AVER CURA - Azienda per i Servizi Sanitari n. 6

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AVER CURA - Azienda per i Servizi Sanitari n. 6
Azienda per i Servizi Sanitari n. 6
“Friuli Occidentale”
Via Vecchia Ceramica, 1
33170 Pordenone
Tel. 0434 369111 - Fax 0434 523011
[email protected] - www.ass6.sanita.fvg.it
AVER CURA
Assistenti familiari in provincia di Pordenone.
Aspetti sanitari e sociali.
Rapporto di ricerca
PROGET
PROGETTO
“TUTELA E PROMOZIONE DELLA SALUTE DELLE
ASSISTENTI FAMILIARI ”
AVER CURA
Assistenti familiari in provincia di Pordenone.
Aspetti sanitari e sociali.
Rapporto di ricerca
A cura di
AVER CURA. Rapporto di ricerca
AVER CURA
Rapporto di ricerca realizzato nell’ambito del progetto “Tutela e promozione
della salute delle assistenti familiari”, coordinato da Gabriella Lucchitta e
Silvana Corona (ASS6).
Hanno collaborato alla raccolta dei dati: Claudia Centazzo, Mara Cevrain, Laura
Goi, assistenti infermieristiche dei Distretti sanitari, mediatrici dell’Associazione
Onlus Circolo Aperto LPT (Olha Humovska, Maria Oprea, Silvia Genovese,
Sonila Xhaferri, Zenia Maria da Costa, Nabila Khalil, Stella Asante, Clara
Dirsan).
Hanno operativamente condotto l’indagine, predisponendo i diversi strumenti di
raccolta dati, effettuando l’elaborazione statistica dei dati e curando la stesura
finale del rapporto:
Paolo Tomasin e Eliano Fregonese di e-labora.
Si ringraziano quanti, a vario titolo, hanno contributo alla realizzazione del
presente lavoro.
In copertina foto di Olha Humovska.
Pordenone, giugno 2009
a cura di: e-labora
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AVER CURA. Rapporto di ricerca
Indice generale
1. Presentazione ........................................................................................................................ 4
2. Il fenomeno delle assistenti familiari ...................................................................................... 5
2.1 Distinzioni concettuali e terminologiche ....................................................................... 5
2.2 Breve rassegna degli studi ............................................................................................. 6
3. Il percorso di ricerca............................................................................................................ 11
3.1 Contesto ....................................................................................................................... 11
3.2 Obiettivi ....................................................................................................................... 12
3.3 Articolazione dell’indagine ......................................................................................... 12
3.4 L’accesso al campo...................................................................................................... 13
4. Verso una mappatura dei servizi .......................................................................................... 15
4.1 Metodologia................................................................................................................. 15
4.2 Soggetti e servizi.......................................................................................................... 16
4.3 Relazioni e collaborazioni ........................................................................................... 25
4.4 Sintesi dei principali risultati ....................................................................................... 27
5. Il profilo delle assistenti familiari ......................................................................................... 28
5.1 Esiti della somministrazione del questionario ............................................................. 28
5.2 Chi sono le assistenti familiari..................................................................................... 30
5.3 Il percorso migratorio .................................................................................................. 33
5.4 Stili di vita ................................................................................................................... 35
5.5 Condizioni di salute ..................................................................................................... 37
5.6 Percorso lavorativo ...................................................................................................... 40
5.7 Conoscenze, competenze e fabbisogni professionali................................................... 45
5.8 Rischi professionali e violenze .................................................................................... 47
5.9 Chi assistono................................................................................................................ 48
5.10 Grado di soddisfazione e prospettive future .............................................................. 50
5.11 Sintesi: conferme e peculiarità riscontrate................................................................. 51
6. Il profilo degli assistiti.......................................................................................................... 53
6.1 Campionamento ed esito della somministrazione ....................................................... 53
6.2 Chi sono e dove vivono gli assistiti ............................................................................. 54
6.3 Condizioni di salute ..................................................................................................... 59
6.4 Scelta e reclutamento delle badanti ............................................................................. 61
6.6 Rapporto di assistenza: dimensioni contrattuali e relazionali...................................... 63
6.7 Oltre l’assistente familiare........................................................................................... 69
6.8 Grado di soddisfazione, fiducia e disponibilità ........................................................... 71
6.9 Conclusioni.................................................................................................................. 73
7. La voce dei servizi sociali e sociosanitari .............................................................................. 74
7.1 Metodologia impiegata ................................................................................................ 74
7.2 Risultati emersi ............................................................................................................ 74
8. Conclusioni ......................................................................................................................... 78
8.1 Le peculiarità del fenomeno nel pordenonese ............................................................. 79
8.2 Spunti di riflessione e intervento ................................................................................. 80
Riferimenti bibliografici........................................................................................................... 83
Allegato A) Elenco indagini sul tema delle assistenti familiari .................................................. 85
Allegato B) Organizzazioni che hanno partecipato all’indagine ................................................ 87
Allegato C) Questionari impiegati............................................................................................ 88
a cura di: e-labora
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AVER CURA. Rapporto di ricerca
1. Presentazione
Aver cura è il risultato di uno sforzo conoscitivo volto ad analizzare,
empiricamente e da più punti di vista, il fenomeno delle assistenti familiari in
provincia di Pordenone. L’indagine è parte di un più generale progetto denominato “Tutela e promozione della salute delle assistenti familiari” - promosso
dall’Azienda per i Servizi Sanitari n. 6 “Friuli Occidentale” in collaborazione con
altre organizzazioni del territorio e finanziato dalla Regione Friuli Venezia Giulia.
Aver cura è quanto fanno quotidianamente numerose “badanti”, la stragrande
maggioranza di origine straniera, con anziani e disabili non completamente
autosufficienti, sostenendo in tal modo le famiglie e integrando, alle volte forse
sostituendo, i servizi assistenziali e sociosanitari domiciliari preposti.
Aver cura, infatti, è quanto i familiari degli anziani e delle persone non
autosufficienti sono continuamente chiamati a fare, non delegando completamente
agli altri la cura dei propri cari, ma potendo contare su una rete di servizi in grado di
alleviare il loro carico assistenziale.
Aver cura può essere letto, però, anche come esortazione ad aprire spazi di
riflessione all’interno dei servizi affinché famiglia assistita e assistente familiare siano
considerate delle risorse da valorizzare, ma anche da sostenere come soggetti fragili,
entrambi. In questo senso, gli interventi di tutela e di promozione della salute delle
assistenti familiari, unitamente ad azioni di integrazione sociale, vanno nella
direzione del miglioramento della qualità della vita degli assistiti, favorendone
domiciliarità, sicurezza e benessere.
Aver cura, infine, è una sorta di indicazione operativa rivolta a tutti coloro che riconoscendo il legame di reciprocità che unisce tra loro gli esseri umani, in
particolare quelli che vivono fianco a fianco - sono convinti della possibilità di
realizzare un welfare di comunità.
Il Direttore Generale
Dott. Nicola Delli Quadri
a cura di: e-labora
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AVER CURA. Rapporto di ricerca
2. Il fenomeno delle assistenti familiari
Per facilitare la comprensione dei risultati emersi dall’indagine realizzata in
provincia di Pordenone è parso opportuno illustrare preliminarmente alcune
distinzioni concettuali e linguistiche attinenti all’oggetto analizzato e dar conto di
come il fenomeno delle assistenti domiciliari viene descritto da altri e recenti studi
empirici condotti sia a livello nazionale che in diversi contesti locali.
2.1 Distinzioni concettuali e terminologiche
Le assistenti familiari sono da considerarsi uno specifico sottogruppo della
figura professionale dei collaboratori domestici (lavoratori domestici salariati),
definiti come “coloro che prestano un’attività lavorativa continuativa per le
necessità della vita familiare del datore di lavoro”1. In questa categoria appartengono
anche colf2, baby-sitter e altre professionalità quali autisti, cuochi, giardinieri, ecc..3
Un tempo, nemmeno molto distante, questi profili professionali componevano
quello che veniva chiamata la “servitù”.
L’assistenza familiare è definita, all’articolo 1 della L.R. n. 24\2004, come
“lavoro di cura e aiuto prestato a domicilio da persone singole, non in rapporto di
parentela con l’assistito, anche straniere, a favore di persone anziane e disabili in
situazione di non autosufficienza a rischio di istituzionalizzazione”.
Le assistenti familiari si differenziano quindi dagli altri collaboratori domestici in
quanto la loro prestazione ha per oggetto uno specifico “lavoro di cura e aiuto” di
persone anziane o disabili, nella maggioranza dei casi non autosufficienti, mentre le
1
Definizione adottata dall’ISTAT [ISTAT, 2008].
Contrazione di col(laboratrice) f(amiliare), termine impiegato a partire dagli anni Settanta per
designare la domestica, la donna di servizio o più generalmente appunto, la collaboratrice
familiare. La prima indagine sociologica a livello nazionale condotta sul fenomeno è senza
dubbio quella realizzata da Olga Turrini che così definisce la nuova figura professionale oggetto
di studio: “Collaboratrici familiari (Colf) è uno dei termini oggi adottati per esprimere meglio
l’identità della categoria delle lavoratrici domestiche. Coniato dalla ACLI che hanno uno
specifico settore ACLI-COLF, è stato anche assunto nel testo del contratto collettivo nazionale
sulla disciplina del rapporto di lavoro domestico, stilato il 22 maggio 1974. Anche noi
adotteremo di preferenza questo termine, assieme a quello di lavoratrici domestiche” [Turrini,
1977].
3
L’attuale contratto collettivo nazionale di lavoro sulla disciplina del rapporto di lavoro
domestico è stato approvato in data 16 febbraio 2007 con decorrenza dal 1. marzo 2007 al 28
febbraio 2011.
2
a cura di: e-labora
5
AVER CURA. Rapporto di ricerca
colf si occupano prevalentemente di pulizie o di aspetti inerenti altre faccende
domestiche e le baby-sitter di accudire bambini.
Non sempre però nella realtà quotidiana la distinzione qui tracciata tra assistente
familiare e colf è così netta. Come si avrà modo di verificare più avanti, le assistenti
familiari intervistate nel corso dell’indagine ammettono nella maggior parte dei casi
di occuparsi di più faccende domestiche.
Solo da alcuni anni si è diffuso, anche grazie al massiccio impiego da parte della
stampa e dei restanti mass media, il termine badante quale sinonimo di assistente
familiare4. Inizialmente considerato vocabolo quasi gergale, connotato persino
spregiativamente è stato, e continua ad essere, oggetto anche di un dibattito
terminologico che ha visto fronteggiarsi sostenitori e oppositori. Tra i termini
alternativi proposti si trovano quello di “curante” e di “aiutante domiciliare”
[Castegnaro, 2002], che però non sembrano aver molto attecchito.
Il termine, participio presente del verbo badare - con il significato di stare
attento, aver cura, occuparsi –, non appariva ancora come sostantivo nell’edizione
2000-2001 del Dizionario della lingua Italia di Devoto-Oli. Oggi invece è presente
in quasi tutti i dizionari della lingua italiana per indicare chi assiste a domicilio un
anziano, un malato, un disabile. La figura sociale della badante ha esordito anche
nella narrativa con il romanzo del pescarese Paolo Teobaldi dal titolo appunto: “La
badante, un amore involontario” [Teobaldi, 2004]5.
2.2 Breve rassegna degli studi
Il fenomeno del lavoro domestico salariato è da tempo oggetto di studio da
parte di indagini storiche, statistiche e sociologiche [Andall e Sarti, 2004]. Trattasi di
un fenomeno caratterizzato, da sempre, dalla quasi assoluta prevalenza della
componente femminile e profondamente intrecciato con i percorsi migratori, siano
essi nazionali o internazionali.
Nondimeno, i cambiamenti occorsi nei primi anni del nuovo millennio hanno
così trasformato il lavoro domestico, ed in particolare quella sua componente
4
Secondo il giornalista e scrittore Enrico Deaglio il termine conquista spazio sui media a partire
dal 1997, assieme ad altre figure sociali quali lo scafista, la velina ecc.. [E. Deaglio, PATRIA
1978-2008, Il saggiatore, Milano, 2009; p. 503].
5
Nel romanzo il termine è usato come sinonimo di colf o domestica in quanto narra la vicenda di
un pensionato che poco dopo la scomparsa della moglie, nonostante viva in modo attivo, su
sollecitazione delle figlie, si decide a prendere in casa “una badante” di cui si innamorerà.
a cura di: e-labora
6
AVER CURA. Rapporto di ricerca
prevalente relativa all’assistenza familiare, che lo rendono nuovamente un
interessante oggetto di indagine empirica. Nel corso degli ultimi anni, infatti, vi è
stata una ripresa degli studi sull’argomento con una copiosa produzione di ricerche
che si propongono di analizzarne i diversi aspetti. Senza alcuna pretesa di
esaustività, un elenco delle più recenti indagini empiriche è riportato nell’allegato a).
Le fonti qui utilizzate per dar conto delle più recenti acquisizioni conoscitive sul
composito fenomeno in oggetto hanno matrice diversa. Attraverso di esse sarà
possibile comparare e interpretare i dati emersi in provincia di Pordenone.
Innanzitutto, si presentano le ultime statistiche ufficiali prodotte a livello
nazionale da INPS e ISTAT rispettivamente sul lavoro domestico e su quello
immigrato.
In secondo luogo, si illustrano i principali risultati emersi da indagini empiriche,
di tipo campionario, condotte da enti di ricerca e volte a fornire stime del fenomeno
a livello nazionale.
Una terza fonte è quella offerta dalle indagini di tipo quantitativo e qualitativo
prodotte a livello locale (regionale, provinciale e distrettuale).
Fondamentali sono poi i dati ricavabili dal monitoraggio del progetto Assistenti
Familiari della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia attuato in collaborazione
con le amministrazioni delle quattro province6. Una interessante ricognizione
regionale sul fenomeno, benché ormai datata, è altresì quella realizzata dall’IRSSeS
volta ad analizzare gli esiti dell’applicazione dell’articolo 9 della L.R. n. 24/2004,
ovvero la concessione da parte degli Enti gestori del Servizio sociale dei Comuni del
sostegno economico alle persone singole in situazione di non autosufficienza o alle
famiglie di soggetti in tale condizione che, per il proprio accudimento o di quello del
proprio parente, si avvalevano di personale addetto all’assistenza familiare [IRSSeS,
2007]7.
Infine, date anche le finalità di ordine sanitario e sociosanitario dell’ente
promotore del progetto e gli intenti della ricerca, una particolare attenzione è stata
poi riservata agli, ancora poco numerosi, studi e documenti prodotti in tema di
condizione di salute delle donne straniere e, nello specifico, delle assistenti familiari8.
6
Recentemente il progetto ha cambiato denominazione diventando “Progetto Professionisti in
famiglia” e vede la partecipazione anche del Dipartimento delle Pari Opportunità della
Presidenza del Consiglio dei Ministri.
7
La misura ha preceduto l’attivazione del Fondo per l’Autonomia Possibile (FAP), prevista
dall’art. 41 della L.R. n. 6/2006.
8
Si è fatto tesoro della tesi di laurea di Silvia Coccato, indubbiamente una delle prime rilevazioni
su questo fenomeno [Coccato, 2002], nonché di indagini sanitarie fondate sul questionario PASSI
(Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia), ecc..
a cura di: e-labora
7
AVER CURA. Rapporto di ricerca
Secondo gli ultimi dati INPS, relativi al 2008, a livello nazionale si contano
562.000 lavoratori domestici, la maggior parte di sesso femminile, di cui 435.000
con cittadinanza non italiana. Le principali nazionalità straniere dei lavoratori
domestici risultano essere: romena, ucraina e filippina [INPS, 2008]. Questi dati
fanno ovviamente riferimento agli occupati con regolare contratto di lavoro9.
Uno studio sulla presenza degli stranieri nel mercato del lavoro italiano,
prodotto dall’ISTAT e relativo al 2006, attesta l’importanza del lavoro domestico
per la componente femminile immigrata: ben il 41% del totale delle donne non
italiane occupate prestano servizio all’interno di famiglie; il dato raggiunge il 44,2%
se consideriamo le non comunitarie. Per contro solo il 5,1% degli uomini stranieri
risulta impiegato in questo settore di attività [ISTAT, 2008].
Una recente indagine dell’IRS (Istituto di Ricerca Sociale) di Milano, che da
tempo si occupa del fenomeno, ha stimato che in Italia esistono 774.000 assistenti
familiari, di cui 700.000 straniere [IRS, 2008]. La stessa indagine valuta che il 6,6%
degli anziani ultra sessantacinquenni utilizzerebbe una badante. Il dato al Nord Italia
salirebbe ad un anziano ogni dieci.
Sempre secondo l’IRS, le assistenti familiari potrebbero essere suddivise in tre
grandi categorie:
1)
quelle con regolare contratto di lavoro (secondo la stima
raggiungerebbero il 33% del totale);
2)
quelle senza regolare contratto di lavoro, italiane o straniere in regola con
il permesso di soggiorno che per vari motivi non usufruiscono di una
formalizzazione occupazionale secondo le normative vigenti (secondo la
stima raggiungerebbero il 24% del totale);
3)
quelle irregolarmente presenti, straniere senza permesso di soggiorno e
senza regolare contratto di lavoro (secondo la stima raggiungerebbero il
43% del totale).
Un ulteriore ed interessante elemento emerso nella ricerca IRS è il fatto che il
fenomeno delle assistenti familiari è in profondo mutamento. Negli ultimi anni il
profilo sociale delle badanti sta cambiando. Le caratteristiche che differenziano le
assistenti di oggi rispetto a quelle di qualche anno fa, sono:
- età più giovane,
- irregolarità contrattuale più diffusa,
- maggior interesse verso un lavoro ad ore anziché alla coresidenza,
9
Sul tema del contratto di lavoro per colf e badanti è esplosa ultimamente una copiosa
produzione editoriale di tipo manualistico [Bettagno, 2008; Noto, 2008; Fracaro, 2009].
a cura di: e-labora
8
AVER CURA. Rapporto di ricerca
-
sono maggiormente disponibili a frequentare corsi di aggiornamento
professionale.
Varie sono le indagini prodotte a livello locale che evidenziano come il
fenomeno non ha una completa omogeneità territoriale su scala nazionale.
Emergono disparità non solo tra Nord e Sud Italia, ma anche tra regione e regione,
nonché tra aree geografiche più ridotte. Le indagini locali risentono anche del
periodo di raccolta dati, diventando velocemente delle fotografie ingiallite di fronte
ad un fenomeno reale in rapida evoluzione. Alcune questioni che esse rilevano
rimangono però tuttora valide come quella posta a partire da un’analisi del
fenomeno delle badanti nel Comune di Verona: l’assistenza agli anziani, così come
si è sviluppata, nasconde delle convenienze utili un po’ a tutti i soggetti in campo,
nonché al sistema di welfare [Spano, 2006]10.
I dati prodotti dai monitoraggi trimestrali del progetto “Assistenti familiari”
aiutano a capire l’andamento e le caratteristiche della domanda e dell’offerta del
fenomeno nella regione Friuli Venezia Giulia e nelle singole province11. E’ bene
precisare che trattasi di dati di flusso e relativi ai contratti regolarmente stipulati tra
famiglia assistita e assistente familiare. Per quanto riguarda la provincia di
Pordenone, il servizio registra un costante aumento nel tempo dei contratti
regolarmente stipulati (Cfr. figura n.1), anche se l’inclinazione della curva di crescita
risulta difficilmente interpretabile. Altri dati offerti dal progetto regionale sono i
tratti sociodemografici dell’assistente familiare: quasi esclusivamente di sesso
femminile, prevalentemente di nazionalità straniera e proveniente soprattutto dai
Paesi dell’Est Europa, sia da quelli neocomunitari (Romania) che extracomunitari
(Ucraina, Moldavia).
10
“[…] Questo fenomeno ha trovato spazio e si è sviluppato in un sistema di welfare che
manifesta uno scarto sempre più evidente tra l’evoluzione dei bisogni della popolazione e la
capacità di mettere in campo realizzazioni istituzionali. A fronte di processi straordinariamente
complessi si è progressivamente affermata l’immagine di un sistema di welfare che, nella
produzione di risposte ai bisogni sociali, assomiglia a un patchwork casuale piuttosto che a un
network organizzato” [Spano, 2006: 63-64].
11
I rapporti di monitoraggio sono scaricabili dal portale online della Regione Friuli Venezia
Giulia: www.regione.fvg.it
a cura di: e-labora
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AVER CURA. Rapporto di ricerca
Fig. 1 - Andamento della sottoscrizione di contratti di assistenza familiare in provincia
di Pordenone (dati 2005-2008)
700
N° contratti
629
600
597
500
400
300
200
100
191
116
Totale: 1.533
0
2005
2006
2007
2008
Fonte: nostre elaborazioni su dati Agenzia Regionale del lavoro e
della formazione professionale del FVG
Il progetto regionale offre anche alcune indicazioni e proposte. Tra queste è
particolarmente sottolineata quella che occorre coordinare soggetti e interventi
diversi, ovvero mettere a sistema i sostegni alle famiglie con quelli alle assistenti
familiari.
Le condizioni di salute dei caregiver sono un fattore basilare per garantire lo stato
di benessere degli assistiti. Quando l’assistente familiare è una donna immigrata le
variabili da considerare aumentano e possono essere l’intreccio di più dimensioni:
da quelle relative al vissuto di migrante (estraneità culturale rispetto alla nuova
situazione) alla pesantezza del lavoro assistenziale, tanto dal punto di vista fisico
quanto psicologico [Coccato, 2002]. In particolare sembrerebbero emergere:
- la presenza di problemi di salute o stati di malessere sommersi, non sempre
esplicitati (in particolare di natura psicologica e relazionale);
- il permanere di stili di vita, abitudini culinarie e alimentari, frutto di
tradizioni culturali non sempre prossime alle nostre;
- l’urgenza di una ridefinizione pratica, sul campo, da parte dei servizi pubblici
socioassistenziali e sociosanitari, dei ruoli assistenziali e infermieristici svolti
a domicilio.
a cura di: e-labora
10
AVER CURA. Rapporto di ricerca
3. Il percorso di ricerca
3.1 Contesto
L’allungamento della vita media con il conseguente incremento della
popolazione anziana, l’assottigliamento della numerosità dei nuclei familiari, insieme
al progressivo diminuire delle reti di cura parentali hanno favorito negli ultimi anni,
anche nella provincia di Pordenone, il diffondersi del fenomeno delle badanti, per la
maggior parte reclutate tra le donne straniere. Secondo l’ultimo dossier statistico
Caritas/Migrantes, il territorio provinciale ospitava al 1. gennaio 2008 un numero di
stranieri soggiornanti stimabili tra le 32.300 e le 34.500 unità [Caritas/Migrantes,
2008]. Alla stessa data le anagrafi dei 51 comuni della Provincia registravano la
presenza di 28.781 cittadini stranieri, equivalenti al 9,35% della popolazione totale.
La presenza femminile straniera risultava consistente (48,7% del totale residenti),
ma essa era la componente assolutamente preponderante (oltre il 60%) in alcune
cittadinanze, quali Ucraina, Moldavia e Colombia.
Nel contesto sociodemografico sopra delineato, l’Azienda per i Servizi Sanitari
n. 6 “Friuli Occidentale” ha da tempo attivato interventi per promuovere la tutela
della salute delle persone straniere, in particolare delle donne occupate, favorendo
un loro empowerment. Come evidenziato nel progetto all’interno del quale ha preso
avvio la presente ricerca, “già nella fase di predisposizione dei primi PAT/PDZ12,
l’Azienda per i Servizi Sanitari si è posta il problema di come rispondere ad alcune
necessità delle lavoratrici che svolgono un’attività di aiuto alla persona, nella
consapevolezza del ruolo delle assistenti familiari all’interno di un sistema sociosanitario, in un’ottica di miglioramento della qualità della vita di coloro che ricevono
assistenza oltre che di chi la presta”. Perseguendo tali finalità nel 2007 è stata
predisposta la stesura, la stampa e la diffusione, in collaborazione con lo Sportello
Assistenti Familiari di Italia Lavoro13, del manuale multilingue “Capire e capirsi”
12
Programmi delle Attività Territoriali e Piani di Zona: strumenti programmatori delle politiche
sanitaria, sociali e sociosanitarie adottati dalla L.R. n. 23/2004.
13
Italia Lavoro è un ente strumentale del Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche
Sociali per la promozione e per la gestione di azioni nel campo delle politiche del lavoro,
dell'occupazione e dell'inclusione sociale. Italia Lavoro realizza azioni e programmi in
collaborazione con le Regioni, le Province e le Amministrazioni Locali, per migliorare le
capacità del sistema paese nel creare opportunità di occupazione, rivolgendosi, in particolare, alle
categorie più deboli del mercato del lavoro. In Friuli Venezia Giulia, Italia Lavoro, in
collaborazione con l’amministrazione regionale e la Caritas ha avviato il progetto “Occupazione
e servizi alla persona” sfociato poi nel successivo Progetto Assistenti Familiari, di cui si è già
fatto cenno.
a cura di: e-labora
11
AVER CURA. Rapporto di ricerca
volto a supportare le assistenti familiari nella rete dei servizi, fornendo anche
indicazioni su come impostare il rapporto con l’assistito, la sua famiglia e la
comunità.
La necessità di esplorare empiricamente a livello locale il fenomeno delle
badanti nasce anche dal fatto che, aldilà dei dati offerti dal monitoraggio degli
sportelli Assistenti Familiari di cui si è avuto modo di riferire nel precedente
capitolo, non esiste ad oggi alcuna analisi conoscitiva approfondita in grado di
fondare lo sviluppo ed il miglioramento delle iniziative messe in atto.
3.2 Obiettivi
Il progetto promosso nel 2008 dall’Azienda per i servizi sanitari n. 6 “Friuli
Occidentale” si è proposto, attraverso l’azione di ricerca, innanzitutto di aumentare
la comprensione della realtà sociale e sociosanitaria delle assistenti familiari,
occupate a prescindere dalla regolarità del contratto e della loro posizione giuridica,
e dei loro assistiti in provincia di Pordenone. Questa conoscenza è tutt’oggi ritenuta
propedeutica per il raggiungimento di alcuni obiettivi operativi:
potenziare e migliorare la rete di collaborazioni tra le diverse
organizzazioni coinvolte sul tema in questione, nonché su quello più
generale della salute dei migranti;
favorire l’empowerment delle donne immigrate occupate nei servizi alla
persona, affinché potenzino le capacità di gestire in modo corretto la
propria salute, di acquisire una più profonda consapevolezza dei propri
diritti sociali e lavorativi;
individuare e proporre adeguati interventi di carattere integrato, ovvero
che sappiano coniugare gli aspetti socioassistenziali e sociosanitari - rivolti
tanto alle assistenti familiari quanto ai loro assistiti - con quelli informativi,
formativi, del lavoro, ma anche abitativi e culturali.
3.3 Articolazione dell’indagine
Per il raggiungimento degli obiettivi sopra descritti la ricerca si è articolata in
quattro diverse, ma interdipendenti linee di indagine empirica:
1) mappatura delle organizzazioni che a vario titolo erogano servizi alle
assistenti familiari nel territorio provinciale;
a cura di: e-labora
12
AVER CURA. Rapporto di ricerca
2) ricostruzione del profilo delle assistenti familiari, attraverso una rilevazione
campionaria con somministrazione di questionario anonimo semi-strutturato;
3) ricostruzione del profilo degli assistiti, attraverso una rilevazione campionaria
con somministrazione di questionario anonimo semi-strutturato;
4) raccolta di opinioni e riflessioni presenti nei servizi pubblici impegnati
nell’assistenza domiciliare e infermieristica territoriale, ottenuta attraverso la
realizzazione di un focus group.
Di ogni indirizzo metodologico si dirà più dettagliatamente presentando i
risultati emersi delle quattro linee investigative.
3.4 L’accesso al campo
Prima di presentare i risultati delle quattro linee d’indagine si ritiene opportuno
per la loro ricchezza conoscitiva, esporre alcune note sul processo di acquisizione
dei dati. Quanto emerso nella fase di accesso al campo e di somministrazione faccia
a faccia dei questionari è infatti definibile come altrettanto significativo risultato
della ricerca.
Le fonti da cui si è attinto per la stesura di queste note sono stati i diari di
somministrazione, tenuti dal team delle intervistatrici alle badanti, ed i resoconti
forniti da tutti gli intervistatori durante i ripetuti debriefing realizzati nel percorso di
raccolta dati che si è prolungato per alcuni mesi tra la fine del 2008 e l’inizio del
2009.
Le assistenti familiari, in particolare di origine straniera - benché visibili nelle
strade, nei parchi, mentre parlano tra loro o accompagnano i loro assistiti - non
sono figure facilmente raggiungibili. La loro individuazione come la successiva
somministrazione dei questionari hanno incontrato numerose difficoltà.
Dal punto di vista organizzativo e logistico l’indagine ha dovuto affrontare delle
lentezze burocratiche e una limitata sinergia da parte di alcuni servizi che più
frequentemente intrattengono rapporti con le assistenti familiari, ritardando
possibilità di un contatto.
In secondo luogo, nonostante la raccolta delle informazioni fosse stata affidata a
mediatrici linguistiche e culturali, provenienti dallo stesso Paese dell’assistente, il
primo contatto ha spesso registrato una sorta di diffidenza da parte di queste ultime.
Ripetuti sono stati i rifiuti da parte di badanti che non hanno ritenuto conveniente
rendersi disponibili alla somministrazione del questionario. In particolare si sono
a cura di: e-labora
13
AVER CURA. Rapporto di ricerca
registrati rifiuti di badanti in gruppo14. Questa non completa disponibilità è
certamente un segnale, confermato anche nella quarta linea d’indagine, della
lontananza che separa queste persone dalla società italiana ed in particolare da alcuni
servizi.
Quando le mediatrici sono riuscite ad instaurare un minimo di dialogo, le
motivazioni addotte da alcune di loro per sottrarsi all’indagine hanno riguardato la
mancanza di tempo15, l’incomprensione dell’utilità di tale strumento per migliorare
la loro situazione, l’esternazione di paure diverse.
Due fattori esterni hanno inoltre contribuito ad aumentare le difficoltà nel
raggiungimento delle assistenti familiari: il periodo invernale che senza dubbio vede
la riduzione della frequentazione dei luoghi all’aperto; le notizie apparse sui mass
media relative al contrasto degli immigrati clandestini, ma spesso capaci di
fomentare effettiva insicurezza sociale generalizzando ed estendendo richiami verso
tutti gli stranieri.
14
In questi contesti infatti è sufficiente che uno si dimostri perplesso o contrario per diffondere
tale atteggiamento anche in tutti gli altri presenti.
15
In effetti chi si è sottoposto all’indagine ha destinato un’ora o più del proprio limitato tempo
libero a disposizione.
a cura di: e-labora
14
AVER CURA. Rapporto di ricerca
4. Verso una mappatura dei servizi
La prima linea investigativa è il tentativo di pervenire ad una prima mappatura
delle organizzazioni che, in provincia di Pordenone forniscono servizi alle assistenti
familiari. Gli obiettivi non erano ristretti all’ottenimento di una lista di
organizzazioni e alla descrizione delle loro attività, ma allargati per comprendervi
anche le relazioni tra di esse, al fine di identificare eventuali reti di collaborazione.
4.1 Metodologia
L’indagine ha permesso di individuare, attraverso l’impiego di diverse fonti e
seguendo il metodo dello snow-ball16, 53 soggetti organizzativi che in provincia di
Pordenone si interfacciano, a vario titolo e a diversa intensità, con le assistenti
familiari17. Ai singoli componenti di questo elenco è stata inoltrata una lettera ed
avviato un contatto telefonico per verificare l’attendibilità delle informazioni a
disposizione e la disponibilità ad approfondirle attraverso la compilazione di una
scheda (Cfr. allegato c).
Gli esiti di questo processo di raccolta dati, sviluppatosi da luglio ad ottobre
2008, hanno prodotto la restituzione di 39 schede compilate.
I risultati qui presentati sono quindi fondati su questa porzione di
organizzazioni che può ritenersi accettabile per una prima rappresentazione di
alcune dimensioni relative ai servizi offerti, ma certamente risulta largamente
parziale per la ricostruzione del network relazionale esistente tra di loro.
Accanto alle informazioni raccolte con la somministrazione delle schede,
sembra interessante soffermarsi sulle difficoltà di accesso al campo riscontrate che
possono essere così sintetizzate:
-
di tipo comunicativo (lettere non arrivate, non trasmesse internamente,
non lette o lette con scarsa attenzione, ecc.);
-
di tipo cognitivo (non comprensione dell’oggetto dell’indagine e delle
intenzioni dell’ASS6);
16
Con tale metodo si indica un procedimento di raccolta dati che procede progressivamente
accogliendo via via informazioni ed indicazioni anche da coloro che sono oggetto di intervista.
17
Dal punto di vista metodologico, ogni sede erogatrice di servizi è stata ritenuta unità d’analisi.
Ciò significa che in alcuni casi e per alcune variabili, l’organizzazione con più servizi dislocati in
sede diversa è stata computata più volte.
a cura di: e-labora
15
AVER CURA. Rapporto di ricerca
-
di non disponibilità a collaborare all’indagine (rifiuto esplicito,
interposizione di ostacoli, ecc.), in alcuni casi risoltosi con il tempo, in altri
rimasto definitivo.
4.2 Soggetti e servizi
Forma giuridica. Le organizzazioni che hanno partecipato alla rilevazione
rappresentano sia il settore pubblico che quello del privato sociale, ma è presente,
benché in forma minoritaria, anche il privato for profit. Le assistenti familiari
rappresentano dunque un campo di azione dove intervengono diversi attori
organizzativi con finalità profondamente diverse18.
Fig. 4.1 - Forma giuridica delle organizzazioni rispondenti
0
2
4
6
8
10
Ente Pubblico
12
14
16
18
17
Associazione
9
Cooperativa sociale
6
Ente morale
3
Ditta individuale
2
Altro
2
Totale: 39
Localizzazione sede e livello territoriale d’intervento. La maggior parte delle
organizzazioni ha sede nel distretto sanitario urbano, ovvero a Pordenone. Tutti i
cinque distretti dell’Azienda per i Servizi Sanitari ospitano nel proprio territorio
delle organizzazioni che si occupano di assistenti familiari. Inoltre sono stati
intercettati anche soggetti che, pur operando nel territorio considerato, hanno la
loro sede principale in altra provincia o regione.
18
Lo stesso dicasi per l’assistenza domiciliare agli anziani e ai disabili non autosufficienti
attraverso l’impiego delle badanti.
a cura di: e-labora
16
AVER CURA. Rapporto di ricerca
Fig. 4.2 - Localizzazione della sede
0
2
4
6
8
10
12
14
16
18
20
19
6.5 Pordenone
6.1 Sacile
6
6.4 Maniago
6
4
6.3 Azzano Decimo
6.2 San Vito
2
Fuori provincia
2
1
Fuori regione
Totale: 39
Il livello territoriale d’intervento delle unità organizzative è principalmente
sovra-comunale (distrettuale, provinciale o regionale), facendo emergere come i
servizi per le assistenti familiari vengano attivati in aree geografiche vaste, con un
certo peso demografico.
Fig. 4.3 - Livello territoriale d’intervento
0
Comunale
2
4
6
8
10
12
14
16
4
Sovracomunale / Ambito
Distrettuale
14
11
Provinciale
Regionale
5
Altro
5
Totale: 39
Attività erogate a favore delle assistenti familiari. La principale attività a
favore delle assistenti familiari emersa tra le diverse organizzazioni è quella di
fornire informazioni. Oltre la metà forniscono anche servizi di orientamento; 12
a cura di: e-labora
17
AVER CURA. Rapporto di ricerca
soggetti si occupano di interventi formativi e 9 di intermediazione tra domanda ed
offerta di lavoro.
Fig. 4.4 - Tipo di attività
0
5
10
15
20
25
Informazioni
24
Formazione
12
Intermediazione al lavoro
9
Segretariato
8
Consulenza legale
Altro (assistenza e ricerca alloggio, mediazione
linguistica, culturale, ecc..)
35
28
Orientamento
Micro credito
30
6
1
11
Totale: 39
Risposte multiple
La maggior parte delle organizzazioni è dotata di uno sportello aperto al
pubblico. Solo sei soggetti tra quelli analizzati effettuano unicamente azioni di backoffice.
Fig. 4.5 - Presenza di sportelli
NO; 6
SI; 33
Totale: 39
Un indicatore particolarmente interessante è la numerosità delle attività erogate
a favore delle assistenti familiari. Ebbene, più delle metà delle organizzazioni
interpellate eroga tre o più attività diverse tra quelle sopra elencate. Ciò evidenzia la
bassa specializzazione del rapporto con le assistenti familiari, ovvero il fatto che
esso condensa richieste e risposte multiple.
a cura di: e-labora
18
AVER CURA. Rapporto di ricerca
Fig. 4.6 - Numero di attività diverse
Più di 5 attività
diverse; 4
Fino a 2 attività
diverse; 18
3-4 attività
diverse; 17
Totale: 39
Personale dedicato. Dalla rilevazione emerge che solo un terzo delle
organizzazioni dispongono di personale dedicato, e quindi si presume con
competenze specifiche, al rapporto con gli immigrati, per un totale di 41 figure
professionali.
Lo stesso numero di organizzazioni dichiara di avvalersi di mediatori linguisticoculturali.
Questi dati, indirettamente, ci allertano che solo una piccola parte delle
organizzazioni coinvolte ha aperto canali specifici per il dialogo con l’utenza non
italiana.
Fig. 4.7 - Numero di organizzazioni con personale dedicato al rapporto con gli
immigrati
SI; 13
NO; 26
Totale: 39
a cura di: e-labora
19
AVER CURA. Rapporto di ricerca
Fig. 4.8 - Numero di organizzazioni che si avvale di mediatori
SI; 13
NO; 26
Totale: 39
Utenza. Circa un quarto delle organizzazioni ha come utenza prevalentemente
persone straniere, la metà ha un’utenza mista, mentre l’altro quarto principalmente
italiana.
Fig.4.9 - numero di organizzazioni per nazionalità dell’utenza
Prevalentemen
te italiani; 9
Entrambi; 20
Prevalentemen
te stranieri; 10
Totale: 39
Rispetto all’utenza immigrata, due organizzazioni dichiarano che l’anno rapporti
prevalentemente con assistenti familiari o persone che intendono diventarlo. Altre
quattro organizzazioni affermano che questo tipo di utenza raggiunge per loro un
25-50%, mentre per tutte le altre, le badanti o le aspiranti tali rappresentano meno
di un quarto della loro utenza.
a cura di: e-labora
20
AVER CURA. Rapporto di ricerca
Fig. 4.10 - Numero di organizzazioni per incidenza badanti in qualità di utenti
Più delle
metà; 2
Tra un
quarto e la
metà; 4
Meno di un
quarto; 15
Totale: 21
Un terzo delle organizzazioni risulta aver incontrato tra i propri utenti assistenti
familiari prive di regolare permesso di soggiorno. Un terzo afferma il contrario e il
terzo mancante non ha offerto informazioni a tal proposito.
Fig. 4.11 - Numero di organizzazioni che hanno intercettato assistenti familiari non in
regola con il permesso di soggiorno
NON SO; 10
NO; 13
SI; 14
Totale: 37
Canali di conoscenza delle organizzazioni. L’utenza arriva a conoscere
queste organizzazioni principalmente attraverso il passaparola. E’ questo canale che
ancor oggi, epoca delle tecnologie digitali, sembra veicolare - meglio di qualsiasi
altro mezzo - le informazioni sull’esistenza dei servizi presenti sul territorio. Molto
importante risulta poi essere anche la diffusione di materiale informativo. Al terzo
a cura di: e-labora
21
AVER CURA. Rapporto di ricerca
posto si colloca l’invio da parte di operatori di altre organizzazioni, ovvero
l’informazione sull’esistenza di un dato servizio viene fornita all’utente quando
frequenta uno sportello. Quest’ultimo dato lascerebbe trasparire che, perlomeno tra
gli operatori, le organizzazioni attive sul settore sono note.
Fig. 4.12 - Modalità di conoscenza dell’organizzazione
0
5
10
15
20
25
35
40
27
Passaparola
23
Materiale informativo
Invio da parte di altri
servizi
19
Altro
Non so
30
3
Totale: 39;
2
Possibili risposte multiple
Le richieste delle assistenti familiari. La principale richiesta proveniente dalle
assistenti familiari è quella della ricerca di un lavoro. Questa domanda è esplicitata
non solo da persone (prevalentemente straniere) che intendono diventare badante,
ma anche da chi ha già una tale occupazione ed intende cambiare assistito o tipo di
lavoro. Al secondo posto, ma con un’evidente distanza, vi è la richiesta di un corso
di lingua italiana. Seguono richieste di aiuto di tipo amministrativo burocratico,
relative alle pratiche di ricongiungimento familiare, al rinnovo dei permessi di
soggiorno, alla consulenza sul contratto di lavoro, ecc.. Ciò che attira l’attenzione è
anche l’ampio ventaglio di esigenze espresse, che spaziano su diverse dimensioni di
vita.
a cura di: e-labora
22
AVER CURA. Rapporto di ricerca
Fig. 4.13 - Tipo di richiesta espressa dalle assistenti familiari alle organizzazioni
interpellate
0
2
4
6
8
10
12
14
16
18
20
Ricerca lavoro
Corsi di lingua italiana
Pratiche ricongiungimento familiari
Rinnovo permesso di soggiorno
Consulenza sul contratto di lavoro
Corsi formativi professionalizzanti
Informazione prestazioni socio-sanitarie
Reperimento alloggio
Compilazione documenti burocratici vari
Sostegno economico
Tutela legale
Occasioni d'incontro/dialogo con altre donne
Sostegno alla genitorialità
Informazioni sul funzionamento comuni
Informazioni sulla scuola
Supporto per i trasporti
Ben 11 organizzazioni hanno raccolto dalle assistenti familiari richieste inerenti
aspetti sanitari. Questo dato sembra legittimare fortemente l’intervento in questo
campo da parte dell’Azienda per i Servizi Sanitari.
Fig. 4.14 - Numero di organizzazioni che hanno raccolto esigenze relative
all’assistenza sanitaria
SI; 11
NO; 28
Totale: 39
a cura di: e-labora
23
22
AVER CURA. Rapporto di ricerca
Fenomeni di discriminazione, abuso, sfruttamento. Dalle schede delle
organizzazioni interpellate emerge che ben 12 organizzazioni (oltre un terzo) hanno
raccolto segnalazioni di fenomeni di discriminazione, abuso, sfruttamento le cui
vittime sono le assistenti familiari. Il valore conferma l’esistenza di un fenomeno già
noto ma la cui consistenza risulta difficilmente misurabile.
Fig. 4.15 - Numero di organizzazioni conoscenti fenomeni di discriminazione,
abuso e sfruttamento delle assistenti familiari
SI; 12
NO; 25
Totale risposte: 37
Verso una tipologia delle organizzazioni. Sulla base delle informazioni
raccolte è possibile elaborare una prima tipologia delle organizzazioni individuate
costruita sulla specificità della mission e degli interventi. Nella prima categoria sono
inseribili le organizzazioni specificamente dedicate al tema dell’assistenza familiare:
sono state appositamente costituite e offrono dunque interventi ad un’utenza
formata quasi esclusivamente da persone interessante a questo tema (come per
esempio gli sportelli Assistenti Familiari dei centri per l’impiego, Assistencasa,
Assistiti sereni). Nella seconda categoria sono collocabili quelle organizzazioni che
offrono servizi importanti alle assistenti familiari, possibilmente anche con
personale qualificato, benché spesso non siano servizi dedicati (centri di ascolto,
associazioni di donne, di migranti, agenzie di formazione, ecc.). Nella terza categoria
sono infine aggregabili tutte le organizzazioni che nelle loro attività hanno un’alta
probabilità di intercettare assistenti familiari o aspiranti tali (servizi informativi,
cooperative sociali, servizi socio-assistenziali territoriali, ecc.).
a cura di: e-labora
24
AVER CURA. Rapporto di ricerca
Fig.4.16 - Rappresentazione grafica della tipologia di organizzazioni attive sul tema
dell’assistenza familiare
INTERESSATE
MARGINALMENTE
ATTIVANTI
SERVIZI
FINALIZZATE
4.3 Relazioni e collaborazioni
Come ricordato ad inizio capitolo, benché con le cautele del caso19 esponiamo la
mappa delle relazioni esistenti tra le diverse organizzazioni sul tema delle assistenti
familiari, così come elencate nelle diverse schede. Solo due organizzazioni
interpellate risultano non intrattenere rapporti con altri attori.
L’indagine ha considerato il termine collaborazione in un’accezione piuttosto
ampia identificando una gamma di relazioni spaziando dal semplice scambio di
informazioni all’attivazioni di progetti in partnership.
Il network risultante è formato da 89 nodi, ampliando ulteriormente il numero
delle organizzazioni in qualche modo collegate, anche indirettamente, all’oggetto di
studio delle assistenti familiari. Il reticolo comunque non appare molto denso di
relazioni (165 link)20, mentre gli attori con maggior numero di collegamenti sono
dati da: Azienda per i Servizi Sanitari21, Centro di Ascolto Caritas, Comuni22,
Sportello assistenti familiari di Pordenone, ecc..
19
L’indagine conferma la difficoltà di raccogliere dati relazionali anche per la limitata
conoscenza degli intervistati che si sono trovati spesso in difficoltà nel dare un nome preciso a
quanto esiste al di fuori della propria organizzazione.
20
L’indice di densità si ferma allo 0,04 in una scala da 0 a 1.
21
Tra l’altro trattasi di un attore di cui non è stata compilata la scheda e quindi risulta solamente
nodo con legami in entrata (in quanto indicato da altri) e non in uscita.
22
Termine generico indicato dai compilatori delle schede che non individua un singole attore
organizzativo.
a cura di: e-labora
25
AVER CURA. Rapporto di ricerca
Graficamente si riporta anche la rete delle collaborazioni che vedono citata
l’Azienda per i Servizi Sanitari.
Fig. 4117 - Mappa delle relazioni in tema di assistenti familiari
Fig. 4.18 - Egonet delle relazioni dell’ASS6
a cura di: e-labora
26
AVER CURA. Rapporto di ricerca
4.4 Sintesi dei principali risultati
La ricognizione effettuata, pur mantenendo un carattere esplorativo, permette di
trarre alcune considerazioni di ordine generale.
In primo luogo, gli attori organizzativi che si interfacciano, a vario titolo e a
diversa intensità, con le assistenti familiari in provincia di Pordenone sono
relativamente numerosi e differenti per natura giuridica. Ciò sembra interpretabile
alla luce che il fenomeno badanti si colloca all’incrocio di diversi settori (e mercati)
già densamente popolati di attori: il lavoro di assistenza domiciliare e della
collaborazione familiare; i percorsi migratori e di integrazione sociale; l’incontro tra
domanda e offerta di lavoro; la formazione professionale; ecc..
In secondo luogo, emerge l’ampio spettro dei servizi prestati: da quello
informativo (il più diffuso, realizzato da quasi tutti gli attori analizzati) a quello
dell’incrocio della domanda e dell’offerta di lavoro; da quelli assistenziali a quelli
sanitari, ecc.. D’altro canto altrettanto ampio è anche lo spettro delle richieste
provenienti dalle assistenti familiari o aspiranti tali, che non si riduce al tema
dell’occupazione.
Il terzo aspetto mette in luce la necessità di dotarsi di una tipologia dei diversi
soggetti che erogano servizi alle assistenti familiari. Tale tipologia potrebbe
costituire un primo strumento operativo utile alle finalità di promozione e tutela
della salute delle assistenti familiari avviate dall’Azienda per i Servizi Sanitari per
discriminare sui destinatari dei messaggi informativi, delle richieste di collaborazione
ed, eventualmente, avvio di partenariati, ecc..
Infine, l’attuale rete di collaborazioni che emerge tra i diversi soggetti non
appare fondata su una governance territoriale; essa è piuttosto l’esito di attivazioni
spontanee e puntuali, che sorgono per iniziativa dei singoli operatori. L’Azienda per
i Servizi Sanitari è un soggetto importante della rete, così come il Centro di ascolto
della Caritas ed altri; i tre sportelli del progetto Assistenti familiari presenti in
provincia23, pur identificabili come nodi importanti (e parrebbe in crescita), non
sembrano occupare ancora una posizione chiave, con ruolo di hub24, quale
spetterebbe loro per la specificità e rilevanza delle attività svolte in questo campo.
23
24
In particolare la ricerca ha raccolto la scheda di uno solo dei tre, quello di Pordenone.
Nodo con numerosi link, che svolge ruolo di perno nella rete.
a cura di: e-labora
27
AVER CURA. Rapporto di ricerca
5. Il profilo delle assistenti familiari
Una prima difficoltà riguarda quindi
proprio la definizione di tale lavoro: la
prima negazione della professionalità che
esso richiede è nell’assenza di espressioni
che lo definiscono esaustivamente ….
(M. Bianchi in G. Vicarelli, op.
cit.)
La seconda linea investigativa ha tentato di tracciare il profilo delle assistenti
familiari occupate in provincia di Pordenone. A tal proposito sono state prese in
considerazioni varie dimensioni: socio-demografiche, stili di vita, stato di salute,
condizioni lavorative passate ed odierne, competenze, percorso migratorio.
5.1 Esiti della somministrazione del questionario
Dal punto di vista metodologico, si è proceduto, sulla base dei dati disponibili
dal monitoraggio provinciale degli Sportelli Assistenti Familiari, all’identificazione di
un campione teorico di 200 casi stratificato per quote proporzionali alle dimensioni
del sesso, della cittadinanza e della residenza nei cinque distretti sanitari della
provincia.
I risultati qui presentati si fondano sulle risposte fornite a 195 questionari
debitamente compilati e restituiti (redemption del 97,5%). Le quote stabilite
teoricamente sono state solo parzialmente raggiunte, in particolare sono risultati
sottorappresentati i maschi (Fig. 5-1), le assistenti familiari originarie dall’Asia (Fig.
5-2), le assistenti familiari residenti nel distretto sanitario Sud (Fig. 5-3)25.
I questionari sono stati raccolti dalle mediatrici linguistiche in un periodo
relativamente prolungato, dal mese di novembre 2008 all’aprile 2009. La maggior
parte delle assistenti familiari sono state raggiunte in luoghi pubblici, quali bar, sedi
istituzionali, parchi o strade. Numerosi sono state anche i questionari compilati in
case private: della stessa assistente, dell’assistito e persino della mediatrice.
25
Non sono state effettuate riponderazioni rispetto alle quote teoriche originariamente stabilite.
a cura di: e-labora
28
AVER CURA. Rapporto di ricerca
Fig. 5.1 - Campione teorico ed esito della raccolta dei questionari (redemption)
relativamente al sesso
Femmina
0
Maschio
50
Non risponde
100
150
200
200
Numerosità
campionaria
prevista
186
14
195
Numerosità
campionaria
raggiunta
190
3
Fig. 5.2 - Campione teorico ed esito della raccolta dei questionari (redemption)
relativamente alla cittadinanza delle assistenti familiari
ITALIANA
EST EUROPA NON UE
SUDAMERICA
0
50
ALTRI UE
AFRICA
ASIA
100
150
200
200
Numerosità
campionaria prevista
18
Numerosità
campionaria raggiunta
15
64
86
56
100
15
8 9
19
40
195
a cura di: e-labora
29
AVER CURA. Rapporto di ricerca
Fig. 5.3 - Campione teorico ed esito della raccolta dei questionari (redemption)
relativamente alla residenza delle assistenti familiari
OVEST
NORD
SUD
Fuori provincia
0
Numerosità campionaria
prevista
Numerosità campionaria
raggiunta
URBANO
Non rispondono
50
40
40
EST
100
30
150
70
33
70
200
200
20
15
40
19
0
0
3 15
195
5.2 Chi sono le assistenti familiari
Coloro che hanno risposto al questionario sono prevalentemente donne.
L’indagine ha intercettato solo tre uomini che, in qualità di occupati come assistenti
familiari, si sono resi disponibili alla somministrazione del questionario. L’esiguo
numero non ha consentito purtroppo una specifica analisi comparativa di genere26.
Le assistenti familiari intervistate in possesso della cittadinanza italiana sono
risultate il 7,6%. Alcune di loro non sono italiane di nascita, ma si sono
naturalizzate, in quanto provenienti originariamente da altri Paesi27. Oltre il 28%
delle assistenti familiari ha la cittadinanza di un altro Paese attualmente membro
dell’Unione Europea (in particolare Romania, Polonia e Slovenia). Le badanti
extracomunitarie risultano quindi pari al 63,5% del totale delle intervistate. La
maggior parte delle non comunitarie (oltre un terzo del totale complessivo)
proviene dall’Ucraina. Altri Paesi di provenienza delle badanti che risultano avere
una certa consistenza numerica sono: Moldavia, Albania, Marocco, Ghana.
26
Ciò legittima altresì l’impiego del genere femminile nella maggior parte dei termini impiegati
nella descrizione dei risultati.
27
Anche l’esigua minoranza di assistenti familiari italiane non consente una puntuale analisi
comparativa con quelle straniere.
a cura di: e-labora
30
AVER CURA. Rapporto di ricerca
L’indagine non è riuscita ad intercettare alcuna assistente familiare proveniente
dall’Asia28.
Fig. 5.4 - Assistenti familiari intervistate per cittadinanza
0
10
20
30
40
50
60
52
20
MOLDAVIA
14
12
ALBANIA
MAROCCO
GHANA
6
POLONIA
6
5
ITALIA
BIELORUSSIA
2
COLOMBIA
2
2
1
1
CONGO BRAZZA VILLE
CROAZIA
PERU
SERBIA
SLOVENIA
VENEZUELA
80
67
UCRAINA
ROMANIA
REPUBBLICA DOMINICANA
70
1
1
1
1
L’indagine ha coperto gran parte del territorio provinciale e non solo i principali
centri abitati: si sono raggiunte assistenti familiari che complessivamente lavorano e
risiedono in 24 Comuni, su un totale di 51. Con i limiti sopra evidenziati, sono state
grosso modo rispettate le quote per distretto sanitario stabilite nel campione
teorico29. Significativa minor corrispondenza tra numerosità prevista e realizzata si è
avuta solo nel distretto sanitario sud (Azzano Decimo). E’ stata inoltre intercettata
anche qualche badante che attualmente risiede fuori provincia.
L’età media delle assistenti familiari intervistate è risultata di 46 anni; la più
giovane ha dichiarato un’età di 18, mentre la più anziana di 63 anni. Le classi d’età
più numerose sono risultate 40-49 anni e 50-59 anni, raggiungendo insieme i 2/3 del
totale.
28
La loro presenza in provincia, benché considerata nel campione teorico, è da ritenersi poco
rilevante e, a detta degli stessi operatori degli sportelli del progetto Assistenti Familiari, soggetta
anche a variazioni temporali. Pure nell’indagine curata dall’IRSSeS la componente asiatica, ed in
particolare quella di nazionalità filippina, delle assistenti familiari non riveste un peso importante
[IRSSeS, 2007].
29
Un gruppo rilevante (oltre il 7%) degli intervistati non ha indicato il comune di residenza.
a cura di: e-labora
31
AVER CURA. Rapporto di ricerca
Fig. 5.5 -Assistenti familiari intervistate per classi d’età
60 anni e più
8,2%
da 18 a 39
anni
24,2%
da 50 a 59
anni
32,0%
da 40 a 49
anni
35,6%
Totale: 194
La maggior parte dichiara di essere coniugata. Il 70% di questa componente ha
però lasciato il proprio coniuge al Paese di origine. Risulta significativa la
percentuale, una su cinque, delle assistenti familiari che si trova nella condizione di
divorziata. Ancora nubili si dichiarano quasi il 13% del totale, mentre il 9% è
vedova.
Buona parte dei figli, siano essi minorenni o maggiorenni, delle assistenti
familiari straniere continua a vivere nel Paese d’origine.
I titoli di studio in possesso delle assistenti familiari intervistate sono piuttosto
elevati: oltre un quinto può vantare una laurea, mentre il 60% un diploma di scuola
superiore o equivalente. Si tratta dunque di una componente lavorativa piuttosto
istruita.
a cura di: e-labora
32
AVER CURA. Rapporto di ricerca
Fig. 5.6 - Assistenti familiari intervistate per titolo di studio
Nessun titolo
0,8%
Licenza
media
inferiore
17,6%
Laurea
21,6%
Diploma
scuola
superiore
60,0%
Totale: 125
5.3 Il percorso migratorio
Le assistenti familiari non italiane sono arrivate nel nostro Paese piuttosto
recentemente. Solo una su cinque è qui da oltre dieci anni, mentre oltre un terzo è
giunta nel periodo 2002-2004, quindi da cinque anni o poco più. L’indagine ha
intercettato anche badanti appena arrivate in Italia (nell’ultimo anno), che
rappresentano la componente nuova di questa compagine lavorativa, proveniente
prevalentemente dalla Romania e che, nella maggior parte dei casi, assiste a
domicilio ancora senza un contratto di lavoro regolare.
Fig. 5.7 - Assistenti familiari intervistate (di origine non italiana) per anno di
provenienza nel nostro Paese
0
2008-2009
10
20
30
40
50
60
17
2005-2007
46
2002-2004
67
1999-2001
1998 o prima
70
37
21
a cura di: e-labora
33
80
90
100
AVER CURA. Rapporto di ricerca
E’ interessante notare che solo la metà delle assistenti familiari straniere oggi
residenti in provincia di Pordenone è arrivata dal proprio Paese d’origine
direttamente qui, in una località di questo territorio. Nonostante la numerosa
provenienza dall’Europa dell’Est, geograficamente vicina, quasi il 20% è prima
passato per una città del meridione d’Italia, oltre il 10% per una del Centro Italia,
mentre le restanti hanno prima soggiornato in altre zone del Nord Italia o della
regione Friuli Venezia Giulia.
Fig. 5.8 - Assistenti familiari intervistate (di origine non italiana) per zona di arrivo nel
nostro Paese
Città del
meridione
19,5%
Provincia di
Pordenone
50,8%
Città del centro
Italia
10,3%
Altre città del
settentrione
4,3%
Veneto
10,8%
Altre città del
FVG
4,3%
Totale: 185
Oltre un quarto proviene da città capitali di Stato o comunque da grandi città.
Più della metà abitava in città di medie dimensioni o zone urbane. Solo una su
cinque è originaria di zone rurali. Benché la questione non sia stata approfondita,
ciò conferma un tratto assai noto delle attuali migrazioni internazionali.
Per quanto riguarda la posizione giuridica per la permanenza in Italia, le
assistenti familiari non comunitarie che hanno dichiarato di essere qui senza
regolare documento di soggiorno sono risultate 12, ovvero meno del 10% di coloro
che necessitano di tale attestato: 130 lavoratrici extracomunitarie30. Praticamente chi
ha un permesso di soggiorno valido per la permanenza in Italia (nella maggioranza
dei casi per motivi di lavoro), ha altresì la tessera sanitaria. Leggermente inferiori
30
Tra le 130 persone di origine non comunitaria e le 117 che dichiarano di avere un regolare
permesso di soggiorno vi è anche un dato mancante.
a cura di: e-labora
34
AVER CURA. Rapporto di ricerca
sono coloro che possiedono anche la residenza anagrafica, mentre limitato è il
numero di coloro che vantano la carta di soggiorno (circa il 21,5% del totale).
Fig. 5.9 - Stato dei documenti delle assistenti familiari intervistate non comunitarie
Assistenti familiari
non comunitari
130
Con permesso di
soggiorno
117
Con tessera sanitaria
116
109
Con carta d'identità
Con carta di
soggiorno
28
Il principale e quasi unanime motivo (oltre l’80% del totale) per cui le assistenti
familiari hanno lasciato il proprio Paese per intraprendere un percorso migratorio è
di natura economica. Il 10% esprime anche motivazioni di ordine familiare, mentre
residuali sono gli altri motivi (fare nuove esperienze, ecc.).
Il futuro per la maggior parte delle assistenti familiari straniere è continuare a
lavorare e/o a vivere in Italia. Solo una su cinque (e prevalentemente di provenienza
comunitaria o africana) risponde che l’obiettivo è rientrare al proprio Paese.
5.4 Stili di vita
L’indagine ha esplorato alcuni stili di vita delle assistenti familiari, considerando
abitudini alimentari, pratiche culinarie, comportamenti quotidiani e utilizzo del
tempo libero. Per una piena valutazione delle risultanze si rimanda ad un confronto
a cura di: e-labora
35
AVER CURA. Rapporto di ricerca
con i dati di altre indagini simili che qui non è stato possibile effettuare in modo
puntuale31.
Per quanto riguarda il mangiare, le assistenti familiari attive in provincia di
Pordenone effettuano regolarmente i tre pasti quotidiani. Più limitata, benché
presente, è l’assunzione di cibi fuori pasto, in particolare nella forma dello spuntino
a metà mattina o pomeriggio. I cibi maggiormente consumati sono: pane, pasta e
riso; latte e yogurt; frutta fresca. Il condimento più diffuso è l’olio d’oliva32. La
modalità di cottura prevalente è il bollito, seguito dall’impiego del forno
tradizionale. Non irrilevante è la frequenza dei cibi fritti.
Per quanto riguarda il bere, solo una piccola parte riesce sempre a consumare
quotidianamente il litro e mezzo di acqua consigliato. Oltre un quarto non
raggiunge mai questa soglia.
Durante i pasti la maggioranza delle assistenti familiari dichiara di non assumere
nessun tipo di alcolico. Tra coloro che affermano di berli, prevale il vino (un
bicchiere). La percentuale di coloro che dichiarano di bere alcolici in quantità
superiore ad un bicchiere è veramente limitata. Il dato si riduce notevolmente
considerando le risposte all’assunzione di alcolici fuori pasto33.
L’80% beve solitamente caffè e un quinto di questi (circa il 16% del totale) ne
assume oltre le tre tazzine al giorno.
Il 18% del totale fuma, di cui metà moderatamente (meno di 5 sigarette
quotidiane), mentre un quarto con una certa assiduità (oltre 10 sigarette al giorno).
Nel tempo libero le assistenti familiari intervistate escono dalla casa dell’assistito
ed incontrano persone. I luoghi maggiormente frequentati sono il parco pubblico o
le case degli amici. Le persone che si incontrano sono solitamente quelle del proprio
Paese o italiani. Più raro è l’incontro tra persone di diversa nazionalità straniera. I
legami con il Paese d’origine si mantengono anche frequentando connazionali.
Una buona parte delle assistenti familiari nel tempo libero guarda con una certa
frequenza anche la TV. Un quinto dichiara di partecipare ad attività religiose. Poco
31
In particolare si rimanda ai risultati del Sistema di sorveglianza PASSI (Progressi delle
Aziende Sanitarie per la Salute in Italia)
32
Il dato risulta piuttosto anomalo per due ragioni: 1) l’olio d’oliva non è diffuso nei Paesi
d’origine delle assistenti familiari; 2) pure gli anziani del pordenonese non ne fanno un uso
frequente (l’affermazione si basa sull’esperienza degli operatori di assistenza infermieristica e
domiciliare). Una ipotetica spiegazione potrebbe essere che le badanti hanno acquisito l’uso
dell’olio d’oliva come condimento accogliendo, anche su richiesta degli stessi assistiti, le
indicazioni di personale medico e infermieristico.
33
Pure in questo caso è possibile che il dato sia sottostimato per vergogna, per dare al rilevatore
(spesso del proprio Paese) un’immagine di se stessi più rispettabile.
a cura di: e-labora
36
AVER CURA. Rapporto di ricerca
meno di un quinto fa qualche tipo di attività fisica leggera. Più di una su dieci
dichiara di leggere libri, dato coerente con l’elevato grado di istruzione e la necessità
di apprendere o migliorare la conoscenza della lingua italiana34. Decisamente meno
frequenti altri tipi di attività come la frequentazione di locali pubblici.
Fig. 5.10 - Impiego del tempo libero
SI
0%
10%
20%
30%
NO
40%
50%
60%
70%
80%
90% 100%
Esco ed incontro
persone
Guardo la TV
Partecipo ad attività
religiose
Faccio attività fisica
leggera
Leggo
Frequento locali
Lavoro di cucito
La tecnologia di comunicazione utilizzata praticamente da tutti è il telefono
portatile. Scarso risulta l’impiego dell’email o della navigazione in Internet,
strumenti che probabilmente non esistono nella casa dell’assistito o nella propria
abitazione.
5.5 Condizioni di salute
Il calcolo dell’indice di massa corporea (dato dal rapporto tra il peso e l’altezza)
ha mostrato che il 43,2% delle assistenti familiari rientra nella categoria “regolare”,
mentre il 44,9% in quella di “soprappeso” e quasi il 12% in quella di “obeso”. Il
fenomeno appare fortemente correlato all’età, in quanto nelle assistenti più giovani
(con meno di 40 anni) il peso regolare supera il 60% dei casi, mentre scende al 25%
tra le più anziane (con oltre 50 anni).
34
Il dato è interessante in quanto l’opzione non appariva tra quelle previste dal questionario
originario. La modalità di risposta è stata costruita a posteriori sommando diverse indicazioni
raccolte nella categoria “altro”.
a cura di: e-labora
37
AVER CURA. Rapporto di ricerca
I principali malesseri indicati dalle assistenti familiari intervistate riguardano:
stanchezza e mal di testa. Oltre il 60% dichiara di averne sofferto negli ultimi sei
mesi. Seguono i dolori alla schiena e il fatto di sentirsi con un morale basso. Altri
malesseri – dolori alle gambe, mal di stomaco, nervosismo, piedi gonfi, ecc. –
registrano una diffusione meno elevata. In sintesi sembra possibile riferire i
malesseri a tre principali matrici: condizione femminile (come il mal di testa),
lavorativa (dolori alla schiena, stanchezza) e situazione di solitudine (mi sento giù di
morale)35.
Fig. 5.11 - Principali malesseri accusati negli ultimi sei mesi
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
100%
Stanchezza
Mal di testa
Dolori alla schiena
Mi sento giù di morale
Insonnia
Dolori alle gambe
Mal di stomaco
Nervosismo / mi sento irritabile
Piedi gonfi
Ipertensione
Depressione
Problemi ginecologici
SI
NO
Negli ultimi sei mesi, oltre il 42% delle assistenti familiari intervistate ha
ammesso di aver effettuato una visita medica36. I motivi principali di tali visite sono
stati la necessità di effettuare esami come il pap test (25 casi) e la mammografia (21
casi)37. Altri motivi meno frequenti riguardano analisi del sangue, gastroscopia, visita
dentistica, ecc..
Nello stesso periodo il 14% delle assistenti familiari è stato anche ricoverato in
un ospedale italiano. Le cause del ricovero registrano tutte una bassa frequenza e
35
Una quarta matrice è sicuramente anche quella anagrafica, relativa all’età delle assistenti
familiari.
36
Sicuramente visita medica è stato inteso nel modo più generale come azione di recarsi dal
medico, includendo quindi anche incontri per semplici e ripetute ricette di farmaci.
37
E’ da ricordare che l’Azienda per i Servizi Sanitari n. 6 “Friuli Occidentale” ha attivato per
queste problematiche screening su tutta la popolazione interessata alla quale anche le assistenti
familiari intervistate hanno sicuramente partecipato.
a cura di: e-labora
38
AVER CURA. Rapporto di ricerca
sono le più varie: dall’operazione di appendicite, all’ernia, ad altri interventi di
ostetricia e ginecologia, ecc..
In caso di malore, la maggioranza delle assistenti familiari intervistate
(ovviamente quelle in possesso della tessera sanitaria) dichiara correttamente di
rivolgersi al proprio medico curante e solo in seconda battuta all’ospedale più
vicino. In percentuali ridotte – sono i casi delle assistenti non in regola con la
documentazione di soggiorno o sanitaria – si rivolge ai familiari dell’assistito
(indicatore indiretto di un buon rapporto instaurato con il proprio datore di lavoro)
o a propri connazionali (fattispecie che denota invece un basso grado di
integrazione).
Quasi un terzo continua ad usare farmaci acquistati nel proprio Paese d’origine,
anche se una verifica di quali essi siano non ha dimostrato sostanziali differenze con
quelli reperibili in Italia38. Solo il 15% fa uso di farmaci omeopatici. Piuttosto diffusa
- oltre il 70% dichiara di averne fatto uso negli ultimi sei mesi – risulta essere
l’assunzione di antinfiammatori / analgesici. Decisamente meno diffuso l’uso di
tutti altri farmaci, con prevalenza per antigastrici e antibiotici.
Fig. 5.12 - Utilizzo di farmaci negli ultimi sei mesi
SI
0%
10%
20%
30%
NO
40%
50%
60%
70%
80%
90% 100%
Anti infiammatori / analgesici
Anti gastrici
Antibiotici
Anti ipertensivi
Ormonali / contraccettivi
Ansiolitici / Anti depressivi
Anti diabetici
Diuretici
Cardiologici
38
Il fenomeno può essere spiegato con il fatto che si comprende meglio la ricetta in essi contenuti
in quanto scritta nella propria lingua madre (devo questa osservazione a Claudia Gandolfi).
a cura di: e-labora
39
AVER CURA. Rapporto di ricerca
E’ interessante notare che alla domanda “come va la sua salute?” le risposte delle
assistenti familiari si collochino nella stragrande maggioranza sul versante positivo:
l’80% dichiara che la propria salute è buona o molto buona. Ovviamente il valore è
sensibile all’età e all’aumentare degli anni, esso registra un calo.
Fig. 5.13 - Opinione sul proprio stato di salute per fasce d’età
1
Molto
male
2
3
Molto
bene
4
5
4,06
18-39 anni
40-49 anni
3,87
3,81
50-59 anni
60 anni e oltre
3,75
5.6 Percorso lavorativo
La maggior parte delle assistenti familiari straniere lavorava già prima di arrivare
in Italia. Le principali occupazioni svolte erano quella di impiegata, operaia e
commessa. Una piccola parte era invece occupata in professioni sociali o sanitarie.
Presenti tra le intervistate anche occupazioni artigianali, imprenditoriali e di
insegnante.
Il lavoro di assistente familiare, per la maggior parte delle intervistate, è stato
trovato grazie all’aiuto di persone già impegnate in tale occupazione. Nel 38% dei
casi si è trattato di una proposta lavorativa conosciuta dopo essere entrati in Italia:
ciò significa che una componente rilevante di assistenti familiari39 ha avviato il
percorso migratorio senza una precisa idea di cosa fare nel Paese di arrivo. Nel 35%
dei casi invece la proposta era nota prima dell’ingresso in Italia. Il terzo canale
39
Si tratta prevalentemente di quelle che sono presenti da più tempo in Italia: nessuna arrivata
prima del 1996 sapeva già che nel nostro Paese si sarebbe occupata come assistente familiare.
a cura di: e-labora
40
AVER CURA. Rapporto di ricerca
utilizzato per trovare lavoro come assistente familiare è ugualmente di tipo
informale, amici e conoscenti, benché non direttamente occupati in questo campo.
Solo una piccola parte delle assistenti familiari intervistate ha trovato lavoro grazie
all’aiuto di sportelli per immigrati o specificamente dedicati al tema dell’assistenza40.
Fig. 5.14 - Canali di reclutamento per il lavoro di assistente familiare
Operatori di
sportelli per
immigrati
4,3%
Altro
2,7%
Proposto da
qualcuno che
già lo faceva
prima di venire
in Italia
34,6%
Da un amico e/o
conoscente
20,2%
Proposto da
qualcuno che
già lo faceva
dopo essere
arrivata in Italia
38,3%
Totale: 188
Nel 40% dei casi, le intervistate fanno il lavoro di assistente domiciliare da
almeno 5 anni. Per il 14% invece si tratta di un lavoro iniziato da meno di un anno.
Nei restanti casi l’anzianità professionale varia da 1 a 5 anni. La metà delle assistenti
familiari straniere interrompe momentaneamente il lavoro per rientrare al proprio
Paese dopo un anno e oltre di permanenza. Non sempre la vicinanza geografica
della propria patria è all’origine di rientri più frequenti.
Le assistenti familiari lavorano di solito in una sola famiglia. In alcuni sporadici
casi si accudiscono persone in più di una famiglia. Trova una certa frequenza invece
(il 17,5% del totale) l’assistenza a più di una persona.
Una variabile piuttosto nota è l’elevato turnover degli assistiti. Delle badanti
intervistate solo una su quattro ha assistito, fino ad oggi, una sola persona. Più di un
terzo ha già cambiato cinque o più assistiti. Quelle con elevata anzianità
40
Si è raccolto solo un caso di una persona assoldata da un’agenzia specializzata.
a cura di: e-labora
41
AVER CURA. Rapporto di ricerca
professionale contabilizzano anche oltre la decina di assistiti. Confermano questi
valori anche le risposte alla domanda della durata di permanenza nell’attuale
famiglia. Sono veramente poche le assistenti familiari che vantano una permanenza
superiore ai 3 anni nella stessa famiglia. Più di un terzo assiste la stessa persona da
meno di un anno.
Fig. 5.15 - Numero di assistiti
Sei e più
persone
assistite
16,2%
Una sola
25,9%
Quattro/
Cinque
19,5%
Due/Tre
38,4%
Totale: 185
Il lavoro di assistenza domiciliare per l’84% delle intervistate è l’unica
occupazione. In qualche caso essa viene affiancata ad altri lavori secondari, come
commessa, cameriera, donne delle pulizie, ecc..
L’orario effettivo di lavoro per il 90% delle assistenti intervistate supera le 20
ore settimanali. Per una su quattro, e si tratta di coresidenti con l’assistito, esso
supera anche il massimo contrattuale stabilito in 54 ore41.
I tre quarti delle badanti intervistate dichiarano di vivere in casa dell’assistito.
Vantano una propria e separata abitazione, in affitto o di proprietà, rispettivamente
nel 16,5% e 6,7% dei casi.
41
A norma di legge e secondo l’articolo 15 del contratto collettivo nazionale di lavoro, “l’orario
può prevedere un massimo di 10 ore giornaliere non consecutive, per un totale di 54 ore
settimanali, per i lavoratori conviventi”.
a cura di: e-labora
42
AVER CURA. Rapporto di ricerca
Fig. 5.16 - Assistenti familiari per luogo di abitazione
Abitazione
propria
6,7%
Altro
2,6%
Abitazione in
affitto
16,5%
Con l'assistito
74,2%
Totale: 193
Le mansioni della badante non si limitano alla cura e all’assistenza della persona
non autosufficiente, ma nella maggioranza dei casi le prestazioni offerte includono il
lavoro domestico (preparazione dei pasti, pulizie, ecc.), il disbrigo di compiti relativi
alla gestione della casa (pagamento bollette, ecc.) e in qualche caso, pure, la
manutenzione del giardino o la coltivazione dell’orto.
Quasi il 30% dichiara che dall’assistito o dai suoi familiari sopraggiungono
anche richieste per prestazioni professionali non previste dal contratto o non
concordate verbalmente all’inizio.
Le assistenti familiari intervistate che dichiarano di aver sottoscritto un regolare
contratto di lavoro raggiungono il 71,5% del totale. Il dato appare profondamente
diverso da quello emerso a livello nazionale dall’IRS, anche se piuttosto coerente
con quello raccolto ascoltando gli assistiti (vedi capitolo successivo).
Una condizione lavorativa regolare sembra dipendere fortemente dall’anzianità
di servizio e, in misura minore, dall’età dell’assistente familiare. I dati mostrano
infatti che all’aumentare degli anni di servizio il lavoro in nero diminuisce, ovvero
tra coloro che si inseriscono in questa occupazione il tasso di irregolarità è quasi del
70%, mentre tra coloro che fanno assistenza da oltre cinque anni scende a meno del
10%. Ciò dimostrerebbe la difficoltà di un primo inserimento regolare in questo
tipo di occupazione.
Pure all’aumentare dell’età dell’assistente familiare si riduce l’irregolarità
contrattuale, con la variante che riprende ad aumentare dopo i 60 anni, situazione in
a cura di: e-labora
43
AVER CURA. Rapporto di ricerca
cui la remunerazione per il lavoro di assistente si affianca probabilmente alla
pensione.
Fig. 5.17 - Assistenti familiari per regolarità del rapporto di lavoro
NO
28,5%
SI
71,5%
Totale: 193
Fig. 5.18 - Assistenti familiari con regolare contratto di lavoro per anzianità
professionale
NO
SI
5 e più anni
Da 3 a 5 anni
Da 1 a 3 anni
Meno di 1 anno
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
a cura di: e-labora
44
80%
90%
100%
AVER CURA. Rapporto di ricerca
Fig. 5.19 - Assistenti familiari con regolare contratto di lavoro per anzianità anagrafica
NO
SI
60 anni e oltre
Dai 50 ai 59 anni
Dai 40 ai 49 anni
Dai 18 ai 39 anni
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
100%
Nella maggior parte dei casi i diritti lavorativi riconosciuti (dal contratto
regolarmente sottoscritto o da accordi verbali) vengono anche esercitati
dall’assistente familiare. Fanno eccezione straordinari, ferie e malattia, ma il dato
potrebbe essere falsato dal fatto che non vi è stata occasione per esercitare tali
diritti.
Due terzi delle assistenti familiari dichiara di ricevere come compenso una
somma tra le 500 e 800 euro mensili. Il 23% dichiara una cifra superiore, mentre il
10,5% una inferiore.
Quasi tutte le badanti straniere (85%) effettuano, saltuariamente o mensilmente,
rimesse di denaro a familiari al proprio Paese di provenienza, per un ammontare che
raggiunge anche cifre consistenti: il 21% dei casi dichiara una somma di 500 euro.
Tale risultato indica il persistere di un saldo legame con la propria famiglia d’origine.
5.7 Conoscenze, competenze e fabbisogni professionali
Solo l’11% delle assistenti familiari intervistate aveva in passato già sperimentato
un lavoro di assistenza alla persona. Per la maggior parte quindi questa occupazione
è nuova, anche se è verosimile pensare che tutte o quasi abbiano avuto esperienza di
cura e assistenza di un proprio familiare. Ciò spiegherebbe anche l’elevata
considerazione rispetto alle competenze possedute rispetto all’igiene da garantire
all’assistito, al suo spostamento o posizionamento e alla capacità di riconoscere
segnali di malessere e di segnalarli al medico. Benché la metà non abbia a che fare
a cura di: e-labora
45
AVER CURA. Rapporto di ricerca
con particolari dispositivi per aiutare l’assistito a deglutire, anche in questo caso il
giudizio dell’autovalutazione delle competenze possedute è ritenuto elevato.
Fig. 5.20 - Assistenti familiari e autovalutazione delle proprie competenze
Molto
Abbastanza
0%
10%
20%
Poco
30%
40%
Per nulla
50%
60%
Non pertinente
70%
80%
90%
100%
Garantire un'igiene
completa dell'assistito
Spostare/posizionare
l'assistito a seconda della
malattia
Alimentare l'assistito con
problemi a deglutire
impiegando dispositivi
particolari
Riconoscere sintomi di
malessere e segnalarli al
medico
Tre su quattro assistenti familiari non possiede la patente di guida, rivelando un
handicap non trascurabile soprattutto per l’autonomia, propria e dell’assistito, negli
spostamenti.
Nell’ultimo anno, solo il 15% delle assistenti familiari ha frequentato un corso di
formazione e si è trattato prevalentemente di un corso di lingua italiana. Oltre il
42% non percepisce la necessità di un aggiornamento professionale e non
frequenterebbe alcun corso sui temi dell’assistenza. Tendenzialmente sono
soprattutto quelle con meno anzianità professionale che si rendono meno
disponibili alla partecipazione di corsi professionalizzanti42. Il 15% afferma che
parteciperebbe ad un corso a qualunque condizione (un terzo di questo gruppo ha
già frequentato un corso di formazione), mentre il 29% fa dipendere la
partecipazione dall’orario, dalla lontananza, dalla disponibilità del proprio assistito,
ecc.. Oltre il 13% risponde rivelando la propria indecisione sull’argomento.
42
Il risultato potrebbe essere viziato dal fatto che le assistenti familiari con minor anzianità
professionale sono anche quelle con una regolarità contrattuale inferiore.
a cura di: e-labora
46
AVER CURA. Rapporto di ricerca
Fig. 5.21 - Assistenti familiari per disponibilità a frequentare corsi di formazione
professionalizzanti
Non so
13,2%
No
42,3%
Sì, ma dipende
29,1%
Sì, a qualunque
condizione
15,3%
Totale: 189
L’86% delle intervistate non conosce il manuale plurilingue “Capire e capirsi”,
specificamente dedicato al lavoro di assistenza familiare, prodotto dall’Azienda per i
Servizi Sanitari in collaborazione con altri organismi. Chi lo conosce ha avuto però
modo di apprezzarlo, nonostante vengano rilevati errori di traduzione.
Relativamente poco noti sono anche i servizi “Punto informativo sanitario per
immigrati” e “Spazio aperto donna”. Anche in questo caso però, coloro che ne
hanno fatto esperienza esprimono un parere ampiamente positivo.
5.8 Rischi professionali e violenze
L’indagine ha esplorato anche la percezione di alcuni rischi professionali. Tra
questi gli incidenti domestici. Per il 38% delle assistenti familiari raggiunte non
esiste alcuna probabilità di incorrere in un infortunio domestico, mentre per oltre il
56% tale probabilità diventa bassa e solo per il 5% circa essa si trasforma in alta.
Sei assistenti familiari hanno dichiarato di aver avuto un incidente domestico
nell’ultimo anno.
Nonostante la difficoltà di carpire aspetti profondamente personali con uno
strumento quantitativo come il questionario, l’indagine ha tentato di raccogliere
alcune informazioni anche sulla badante in quanto vittima di violenze e soprusi.
a cura di: e-labora
47
AVER CURA. Rapporto di ricerca
Oltre un quinto delle assistenti familiari intervistate ha dichiarato di aver subito,
durante il lavoro, violenze psicologiche (ricatti, pressioni). Per la maggior parte di
queste, le violenze sono state ripetute.
Decisamente inferiori sono state coloro che hanno espresso di aver subito
soprusi economici (comunque superiori al 10% del totale) ed ancor meno (circa il
5%) violenze fisiche. Nessuna assistente familiare ha invece riconosciuto di essere
stata vittima di un abuso sessuale43.
Fig. 5.22 - Violenze e soprusi subiti
No, mai
0%
Violenze psicologiche
10%
20%
Sì, una volta
30%
40%
Sì, più volte
60%
70%
80%
90%
100%
144
Violenze fisiche
Soprusi economici
50%
184
171
Molestie sessuali
195
5.9 Chi assistono
Gli assistiti dalle badanti intervistate sono prevalentemente donne, con un’età
superiore ai 75 anni, totalmente o parzialmente non autosufficienti, in condizione di
salute gravemente compromessa. I dati confermano quelli raccolti dalla terza linea
investigativa della ricerca (Cfr. prossimo capitolo).
Oltre il 70% degli assistiti vive da solo. La coresidenza diventa quindi una
condizione altamente richiesta per esercitare completamente il lavoro di cura.
43
La modalità della somministrazione del questionario anonimo attraverso l’intervista faccia a
faccia con la mediatrice culturale e non nella modalità di autocompilazione potrebbe aver
influenzato la risposta a questa delicatissima domanda.
a cura di: e-labora
48
AVER CURA. Rapporto di ricerca
La metà delle badanti intervistate afferma che non riceve alcun aiuto da parenti,
amici, vicini dell’assistito. E’ un forte segnale di quanto siano assenti in questo
settore le reti d’aiuto informali: parentali, amicali, di vicinato e altresì di volontariato.
Fig..5.23 - L’aiuto alle assistenti familiari
Sì, spesso
16,4%
No, mai
50,3%
Sì, raramente
33,3%
Totale: 189
Nella maggioranza dei casi l’assistito gode solo del servizio dell’assistente
familiare. Nel 15% invece riceve anche l’assistenza domiciliare infermieristica (ADI)
e in misura ridotta l’assistenza domiciliare dei servizi sociali (SAD)44.
44
E’ probabile che il valore rilevato sia sottostimato in quanto le assistenti familiari, soprattutto
quelle meno professionalmente anziane, potrebbero non essere a conoscenza dei servizi pubblici
territoriali usufruiti dal proprio assistito.
a cura di: e-labora
49
AVER CURA. Rapporto di ricerca
Fig. 5.24 - I servizi usufruiti dall’assistito
SI
0
20
Assistenza
Domiciliare
Infermieristica (ADI)
Assistenza
Domiciliare dei
Servizi Sociali (SAD)
40
NO
60
80
100
120
140
160
180
200
31
13
5.10 Grado di soddisfazione e prospettive future
Una percentuale piuttosto elevata (81%) si dichiara di essere molto o abbastanza
soddisfatta del lavoro di assistente familiare. La soddisfazione è espressa anche sulle
singole dimensioni economica, contrattuale, professionale e relazionale. I rapporti
umani sono la dimensione che raccoglie la frequenza più elevata di soddisfazione.
Solo una componente di circa il 20% si dichiara poco o per nulla soddisfatta del
trattamento economico e professionale.
Fig. 5.25 - Grado di soddisfazione delle assistenti familiari
Per nulla
0%
10%
20%
Poco
30%
40%
Abbastanza
50%
60%
Economica
Contrattuale
Rapporti umani
Professionale
Generale
a cura di: e-labora
50
70%
Molto
80%
90%
100%
AVER CURA. Rapporto di ricerca
5.11 Sintesi: conferme e peculiarità riscontrate
Tracciare un preciso ed unico identikit dell’assistente familiare non è certo
un’impresa facile, ma potrebbe anche risultare fuorviante per una piena
comprensione di questo profilo socio-lavorativo. I dati emersi nella ricerca realizzata
nel territorio pordenonese hanno evidenziato, accanto a diverse conferme, anche
alcune peculiarità rispetto alle precedenti indagini sopra ricordate (Cfr. § 1).
Si confermano i seguenti caratteri:
- il dominio quasi esclusivo della componente femminile e straniera;
- l’elevato grado di istruzione scolastica delle assistenti familiari non italiane;
- il consistente turnover degli assistiti (solo in minima parte legato al motivo del
loro decesso);
- le motivazioni essenzialmente economiche di questo lavoro (confermate anche
dalle rimesse al Paese d’origine) ;
- la diffusa residenzialità con l’assistito;
- la varietà delle mansioni ricoperte, in particolare dalle assistenti residenti nella
stessa abitazione dell’assistito;
- la percezione di una trasformazione in corso del profilo delle assistenti
familiari, anche se solo parzialmente nella direzione indicata dalla ricerca
nazionale IRS; nel contesto territoriale pordenonese la nuova generazione di
badanti, per esempio, non sembra più propensa rispetto a quella del passato a
frequentare percorsi formativi professionalizzanti.
Si rilevano invece alcune peculiarità, quali:
- le differenti componenti nazionali coinvolte nell’assistenza domiciliare; risulta
qui assente la componente asiatica, nella fattispecie filippina, e poco presente
anche quella sudamericana;
- il basso numero di badanti straniere irregolarmente presenti in territorio
italiano e correlata,
- la maggior diffusione della regolarità del contratto di lavoro (regolarità che
aumenta con l’anzianità di servizio delle assistenti familiari).
Inoltre l’indagine esplora alcune questioni ancora poco analizzate a livello
nazionale, dove sarebbero necessari maggior riscontri e confronti, quali:
- le abitudini alimentari dichiarate dalle assistenti familiari;
a cura di: e-labora
51
AVER CURA. Rapporto di ricerca
- lo stato di salute e i possibili effetti su di esso prodotti da un lavoro di
assistenza certamente pesante, con elevati carichi fisici e psichici;
- le violenze e soprusi di varia natura sofferti dalle badanti nell’esercizio del
proprio lavoro;
- l’utilizzo del tempo libero che lascia intravedere, oltre a fenomeni di solitudine,
anche la ricerca faticosa di una integrazione sociale nella società italiana.
a cura di: e-labora
52
AVER CURA. Rapporto di ricerca
6. Il profilo degli assistiti
Quando si diventa vecchi, contano più
gli affetti che i concetti
(N. Bobbio)
Gli assistiti sono al medesimo tempo i destinatari dei servizi di cura delle
assistenti familiari e i loro datori di lavoro45. Questa particolare condizione riunisce
nelle stessa persona due differenti e spesso contrapposti ruoli che aprono un
ventaglio di possibili comportamenti che mescolano debolezza (fisica) e forza
(contrattuale).
6.1 Campionamento ed esito della somministrazione
Il piano di campionamento iniziale dell’indagine aveva previsto la raccolta di 100
questionari anonimi suddivisi per quote proporzionali all’ammontare degli anziani
residenti nei cinque distretti sanitari, che rappresentano l’articolazione territoriale in
provincia di Pordenone dell’Azienda per i Servizi Sanitari46.
La somministrazione dei questionari, avviata il 5 dicembre 2008 e conclusasi il
27 marzo 2009, ha raggiunto 113 persone che in quel periodo si trovavano nella
condizione di essere assistiti a domicilio. La maggior parte delle interviste di
somministrazione del questionario sono state realizzate in casa dell’assistito, in
alcuni casi anche con la presenza di un familiare che, in certe occasioni, ha preso
parte attiva come rispondente.
La distribuzione della residenza degli assistiti per distretto sanitario non ha
rispettato fedelmente la numerosità stabilita nel campionamento: sono risultati
sovra-rappresentati i distretti Nord (quasi il doppio), Ovest e Est (leggermente);
sotto-rappresentati quelli Urbano e Sud. La valenza esplorativa dell’indagine non ha
richiesto una ponderazione dei risultati secondo le quote inizialmente stabilite.
45
46
In alcuni casi non lo sono direttamente in quanto il contratto è stato sottoscritto da familiari.
Distribuzione dei questionari per Distretto Sanitario
N.
Ovest - Sacile
Est - San Vito al T.
Sud – Azzano Decimo
Nord – Maniago
Urbano - Pordenone
TOTALE
20
10
20
15
35
100
a cura di: e-labora
53
%
20%
10%
20%
15%
35%
100%
AVER CURA. Rapporto di ricerca
Fig. 6.1 - Distribuzione degli assistiti intervistati per residenza secondo distretto sanitario
0
5
10
15
20
25
30
35
31
OVEST
NORD
28
URBANO
28
EST
13
SUD
13
Totale: 113
6.2 Chi sono e dove vivono gli assistiti
La maggior parte degli intervistati (oltre il 71%) è risultato di sesso femminile.
Quasi 3 su 4 hanno raggiunto o superato la soglia degli 80 anni d’età. Più di 1 su 5
appartiene alla classe d’età tra i 65 e i 79 anni. Sono pochi, circa il 6%, gli assistiti
nelle fasce d’età più giovani.
Fig. 6.2 - Distribuzione degli assistiti intervistati per sesso
Totale: 113
Maschio
28,3%
Femmina
71,7%
a cura di: e-labora
54
AVER CURA. Rapporto di ricerca
Fig. 6.3 - Distribuzione degli assistiti intervistati per classe d’età
Meno di 65
anni
6,3%
Dai 65 ai 79
anni
21,4%
80 anni e più
72,3%
Totale: 112
Poco meno del 60% degli assistiti intervistati ha già perso il proprio coniuge (è
vedovo/a). Nella maggior parte dei casi (oltre l’80%) si tratta di donne. Quasi uno
su quattro risulta ancora coniugato. Un piccola parte si dichiara celibe o nubile.
Fig. 6.4 - Distribuzione degli assistiti intervistati per stato civile
Nubile/celibe
14,2%
Altra
condizione
2,7%
Vedova/o
58,4%
Coniugata/o
24,8%
Totale: 113
Gli intervistati appartengono a categorie sociali che si potrebbero definire
medio-basse. L’ultima occupazione, per la maggior parte di loro, è stata quella di
casalinga (praticamente l’80% delle donne) o di operaio. Seguono occupazioni come
quelle di imprenditori agricoli, impiegati e commercianti.
a cura di: e-labora
55
AVER CURA. Rapporto di ricerca
Fig. 6.5 - Distribuzione degli assistiti intervistati per ultima occupazione
0
10
20
30
40
60
50
Casalinga
22
Operaio/a
Imprenditore
agricolo
12
9
Impiegato
7
Commerciante
Operaio/a
specializzato
50
4
9
Altra professione
Totale: 113
Il titolo di studio riscontrato tra gli intervistati risente del generalizzato basso
grado di scolarizzazione della popolazione anziana. Infatti, accanto a persone senza
alcun titolo di studio, oltre il 65% dichiara di avere solamente la licenza elementare.
Un quarto ha un diploma di scuola media o superiore.
Fig. 6.6 - Distribuzione degli assistiti intervistati per titolo di studio
Qualifica
professionale
4,5%
Diploma
scuola
superiore
11,7%
Nessun titolo
9,0%
Licenza
media
inferiore
9,0%
Licenza
elementare
65,8%
Totale: 111
a cura di: e-labora
56
AVER CURA. Rapporto di ricerca
La principale fonte di reddito dichiarata è quella da pensione. Praticamente tutti
gli intervistati hanno riferito di essere percettori di qualche tipo di pensione. Oltre il
60% usufruisce anche di contributi e indennità varie. Una piccola parte, il 15% circa,
è titolare di rendite immobiliari o finanziarie.
Fig. 6.7 - Distribuzione degli assistiti intervistati per fonte di reddito
0%
10%
20%
30%
40%
Pensione
60%
70%
80%
90%
100%
111
Integrazioni varie
Rendite varie
50%
71
17
Altro 2
Più di un quarto degli intervistati afferma di vivere da solo. Quasi la metà vive
invece con un’altra persona che in alcuni casi è il proprio coniuge, in altri la badante.
Sono meno del 10% gli assistiti che vivono con i propri figli e casi sporadici quelli
con altri familiari (genitori, fratelli, sorelle, nipoti).
a cura di: e-labora
57
AVER CURA. Rapporto di ricerca
Fig. 6.8 - Distribuzione degli assistiti intervistati per numero di persone con cui vivono
Vive con altre
3 e più
persone
4,5%
Vive da solo
27,7%
Vive con altre
2 persone
20,5%
Vive con altra
persona
47,3%
Totale: 112
Gli assistiti intervistati abitano prevalentemente in case unifamiliari (55%), che
risultano essere piuttosto spaziose visto che hanno una superficie media di 141
metri quadrati. Circa un terzo vive in appartamento e poco più del 10% in case
bifamiliari o a schiera, entrambe le tipologie abitative mediamente si estendono sui
100 metri quadrati.
Fig. 6.9 - Distribuzione degli assistiti intervistati per tipo di abitazione
Appartamento
33,9%
Abitazione
autonomia
55,0%
Casa bifamiliare
o a schiera
11,0%
Totale: 109
a cura di: e-labora
58
AVER CURA. Rapporto di ricerca
Gli assistiti intervistati risultano anche, nella maggior parte dei casi (quasi il 54%
del totale), proprietari dell’abitazione in cui vivono. Poco più dell’11% risulta in
affitto, mentre i restanti vivono gratuitamente in abitazioni non proprie.
Fig. 6.10 - Distribuzione degli assistiti intervistati per proprietà dell’abitazione
Altra
condizione
16,1%
In uso-frutto
18,8%
Di proprietà
53,6%
In affitto
11,6%
Totale: 112
6.3 Condizioni di salute
Le condizioni di salute degli assistiti intervistati risultano piuttosto
compromesse. Oltre la metà porta il pannolone o è incontinente. Metà non
cammina e il restante 40% cammina con fatica. Altri disturbi piuttosto diffusi
riguardano la difficoltà di dormire, di deglutire e, sebbene in misura minore, di
parlare.
Il 65% degli intervistati è in una condizione di non autosufficienza. Circa un
terzo dichiara una situazione di parziale autosufficienza tanto nella cura della
propria persona, quanto nelle restanti attività domestiche. Solo una piccolissima
parte degli intervistati assistiti da una badante afferma di essere autosufficiente (il
3,5% del totale).
a cura di: e-labora
59
AVER CURA. Rapporto di ricerca
Fig. 6.11 - Distribuzione degli assistiti intervistati per problemi di salute
SI
0%
10%
20%
30%
50%
60%
Porta il pannolone
67
E' incontinente
62
Non cammina
80%
90%
100%
49
41
Non dorme o dorme poco
Non deglutisce o deglutisce
a fatica
Altri problemi di salute
70%
56
Cammino con sostegno
Non parla
Totale: 113
NO
40%
21
13
28
Fig. 6.12 - Distribuzione degli assistiti intervistati per condizione di autonomia
Autosufficiente
3,5%
Totale: 113
Parzialmente
autosufficiente
31,9%
Non
autosufficiente
64,6%
Un’ulteriore dimensione che aiuta a capire la condizione di salute degli
intervistati47 è quanto essi fruiscono di prestazioni assistenziali e sanitarie a
domicilio. Più della metà degli intervistati usufruisce del servizio infermieristico
domiciliare (SID), erogato dall’Azienda per i servizi sanitari. Il 30% usufruisce del
Fondo per l’Autonomia Possibile (FAP), misura istituita con la L.R. n. 6/2006 volta
a sostenere economicamente situazioni di non autosufficienza trattate a domicilio.
47
La dimensione in questione può essere utilizzata anche come indicatore del grado di
sovrapposizione e/o sostituzione da parte del servizio di assistenza familiare rispetto agli altri
servizi di cura domiciliari.
a cura di: e-labora
60
AVER CURA. Rapporto di ricerca
L’assistenza domiciliare programmata, prestazione erogata dal medico di medicina
generale, è usufruita da più di un quarto degli intervistati. Tutti gli altri tipi di
servizio (servizio di assistenza domiciliare, servizio riabilitativo domiciliare)
raggiungono una parte modesta degli intervistati.
Fig. 6.13 - Distribuzione degli assistiti intervistati per tipo di prestazione assistenziali e sanitarie
SI
0%
10%
20%
30%
40%
SID (Serv. Infermieristico
Domiciliare)
60%
70%
80%
90%
100%
62
FAP (Fondo Autonomia
Possibile)
33
ADP (Assistenza
Domiciliare Programmata)
30
SAD (Serv. Assistenza
Domiciliare)
15
Altro
SRD (Serv. Riabilitativo
Domiciliare)
Totale: 113
NO
50%
11
8
6.4 Scelta e reclutamento delle badanti
La scelta di avvalersi di un’assistente familiare non sembra essere stata effettuata
tra una gamma di altre possibili alternative. Quasi l’85% non ha considerato
soluzioni di tipo residenziale o semiresidenziale (quali la casa di riposo o il centro
sociale diurno), in quanto la badante risultava l’unica compatibile con il desiderio di
rimanere a casa propria.
a cura di: e-labora
61
AVER CURA. Rapporto di ricerca
Fig. 6.14 - Distribuzione degli assistiti intervistati per numero di quanti hanno valutato
un’alternativa all’assistente familiare
Totale: 113
SI
15,9%
NO
84,1%
Contrariamente a quanto sopra, sulla scelta di quale badante far entrare in casa,
la maggioranza degli assistiti sembra avere delle esplicite preferenze. Così
perlomeno dichiara il 70% degli intervistati. Le preferenze attengono principalmente
al sesso (si preferisce una donna); all’età (è meglio una persona adulta); alla
comprovata esperienza lavorativa. Anche la nazionalità può essere una
discriminante di scelta, ma in questo caso le opinioni non sono sempre convergenti:
accanto a chi preferisce badanti rumene, vi sono chi le esclude. Nessuna indicazione
è peraltro pervenuta per badanti di nazionalità extra europea.
Fig. 6.15 - Distribuzione degli assistiti intervistati per preferenze sull’assistente familiare
Totale: 112
NO
30,4%
SI
69,6%
a cura di: e-labora
62
AVER CURA. Rapporto di ricerca
Il principale canale di reclutamento dell’assistente familiare rimane quello
informale, ovvero le indicazioni provenienti da amici, conoscenti e familiari,
persone quindi di cui ci si fida. Una piccola parte degli assistiti intervistati ha trovato
la badante attraverso uno dei tre sportelli assistenti familiari promossi dalla Regione
in collaborazione con il sevizio politiche del lavoro dell’Amministrazione
provinciale. In qualche caso è la stessa badante precedente che indica la propria
sostituta. Meno utilizzati sono invece i canali della Caritas e degli annunci sui
giornali.
Fig. 6.16 - Distribuzione degli assistiti intervistati per canale di reclutamento della badante
Caritas
5,4%
Annuncio sul
giornale
4,5%
Altro
5,4%
Totale: 112
Indicata da
badante
precedente
8,9%
Indicata da
amici,
conoscenti,
familiari
64,3%
Sportello
Assistenti
Familiari
11,6%
6.6 Rapporto di assistenza: dimensioni contrattuali e relazionali
Il gruppo di persone raggiunto dall’indagine presenta una storia di assistenza
familiare piuttosto variegata. Infatti, se poco più del 22% degli intervistati usufruisce
del servizio da meno di 1 anno, una percentuale simile afferma di goderne
continuativamente da oltre 5 anni. Il 41% afferma di avere la badante da 1 a 3 anni e
il restante 14% da 3 a 5 anni.
a cura di: e-labora
63
AVER CURA. Rapporto di ricerca
Fig. 6.17 - Distribuzione degli assistiti intervistati per durata di assistenza domiciliare
Oltre 5 anni
22,1%
Meno di 1 anno
22,1%
Da 3 a 5 anni
14,2%
Da 1 a 3 anni
41,6%
Totale: 113
In questo periodo di tempo, il 58% si è avvalso di due o più assistenti familiari.
Uno su sette ha avuto occasione di sperimentare oltre cinque badanti. Calcolando il
numero complessivo di assistenti familiari che si sono alternate alla cura di tutti gli
intervistati risulta una cifra di circa 300 unità.
Fig. 6.18 - Distribuzione degli assistiti intervistati per numero di badanti
Più di cinque
14,3%
Una
42,9%
Quattro/
Cinque
12,5%
Totale: 112
Due/Tre
30,4%
a cura di: e-labora
64
AVER CURA. Rapporto di ricerca
Soffermandosi solo nell’ultimo anno, emerge che un terzo ha già cambiato una
o più volte l’assistente familiare, riconfermando ulteriormente il tema del turnover
delle badanti.
Fig. 6.19 - Distribuzione degli assistiti intervistati per numero di badanti nell’ultimo anno
Quattro/
Cinque
3,6%
Due/Tre
29,5%
Una
67,0%
Totale: 112
I motivi di un così elevato turnover sembrano addebitabili innanzitutto alla
necessità dell’assistente familiare di rientrare nel proprio paese (quasi il 47% del
totale). Seguono motivazioni collegate all’insoddisfazione dell’assistito (quasi un
quarto del totale). Meno diffuse, benché presenti, sono le cause legate al
cambiamento di lavoro della badante o al suo stato di salute. Altre motivazioni a
bassa frequenza sono rintracciabili in un lungo e composito elenco.
a cura di: e-labora
65
AVER CURA. Rapporto di ricerca
Fig. 6.20 - Distribuzione degli assistiti intervistati per motivo dell’ultima sostituzione della badante
Altro motivo
21,9%
Non mi trovavo
bene
23,4%
Per motivi di
salute/malattia
3,1%
Ha trovato un
altro lavoro qui
in Italia
4,7%
Ha dovuto
rientrare nel
proprio paese
46,9%
Se il 95% degli intervistati è attualmente assistito da una sola persona, la piccola
percentuale restante usufruisce del servizio di due o più badanti
contemporaneamente48.
Tre assistiti su quattro dichiarano di aver stipulato con la badante un regolare
contratto di lavoro. Alla domanda del motivo per la quale non si è regolarizzato il
contratto di lavoro con l’assistente familiare gli intervistati rispondono sostenendo
varie giustificazioni: “è più economico”; “è la stessa assistente familiare che non
intende essere regolarizzata”; “è solo per un periodo di prova”; “non ha il permesso
di soggiorno”; ecc..
48
L’indagine ha individuato anche una situazione di assistenza familiare dove vi è un alternarsi
di ben tre badanti.
a cura di: e-labora
66
AVER CURA. Rapporto di ricerca
Fig. 6.21 - Distribuzione degli assistiti intervistati per regolarità dei contratti di lavoro con le badanti
Non in regola
25,9%
In regola
74,1%
Totale risposte: 112
La maggior parte delle badanti vive in casa dell’assistito49: si tratta quindi di
un’occupazione piuttosto impegnativa anche dal punto di vista relazionale. La
spiegazione di tale fenomeno può essere cercata perlomeno in quattro direzioni:
- la vita in solitudine di molti anziani (inclusa la ridotta rete parentale);
- l’elevato tasso di non autosufficienza;
- la disponibilità di stanze (vista l’ampiezza delle abitazioni);
- la necessità di alloggio da parte di assistenti familiari straniere.
49
Il dato è solo apparentemente in contraddizione con il numero di persone con cui l’assistito
vive, in quanto una parte di coloro che hanno dichiarato di vivere da soli non hanno considerato
l’assistente familiare.
a cura di: e-labora
67
AVER CURA. Rapporto di ricerca
Fig. 6.22 - Distribuzione degli assistiti intervistati a seconda della co-residenza della badante
NO
20,4%
SI
79,6%
Totale risposte: 113
Per il servizio offerto le assistenti familiari ricevono, nella maggioranza dei casi,
una paga mensile che varia dagli 800,00 ai 1.100,00 euro. Un quarto circa riceve una
remunerazione tra i 500,00 e gli 800,00 euro. Vi sono però anche badanti che
prendono più di 1.000,00 euro e badanti che prendono meno di 500,00 euro
mensili: rispettivamente l’8% e il 5%. Quasi il 9% degli intervistati non sa o non
vuole rispondere alla domanda. Uno dei motivi per cui l’intervistato non sa
rispondere è dato dal fatto che nella maggioranza dei casi (oltre il 70% del totale)
non è l’assistito che, in qualità di datore di lavoro, intrattiene direttamente i rapporti
con la badante, ma è un suo familiare.
Fig. 6.23 - Distribuzione degli assistiti intervistati per ammontare pagato all’assistente familiare
Più di
1.100,00 €
8,0%
Non so/non
vuole dire
8,8%
Meno di €
500,00
5,3%
Tra 800,01 e
1.100,00 €
54,0%
Tra 500,01 e
800,00 €
23,9%
Totale risposte: 113
a cura di: e-labora
68
AVER CURA. Rapporto di ricerca
Fig. 6.24 - Distribuzione degli assistiti intervistati per erogazione diretta della paga all’assistente
familiare
Altra
persona
2,7%
Assistito
26,5%
Familiare
70,8%
Totale risposte: 113
6.7 Oltre l’assistente familiare
L’indagine ha inteso investigare anche l’assistenza che gli intervistati ricevono,
oltre che dalla badante e dai servizi pubblici territoriali, anche da altri eventuali
soggetti quali parenti, familiari, vicini e organizzazioni di volontariato. Ebbene tre
assistiti su quattro affermano che ricevono cure e assistenza anche da altri soggetti:
si tratta però quasi elusivamente dei parenti (70%)50, in alcuni casi conviventi;
mentre amici, vicinato e associazioni di volontariato non sembrano essere rilevanti.
50
Il dato, in alcuni casi, potrebbe essere stato viziato dal fatto che un familiare era presente alla
somministrazione del questionario.
a cura di: e-labora
69
AVER CURA. Rapporto di ricerca
Fig. 6.25 - Distribuzione degli assistiti intervistati per cure ricevute anche da altri soggetti
NO
23,9%
SI
76,1%
Totale: 113
La sostituzione temporanea dell’assistente familiare in caso di sua assenza si può
rivelare per molti assistiti un effettivo problema. In questo frangente gli interpellati
affermano di ricorrere prevalentemente a parenti e familiari (nel 73,5% dei casi), in
secondo luogo ad una badante sostitutiva (oltre il 50%) e in minor misura ad una
residenza sanitaria assistenziale (RSA) o ad amici e/o vicini di casa. In nessun caso
vengono citate le associazioni di volontariato o altre modalità informali di assistenza
temporanea.
Fig. 6.26 - Distribuzione degli assistiti intervistati per tipo di sostituto della badante in caso di
assenza
0
20
40
60
Familiari, parenti
100
83
Badante sostitutiva
52
RSA
11
Amici, vicini di casa
11
Altro
80
1
a cura di: e-labora
70
AVER CURA. Rapporto di ricerca
6.8 Grado di soddisfazione, fiducia e disponibilità
Il grado di soddisfazione espresso dagli assistiti sul servizio svolto dalle badanti
nella presente indagine è piuttosto elevato. Lo attesterebbero le affermazioni, date
sia alla domanda a risposta chiusa che alla domanda a risposta aperta, sul giudizio
complessivo rispetto all’attuale assistente familiare.
Gli assistiti, infatti, esprimono un elevato gradimento in quasi tutti i diversi
aspetti investigati51. L’aiuto nella somministrazione dei farmaci è quello che registra
l’indice di soddisfazione più elevato. Segue, a breve distanza, la cura dell’igiene
personale e poi il disbrigo delle pratiche domestiche. Anche la comprensione della
lingua italiana ottiene un buon livello di soddisfazione. Gli aspetti in cui gli assistiti
si sentono meno soddisfatti della prestazione della badante riguardano la
predisposizione delle pietanze e l’aiuto negli esercizi di ginnastica.
Fig. 6.27 - Livello di soddisfazione espresso dagli assistiti su alcune dimensioni del servizio prestato
dalle badanti
Aiutarmi a prendere i farmaci
Cura dell'igiene personale
Disbrigo di pratiche domestiche
Fare le pulizie domestiche
Essere socievole
Essere paziente
Accompagnarmi fuori casa/passeggiare
Comprendere e parlare italiano
Cucinare
Aiutarmi a fare ginnastica/esercizi
0,0
10,0 20,0 30,0 40,0 50,0 60,0 70,0 80,0 90,0 100,
0
Un indicatore proxy della fiducia riposta dall’assistito nei confronti della propria
assistente familiare può essere desunto dai valori delle risposte alla domanda “se non
si sente bene e ritiene di aver bisogno di qualcuno a chi si rivolge prima di tutto?”. Ebbene,
benché fosse disponibile una risposta a scelta multipla, oltre il 62% indica un
51
Per una miglior rappresentazione dei risultati è stata costruita una scala percentuale
riparametrando i valori degli item di risposta.
a cura di: e-labora
71
AVER CURA. Rapporto di ricerca
familiare o parente stretto. Poco più del 41% indica la badante e in misura limitata il
proprio medico di medicina generale. Solo un piccolo gruppo indica entrambe le
figure familiare/parente e assistente familiare. Il risultato sembrerebbe riequilibrare
l’elevato grado di soddisfazione sopra riportato, lasciando trasparire che, nonostante
tutto, la famiglia rimane il soggetto di riferimento principale, ma potrebbe anche
essere parzialmente influenzato, in alcuni casi, dalla presenza del familiare durante
l’intervista.
Fig. 6.28 - A chi si rivolge in caso di bisogno? (Riposta multipla)
%
0,00
10,00
20,00
30,00
40,00
50,00
Ad un
familiare/parente
prossimo
70,00
80,00
90,00
100,00
62,16
All'assistente familiare
Al medico di medicina
generale
60,00
41,44
6,31
Sulla disponibilità a lasciar frequentare alla propria assistente familiare un corso
di aggiornamento professionale meno della metà si dichiarano incondizionatamente
d’accordo. Oltre un quinto si pronuncia per una indisponibilità. Altrettanti risultano
indecisi e circa il 10% accetterebbe a determinate condizioni (in particolare è
risultato rilevante l’orario per non interferire sul lavoro di assistenza, ecc.).
a cura di: e-labora
72
AVER CURA. Rapporto di ricerca
Fig. 6.29 - Disponibilità verso un corso di formazione frequentato dalla propria assistente familiare
Non saprei
21,4%
NO
22,3%
SI, solo a
determinate
condizioni
9,8%
SI,
incondizion
atamente
46,4%
Totale risposte: 112
6.9 Conclusioni
La terza linea investigativa rivolta all’ascolto degli assistiti ha confermato molti
dei dati già emersi con la somministrazione del questionario alle assistenti familiari.
Riassumendo, si potrebbe affermare che il ricorso ad un’assistente familiare oggi
in provincia di Pordenone avviene in assenza di reali e note alternative, quando la
persona anziana (grande anziano perlopiù) o disabile si trova in una condizione di
parziale o completa non autosufficienza. Gli assistiti appartengono prevalentemente
a classi sociali medio-basse. La modalità di co-residenza con la badante è piuttosto
elevata in quanto convergono diverse esigenze, da parte dell’assistito e
dell’assistente, e la disponibilità di spazi abitativi. Si conferma l’elevato tasso di
regolarizzazione del rapporto di lavoro. I problemi tra datore di lavoro e badante
non sono assenti, visto il consistente turnover delle assistenti familiari, ma il grado
di soddisfazione finale risulta sorprendentemente elevato.
Diversamente da quanto raccolto ascoltando la voce delle assistenti familiari
sembrerebbe maggiore il ruolo d’aiuto svolto dalla famiglia dell’assistito e la
presenza dei servizi sociosanitari pubblici territoriali, che comunque raggiungono
solo una parte di coloro che ricorrono alla badante. Non si evince invece la
presenza di reti d’aiuto informali offerte dal volontariato organizzato o meno.
a cura di: e-labora
73
AVER CURA. Rapporto di ricerca
7. La voce dei servizi sociali e sociosanitari
L’esplorazione di quali siano le riflessioni nei servizi assistenziali e sociosanitari
in merito al fenomeno delle assistenti familiari ha rappresentato l’oggetto specifico
della quarta linea d’indagine di questa ricerca. Il punto di vista di operatori pubblici
direttamente coinvolti nei servizi assistenziali e infermieristici domiciliari è parso
una prospettiva irrinunciabile - dopo aver raccolto quella delle organizzazioni, delle
assistenti e degli assistiti - per completare un’analisi territoriale di un fenomeno
complesso che ha un profondo impatto nel sistema di welfare locale.
7.1 Metodologia impiegata
Per raccogliere le opinioni e le riflessioni di operatori qualificati direttamente
impegnati nei servizi domiciliari pubblici si è fatto ricorso allo strumento del focus
group. Realizzato in data 27 aprile 2009, il focus group ha visto la partecipazione di:
quattro coordinatori del servizio di assistenza domiciliare e infermieristica
dell’Azienda per i Servizi Sanitari; tre assistenti sociali referenti dell’assistenza
domiciliare degli Ambiti distrettuali; due operatrici sociali dell’Azienda Ospedaliera;
un medico di medicina generale; un medito responsabile dell’ambulatorio immigrati.
Tre sono state le questioni poste alla discussione dei partecipanti al focus group:
1) un’analisi della presenza e dell’impatto delle assistenti familiari nelle attività
di assistenza e cura domiciliare;
2) una valutazione degli elementi positivi e delle criticità del fenomeno;
3) considerazioni sulle prospettive evolutive del fenomeno, di natura tanto
contingente (alla luce della crisi economica e finanziaria in corso) quanto
strutturale (all’interno del più ampio processo di trasformazione del
welfare).
7.2 Risultati emersi
Rispetto alla prima questione posta nel focus group emerge che gli operatori
possiedono effettivamente una conoscenza diretta del fenomeno. Lo conoscono fin
dagli esordi, dal suo apparire in forma spontanea e sporadica fino alla situazione
alquanto diffusa di oggi. Dimostrano anche una profonda consapevolezza di quanto
la figura della badante sia diventata un attore importante nei servizi di cura
domiciliari, pur non rappresentando una completa alternativa. Registrano anche
alcuni cambiamenti rispetto al profilo dell’assistente familiare, confermando quanto
a cura di: e-labora
74
AVER CURA. Rapporto di ricerca
già emerso in sede nazionale nella ricerca dell’IRS. In particolare sottolineano che le
nuove badanti sono meno flessibili, più esigenti, più selettive, cercano situazioni
assistenziali meno complesse, verificano prima che il carico assistenziale non sia
troppo elevato. Alcuni operatori colgono anche un maggior interesse per facili
guadagni che porta le assistenti familiari a cercare di svolgere più lavori
contemporaneamente.
Concordano altresì che nei servizi per i quali lavorano non si è ancora
consolidata una visione strategica sul fenomeno, rappresenta per certi versi ancora
una novità.
Gli aspetti positivi sottolineati dagli operatori sono diversi. La badante oggi
indubbiamente svolge l’importante funzione nel favorire la permanenza a domicilio
dell’assistito, in coerenza con le direttrici strategiche del sistema sociosanitario
nazionale e regionale. L’assistente familiare, in alcuni casi, si è rivelata preziosa
anche dal punto di vista infermieristico o sanitario52. Sono numerosi i casi positivi di
rapporto tra assistito e assistente; si rammenta anche il caso di qualche
consolidamento di rapporto dal punto di vista affettivo sfociato in matrimonio53.
Infine l’assistente familiare offre senza dubbio un servizio più economico del
ricovero in casa di riposo, dove peraltro non ci sono posti a sufficienza.
Tra gli aspetti critici sollevati dagli operatori emergono: la scarsa conoscenza
della lingua italiana di alcune assistenti, ma la problematicità sembra stia scemando
rispetto al passato; le differenze culturali tra assistente e assistito che rendono
problematiche alcune pratiche igienico-sanitarie; differenze culturali che si
esprimono anche sul versante tra badante e servizi territoriali producendo, in alcune
circostanze, difficoltà di dialogo e interlocuzione; l’impreparazione della badante
rispetto ad alcune mansioni e servizi di cura, in particolare per i casi assistenziali
complessi; la gestione delle sostituzioni sia definitive per il ricambio, sia temporanee
nei periodi di rientro al proprio paese della badante stessa.
Particolarmente problematico sembra il caso in cui la famiglia entra in difficoltà
nella gestione del rapporto con la badante. In questo caso si creano delle vere
“spirali assistenziali”, dove assistito, famiglia e badante richiedono tutela e
accompagnamento.
52
Viene fatto notare che alcune badanti, in particolari casi, non solo somministrano i farmaci, ma
gestiscono sondino, catetere, effettive mansioni infermieristiche e/o mediche.
53
Per contro è ricordato anche qualche caso dove l’inserimento della badante ha favorito la
rottura di rapporti familiari.
a cura di: e-labora
75
AVER CURA. Rapporto di ricerca
Si riconosce anche che la famiglia con badante diventa più latitante rispetto
all’interlocuzione con i servizi sociali; spesso delega alla badante molte competenze
e responsabilità, utilizzandola come un passepartout per qualsiasi problematica. Le
assistenti familiari si ritrovano quindi a dover fare un po’ di tutto, sostituendo di
fatto i familiari dell’assistito sia nell’interlocuzione con il medico di medicina
generale, sia con il personale durante i ricoveri ospedalieri.
Le badanti vengono rappresentate anche come portatrici di profonde esigenze
formative rispetto ai compiti di assistenza e cura dei non autosufficienti. Viene
richiamata l’esigenza anche di formazione di base, relativa all’educazione alimentare,
agli aspetti relazionali con l’anziano o persone disabili. Non meno presente, da parte
di alcuni operatori, è la concezione della badante come essere umano, spesso pieno
di solitudine, in alcuni casi oggetto di sfruttamento, discriminazione da parte degli
assistiti o dei loro stessi familiari.
Sulle dinamiche in corso, gli operatori presenti al focus group esprimono la
sensazione che la crisi economica e occupazionale stia favorendo una diminuzione
delle badanti di origine straniera e un contestuale aumento di italiane, sia nella forma
tradizionale di accudimento casalingo svolto dalla parente che ha perso il posto di
lavoro o si trova momentaneamente in cassa integrazione, sia nella forma di
acquisto di lavoro da parte di assistenti esterne (frequentemente nella modalità “in
nero”), che però non danno disponibilità completa di tempo e soprattutto non
accettano la coresidenza. Il dato viene desunto anche dalla partecipazione di più
italiane ai corsi di formazione.
D’altro canto alcuni esprimono che il futuro non potrà che favorire l’aumento
delle assistenti familiari in quanto gli anziani non autosufficienti sono in aumento.
Sulle prospettive future dei servizi di fronte al fenomeno delle assistenti familiari
dal focus group è possibile estrapolare due posizioni piuttosto nette e distinte che
estremizzando potremmo assumere come due poli all’interno dei quali
ricomprendere altre posizioni più sfumate. Da una parte si fa strada la visione di una
bandate come figura forte, preparata e competente di care-giver che diventa il
principale, se non l’unico, interlocutore dei servizi sociosanitari capace di
rappresentare compiutamente le esigenze dell’assistito e della sua famiglia. Dall’altra
si interpreta l’assistente familiare come una delle diverse figure professionali di
supporto all’assistito, in un contesto comunque di potenziamento dei servizi
territoriali pubblici, quali alberghi diffusi, strutture semi-residenziali, ecc.. In questa
seconda posizione, la badante non sostituisce la famiglia nell’interlocuzione con i
a cura di: e-labora
76
AVER CURA. Rapporto di ricerca
servizi, non interviene con competenze infermieristiche specializzate, non si
sovrappone a potenziali supporti da parte di reti di volontariato.
Le due posizioni, ognuna peraltro incorporante potenzialità e limiti, sembrano
configurare non solo due modelli operativi di erogazione di servizi, ma incorporare
anche due diverse visioni di ciò che dovrà essere il welfare del futuro. Il tema verrà
ripreso e discusso nel capitolo conclusivo.
a cura di: e-labora
77
AVER CURA. Rapporto di ricerca
8. Conclusioni
Il fenomeno dell’assistenza familiare delle persone non autosufficienti ha una
lunga e travagliata storia. In passato era perlopiù uno dei tanti lavori “invisibili”, non
remunerati, svolto dalla componente femminile della famiglia: figlia, nipote, sorella
dell’assistito. Oggi tale lavoro di cura è stato monetarizzato e affidato, per la
maggior parte, a donne esterne alla cerchia familiare e perlopiù straniere.
Il fenomeno dell’assistenza familiare come si è venuto configurando negli ultimi
anni in Italia, ed anche in provincia di Pordenone, rappresenta indubbiamente una
risposta autonoma e spontanea delle famiglie con persone non autosufficienti di
fronte all’insufficienza o all’assenza di una adeguata offerta da parte dei servizi
pubblici54 nel quadro di un sistema welfare che appare in affanno e operativamente
incapace di farsi carico di tutti i nuovi bisogni. Le cooperative sociali, pur
consistenti per numero e dimensioni nel territorio provinciale, non hanno saputo
intercettare questo fabbisogno sociale e trovare adeguate risposte capaci di
coniugare solidarietà con imprenditorialità. Così il servizio di assistenza a domicilio
è diventato un appetitoso mercato pure per imprese for profit.
Questo fenomeno complesso è oggi uno snodo interessante per analizzare non
solo le politiche assistenziali e sociosanitarie, ma anche le politiche del lavoro e della
formazione, dell’integrazione sociale degli stranieri e di altri aspetti riconducibili al
sistema di welfare.
L’indagine qui presentata ha individuato quattro possibili percorsi di analisi: una
ricognizione degli attori in campo (le varie organizzazioni che si occupano del
tema); una ricostruzione del profilo sociosanitario delle badanti; un ascolto
esplorativo degli assistiti; un confronto tra i diversi servizi pubblici territoriali
coinvolti negli interventi di assistenza domiciliare. Le informazioni raccolte in
ognuno di essi rappresentano non tanto delle consolidate acquisizioni, quanto degli
spunti per ulteriori e futuri approfondimenti.
54
Si assumono quali servizi pubblici non solo quelli svolti dalla pubblica amministrazione, ma
anche quelli erogati in regime di concessione o mediante convenzione da soggetti del provato
profit e non profit purché finalizzati a garantire il godimento dei diritti della persona,
costituzionalmente tutelati, alla salute, all’assistenza e previdenza sociale, alla istruzione e alla
libertà di comunicazione, ecc.
a cura di: e-labora
78
AVER CURA. Rapporto di ricerca
8.1 Le peculiarità del fenomeno nel pordenonese
Il contesto della provincia di Pordenone, benché rifletta molte delle dinamiche
già emerse in altre e precedenti ricerche, sembra caratterizzarsi anche per alcune sue
peculiarità rispetto al fenomeno dell’assistenza familiare.
Innanzitutto, i risultati emersi della ricerca presentano un ricorso a regolari
contratti di lavoro per assistenti familiari decisamente superiore a quanto stimato
dall’indagine IRS. Per questo istituto solo un terzo delle assistenti familiari in Italia
godono di un regolare contratto di lavoro. Con percentuali incredibilmente simili
(rispettivamente 74,1% e 71,5%), assistiti e assistenti affermano che la situazione
lavorativa qui è diversa, anche se non proprio con gli stessi valori di quelli misurati.
Emerge però che si tratta di una regolarità che si raggiunge negli anni del percorso
professionale della badante. Tale situazione sembra, in parte, spiegabile per le
misure e gli strumenti messi in atto dagli attori istituzionali: la legge regionale, il
progetto Assistenti familiari e il contributo economico del Fondo per l’Autonomia
Possibile (FAP)55.
In secondo luogo, differenti appaiono le nazionalità delle badanti straniere.
Sono assenti componenti nazionali come quella delle filippine che a livello nazionale
raggiungono la terza posizione. Di bassa rilevanza a livello locale è pure la
componente sudamericana. I fenomeni migratori locali intraprendono dinamiche
non sempre riassumibili in quelle nazionali56.
Emerge inoltre l’elevata coresidenzilità dell’assistente con l’assistito, esito di un
convergere, come notato, di diverse esigenze e dalla disponibilità di spazi abitativi.
Tale situazione potrebbe poi essere all’origine di un complicarsi del rapporto di
lavoro, gestito nella maggior parte dei casi da un familiare dell’assistito. Dal focus
group con i servizi è emerso chiaramente che, soprattutto in momenti di crisi, in
questo complesso fenomeno dell’assistenza familiare privata i soggetti rilevanti sono
quasi sempre tre: l’assistito (di solito non autosufficiente), la badante (o meglio le
badanti, visto l’elevato turnover) e la famiglia, ovvero i parenti prossimi
dell’assistito.
In quarto luogo, spicca l’assenza delle reti di aiuto informale. Nel settore
dell’assistenza agli anziani e delle persone non autosufficienti non si evince nessuna
responsabilità diffusa: vengono meno i rapporti parentali, le reti familiari, amicali, di
vicinato e di volontariato. Spesso l’assistente familiare diventa l’unico interlocutore e
rappresentante dell’assistito con i servizi pubblici. Questi ultimi, con percentuali
55
A livello regionale “al 30 giugno 2008, 2.537 persone avevano beneficiato del Fondo per
l’Autonomia Possibile e l’assistenza a lungo termine” [Libro verde regionale: 28]
56
Per un approfondimento di questo tema si rimanda anche ai diversi ANNUALI STATISTICI
DELL’IMMIGRAZIONE pubblicati, dal 1999, annualmente dalla Regione Friuli Venezia Giulia.
a cura di: e-labora
79
AVER CURA. Rapporto di ricerca
simili all’indagine IRS, riescono peraltro a garantire un copertura inferiore alla metà
degli anziani assistiti con una badante.
Ulteriore elemento caratteristico è il limitato ricorso nell’ultimo anno e la
relativa bassa disponibilità futura verso percorsi di aggiornamento professionale57.
Le assistenti familiari si sentono competenti, gli assistiti si dichiarano piuttosto
soddisfatti.
Elementi alquanto nuovi che non hanno riscontri puntuali nella letteratura
empirica nazionale e che necessitano di un’attenzione indubbiamente maggiore
sono stati gli aspetti legati alla salute e agli stili di vita dell’assistente familiare. Il
lavoro di cura risulta fortemente usurante sia dal punto di vista fisico che
psicologico. Il ricorso a visite mediche, l’utilizzo di farmaci, l’elenco dei malesseri
rilevati negli ultimi sei mesi dalle assistenti familiari intervistate lo indicano
chiaramente.
Infine, in alcuni casi, la badante è risultata anche vittima di soprusi,
discriminazioni e violenze, fisiche e psicologiche da parte dell’assistito o dei suoi
familiari.
8.2 Spunti di riflessione e intervento
La ricerca ha messo in luce l’assenza di chiare strategie da parte dei soggetti
istituzionali sul fenomeno dell’assistenza familiare. Nonostante la predisposizione di
una normativa regionale, l’implementazione di interventi progettuali, non si è ancora
accumulata una riflessione capace di produrre linee di indirizzo e di
programmazione. Il recente Libro verde sul futuro del sistema sociosanitario
regionale sul fenomeno si limita a rilevare che “vi è scarsa garanzia sulla qualità
erogata dalle assistenti familiari” [p. 27]. Perlomeno fino ad oggi un certo lasser faire
sembra aver governato il fenomeno. Ne consegue la necessità di aprire spazi di
riflessione all’interno dei servizi, di rendere la questione parte integrante degli
obiettivi strategici di un welfare comunitario. In questa visione, famiglia assistita e
assistente familiare sono figure che hanno sicuramente delle risorse da valorizzare,
ma vanno assunte anche come soggetti fragili, entrambi. In alcuni casi, come è stato
sottolineato nel focus group, le loro debolezze sommate, si configurano come
“spirali assistenziali” che richiedono un surplus di intervento da parte dei servizi
sociali. Ne consegue altresì il bisogno di approfondire lo studio dell’evoluzione del
fenomeno, in grado di affrontare da un lato un orizzonte temporale sia a breve che
57
“Le badanti coresidenti – i cui clienti sono notoriamente più fragili e più bisognosi di
un’assistenza competente – sono quelle meno interessate a una formazione rispetto a chi lavoro a
ore” [IRS, 2008: 39]
a cura di: e-labora
80
AVER CURA. Rapporto di ricerca
a medio-lungo termine, dall’altro un orizzonte spaziale in grado di effettuare dei
raffronti a livello nazionale e internazionale.
La ricerca ha messo in luce anche la difficoltà di fare rete tra tutti i diversi
soggetti coinvolti dal fenomeno. Le risposte fino ad ora adottate sono individuali di
singole istituzioni e organizzazioni. Il fenomeno complesso richiede risposte
integrate che travalicano le singole politiche settoriali. Qualsiasi risposta di una
specifica politica (del lavoro piuttosto che sociale e assistenziale) non potrà che
apparire parziale. Seguendo le riflessioni conclusive della ricerca IRS è necessario
attivare una rete per la qualificazione del lavoro di cura (cfr. figura 8.1). Oltre agli
sportelli domanda/offerta, peraltro già esistenti in provincia, sicuramente un posto
di rilievo dovrà essere assunto dalla formazione e aggiornamento professionale delle
badanti (possibilmente secondo modalità innovative)58, così come interessante
appare l’accreditamento di badanti adeguatamente formate; nonché il sostegno alle
famiglie degli assistiti.
Fig. 8.1 - La rete proposta nella ricerca IRS (pag. 52)
Ma la rete potrebbe essere anche ulteriormente sviluppata inserendo interventi
di promozione e tutela della salute della badante; attivando un’integrazione tra tutte
le soluzioni assistenziali oggi disponibili: strutture residenziali, semi-residenziali,
servizi di assistenza domiciliare, servizi sanitari territoriali, ecc.. E’ necessario che si
affronti contestualmente il tema dell’abitare sociale e, dialogare con le più generali
58
Una sperimentazione interessante è sicuramente il percorso formativo avviato recentemente nel
Veneto Orientale che consta di brevi moduli (12 ore ciascuno) rivolti a badanti, ma anche
volontari e altri care givers.
a cura di: e-labora
81
AVER CURA. Rapporto di ricerca
politiche abitative. Le elevate dimensioni degli immobili in cui vivono gli assistiti
ormai soli sembrano richiedere, per favorire la domiciliarità, non solo
ristrutturazioni, ma il ripensamento del rapporto abitazione – territorio – comunità.
In tale cornice, e visto che difficilmente si abbandonerà totalmente il ricorso a
personale straniero per l’assistenza familiare, sarà importante attivare anche
interventi di carattere culturale e/o multiculturale per favorire maggiormente la loro
integrazione sociale.
Fig. 8.2 - La rete di intervento riformulata
Interventi
culturali
Sportelli
domanda/
offerta
Politiche
dell'abitare
sociale
Sostegni alle
famiglie
REGIA
(Sistema dei
servizi)
Promozione e
tutela della
salute della
badante
Formazione
e follow up
Accreditamento
badanti formate
Altro …
Sul terreno, come traspariva nella quarta linea investigativa, sembrerebbero
scontrarsi due alternativi modelli di welfare, così succintamente descrivibili: quello
che vede un’assistente familiare, formata, competente e specializzata, che diviene
sostitutiva dei servizi pubblici (sempre meno presenti e diffusi), che ha la delega di
rappresentanza della famiglia dell’assistito, che assiste e cura in silenzio e lontano dal
brulicare del mondo l’anziano o l’invalido; quello che vede un’assistente familiare,
formata e competente ma integrativa dei servizi pubblici, capaci di fare sistema tra
loro, che continuano a farsi carico sia dell’assistito che della famiglia, nonché
dell’attivazione di reti di aiuto e cura informali, in grado di diffondere responsabilità
diffuse e condivise, attuando una efficace ed efficiente governance territoriale.
a cura di: e-labora
82
AVER CURA. Rapporto di ricerca
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a cura di: e-labora
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FEMMINILE
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a cura di: e-labora
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AVER CURA. Rapporto di ricerca
Allegato A) Elenco indagini sul tema delle assistenti familiari
Anno
pubblicazione
Ente di ricerca o
ricercatore
Titolo ricerca
Tipo
Note
2002
Studio Come
Modelli a filiera. Laboratorio
Zelarino
Locale
Indagine nel
Comune di
Venezia
2002
Studio Come
Donne migranti che assistono anziani
in casa. Quaderno 3 del progetto
Anzianincasa
Locale
Indagine nel
Comune di
Firenze
2003
Studio Tolomeo
(con contributi
Studio Come)
“Badanti” in Veneto. Emersione e
governo del fenomeno
Locale
Indagine in
Veneto
2004
COSES
Il mercato del lavoro delle assistenti
familiari immigrate. Gli esiti di una
ricerca sul campo. A cura di A.
Gommoni
Locale
2004
Da Roit B.,
Casteganro C.
CHI CURA GLI ANZIANI NON
AUTOSUFFICIENTI? Milano:
Franco Angeli
Locale
Indagine in
Emilia
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2005
Agenzia
Sanitaria
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Emilia Romagna
DOMANDA DI CARE
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MIGRANTI. Indagine sul fenomeno
delle badanti in Emilia Romagna.
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Giugno
Locale
Indagine in
Emilia
Romagna
2006
Spano P.
LE CONVENIENZE NASCOSTE. Il
fenomeno badanti e le risposte del
welfare. Portogruaro (VE): Nuova
dimensione
Locale
Indagine in
Veneto
2006
Mesini D.,
Pasquinelli S.,
Rumini G.
IL LAVORO PRIVATO DI CURA
IN LOMBARDIA.
Locale
Indagine in
Lombardia
2007
INPS
UN FENOMENO COMPLESSO: il
lavoro femminile immigrato
Fonte
ufficiale
nazionale
2007
IREF – Istituto
di Ricerche
Educative e
Formative
IL WELFARE “FATTO IN CASA”.
Indagine nazionale sui collaboratori
domestici stranieri che lavorano a
sostegno delle famiglie italiane.
ACLI, CAF ACLI, Patronato ACLI,
Obiettivo lavoro. Rapporto di ricerca.
Roma, giugno 2007.
Nazionale
2007
IRS
Provincia di
IL LAVORO PRIVATO DI CURA
IN PROVINCIA DI LODI.
Locale
a cura di: e-labora
85
Indagine in
Provincia di
Lodi
AVER CURA. Rapporto di ricerca
Lodi
Caratteristiche e tendenze in materia
di qualificazione e regolarizzazione
2008
IRS – Istituto
per la ricerca
sociale
IL LAVORO PRIVATO DI CURA
NEL DISTRETTO SOCIALE SUD
EST DI MILANO. Caratteristiche e
tendenze in materia di qualificazione
e regolarizzazione
Locale
2008
IRS – Istituto
per la ricerca
sociale
BADANTI: LA NUOVA
GENERAZIONE. Caratteristiche e
tendenze del lavoro privato di cura. A
cura di Sergio Pasquinelli e Gisella
Rumini. Dossier di Ricerca.
Novembre.
Nazionale
Indagine in
un Distretto
Sociale
Rapporti di monitoraggio del progetto ASSISTENTI FAMILIARI
2008
Agenzia Regionale
del Lavoro e della
Formazione
Professionale –
FVG
PROGETTO ASSISTENTI
FAMILIARI. Primo rapporto 31
marzo 2008. Trieste: Regione
Autonoma Friuli Venezia Giulia,
Maggio
2008
Agenzia Regionale
del Lavoro e della
Formazione
Professionale –
FVG
PROGETTO ASSISTENTI
FAMILIARI. Secondo rapporto 30
giugno 2008. Trieste: Regione
Autonoma Friuli Venezia Giulia,
Luglio
2008
Agenzia Regionale
del Lavoro e della
Formazione
Professionale –
FVG
PROGETTO ASSISTENTI
FAMILIARI. Terzo rapporto 30
settembre 2008. Trieste: Regione
Autonoma Friuli Venezia Giulia,
Dicembre
2009
Agenzia Regionale
del Lavoro e della
Formazione
Professionale –
FVG
PROGETTO ASSISTENTI
FAMILIARI. 4.trimestre 2008 / 1.
trimestre 2009. Trieste: Regione
Autonoma Friuli Venezia Giulia,
Dicembre
2009
Agenzia Regionale
del Lavoro e della
Formazione
Professionale –
FVG
PROGETTO ASSISTENTI
FAMILIARI. 2. trimestre 2009.
Trieste: Regione Autonoma Friuli
Venezia Giulia, Dicembre
Tesi di laurea
1.
Coccato S.,
Problemi di salute delle donne immigrate “badanti” nel territorio padovano. L’emersione
delle assistenti familiari. Tesi di laurea. Università degli Studi di Padova, Facoltà di
Medicina e Chirurgia, Corso di laurea universitario per infermiere. AA 2001-2002
a cura di: e-labora
86
AVER CURA. Rapporto di ricerca
Allegato B) Organizzazioni che hanno partecipato all’indagine
Di seguito sono elencato le organizzazioni che interfacciano con le assistenti
familiari e che hanno partecipato all’indagine fornendo le informazioni
necessarie alla compilazione della scheda:
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.
10.
11.
12.
13.
14.
15.
16.
17.
18.
19.
20.
21.
22.
23.
24.
25.
26.
27.
28.
29.
30.
31.
32.
33.
34.
35.
36.
37.
38.
39.
AMBITO DISTRETTUALE OVEST 6.1
AMBITO DISTRETTUALE EST 6.2
AMBITO DISTRETTUALE SUD 6.3
AMBITO DISTRETTUALE NORD 6.4
AMBITO DISTRETTO URBANO 6.5
ASP SPILIMBERGO (CASA DI RIPOSO)
ASSISTENCASA
ASSISTITI SERENI
Associazione CIRCOLO APERTO LPT ONLUS
Associazione "VIA DI NATALE" AVIANO
Associazione Nazionale OLTRE LE FRONTIERE
Associazione NUOVI VICINI ONLUS
Associazione Regionale per lo Sviluppo dell'Apprendimento Professionale
Associazione VOCE DONNA ONLUS
CENTRO DI ASCOLTO CARITAS DIOCESANA
CENTRO TERRITORIALE PERMANENTE PRATA DI PORDENONE
CENTRO TERRITORIALE PERMANENTE SACILE
COOP SOCIALE FAI ONLUS
COOPERATIVA ITACA ONLUS (A SPILIMBERGO)
COOPERATIVA SOCIALE ACLI CORDENONS
ENAIP FVG
INFORMAGIOVANI AVIANO
INFORMAGIOVANI PN
INFORMAGIOVANI PRATA DI PN
INFORMAGIOVANI SACILE
ISTITUTO AVVIAMENTO LAVORATORI
OPERA SACRA FAMIGLIA- CENTRO DI FORMAZIONE PORDENONE
PROGETTO GIOVANI SPILIMBERGO
PUNTO INFORMATIVO AZZANO DECIMO
PUNTOINFORMA SAN VITO AL TAGLIAMENTO
SOCIETA' COOPERATIVA SOCIALE ITACA ONLUS-C (A PN)
SOCIETA' COOPERATIVA SOCIALE UNIVERSIIS PN
SPAZIO GIOVANI
SPAZIOINFORMA CORDENONS
Sportello Assistenti Familiari
Sportello Immigrati "IL MIGRAMONDO" SPILIMBERGO
Sportello Immigrati del Patronato Associazione Cristiani Lavoratori Italiani
Sportello Immigrati del Patronato Unione Italiana del lavoro
Ufficio pratiche stranieri dell'Istituto Nazionale Confederale di Assistenza –
Confederazione Generale Italiana del Lavoro
a cura di: e-labora
87
AVER CURA. Rapporto di ricerca
Allegato C) Questionari impiegati
SCHEDA DI RILEVAZIONE DEI SERVIZI
SEZIONE A. INFORMAZIONI SULL’ORGANIZZAZIONE DEL
SERVIZIO
1. Denominazione ____________________________________________________
2. Sigla (eventuale)___________________________________________________
3. Forma giuridica:
a. Ente Pubblico
b. Associazione
c. Fondazione
d. Cooperativa sociale
e. Ente morale
f. Altra forma (specificare):_______________________________________
4. Indirizzo sede principale:
a. Via e n.: _______________________ Città: ______________________
b. Tel / cell: _______________________ Fax: _______________________
c. E-mail: ________________________ Sito internet: _________________
5. Indirizzo eventuale sede/i secondaria/e:
a. Via e n.: _______________________ Città: ______________________
b. Tel / cell: _______________________ Fax: _______________________
c. E-mail: _________________________ Sito internet: ________________
6. Generalità del legale rappresentante Presidente e/o responsabile:
a. Cognome:_________________________ Nome: ___________________
b. Professione: ________________________
7. Generalità della persona intervistata
a. Cognome: ________________________ Nome: ____________________
b. Professione:________________ c) Ruolo nell’organizzazione: ________
SEZIONE B. INFORMAZIONI SULLE ATTIVITÀ
8. Tipo di servizi o prestazioni/interventi erogati dall’organizzazione (principali):
a. ________________________________ b. _______________________
c. ________________________________ d. _______________________
9. Quali prestazioni eroga l’organizzazione a favore delle assistenti familiari?
a. Informazioni
b. Orientamento
c. Consulenza legale
d. Formazione
e. Segretariato
f. Intermediazione al lavoro
g. Microcredito
h. Altro, (specificare)____________________________________________
10. In quale area territoriale sono erogati attualmente i servizi o prestazioni/interventi
dell’organizzazione?
- Comunale
- Sovra- comunale / Ambito Distrettuale
a cura di: e-labora
88
AVER CURA. Rapporto di ricerca
- Provinciale
- Regionale
- Altro, specificare ___________________________________________
11. Presenza di sportello/i aperto/i al pubblico?
- NO
- SI (se sì specificare): Dove si trova ___ orario di apertura settimanale_____
12. Nell’organizzazione / servizio è presente personale dedicato a ricevere le persone
immigrate?
- NO
- SI (se sì specificare): N. persone______ Le loro qualifiche___________
13. L’organizzazione / servizio si avvale di mediatori linguistico-culturali?
- NO
- SI (se sì specificare): N. persone___________ Quali lingue__________
SEZIONE C. INFORMAZIONI SULL’UTENZA
14. Nazionalità dell’utenza che accede all’organizzazione/Servizio
d.
Prevalentemente cittadini italiani
e.
Prevalentemente cittadini stranieri
f.
Entrambi
(note)_______________________________________
15. Rispetto al totale delle persone immigrate che accedono all’organizzazione/servizio,
è in grado di indicare la percentuale di esse che svolge l’attività di assistente
familiare?
- NO
- SI ___________%
16. Rispetto al totale delle assistenti familiari che accedono all’organizzazione/servizio,
è in grado di indicare la percentuale di maschi e femmine?
a) NO b) SI maschi_______% femmine ________%
17. L’età media delle assistenti familiari immigrate che si sono rivolte
all’organizzazione/servizio si può collocare tra:
a) Meno di 30 anni; b) 30-39 anni; c) 40-49 anni: d) 50-59 anni; e) 60 anni e oltre; f)
Non so
18. Quali sono le nazionalità principali di chi si propone come assistente familiare?
______________________
______________________
______________________
Non so/Non risponde
19. Si sono rivolte all’organizzazione/servizio assistenti familiari prive di permesso di
soggiorno?
- NO; SI (indicare la percentuale rispetto al totale delle assistenti familiari che
hanno avuto contatto con l’Ente/Servizio)______%
- NON SO
20. Quali sono le richieste più frequenti che le assistenti familiari immigrate rivolgono
all’organizzazione/servizio? __________________________________________
21. Le assistenti familiari rivolgono all’organizzazione/servizio domande/informazioni
che riguardano l’assistenza sanitaria per un proprio bisogno?
o NO
o SI (specificare tipo di domande)_________________________________
22. L’organizzazione/servizio è a conoscenza di episodi di discriminazione, abusi,
sfruttamento di cui le assistenti familiari sono state vittime?
- NO
a cura di: e-labora
89
AVER CURA. Rapporto di ricerca
- SI (specificare il tipo di discriminazione…)________________________
23. Solitamente come vengono a conoscenza dell’organizzazione/servizio?
- Attraverso materiale informativo (depliant, mass media….)
- Attraverso il passa parola con altre persone immigrate
- Attraverso l’invio da parte di altri Enti/Servizi
- Altro, specificare _____________________________________________
- Non so
SEZIONE D. COLLABORAZIONI E RETI
24. L’organizzazione/servizio fa parte di ad altre organizzazioni:
- NO; SI, definire quali: i) __________________ ii) ____________________
25. Conosce altre organizzazioni o servizi del territorio provinciale che attuano
prestazioni o interventi in favore delle assistenti familiari?
- NO; SI (specificare quali)___________________________________
26. L’organizzazione/servizio collabora con altri Enti/Servizi del territorio provinciale,
regionale o nazionale?
- NO; SI, specificare compilando la tabella seguente
Con chi (indicare la denominazione
dell’organizzazione con cui si collabora)
Descrizione del tipo di
collaborazione
Eventuali note
SEZIONE E. SPECIFICHE PER PARTICOLARI ORGANIZZAZIONI
Domande specifiche per Patronati, Sportello Assistenti Familiari, Cooperative
Sociali ed Enti che si occupano di assistenza
27. Le Assistenti Familiari dimostrano di preferire particolari categorie di assistiti?
- NO
- NON SO
- SI, definire quali precisando se assistiti maschi o femmine o entrambi
MASCHI
FEMMINE
Minori
Minori
Adulti non autosufficienti (malati terminali,
persone affette da patologie psichiatriche…)
Adulti non autosufficienti (malati terminali,
persone affette da patologie psichiatriche…)
Anziani non autosufficienti
Anziani non autosufficienti
Disabili
Disabili
Altro (specificare)
Altro (specificare)
28. La popolazione locale dimostra di gradire Assistenti Familiari provenienti da
particolari paesi?
- NO
- NON SO
- SI, definire quali:
- Europa dell’Est: romene, croate (slave), polacche…
a cura di: e-labora
90
AVER CURA. Rapporto di ricerca
- Nazioni Ex CSI (Russa, Moldava, Ucraina, Bielorussia)
- Africa Settentrionale
- Africa Centro-Meridionale
- Asia
- Centro e sud America
- Altro (specificare)_________________________________________
29. Per quali ragioni ___________________________________________________
30. La popolazione locale esprime diffidenza per le Assistenti Familiari provenienti da
particolari paesi?
a. NO
b. NON SO
c. SI, definire quali:
- Europa dell’Est: romene, croate (slave), polacche…
- Nazioni Ex CSI (Russa, Moldava, Ucraina, Bielorussia)
- Africa Settentrionale
- Africa Centro-Meridionale
- Asia
- Centro e sud America
- Altro (specificare)_________________________________________
31. Per quali ragioni ___________________________________________________
Domande specifiche per i Patronati/ Sportello Assistenti Familiari
31. Quanto dura mediamente un contratto di lavoro come Assistente Familiare?
c. < 3 anni
d. Non so
a. >1 anno b. da 1 a 3 anni
32. Spiegazioni: ___________________________________________________
Domande specifiche per Enti di formazione
33. Quali dei seguenti corsi sono stati attivati nell’ultimo anno?
a) Corsi di lingua italiana
b) Corsi base di assistenza alla persona
c) Corsi per Operatore Socio-Sanitario
d) Altro (specificare)____________________________________________
34. L’Ente ha attivato nell’ultimo anno specifici corsi di formazione per Assistenti
Familiari?
a. NO
b. SI (in questo caso compilare scheda aggiuntiva)
c. NON SO
35. L’Ente ha prodotto del materiale didattico specifico per le Assistenti Familiari?
a. NO
b. SI (specificare)______________________________________________
c. NON SO
36. A seguito dei corsi di formazione specifici nel campo dell’assistenza alla persona, le
Assistenti Familiari hanno trovato lavoro in ambiti diversi dal domicilio dell’utente?
a. NO
b. SI (specificare dove)__________________________________________
c. NON SO
a cura di: e-labora
91
AVER CURA. Rapporto di ricerca
QUESTIONARIO ANONIMO ALLE ASSISTENTI FAMILIARI
ATTUALMENTE IN SERVIZIO
A cura del rilevatore
Codice rilevatore: ____ Data di intervista: ___/___/____ Luogo di intervista: _____
SEZIONE A - PROFILO SOCIO-DEMOGRAFICO
1. Indicare il sesso dell’intervistata/o
1
femmina
maschio
2
2. In che anno è nata/o? ______________________________________________
3. Qual è il suo Paese di origine? _______________________________________
4. La località da cui proviene è una:
Capitale/ Grande città
1
Paese di campagna/zona rurale
3
2
Media città / Area urbana
5. Qual è la sua cittadinanza attuale:
Italiana
1
Straniera
2
Specificare quale:
6. In quale comune abita attualmente in Italia? __________________________
7. Quanti anni di scuola ha frequentato?
Da 1 a 5 anni
1
Da 11 a 14 anni
3
Da 6 a 10 anni
2
Da 15 a più anni
4
8. Se è in possesso di un titolo di studio, specifichi quale ___________________
SEZIONE B - STILI DI VITA
9. Quale di questi pasti fa al giorno? Rispondere ad ogni riga
Mai
Qualche volta
Sempre
9.1.
Colazione
1
2
3
9.2.
Spuntino in mattinata
1
2
3
Pranzo
9.4. Spuntino nel pomeriggio
1
1
2
2
3
3
9.3.
9.5.
Cena
1
2
3
9.6.
Spuntino dopocena
1
2
3
a cura di: e-labora
92
AVER CURA. Rapporto di ricerca
9.7.
1
Mangio fuori dai pasti
2
3
10. Cosa mangia e usa abitualmente per condire?
Mai
Ogni
tanto
Qualche
volta a/sett.
Tutti i
giorni
Pane, pasta, riso
1
2
3
4
10.2
Polenta, mais
1
2
3
4
10.3
Patate
1
2
3
4
10.4
Pesce
1
2
3
4
10.5
Carni rosse (manzo, maiale, selvaggina, etc.)
1
2
3
4
10.6
Carni bianche (pollo, tacchino, coniglio, etc.)
1
2
3
4
10.7
Latte, yogurt
1
2
3
4
1
1
2
2
3
3
4
4
10.1
Formaggi
10.9 Uova
10.8
10.10
Salumi/insaccati vari
1
2
3
4
10.11
Verdura cotta (spinaci, coste) (n. porz. al gg _____)
1
2
3
4
10.12
Verdura cruda (n. porzioni al gg _______)
1
2
3
4
10.13
Legumi (piselli, fagioli, fagiolini, ceci, etc.)
1
2
3
4
10.14
Olio di oliva
1
2
3
4
10.15
Olio di girasole, mais, arachidi
1
2
3
4
1
1
2
2
3
3
4
4
Olio di semi vari
10.17 Burro
10.16
10.18
Margarina
1
2
3
4
10.19
Panna, besciamella, lardo o strutto
1
2
3
4
1
1
2
2
3
3
4
4
Frutta fresca (n. porzioni al gg _______)
10.21 Frutta secca (noci, arachidi, mandorle, etc.)
10.20
10.22
Dolci (caramelle, torte, merendine, biscotti, etc.)
1
2
3
4
10.23
Cibi affumicati
1
2
3
4
1
1
2
2
3
3
4
4
1
2
3
4
Cibi inscatolati (sottaceti .....)
10.25 Cibi confezionati precotti e da scaldare
10.24
10.26
Altro, specificare...........................................
11. Riesce a bere almeno un litro e mezzo di acqua al giorno?
Mai
Qualche volta
Tutti i giorni
1
2
3
12. Quale modalità di cottura usa abitualmente?
Mai
Qualche volta
Sempre
12.1
Crudo
1
2
3
12.2
Bollito
1
2
3
a cura di: e-labora
93
AVER CURA. Rapporto di ricerca
12.3
Fritto
1
2
3
12.4
Forno tradizionale
1
2
3
12.5
Forno a microonde
1
2
3
12.6
Saltato in padella
1
2
3
12.7
Griglia
1
2
3
12.8
Altro, specificare…………………………
1
2
3
13. Durante i pasti, consuma abitualmente le seguenti bevande? Dosi al giorno
NO
1
bicchiere
2-3
bicchieri
Più di 3
bicchieri
13.1
Vino (125 ml)
1
2
3
4
13.2
Birra (330 ml)
1
2
3
4
13.3
Aperitivi (80 ml)
1
2
3
4
13.4
Superalcolici (liquori, amari, caffè corretti) (40 ml)
1
2
3
4
14. Fuori pasto, consuma bevande abitualmente se seguenti bevande? Dosi al
giorno
NO
1
bicchiere
2-3
bicchieri
Più di 3
bicchieri
Vino (125 ml)
1
2
3
4
Birra (330 ml)
14.3 Aperitivi (80 ml)
1
1
2
2
3
3
4
4
1
2
3
4
14.1
14.2
14.4
15.
Superalcolici (liquori, amari, caffè corretti) (40 ml)
Abitualmente beve caffè?
NO
16.
1
SI
2
Se ha risposto sì, quante tazzine beve al giorno?
2
Se ha risposto sì, quante sigarette fuma al giorno?
Abitualmente fuma?
NO
1
SI
17.
Può dirci quanto pesa? __________kg
18.
Può dirci quanto è alta/o? ____________cm
19.
In che modo trascorre il suo tempo quando non lavora? È possibile più di una risposta
Guardo la TV
1
Esco ed incontro persone
2
Frequento locali (bar, birrerie, sale da ballo)
3
Faccio attività fisica leggera (camminate, andare in bicicletta, ginnastica dolce)
Faccio attività fisica intensa (correre, ginnastica aerobica o sport agonistico)
4
5
Partecipo ad attività religiose (frequento la Chiesa)
6
Altro, può specificare……………………………………………………………
7
a cura di: e-labora
94
AVER CURA. Rapporto di ricerca
20.
Quali di queste tecnologie utilizza di solito? Rispondere ad ogni riga
Mai
Qualche volta
Spesso
20.1
Telefono cellulare
1
2
3
20.2
E-mail (posta elettronica)
1
2
3
20.3
Internet (navigazione)
1
2
3
Solo per persone straniere
21. Con quali tipi di persone si vede/sente di solito fuori dal lavoro? Rispondere ad
ogni riga
Mai
Qualche volta
Spesso
21.1
Persone italiane
1
2
3
21.2
Persone del mio Paese
1
2
3
21.3
Persone di altri Paesi stranieri
1
2
3
22. Quale luogo frequenta con maggior frequenza fuori dal lavoro? __________
SEZIONE C - STATO DI SALUTE
23. Quali tra questi documenti sanitari possiede?
Tessera sanitaria
Se no, perché? __________________________________
NO
1
SI
2
Se no, possiede uno di questi tesserini?
23.1
Tesserino STP (Straniero Temporaneamente Presente)
1
2
23.2
Tesserino ENI (Europeo Non Iscritto)
1
2
24. Ha avuto qualcuno dei seguenti malesseri negli ultimi sei mesi?
Dolori alla schiena
24.3 Mal di stomaco
24.1
NO
SI
1
1
2
2
NO
SI
Mal di testa
24.4 Insonnia
1
1
2
2
24.2
24.5
Mi sento giù di morale
1
2
24.6
Depressione
1
2
24.7
Nervosismo / mi sento irritabile
1
2
24.8
Problemi ginecologici
1
2
24.9
Stanchezza
1
2
24.10
Piedi gonfi
1
2
24.11
Dolori alla gambe
1
2
24.12
Ipertensione
1
2
24.12
Altro, specificare_________________________________________________
2
25. Ha effettuato visite mediche, specialistiche, screening ginecologici negli ultimi
sei mesi in Italia?
NO
1
SI
2
Se sì, specificare quali e per che cosa …………………………………….
26. E’ stata in passato ricoverata/o in ospedale in Italia?
a cura di: e-labora
95
AVER CURA. Rapporto di ricerca
NO
1
SI
2
Se sì, specificare quali e per che cosa …………………………………….
27. Se non si sente bene e ritiene di aver bisogno di qualche cura a chi si rivolge o si
rivolgerebbe in Italia?
Ai medici dell’ospedale più vicino
1
Al suo medico curante (MMG)
2
Ai familiari del suo assistito/i
A suoi amici italiani
3
4
Agli amici del suo paese
5
Altro, specificare...................................................
6
28. Usa farmaci che provengono dal suo Paese di origine?
NO
1
SI
2
Se sì, specificare quali e per che cosa ……………………………………
29. Di quali farmaci ha fatto uso negli ultimi 6 mesi?
Anti infiammatori / analgesici
29.3 Anti ipertensivi
29.1
29.5
Anti diabetici
Ansiolitici / Anti depressivi
29.9 Anti gastrici
29.7
NO
SI
NO
SI
1
1
2
2
Antibiotici
29.4 Ormonali / Contraccettivi
1
1
2
2
1
2
29.6
Cardiologici
1
2
1
1
2
2
29.8
Diuretici
1
1
2
2
29.2
30. Fa uso di farmaci omeopatici?
NO
1
SI
2
Se sì, specificare quali e per che cosa ………………………………
31. In generale, come va la sua salute?
Molto bene
Bene
Discretamente
Male
Molto male
5
4
3
2
1
Se male o molto male, perché ...............................................................................
SEZIONE D - CONDIZIONE LAVORATIVA PASSATA ED ATTUALE
32. (Solo per stranieri) Lavorava prima di venire in Italia?
NO
1
SI 2
33. Se sì, quale lavoro faceva? ______________________________________
34.
In che modo ha trovato lavoro come assistente familiare? Scegliere una sola
possibilità
Modalità
a cura di: e-labora
96
AVER CURA. Rapporto di ricerca
Mi è stato proposto da qualcuno che già faceva questo lavoro, prima di venire in Italia
1
Mi è stato proposto da qualcuno che già faceva questo lavoro, dopo essere arrivata in Italia
2
Me l’ha proposto amico/conoscente che non fa l’assistente familiare
3
Ho letto un annuncio in Italia (specificare quale) ……………………………………….…..
4
Me l’ha proposto un operatore di uno sportello in una organizzazione che si occupa di stranieri,
specificare quale organizzazione.......................................……................................
5
Altro (specificare) ……………………………………………………………………………
6
35. Da quanto tempo fa il lavoro di assistente familiare in Italia
Meno di un anno
1
Da 3 a 5 anni
3
Da 1 a 3 anni
2
Da più di 5 anni
4
36. Quanto durano mediamente i suoi periodi di lavoro in Italia come assistente
familiare senza rientrare nel suo Paese d’origine?
Meno di 3 mesi
1
Da 3 a 6 mesi
2
Da 6 a 12 mesi
Più di 1 anno
3
4
Altro
5
Specificare:
37. Attualmente, come assistente familiare, lavora:
Specifichi il numero di assistiti
In una sola famiglia
1
[1]
[2]
[3]
In due o più famiglie
2
[1]
[2]
[3]
38. Quante persone ha assistito fino ad oggi in Italia? __________
39. In Italia il lavoro di assistente familiare: (Scegliere una sola possibilità)
È il suo unico lavoro
1
È il suo principale lavoro
2
specifichi quali altri lavori
fa………………….
Non è il suo principale
lavoro
3
specifichi quali altri lavori
fa………………….
40. Quante ore di lavoro di assistenza complessivamente fa alla settimana?
Meno di 20 ore
1
Da 41 54 ore
3
Da 21 a 40 ore
2
Da 55 a più ore
4
41. Da quanto tempo fa il lavoro di assistente familiare nella “famiglia” attuale?
Meno di un anno
1
Da 1 a 3 anni
2
Da 3 a 5 anni
2
Da più di 5 anni
2
42. In quale comune abita la/e persona/e che assiste? _______________________
a cura di: e-labora
97
AVER CURA. Rapporto di ricerca
43. Dove vive attualmente?
Nell’abitazione della persona/e che assisto
1
Nell’abitazione dei parenti della persona/e che assisto
2
Nell’abitazione di amici
3
In un’abitazione in affitto
In un’abitazione di mia proprietà (già acquistata o con mutuo)
4
5
Altro (specificare)……………………………………………………..
6
44. Ha un contratto di lavoro di assistente familiare in regola?
NO
SI 2
1
45. Quali tra questi diritti lavorativi le sono riconosciuti ed esercita concretamente
nel suo lavoro di assistente familiare:
Riconosciuto dal datore di
lavoro
Esercitati effettivamente
nell’ultimo anno
Diritto
NO
SI
NO
SI
Riposo giornaliero
1
2
1
2
Riposo settimanale
45.3 Malattie
1
1
2
2
1
1
2
2
45.1
45.2
45.4
Straordinario
1
2
1
2
45.5
Ferie
1
2
1
2
1
1
2
2
1
1
2
2
Festività
45.7 Altro (specificare)
45.6
46. Quanto guadagna al mese facendo l’assistente familiare?
Meno di 500,00 euro
1
Tra 800,00 e 1.100,00 euro
3
Tra 500,00 e 800,00 euro
2
Più di 1.100,00 euro
4
47. Manda mensilmente dei soldi alla sua famiglia nel Paese di origine?
No, mai
1
Si qualche volta
2
Sì, sempre (tutti i mesi)
3
Può specificare quanto mediamente (in €)
48. Quanto è soddisfatta/o del suo lavoro attuale di assistente familiare?
Molto
soddisfatta/o
4
Abbastanza
soddisfatta/o
3
Poco
soddisfatta/o
2
Per nulla
soddisfatta/o
1
SEZIONE E - COMPETENZE
Solo per persone straniere
49. Nel suo paese di origine aveva già lavorato nel campo dell’assistenza alle
persone?
a cura di: e-labora
98
AVER CURA. Rapporto di ricerca
NO
1
SI
2
Specifica………………………………………………….
50. Prima dell’attuale lavoro di assistente familiare aveva già lavorato in Italia o in
un altro paese nel campo dell’assistenza alle persone?
NO
1
SI
2
Specifica………………………………………………….
51. Puoi dirci come si sente rispetto a queste abilità/capacità assistenziali?
Molto
sicura
Abbastanza
sicura
Poco
sicura
Per
nulla
sicura
Mai avuto
occasione
di provare
Capacità di garantire un’igiene
completa della persona (a letto, in
bagno ..)
4
3
2
1
0
Capacità di spostare/posizionare la
persona a seconda della malattia (a
letto, in sedia...)
4
3
2
1
0
Capacità di alimentare la persona
con difficoltà a deglutire o con
dispositivi particolari (Peg, sondino
NG...)
4
3
2
1
0
Capacità di riconoscere segni di
malessere della persona e segnalarli al
Medico (pallore, gonfiore agli arti,
cambiamenti di umore...)
4
3
2
1
0
51.1
51.2
51.3
51.4
52. Possiede la patente di guida valida per l’Italia?
1
NO
SI
2
53. Ha già frequentato nell’ultimo anno un corso di formazione professionale o di
lingua?
1
2
NO
SI
Specificare il tipo di corso_____________________________
54. Frequenterebbe dei corsi/giornate di formazione per approfondire le sue
conoscenze su come si fa l’assistenza alla persone se le venisse proposto e
compatibilmente con gli impegni di lavoro?
NO
1
SI, a qualunque condizione
SI, ma dipende da (specificare)……………………………..
2
3
Non so
4
55. Conosce il libretto “CAPIRE E CAPIRSI - Manuale multilingue per le
assistenti familiari”?
NO
1
SI
2 Cosa ne pensa?_______________________________
a cura di: e-labora
99
AVER CURA. Rapporto di ricerca
56. Rispetto a questi due servizi….
Servizio
56.1
Punto Informativo Sanitario per Immigrati
56.2
Spazio Aperto Donna
Non lo
conosco
Ne ho solo
sentito
parlare
Ci sono stato/a
almeno una
volta
1
1
2
2
3
3
E cosa ne pensa?____________________________________________
SEZIONE F - IL LAVORO DI ASSISTENTE FAMILIARE
Se un’assistente si occupa di più di una persona le domande sono riferite all’assistito principale
57.
La persona che assiste attualmente ha le seguenti caratteristiche
a) Sesso
1
Femmina
Maschio
2
b) Età
Meno di 50 anni
1
Dai 65 ai 74 anni
3
Dai 50 ai 64 anni
2
Dai 75 anni in su
4
c) Condizione di autonomia
Autosufficiente
5
Parzialmente non autosufficiente nelle attività fuori casa
Parzialmente non autosufficiente nelle attività domestiche
4
3
Parzialmente non autosufficiente nella cura della persona
2
Non autosufficiente
1
58. La persona che assiste ha le seguenti caratteristiche
1
1
1
1
1
Non cammina
58.2 Non parla
58.3 Non deglutisce
58.4 Non dorme
58.5 E’ incontinente
587.1
Cammina con sostegno
Parla poco
Deglutisce a fatica
Dorme poco
Porta il pannolone
2
2
2
2
2
59. La persona che assiste come vive?
Da solo
1
Con altri parenti
2
Specificare con chi.....................................
60. Quali sono i lavori che svolge abitualmente in casa dell’assistito
NO
SI
60.1
Lavoro domestico (pulizia della casa)
1
2
60.2
Accudimento delle persone (cura)
1
2
60.3
Mansioni familiari (aspetti organizzativi e gestionali della famiglia)
1
2
a cura di: e-labora
100
AVER CURA. Rapporto di ricerca
60.4
1
Altro, specificare...............................................
2
61. Le vengono richieste prestazioni non previste dal contratto o non concordate
inizialmente?
NO, mai
1
SI, raramente
2
SI, spesso
3
Se sì, può specificare di che tipo?
62. Nel lavoro di assistenza, riceve degli aiuti da parenti, vicini, amici dell’assistito?
NO, mai
1
SI, raramente
2
SI, spesso
3
Se sì, può specificare di che tipo?
63. Il suo attuale assistito riceve attualmente i seguenti servizi?
NO
SI
63.1
Assistenza Domiciliare Infermieristica (ADI)
1
2
63.2
Assistenza Domiciliare dei Servizi Sociali (SAD)
1
2
64. Quanto è soddisfatta/o del lavoro di assistente familiare?
Molto
Abbastanza
Poco
Per nulla
64.1
Dal punto di vista economico
4
3
2
1
64.2
Rispetto agli accordi/contratti
4
3
2
1
Dei rapporti umani instaurati
64.4 Dal punto di vista professionale
4
4
3
3
2
2
1
1
In generale (complessivamente)
4
3
2
1
64.3
64.5
65. Secondo lei, quale è la possibilità nella casa dell’assistito di avere un infortunio
domestico?
Assente
Bassa
Alta
Molto alta
1
2
3
4
66. Negli ultimi 12 mesi, le è capitato un infortunio domestico?
NO
1
SI
2
specifichi quale
67. Durante il suo lavoro di assistente familiare ha mai subito violenze psicologiche
(umiliazioni, discriminazioni, insulti, ecc..)?
NO, mai
1
SI, una volta
2
SI, più di una volta
3
Se sì, può specificare da chi?
68. Durante il suo lavoro di assistente familiare ha mai subito violenze fisiche
(maltrattamenti, schiaffi, pugni, calci, spinte, ecc..)?
NO, mai
1
SI, una volta
2
Se sì, può specificare da chi?
a cura di: e-labora
101
AVER CURA. Rapporto di ricerca
SI, più di una volta
3
69. Durante il suo lavoro di assistente familiare ha mai subito soprusi economici
(sottrazione di denaro, mancata o ritardo nella consegna della paga, controllo del proprio
denaro, non rispetto delle clausole contrattuali)?
NO, mai
1
SI, una volta
2
SI, più di una volta
3
Se sì, può specificare da chi?
70. Durante il suo lavoro di assistente familiare, ha mai subito molestie sessuali?
NO, mai
1
SI, una volta
SI, più di una volta
2
3
Se sì, può specificare da chi?
SEZIONE G - FAMIGLIA D’ORIGINE
71. Qual è il suo stato civile?
Coniugata/o
1
Divorziata/o
2
Nubile/celibe
3
Vedova/o
4
Altro
5 Specificare…………………………
72. Se straniero/a. Quali tra queste persone vivevano insieme a lei nel suo Paese di
origine:
Componenti
n.
Componenti
n.
Partner (Marito /moglie/convivente)
Figli con meno di 18 anni
Figli con più di 18 anni
Madre/padre
Fratelli/sorelle
Suocero/a
Cognati/cognate
Nipoti
Zie/zii
Genero/nuora
Altre persone, specificare
TOTALE
73. Quando viveva con la sua famiglia nel suo Paese assisteva qualcuno?
No, nessuno
1
Una o più persone che vivevano con lei
Una o più persone che non vivevano con lei
2 Specificare quale/i………………
3 Specificare quale/i………………
74. Dove vivono oggi le persone della sua famiglia di origine?
Componenti
Con te in
Italia
In Italia ma
non con te
Nel tuo paese
di origine
In altri
paesi
74.1
Partner (marito /moglie/convivente)
4
3
2
1
74.2
Figli con meno di 18 anni
4
3
2
1
a cura di: e-labora
102
AVER CURA. Rapporto di ricerca
74.3
Figli con più di 18 anni
4
3
2
1
74.4
Madre/padre
4
3
2
1
74.5
Fratelli/sorelle
4
3
2
1
74.6
Suocero/a
4
3
2
1
74.7
Altre persone, specificare…………
4
3
2
1
75. Nel suo nucleo familiare chi guadagna? Possibili più risposte
Componenti
Partner (Marito /moglie/convivente)
1
2
Figli
3
Madre/padre
Fratelli/sorelle
4
5
Suocero/a
6
Cognati/cognate
7
Nipoti
Zie/zii
8
9
Genero/nuora
10
Altre persone, specificare...................................
11
Io
SEZIONE H - PERCORSO MIGRATORIO
Compilare solo se cittadino straniero
76. In quale anno è arrivata/o in Italia per la prima volta? __________________
77. La prima volta che è arrivata/o in Italia in quale città si è fermata/o? ______
78.
Se non comunitario. Ha il permesso di soggiorno?
NO
SI
1
2
Se sì, specifichi il MOTIVO
Per turismo
21
Per lavoro
22
Per ricongiungimento familiare
23
Per studio
24
Per altro, specificare……………
25
79. Ha la carta di soggiorno?
NO
1
SI
2
80. È iscritta/o all’anagrafe qui in Italia (ha la Carta di Identità)?
NO
1
SI
2
81. Per quale/i motivi ha deciso di partire dal suo Paese? Scegliere i due principali
a cura di: e-labora
103
AVER CURA. Rapporto di ricerca
Motivi
Per motivi economici
1
Per fare nuove esperienze
2
Per seguire la mia famiglia
3
Per studiare
Per altri motivi, specificare…………………………………..
4
5
82. Cosa pensa di fare nei prossimi anni? Scegliere una sola possibilità
Prospettive
Continuare a lavorare in Italia come ora
Vivere per sempre in Italia
1
2
Rientrare definitivamente nel mio paese
3
Altro (specificare)…………………………………………….
4
Per TUTTI:
83.
Vuole dire ancora qualcosa prima di terminare l’intervista? Specificare
____________________________________________________________
GRAZIE PER LA PREZIOSA COLLABORAZIONE !
a cura di: e-labora
104
AVER CURA. Rapporto di ricerca
QUESTIONARIO ANONIMO ASSISTITI
A cura del rilevatore
Codice rilevatore: _____ Data di intervista: ___/___/___ Luogo di intervista: ____
SEZIONE A. PROFILO SOCIO-DEMOGRAFICO E RESIDENZIALE
1. Indicare il sesso dell’intervistata/o
1
femmina
Maschio
2
2. Indicare il Comune di residenza _____________________________________
3. In che anno è nata/o? ______________________________________________
4. Qual è il suo stato civile?
Coniugata/o
1
Divorziata/o
2
Nubile/celibe
3
Vedova/o
Altro
4
5 Specificare…………………………………………..
5. Qual è o è stata la sua ultima occupazione o lavoro svolto?
Casalinga
1
Operaio
2
Operaio specializzato/tecnico
Impiegato
3
4
Insegnante
5
Imprenditore Artigiano
6
Imprenditore Commerciante
Imprenditore Agricolo
7
8
Libero professionista (geometra, ragioniere, medico, avvocato, ecc.)
9
Dirigente o Imprenditore industriale
Altro (Specificare)___________________________________________
10
11
6. Quale titolo di studio possiede?
Nessun titolo
1
Scuola elementare
2
Scuola media inferiore
3
Qualifica professionale (2 o 3 anni)
4
Diploma di scuola superiore
5
Laurea breve / diploma parauniversitario (2 o 3 anni)
6
Laurea
7
a cura di: e-labora
105
AVER CURA. Rapporto di ricerca
7.
Titolo superiore (post-laurea)
8
Altro (Specificare)_________________________________________
9
Quali tra queste fonti di reddito dispone?
E’ possibile indicare più di una risposta
Fonte di reddito
Pensione
1
Integrazioni varie (es. contributi e indennità, …)
2
Rendite varie (immobiliari, finanziarie, …)
Stipendio
3
4
Altro (Specificare)_________________________________________
5
8. Quali persone vivono con lei?
Componenti
Nessuno (vive da solo)
1
Partner (Marito /moglie/convivente)
2
Figli, specificare il numero______
3
Madre/padre
Fratelli/sorelle, specificare il numero__________
4
5
Nipoti, specificare il numero _________
6
Altre persone (specificare)
7
TOTALE conviventi incluso l’assistito
9. Mi può descrivere le principali caratteristiche della sua abitazione?
Abitazione
n. vani
mq (approssimativi)
1. Appartamento
2. Casa bifamiliare o a schiera
3. Abitazione autonoma
4. Altra sistemazione, specificare_____________
10.
Mi può dire in che tipo di abitazione vive?
Abitazione
Di proprietà
1
In affitto
2
In uso-frutto
3
Altro (Specificare)_________________________
4
SEZIONE B. CONDIZIONI PISCO-FISICHE E STORIA ASSISTENZIALE
11.
Mi può dire quali sono i suoi principali problemi di salute? (anche più di una risposta)
Non cammina
1
a cura di: e-labora
106
Cammina con sostegno
2
AVER CURA. Rapporto di ricerca
Non parla
3
Parla poco
4
Non deglutisce
5
Deglutisce a fatica
6
Non dorme
E’ incontinente
7
Dorme poco
8
9
Porta il pannolone
10
11
Altro (specificare) ____________________________________
12. Mi può indicare la sua condizione di autonomia?
Non autosufficiente
1
Parzialmente non autosufficiente nella cura della persona
Parzialmente non autosufficiente nelle attività domestiche
2
3
Parzialmente non autosufficiente nelle attività fuori casa
4
Autosufficiente
5
13. Indicare il tipo di prestazioni, interventi di cui l’assistito/a gode
Tipologia prestazioni godute
14.
NO
SI
13.1
Servizio di Assistenza Domiciliare (SAD) – sociale
1
2
13.2
Servizio Infermieristico Domiciliare (SID)
1
2
13.3
Servizio Riabilitativo Domiciliare (SRD)
1
2
13.4
Assistenza Domiciliare Programmata (ADP), svolta dal MMG
1
2
13.5
Contributi o interventi del Fondo per l’Autonomia Possibile (FAP)
1
2
13.6
Altro (Specificare)__________________________________________
1
2
Oltre che dall’assistente familiare e ai Servizi pubblici di cui sopra (domanda
13), riceve cure e assistenza anche da parte di altre persone?
NO
1
2
SI
Se Sì, precisare quali:
15.
Parente/i
21
Amico/i
22
Vicino/i di casa
23
Volontari di associazione
24
Specificare quale
Altro
25
Specificare
Specificare quale grado
Quando l’assistente familiare si assenta a quali persone o servizi ricorre, lei o
i suoi familiari?
Tipologia
15.1 Sostituzione Assistente familiare (in alternanza)
NO
1
SI
2
Residenza Sanitaria Assistita (RSA)
15.3 Familiari, parenti
1
1
2
2
15.2
15.4
Amici, vicini di casa
1
2
15.5
Associazioni di volontariato
1
2
a cura di: e-labora
107
AVER CURA. Rapporto di ricerca
15.6
Altro (Specificare)____________________________________
1
2
16. Prima di decidere di ricorrere ad una assistente familiare ha valutato, lei o i
suoi familiari, altre alternative, es. frequentare un Centro “sociale” diurno, o
soggiornare in una Casa di riposo?
NO
1
Perché?
SI
2
Precisare quali e il motivo
17. Da quanto tempo è assistito a casa continuativamente da una assistente
familiare?
Anni
Meno di un anno
1
Da 1 a 2 anni
2
Da 2 a 3 anni
3
Da 3 a 4 anni
4
Da 4 a 5 anni
5
Da 5 a 6 anni
6
Da 6 a 7 anni
7
Da 7 a 8 anni
8
Più di 8 anni
9
18.
Quante assistenti familiari ha avuto in totale fino ad oggi? N.__________
19.
Da quante assistenti familiari è stato assistito a casa dall’inizio dell’anno?
Numero di assistenti familiari
Maschio
Femmina
Una
1
1
2
Due
Tre
2
3
1
1
2
2
Altro (Specificare)____________________
4
1
2
20. Qual è il motivo principale dell’ultima sostituzione dell’assistente familiare?
Motivazioni
Non mi trovavo bene
1
Perché? _____________________
Ha dovuto rientrare nel proprio paese
2
Perché?_____________________
Ha trovato un altro lavoro qui in Italia
3
Si è ammalata/o
4
Altro motivo (Specificare)_____________
5
SEZIONE C. RAPPORTI CON L’ASSISTENTE FAMILIARE ATTUALE
21.
Attualmente è assistito da quante assistenti familiari? N.__ di quale sesso: M, F
Se l’assistito ha più di un’assistente familiare, le domande successive si riferiscono solo alla principale
22.
In che modo ha trovato l’attuale assistente familiare/i?
Modalità di ricerca
Mi è stata indicata da amici / conoscenti / familiari
1
Mi è stata indicata dall’assistente familiare precedente
2
Io / i miei familiari si sono rivolti a: Caritas, Sportello
bandanti della Provincia, Assistenti sociali, …
3
a cura di: e-labora
108
(Specificare quali)
AVER CURA. Rapporto di ricerca
Ha letto un annuncio sul giornale (es. Città nostra)
4
Altro (Specificare)______________________________
5
23. Quando ha scelto o sceglie l’assistente/i familiare aveva o ha delle preferenze?
NO
SI
1
2
Se si, quali sono le caratteristiche che preferisce o ha preferito:
Età, specificare se giovane, adulta, anziana__________________
21
Sesso, specificare se femmina, maschio_____________________
22
Stato civile, specificare se sposata o altro____________________
23
Nazionalità, specificare quale _____________________________
24
Esperienza lavorativa
25
Preparazione professionale (titoli posseduti)
26
Economicità (prezzo)
27
Altro (Specificare)______________________________________
28
24. Con l’attuale assistente familiare/i che tipo di contratto di lavoro ha?
Tipologia
Non in regola
1
Specificare perché
In regola
2
Specificare perché
25. L’assistente familiare vive con lei?
NO
1
SI
2
Altro
3
(Specificare)
26. Quante ore di lavoro alla settimana fa l’assistente familiare da lei?
Previste da contratto o accordo verbale
(N° ore)
Effettivamente svolte
(N° ore)
27. Quali tra questi diritti lavorativi sono riconosciuti all’assistente familiare e
quali invece sono effettivamente esercitati dall’assistente familiare?
Esercitato
effettivamente
Riconosciuto
Diritto
1. Riposo giornaliero
2. Riposo settimanale
Non
pertinente
NO
1
1
SI
2
2
Non so
3
3
NO
1
1
SI
2
2
1
1
3.
Malattie
1
2
3
1
2
1
4.
Straordinario
1
2
3
1
2
1
5.
Ferie
1
2
3
1
2
1
6.
Festività
1
2
3
1
2
1
a cura di: e-labora
109
AVER CURA. Rapporto di ricerca
7.
1
Altro (specificare)_______
2
3
1
2
1
Quanto paga al mese la sua assistente familiare? (nel caso di più assistenti, indicare la
28.
principale)
Meno di 500,00 euro
1
Tra 800,00 e 1.100,00 euro
3
Tra 500,00 e 800,00 euro
2
Più di 1.100,00 euro
4
Non so
5
29. Chi eroga la paga/compenso all’assistente familiare?
Io, direttamente
1
Un mio familiare
2
Un amico fidato
3
Altro (Specificare)_________________________
4
30. All’assistente familiare oltre al denaro viene dato, in base ad accordi presi o al
contratto firmato, anche qualcosa d’altro?
NO
1
SI
2
Precisare cosa
SEZIONE E. GIUDIZIO SULLE COMPETENZE DELL’ASSISTENTE
FAMILIARE
31. Mi dica qual è la sua soddisfazione sul lavoro svolto dall’assistente familiare
sotto i seguenti punti di vista:
Capacità / competenze
1.
Comprendere e parlare italiano
2.
Cucinare i cibi giusti / adatti
3.
Fare l’igiene personale
4.
Fare le pulizie domestiche
5.
Essere paziente
6.
Essere socievole
7.
Aiutarmi a fare ginnastica / esercizi
8.
Aiutarmi a prendere i farmaci
9.
Accompagnarmi fuori casa / passeggiare
10.
Soddisfatto
Così, così
Non
soddisfatto
Non
pertinente
3
3
3
3
3
3
3
3
3
3
2
2
2
2
2
2
2
2
2
2
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
Disbrigo di pratiche domestiche
32. Se non si sente bene e ritiene di aver bisogno di qualcuno a chi si rivolge prima
di tutto?
All’assistente familiare
1
Ad un familiare/parente prossimo
2
Al medico di medicina generale
Altro, specificare__________________
3
5
Ad amici
4
a cura di: e-labora
110
AVER CURA. Rapporto di ricerca
33. Sarebbe disponibile ad inviare la sua assistente familiare a dei corsi/giornate di
formazione per migliorare le sue conoscenze e capacità di fare l’assistenza,
compatibilmente con gli impegni di lavoro e senza alcuna spesa da parte sua?
NO
1
Non saprei proprio
4
SI 2
Solo a determinate condizioni
3
Specificare quali________________________
34. Qual è il suo giudizio complessivo sull’attuale assistente familiare/i?
______________________________________________________________
35. Vuole dire o aggiungere qualche altra cosa prima di terminare l’intervista?
______________________________________________________________
GRAZIE PER LA PREZIOSA COLLABORAZIONE !
a cura di: e-labora
111
Azienda per i Servizi Sanitari n. 6
“Friuli Occidentale”
Via Vecchia Ceramica, 1
33170 Pordenone
Tel. 0434 369111 - Fax 0434 523011
[email protected] - www.ass6.sanita.fvg.it
AVER CURA
Assistenti familiari in provincia di Pordenone.
Aspetti sanitari e sociali.
Rapporto di ricerca