EDEMA e RITENZIONE IDRICA - Associazione Italiana GIST

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EDEMA e RITENZIONE IDRICA - Associazione Italiana GIST
RITENZIONE IDRICA (o”EDEMA”): un effetto collaterale frequente nei pazienti GIST in terapia
COME COMBATTERE L'EDEMA A TAVOLA:
MENO SALE, PIU' BENESSERE
LA RITENZIONE IDRICA
Tra gli effetti collaterali più frequenti nelle prime settimane di terapia con Glivec sicuramente la
ritenzione idrica (o “edema”) è il più fastidioso. L’edema da Glivec di solito si osserva nelle prime
settimane dall’inizio del trattamento, ma si può presentare anche dopo mesi; si manifesta in
genere come edema peri-orbitale (gonfiori agli occhi, che può essere frequente durante la
mattinata, al risveglio e durante la prima parte della giornata) o edema peri-malleolare (gonfiori
alle caviglie) raramente tende ad essere generalizzato. E’ correlato sia alla dose del farmaco che
all’età del paziente. Si può presentare con comparsa di ascite, cioè di liquido nella cavità
peritoneale. Glivec può eventualmente determinare un aumento dell'ascite.
Nella gestione della ritenzione idrica è consigliato ai pazienti di:
- controllare, all’inizio del trattamento, il peso quotidianamente;
- controllare se compare gonfiore intorno agli occhi o alle caviglie;
- monitorare la pressione arteriosa perché la ritenzione idrica dovuta al farmaco potrebbe
causare aumento della pressione e, quindi, ipertensione. Molto più rari sono i casi di
versamento pleurico (cioè presenza di acqua nei foglietti che rivestono i polmoni) e ancora più
rari quelli di versamento intorno al cuore (cioè nel pericardio, il foglietto che riveste il cuore);
- limitare il sale nella dieta alimentate. 
Interveniamo con farmaci specifici, cioè con diuretici che aiutano a eliminare i liquidi in
eccesso, se l’edema è importante. Talvolta ci troviamo nella condizione di sospendere Glivec
per brevi periodi di tempo, di proseguire il diuretico e di riprendere il farmaco una volta che la
ritenzione idrica è in fase di miglioramento o si è risolta.
(Dagli interventi della Dott.ssa Elena Fumagalli, Medico Oncologo, Struttura Semplice
Trattamento Medico Sarcomi Adulto, Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori, ai
convegni A.I.G. di Milano 1-3-2008 e 21-2-2009 sul tema “La malattia avanzata: i trattamenti e la
gestione degli effetti collaterali”)
ALCUNI SEMPLICI CONSIGLI PER LIMITARE IL SALE
NELLA DIETA DEI PAZIENTI AFFETTI DA GIST
Il sale nella storia
In passato il sale è stato un elemento prezioso. La parola
“salario”, introdotta dai Romani, deriva appunto dal sale che era
corrisposto come paga, data la sua importanza per la
conservazione degli alimenti. Nel Rinascimento, in seguito
all’introduzione di una tassa sul sale nello Stato Pontificio, la
popolazione di Toscana e Umbria cominciò a produrre pane
sciapo (senza sale). Questa tradizione persiste ancora oggi e
anzi, consumare il pane toscano senza sale è importante per
ridurre il contenuto di sodio dell’alimentazione.
Che differenza c’è tra SALE e SODIO?
Il sale da cucina (il cui nome chimico è cloruro di sodio) contiene lo ione di sodio (Na+) indicato
di seguito semplicemente come sodio, che favorisce l’aumento della pressione e della
ritenzione idrica. 1 grammo di sale da cucina equivale a 393,4 milligrammi di sodio.
Quanto è “troppo”?
Come raccomanda l’Organizzazione Mondiale della Sanità, ogni giorno non bisognerebbe
consumare più di 5 grammi di sale da cucina, che corrispondono a circa 2 grammi di sodio. Per
dare una idea più chiara, 5 grammi di sale sono all’incirca quelli contenuti in un cucchiaino da tè.
Attraverso l’alimentazione, però, introduciamo in media 10 grammi di sale ogni giorno fra quello
normalmente contenuto negli alimenti e quello aggiunto, cioè il doppio della quantità
raccomandata!! Mangiamo molto più sale del necessario e quindi introduciamo più sodio.
Diminuire questa quantità (per esempio, portare da 5 a 2 grammi il
consumo giornaliero di sale da cucina) può aiutare notevolmente a
limitare l'edema. Ridurre il sale inoltre è molto salutare anche per
mantenere la pressione arteriosa a livelli ottimali e quindi per ridurre il
rischio di infarto o ictus. Ma diminuire l'uso del sale non significa
solamente salare di meno la carne, l'insalata o i cibi che
portiamo in tavola, perchè il sale è contenuto in moltissimi altri
prodotti e si nasconde in alcuni cibi “insospettabili” come pane,
grissini, crackers, biscotti e briosch.
Dov’è il sale?
Secondo l’Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione
(INRAN):
• più della metà (54%) è contenuto nei cibi conservati e precotti (è quello
utilizzato nella preparazione industriale)
• quello presente nei cibi freschi è molto meno (circa il 10%)
• il sale aggiunto quando si cucina o in tavola è circa il 36%.
Secondo stime della Commissione Europea, il sale presente nei cibi industriali o consumati fuori
casa arriva a più del 75%, mentre quello aggiunto nelle preparazioni domestiche è nettamente
inferiore anche se è necessario conoscere meglio gli alimenti contenenti molto sodio.
Occhio a questi cibi!
Gli alimenti piu' salati
Quantità di SODIO per 100 gr. di prodotto
Salsa di soia
5,7 gr
Minestrone liofilizzato
5,6 gr
Prosciutto crudo
2,2 gr
Caviale
2,2 gr
Salmone affumicato
1,9 gr
Bresaola
1,6 gr
Ketchup
1,1 gr
Patatine fritte in busta
1,1 gr
Pancetta
1 gr
Margarina
0,8 gr
Pizza bianca
0,8 gr
Pizza al pomodoro
0,7gr
Cornflakes
0,7gr
Pane di segale
0,6 gr
Mortadella
0,5 gr
Pane al latte
0,5 gr
Biscotti secchi
0,4gr
Carne bovina in scatola (con gelatina)
0,4 gr
Croissant
0,4 gr
Muesli
0,4 gr
Fonte: http://www.menshealth.it/alimentazione/mangia-meglio/SODIO-CIBI-SI-CIBI-NO
Attenzione anche a:
− formaggi stagionati (es. pecorino, parmigiano, gorgonzola, taleggio),
− carni insaccate (es. salsiccia di maiale)
− salumi in generale, wurstel,
− grissini, crackers, salatini, pistacchi da aperitivo
− olive, sottaceti e noccioline salate
− salse (es. maionese) e conserve
− cibi confezionati, precotti, inscatolati, piatti pronti,
pasta surgelata, minestre conservate
− dadi da cucina
− frutti di mare, baccalà
− pasta ripiena (tortellini, ravioli, cannelloni)
− carne in scatola, acciughe e sardine in scatola, pasta d’acciughe, tonno in scatola
I cibi meno salati
Gli alimenti meno salati
Quantita di SODIO per 100 gr. di prodotto
Olio
Peperoni
Frutta fresca
Pomodori da insalata
Finocchi
Pasta
Riso
Frutta secca
Burro
0 gr.
0,002 gr.
0,001 /0,003 gr.
0,003 gr.
0,004 gr.
0,004 gr.
0,005 gr.
0,006 gr.
0,007 gr.
Fonte: http://www.menshealth.it/alimentazione/mangia-meglio/SODIO-CIBI-SI-CIBI-NO
Imparare a scegliere alternative vantaggiose, per esempio:
• se invece di un panino con salume crudo se ne sceglie uno con pomodoro e mozzarella si
risparmia circa 1 grammo di sodio
• se per la pasta e legumi si usano i legumi freschi o
secchi invece di quelli in barattolo si può evitare fino a
mezzo grammo di sodio.
• se si condiscono pietanze, carni e insalate con erbe
aromatiche e spezie, si evita il sale e si esalta il sapore
con gli aromi.
• si può scegliere il pane sciapo, tipo toscano che
praticamente non contiene sale: ci si abituerà presto al
suo sapore insipido.
• è consigliato consumare molta frutta e verdura, alimenti
in assoluto a più basso contenuto di sodio.
Quando il sapore inganna: quel salato non salato
Ci sono cibi che contengono discrete quantità di sodio, anche se non sembrano salati. È il caso
per esempio di alcuni tipi di cereali per la colazione o di biscotti: questo può accadere perché il
sodio presente viene nascosto alle nostre papille gustative dallo zucchero presente fra gli
ingredienti. Il consiglio è dunque quello di abituarsi a consultare l’etichetta dei cibi che
consumiamo, anche se non è molto semplice!
Infatti esistono due tipi di etichette di prodotti confezionati:
1) quelle che indicano la quantità di sodio per 100 gr di prodotto o “per porzione”: è meglio
preferire i prodotti in cui la quantità di sodio non supera 0,4 grammi (400 mg) per
porzione;
2) quelle che riportano il contenuto di sale (non di sodio) in grammi solo per “una porzione” di
prodotto (non di 100 grammi): diventa quindi importante sapere a quanto esattamente
corrisponde una “porzione”...
E’ importante, inoltre, ricordare i nomi di alcuni ingredienti che indicano la presenza di sale nelle
etichette come: cloruro di sodio, bicarbonato di sodio, fosfato monosodico, glutammato
monosodico, nitrato e nitrito di sodio e così via. Di fatto, tutti questi ingredienti contengono
il sodio anche se in una quantità inferiore rispetto a quello contenuto nel sale da cucina.
Acqua minerale: è davvero utile quella a basso contenuto di sodio?
Ci sono sul mercato acque minerali povere sodio, tuttavia nella maggior
parte delle acque minerali il contenuto di sodio è inferiore a 0,05
grammi per litro, il che significa che per arrivare a 2 grammi di sodio
bisognerebbe berne più di 40 litri al giorno! Con due litri di acqua, a
seconda della marca, ogni giorno si introducono in media da 0,02 a 0,10
grammi di sodio, cioè solo dall’1 al 5% della quantità giornaliera massima
consigliata.
Sale iposodico: è davvero un’alternativa?
I cosiddetti sali iposodici o “sostituti del sale” hanno generalmente un terzo della quantità di sodio
rispetto al sale da cucina.
In questi prodotti il sodio è in parte sostituito dal potassio, e le persone in buona salute possono
utilizzarlo tranquillamente perché la quantità di potassio che si può assumere in una giornata è
circa 3 volte in più di quella del sodio.
Alcune persone tuttavia devono fare attenzione all’uso di questi sali: sono per esempio
coloro che soffrono di malattie renali e diabete, e coloro che assumono farmaci che
diminuiscono l’eliminazione del potassio. Per questo motivo, l’uso di questi prodotti va
valutato con il proprio medico, verificando se esistono dei motivi per evitarne l’uso.
Come posso limitare il consumo di sale?
Cambiare dall’oggi al domani le proprie abitudini alimentari non è facile. Abituarsi gradualmente al
consumo di cibi meno “salati” è invece più semplice: si può partire da obiettivi minimi per
raggiungere col tempo traguardi che richiedono impegno via via maggiore, come suggerito nello
schema qui sotto. La natura ci viene in aiuto perchè il gusto tende ad abituarsi rapidamente ai cibi
via via meno salati e si tende ad apprezzare di piu' il sapore naturale dei cibi.
:
http://www.cuore.iss.it/prevenzione/ridurreSale.asp
Meno sale nei cibi: che cosa succede in Europa?
A partire dal 2008 numerosi Paesi europei, fra cui l’Italia, si sono impegnati a realizzare azioni
concrete per ridurre il contenuto di sale nei cibi e rendere così più facile a ognuno l’obiettivo di non
superare i 2 grammi di sodio al giorno.
In Italia si comincia dal pane meno salato
Anche in Italia sono state avviate iniziative che vanno nella
direzione dettata dai Paesi europei: nel 2007 il Ministero della
Salute ha avviato i lavori per un accordo, poi siglato nel 2009, con
i produttori di pane (sia a livello industriale che artigianale) per
diminuire il contenuto di sale del 15% entro il 2011. Infatti il pane
è uno degli elementi che porta a un maggiore consumo di sodio
nell’arco della giornata: pur non essendo tra i cibi a maggiore
contenuto di sale, se ne consuma una maggiore quantità ogni
giorno.
Quanto sale? Un confronto tra diete
Una buona indicazione sulle nostre abitudini alimentari è
data da queste due diete. La prima ha un tenore corretto in
sale, infatti comprende alimenti che portano ad assumere
un quantitativo di sodio in linea col limite raccomandato da
OMS (2 gr.), mentre la seconda è decisamente troppo ricca
di questo elemento.
Chi si riconosce di più nella prima può stare tranquillo: già
fa abbastanza per limitare la presenza di sale nella sua
alimentazione. Chi invece si riconosce di più nella seconda
deve valutare qualche piccolo cambiamento di rotta (per
quanto riguarda i quantitativi, per ciascun alimento si sono
considerate porzioni medie).
DIETA CORRETTA
Colazione: latte + 2-4 fette biscottate + un cucchiaio di marmellata + una spremuta
Pranzo: spaghetti al pomodoro, basilico e olio d’oliva; emmenthal con zucchine; un
panino; macedonia di frutta fresca; 2 bicchieri d’acqua
Cena: bistecca e insalata; un arancio; una porzione di gelato alla crema; una lattina di
birra scura; un bicchiere di acqua; un caffè.
SODIO 0,76 GRAMMI CORRISPONDENTE A 2 GRAMMI DI SALE
DIETA SCORRETTA (CON TENORE ELEVATO DI SODIO)
Colazione: latte; cereali; succo di frutta
Pranzo: spaghetti all’amatriciana; prosciutto crudo con carciofini sott’olio e salsa tartara;
un panino; una mela; un bicchiere di vino; 2 bicchieri d’acqua; un caffè
Cena: ravioli di carne; pecorino e insalata mista; un’arancia; una fetta di crostata alla
marmellata; una lattina di coca cola; un bicchiere d’acqua
SODIO ASSUNTO 4,4 GRAMMI CORRISPONDENTE A 11 GRAMMI DI SALE
http://www.altroconsumo.it/salute-a-tavola/come-ridurre-il-consumo-s76771.htm#
GLI ALIMENTI DIURETICI
Per aiutare a combattere la ritenzione idrica è utile conoscere e utilizzare alimenti con naturali
proprietà diuretiche, prima di ricorrere a farmaci e prodotti chimici che vanno sempre e comunque
assunti sotto sorveglianza del medico. Un'alimentazione regolare ricca di frutta fresca e insalata è
già un buon inizio!
Attenzione: tutti i diuretici, anche quelli di derivazione naturale, possono avere ripercussioni
negative sul bilancio idrico dell'organismo (disidratazione, nausea, crampi, ipotensione,
dislipidermie fino al collasso cardiocircolatorio). La parola d'ordine per questi usi è moderazione!
Esistono cibi diuretici?
La natura ci regala molti cibi dalle spiccate proprietà
diuretiche. Per rendersene conto basta mangiare, per
esempio, una fetta di anguria o asparagi bolliti.
ananas: favorisce la diuresi
betulla: l’infuso di foglie aiuta a combattere il ristagno di
liquidi
carciofo: stimola la funzionalità epatica e renale
cetriolo: ha proprietà rinfrescanti, depuranti e diuretiche
cipolla: aiuta la naturale produzione di urina
equiseto: diuretico e depurativo, si usa sottoforma di infuso
finocchi: diuretici, ricchi di vitamine e minerali
mela: anche questo comunissimo frutto nasconde spiccate proprietà diuretiche
aceto di mele: ha parimenti proprietà diuretiche naturali e può
vantaggiosamente sostituire l’aceto di vino nel condimento
ortica: (infuso) gli estratti di questa pianta migliorano la funzionalità renale
tarassaco (o dente di leone o soffione): si usa sottoforma di infuso
E inoltre:
tè verde, dente di leone (infuso)
uva, cocomero e meloni
sedano, prezzemolo, carote, aglio, cipolle, porro, scalogno, erba cipollina, rafano
melanzane, cavoli, broccoli, cavoli e cavoletti di Bruxelles, lattuga, barbabietole, ravanello
Guarda il video “Occhio al sale nascosto”, realizzato per la campagna Il Progetto Cuore
dell’Istituto Superiore di Sanità, a cura del Centro per la Valutazione dell’Efficacia
dell’Assistenza Sanitaria (CeVEAS – Modena). Meno sale fa bene a tutti, non solo agli
ipertesi e ai malati di cuore!
http://www.youtube.com/watch?v=IapLxMYsK6M
Fonti
Questa scheda informativa è stata elaborata da A.I.G. Associazione Italiana GIST Onlus utilizzando i
materiali relativi al sodio nell'alimentazione realizzati dal Centro Nazionale di Epidemiologia Sorveglianza e
Promozione della Salute, Istituto Superiore di Sanità, e dal Centro per la Valutazione dell’Efficacia
dell’Assistenza Sanitaria (CeVEAS) – Servizio Sanitario Regionale Regione Emilia-Romagna.
Informazioni tratte dai seguenti siti:
Il Progetto Cuore
http://www.cuore.iss.it/prevenzione/sale.asp
http://www.cuore.iss.it/altro/chi_siamo.asp
Leiweb – rubrica Salute, Il sito del mensile OK La salute prima di tutto
http://www.leiweb.it/
Ministero della Salute – Il portale informa > Si vive meglio con poco sale
http://www.salute.gov.it/dettaglio/pdPrimoPiano.jsp?id=185&sub=0&lang=it
Men's Health.it
http://www.menshealth.it/alimentazione/mangia-meglio/SODIO-CIBI-SI-CIBI-NO
Pianeta Donna
http://www.my-personaltrainer.it/integratori/diuretici-naturali.html
Altroconsumo
http://www.altroconsumo.it/salute-a-tavola/come-ridurre-il-consumo-s76771.htm#
raccolta di informazioni a cura di Associazione Italiana GIST Onlus, gennaio 2011