Frankenstein - LeggerMENTE
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Frankenstein Frankenstein nel cinema Come alcune grandi opere del passato entrate a far parte dei classici, Frankenstein ha rappresentato la fonte dell’ispirazione di molti registi del grande schermo, convinti della presa che un soggetto così fantastico avrebbe avuto sul pubblico. La lunga serie di film ispirata al celebre romanzo di Mary Shelley ha inizio nel 1910 con una produzione della Edison, per la regia di John Searle Dowley. Successivamente escono Life without Soul (1915) e Il mostro Frankenstein (1920), pellicola italiana di Eugenio Testa, interpretata da Luciano Albertini. Nel 1931 James Whale ci regala l’indimenticabile Frankenstein interpretato in modo unico da Boris Karloff, con il capo tagliato orizzontalmente (ideato dal truccatore J. Pierce), che ebbe uno strepitoso successo e fissò il modo di rappresentazione di moltissimi film successivi. Sulla scia dell’entusiasmo che la pellicola aveva suscitato, nel 1935, Whale decide di riprenderne il tema dando al mostro una compagna, La moglie di Frankenstein, interpretata da Elsa Lanchester, che Boris Karloff interpreta Frankenstein emanava una particolare bellezza accentuata dalla celebre acconciatura dei capelli con la duplice saettatura bianca. Da allora, la serie delle pellicole di questo genere si è allungata ogni volta con nuove invenzioni e contaminazioni. Nel 1939 compare Il figlio di Frankenstein di Rowland V. Lee, in cui i due grandi dell’orrore, Boris Karloff e Bela Lugosi, recitano insieme. Al 1974 risale anche la celebre e geniale rivisitazione burlesca Frankenstein Jr. di Mel Brooks, girata in un suggestivo bianco e nero. Il dottor Frankenstein [pronuncia: frankenstìn] - interpretato da Gene Wilder - celebre medico e scienziato che rinnega il lavoro del suo antenato, giunto in Transilvania per ereditare i beni dell’avo, scopre l’antica biblioteca e decide di proseguirne gli esperimenti. Trafugato un gigantesco cadavere, vuole installargli il cervello di uno scienziato, ma per l’imbranataggine dell’assistente Igor [pronuncia: àigor] - Marty Feldman -, gli innesta quello di un individuo anormale. Il risultato è un mostro incontrollabile, terrorizzato dal fuoco, che si ammansisce soltanto al suono della musica. La creatura fugge, è catturata, è addomesticata e trasformata in un perfetto ballerino e dandy di città, poi fugge nuovamente e nel finale il mostro viene recuperato e sposa l’ex-fidanzata del suo creatore. Nel 1975, sulla falsariga del film di Mel Brooks, esce Frankenstein all’italiana, di Armando Crispino. Non si può poi fare a meno di citare il maggiordomo della Famiglia Addams, la fortunata serie nata negli anni ‘30 nelle vignette di un giornale, continuata negli anni ‘60 come telefilm, negli anni ‘70 come cartone animato, e approdata sul grande schermo negli anni ‘90 con la regia di Barry Sonnenfield, con Carel Struycken nella parte del gigantesco maggiordomo Lurch. In tempi recenti la produzione di film dell’orrore con Frankenstein come protagonista è continuata con La sposa promessa (1985) di Franc Roddam, con l’interpretazione di Sting, e Mary Shelley’s Frankenstein (1995) di Kennet Branagh. Frankenstein © La Spiga Edizioni 1
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Mary
Shelley
ideò
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