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Atleta REGIA S.r.l. Logistica & Recapiti - Viale R.Wagner, 62/L - 84131 - Salerno - tel. 089.33.66.50 - fax 089.20.96.851 www.regiarecapiti.it Corre veloce Vito. Corre veloce con la spensieratezza di chi ha un futuro importante davanti. Un futuro da costruire giorno dopo giorno, con passione e allenamento, divertimento e lavoro. Perché è così che nasce un campione: senza strafare, senza bruciare le tappe, ma con una crescita costante salendo piano piano gradino dopo gradino. Classe 1996 di strada da fare, di pista da correre ne ha ancora davvero tanta, ma Martorella rappresenta sicuramente uno degli atleti più interessanti del panorama salernitano. Un panorama salernitano che attende da tempo un nuovo campione nell’atletica leggera, la regina degli sport. Il sogno sarebbe quello di vederlo arrivare un giorno a partecipare alle Olimpiadi. Chissà, ma per il momento Vito non ci pensa e continua a correre veloce. E a correre veloce Vito Martorella, tesserato per l’Atletica Delta di Eboli, ha iniziato ben presto. A dieci anni tramite i Cas (centri di avviamento allo sport) della società presieduta dal professor Taddeo, si è avvicinato al mondo dell’atletica leggera. «Ho iniziato con il pattinaggio, poi vedendo dei ragazzi correre, mi sono appassionato a questo sport meraviglioso» A soli dieci anni le prime gare, quelle classiche per i bambini della sua età: prove di velocità, salto in lungo e gare di lancio. E già lì si intravedeva che il ragazzo poteva avere delle potenzialità interessanti. Poi gara dopo gara, vittoria dopo vittoria, eccolo sbarcare nella categoria Cadetti e collezionare i primi grandi risultati. Quarto posto ai regionali sugli 80 metri. Poi il cambio di strategia. Insieme al tecnico decide di passare alle gare dei mille e dei 300 metri. Ed anche in queste prove colleziona ottimi tempi a livello nazionale e due titoli regionali. E poi correndo 2’43’’ sui mille metri Vito ha fatto segnare il secondo miglior tempo stagionale, a livello italiano. E per non farsi mancare niente ai Giochi Studenteschi corre sui 400 (gara da categoria Allievi) fermando il cronometro a 53’8. E poi proprio nei giorni scorsi ad Agropoli, sotto la pioggia battente, in condizioni certo non facili, Vito corre i 300 metri in soli 36’8, facendo registrare il miglior tempo italiano della stagione. «Sono due gare che mi piacciono molto. Sui 300 vado bene perché sono veloce, sui mille posso sfruttare la mia capacità di resistenza. Mi piacciono entrambe, su questo non c'è dubbio». Niente male per un giovare dalle grandi potenzialità che però deve ancora lavorare tanto. Sono comunque tempi straordinari per un ragazzo della sua età. «Sono molto soddisfatto di questi risultati - ha dichiarato Vito Martorella - il mio obiettivo è crescere sempre di più, continuando ad allenarmi e a divertirmi». Già perché a questa età il duro allenamento non può certo prescindere dal divertimento: «Adesso sono concentrato per prepararmi ai campionati italiani. Sarebbe meraviglioso tornare a casa con una bella medaglia». «Personalmente – ha dichiarato il tecnico di Vito, il professor Taddeo - credo che Vito possa diventare un grande ottocentista o quattrocentista. E’ questa la distanza ideale per lui». E metro dopo metro gara dopo gara, Martorella può davvero sognare in grande: «Io penso che questo atleta abbia tutte le carte in regola per puntare ad un podio ai prossimi Campionati Italiani ma soprattutto per divenire un protagonista dell'Atletica Assoluta. Sarebbe bello portarlo fino alle Olimpiadi, un giorno, anche se non è facile. L’importante è che adesso cresca gradualmente, senza bruciare le tappe, senza anticipare i tempi. Questa è la nostra filosofia». La filosofia di Vito, invece, è quella di correre sempre più veloce, vincendo divertendosi. (red.atl.) Lo sport attende una risposta po sport s sp por p orrt o rt y...i ec economy.it ec eco co onomy o nomy y .it iitt maggio 2011 all’interno •Tiroallafune 3 spor sport s sp po por p ort rt co no y..it ec o economy.it eco ec on onomy nomy y ..iiitt Tempo di elezioni. Tempo di tante parole, dette e scritte. Aspettando i fatti. Salerno e molti altri centri della provincia in questi giorni sono inondati da tante promesse, da tanti appelli, da programmi. Senza voler prendere la parte di uno o dell’altro candidato, resta di fondo che ascoltando i diversi aspiranti si nota che si parla davvero troppo poco di sport. In una città come Salerno le problematiche da affrontare sono sicuramente tante, ma non può certo essere tralasciata l’importanza che ha lo sport per l’intera comunità. Lo sport ha una funzione sociale che merita grandissima attenzione. Tanti atleti, tante società, tanti semplici appassionati o anche i classici sportivi della domenica allora attendono una concreta risposta. Attendono una risposta i tanti giovani che sperano di poter praticare sport senza doversi imbattere in tante difficoltà. A Salerno è in costruzione da anni un palazzetto dello sport. Ben venga, ma non è certo questo impianto che potrà risolvere gli annosi problemi che affliggono lo sport salernitano. Invece di costruire cattedrali nel deserto, servirebbero più palestre, più impianti polifunzionali, da mettere a disposizione delle società. Servono strutture per avviare i giovani allo sport. Servono strutture per avere grandi risultati e immaginare grandi progetti. E allora davvero non ci resta che attendere i fatti. sport s sp po por p ort rt y..it eco onomy o economy.it e ec economy co c on nomy y .iitt • FABIO SETTA sport s sp po por p ort rt y..it eco e onomy o economy.it ec economy co c on nomy y .iitt La stella nascente Mensile di cultura e informazione sportiva Un gioco fatto con gli amici nel tempo libero, all’aria aperta senza conoscere la grande storia che si nasconde alle spalle della storica disciplina del tiro alla fune. Uno sport che è stato per anni inserito nel programma delle Olimpiadi e che ora vive un magic moment •Parks Trail 7 “Correre senza lasciare il segno del proprio passaggio”. E’ questo il primo degli obiettivi del corridore ecologista. E’ questo il fine del parks trail, una gara magica per riscoprire l’Italia dei piccoli comuni e dei parchi naturali, vivendo un’emozione davvero unica spor sport s sp po por p ort rt y. ec ono o economy.it ec eco econo co no omy o my y.it ..iiitt Anno III numero 4 via Matteo Greco 3, Salerno tel.089 798697 - 089 795403 fax. 089 792172 di Salerno e Provincia •Karate 10 Al via la XXI edizione del Memorial di karate Ciro Bracciante, trofeo nazionale Fijlkam. Quest’anno all’interno della manifestazione, suddivisa in kumitè e kata, ci sarà anche un Gran premio giovanissimi. Parteciperanno oltre 1500 atleti. Testimonial del Gran Gala sarà Bud Spencer sport s sp po por p ort rt y..it eco onomy economy.it e ec economy co c o on nomy y .iitt l www.salernitanasporting.it 2 l Atleta numero di Salerno e Provincia 4 maggio 2011 tel. 089.861 089.861133 133 - 333.2368078 l numero Atleta di Salerno e Provincia 4 maggio 2011 3 A Vico Equense si è disputata una prova finale del campionato italiano tra l’entusiasmo del pubblico Credetechesiasolounpassatempo? Per tanti anni il Tiro alla fune è stato sport olimpico, ora sta vivendo una nuova età dell’oro. Tanto allenamento, un mix di tecnica e tattica: non è solo una prova di forza • JOSÈ ASTARITA Un gioco fatto con gli amici nel tempo libero, all’aria aperta senza cognizione alcuna della grande storia che si nasconde alle spalle della storica disciplina del tiro alla fune. Uno sport che è stato per lunghi anni inserito nel programma delle Olimpiadi per poi lasciare posto allo spettacolo di altre attività. La storia, però, quando passa segna il tempo e così è stato anche a Vico Equense. Infatti, lo scorso mese al Palazzetto dello sport di Vico Equense si è tenuta, per la prima volta in Campania una prova finale del Campionato Italiano di Tiro alla fune nella categoria dei 640 Kg, che ha visto tra le squadre protagoniste la Lubrensis di Sant’Agata sui due Golfi. Tecnica, tattica e tanto lavoro in palestra per il presidente e atleta del sodalizio della Penisola Sorrentina Sandro Gargiulo nativo di Salerno, che ha visto i bianco azzurri di casa chiudere la manifestazione al terzo posto. Questi gli atleti costieri protagonisti nello storico evento: Sandro Gargiulo, Luca Gargiulo, Antonino Cacace, Maurizio Esposito, Luigi Terminiello, Eugenio Gargiulo, Luigi Mastellone e Giuseppe Celentano. A darsi battaglia sono state sette squadre provenienti da tutta Italia: Spinetta Cuneo, Ga.Po Mantova, Faenza, Sarzana, Borgo San Vittoria, Cobra Fermo e la Lubrensis appunto, con oltre sessanta atleti alla pesatura. Un regolamento difficile che affonda le proprie radici nel corso della storia, addirittura le prime prove di questa disciplina datano anni dell’avanti Cristo come disciplina propiziatoria per il raccolto o contrapposizione tra il bene e il male. Sembra facile riuscire a portare dalla propria parte il simbolo piazzato al centro dell’attrezzo di gioco, la fune, ma di certo c’è da sconfiggere la resistenza degli otto atleti avversari. Un mix perfetto di tecnica ondulatoria e tattica non una semplice prova di forza. Fianco a fianco con i propri atleti si piazza ai piedi della pedana l’allenatore che al ritmo di pushle sprona i suoi al massimo sforzo. I termini nascono dalla patria del Tiro alla fune l’Inghilterra. Infatti, push sta per tirare, mentre le per left, cioè sinistra. Con la puntella piazzato come primo atleta, e il timoniere da boa finale è stato grande l’entusiasmo per gli oltre 500 spettatori che erano assiepati sugli spalti del Palazzetto, che hanno applaudito i protagonisti di una giornata storica. Affisso sulle tribune uno striscione che recitava: “Questa iniziativa è contro la camorra” a dimostrazione di come lo sport, oltre a potenziare la fisicità degli atleti e a rafforzare lo spirito di solidarietà e di squadra tra i suoi componenti, in certi territori, ha come fine non ultimo l’allontanamento dei ragazzi da ambienti a dir poco molto pericolosi per la loro crescita. La gara si è svolta in due fasi. Un girone all’italiana in cui tutte le squadre si sono sfidate in un testa a testa di due manches e le fasi finali articolate in semifinali e finali. I padroni di casa della Lubrensis dopo aver chiuso al terzo posto in graduatoria il testa a testa si è dovuta arrendere, al termine di due tirate allo stremo delle forze, a Borgo San Vittoria. Nell’altra semifinale i campioni in carica dei Cobra Fermo hanno avuto la meglio facilmente sulla Spinetta Cuneo. Nella finale tutta marchigiana tra Cobra Fermo e Borgo San Vittoria si sono imposti questi ultimi con due manches equilibrate e spettacolari. Il salernitano Gargiulo milita nella Lubrensis Allespalletantolavoro «Può sembrare un gioco di piazza, ma non è così Ci alleniamo anche quattro volte a settimana» E’ nata nel 2008, con l’intenzione di coinvolgere a diverse attività grandi e piccini, l’associazione “Lubren-sis”. Lo scopo è principalmente quello di promuovere e valorizzare lo sport nel mondo giovanile e diffondere in esso gli sport tradizionali, con particolare attenzione al Tiro alla fune. L’idea parte da un gruppo di ragazzi affiatati che partecipavano ad ogni torneo di Tiro alla fune locale e che ad un tratto decise di andare oltre. La Lubrensis si affilia alla Figest (federazione italiana giochi e alle spalle tantissimo allenamento. La preparazione si basa su la voro fisico e tecnico, perché come in tutti gli sport, anche nel tiro alla fune si adottano tecniche di tiro particolari. Si può avere tutta la forza del mondo, ma se poi non la si riesce a mettere in pratica, questa si annulla. La squadra momentaneamente si allena 3 volte a settimana tutto l’anno, a periodi intervallati di 4-5 allenamenti per settimana quando si è sotto preparazione». Unica squadra del Sud Italia nella disciplina la Lubrensis si trova di sport tradizionali) due anni or sono partecipando in tutte le categorie del Campionato italiano indoor dalla stagione 2008/09 di tiro alla fune. «Il primo anno non è stato ricco di emozioni per la Lubrensis – commenta il presidente dell’Associazione Sandro Gargiulo -. Considerata la nostra inesperienza, nonostante diversi punti conquistati, non siamo riusciti ad arrivare nemmeno a metà classifica. Il secondo anno invece ha avuto un esito molto diverso, in quanto, ci siamo piazzati quinti assoluti su undici squadre in lizza nella categoria 640 kg». Nel palmares della Lubrensis anche una partecipazione al Campionato Mondiale per club nello scorso febbraio dove i ragazzi di Gargiulo hanno chiuso al quindicesimo e al sesto posto, rispettivamente nelle categorie 640 e 680 Kg. «Tuttavia, nonostante il Tiro alla fune sembri un gioco – spiega Gargiulo – di piazza, nasconde fronte a notevoli spese per poter gareggiare nel Campionato Italiano, che si disputa prevalentemente a Nord. «Per la prima volta si disputerà una gara del Campionato Italiano in Penisola Sorrentina – continua Gargiulo. Cosa da sottolineare è che si tratterà di una finale». Una buona annata l’ultima della Lubrensis. I massesi si sono classificati al terzo posto nella gara di andata svolta a Fermo. Il 20 marzo, invece, medaglia di legno nella categoria 680 Kg, ma da evidenziare come i costieri partecipassero alla manifestazione con una squadra sotto peso di ben 27 chilogrammi «Il sogno nel cassetto è partecipare l’anno prossimo al campionato mondiale per club a Perth, in Scozia – conclude il presidente -. Se la Lubrensis migliorasse la propria classifica potrebbe addirittura rappresentare l’Italia con la maglia azzurra». (asta) Nata in Inghilterra questa disciplina si è propagata in tutta Europa Puntella e timoniere i due ruoli chiave Il tiro alla fune è una disciplina storica che vanta un passato importante essendo stata annoverata sino al 1920 tra le discipline olimpiche. Cinquant'anni di tornei olimpici per uno sport che affonda le sue origini nel lontano Sud-Est Asiatico come rituale di contrapposizione tra bene e male nelle cerimonie propiziatrici per il raccolto. In Europa, nasce in Inghilterra nel 1880 e lentamente si propaga principalmente nei Paesi Nordici(Svezia, Finlandia, Danimarca e Norvegia). La disciplina si divide in categorie in base al peso con appuntamenti indoor e outdoor, su prato. Si parte dai 560 Kg per arrivare alla top-class dei 720 Kg. Le squadre devono essere formate da un massimo di otto atleti che sono pesati prima della manifestazione. Nel caso in cui un team affronti un match con sette elementi anche gli avversari sono tenuti a "tirare" con un elemento in meno. Le gare indoor si svolgono in palazzetti che abbiamo la possibilità di contenere una pedana di lunghezza compresa tra i 32 e 36 metri, mentre la corda, ha una lunghezza di 36 metri e un diametro di 10 centimetri, di canapa. Come per i ginnasti è fondamentale la presa, anche nel tiro alla fune gli atleti adoperano la polvere di magnesio per aumentare l’attrito. Ruoli chiave nella composizione degli otto tiratori sono la “puntella”, ovvero il primo della squadra e il “timoniere”, l’ultimo. Le gare si disputano su due maches che assegnano un punteggio finale di tre punti per le due vittorie oppure uno per il pareggio. Per vincere è necessario far raggiungere il segna corsa della corda posto al centro nel proprio campo, oppure riuscire a far commettere tre falli agli avversari. 4 l Atleta di Salerno e Provincia Basket il Ruggi…to delle leonesse numero 4 maggio 2011 Un’impresa in famiglia: la gioia del presidente Rino Pignata e dei figli Tommaso (coach) e Margherita (capitano) La squadra salernitana, ottiene il terzo posto e raggiunge la promozione nella B1 Nazionale Decisiva la vittoria con Casagiove. Poi la festa e i progetti per il futuro: «Ci rinforzeremo» • VALERIO ARRICHIELLO Un ruggi…to lungo una stagione. Quella trionfale della Ruggi Select Salerno e delle sue leonesse. Una rosa di giocatrici che, guidata magistralmente dal presidente Rino Pignata e da suo figlio il coach Tommaso Pignata, ha conquistato al termine di un campionato durissimo la promozione nella B1 nazionale. Un risultato atteso, a lungo sognato e sudato sul campo che si è concretizzato il 12 marzo nel match decisivo sul parquet di casa, il Palasilvestri di Matierno. La zampata decisiva è stata piazzata nella sfida clou con le dirette avversarie dell’A.s.d. Family Basket di Casagiove. La classica partita che vale una stagione. Una vittoria che ha regalato con due giornate d’anticipo il terzo posto e la garanzia della promozione diretta in B1 nazionale evitando lo scoglio playoff. Un ostacolo superato alla grande per 67-60 al termine di una gara tiratissima. «Mancava un minuto e mezzo alla fine, ho guardato il tabellone ed eravamo pari, ma noi quella partita volevamo vincerla – racconta Alessandra Ga-gliardino, guardia della Ruggi - poi ho fatto un canestro, ho esultato con un « Lo sport è la metafora della vita e gli sport cosiddetti minori sono i migliori. Per questo amo il basket e punto forte sui giovani » urlo da cavernicola e da quel momento non ricordo più nulla, sono letteralmente entrata in trance agonistica e ho messo a segno 6-8 punti decisivi. O almeno questo è quello che mi hanno raccontato le mie compagne…». Una gioia enorme quella provata da Alessandra Gagliardino, top scorer del match con 22 punti, esplosa nei festeggiamenti finali con le compagne e il pubblico presente al Palasilvestri. Mamma di un bimbo di 20 mesi, tornata da un anno a giocare, nonostante un passato in A2 e tante vittorie un’emozione così grande Alessandra non l’aveva mai provata: «E’ stata una stagione stupenda. Per la prima volta con i miei 31 anni ero una delle più anziane del gruppo e questo ti porta a impegnarti ancora di più per dare l’esempio. Tornare è stata dura, ho dovuto perdere 33kg. Ma quando sei mamma e hai il tuo bambino che ti aspetta a casa puoi superare tutto». Mamma e vincente, come il capitano Margherita Pignata, ala/pivot e figlia del presidente. Lei di anni ne ha 41, ma a smettere non ci pensa nemmeno, anche perché i suoi due figli non glielo permetterebbero: «Sono i miei fan più accaniti. Se solo parlo di ritirarmi ci restano male. E allora continuo, cercando di conciliare lo sport col mio lavoro da avvocato». E poi c’è una nuova esaltante avventura alle porte, il campionato di B1 nazionale che si annuncia difficile quanto affascinante: «La differenza sarà soprattutto sul piano fisico e questo per me non sarà certo un vantaggio, ma cercherò di sopperire con l’esperienza. L’importante sarà curare molto la preparazione atletica e mantenere sempre la serenità nello spogliatoio». Quella serenità che è stata l’arma vincente della Ruggi Select Salerno anche nel momento più duro della stagione, quando una brutta sconfitta a Villla Literno rischiava di mettere tutto in discussione. «E invece presidente e coach ci hanno tranquillizzato, non hanno fatto drammi – spiega la Gagliardino – e noi li abbiamo ripagati sul cam-po. Il segreto della Ruggi è questo: il cli-ma che c’è all’interno della squadra. Uno spogliatoio di brave ragazze, amiche tra loro e una società che mette al primo posto la passione per lo sport e non i risultati. Man-tenendo questo spirito diremo la nostra anche l’anno prossimo». Quello stesso spirito che accompagna Rino Pignata dal 1970, quando fondò la squadra di Torrione: «Lo sport è la metafora della vita e gli sport cosiddetti minori sono anche i migliori. Per questo amo il basket e continuo a puntare forte sul settore giovanile guidato alla perfezione da Paolo Iacovazzo». La promozione corona una scalata iniziata nel 2005 quando dopo anni dedicati al settore giovanile si è tentata l’avventura con la squadra femminile partita dalla Serie C. «Mi ha convinto mio figlio Tommaso, ex giocatore e attuale coach e ha avuto ragione perché ci stiamo togliendo molte soddisfazioni». L’obiettivo per la prossima stagione è una salvezza tranquilla: «Sarà dura, per fortuna il nostro sponsor, la Select di Nello Aliberti, ci dà una grossa mano. Cercheremo di rinforzarci con un play e un centro e poi abbiamo ragazze promettenti in prospettiva futura come Federica Di Pace (’93) e Antonella Marinato (’90) ». Insomma c’è da ben sperare: la Select Salerno vuol continuare a Ruggi…re. Al Grand Hotel Salerno i festeggiamenti per la chiusura dell'anno agonistico Pallavolo Salerno: historia magistra vitae Tutte le categorie maschili hanno concluso vittoriose i rispettivi campionati provinciali di categoria Premiata anche l’iniziativa “Volley insieme”, con le scuole del territorio, per creare un vivaio di qualità • GIANPIERO SCAFURI amicale, i ragazzi vincitori dei singoli tornei maschili, under 14, 16 e 18, hanno reso grazie ai propri coach Marco Tagliamonte, Pippo Sgueglia e Giampiero Panzini per il sostegno e l’aiuto durante l’anno agonistico. Entusiasmo anche per Enrico Barretta, che oltre a seguire il settore minivolley, marcia vittorioso nel torneo under 13 maschile. La manifestazione si è conclusa con la consegna della coppa dei Giochi della Gioventù del 1977, vinta dal Liceo Severi, al Presidente del Comitato Provinciale Fipav Antonio Mastrolia e gli auguri di Carmine Malangone, consigliere regionale Fipav, nonché presidente della Cogemal Pontecagnano, per i prossimi campionati regionali che le varie delegazioni della Pallavolo Salerno andranno a disputare. «Tradizione e storia, il seme che ho lanciato è stato raccolto; questa è la mia gioia più grande dopo tanti anni di lavoro con i giovani». Con queste parole il professore Baccaro ha ringraziato il presidente e tutti i dirigenti della Pallavolo Salerno, per il premio ricevuto alla carriera, nella festa di fine anno organizzata al Grand Hotel Salerno, per festeggiare le vittorie dei tornei giovanili. Un excursus di foto storiche, ha ricordato le tante vittorie del volley salernitano e un doveroso ringraziamento alla memoria del professore Giovanni Granito è stato accolto con un caloroso applauso. Instancabile formatore delle giovani leve del volley cittadino, il compianto allenatore fu il timoniere della vittoriosa delegazione studentesca del Severi nell’anno 1977, dalla quale nacquero tanti campioni che hanno dato lustro alla pallavolo di Salerno. E Nelle foto proprio grazie a questa memoria storica, che il prele squadre sidente Gianni Salerno e il vice presidente Luigi che hanno vinto Senatore, figlio dello storico Matteo Senatore il campionato patron dell’Indomita Salerno, hanno voluto premia- provinciale 2010/2011 re le scuole Liceo scientifico F. Severi, Itc G. AmenIn alto, l’under 18 dola, Itas S. Caterina, scuola media N. Monterisi allenata da G.Panzini a lato, l’under 16 per il progetto “Volley insieme”, iniziativa per rinvigorire la crescita e la diffusione della disciplina spor- del coach G.Squeglia a destra, l’under 14 tiva in città. del mister Numerosi presenti hanno assistito alla premiazione M. Tagliamonte degli atleti e dei rispettivi allenatori. In un clima Fantasmi da urlo l numero Atleta di Salerno e Provincia 4 maggio 2011 5 Nella poule finale sconfitte Napoli e Piacenza La Ghosts Battipaglia dopo un anno di purgatorio ritorna in A2 al termine di una campionato trionfale • VALENTINA LIGUORI E’ durato un anno il purgatorio. Giusto il tempo di far capire di essere i più forti e tornare a casa. Quella casa, la serie A2, che i ragazzi di Battipaglia hanno riconquistato con pieno merito. A inizio stagione la Crazy Ghosts partiva tra le logiche favorite del campionato. Ma in pochi avrebbero potuto prevedere che il campionato si sarebbe trasformato in una autentica marca trionfale. Nella prima fase di serie B la Crazy Ghosts Battipaglia non ha conosciuto Il futuro è Ciplast Patron Rossini: «Sono molto soddisfatto del gruppo» Il club battipagliese ha chiuso sesto in A2 mettendo in vetrina tante giovani interessanti Si è chiusa ai quarti di finale la corsa play off per la Ciplast Battipaglia. Contro le siciliane dell’Alcamo, le ragazze care al presidente Rossini hanno dovuto dire addio al sogno promozione in A1. E’ stata comunque una stagione ricca di soddisfazioni e molto positiva: “Nonostante i tanti problemi, sono molto soddisfatto del lavoro svolto della squadra” – ha dichiarato il presidente Rossini – “Le ragazze, infatti, hanno lottato fino alla fine proprio come dimostra la performance offerta in casa di Alcamo”. C’è comunque un po’ di rammarico c’è per tutte le problematiche nate durante la stagione che hanno, di fatto, condizionato il cammino della Ciplast: “Sono convinto che con Carnemolla, Farris e Innocente la squadra avrebbe lottato per la conquista della promozione. Purtroppo si sono create delle situazioni davvero incredibili”. Tra le tante note positive di questa stagione del sodalizio battipagliese sicuramente il grande spazio che sono riuscite a trovare in prima squadra alcune ragazze del settore giovanile: “Era un nostro obiettivo e fortunatamente siamo riusciti a realizzarlo. Credo che nessuno, a differenza nostra, abbia utilizzato tre ragazze classe 95 in una gara 3 dei quarti di finale. Far disputare quindici minuti di media a partita a De Pasquale, ed otto a Di Cunzolo e Cavaliere è un ottimo risultato”. Anche se la stagione è appena conclusa è inevitabile già pensare alla programmazione della prossima stagione, con la Ciplast che vuole essere grande protagonista: “Ora come ora è ancora troppo presto per dare risposte certe” – conclude Rossini – “Parleremo certamente con coach Sabatino per vedere se ci sarà la possibilità di continuare insieme questa avventura. Per quello che riguarda la squadra, i punti già fermi sono Moscariello e le ragazze del settore giovanile. Di sicuro, poi, c’è l’intenzione di voler ripartire dalle giocatrici più forti che hanno fanno parte del gruppo di quest’anno. Dal punto di vista dei risultati, invece, vogliamo assolutamente recitare un ruolo da protagonista e migliorare il sesto posto che ci va davvero stretto. La speranza, però, è quella di non dover convivere nuovamente con tutte le difficoltà avute nei mesi scorsi”. (red.atl.) rivali: la sua più diretta inseguitrice, il Ciss Napoli, è stata sconfitta in entrambi i confronti e la stessa sorte è toccata, con divari a dir poco imbarazzanti, anche alle altre compagini. Chiuso a punteggio pieno il girone C di serie B, i battipagliesi approdavano alla seconda fase del torneo aperto alle migliori sei squadre dei tre gironi di serie B. In palio c’erano tre posti per i play off e i battipagliesi si aggiudicavano il secondo. La post season andava di scena proprio a Battipaglia, dove i giallo neri “regolavano” nella gara d’esordio gli eterni rivali della Ciss Napoli con un significativo 5641. Perso il secondo match al cospetto del Parma, i gialloneri vedevano decidersi l’intera stagione negli ultimi 40’ di gioco nella sfida contro la Pol. Verdi Piacenza. Vittoria doveva essere e vittoria è stata. Promozione doveva essere e promozione è stata. Ma ora inizia la partita più difficile: “Per il momento la società non è in grado di assicurare la partecipazione al campionato di A2 – afferma amaramente il vice presidente Matteo D’Angelo -. Se è vero che i nostri giocatori non percepiscono alcun compenso, è altrettanto vero che l’anno prossimo ci attenderebbero ben sei trasferte su sette al Nord Italia, con tutte le spese che queste comportano e che noi, al momento, non possiamo garantire. Il presidente Spinelli si sta già attivando, l’iscrizione al campionato scadrà solo a giugno e non disperiamo di trovare uno sponsor che possa sostenerci o nell’aiuto delle istituzioni”. «Senza l’aiuto di sponsor e istituzioni locali non potremo disputare la prossima stagione che sarà davvero molto più onerosa» Unastagioneda gladiatori 19 vittorie in 21 partite, bilancio più che positivo per i ragazzi di coach Indennimeo Nel campionato di C di Elite, la Salerno Rugby chiude con un buon secondo posto in classifica Diciannove vittorie in ventuno partite non sono bastate per conquistare il primo posto del girone e la conseguente qualificazione ai play off. Ma la stagione della Salerno Rugby è stata in ogni caso a dir poco straordinaria. Il sodalizio di patron Senatore con un gruppo di atleti cresciuto in casa ha dato spettacolo su tutti i campi della regione, strappando punti, applausi e consensi. Resta un pizzico di rammarico per non essere riusciti a superare il Rugby Clan Santa Maria Capua Vetere capolista, dopo un lungo quanto vano inseguimento, ma la soddisfazione per questo campionato così brillante certo non può svanire. Il rugby salernitano, anno dopo anno, continua a crescere. Questa è la vittoria più bella: “Il bilancio è in ogni caso molto positivo per il nostro quindici, che ha letteralmente dato l’anima ogni qual volta è sceso in campo – con- tinua il coach salernitano Luciano Indennimeo – devo fare i complimenti a tutto il gruppo che ha giocato una stagione ad alto livello e non si è mai fermato continuando a inseguire la capolista Santa Maria Capua Vetere. C’è un piccolo rammarico: siamo stati purtroppo superficiali nel perdere i preziosi punti nello scontro diretto con la capolista del girone Elite di serie C e contro il Battipaglia. Sono punti che, nel corso della stagione, hanno pesato molto e nella volata finale si sono rivelati determinanti per l’esito del campionato. Dopo quelle due sconfitte nel girone di andata, siamo stati perfetti nella fase finale e quelle due gare continuano a far storcere il naso. Potevamo fare molto meglio, ma ormai è inutile pensare al passato. Si va solo avanti, si pensa al prossimo importante impegno”. Anche perché terminate le fatiche e le mischie del campionato per la società del presidente Senatore c’è l’affascinante Coppa Campania. Per mantenersi in allenamento, in vista della prossima stagione di serie C Elite, ma anche magari per prendersi qualche rivincita e prendersi la soddisfazione di alzare l’ambito trofeo: “Avremo appena quindici giorni per riposarci e allenarci, per poi tornare subito in campo nel torneo regionale. Un appuntamento molto importante, per mantenersi in forma, e testare nuovi elementi che saranno eventualmente promossi nella squadra senior. Punteremo a fare bella figura, giocando con la consueta determinazione che ci ha sempre contraddistinto”. (red.atl.) Alcune fasi di partita della Salerno Rugby di questa stagione. La squadra di patron Senatore è attesa il prossimo mese dalla Coppa Campania. L’obiettivo dei salernitani è di alzare l’ambito trofeo 6 l Atleta numero di Salerno e Provincia 4 maggio 2011 5° Seminario di Studi Il MARKETING degli Sport Migliori sabato 21 maggio 2011 11,00 / 17,00 Palasilvestri Salerno Workshop Marketing e management degli sport migliori Relatori Responsabili area marketing delle società: Juvecaserta, Virtus Roma, Virtus Siena, SMG Latina, Circolo Canottieri Irno, Rari Nantes Salerno, Salerno Rugby, Club Scherma Salerno, Carpedil Battipaglia, Lavoro Doc, Basket Select Ruggi, Delta Basket, Pallacanestro Salerno. Nel corso dell’evento sarà premiata la società Basket Select Ruggi Salerno vincitrice del campionato di Serie B. Terza Edizione Torneo di Basket Paolino Mercaldo under 17 21 / 22 maggio 2011 Palasilvestri Salerno Juvecaserta, Virtus Roma, Virtus Siena, SMG Latina Rappresentative giovanili organizzazione Salernitana Sporting via Matteo Greco 3, Salerno tel.089 798697 - 089 795403 fax. 089 792172 www.salernitanasporting.it l numero Atleta di Salerno e Provincia 4 maggio 2011 7 Il vicepresidente Guidobaldi: «Correre senza lasciare il segno del proprio passaggio, ecco l’obiettivo» Corsa,avventuraeamoreperlanatura Alla scoperta del Parks Trail, una gara magica e affascinante per riscoprire l’Italia dei piccoli Comuni, dei parchi naturali, vivendo un’emozione unica e incontaminata • ANGELO DE NICOLA Quando si corre attraverso un ameno percorso naturale, con la forza di volontà e l’amore per l’atletica a spingere il partecipante a superare i propri limiti, è in quel momento che si apprezza il profondo significato del Trail Running. Questa variante della corsa si distingue dalla corsa su strada e dalla corsa su pista in quanto generalmente si svolge su percorsi normalmente utilizzati per l'escursionismo, in particolare in montagna, conta un numero sempre maggiore di appassionati anche nella Regione Campania. La natura stessa del percorso rende il Trail Running particolarmente impegnativo sia per il profilo altimetrico che per la tipologia di terreno sconnesso sul quale si corre. Le gare di Trail Running più lunghe sono definite ultratrail. Una particolare forma di Trail Running ha preso una sua connotazione nazionale in Italia con le ecomaratone, della medesima lunghezza di una maratona, ma immerse nella natura. In Italia è nato un vero e proprio circuito di ecomaratone che si tengono in alcuni dei parchi naturali più suggestivi del paese. “Correre senza lasciare il segno del proprio passaggio”. E’ questo il primo degli obiettivi del corridore ecologista. “Le località naturali che frequentiamo sono la dimora di molte specie animali e vegetali. L’ecosistema in cui vivono è spesso esposto ad un precario equilibrio, l’acqua che proviene dalle nostre montagne è una risorsa indispensabile per la collettività, l’aria prodotta dai nostri boschi è il polmone del nostro pianeta. Frequentare questi luoghi lasciandoli inalterati è il nostro dovere. – dice Massimo Guidobaldi vicepresidente dell’Associazione Park Trail – Il circuito Parks Trail, nato nel 2005 con 3 gare, oggi conta 38 manifestazioni in ben 7 regioni del Nord, Centro e Sud Italia questo a testimoniare la forte crescita del movimento Trail Running nel nostro Paese. La voglia di correre in natura, in luoghi incontaminati implica anche una educazione e grande rispetto verso il luoghi attraversati, per questo motivo tutti coloro che gareggiano nelle gare del circuito hanno aderito alla campagna Corri senza lasciare traccia lanciata da due anni dalla nostra associazione”. Una corsa verso una meta non solo sportiva. “Diventare atleta del Trail Running significa iniziare un viaggio comune nella natura, durante il quale si ha la possibilità di fare tanti nuovi incontri, vivere emozioni autentiche, novità e avventure. – prosegue il vice presidente Guidobaldi - Viaggiare sulle proprie gambe, per più di 780 chilometri attraversando l’Italia genuina dei piccoli comuni, dei Parchi Nazionali, e la riscoperta della natura incontaminata è un’emozione unica da vivere. Parks Trail significa adottare uno stile di approccio alla corsa volto ad avere un contatto diretto e profondo con il territorio, qualcosa che resterà per sempre dentro di te. In altre parole il circuito è un viaggio di qualità e non di quantità nel quale vengono adottati semplici, ma grandi principi”. Uomini e donne, senza differenza, nel corso di una gara che regala premi e tante soddisfazioni. “Possono partecipare al Parks Trail tutti i podisti in regola con il tesseramento 2011 a un ente di promozione sportiva in possesso del certificato medico agonistico e che abbiano compiuto 18 anni”. Con la passione per lo sport nel cuore, e la voglia di rispettare la natura, continua la lunga corsa dell’atleta del Trail Running. L’abruzzese Carfagnini si è aggiudicato la tapppa APositanoèbeach Grande spettacolo con partenza sulla spiaggia, salita a Montepertuso e arrivo in riva al mare Nell’angolo della Costiera Amalfitana, alle spalle dei Monti Lattari, i podisti della Campania si sono sfidati all’insegna del fair play nella prima edizione del “Positano Beach Trail”, organizzata dall'Aequa Running, che da tempo segue le gare trail in Campania. 150 atleti e amanti del running si sono inoltrati sui sentieri della costiera, dalla spiaggia di Positano al Monte Pertuso, e ritorno in riva al mare dopo aver affrontato un dislivello di 1100 metri in 10 chilometri di percorso totale. Per gli uomini il successo è andato ad Antonino Carfagnini della MTB Scanno dell’Aquila, che ha superato il percorso in 1 ora 4 minuti e 39 secondi davanti agli atleti campani Giuliano Ruocco della Cava Pic Costa d’Amalfi e Gennaro Varrella della Security International. Tra le donne trionfo di Ania Paniak tesserata per la Gragnano in Corsa davanti a Teresa Galano della Paeninsula e Laura Cerami della Podistica Solidarietà. L’evento, seguito con grande partecipazione dal pubblico di appassionati sportivi, ha dato il via alle manifestazioni podistiche nella regione. La struttura originale del paese, con un'architettura che si arrampica lungo la roccia, ha contribuito al successo della gara che si è rivelata un’impresa difficile anche per gli atlete più esperti. Alle 9.30 in punto, alla presenza del sindaco di Positano Michele De Lucia e l’assessore Antonino Di Leva, a termine dell’inno di Mameli gli atleti sono partiti dalla spiaggia grande di Postano, con la fuga dei podisti nel percorso che si snoda subito tra le caratteristiche vie del centro storico per poi portarsi, dopo appena due chilometri, sulla lunga scalinata. Al termine delle 1800 scale, con molti atleti che effettuavano decisivi sorpassi, il gruppo è giunto in località Nocelle. A seguire l’arrampicata nel bosco e poi la discesa attraverso il centro di Montepertuso, un sentiero immerso in una rigogliosa macchia mediterranea con un fondo fatto di lastroni di pietra, fiumiciattoli da attraversare e scorci sul mare. Il gruppo in testa si è alla fine diretto a Santa Maria del Castello, dopo di che, giù in picchiata su scalini molto ripidi con arrivo alla spiaggia di Positano dove è posto l’arco d’arrivo. “E’ stata una vera sorpresa registrare una partecipazione numerosa alla gara di Positano, non si aspettavamo di partite così bene. – dice il presidente dell’Aequa Running Michele Volpe, soddisfatto della risposta degli appassionati sportivi – Sono sorpreso anche dalla presenza di molti atleti, non della regione, a testimonianza del fatto che queste gare garantiscono alle località che le ospitano tanta attenzione e partecipazione da parte di tutti”. A maggio nel comune costiero l’Ecotrail, 14 chilometri tra strade e sentieri Sulle salite di Maiori la prossima sfida Con la passione per la corsa che cresce negli atleti non hanno mai fine le manifestazioni sportive previste nella nostra regione per prossimi mesi e dedicate alla corsa campestre. Il 15 maggio, infatti, la corsa in Campania degli atleti del Trail Running continua nell’Ecotrail di Minori. Organizzata dall’A.S.D. Aequa Running parte la prima edizione di corsa in montagna chiamata “Ecotrail”. La partecipazione è consentita ai maggiorenni in possesso dei requisiti medici per l’attività sportiva agonistica tesserati per gli enti di promozione sportiva di cittadi- ni Italiani ed extra comunitari. Le iscrizioni, per gli appartenenti a sodalizi dovranno pervenire su carta intestata debitamente firmata dal presidente, per i singoli i dati anagrafici devono essere accompagnati dalla certificazione medica all’indirizzo email [email protected]. La lunghezza totale del percorso di gara è di 14 chilometri, con un dislivello totale di circa 2300 metri percorribile in strade, sentieri, scale, salite e discese ripide. La gara sarà in totale autosufficienza alimentare, nel corso della competizione infatti è obbligatorio l'uso del ca- mel bag o del porta borraccia con adeguata riserva idrica, all'arrivo ogni partecipante potrà usufruire di un ristoro completo. L’associazione Parks Trail organizza anche il circuito “Winter Trail”, che ha il suo inizio annuale nel mese di novembre, e termina a marzo. Le gare proseguono con gli appuntamenti del 19 giugno 2011, a Caserta Vecchia con una competizione di 14 chilometri, e il 4 settembre 2011 con l’Xtrail Faito, gara che prevederà un percorso di 17 chilometri per mettere a dura prova tutti i partecipanti. Atleta L'ariadi Campagna Kickdaprimato ti fa correre più veloce 8 l numero di Salerno e Provincia 4 maggio 2011 Ottimo inizio di stagione per la Atletica Camaldolese Il Moffa Team Fighting si conferma ai vertici della kickboxing italiana Alla quinta tappa della Maratona dell’Unità d’Italia, disputatasi ad Eboli il 10 aprile, l’Asd Polisportiva Atletica Camaldolese di Campagna ha raggiunto uno dei suoi ultimi successi. Quattro dei suoi atleti si sono aggiudicati il podio nelle rispettive categorie. Tra i master 65 Antonio Cafaro e Giuseppe Costabile si sono classificati rispettivamente primo e terzo, mentre Giuseppe Munzio è arrivato secondo tra i master 70 e Angelo Paladino terzo negli M 50. «Questo – puntualizza il presidente Michele Trotta - è solo uno dei nostri tanti risultati. Nelle categorie amatori e master abbiamo ottenuto spesso ottimi piazzamenti nei campionati regionali campani.». Tra questi sono degni di nota i due secondi posti, ottenuti da Antonio Cafaro (M65) e Antonio Moscarella (M50) nei campionati regionali di cross, tenutosi a Dugenta in provincia di Benevento lo scorso febbraio. «Anche il trentottesimo posto – continua Trotta – di Alessandro Bulzomì all’Agropoli Half Marathon di quest’anno è per noi molto importante. Il nostro atleta « Nelle categorie master abbiamo spesso ottenuto ottimi piazzamenti nei campionati regionali» della categoria master 35 era appena rientrato in gara dopo alcuni mesi di stop a seguito di un infortunio e ora puntiamo molto su di lui per il prosieguo della stagione». La società sportiva, però, non si limita alle sole gare campane. Ha partecipato anche ai campionati nazionali Asi di corsa campestre, che si sono svolti a Rieti il 13 marzo scorso. Qui ha conquistato il podio nella categoria master 50 con l’oro di Vito Moscarella e il bronzo di Angelo Paladino. «Un altro ottimo risultato – sottolinea il presidente Trotta - è stato quello di Orlando Gentile arrivato terzo tra gli amatori TM. La Polisportiva stessa nella classifica di società si è poi posizionata sempre al terzo posto». L’Asd Camaldolese dall’anno della sua fondazione, il 1985, non si è impegnata soltanto nelle gare, ma ha anche dato vita a vari campionati provinciali di corsa campestre e su strada, e nel 1999 a una gara regionale di corsa in montagna. «Quest’anno – conclude Trotta – organizzeremo per il dieci luglio una gara regionale di corsa su strada inserita nel calendario Fidal. Sarà aperta a tutte le categorie: giovanili, assolute e amatoriali, sia maschili che femminili. La manifestazione si sarebbe dovuta svolgere già il 17 aprile, ma è stata posticipata per problemi organizzativi. Ora ci rifaremo quest’estate». (bar.tro.) Anche nell’ultima tappa della Maratona Marziale Italiana della Wtka a fare la parte dei leoni sono stati gli atleti del Moffa Team Fighting, capitanati dai Maestri Gennaro e Gianluigi Moffa, che hanno sbaragliato gli avversari nelle diverse discipline marziali, cofnermandosi ai vertici della kickboxing nazionale. Alla manifestazione hanno partecipato migliaia di atleti che si sono dati battaglia su numerosi tappeti da gara nelle diverse discipline da combattimento. Ma il Moffa Team della Olympic Planet di Mercato San Severino non ha avuto assolutamente rivali. A confermarsi ai vertici assoluti sono stai i d’onore, anche se i suoi compagni di Team De Simone con la Katana e Pecoraro con il doppio Nunchaku hanno affascinato tutti confermando l’alta scuola di armi dei Maestri Moffa. Nel Point Fighting il guerriero De Simone ha sconfitto di misura tutti gli avversari che ha trovato lungo il suo cammino con la sua tenacia e combattività, avendo delle leggere difficoltà solamente con i suoi colleghi di scuderia Romano e Teodosio, che si sono piazzati rispettivamente secondo e terzo in classifica. Ma il sodalizio irnino ha messo in luce anche tante nuove leve che saranno sicure protagoniste dei prossimi impe- Campioni del Mondo 2011 di Kickboxing Desideria Bove, Francesco Pinto e Matteo De Simone che hanno stupito tutti con la loro tecnica acrobatica e utilizzo delle armi. La campionessa Bove ha sbalordito i tecnici e gli avversari delle diverse Arti Marziali nella categoria All Style con le sue evoluzioni acrobatiche e rapidità di esecuzione conquistando il gradino più alto del podio. Il samurai Pinto con la sua tecnica di Nunchaku ha dominato la categoria delle forme armate, con la sua stabilità e armonia nell’esecuzione i giudici non hanno avuto dubbi a confermarlo sulla piazza gni nazionali ed internazionali. Nella categoria All Style Weapons (forme armate) hanno conquistato il primo posto Innocenzo Masi e Francesco Pinto. Nel Light Contact (combattimento) tre medaglie d’oro con Vincenzo Pecoraro, Pierpaolo Sautto e Massimo Vietri. Nel complesso gli atleti del Moffa Team hanno conquistato ben 28 medaglie: 12 ori, 11 argenti e 5 bronzi. Una vera e propria pioggia di medaglie per questa società da anni ai vertici nazionali di questa affascinante disciplina orientale. Il Taekwondo? Questione di famiglia (red.atl.) Ed ora il prossimo obiettivo sono i campionati europei in programma a Genova Sotto la guida esperta del maestro Marrone, i fratellini Umberto e Luca Pastore di 14 e 10 anni confermano la felice tradizione del sodalizio capaccese, conquistando medaglie su medaglie I fratelli Bergamasco nel rugby, i fratelli Abbagnale nel canottaggio, i fratelli Molinari nel golf. Chissà se riusciranno a raggiungere queste vette, ma, per il momento, i fratelli Pastore da Capaccio stanno conseguendo ottimi risultati nel taekwondo. Più che fratelli, si potrebbe definirli fratellini, vista la loro età. Umberto il più grande ha appena 14 anni, Luca ne ha soltanto dieci. Sotto la guida esperta del maestro Antonio Marrone, i due fratellini stanno portando in alto i colori della Taekwondo Capaccio, seguendo le orme di un’altra giovanissima campionessa, Michela Grandino, plurititolata ed ormai proiettata a contesti internazionali. Nel memorial Cavalli, disputatosi a Fondi nel mese scorso i due fratelli capaccesi sono stati grandi protagonisti. Umberto porta a casa l’individuale junior. La rivelazione porta il nome di Luca Pastore, che a soli 10 anni agguanta l’oro nella categoria cadetti individuale, nella coppia mista e nel trio maschile, centrando anche l’argento nella squadra mista, concludendo il memorial come l’atleta ad aver conseguito più medaglie. A questi successi va aggiunto il fatto che Umberto vanta anche due titoli italiani. Già campione italiano 2009 nella categoria cadetti, si è cimentato lo scorso anno nella categoria superiore juniores, salendo sul podio più alto con la conqui- sta della medaglia d'oro e confermandosi campione italiano assoluto. I due fratelli sono ormai colonne portanti dell'associazione capaccese: "Umberto ha iniziato a 5 anni" - conferma il maestro Nino Marrone - " mentre Luca addirittura a quattro anni. I risultati che stanno ottenendo ci stanno regalando grandi soddisfazioni". Ma come ogni grande atleta la vittoria più bella è quella che deve ancora arrivare. e per Umberto c'è davanti il grande impegno dei campionati europei in programma a Genova a fine maggio. E' lui l'unico italiano in gara nella categoria Junior: "E' una grande soddisfazione avere un'atleta in Nazionale" - continua il maestro Mario Marrone - "speriamo di poter festeggiare con una bella medaglia". La convocazione di Umberto Pastore in Nazionale si aggiunge a quella di Michela Grandino, convocata per i mondiali. Un grande risultato per un piccola realtà come quella della società capaccese: "Sicuramente siamo orgogliosi dei nostri atleti. Finalmente stiamo raccogliendo i risultati di un lavoro iniziato venti anni fa e portato avanti con grandi sacrifici tra tanti problemi, tra cui quello delle strutture". Ma quando c'è passione, lavoro e progettualità i risultati arrivano. Basta vedere i nuovi fratelli dello sport salernitano. (red.atl) Nella foto Umberto Pastore dopo l’ultima vittoria. Il giovane atleta sarà l’unico italiano in gara agli europei nella categoria Juniores l numero Atleta di Salerno e Provincia 4 maggio 2011 9 Un lancio nel blu per non dimenticare Successo e grande commozione per il 1° trofeo dedicato a Leo e Piergiorgio, due paracadutisti scomparsi tragicamente. In gara atleti da tutto il meridione • BARBARA TROTTA benzina. Non sono stati dimenticati, però, il miglior istruttore e il miglior videoman che hanno entrambi ricevuto un prosciutto. Alla fine della premiazione sono state presentate le varie attività della “Fondazione Piergiorgio Avagliano”, illustrate dal padre del ragazzo scomparso lo scorso settembre. L’associazione, a lui dedicata, opererà principalmente nel campo del sociale e in aiuto Diego Aloia non ha mai provato in una gara di paracadutismo un’emozione così forte come quando, domenica 10 aprile, ha vinto il primo trofeo Leo e Piergiorgio. Il suo pensiero era rivolto agli amici scomparsi, uno a soli 17 anni, in due tragici incidenti in volo e alla cui memoria era dedicato l’evento. La manifestazione ha visto la partecipazione 40 persone, tra esordienti, istruttori e videomen, provenienti da tutta l’Italia meridionale e si è svolta in tre giorni a Pontecagnano, nella sede della scuola di paracadutismo di Salerno. Nella prima giornata si sono effettuati dei lanci di prova, nella seconda i sorteggi per gli abbinamenti aerei e le figure, mentre nella terza si è svolta la competizione vera e propria. «La gara, un lancio a due relativo, Rw2 – puntualizza il direttore della scuola di paracadutismo, atleti lentamente al suolo. Tutte le performance erano riprese su un video, che veniva esaminato dai giudici che decidevano i risultati ottenuti. Tra una manche e l’altra la classifica poteva anche capovolgersi. È stato per questo motivo che Diego Aloia si è reso conto di aver vinto solo alla fine. L’atleta non è Gaetano Giella - prevedeva due manche, durante le quali i partecipanti si gettavano da un’altezza di 3600 metri (12mila piedi) e nel tempo brevissimo di 35 secondi effettuavano delle figure in aria». Il punteggio cresceva con l’aumentare del numero delle loro evoluzioni. A circa 1200 m il paracadute si apriva, portando gli A VIA A I H C C E V A R FIE c’è LAUREE: ienze motorieiche lit ducazione - sc scienze dell’e - economia - scienze po za giurispruden CORSI MASTER E NAMENTO ministrazione IO a am DI PERFEZ ali - pubblic INGLESE CORSI DI ESAMI IN SEDE cchia 20 via Fierave Salerno 089 228038 09 081 195067 lisabetta Per info: S.E 70530 07 - fax. 081.00 tel. 334.65042 com rm. efo @s info nisu.it com - www.u www.seform. O 20 LA FFE % N RTA di CIO sc on to Umane ica delle Scienze Università telemat o Niccolò Cusan 4 SITA L’UNIVER ofession didattici - pr A vincere è stato il giovane Diego Aloia Il suo primo pensiero agli amici scomparsi, uno dei quali a soli 17 anni, in due tragici incidenti in volo UNISU CENTRO STUDI RECUPERO ANNI SCOLASTICI 24 ORE SU 2 nuovo a questo genere di manifestazioni. Ha già partecipato a campionati italiani RW sia a due che a quattro persone e a trofei nazionali e internazionali di precisione in atterraggio, disciplina in cui si cerca, arrivando al suolo, di centrare con il tallone un dischetto di pochi centimetri. Ora, però, si sta dedicando principalmente a gare di figure in caduta libera. La sua è una passione nata fin dall’infanzia. «Abitavo – ricorda vicino all’aeroporto e da piccolo vedevo sempre i paracadutisti». Per imitarli da bambino saltava dalla legnaia con un ombrellone, “scoprendo il fascino della frenata”. «Poi pian piano – continua – mi sono sempre più innamorato di questo sport. A 17 anni ho effettuato i primi lanci». Dietro Aloia, nella classifica del trofeo, si è qualificata Sabrina Torriciello di Battipaglia, mentre Andrea Cavallaro di Catania è arrivato terzo. Hanno tutti ricevuto un trofeo e vari premi tra cui un casco dotato di telecamera, una stampante, telefonini e buoni alle persone diversamente abili. La scuola di paracadutismo di Salerno non è nuova nell’allestire eventi sportivi. Alcuni anni fa, infatti, ha organizzato il campionato italiano e si dedica dalla sua nascita “ad attività che possono servire ai ragazzi”. «L’abilitazione al lancio col paracadute tondo – sottolinea Giella- vale due punti nei concorsi con le forze armate». L’Olio , grazie alle straordinarie capacità naturali dei suoi minerali a bio-frequenze bio-compatibili massimizza la tua: visussport •resistenza aerobica •forza muscolare •flessibilità muscolo – legamentosa •fluidità del gesto tecnico già utilizzato da atleti, preparatori e fisioterapisti di alto livello per gare, allenamenti e recupero fisico. www.visussport.com Salerno – Italy Atleta Uniti in nome di Ciro 10 l numero di Salerno e Provincia 4 maggio 2011 XXI edizione della gara di karate, oltre 1500 iscritti si sfideranno in una due giorni densa di impegni • FRANCESCO MARIA BORRELLI Al via la XXI edizione del Memorial di karate Ciro Bracciante, trofeo nazionale Fijlkam. L’appuntamento è per sabato 7 e domenica 8 maggio a Salerno in via Cosimo Vestuti alla Palestra Palumbo alle 8 del mattino. Quest’anno all’interno della manifestazione, suddivisa in kumitè e kata, ci sarà anche un Gran premio giovanissimi; nelle varie classi di appartenenza parteciperanno tutte le categorie degli agonisti d’età compresa tra i cinque anni dei piccoli e i trentacinque dei più grandi. Sono previste oltre millecinquecento adesioni. Si partirà sabato 7 con il kumitè degli esordienti maschili A anno 1998-99, esordienti femminili A 1998-99, esordienti maschili B 1996-97, esordienti femminili B 1996-97, cadetti maschili 1994-95, cadetti femminili 1994-95, juniores maschili 1991-93, senior maschili 1976-90, juniores-seniores femminili 1976-93. Di seguiti ci saranno le gare di kumitè individuale maschile colored (gialla-arancio verde-blu) e individuale femminile colored; per tutti i combattenti: esordienti A e B, cadetti, juniores e senior. Domenica 8 sarà dedicata al Gran premio giovanissimi (gialla-marrone), bambini 2004-06, fanciulli 2002-03 e ragazzi 2000-01. Quindi nel prosieguo del secondo giorno della manifestazione (ore 12) saranno impegnati nel kata individuale (giallanera) maschile e poi femminile, gli esordienti A e B, i cadetti, i junior ed i senior. Di recente il Memorial ha impreziosito il ventaglio delle onorificenze ricevendo una coppa d’argento dal presi- dente della Repubblica Giorgio Napolitano, una targa d’argento dalla Camera dei Deputati, una medaglia di bronzo dal Senato della Repubblica e una di bronzo dal ministero della Gioventù. Secondo il fondatore del Memorial, Antonio Bracciante, il messaggio che la manifestazione vuole trasmettere è «l’essere uniti e socializzare che è la cosa più importante nello sport ma spesso viene dimenticata. Di anno in anno i partecipanti si conoscono anche grazie al Memorial e poi rimangono amici e consolidano il loro rapporto sia come atleti che a livello personale». Grazie all’impegno dello staff organizzativo e di Antonio Dal 1976 Bracciante «non mancheranno le personalità di spicco del mondo dello sport durante il Galà dei campioni organizzato dal Coni di Salerno; il testimonial d’eccezione sarà Bud Spencer». Il maestro Desiderio:«E’ affascinante e richiede grande passione» Dall'Oriente il Battodo La disciplina insegna l’uso della katana, l’arma elitaria dei samurai giapponesi • MARINA CAVALIERE Che le arti marziali abbiano sempre avuto un grande fascino, in particolar modo nel mondo occidentale, è ormai risaputo da anni. Dall’Oriente, culla di queste discipline, sono arrivate, nel corso degli anni, tantissime forme di arti marziali, tutte accomunate però dal rispetto degli stessi principi e delle stesse finalità. Una delle ultime, solo in ordine di tempo, ad affascinare il nostro Paese è stato il battodo, che divulga ed insegna il reale uso della katana (spada giapponese), arma elitaria e propria dei Samurai del Giappone, giunto fino a noi perché tramandato da maestro ad allievo all'interno delle scuole, le Ryu, nel rispetto massimo della tradizione, implicando anche uno studio mentale e filosofico. Condizione essenziale, anche in questa pratica , è la forma fisica che prevede dapprima lo studio delle tecniche di base (khion) per passare poi alle forme (kata) proprie della scuola e sono in ultima fase ai tagli con la katana. Vengono usati degli appositi bersagli su cui l’atleta, con l’uso della spada, deve colpire dei punti precisi che rappresentano dei punti reali del corpo umano. In Europa, solo l’Italia e la Francia sono, al momento, gli unici Paesi riconosciuti dalla Federazione giapponese di battodo. La prima lezione divulgativa in assoluto di battodo in Italia si è tenuta a Milano nel 1987. Da allora, nel nostro Paese, è cresciuta l’attenzione verso questa disciplina anche se i suoi insegnamenti sono rimasti prerogativa di pochi centri in tutta Italia. Oltre San Gemini, Terni e Roma, in Campania solo la palestra Nicodemi di Salerno impartisce lezioni di Battodo, con il maestro Giovanni Desiderio, da 31 anni esperto e appassionato di arti marziali. “Due volte a settimana si tengono gli allenamenti, mentre una volta al mese si studiano i tagli con la katana. È una disciplina che, rispetto ad altre, ha costi un po’ più elevati quindi richiede anche una grande passione. Tra i miei allievi ci sono persone di ogni età – spiega Desiderio - è chiaro che, per le persone più adulte con esperienza di arti marziale alle spalle, il percorso è più semplice”. E sempre nella città campana si è tenuto il 30 aprile e il 1 maggio un seminario nazionale di battodo con esibizioni ed esami «Appuntamento fisso da venti anni Quest’anno la novità è il Gran premio Giovanissimi Testimonial del Galà dei campioni è Bud Spencer» Un sorriso a 35 denti ad oggi, tra trionfi passati, presenti e futuri Nozze di corallo per il binomio indissolubile Del Guacchio-Taekwondo • IVAN COSTA Come tutti sappiamo, esistono vari tipi di amore; ci sono gli amori a senso unico, quelli ricambiati, gli amori passeggeri che bruciano intensamente una volta per poi svanire, gli amori segreti, inconfessabili, gli amori dell’adolescenza, gli amori dell’infanzia e così via. Amori spesso destinati a finire per troppa poca passione. Ma esistono anche gli amori eterni, amori che, sfidando statistiche e difficoltà, trovano consacrazione in matrimoni decennali, dove ogni giorno è uguale al primo, dove la spranga della monotonia deve sempre cedere il passo allo scudo della passione totale. E’ questo il caso del matrimonio tra Gerardo del Guacchio e il Taekwondo, che nel 2011 hanno festeggiato ben 35 anni di amore indissolubile. Un amore cominciato negli anni ’70 all’interno di una barberia, per merito di un parrucchiere chiacchierone, o forse lungimirante, che parlò a Gerardo delle discipline marziali, dando il là alla ampia parabola di successi e soddisfazioni tracciata dallo stesso Del Guacchio, che qualche anno più tardi, quando ancora non era neanche cintura nera, prese le redini della Polisportiva TKD Salerno, portandola negli anni a mietere successi in ogni competizione, dalle provinciali agli internazionali, passando per gli ‘open’ e quant’altro. Una vera e propria pioggia di medaglie fatta piovere sul terreno arido del salernitano e non solo. Difatti, nel ‘93 fu proprio Del Guacchio con la sua polisportiva a portare per primo il TKD anche in Sudafrica, a Città del Capo; così come fece qualche anno più tardi, nel ’95 in Slovacchia, dove il successo riscosso fu tale da dare luogo ad una vera e propria fede- razione, della quale egli è tuttora direttore Tecnico onorario. Come spesso accade poi in qualche amore, ci fu chi gli consigliò di cambiare sport, scegliendone uno più adatto alla sua fisicità, proprio come quando ci viene detto “lascia perdere, lei è troppo bella per te!”, eppure Gerardo non demorse, perseverando nel suo ‘corteggiamento’, e avendo già chiaro sin da subito la sua passione: l’insegnamento. “Un’idea sortami sin dalle prime battute, dai primi allenamenti; –ci ha confidato Gerardo- capii subito la bellezza data dal ricevere in palestra un bambinetto di 5 anni, vedendolo anno dopo anno crescere, cambiare, maturare, perché no anche gioire e soffrire, assistendo e contribuendo alla sua crescita sino a fare di esso un uomo. Un orgoglio e un onore che prescinde anche i risultati agonistici, che viene per me prima di tutto.” Una vocazione, insomma, che valica i limiti della disciplina fine a sé stessa e sfocia nel significato più genuino del termine Sport, per cui il nostro Gerardo del Guacchio ha deciso di cimentarsi in una’altra gara, questa volta di natura comunale, finalizzata alla promozione e alla crescita dello Sport, da tempo messa in secondo piano, troppo. l Atleta blog l numero “Io sono un campione”: la parabola di un atleta tra i successi in campo e i problemi fuori Diventare dei veri campioni, come sognano tutti gli atleti e gli aspiranti tali, può rivelarsi complicato, soprattutto quando si ha un cattivo carattere. È quanto ha dovuto imparare Frank Machin, inquieto e scontento ex minatore divenuto un grande giocatore di rugby ossessionato dal successo. Interpretato da Richard Harris, Frank è il protagonista del film Io sono un campione (This sporting life), film inglese degli anni Sessanta e primo lungometraggio del regista Lindsay Anderson, il solo film tragico nel quadro del free cinema. Nella sua straordinaria parabola da minatore dello Yorkshire a campione di rugby, Frank ha dovuto sempre fare i conti con la propria complicata personalità e con i problemi nella vita privata, che non gli permettono di godersi il meritato successo. Da sempre, infatti, Frank non riesce a stabilire un rapporto con le persone. L'unico suo rapporto lo stabilisce con una vedova, la signora Hammond, della quale è ospite, di cui finisce per innamorarsi. Un amore furioso per una donna tormentata dal rimorso di non aver reso felice il defunto marito e che ora teme di avvicinarsi ad altri uomini. Ma nemmeno l'amore, che in certi tratti assomiglia alla follia, per la gelida padrona di casa sarà per Frank motivo di pace: la prepotenza con la quale l'ex minatore tratta la sua amata finirà per creare una sorta di barriera tra i due. Sentendosi respinto dalla propria amata, aumenta a dismisura l'insicurezza di Frank e, di conseguenza, la sua brutalità. Inizia il declino sportivo ma soprattutto personale dell’atleta, il cui carattere brutale finirà per allontanare anche l'amata dalla sua vita, che non vuole credere alla volontà di cambiare. Tratto dall'omonimo romanzo di David Storey, la storia riprende il mito classico della caduta dell'eroe. Frank crede di trovare la tranquillità che cerca nel successo che lo sport gli garantisce, quando viene pagato profumatamente dall'industriale della cittadina in cui vive che lo ingaggia nella squadra di cui è presidente. Ma ben presto si rende conto che il successo sportivo, il denaro e l'occasione di facili avventure non gli possono bastare. Lindsay Anderson, proveniente dal documentario al suo primo lungometraggio, è tra i fondatori del free cinema, mo- io sostengo l di Salerno e Provincia 4 maggio 2011 11 Storia e sport Ascesa e declino di un eroe • ELENA CHIARA LIGUORI Atleta vimento cinematografico ma anche culturale, sociale e politico di forte contestazione del cinema inglese dell'epoca, considerato troppo borghese, conformista e commerciale. In questo film Anderson si cimenta con una storia amara e difficile, con due personaggi davvero ardui da rappresentare. Due personalità forti ed eccessive, chiuse nella solitudine di coloro che non riescono a liberarsi del proprio passato; protagonisti di un film sull'incomunicabilità, intenso e pieno di rabbia. Diversi i riconoscimenti tributati a Io sono un campione e soprattutto ai suoi interpreti: Richard Harris e Rachel Roberts sono stati candidati all'Oscar, e Harris fu anche premiato al Festival del cinema di Cannes. Lancio del disco: un’arte classica Dal Discobolo di Mirone ai giorni nostri: storia ed evoluzione di questa disciplina • GIORGIA MENNUNI Era il 450 a.C. circa, quando Mirone eseguì “Il Discobolo” in bronzo. La statua rappresenta un atleta in movimento: l’uomo, nudo, è colto nel momento preciso in cui sta per lanciare il disco impugnato nella mano destra. E’ straordinario il modo in cui il corpo scolpito in marmo riesca a comunicare lo sforzo fisico e le tensioni muscolari derivanti dall’attività del lancio. Una delle statue più conosciute al mondo, il Discobolo è considerato un illustre simbolo dell’attività sportiva in genere ed è una viva testimonianza del rilievo che avevano nell’antica Grecia le discipline sportive. Il lancio del disco è universalmente riconosciuto come un’azione atletica “classica”. Nell’antichità era praticato con attrezzi maggiorati sia per diametro (15-20 cm), che per peso (1-5 kg). Il disco veniva cosparso di sabbia, per permettere una presa più salda. L'atleta eseguiva il lancio da una base di partenza, delimitata frontalmente e lateralmente. La tecnica era del tutto diversa dall'attuale: il disco, infatti, veniva sollevato all'altezza del capo con entrambe le mani, si spingeva il braccio destro all'indietro e in basso, mentre corpo e testa seguivano il movimento. In tal modo ci si ripiegava su se stessi e tutto il peso del corpo poggiava sul piede destro. L'ultima fase prevedeva l'estensione in avanti e il lancio dell'attrezzo. L’attrezzo utilizzato oggi, per essere accettato in gara e per l’omologazione di un eventuale record, deve essere conforme alle specifiche della Iaaf. Per le donne il disco pesa 1 kg (con un diametro tra i 180 e i 182 mm e uno spessore tra 37 e 39 mm), mentre per gli uomini il peso è di 2 kg (il diametro tra i 219 e i 221 mm e lo spessore tra 44 e 46 mm). La pedana entro la quale l'atleta esegue la prova, è circolare ed è dotata di una robusta gabbia - a forma di U - che la circonda per assicurare l'incolumità degli spettatori, degli ufficiali di gara e degli altri concorrenti. Per effettuare un lancio il concorrente si posiziona in fondo alla pedana circolare voltando le spalle al settore di lancio. Esegue un paio di torsioni da fermo, poi inizia la fase rotatoria e - dopo un giro e mezzo - rilascia il disco. Il lancio è valido se l'attrezzo cade completamente entro i margini interni delle linee bianche delimitanti il settore di caduta. Ne è passato del tempo da quando Odisseo praticava il lancio del disco presso la corte di Alcinoo. Un altro sport? Forse. O meglio, un altro modo di concepire lo sport. 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