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Atleta
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Corre veloce Vito.
Corre veloce con la
spensieratezza di chi
ha un futuro importante davanti. Un futuro da costruire giorno dopo giorno,
con passione e allenamento, divertimento e lavoro. Perché è
così che nasce un campione:
senza strafare, senza bruciare le tappe, ma con una crescita costante salendo
piano piano gradino dopo gradino.
Classe 1996 di strada
da fare, di pista da correre ne ha ancora davvero tanta, ma
Martorella rappresenta sicuramente uno degli
atleti più interessanti del
panorama salernitano. Un panorama salernitano che attende da tempo un
nuovo campione nell’atletica leggera, la regina degli sport. Il sogno sarebbe quello di vederlo arrivare un giorno a partecipare alle Olimpiadi. Chissà,
ma per il momento Vito non ci pensa e continua a correre veloce.
E a correre veloce Vito Martorella, tesserato per l’Atletica Delta di Eboli, ha
iniziato ben presto. A dieci anni tramite
i Cas (centri di avviamento allo sport)
della società presieduta dal professor
Taddeo, si è avvicinato al mondo dell’atletica leggera. «Ho iniziato con il
pattinaggio, poi vedendo dei ragazzi
correre, mi sono appassionato a questo
sport meraviglioso» A soli dieci anni le
prime gare, quelle classiche per i bambini della sua età: prove di velocità, salto
in lungo e gare di lancio. E già lì si
intravedeva che il ragazzo poteva avere
delle potenzialità interessanti. Poi gara
dopo gara, vittoria dopo vittoria, eccolo
sbarcare nella categoria Cadetti e collezionare i primi grandi risultati. Quarto
posto ai regionali sugli 80 metri. Poi il
cambio di strategia. Insieme al tecnico
decide di passare alle gare dei mille e dei
300 metri. Ed anche in queste prove
colleziona ottimi tempi a livello nazionale e due titoli regionali. E poi correndo 2’43’’ sui mille metri Vito ha fatto
segnare il secondo miglior tempo stagionale, a livello italiano. E per non farsi
mancare niente ai Giochi Studenteschi
corre sui 400 (gara da categoria Allievi)
fermando il cronometro a 53’8. E poi
proprio nei giorni scorsi ad Agropoli,
sotto la pioggia battente, in condizioni
certo non facili, Vito corre i 300 metri
in soli 36’8, facendo registrare il miglior
tempo italiano della stagione. «Sono
due gare che mi piacciono molto. Sui
300 vado bene perché sono veloce, sui
mille posso sfruttare la mia capacità di
resistenza. Mi piacciono entrambe, su
questo non c'è dubbio». Niente male
per un giovare dalle grandi potenzialità
che però deve ancora lavorare tanto.
Sono comunque tempi straordinari per
un ragazzo della sua età. «Sono molto
soddisfatto di questi risultati - ha
dichiarato Vito Martorella - il mio
obiettivo è crescere sempre di più, continuando ad allenarmi e a divertirmi».
Già perché a questa età il duro allenamento non può certo prescindere dal
divertimento: «Adesso sono concentrato
per prepararmi ai campionati italiani.
Sarebbe meraviglioso tornare a casa con
una bella medaglia». «Personalmente –
ha dichiarato il tecnico di Vito, il professor Taddeo - credo che Vito possa
diventare un grande ottocentista o quattrocentista. E’ questa la distanza ideale
per lui». E metro dopo metro gara dopo
gara, Martorella può davvero sognare
in grande: «Io penso che questo atleta
abbia tutte le carte in regola per puntare
ad un podio ai prossimi Campionati
Italiani ma soprattutto per divenire un
protagonista dell'Atletica Assoluta.
Sarebbe bello portarlo fino alle
Olimpiadi, un giorno, anche se non è
facile. L’importante è che adesso cresca
gradualmente, senza bruciare le tappe,
senza anticipare i tempi. Questa è la
nostra filosofia». La filosofia di Vito,
invece, è quella di correre sempre più
veloce, vincendo divertendosi.
(red.atl.)
Lo sport
attende
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maggio 2011
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Tempo di elezioni. Tempo di
tante parole, dette e scritte.
Aspettando i fatti. Salerno e molti
altri centri della provincia in questi giorni sono inondati da tante
promesse, da tanti appelli, da
programmi. Senza voler prendere
la parte di uno o dell’altro candidato, resta di fondo che ascoltando i diversi aspiranti si nota che si
parla davvero troppo poco di
sport. In una città come Salerno
le problematiche da affrontare
sono sicuramente tante, ma non
può certo essere tralasciata l’importanza che ha lo sport per l’intera comunità. Lo sport ha una
funzione sociale che merita grandissima attenzione. Tanti atleti,
tante società, tanti semplici
appassionati o anche i classici
sportivi della domenica allora
attendono una concreta risposta.
Attendono una risposta i tanti
giovani che sperano di poter praticare sport senza doversi imbattere in tante difficoltà. A Salerno
è in costruzione da anni un palazzetto dello sport. Ben venga, ma
non è certo questo impianto che
potrà risolvere gli annosi problemi che affliggono lo sport salernitano. Invece di costruire cattedrali nel deserto, servirebbero più
palestre, più impianti polifunzionali, da mettere a disposizione
delle società. Servono strutture
per avviare i giovani allo sport.
Servono strutture per avere grandi risultati e immaginare grandi
progetti. E allora davvero non ci
resta che attendere i fatti.
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• FABIO SETTA
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La stella
nascente
Mensile di cultura e informazione sportiva
Un gioco fatto con gli amici nel
tempo libero, all’aria aperta
senza conoscere la grande storia
che si nasconde alle spalle della
storica disciplina del tiro alla
fune. Uno sport che è stato per
anni inserito nel programma
delle Olimpiadi e che ora vive un
magic moment
•Parks Trail
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“Correre senza lasciare il segno
del proprio passaggio”. E’ questo
il primo degli obiettivi del corridore ecologista. E’ questo il fine
del parks trail, una gara magica
per riscoprire l’Italia dei piccoli
comuni e dei parchi naturali,
vivendo un’emozione davvero
unica
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Anno III numero 4
via Matteo Greco 3, Salerno
tel.089 798697 - 089 795403 fax. 089 792172
di Salerno
e Provincia
•Karate
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Al via la XXI edizione del Memorial di karate Ciro Bracciante, trofeo nazionale Fijlkam. Quest’anno all’interno
della manifestazione, suddivisa
in kumitè e kata, ci sarà anche
un Gran premio giovanissimi.
Parteciperanno oltre 1500 atleti. Testimonial del Gran Gala
sarà Bud Spencer
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www.salernitanasporting.it
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Atleta
numero
di Salerno
e Provincia
4 maggio 2011
tel. 089.861
089.861133
133 - 333.2368078
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numero
Atleta
di Salerno
e Provincia
4 maggio 2011
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A Vico Equense si è disputata una prova finale del campionato italiano tra l’entusiasmo del pubblico
Credetechesiasolounpassatempo?
Per tanti anni il Tiro alla fune è stato sport olimpico, ora sta vivendo una nuova età
dell’oro. Tanto allenamento, un mix di tecnica e tattica: non è solo una prova di forza
• JOSÈ ASTARITA
Un gioco fatto con gli amici nel tempo libero, all’aria aperta senza cognizione alcuna della grande storia che si nasconde alle spalle della storica disciplina
del tiro alla fune.
Uno sport che è stato per lunghi anni inserito nel
programma delle Olimpiadi per poi lasciare posto
allo spettacolo di altre attività.
La storia, però, quando passa segna il tempo e così è
stato anche a Vico Equense. Infatti, lo scorso mese al
Palazzetto dello sport di Vico Equense si è tenuta,
per la prima volta in Campania una prova finale del
Campionato Italiano di Tiro alla fune nella categoria
dei 640 Kg, che ha visto tra le squadre protagoniste
la Lubrensis di Sant’Agata sui due Golfi.
Tecnica, tattica e tanto lavoro in palestra per il presidente e atleta del sodalizio della Penisola Sorrentina Sandro Gargiulo nativo di Salerno, che ha visto i
bianco azzurri di casa chiudere la manifestazione al
terzo posto. Questi gli atleti costieri protagonisti
nello storico evento: Sandro Gargiulo, Luca Gargiulo, Antonino Cacace, Maurizio Esposito, Luigi
Terminiello, Eugenio Gargiulo, Luigi Mastellone e
Giuseppe Celentano.
A darsi battaglia sono state sette squadre provenienti da tutta Italia: Spinetta Cuneo, Ga.Po Mantova,
Faenza, Sarzana, Borgo San Vittoria, Cobra Fermo e
la Lubrensis appunto, con oltre sessanta atleti alla
pesatura.
Un regolamento difficile che affonda le proprie radici nel corso della storia, addirittura le prime prove di
questa disciplina datano anni dell’avanti Cristo
come disciplina propiziatoria per il raccolto o contrapposizione tra il bene e il male.
Sembra facile riuscire a portare dalla propria parte il
simbolo piazzato al centro dell’attrezzo di gioco, la
fune, ma di certo c’è da sconfiggere la resistenza degli
otto atleti avversari. Un mix perfetto di tecnica
ondulatoria e tattica non una semplice prova di
forza. Fianco a fianco con i propri atleti si piazza ai
piedi della pedana l’allenatore che al ritmo di pushle sprona i suoi al massimo sforzo. I termini nascono
dalla patria del Tiro alla fune l’Inghilterra. Infatti,
push sta per tirare, mentre le per left, cioè sinistra.
Con la puntella piazzato come primo atleta, e il
timoniere da boa finale è stato grande l’entusiasmo
per gli oltre 500 spettatori che erano assiepati sugli
spalti del Palazzetto, che hanno applaudito i protagonisti di una giornata storica. Affisso sulle tribune
uno striscione che recitava: “Questa iniziativa è contro la camorra” a dimostrazione di come lo sport,
oltre a potenziare la fisicità degli atleti e a rafforzare
lo spirito di solidarietà e di squadra tra i suoi componenti, in certi territori, ha come fine non ultimo
l’allontanamento dei ragazzi da ambienti a dir poco
molto pericolosi per la loro crescita.
La gara si è svolta in due fasi. Un girone all’italiana in cui tutte le squadre si sono sfidate in un testa
a testa di due manches e le fasi finali articolate in
semifinali e finali. I padroni di casa della Lubrensis
dopo aver chiuso al terzo posto in graduatoria il
testa a testa si è dovuta arrendere, al termine di
due tirate allo stremo delle forze, a Borgo San
Vittoria. Nell’altra semifinale i campioni in carica
dei Cobra Fermo hanno avuto la meglio facilmente sulla Spinetta Cuneo. Nella finale tutta marchigiana tra Cobra Fermo e Borgo San Vittoria si
sono imposti questi ultimi con due manches equilibrate e spettacolari.
Il salernitano Gargiulo milita nella Lubrensis
Allespalletantolavoro
«Può sembrare un gioco di piazza, ma non è così
Ci alleniamo anche quattro volte a settimana»
E’ nata nel 2008, con l’intenzione
di coinvolgere a diverse attività
grandi e piccini, l’associazione
“Lubren-sis”. Lo scopo è principalmente quello di promuovere e
valorizzare lo sport nel mondo
giovanile e diffondere in esso gli
sport tradizionali, con particolare
attenzione al Tiro alla fune.
L’idea parte da un gruppo di ragazzi affiatati che partecipavano
ad ogni torneo di Tiro alla fune
locale e che ad un tratto decise di
andare oltre.
La Lubrensis si affilia alla Figest
(federazione italiana giochi e
alle spalle tantissimo allenamento. La preparazione si basa su la
voro fisico e tecnico, perché come
in tutti gli sport, anche nel tiro
alla fune si adottano tecniche di
tiro particolari. Si può avere tutta
la forza del mondo, ma se poi
non la si riesce a mettere in pratica, questa si annulla. La squadra
momentaneamente si allena 3
volte a settimana tutto l’anno, a
periodi intervallati di 4-5 allenamenti per settimana quando si è
sotto preparazione».
Unica squadra del Sud Italia nella
disciplina la Lubrensis si trova di
sport tradizionali) due anni or
sono partecipando in tutte le categorie del Campionato italiano
indoor dalla stagione 2008/09 di
tiro alla fune.
«Il primo anno non è stato ricco
di emozioni per la Lubrensis –
commenta il presidente dell’Associazione Sandro Gargiulo -. Considerata la nostra inesperienza,
nonostante diversi punti conquistati, non siamo riusciti ad arrivare nemmeno a metà classifica. Il
secondo anno invece ha avuto un
esito molto diverso, in quanto, ci
siamo piazzati quinti assoluti su
undici squadre in lizza nella categoria 640 kg».
Nel palmares della Lubrensis anche una partecipazione al Campionato Mondiale per club nello
scorso febbraio dove i ragazzi di
Gargiulo hanno chiuso al quindicesimo e al sesto posto, rispettivamente nelle categorie 640 e 680
Kg. «Tuttavia, nonostante il Tiro
alla fune sembri un gioco – spiega
Gargiulo – di piazza, nasconde
fronte a notevoli spese per poter
gareggiare nel Campionato Italiano, che si disputa prevalentemente a Nord. «Per la prima volta si disputerà una gara del Campionato Italiano in Penisola Sorrentina – continua Gargiulo. Cosa da sottolineare è che si tratterà
di una finale».
Una buona annata l’ultima della
Lubrensis. I massesi si sono classificati al terzo posto nella gara di
andata svolta a Fermo. Il 20
marzo, invece, medaglia di legno
nella categoria 680 Kg, ma da
evidenziare come i costieri partecipassero alla manifestazione con
una squadra sotto peso di ben 27
chilogrammi
«Il sogno nel cassetto è partecipare l’anno prossimo al campionato
mondiale per club a Perth, in
Scozia – conclude il presidente -.
Se la Lubrensis migliorasse la
propria classifica potrebbe addirittura rappresentare l’Italia con
la maglia azzurra».
(asta)
Nata in Inghilterra questa disciplina si è propagata in tutta Europa
Puntella e timoniere i due ruoli chiave
Il tiro alla fune è una disciplina
storica che vanta un passato importante essendo stata annoverata sino al 1920 tra le discipline
olimpiche. Cinquant'anni di tornei olimpici per uno sport che
affonda le sue origini nel lontano
Sud-Est Asiatico come rituale di
contrapposizione tra bene e male
nelle cerimonie propiziatrici per il
raccolto. In Europa, nasce in Inghilterra nel 1880 e lentamente si
propaga principalmente nei Paesi
Nordici(Svezia, Finlandia, Danimarca e Norvegia).
La disciplina si divide in categorie
in base al peso con appuntamenti
indoor e outdoor, su prato. Si
parte dai 560 Kg per arrivare alla
top-class dei 720 Kg. Le squadre
devono essere formate da un
massimo di otto atleti che sono
pesati prima della manifestazione. Nel caso in cui un team affronti un match con sette elementi anche gli avversari sono tenuti
a "tirare" con un elemento in meno. Le gare indoor si svolgono in
palazzetti che abbiamo la possibilità di contenere una pedana di
lunghezza compresa tra i 32 e 36
metri, mentre la corda, ha una
lunghezza di 36 metri e un diametro di 10 centimetri, di canapa.
Come per i ginnasti è fondamentale la presa, anche nel tiro alla
fune gli atleti adoperano la polvere di magnesio per aumentare
l’attrito. Ruoli chiave nella composizione degli otto tiratori sono
la “puntella”, ovvero il primo
della squadra e il “timoniere”,
l’ultimo. Le gare si disputano su
due maches che assegnano un
punteggio finale di tre punti per le
due vittorie oppure uno per il pareggio. Per vincere è necessario
far raggiungere il segna corsa della corda posto al centro nel proprio campo, oppure riuscire a far
commettere tre falli agli avversari.
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Atleta
di Salerno
e Provincia
Basket il Ruggi…to delle leonesse
numero
4 maggio 2011
Un’impresa in famiglia: la gioia del presidente Rino Pignata e dei figli Tommaso (coach) e Margherita (capitano)
La squadra salernitana, ottiene il terzo posto e raggiunge la promozione nella B1 Nazionale
Decisiva la vittoria con Casagiove. Poi la festa e i progetti per il futuro: «Ci rinforzeremo»
• VALERIO ARRICHIELLO
Un ruggi…to lungo una stagione.
Quella trionfale della Ruggi Select Salerno e delle sue leonesse.
Una rosa di giocatrici che, guidata magistralmente dal presidente
Rino Pignata e da suo figlio il
coach Tommaso Pignata, ha conquistato al termine di un campionato durissimo la promozione
nella B1 nazionale. Un risultato
atteso, a lungo sognato e sudato
sul campo che si è concretizzato il
12 marzo nel match decisivo sul
parquet di casa, il Palasilvestri di
Matierno. La zampata decisiva è
stata piazzata nella sfida clou con
le dirette avversarie dell’A.s.d.
Family Basket di Casagiove. La
classica partita che vale una stagione. Una vittoria che ha regalato con due giornate d’anticipo il
terzo posto e la garanzia della promozione diretta in B1 nazionale
evitando lo scoglio playoff. Un
ostacolo superato alla grande per
67-60 al termine di una gara tiratissima. «Mancava un minuto e
mezzo alla fine, ho guardato il
tabellone ed eravamo pari, ma noi
quella partita volevamo vincerla –
racconta Alessandra Ga-gliardino,
guardia della Ruggi - poi ho fatto
un canestro, ho esultato con un
« Lo sport
è la metafora
della vita e gli sport
cosiddetti minori
sono i migliori.
Per questo amo
il basket
e punto forte
sui giovani »
urlo da cavernicola e da quel
momento non ricordo più nulla,
sono letteralmente entrata in
trance agonistica e ho messo a
segno 6-8 punti decisivi. O almeno questo è quello che mi hanno
raccontato le mie compagne…».
Una gioia enorme quella provata
da Alessandra Gagliardino, top
scorer del match con 22 punti,
esplosa nei festeggiamenti finali
con le compagne e il pubblico
presente al Palasilvestri. Mamma
di un bimbo di 20 mesi, tornata
da un anno a giocare, nonostante
un passato in A2 e tante vittorie
un’emozione così grande Alessandra non l’aveva mai provata: «E’
stata una stagione stupenda. Per
la prima volta con i miei 31 anni
ero una delle più anziane del
gruppo e questo ti porta a impegnarti ancora di più per dare l’esempio. Tornare è stata dura, ho
dovuto perdere 33kg. Ma quando sei mamma e hai il tuo bambino che ti aspetta a casa puoi superare tutto». Mamma e vincente,
come il capitano Margherita Pignata, ala/pivot e figlia del presidente. Lei di anni ne ha 41, ma a
smettere non ci pensa nemmeno,
anche perché i suoi due figli non
glielo permetterebbero: «Sono i
miei fan più accaniti. Se solo
parlo di ritirarmi ci restano male.
E allora continuo, cercando di
conciliare lo sport col mio lavoro
da avvocato».
E poi c’è una nuova esaltante
avventura alle porte, il campionato di B1 nazionale che si annuncia
difficile quanto affascinante: «La
differenza sarà soprattutto sul
piano fisico e questo per me non
sarà certo un vantaggio, ma cercherò di sopperire con l’esperienza. L’importante sarà curare molto
la preparazione atletica e mantenere sempre la serenità nello spogliatoio». Quella serenità che è
stata l’arma vincente della Ruggi
Select Salerno anche nel momento
più duro della stagione, quando
una brutta sconfitta a Villla
Literno rischiava di mettere tutto
in discussione. «E invece presidente e coach ci hanno tranquillizzato, non hanno
fatto drammi
– spiega la
Gagliardino –
e noi li abbiamo ripagati
sul cam-po. Il
segreto della
Ruggi è questo: il cli-ma
che c’è all’interno
della
squadra. Uno
spogliatoio di
brave ragazze,
amiche
tra
loro e una
società che mette al primo posto
la passione per lo sport e non i
risultati. Man-tenendo questo
spirito diremo la nostra anche
l’anno prossimo».
Quello stesso spirito che accompagna Rino Pignata dal 1970,
quando fondò la squadra di
Torrione: «Lo sport è la metafora
della vita e gli sport cosiddetti
minori sono anche i migliori. Per
questo amo il basket e continuo a
puntare forte sul settore giovanile
guidato alla perfezione da Paolo
Iacovazzo».
La promozione corona una scalata iniziata nel 2005 quando dopo
anni dedicati al settore giovanile
si è tentata l’avventura con la
squadra femminile partita dalla
Serie C. «Mi ha convinto mio
figlio Tommaso, ex giocatore e
attuale coach e ha avuto ragione
perché ci stiamo togliendo molte
soddisfazioni». L’obiettivo per la
prossima stagione è una salvezza
tranquilla: «Sarà dura, per fortuna il nostro sponsor, la Select di
Nello Aliberti, ci dà una grossa
mano. Cercheremo di rinforzarci
con un play e un centro e poi
abbiamo ragazze promettenti in
prospettiva futura come Federica
Di Pace (’93) e Antonella
Marinato (’90) ». Insomma c’è da
ben sperare: la Select Salerno
vuol continuare a Ruggi…re.
Al Grand Hotel Salerno i festeggiamenti per la chiusura dell'anno agonistico
Pallavolo Salerno: historia magistra vitae
Tutte le categorie maschili hanno concluso vittoriose i rispettivi campionati provinciali di categoria
Premiata anche l’iniziativa “Volley insieme”, con le scuole del territorio, per creare un vivaio di qualità
• GIANPIERO SCAFURI
amicale, i ragazzi vincitori dei singoli tornei maschili, under 14, 16 e 18, hanno reso grazie ai propri
coach Marco Tagliamonte, Pippo Sgueglia e
Giampiero Panzini per il sostegno e l’aiuto durante
l’anno agonistico.
Entusiasmo anche per Enrico Barretta, che oltre a
seguire il settore minivolley, marcia vittorioso nel
torneo under 13 maschile.
La manifestazione si è conclusa con la consegna della
coppa dei Giochi della Gioventù del 1977, vinta dal
Liceo Severi, al Presidente del Comitato Provinciale
Fipav Antonio Mastrolia e gli auguri di Carmine
Malangone, consigliere regionale Fipav, nonché presidente della Cogemal Pontecagnano, per i prossimi
campionati regionali che le varie delegazioni della
Pallavolo Salerno andranno a disputare.
«Tradizione e storia, il seme che ho lanciato è stato
raccolto; questa è la mia gioia più grande dopo tanti
anni di lavoro con i giovani». Con queste parole il
professore Baccaro ha ringraziato il presidente e tutti
i dirigenti della Pallavolo Salerno, per il premio ricevuto alla carriera, nella festa di fine anno organizzata al Grand Hotel Salerno, per festeggiare le vittorie
dei tornei giovanili.
Un excursus di foto storiche, ha ricordato le tante
vittorie del volley salernitano e un doveroso ringraziamento alla memoria del professore Giovanni
Granito è stato accolto con un caloroso applauso.
Instancabile formatore delle giovani leve del volley
cittadino, il compianto allenatore fu il timoniere
della vittoriosa delegazione studentesca del Severi
nell’anno 1977, dalla quale nacquero tanti campioni che hanno dato lustro alla pallavolo di Salerno. E
Nelle foto
proprio grazie a questa memoria storica, che il prele squadre
sidente Gianni Salerno e il vice presidente Luigi
che hanno vinto
Senatore, figlio dello storico Matteo Senatore
il campionato
patron dell’Indomita Salerno, hanno voluto premia- provinciale 2010/2011
re le scuole Liceo scientifico F. Severi, Itc G. AmenIn alto, l’under 18
dola, Itas S. Caterina, scuola media N. Monterisi allenata da G.Panzini
a lato, l’under 16
per il progetto “Volley insieme”, iniziativa per rinvigorire la crescita e la diffusione della disciplina spor- del coach G.Squeglia
a destra, l’under 14
tiva in città.
del mister
Numerosi presenti hanno assistito alla premiazione
M. Tagliamonte
degli atleti e dei rispettivi allenatori. In un clima
Fantasmi da urlo
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numero
Atleta
di Salerno
e Provincia
4 maggio 2011
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Nella poule finale sconfitte Napoli e Piacenza
La Ghosts Battipaglia dopo un anno di purgatorio
ritorna in A2 al termine di una campionato trionfale
• VALENTINA LIGUORI
E’ durato un anno il purgatorio.
Giusto il tempo di far capire di
essere i più forti e tornare a casa.
Quella casa, la serie A2, che i
ragazzi di Battipaglia hanno
riconquistato con pieno merito.
A inizio stagione la Crazy
Ghosts partiva tra le logiche
favorite del campionato. Ma in
pochi avrebbero potuto prevedere che il campionato si sarebbe trasformato in una autentica
marca trionfale. Nella prima
fase di serie B la Crazy Ghosts
Battipaglia non ha conosciuto
Il futuro è Ciplast
Patron Rossini: «Sono molto soddisfatto del gruppo»
Il club battipagliese ha chiuso sesto in A2
mettendo in vetrina tante giovani interessanti
Si è chiusa ai quarti di finale la
corsa play off per la Ciplast Battipaglia. Contro le siciliane dell’Alcamo, le ragazze care al presidente Rossini hanno dovuto dire
addio al sogno promozione in
A1. E’ stata comunque una stagione ricca di soddisfazioni e molto positiva: “Nonostante i tanti
problemi, sono molto soddisfatto
del lavoro svolto della squadra” –
ha dichiarato il presidente Rossini
– “Le ragazze, infatti, hanno lottato fino alla fine proprio come
dimostra la performance offerta
in casa di Alcamo”. C’è comunque un po’ di rammarico c’è per
tutte le problematiche nate durante la stagione che hanno, di
fatto, condizionato il cammino
della Ciplast: “Sono convinto che
con Carnemolla, Farris e Innocente la squadra avrebbe lottato
per la conquista della promozione. Purtroppo si sono create delle
situazioni davvero incredibili”.
Tra le tante note positive di questa stagione del sodalizio battipagliese sicuramente il grande spazio che sono riuscite a trovare in
prima squadra alcune ragazze del
settore giovanile: “Era un nostro
obiettivo e fortunatamente siamo
riusciti a realizzarlo. Credo che
nessuno, a differenza nostra, abbia utilizzato tre ragazze classe 95
in una gara 3 dei quarti di finale.
Far disputare quindici minuti di
media a partita a De Pasquale, ed
otto a Di Cunzolo e Cavaliere è
un ottimo risultato”. Anche se la
stagione è appena conclusa è inevitabile già pensare alla programmazione della prossima stagione,
con la Ciplast che vuole essere
grande protagonista: “Ora come
ora è ancora troppo presto per
dare risposte certe” – conclude
Rossini – “Parleremo certamente
con coach Sabatino per vedere se
ci sarà la possibilità di continuare
insieme questa avventura. Per
quello che riguarda la squadra, i
punti già fermi sono Moscariello
e le ragazze del settore giovanile.
Di sicuro, poi, c’è l’intenzione di
voler ripartire dalle giocatrici più
forti che hanno fanno parte del
gruppo di quest’anno. Dal punto
di vista dei risultati, invece,
vogliamo assolutamente recitare
un ruolo da protagonista e
migliorare il sesto posto che ci va
davvero stretto.
La speranza, però, è quella di non
dover convivere nuovamente con
tutte le difficoltà avute nei mesi
scorsi”.
(red.atl.)
rivali: la sua più diretta inseguitrice, il Ciss Napoli, è stata sconfitta in entrambi i confronti e la
stessa sorte è toccata, con divari
a dir poco imbarazzanti, anche
alle altre compagini. Chiuso a
punteggio pieno il girone C di
serie B, i battipagliesi approdavano alla seconda fase del torneo aperto alle migliori sei squadre dei tre gironi di serie B. In
palio c’erano tre posti per i play
off e i battipagliesi si aggiudicavano il secondo. La post season
andava di scena proprio a
Battipaglia, dove i giallo neri
“regolavano” nella gara d’esordio gli eterni rivali della Ciss
Napoli con un significativo 5641. Perso il secondo match al
cospetto del Parma, i gialloneri
vedevano decidersi l’intera stagione negli ultimi 40’ di gioco
nella sfida contro la Pol. Verdi
Piacenza. Vittoria doveva essere
e vittoria è stata. Promozione
doveva essere e promozione è
stata. Ma ora inizia la partita
più difficile: “Per il momento la
società non è in grado di assicurare la partecipazione al campionato di A2 – afferma amaramente il vice presidente Matteo
D’Angelo -. Se è vero che i nostri
giocatori non percepiscono
alcun compenso, è altrettanto
vero che l’anno prossimo ci
attenderebbero ben sei trasferte
su sette al Nord Italia, con tutte
le spese che queste comportano
e che noi, al momento, non possiamo garantire. Il presidente
Spinelli si sta già attivando, l’iscrizione al campionato scadrà
solo a giugno e non disperiamo
di trovare uno sponsor che
possa sostenerci o nell’aiuto
delle istituzioni”.
«Senza l’aiuto
di sponsor
e istituzioni locali
non potremo
disputare
la prossima
stagione
che sarà davvero
molto
più onerosa»
Unastagioneda gladiatori
19 vittorie in 21 partite, bilancio più che positivo per i ragazzi di coach Indennimeo
Nel campionato di C di Elite, la Salerno Rugby
chiude con un buon secondo posto in classifica
Diciannove vittorie in ventuno partite non
sono bastate per conquistare il primo posto
del girone e la conseguente qualificazione ai
play off. Ma la stagione della Salerno Rugby è
stata in ogni caso a dir poco straordinaria. Il
sodalizio di patron Senatore con un gruppo di
atleti cresciuto in casa ha dato spettacolo su
tutti i campi della regione, strappando punti,
applausi e consensi. Resta un pizzico di rammarico per non essere riusciti a superare il
Rugby Clan Santa Maria Capua Vetere capolista, dopo un lungo quanto vano inseguimento, ma la soddisfazione per questo campionato così brillante certo non può svanire. Il
rugby salernitano, anno dopo anno, continua
a crescere. Questa è la vittoria più bella: “Il
bilancio è in ogni caso molto positivo per il
nostro quindici, che ha letteralmente dato l’anima ogni qual volta è sceso in campo – con-
tinua il coach salernitano Luciano Indennimeo – devo fare i complimenti a tutto il
gruppo che ha giocato una stagione ad alto
livello e non si è mai fermato continuando a
inseguire la capolista Santa Maria Capua
Vetere. C’è un piccolo rammarico: siamo stati
purtroppo superficiali nel perdere i preziosi
punti nello scontro diretto con la capolista del
girone Elite di serie C e contro il Battipaglia.
Sono punti che, nel corso della stagione,
hanno pesato molto e nella volata finale si
sono rivelati determinanti per l’esito del campionato. Dopo quelle due sconfitte nel girone
di andata, siamo stati perfetti nella fase finale
e quelle due gare continuano a far storcere il
naso. Potevamo fare molto meglio, ma ormai
è inutile pensare al passato. Si va solo avanti,
si pensa al prossimo importante impegno”.
Anche perché terminate le fatiche e le mischie
del campionato per la società del presidente
Senatore c’è l’affascinante Coppa Campania.
Per mantenersi in allenamento, in vista della
prossima stagione di serie C Elite, ma anche
magari per prendersi qualche rivincita e prendersi la soddisfazione di alzare l’ambito trofeo: “Avremo appena quindici giorni per riposarci e allenarci, per poi tornare subito in
campo nel torneo regionale. Un appuntamento molto importante, per mantenersi in forma,
e testare nuovi elementi che saranno eventualmente promossi nella squadra senior.
Punteremo a fare bella figura, giocando con la
consueta determinazione che ci ha sempre
contraddistinto”.
(red.atl.)
Alcune fasi
di partita
della Salerno Rugby
di questa stagione.
La squadra
di patron Senatore
è attesa il prossimo mese
dalla Coppa Campania.
L’obiettivo dei salernitani
è di alzare l’ambito trofeo
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l
Atleta
numero
di Salerno
e Provincia
4 maggio 2011
5° Seminario di Studi
Il MARKETING degli Sport Migliori
sabato 21 maggio 2011
11,00 / 17,00
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Responsabili area marketing delle società:
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Canottieri Irno, Rari Nantes Salerno, Salerno Rugby, Club
Scherma Salerno, Carpedil Battipaglia, Lavoro Doc, Basket
Select Ruggi, Delta Basket, Pallacanestro Salerno.
Nel corso dell’evento sarà premiata la società Basket Select Ruggi Salerno vincitrice
del campionato di Serie B.
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l
numero
Atleta
di Salerno
e Provincia
4 maggio 2011
7
Il vicepresidente Guidobaldi: «Correre senza lasciare il segno del proprio passaggio, ecco l’obiettivo»
Corsa,avventuraeamoreperlanatura
Alla scoperta del Parks Trail, una gara magica e affascinante per riscoprire l’Italia
dei piccoli Comuni, dei parchi naturali, vivendo un’emozione unica e incontaminata
• ANGELO DE NICOLA
Quando si corre attraverso un ameno percorso
naturale, con la forza di volontà e l’amore per
l’atletica a spingere il partecipante a superare i
propri limiti, è in quel momento che si apprezza il profondo significato del Trail Running.
Questa variante della corsa si distingue dalla
corsa su strada e dalla corsa su pista in quanto generalmente si svolge su percorsi normalmente utilizzati per l'escursionismo, in particolare in montagna, conta un numero
sempre maggiore di appassionati
anche nella Regione Campania.
La natura stessa del percorso
rende il Trail Running particolarmente impegnativo sia
per il profilo altimetrico che per la
tipologia di terreno sconnesso
sul quale si corre. Le gare di
Trail Running più lunghe sono
definite ultratrail. Una particolare forma di Trail Running ha
preso una sua connotazione
nazionale in Italia con le ecomaratone, della medesima lunghezza di una maratona, ma
immerse nella natura. In Italia
è nato un vero e proprio circuito di ecomaratone che si tengono in alcuni dei parchi naturali
più suggestivi del paese. “Correre senza lasciare il segno del
proprio passaggio”. E’ questo il
primo degli obiettivi del corridore
ecologista. “Le località naturali
che frequentiamo sono la dimora
di molte specie animali e vegetali. L’ecosistema in cui vivono è
spesso esposto ad un precario
equilibrio, l’acqua che proviene dalle nostre montagne è
una risorsa indispensabile per
la collettività, l’aria prodotta
dai nostri boschi è il polmone del nostro pianeta.
Frequentare questi luoghi
lasciandoli inalterati è il
nostro dovere. – dice
Massimo Guidobaldi vicepresidente dell’Associazione Park Trail – Il circuito Parks
Trail, nato nel 2005 con 3 gare, oggi
conta 38 manifestazioni in ben 7
regioni del Nord, Centro e Sud
Italia questo a testimoniare la forte
crescita del movimento Trail
Running nel nostro Paese. La
voglia di correre in natura, in luoghi incontaminati implica anche
una educazione e grande rispetto
verso il luoghi attraversati, per
questo motivo tutti coloro che
gareggiano nelle gare del
circuito hanno aderito alla
campagna Corri senza
lasciare traccia lanciata
da due anni
dalla
nostra associazione”.
Una corsa verso una
meta non solo sportiva. “Diventare atleta
del Trail Running
significa iniziare
un viaggio comune nella natura,
durante il quale si
ha la possibilità di
fare tanti nuovi incontri, vivere emozioni autentiche, novità e avventure. –
prosegue il vice presidente Guidobaldi - Viaggiare sulle proprie
gambe, per più di 780 chilometri
attraversando l’Italia genuina dei
piccoli comuni, dei Parchi Nazionali, e la riscoperta della natura
incontaminata è un’emozione unica
da vivere. Parks Trail significa adottare uno stile di approccio alla corsa
volto ad avere un contatto diretto e profondo con il territorio, qualcosa che resterà per sempre dentro di te. In altre parole il
circuito è un viaggio di qualità e non di quantità nel quale vengono adottati semplici, ma
grandi principi”. Uomini e donne, senza differenza, nel corso di una gara che regala premi e
tante soddisfazioni. “Possono partecipare al Parks
Trail tutti i podisti in regola con il tesseramento
2011 a un ente di promozione sportiva in possesso
del certificato medico agonistico e che abbiano
compiuto 18 anni”. Con la passione per lo sport
nel cuore, e
la voglia di
rispettare la
natura, continua la lunga corsa dell’atleta del
Trail Running.
L’abruzzese Carfagnini si è aggiudicato la tapppa
APositanoèbeach
Grande spettacolo con partenza sulla spiaggia,
salita a Montepertuso e arrivo in riva al mare
Nell’angolo della Costiera Amalfitana, alle spalle dei Monti Lattari, i podisti della Campania si
sono sfidati all’insegna del fair
play nella prima edizione del
“Positano Beach Trail”, organizzata dall'Aequa Running, che da
tempo segue le gare trail in Campania. 150 atleti e amanti del
running si sono inoltrati sui sentieri della costiera, dalla spiaggia
di Positano al Monte Pertuso, e
ritorno in riva al mare dopo aver
affrontato un dislivello di 1100
metri in 10 chilometri di percorso totale. Per gli uomini il successo è andato ad Antonino Carfagnini della MTB Scanno dell’Aquila, che ha superato il percorso in 1 ora 4 minuti e 39
secondi davanti agli atleti campani Giuliano Ruocco della Cava
Pic Costa d’Amalfi e Gennaro
Varrella della Security International. Tra le donne trionfo di
Ania Paniak tesserata per la
Gragnano in Corsa davanti a
Teresa Galano della Paeninsula e
Laura Cerami della Podistica
Solidarietà. L’evento, seguito con
grande partecipazione dal pubblico di appassionati sportivi, ha
dato il via alle manifestazioni
podistiche nella regione. La
struttura originale del paese, con
un'architettura che si arrampica
lungo la roccia, ha contribuito al
successo della gara che si è rivelata un’impresa difficile anche per
gli atlete più esperti. Alle 9.30 in
punto, alla presenza del sindaco
di Positano Michele De Lucia e
l’assessore Antonino Di Leva, a
termine dell’inno di Mameli gli
atleti sono partiti dalla spiaggia
grande di Postano, con la fuga
dei podisti nel percorso che si
snoda subito tra le caratteristiche
vie del centro storico per poi portarsi, dopo appena due chilometri, sulla lunga scalinata. Al termine delle 1800 scale, con molti
atleti che effettuavano decisivi
sorpassi, il gruppo è giunto in
località Nocelle. A seguire l’arrampicata nel bosco e poi la
discesa attraverso il centro di
Montepertuso, un sentiero immerso in una rigogliosa macchia
mediterranea con un fondo fatto
di lastroni di pietra, fiumiciattoli
da attraversare e scorci sul mare.
Il gruppo in testa si è alla fine
diretto a Santa Maria del Castello, dopo di che, giù in picchiata
su scalini molto ripidi con arrivo
alla spiaggia di Positano dove è
posto l’arco d’arrivo. “E’ stata
una vera sorpresa registrare una
partecipazione numerosa alla
gara di Positano, non si aspettavamo di partite così bene. – dice
il presidente dell’Aequa Running Michele Volpe, soddisfatto
della risposta degli appassionati
sportivi – Sono sorpreso anche
dalla presenza di molti atleti, non
della regione, a testimonianza del
fatto che queste gare garantiscono alle località che le ospitano
tanta attenzione e partecipazione
da parte di tutti”.
A maggio nel comune costiero l’Ecotrail, 14 chilometri tra strade e sentieri
Sulle salite di Maiori la prossima sfida
Con la passione per la corsa che
cresce negli atleti non hanno mai
fine le manifestazioni sportive
previste nella nostra regione per
prossimi mesi e dedicate alla
corsa campestre. Il 15 maggio, infatti, la corsa in Campania degli
atleti del Trail Running continua
nell’Ecotrail di Minori. Organizzata dall’A.S.D. Aequa Running
parte la prima edizione di corsa in
montagna chiamata “Ecotrail”.
La partecipazione è consentita ai
maggiorenni in possesso dei requisiti medici per l’attività sportiva agonistica tesserati per gli enti
di promozione sportiva di cittadi-
ni Italiani ed extra comunitari. Le
iscrizioni, per gli appartenenti a
sodalizi dovranno pervenire su
carta intestata debitamente firmata dal presidente, per i singoli i
dati anagrafici devono essere
accompagnati dalla certificazione
medica all’indirizzo email [email protected]. La lunghezza
totale del percorso di gara è di 14
chilometri, con un dislivello totale di circa 2300 metri percorribile in strade, sentieri, scale, salite e
discese ripide. La gara sarà in
totale autosufficienza alimentare,
nel corso della competizione infatti è obbligatorio l'uso del ca-
mel bag o del porta borraccia con
adeguata riserva idrica, all'arrivo
ogni partecipante potrà usufruire
di un ristoro completo. L’associazione Parks Trail organizza anche
il circuito “Winter Trail”, che ha
il suo inizio annuale nel mese di
novembre, e termina a marzo. Le
gare proseguono con gli appuntamenti del 19 giugno 2011, a
Caserta Vecchia con una competizione di 14 chilometri, e il 4 settembre 2011 con l’Xtrail Faito,
gara che prevederà un percorso di
17 chilometri per mettere a dura
prova tutti i partecipanti.
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8
l
numero
di Salerno
e Provincia
4 maggio 2011
Ottimo inizio di stagione per la Atletica Camaldolese
Il Moffa Team Fighting si conferma
ai vertici della kickboxing italiana
Alla quinta tappa della Maratona dell’Unità d’Italia, disputatasi ad Eboli il 10 aprile, l’Asd
Polisportiva Atletica Camaldolese di Campagna ha raggiunto
uno dei suoi ultimi successi.
Quattro dei suoi atleti si sono
aggiudicati il podio nelle rispettive categorie. Tra i master 65
Antonio Cafaro e Giuseppe Costabile si sono classificati rispettivamente primo e terzo, mentre
Giuseppe Munzio è arrivato
secondo tra i master 70 e Angelo
Paladino terzo negli M 50.
«Questo – puntualizza il presidente Michele Trotta - è solo uno
dei nostri tanti risultati. Nelle
categorie amatori e master abbiamo ottenuto spesso ottimi piazzamenti nei campionati regionali
campani.». Tra questi sono degni
di nota i due secondi posti, ottenuti da Antonio Cafaro (M65) e
Antonio Moscarella (M50) nei
campionati regionali di cross,
tenutosi a Dugenta in provincia di
Benevento lo scorso febbraio.
«Anche il trentottesimo posto –
continua Trotta – di Alessandro
Bulzomì all’Agropoli Half Marathon di quest’anno è per noi
molto importante. Il nostro atleta
« Nelle categorie
master
abbiamo spesso
ottenuto ottimi
piazzamenti
nei campionati
regionali»
della categoria master 35 era
appena rientrato in gara dopo
alcuni mesi di stop a seguito di un
infortunio e ora puntiamo molto
su di lui per il prosieguo della stagione».
La società sportiva, però, non si
limita alle sole gare campane. Ha
partecipato anche ai campionati
nazionali Asi di corsa campestre,
che si sono svolti a Rieti il 13
marzo scorso. Qui ha conquistato
il podio nella categoria master 50
con l’oro di Vito Moscarella e il
bronzo di Angelo Paladino. «Un
altro ottimo risultato – sottolinea
il presidente Trotta - è stato quello di Orlando Gentile arrivato
terzo tra gli amatori TM. La
Polisportiva stessa nella classifica
di società si è poi posizionata
sempre al terzo posto».
L’Asd Camaldolese dall’anno della sua fondazione, il 1985, non si
è impegnata soltanto nelle gare,
ma ha anche dato vita a vari campionati provinciali di corsa campestre e su strada, e nel 1999 a
una gara regionale di corsa in
montagna. «Quest’anno – conclude Trotta – organizzeremo per
il dieci luglio una gara regionale
di corsa su strada inserita nel
calendario Fidal. Sarà aperta a
tutte le categorie: giovanili, assolute e amatoriali, sia maschili che
femminili. La manifestazione si
sarebbe dovuta svolgere già il 17
aprile, ma è stata posticipata per
problemi organizzativi. Ora ci
rifaremo quest’estate».
(bar.tro.)
Anche nell’ultima tappa della
Maratona Marziale Italiana della
Wtka a fare la parte dei leoni sono stati gli atleti del Moffa Team
Fighting, capitanati dai Maestri
Gennaro e Gianluigi Moffa, che
hanno sbaragliato gli avversari
nelle diverse discipline marziali,
cofnermandosi ai vertici della
kickboxing nazionale. Alla manifestazione hanno partecipato
migliaia di atleti che si sono dati
battaglia su numerosi tappeti da
gara nelle diverse discipline da
combattimento. Ma il Moffa Team della Olympic Planet di Mercato San Severino non ha avuto
assolutamente rivali. A confermarsi ai vertici assoluti sono stai i
d’onore, anche se i suoi compagni
di Team De Simone con la Katana e Pecoraro con il doppio Nunchaku hanno affascinato tutti
confermando l’alta scuola di armi
dei Maestri Moffa. Nel Point Fighting il guerriero De Simone ha
sconfitto di misura tutti gli avversari che ha trovato lungo il suo
cammino con la sua tenacia e
combattività, avendo delle leggere difficoltà solamente con i suoi
colleghi di scuderia Romano e
Teodosio, che si sono piazzati
rispettivamente secondo e terzo
in classifica. Ma il sodalizio irnino ha messo in luce anche tante
nuove leve che saranno sicure
protagoniste dei prossimi impe-
Campioni del Mondo 2011 di
Kickboxing Desideria Bove,
Francesco Pinto e Matteo De Simone che hanno stupito tutti con
la loro tecnica acrobatica e utilizzo delle armi. La campionessa
Bove ha sbalordito i tecnici e gli
avversari delle diverse Arti Marziali nella categoria All Style con
le sue evoluzioni acrobatiche e rapidità di esecuzione conquistando
il gradino più alto del podio. Il
samurai Pinto con la sua tecnica
di Nunchaku ha dominato la categoria delle forme armate, con la
sua stabilità e armonia nell’esecuzione i giudici non hanno avuto
dubbi a confermarlo sulla piazza
gni nazionali ed internazionali.
Nella categoria All Style Weapons (forme armate) hanno conquistato il primo posto Innocenzo
Masi e Francesco Pinto. Nel
Light Contact (combattimento)
tre medaglie d’oro con Vincenzo
Pecoraro, Pierpaolo Sautto e
Massimo Vietri. Nel complesso
gli atleti del Moffa Team hanno
conquistato ben 28 medaglie: 12
ori, 11 argenti e 5 bronzi. Una
vera e propria pioggia di medaglie per questa società da anni ai
vertici nazionali di questa affascinante disciplina orientale.
Il Taekwondo? Questione di famiglia
(red.atl.)
Ed ora il prossimo obiettivo sono i campionati europei in programma a Genova
Sotto la guida esperta del maestro Marrone, i fratellini Umberto e Luca Pastore di 14 e 10 anni
confermano la felice tradizione del sodalizio capaccese, conquistando medaglie su medaglie
I fratelli Bergamasco nel rugby, i fratelli Abbagnale
nel canottaggio, i fratelli Molinari nel golf. Chissà
se riusciranno a raggiungere queste vette, ma, per il
momento, i fratelli Pastore da Capaccio stanno conseguendo ottimi risultati nel taekwondo. Più che
fratelli, si potrebbe definirli fratellini, vista la loro
età. Umberto il più grande ha appena 14 anni, Luca
ne ha soltanto dieci. Sotto la guida esperta del maestro Antonio Marrone, i due fratellini stanno portando in alto i colori della Taekwondo Capaccio,
seguendo le orme di un’altra giovanissima campionessa, Michela Grandino, plurititolata ed ormai
proiettata a contesti internazionali. Nel memorial
Cavalli, disputatosi a Fondi nel mese scorso i due
fratelli capaccesi sono stati grandi protagonisti.
Umberto porta a casa l’individuale junior. La rivelazione porta il nome di Luca Pastore, che a soli 10
anni agguanta l’oro nella categoria cadetti individuale, nella coppia mista e nel trio maschile, centrando anche l’argento nella squadra mista, concludendo il memorial come l’atleta ad aver conseguito
più medaglie. A questi successi va aggiunto il fatto
che Umberto vanta anche due titoli italiani. Già
campione italiano 2009 nella categoria cadetti, si è
cimentato lo scorso anno nella categoria superiore
juniores, salendo sul podio più alto con la conqui-
sta della medaglia d'oro e confermandosi campione
italiano assoluto. I due fratelli sono ormai colonne
portanti dell'associazione capaccese: "Umberto ha
iniziato a 5 anni" - conferma il maestro Nino
Marrone - " mentre Luca addirittura a quattro
anni. I risultati che stanno ottenendo ci stanno regalando grandi soddisfazioni". Ma come ogni grande
atleta la vittoria più bella è quella che deve ancora
arrivare. e per Umberto c'è davanti il grande impegno dei campionati europei in programma a
Genova a fine maggio. E' lui l'unico italiano in gara
nella categoria Junior: "E' una grande soddisfazione avere un'atleta in Nazionale" - continua il maestro Mario Marrone - "speriamo di poter festeggiare con una bella medaglia". La convocazione di
Umberto Pastore in Nazionale si aggiunge a quella
di Michela Grandino, convocata per i mondiali. Un
grande risultato per un piccola realtà come quella
della società capaccese: "Sicuramente siamo orgogliosi dei nostri atleti. Finalmente stiamo raccogliendo i risultati di un lavoro iniziato venti anni fa
e portato avanti con grandi sacrifici tra tanti problemi, tra cui quello delle strutture". Ma quando c'è
passione, lavoro e progettualità i risultati arrivano.
Basta vedere i nuovi fratelli dello sport salernitano.
(red.atl)
Nella foto
Umberto Pastore
dopo l’ultima vittoria.
Il giovane atleta
sarà l’unico italiano in gara
agli europei
nella categoria Juniores
l
numero
Atleta
di Salerno
e Provincia
4 maggio 2011
9
Un lancio nel blu per non dimenticare
Successo e grande commozione per il 1° trofeo dedicato a Leo e Piergiorgio,
due paracadutisti scomparsi tragicamente. In gara atleti da tutto il meridione
• BARBARA TROTTA
benzina. Non sono stati dimenticati, però, il miglior istruttore e il
miglior videoman che hanno
entrambi ricevuto un prosciutto.
Alla fine della premiazione sono
state presentate le varie attività
della “Fondazione Piergiorgio
Avagliano”, illustrate dal padre
del ragazzo scomparso lo scorso
settembre. L’associazione, a lui
dedicata, opererà principalmente
nel campo del sociale e in aiuto
Diego Aloia non ha mai provato
in una gara di paracadutismo
un’emozione così forte come
quando, domenica 10 aprile, ha
vinto il primo trofeo Leo e
Piergiorgio. Il suo pensiero era
rivolto agli amici scomparsi, uno
a soli 17 anni, in due tragici incidenti in volo e alla cui memoria
era dedicato l’evento. La manifestazione ha visto la partecipazione 40 persone, tra esordienti,
istruttori e videomen, provenienti da tutta l’Italia meridionale e si
è svolta in tre giorni a Pontecagnano, nella sede della scuola
di paracadutismo di Salerno.
Nella prima giornata si sono
effettuati dei lanci di prova, nella
seconda i sorteggi per gli abbinamenti aerei e le figure, mentre
nella terza si è svolta la competizione vera e propria.
«La gara, un lancio a due relativo, Rw2 – puntualizza il direttore
della scuola di paracadutismo,
atleti lentamente al suolo. Tutte le
performance erano riprese su un
video, che veniva esaminato dai
giudici che decidevano i risultati
ottenuti. Tra una manche e l’altra
la classifica poteva anche capovolgersi.
È stato per questo motivo che
Diego Aloia si è reso conto di aver
vinto solo alla fine. L’atleta non è
Gaetano Giella - prevedeva due
manche, durante le quali i partecipanti si gettavano da un’altezza
di 3600 metri (12mila piedi) e nel
tempo brevissimo di 35 secondi
effettuavano delle figure in aria».
Il punteggio cresceva con l’aumentare del numero delle loro
evoluzioni. A circa 1200 m il
paracadute si apriva, portando gli
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A vincere
è stato il giovane
Diego Aloia
Il suo primo pensiero
agli amici
scomparsi,
uno dei quali
a soli 17 anni,
in due tragici
incidenti in volo
UNISU
CENTRO STUDI
RECUPERO ANNI SCOLASTICI
24 ORE SU 2
nuovo a questo genere di manifestazioni. Ha già partecipato a
campionati italiani RW sia a due
che a quattro persone e a trofei
nazionali e internazionali di precisione in atterraggio, disciplina in
cui si cerca, arrivando al suolo, di
centrare con il tallone un dischetto di pochi centimetri. Ora, però,
si sta dedicando principalmente a
gare di figure in caduta libera. La
sua è una passione nata fin dall’infanzia. «Abitavo – ricorda vicino all’aeroporto e da piccolo
vedevo sempre i paracadutisti».
Per imitarli da bambino saltava
dalla legnaia con un ombrellone,
“scoprendo il fascino della frenata”. «Poi pian piano – continua –
mi sono sempre più innamorato
di questo sport. A 17 anni ho
effettuato i primi lanci».
Dietro Aloia, nella classifica del
trofeo, si è qualificata Sabrina
Torriciello di Battipaglia, mentre
Andrea Cavallaro di Catania è
arrivato terzo. Hanno tutti ricevuto un trofeo e vari premi tra cui
un casco dotato di telecamera,
una stampante, telefonini e buoni
alle persone diversamente abili.
La scuola di paracadutismo di
Salerno non è nuova nell’allestire
eventi sportivi. Alcuni anni fa,
infatti, ha organizzato il campionato italiano e si dedica dalla sua
nascita “ad attività che possono
servire ai ragazzi”. «L’abilitazione
al lancio col paracadute tondo –
sottolinea Giella- vale due punti
nei concorsi con le forze armate».
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Salerno – Italy
Atleta
Uniti in nome di Ciro
10
l
numero
di Salerno
e Provincia
4 maggio 2011
XXI edizione della gara di karate, oltre 1500 iscritti
si sfideranno in una due giorni densa di impegni
• FRANCESCO MARIA BORRELLI
Al via la XXI edizione del Memorial di karate Ciro Bracciante,
trofeo nazionale Fijlkam. L’appuntamento è per sabato 7 e
domenica 8 maggio a Salerno in
via Cosimo Vestuti alla Palestra
Palumbo alle 8 del mattino. Quest’anno all’interno della manifestazione, suddivisa in kumitè e
kata, ci sarà anche un Gran premio giovanissimi; nelle varie classi di appartenenza parteciperanno tutte le categorie degli agonisti
d’età compresa tra i cinque anni
dei piccoli e i trentacinque dei più
grandi. Sono previste oltre millecinquecento adesioni. Si partirà sabato 7 con il kumitè degli esordienti maschili A anno 1998-99, esordienti femminili A 1998-99, esordienti maschili B 1996-97,
esordienti femminili B 1996-97, cadetti maschili
1994-95, cadetti femminili 1994-95, juniores
maschili 1991-93, senior maschili 1976-90, juniores-seniores femminili 1976-93. Di seguiti ci
saranno le gare di kumitè individuale maschile
colored (gialla-arancio verde-blu) e individuale
femminile colored; per tutti i combattenti: esordienti A e B, cadetti, juniores e senior. Domenica
8 sarà dedicata al Gran premio giovanissimi (gialla-marrone), bambini 2004-06, fanciulli 2002-03
e ragazzi 2000-01. Quindi nel prosieguo del
secondo giorno della manifestazione (ore 12)
saranno impegnati nel kata individuale (giallanera) maschile e poi femminile, gli esordienti A e
B, i cadetti, i junior ed i senior. Di recente il
Memorial ha impreziosito il ventaglio delle onorificenze ricevendo una coppa d’argento dal presi-
dente della Repubblica Giorgio Napolitano, una
targa d’argento dalla Camera dei Deputati, una
medaglia di bronzo dal Senato della Repubblica e
una di bronzo dal ministero della Gioventù.
Secondo il fondatore del Memorial, Antonio
Bracciante, il messaggio che la manifestazione
vuole trasmettere è «l’essere uniti e socializzare
che è la cosa più importante nello sport ma spesso viene dimenticata. Di anno in anno i partecipanti si conoscono anche grazie al Memorial e
poi rimangono amici e consolidano il loro rapporto sia come atleti che a livello
personale».
Grazie all’impegno dello staff
organizzativo e di Antonio
Dal 1976
Bracciante «non mancheranno le
personalità di spicco del mondo
dello sport durante il Galà dei
campioni organizzato dal Coni di
Salerno; il testimonial d’eccezione
sarà Bud Spencer».
Il maestro Desiderio:«E’ affascinante e richiede grande passione»
Dall'Oriente il Battodo
La disciplina insegna l’uso della katana,
l’arma elitaria dei samurai giapponesi
• MARINA CAVALIERE
Che le arti marziali abbiano sempre avuto
un grande fascino, in particolar modo nel
mondo occidentale, è ormai risaputo da
anni. Dall’Oriente, culla di queste discipline, sono arrivate, nel corso degli anni, tantissime forme di arti marziali, tutte accomunate però dal rispetto degli stessi principi e delle stesse finalità. Una delle ultime,
solo in ordine di tempo, ad affascinare il
nostro Paese è stato il battodo, che divulga
ed insegna il reale uso della katana (spada
giapponese), arma elitaria e propria dei
Samurai del Giappone, giunto fino a noi
perché tramandato da maestro ad allievo
all'interno delle scuole, le Ryu, nel rispetto
massimo della tradizione, implicando
anche uno studio mentale e filosofico.
Condizione essenziale, anche in questa pratica , è la forma fisica che prevede dapprima lo studio delle tecniche di base (khion)
per passare poi alle forme (kata) proprie
della scuola e sono in ultima fase ai tagli
con la katana. Vengono usati degli appositi bersagli su cui l’atleta, con l’uso della
spada, deve colpire dei punti precisi che
rappresentano dei punti reali del corpo
umano. In Europa, solo l’Italia e la Francia
sono, al momento, gli unici Paesi riconosciuti dalla Federazione giapponese di battodo. La prima lezione divulgativa in assoluto di battodo in Italia si è tenuta a
Milano nel 1987. Da allora, nel nostro
Paese, è cresciuta l’attenzione verso questa
disciplina anche se i suoi insegnamenti
sono rimasti prerogativa di pochi centri in
tutta Italia. Oltre San Gemini, Terni e
Roma, in Campania solo la palestra
Nicodemi di Salerno
impartisce lezioni di
Battodo, con il maestro
Giovanni Desiderio, da
31 anni esperto e appassionato di arti marziali.
“Due volte a settimana si
tengono gli allenamenti,
mentre una volta al mese
si studiano i tagli con la
katana. È una disciplina
che, rispetto ad altre, ha
costi un po’ più elevati
quindi richiede anche
una grande passione. Tra
i miei allievi ci sono persone di ogni età – spiega
Desiderio - è chiaro che, per le persone più
adulte con esperienza di arti marziale alle
spalle, il percorso è più semplice”. E sempre nella città campana si è tenuto il 30
aprile e il 1 maggio un seminario nazionale di battodo con esibizioni ed esami
«Appuntamento
fisso da venti anni
Quest’anno la novità
è il Gran premio
Giovanissimi
Testimonial
del Galà
dei campioni
è Bud Spencer»
Un sorriso a 35 denti
ad oggi, tra trionfi passati, presenti e futuri
Nozze di corallo per il binomio
indissolubile Del Guacchio-Taekwondo
• IVAN COSTA
Come tutti sappiamo, esistono vari tipi di amore; ci sono
gli amori a senso unico, quelli ricambiati, gli amori passeggeri che bruciano intensamente una volta per poi svanire, gli amori segreti, inconfessabili, gli amori dell’adolescenza, gli amori dell’infanzia
e così via. Amori spesso destinati a finire per troppa poca
passione. Ma esistono anche
gli amori eterni, amori che,
sfidando statistiche e difficoltà, trovano consacrazione in matrimoni
decennali, dove ogni giorno è uguale al
primo, dove la spranga della monotonia
deve sempre cedere il passo allo scudo
della passione totale.
E’ questo il caso del matrimonio tra
Gerardo del Guacchio e il Taekwondo, che
nel 2011 hanno festeggiato ben 35 anni di
amore indissolubile. Un amore cominciato
negli anni ’70 all’interno di una barberia,
per merito di un parrucchiere chiacchierone, o forse lungimirante, che parlò a Gerardo delle discipline marziali, dando il là
alla ampia parabola di successi e soddisfazioni tracciata dallo stesso Del Guacchio,
che qualche anno più tardi, quando ancora non era neanche cintura nera, prese le
redini della Polisportiva TKD Salerno,
portandola negli anni a mietere successi in
ogni competizione, dalle provinciali agli
internazionali, passando per gli ‘open’ e
quant’altro. Una vera e propria pioggia di
medaglie fatta piovere sul terreno arido del
salernitano e non solo. Difatti, nel ‘93 fu
proprio Del Guacchio con la sua polisportiva a portare per primo il TKD anche in
Sudafrica, a Città del Capo; così come fece
qualche anno più tardi, nel ’95 in
Slovacchia, dove il successo riscosso fu tale
da dare luogo ad una vera e propria fede-
razione, della quale egli è tuttora direttore
Tecnico onorario.
Come spesso accade poi in qualche
amore, ci fu chi gli consigliò di cambiare
sport, scegliendone uno più adatto alla
sua fisicità, proprio come quando ci viene
detto “lascia perdere, lei è troppo bella
per te!”, eppure Gerardo non demorse,
perseverando nel suo ‘corteggiamento’, e
avendo già chiaro sin da subito la sua passione: l’insegnamento.
“Un’idea sortami sin dalle prime battute,
dai primi allenamenti; –ci ha confidato
Gerardo- capii subito la bellezza data dal
ricevere in palestra un bambinetto di 5
anni, vedendolo anno dopo anno crescere,
cambiare, maturare, perché no anche gioire
e soffrire, assistendo e contribuendo alla
sua crescita sino a fare di esso un uomo. Un
orgoglio e un onore che prescinde anche i
risultati agonistici, che viene per me prima
di tutto.” Una vocazione, insomma, che
valica i limiti della disciplina fine a sé stessa e sfocia nel significato più genuino del
termine Sport, per cui il nostro Gerardo del
Guacchio ha deciso di cimentarsi in una’altra gara, questa volta di natura comunale,
finalizzata alla promozione e alla crescita
dello Sport, da tempo messa in secondo
piano, troppo.
l
Atleta blog
l
numero
“Io sono un campione”: la parabola di un atleta
tra i successi in campo e i problemi fuori
Diventare dei veri campioni, come sognano tutti gli atleti e gli
aspiranti tali, può rivelarsi complicato, soprattutto quando si ha
un cattivo carattere. È quanto ha
dovuto imparare Frank Machin,
inquieto e scontento ex minatore
divenuto un grande giocatore di
rugby ossessionato dal successo.
Interpretato da Richard Harris,
Frank è il protagonista del film Io
sono un campione (This sporting
life), film inglese degli anni Sessanta e primo lungometraggio del
regista Lindsay Anderson, il solo
film tragico nel quadro del free cinema. Nella sua straordinaria parabola da minatore dello Yorkshire a campione di rugby, Frank
ha dovuto sempre fare i conti con
la propria complicata personalità
e con i problemi nella vita privata, che non gli permettono di godersi il meritato successo. Da
sempre, infatti, Frank non riesce a
stabilire un rapporto con le persone. L'unico suo rapporto lo stabilisce con una vedova, la signora
Hammond, della quale è ospite,
di cui finisce per innamorarsi. Un
amore furioso per una donna tormentata dal rimorso di non aver
reso felice il defunto marito e che
ora teme di avvicinarsi ad altri
uomini. Ma nemmeno l'amore,
che in certi tratti assomiglia alla
follia, per la gelida padrona di
casa sarà per Frank motivo di pace: la prepotenza con la quale l'ex
minatore tratta la sua amata finirà per creare una sorta di barriera
tra i due. Sentendosi respinto dalla propria amata, aumenta a dismisura l'insicurezza di Frank e, di
conseguenza, la sua brutalità. Inizia il declino sportivo ma soprattutto personale dell’atleta, il cui
carattere brutale finirà per allontanare anche l'amata dalla sua vita, che non vuole credere alla volontà di cambiare.
Tratto dall'omonimo romanzo di
David Storey, la storia riprende il
mito classico della caduta dell'eroe. Frank crede di trovare la
tranquillità che cerca nel successo
che lo sport gli garantisce, quando viene pagato profumatamente
dall'industriale della cittadina in
cui vive che lo ingaggia nella
squadra di cui è
presidente. Ma
ben presto si rende conto che il
successo sportivo,
il denaro e l'occasione di facili avventure non gli
possono bastare.
Lindsay Anderson, proveniente
dal documentario
al suo primo lungometraggio, è tra
i fondatori del
free cinema, mo-
io sostengo
l
di Salerno
e Provincia
4 maggio 2011
11
Storia e sport
Ascesa e declino di un eroe
• ELENA CHIARA LIGUORI
Atleta
vimento cinematografico ma
anche culturale, sociale e politico
di forte contestazione del cinema
inglese dell'epoca, considerato
troppo borghese, conformista e
commerciale.
In questo film Anderson si cimenta con una storia amara e difficile, con due personaggi davvero
ardui da rappresentare. Due personalità forti ed eccessive, chiuse
nella solitudine di coloro che non
riescono a liberarsi del proprio
passato; protagonisti di un film
sull'incomunicabilità, intenso e
pieno di rabbia.
Diversi i riconoscimenti tributati
a Io sono un campione e soprattutto ai suoi interpreti: Richard
Harris e Rachel Roberts sono
stati candidati all'Oscar, e Harris
fu anche premiato al Festival del
cinema di Cannes.
Lancio del disco:
un’arte classica
Dal Discobolo di Mirone ai giorni nostri:
storia ed evoluzione di questa disciplina
• GIORGIA MENNUNI
Era il 450 a.C. circa, quando Mirone eseguì “Il Discobolo” in
bronzo. La statua rappresenta un atleta in movimento: l’uomo,
nudo, è colto nel momento preciso in cui sta per lanciare il disco
impugnato nella mano destra. E’ straordinario il modo in cui il
corpo scolpito in marmo riesca a comunicare lo sforzo fisico e le
tensioni muscolari derivanti dall’attività del lancio. Una delle
statue più conosciute al mondo, il Discobolo è considerato un
illustre simbolo dell’attività sportiva in genere ed è una viva
testimonianza del rilievo che avevano nell’antica Grecia le discipline sportive.
Il lancio del disco è universalmente riconosciuto come un’azione
atletica “classica”. Nell’antichità era praticato con attrezzi maggiorati sia per diametro (15-20 cm), che per peso (1-5 kg). Il
disco veniva cosparso di sabbia, per permettere una presa più
salda. L'atleta eseguiva il lancio da una base di partenza, delimitata frontalmente e lateralmente. La tecnica era del tutto
diversa dall'attuale: il disco, infatti, veniva sollevato all'altezza
del capo con entrambe le mani, si spingeva il braccio destro
all'indietro e in basso, mentre corpo e testa seguivano il movimento. In tal modo ci si ripiegava su se stessi e tutto il peso del
corpo poggiava sul piede destro. L'ultima fase prevedeva l'estensione in avanti e il lancio dell'attrezzo.
L’attrezzo utilizzato oggi, per essere accettato in gara e per l’omologazione di un eventuale record, deve essere conforme alle
specifiche della Iaaf. Per le donne il disco pesa 1 kg (con un diametro tra i 180 e i 182 mm e uno spessore tra 37 e 39 mm),
mentre per gli uomini il peso è di 2 kg (il diametro tra i 219 e i
221 mm e lo spessore tra 44 e 46 mm). La pedana entro la quale
l'atleta esegue la prova, è circolare ed è dotata di una robusta
gabbia - a forma di U - che la circonda per assicurare l'incolumità degli spettatori, degli ufficiali di gara e degli altri concorrenti. Per effettuare un lancio il concorrente si posiziona in
fondo alla pedana circolare voltando le spalle al settore di lancio. Esegue un paio di torsioni da fermo, poi inizia la fase rotatoria e - dopo un giro e mezzo - rilascia il disco. Il lancio è valido se l'attrezzo cade completamente entro i margini interni delle
linee bianche delimitanti il settore di caduta.
Ne è passato del tempo da quando Odisseo praticava il lancio
del disco presso la corte di Alcinoo. Un altro sport? Forse. O
meglio, un altro modo di concepire lo sport.
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