Mai Ogni tanto Qualche volta a/sett. Tutti i giorni Pane, pasta, riso 1 2 3 4 10.2 Polenta, mais 1 2 3 4 10.3 Patate 1 2 3 4 10.4 Pesce 1 2 3 4 10.5 Carni rosse (manzo, maiale, selvaggina, etc.) 1 2 3 4 10.6 Carni bianche (pollo, tacchino, coniglio, etc.) 1 2 3 4 10.7 Latte, yogurt 1 2 3 4 1 1 2 2 3 3 4 4 10.1 Formaggi 10.9 Uova 10.8 10.10 Salumi/insaccati vari 1 2 3 4 10.11 Verdura cotta (spinaci, coste) (n. porz. al gg _____) 1 2 3 4 10.12 Verdura cruda (n. porzioni al gg _______) 1 2 3 4 10.13 Legumi (piselli, fagioli, fagiolini, ceci, etc.) 1 2 3 4 10.14 Olio di oliva 1 2 3 4 10.15 Olio di girasole, mais, arachidi 1 2 3 4 1 1 2 2 3 3 4 4 Olio di semi vari 10.17 Burro 10.16 10.18 Margarina 1 2 3 4 10.19 Panna, besciamella, lardo o strutto 1 2 3 4 1 1 2 2 3 3 4 4 Frutta fresca (n. porzioni al gg _______) 10.21 Frutta secca (noci, arachidi, mandorle, etc.) 10.20 10.22 Dolci (caramelle, torte, merendine, biscotti, etc.) 1 2 3 4 10.23 Cibi affumicati 1 2 3 4 1 1 2 2 3 3 4 4 1 2 3 4 Cibi inscatolati (sottaceti .....) 10.25 Cibi confezionati precotti e da scaldare 10.24 10.26 Altro, specificare........................................... 11. Riesce a bere almeno un litro e mezzo di acqua al giorno? Mai Qualche volta Tutti i giorni 1 2 3 12. Quale modalità di cottura usa abitualmente? Mai Qualche volta Sempre 12.1 Crudo 1 2 3 12.2 Bollito 1 2 3 a cura di: e-labora 93 AVER CURA. Rapporto di ricerca 12.3 Fritto 1 2 3 12.4 Forno tradizionale 1 2 3 12.5 Forno a microonde 1 2 3 12.6 Saltato in padella 1 2 3 12.7 Griglia 1 2 3 12.8 Altro, specificare………………………… 1 2 3 13. Durante i pasti, consuma abitualmente le seguenti bevande? Dosi al giorno NO 1 bicchiere 2-3 bicchieri Più di 3 bicchieri 13.1 Vino (125 ml) 1 2 3 4 13.2 Birra (330 ml) 1 2 3 4 13.3 Aperitivi (80 ml) 1 2 3 4 13.4 Superalcolici (liquori, amari, caffè corretti) (40 ml) 1 2 3 4 14. Fuori pasto, consuma bevande abitualmente se seguenti bevande? Dosi al giorno NO 1 bicchiere 2-3 bicchieri Più di 3 bicchieri Vino (125 ml) 1 2 3 4 Birra (330 ml) 14.3 Aperitivi (80 ml) 1 1 2 2 3 3 4 4 1 2 3 4 14.1 14.2 14.4 15. Superalcolici (liquori, amari, caffè corretti) (40 ml) Abitualmente beve caffè? NO 16. 1 SI 2 Se ha risposto sì, quante tazzine beve al giorno? 2 Se ha risposto sì, quante sigarette fuma al giorno? Abitualmente fuma? NO 1 SI 17. Può dirci quanto pesa? __________kg 18. Può dirci quanto è alta/o? ____________cm 19. In che modo trascorre il suo tempo quando non lavora? È possibile più di una risposta Guardo la TV 1 Esco ed incontro persone 2 Frequento locali (bar, birrerie, sale da ballo) 3 Faccio attività fisica leggera (camminate, andare in bicicletta, ginnastica dolce) Faccio attività fisica intensa (correre, ginnastica aerobica o sport agonistico) 4 5 Partecipo ad attività religiose (frequento la Chiesa) 6 Altro, può specificare…………………………………………………………… 7 a cura di: e-labora 94 AVER CURA. Rapporto di ricerca 20. Quali di queste tecnologie utilizza di solito? Rispondere ad ogni riga Mai Qualche volta Spesso 20.1 Telefono cellulare 1 2 3 20.2 E-mail (posta elettronica) 1 2 3 20.3 Internet (navigazione) 1 2 3 Solo per persone straniere 21. Con quali tipi di persone si vede/sente di solito fuori dal lavoro? Rispondere ad ogni riga Mai Qualche volta Spesso 21.1 Persone italiane 1 2 3 21.2 Persone del mio Paese 1 2 3 21.3 Persone di altri Paesi stranieri 1 2 3 22. Quale luogo frequenta con maggior frequenza fuori dal lavoro? __________ SEZIONE C - STATO DI SALUTE 23. Quali tra questi documenti sanitari possiede? Tessera sanitaria Se no, perché? __________________________________ NO 1 SI 2 Se no, possiede uno di questi tesserini? 23.1 Tesserino STP (Straniero Temporaneamente Presente) 1 2 23.2 Tesserino ENI (Europeo Non Iscritto) 1 2 24. Ha avuto qualcuno dei seguenti malesseri negli ultimi sei mesi? Dolori alla schiena 24.3 Mal di stomaco 24.1 NO SI 1 1 2 2 NO SI Mal di testa 24.4 Insonnia 1 1 2 2 24.2 24.5 Mi sento giù di morale 1 2 24.6 Depressione 1 2 24.7 Nervosismo / mi sento irritabile 1 2 24.8 Problemi ginecologici 1 2 24.9 Stanchezza 1 2 24.10 Piedi gonfi 1 2 24.11 Dolori alla gambe 1 2 24.12 Ipertensione 1 2 24.12 Altro, specificare_________________________________________________ 2 25. Ha effettuato visite mediche, specialistiche, screening ginecologici negli ultimi sei mesi in Italia? NO 1 SI 2 Se sì, specificare quali e per che cosa ……………………………………. 26. E’ stata in passato ricoverata/o in ospedale in Italia? a cura di: e-labora 95 AVER CURA. Rapporto di ricerca NO 1 SI 2 Se sì, specificare quali e per che cosa ……………………………………. 27. Se non si sente bene e ritiene di aver bisogno di qualche cura a chi si rivolge o si rivolgerebbe in Italia? Ai medici dell’ospedale più vicino 1 Al suo medico curante (MMG) 2 Ai familiari del suo assistito/i A suoi amici italiani 3 4 Agli amici del suo paese 5 Altro, specificare................................................... 6 28. Usa farmaci che provengono dal suo Paese di origine? NO 1 SI 2 Se sì, specificare quali e per che cosa …………………………………… 29. Di quali farmaci ha fatto uso negli ultimi 6 mesi? Anti infiammatori / analgesici 29.3 Anti ipertensivi 29.1 29.5 Anti diabetici Ansiolitici / Anti depressivi 29.9 Anti gastrici 29.7 NO SI NO SI 1 1 2 2 Antibiotici 29.4 Ormonali / Contraccettivi 1 1 2 2 1 2 29.6 Cardiologici 1 2 1 1 2 2 29.8 Diuretici 1 1 2 2 29.2 30. Fa uso di farmaci omeopatici? NO 1 SI 2 Se sì, specificare quali e per che cosa ……………………………… 31. In generale, come va la sua salute? Molto bene Bene Discretamente Male Molto male 5 4 3 2 1 Se male o molto male, perché ............................................................................... SEZIONE D - CONDIZIONE LAVORATIVA PASSATA ED ATTUALE 32. (Solo per stranieri) Lavorava prima di venire in Italia? NO 1 SI 2 33. Se sì, quale lavoro faceva? ______________________________________ 34. In che modo ha trovato lavoro come assistente familiare? Scegliere una sola possibilità Modalità a cura di: e-labora 96 AVER CURA. Rapporto di ricerca Mi è stato proposto da qualcuno che già faceva questo lavoro, prima di venire in Italia 1 Mi è stato proposto da qualcuno che già faceva questo lavoro, dopo essere arrivata in Italia 2 Me l’ha proposto amico/conoscente che non fa l’assistente familiare 3 Ho letto un annuncio in Italia (specificare quale) ……………………………………….….. 4 Me l’ha proposto un operatore di uno sportello in una organizzazione che si occupa di stranieri, specificare quale organizzazione.......................................……................................ 5 Altro (specificare) …………………………………………………………………………… 6 35. Da quanto tempo fa il lavoro di assistente familiare in Italia Meno di un anno 1 Da 3 a 5 anni 3 Da 1 a 3 anni 2 Da più di 5 anni 4 36. Quanto durano mediamente i suoi periodi di lavoro in Italia come assistente familiare senza rientrare nel suo Paese d’origine? Meno di 3 mesi 1 Da 3 a 6 mesi 2 Da 6 a 12 mesi Più di 1 anno 3 4 Altro 5 Specificare: 37. Attualmente, come assistente familiare, lavora: Specifichi il numero di assistiti In una sola famiglia 1 [1] [2] [3] In due o più famiglie 2 [1] [2] [3] 38. Quante persone ha assistito fino ad oggi in Italia? __________ 39. In Italia il lavoro di assistente familiare: (Scegliere una sola possibilità) È il suo unico lavoro 1 È il suo principale lavoro 2 specifichi quali altri lavori fa…………………. Non è il suo principale lavoro 3 specifichi quali altri lavori fa…………………. 40. Quante ore di lavoro di assistenza complessivamente fa alla settimana? Meno di 20 ore 1 Da 41 54 ore 3 Da 21 a 40 ore 2 Da 55 a più ore 4 41. Da quanto tempo fa il lavoro di assistente familiare nella “famiglia” attuale? Meno di un anno 1 Da 1 a 3 anni 2 Da 3 a 5 anni 2 Da più di 5 anni 2 42. In quale comune abita la/e persona/e che assiste? _______________________ a cura di: e-labora 97 AVER CURA. Rapporto di ricerca 43. Dove vive attualmente? Nell’abitazione della persona/e che assisto 1 Nell’abitazione dei parenti della persona/e che assisto 2 Nell’abitazione di amici 3 In un’abitazione in affitto In un’abitazione di mia proprietà (già acquistata o con mutuo) 4 5 Altro (specificare)…………………………………………………….. 6 44. Ha un contratto di lavoro di assistente familiare in regola? NO SI 2 1 45. Quali tra questi diritti lavorativi le sono riconosciuti ed esercita concretamente nel suo lavoro di assistente familiare: Riconosciuto dal datore di lavoro Esercitati effettivamente nell’ultimo anno Diritto NO SI NO SI Riposo giornaliero 1 2 1 2 Riposo settimanale 45.3 Malattie 1 1 2 2 1 1 2 2 45.1 45.2 45.4 Straordinario 1 2 1 2 45.5 Ferie 1 2 1 2 1 1 2 2 1 1 2 2 Festività 45.7 Altro (specificare) 45.6 46. Quanto guadagna al mese facendo l’assistente familiare? Meno di 500,00 euro 1 Tra 800,00 e 1.100,00 euro 3 Tra 500,00 e 800,00 euro 2 Più di 1.100,00 euro 4 47. Manda mensilmente dei soldi alla sua famiglia nel Paese di origine? No, mai 1 Si qualche volta 2 Sì, sempre (tutti i mesi) 3 Può specificare quanto mediamente (in €) 48. Quanto è soddisfatta/o del suo lavoro attuale di assistente familiare? Molto soddisfatta/o 4 Abbastanza soddisfatta/o 3 Poco soddisfatta/o 2 Per nulla soddisfatta/o 1 SEZIONE E - COMPETENZE Solo per persone straniere 49. Nel suo paese di origine aveva già lavorato nel campo dell’assistenza alle persone? a cura di: e-labora 98 AVER CURA. Rapporto di ricerca NO 1 SI 2 Specifica…………………………………………………. 50. Prima dell’attuale lavoro di assistente familiare aveva già lavorato in Italia o in un altro paese nel campo dell’assistenza alle persone? NO 1 SI 2 Specifica…………………………………………………. 51. Puoi dirci come si sente rispetto a queste abilità/capacità assistenziali? Molto sicura Abbastanza sicura Poco sicura Per nulla sicura Mai avuto occasione di provare Capacità di garantire un’igiene completa della persona (a letto, in bagno ..) 4 3 2 1 0 Capacità di spostare/posizionare la persona a seconda della malattia (a letto, in sedia...) 4 3 2 1 0 Capacità di alimentare la persona con difficoltà a deglutire o con dispositivi particolari (Peg, sondino NG...) 4 3 2 1 0 Capacità di riconoscere segni di malessere della persona e segnalarli al Medico (pallore, gonfiore agli arti, cambiamenti di umore...) 4 3 2 1 0 51.1 51.2 51.3 51.4 52. Possiede la patente di guida valida per l’Italia? 1 NO SI 2 53. Ha già frequentato nell’ultimo anno un corso di formazione professionale o di lingua? 1 2 NO SI Specificare il tipo di corso_____________________________ 54. Frequenterebbe dei corsi/giornate di formazione per approfondire le sue conoscenze su come si fa l’assistenza alla persone se le venisse proposto e compatibilmente con gli impegni di lavoro? NO 1 SI, a qualunque condizione SI, ma dipende da (specificare)…………………………….. 2 3 Non so 4 55. Conosce il libretto “CAPIRE E CAPIRSI - Manuale multilingue per le assistenti familiari”? NO 1 SI 2 Cosa ne pensa?_______________________________ a cura di: e-labora 99 AVER CURA. Rapporto di ricerca 56. Rispetto a questi due servizi…. Servizio 56.1 Punto Informativo Sanitario per Immigrati 56.2 Spazio Aperto Donna Non lo conosco Ne ho solo sentito parlare Ci sono stato/a almeno una volta 1 1 2 2 3 3 E cosa ne pensa?____________________________________________ SEZIONE F - IL LAVORO DI ASSISTENTE FAMILIARE Se un’assistente si occupa di più di una persona le domande sono riferite all’assistito principale 57. La persona che assiste attualmente ha le seguenti caratteristiche a) Sesso 1 Femmina Maschio 2 b) Età Meno di 50 anni 1 Dai 65 ai 74 anni 3 Dai 50 ai 64 anni 2 Dai 75 anni in su 4 c) Condizione di autonomia Autosufficiente 5 Parzialmente non autosufficiente nelle attività fuori casa Parzialmente non autosufficiente nelle attività domestiche 4 3 Parzialmente non autosufficiente nella cura della persona 2 Non autosufficiente 1 58. La persona che assiste ha le seguenti caratteristiche 1 1 1 1 1 Non cammina 58.2 Non parla 58.3 Non deglutisce 58.4 Non dorme 58.5 E’ incontinente 587.1 Cammina con sostegno Parla poco Deglutisce a fatica Dorme poco Porta il pannolone 2 2 2 2 2 59. La persona che assiste come vive? Da solo 1 Con altri parenti 2 Specificare con chi..................................... 60. Quali sono i lavori che svolge abitualmente in casa dell’assistito NO SI 60.1 Lavoro domestico (pulizia della casa) 1 2 60.2 Accudimento delle persone (cura) 1 2 60.3 Mansioni familiari (aspetti organizzativi e gestionali della famiglia) 1 2 a cura di: e-labora 100 AVER CURA. Rapporto di ricerca 60.4 1 Altro, specificare............................................... 2 61. Le vengono richieste prestazioni non previste dal contratto o non concordate inizialmente? NO, mai 1 SI, raramente 2 SI, spesso 3 Se sì, può specificare di che tipo? 62. Nel lavoro di assistenza, riceve degli aiuti da parenti, vicini, amici dell’assistito? NO, mai 1 SI, raramente 2 SI, spesso 3 Se sì, può specificare di che tipo? 63. Il suo attuale assistito riceve attualmente i seguenti servizi? NO SI 63.1 Assistenza Domiciliare Infermieristica (ADI) 1 2 63.2 Assistenza Domiciliare dei Servizi Sociali (SAD) 1 2 64. Quanto è soddisfatta/o del lavoro di assistente familiare? Molto Abbastanza Poco Per nulla 64.1 Dal punto di vista economico 4 3 2 1 64.2 Rispetto agli accordi/contratti 4 3 2 1 Dei rapporti umani instaurati 64.4 Dal punto di vista professionale 4 4 3 3 2 2 1 1 In generale (complessivamente) 4 3 2 1 64.3 64.5 65. Secondo lei, quale è la possibilità nella casa dell’assistito di avere un infortunio domestico? Assente Bassa Alta Molto alta 1 2 3 4 66. Negli ultimi 12 mesi, le è capitato un infortunio domestico? NO 1 SI 2 specifichi quale 67. Durante il suo lavoro di assistente familiare ha mai subito violenze psicologiche (umiliazioni, discriminazioni, insulti, ecc..)? NO, mai 1 SI, una volta 2 SI, più di una volta 3 Se sì, può specificare da chi? 68. Durante il suo lavoro di assistente familiare ha mai subito violenze fisiche (maltrattamenti, schiaffi, pugni, calci, spinte, ecc..)? NO, mai 1 SI, una volta 2 Se sì, può specificare da chi? a cura di: e-labora 101 AVER CURA. Rapporto di ricerca SI, più di una volta 3 69. Durante il suo lavoro di assistente familiare ha mai subito soprusi economici (sottrazione di denaro, mancata o ritardo nella consegna della paga, controllo del proprio denaro, non rispetto delle clausole contrattuali)? NO, mai 1 SI, una volta 2 SI, più di una volta 3 Se sì, può specificare da chi? 70. Durante il suo lavoro di assistente familiare, ha mai subito molestie sessuali? NO, mai 1 SI, una volta SI, più di una volta 2 3 Se sì, può specificare da chi? SEZIONE G - FAMIGLIA D’ORIGINE 71. Qual è il suo stato civile? Coniugata/o 1 Divorziata/o 2 Nubile/celibe 3 Vedova/o 4 Altro 5 Specificare………………………… 72. Se straniero/a. Quali tra queste persone vivevano insieme a lei nel suo Paese di origine: Componenti n. Componenti n. Partner (Marito /moglie/convivente) Figli con meno di 18 anni Figli con più di 18 anni Madre/padre Fratelli/sorelle Suocero/a Cognati/cognate Nipoti Zie/zii Genero/nuora Altre persone, specificare TOTALE 73. Quando viveva con la sua famiglia nel suo Paese assisteva qualcuno? No, nessuno 1 Una o più persone che vivevano con lei Una o più persone che non vivevano con lei 2 Specificare quale/i……………… 3 Specificare quale/i……………… 74. Dove vivono oggi le persone della sua famiglia di origine? Componenti Con te in Italia In Italia ma non con te Nel tuo paese di origine In altri paesi 74.1 Partner (marito /moglie/convivente) 4 3 2 1 74.2 Figli con meno di 18 anni 4 3 2 1 a cura di: e-labora 102 AVER CURA. Rapporto di ricerca 74.3 Figli con più di 18 anni 4 3 2 1 74.4 Madre/padre 4 3 2 1 74.5 Fratelli/sorelle 4 3 2 1 74.6 Suocero/a 4 3 2 1 74.7 Altre persone, specificare………… 4 3 2 1 75. Nel suo nucleo familiare chi guadagna? Possibili più risposte Componenti Partner (Marito /moglie/convivente) 1 2 Figli 3 Madre/padre Fratelli/sorelle 4 5 Suocero/a 6 Cognati/cognate 7 Nipoti Zie/zii 8 9 Genero/nuora 10 Altre persone, specificare................................... 11 Io SEZIONE H - PERCORSO MIGRATORIO Compilare solo se cittadino straniero 76. In quale anno è arrivata/o in Italia per la prima volta? __________________ 77. La prima volta che è arrivata/o in Italia in quale città si è fermata/o? ______ 78. Se non comunitario. Ha il permesso di soggiorno? NO SI 1 2 Se sì, specifichi il MOTIVO Per turismo 21 Per lavoro 22 Per ricongiungimento familiare 23 Per studio 24 Per altro, specificare…………… 25 79. Ha la carta di soggiorno? NO 1 SI 2 80. È iscritta/o all’anagrafe qui in Italia (ha la Carta di Identità)? NO 1 SI 2 81. Per quale/i motivi ha deciso di partire dal suo Paese? Scegliere i due principali a cura di: e-labora 103 AVER CURA. Rapporto di ricerca Motivi Per motivi economici 1 Per fare nuove esperienze 2 Per seguire la mia famiglia 3 Per studiare Per altri motivi, specificare………………………………….. 4 5 82. Cosa pensa di fare nei prossimi anni? Scegliere una sola possibilità Prospettive Continuare a lavorare in Italia come ora Vivere per sempre in Italia 1 2 Rientrare definitivamente nel mio paese 3 Altro (specificare)……………………………………………. 4 Per TUTTI: 83. Vuole dire ancora qualcosa prima di terminare l’intervista? Specificare ____________________________________________________________ GRAZIE PER LA PREZIOSA COLLABORAZIONE ! a cura di: e-labora 104 AVER CURA. Rapporto di ricerca QUESTIONARIO ANONIMO ASSISTITI A cura del rilevatore Codice rilevatore: _____ Data di intervista: ___/___/___ Luogo di intervista: ____ SEZIONE A. PROFILO SOCIO-DEMOGRAFICO E RESIDENZIALE 1. Indicare il sesso dell’intervistata/o 1 femmina Maschio 2 2. Indicare il Comune di residenza _____________________________________ 3. In che anno è nata/o? ______________________________________________ 4. Qual è il suo stato civile? Coniugata/o 1 Divorziata/o 2 Nubile/celibe 3 Vedova/o Altro 4 5 Specificare………………………………………….. 5. Qual è o è stata la sua ultima occupazione o lavoro svolto? Casalinga 1 Operaio 2 Operaio specializzato/tecnico Impiegato 3 4 Insegnante 5 Imprenditore Artigiano 6 Imprenditore Commerciante Imprenditore Agricolo 7 8 Libero professionista (geometra, ragioniere, medico, avvocato, ecc.) 9 Dirigente o Imprenditore industriale Altro (Specificare)___________________________________________ 10 11 6. Quale titolo di studio possiede? Nessun titolo 1 Scuola elementare 2 Scuola media inferiore 3 Qualifica professionale (2 o 3 anni) 4 Diploma di scuola superiore 5 Laurea breve / diploma parauniversitario (2 o 3 anni) 6 Laurea 7 a cura di: e-labora 105 AVER CURA. Rapporto di ricerca 7. Titolo superiore (post-laurea) 8 Altro (Specificare)_________________________________________ 9 Quali tra queste fonti di reddito dispone? E’ possibile indicare più di una risposta Fonte di reddito Pensione 1 Integrazioni varie (es. contributi e indennità, …) 2 Rendite varie (immobiliari, finanziarie, …) Stipendio 3 4 Altro (Specificare)_________________________________________ 5 8. Quali persone vivono con lei? Componenti Nessuno (vive da solo) 1 Partner (Marito /moglie/convivente) 2 Figli, specificare il numero______ 3 Madre/padre Fratelli/sorelle, specificare il numero__________ 4 5 Nipoti, specificare il numero _________ 6 Altre persone (specificare) 7 TOTALE conviventi incluso l’assistito 9. Mi può descrivere le principali caratteristiche della sua abitazione? Abitazione n. vani mq (approssimativi) 1. Appartamento 2. Casa bifamiliare o a schiera 3. Abitazione autonoma 4. Altra sistemazione, specificare_____________ 10. Mi può dire in che tipo di abitazione vive? Abitazione Di proprietà 1 In affitto 2 In uso-frutto 3 Altro (Specificare)_________________________ 4 SEZIONE B. CONDIZIONI PISCO-FISICHE E STORIA ASSISTENZIALE 11. Mi può dire quali sono i suoi principali problemi di salute? (anche più di una risposta) Non cammina 1 a cura di: e-labora 106 Cammina con sostegno 2 AVER CURA. Rapporto di ricerca Non parla 3 Parla poco 4 Non deglutisce 5 Deglutisce a fatica 6 Non dorme E’ incontinente 7 Dorme poco 8 9 Porta il pannolone 10 11 Altro (specificare) ____________________________________ 12. Mi può indicare la sua condizione di autonomia? Non autosufficiente 1 Parzialmente non autosufficiente nella cura della persona Parzialmente non autosufficiente nelle attività domestiche 2 3 Parzialmente non autosufficiente nelle attività fuori casa 4 Autosufficiente 5 13. Indicare il tipo di prestazioni, interventi di cui l’assistito/a gode Tipologia prestazioni godute 14. NO SI 13.1 Servizio di Assistenza Domiciliare (SAD) – sociale 1 2 13.2 Servizio Infermieristico Domiciliare (SID) 1 2 13.3 Servizio Riabilitativo Domiciliare (SRD) 1 2 13.4 Assistenza Domiciliare Programmata (ADP), svolta dal MMG 1 2 13.5 Contributi o interventi del Fondo per l’Autonomia Possibile (FAP) 1 2 13.6 Altro (Specificare)__________________________________________ 1 2 Oltre che dall’assistente familiare e ai Servizi pubblici di cui sopra (domanda 13), riceve cure e assistenza anche da parte di altre persone? NO 1 2 SI Se Sì, precisare quali: 15. Parente/i 21 Amico/i 22 Vicino/i di casa 23 Volontari di associazione 24 Specificare quale Altro 25 Specificare Specificare quale grado Quando l’assistente familiare si assenta a quali persone o servizi ricorre, lei o i suoi familiari? Tipologia 15.1 Sostituzione Assistente familiare (in alternanza) NO 1 SI 2 Residenza Sanitaria Assistita (RSA) 15.3 Familiari, parenti 1 1 2 2 15.2 15.4 Amici, vicini di casa 1 2 15.5 Associazioni di volontariato 1 2 a cura di: e-labora 107 AVER CURA. Rapporto di ricerca 15.6 Altro (Specificare)____________________________________ 1 2 16. Prima di decidere di ricorrere ad una assistente familiare ha valutato, lei o i suoi familiari, altre alternative, es. frequentare un Centro “sociale” diurno, o soggiornare in una Casa di riposo? NO 1 Perché? SI 2 Precisare quali e il motivo 17. Da quanto tempo è assistito a casa continuativamente da una assistente familiare? Anni Meno di un anno 1 Da 1 a 2 anni 2 Da 2 a 3 anni 3 Da 3 a 4 anni 4 Da 4 a 5 anni 5 Da 5 a 6 anni 6 Da 6 a 7 anni 7 Da 7 a 8 anni 8 Più di 8 anni 9 18. Quante assistenti familiari ha avuto in totale fino ad oggi? N.__________ 19. Da quante assistenti familiari è stato assistito a casa dall’inizio dell’anno? Numero di assistenti familiari Maschio Femmina Una 1 1 2 Due Tre 2 3 1 1 2 2 Altro (Specificare)____________________ 4 1 2 20. Qual è il motivo principale dell’ultima sostituzione dell’assistente familiare? Motivazioni Non mi trovavo bene 1 Perché? _____________________ Ha dovuto rientrare nel proprio paese 2 Perché?_____________________ Ha trovato un altro lavoro qui in Italia 3 Si è ammalata/o 4 Altro motivo (Specificare)_____________ 5 SEZIONE C. RAPPORTI CON L’ASSISTENTE FAMILIARE ATTUALE 21. Attualmente è assistito da quante assistenti familiari? N.__ di quale sesso: M, F Se l’assistito ha più di un’assistente familiare, le domande successive si riferiscono solo alla principale 22. In che modo ha trovato l’attuale assistente familiare/i? Modalità di ricerca Mi è stata indicata da amici / conoscenti / familiari 1 Mi è stata indicata dall’assistente familiare precedente 2 Io / i miei familiari si sono rivolti a: Caritas, Sportello bandanti della Provincia, Assistenti sociali, … 3 a cura di: e-labora 108 (Specificare quali) AVER CURA. Rapporto di ricerca Ha letto un annuncio sul giornale (es. Città nostra) 4 Altro (Specificare)______________________________ 5 23. Quando ha scelto o sceglie l’assistente/i familiare aveva o ha delle preferenze? NO SI 1 2 Se si, quali sono le caratteristiche che preferisce o ha preferito: Età, specificare se giovane, adulta, anziana__________________ 21 Sesso, specificare se femmina, maschio_____________________ 22 Stato civile, specificare se sposata o altro____________________ 23 Nazionalità, specificare quale _____________________________ 24 Esperienza lavorativa 25 Preparazione professionale (titoli posseduti) 26 Economicità (prezzo) 27 Altro (Specificare)______________________________________ 28 24. Con l’attuale assistente familiare/i che tipo di contratto di lavoro ha? Tipologia Non in regola 1 Specificare perché In regola 2 Specificare perché 25. L’assistente familiare vive con lei? NO 1 SI 2 Altro 3 (Specificare) 26. Quante ore di lavoro alla settimana fa l’assistente familiare da lei? Previste da contratto o accordo verbale (N° ore) Effettivamente svolte (N° ore) 27. Quali tra questi diritti lavorativi sono riconosciuti all’assistente familiare e quali invece sono effettivamente esercitati dall’assistente familiare? Esercitato effettivamente Riconosciuto Diritto 1. Riposo giornaliero 2. Riposo settimanale Non pertinente NO 1 1 SI 2 2 Non so 3 3 NO 1 1 SI 2 2 1 1 3. Malattie 1 2 3 1 2 1 4. Straordinario 1 2 3 1 2 1 5. Ferie 1 2 3 1 2 1 6. Festività 1 2 3 1 2 1 a cura di: e-labora 109 AVER CURA. Rapporto di ricerca 7. 1 Altro (specificare)_______ 2 3 1 2 1 Quanto paga al mese la sua assistente familiare? (nel caso di più assistenti, indicare la 28. principale) Meno di 500,00 euro 1 Tra 800,00 e 1.100,00 euro 3 Tra 500,00 e 800,00 euro 2 Più di 1.100,00 euro 4 Non so 5 29. Chi eroga la paga/compenso all’assistente familiare? Io, direttamente 1 Un mio familiare 2 Un amico fidato 3 Altro (Specificare)_________________________ 4 30. All’assistente familiare oltre al denaro viene dato, in base ad accordi presi o al contratto firmato, anche qualcosa d’altro? NO 1 SI 2 Precisare cosa SEZIONE E. GIUDIZIO SULLE COMPETENZE DELL’ASSISTENTE FAMILIARE 31. Mi dica qual è la sua soddisfazione sul lavoro svolto dall’assistente familiare sotto i seguenti punti di vista: Capacità / competenze 1. Comprendere e parlare italiano 2. Cucinare i cibi giusti / adatti 3. Fare l’igiene personale 4. Fare le pulizie domestiche 5. Essere paziente 6. Essere socievole 7. Aiutarmi a fare ginnastica / esercizi 8. Aiutarmi a prendere i farmaci 9. Accompagnarmi fuori casa / passeggiare 10. Soddisfatto Così, così Non soddisfatto Non pertinente 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 Disbrigo di pratiche domestiche 32. Se non si sente bene e ritiene di aver bisogno di qualcuno a chi si rivolge prima di tutto? All’assistente familiare 1 Ad un familiare/parente prossimo 2 Al medico di medicina generale Altro, specificare__________________ 3 5 Ad amici 4 a cura di: e-labora 110 AVER CURA. Rapporto di ricerca 33. Sarebbe disponibile ad inviare la sua assistente familiare a dei corsi/giornate di formazione per migliorare le sue conoscenze e capacità di fare l’assistenza, compatibilmente con gli impegni di lavoro e senza alcuna spesa da parte sua? NO 1 Non saprei proprio 4 SI 2 Solo a determinate condizioni 3 Specificare quali________________________ 34. Qual è il suo giudizio complessivo sull’attuale assistente familiare/i? ______________________________________________________________ 35. Vuole dire o aggiungere qualche altra cosa prima di terminare l’intervista? ______________________________________________________________ GRAZIE PER LA PREZIOSA COLLABORAZIONE ! a cura di: e-labora 111 Azienda per i Servizi Sanitari n. 6 “Friuli Occidentale” Via Vecchia Ceramica, 1 33170 Pordenone Tel. 0434 369111 - Fax 0434 523011 [email protected] - www.ass6.sanita.fvg.it AVER CURA Assistenti familiari in provincia di Pordenone. Aspetti sanitari e sociali. Rapporto di ricerca
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