Maggio/Giugno 2009 - Parrocchia Santuario del Sacro Cuore di Gesù

Transcript

Maggio/Giugno 2009 - Parrocchia Santuario del Sacro Cuore di Gesù
Maggio/Giugno 2009
n. 3
CIRCOLARE PER LE FAMIGLIE DELLA PARROCCHIA DEL SACRO CUORE - MONDOVÌ ALTIPIANO - TEL. 0174.42187 - www.sacrocuoremondovi.it - E-mail: [email protected]
Tipo-Lito MARTINI - Mondovì
Una
Parrocchia
ambiziosa?
La risposta è senza ombra di dubbio positiva. Sì, siamo e vogliamo essere una Parrocchia ambiziosa! Come dovrebbe essere ogni
parrocchia di questo mondo, grande o piccola che sia, popolata o meno popolata, di città
o di sperduta campagna. Non abbiamo e
non dobbiamo avere il timore di manifestare
la nostra ambizione. Perché non siamo affatto la cenerentola delle varie aggregazioni che
stanno sul mercato (aggregazioni culturali,
sportive, sociali, politiche….. chi più ne ha
più ne metta). Non siamo una cenerentola
un po’ da commiserare. Infatti pensiamo e
siamo convinti di avere qualcosa di serio e di
importante da offrire. Un prodotto di prima
qualità e non un prodotto scadente. Offriamo
un prodotto che sta almeno allo stesso livello
degli altri prodotti, offerti attraverso pubblicità
roboanti e costose, su pagine patinate di riviste o su grandi manifesti pubblicitari che
affollano le città, al cinema o nella sempre
più invadente TV. Proponiamo un prodotto
necessario e non superfluo, al quale si potrebbe anche rinunciare in tempo di crisi. Il
prodotto che proponiamo non riguarda solo
l’estetica del volto, una pelle morbida e abbronzata, il guardaroba sempre aggiornato,
secondo le stagioni cangianti della moda. Riguarda quella cosa che sotto sotto tutti van
cercando, a volte confusamente, senza nemmeno saperlo. Riguarda il senso stesso della
vita. “Sono venuto perché abbiano la vita e
l’abbiano in abbondanza” afferma Gesù nel
Vangelo di Giovanni (Gv 10,10). Notate bene
continua a pag. 2
FAMIGLIE, GIOVANI,
ADULTI, ANZIANI
A Paray le Monial?
Icona del cuore di Cristo e di san Giovanni
Benedettine del monastero del Monte degli Ulivi - Gerusalemme
“Appoggiatevi intensamente in Dio con una piena confidenza nell’Amore del suo
Cuore. Egli non abbandona mai quelli che sperano in Lui”
(Santa Marguerite-Marie Alcoque)
Venerdì 5 giugno: FESTA PATRONALE
A pagina 4 tutti gli appuntamenti, prima e dopo
LA RIVELAZIONE E LA BIBBIA
Solo un testimone oculare della passione e della morte di
Gesù in croce, l’apostolo Giovanni, poteva intuire che il
cuore trafitto del Salvatore era la breccia per entrare a contemplare l’amore infinito di Dio per ogni uomo. Lo stesso
Giovanni annota nel suo vangelo come dal costato sgorgarono sangue e acqua, dove il sangue indica il prezzo della
nostra redenzione e l’acqua richiama i frutti di tale sacrificio, ossia l’acqua della vita eterna e il dono dello Spirito
che si concretizzerà da lì a poco nel giorno della Pentecoste. Tutta la scrittura dell’Antico e del Nuovo Testamento
insiste sulla grande verità che Dio è Amore e per amore
viene incontro all’uomo con atto di misericordia che culmina nella morte redentrice del Figlio di Dio. Proprio perché
la sua natura è ”amore” e tutta la sua opera è continua rivelazione di amore, Dio chiede all’uomo un culto, meglio
una religione, fondata soprattutto sull’amore: “Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta l’anima…”.
La richiesta è di un amore autentico, vissuto in profondità,
LA FORTUNA DI ESSERE…
…DEL SACRO CUORE
al livello del cuore inteso nel senso biblico, cioè totale, esistenziale. A questo livello Dio vuole scendere per prendere
pieno possesso della persona e stringere con l’uomo un’alleanza eterna “fondata e radicata nella carità” (ricorda San
Paolo). Questa alleanza nuova, di Dio con l’uomo e dell’uomo con Dio, nella carità, si annoda e si compie nell’unico mediatore tra gli uomini e Dio, “l’uomo Cristo Gesù”
e, più esattamente, nel mistico santuario del suo cuore trafitto. E’ questo il luogo di incontro tra l’amore redentore di
Dio e l’amore penitente e riconoscente dell’umanità redenta.
LA STORIA
Già a partire dal XII sec. si sviluppò una particolare forma
di spiritualità ispirata al cuore di Gesù. Gli ordini cistercensi, benedettini, francescani e domenicani apportarono,
Paray le Monial è una cittadina della Borgogna, sede di un’antica abbazia cluniacense
(una splendida basilica del secolo XII ne è
una vivente testimonianza!). Dista da Mondovì esattamente 514 Km (uno in meno che
per andare ad Assisi!). A Paray, a partire dal
1673 e fino al 1690, Gesù Cristo si è manifestato alla monaca visitandina Marguerite-Marie Alacoque sotto la forma del Sacro Cuore.
La religiosa, che non poteva uscire dal suo
monastero, trovò un prezioso sponsor nel gesuita, oggi santo, Claude de la Colombière
che diffuse le sue visioni e i suoi pensieri.
Grazie a questa combinazione di eventi la devozione al Sacro Cuore conquistò tutta la
Chiesa, affermandosi soprattutto lungo l’800 e
la prima parte del ‘900. Possiamo quindi affermare che a Paray-le-Monial stanno le radici
del titolo della nostra parrocchia, pensata alla
sua fondazione addirittura come santuario
diocesano dedicato al Sacro Cuore. Perché
non andare una volta a scoprire tali radici? A
ossigenare il nostro spirito visitando i luoghi
calcati da santa Marguerite-Marie e da padre
Claude? L’occasione potrebbe essere quella
del 2010, primo decennio del terzo millennio.
Lungo il tragitto potrebbe scapparci una tappa
ad Ars-sur-Formans, luogo d’attività di san
Giovanni Maria Vianney, il celebre “curato
d’Ars”, di cui nel 2010 ricorrerà il 150 della
morte. La Borgogna offre poi incantevoli luoghi d’arte e paesaggi avvincenti. Un mix per
fare del pellegrinaggio anche un bel viaggio
di piacere. Studiando bene la cosa non sarebbe impossibile coinvolgere le famiglie e i giovani (entrambi con costi contenuti!). Ci pensiamo? Anche perché se vogliamo vivere l’esperienza dobbiamo programmarla e organizzarla per tempo. Alla fine ci troveremmo tutti
sensibilmente arricchiti!
ognuno in modo originale, approfondimenti alla devozione del cuore di Gesù, visto e adorato come santuario glorioso dell’amore infinito di Dio per le sue creature. In seguito la devozione, dai monasteri e dagli ambienti claustrali, si diffuse tra le comunità cristiane. A partire del XVIII secolo diventò “popolare”, anche per l’istituzione della festa,
nel 1765. Le principali pratiche (come l’adorazione riparatrice, l’ora santa, il primo venerdì del mese, le immagini e
gli scapolari, la consacrazione degli individui, delle famiglie
e delle nazioni, i pellegrinaggi ai santuari celebri) diventarono così comuni al popolo cristiano, da caratterizzarne la
vita religiosa in tutte le sue manifestazioni. Si giunse ad
una rinnovata concezione della stessa natura del simbolo,
e si manifestò a tutti la inesauribile fecondità pastorale,
apostolica e spirituale, di questa devozione: un vero e proprio programma di vita per il vero cristiano. Ciò è confermato dal fatto che storicamente questa devozione è sorta
e si è sviluppata nella Chiesa come forma di vita, prima di
venire espressa come dottrina teologica.
continua a pag. 2
2
l'amico
I L L ABORATORIO DELLA FEDE DELLA QUARESIMA
La morte e la risurrezione: non tutto ma molto si può capire
Una delle accuse lanciate contro la Chiesa e in particolare contro i preti di questi ultimi decenni è quella di aver messo in soffitta
la predicazione su quelli che una volta erano
detti “i novissimi”, cioè le realtà ultime, quelle che riguardano l’evento della morte e del
post-mortem. Accusa in parte vera, anche se
il silenzio calato sull’argomento ha, fra le tante, una ragione molto precisa. La predicazione popolare attorno a questi temi aveva subito negli ultimi secoli una pericolosa deriva
dalla quale obiettivamente non era facile riprendersi. La morte era attribuita sempre alla
volontà di Dio, fosse quella di un ultranovantenne giunto ormai naturalmente alla consumazione dei suoi giorni o quella di un bambino o di un giovane recisi come un fiore appena sbocciato. Il giudizio di Dio veniva presentato, poi, in piena sintonia con il giudizio
di un tribunale umano, per cui il Padreterno
stava lì solo a pesare sulla sua bilancia meriti
e colpe che l’uomo consegnava con il fardello della sua vita. Per non dire dell’insistenza
quasi sadica sulla descrizione dei presunti
tormenti subiti dai dannati.
Ora, almeno nell’Unità Pastorale di Mondovì, il silenzio è stato rotto grazie alla sessione quaresimale del Laboratorio della fede
che quest’anno ha avuto come tema Morire
e sperare di risorgere. Aperto da un’interessante incursione nell’universo cinematografico, compiuta con la competente guida di
Piermario Mignone di Alba, per vedere come
questa moderna arte ha trattato il tema, da
Bergman fino a Clint Estwood, passando per
autori del calibro di Fellini, il percorso si è
concluso con le belle immagini proposte da
suor Luisita Quaglia, delle Giuseppine di Cuneo. Suor Luisita ha ben focalizzato l’importanza e i contenuti della virtù teologale della
speranza, che nel pensiero cristiano fa da
compagna alla fede e alla carità. Nel mezzo
tre puntate guidate dal parroco sui temi del
morire, del passare attraverso il giudizio di
Dio e del risorgere. Senza l’intento di sconfessare per partito preso alcune convinzioni
diffusamente assodate, ma facendo vedere i
loro limiti e il loro inesistente fondamento biblico, il parroco ci ha invitati innanzitutto a ripensare al mistero della morte che non è da
far risalire a Dio. Non è Lui che fa morire, ma
sono eventi naturali o pure casualità. Si muore perché si è anziani e il corpo ha consumato tutte le sue energie; si muore perché nella
storia c’è il mistero della morte che si insinua
attraverso un male invincibile, un incidente,
una disgrazia (si pensi ai recenti morti per il
terremoto in terra d’Abruzzo); si muore a
motivo della cattiveria umana (morti violente, morti in guerra….). Se Dio è presente
nella morte lo è nel modo con cui lo è stato
nella morte di Gesù, evento a cui sempre occorre fare riferimento se si vuole tentare di
capire in modo cristiano l’evento del morire.
Non è Dio che fa morire Gesù, ma nella
morte di Gesù Dio si rende presente come
colui che sconfigge la morte e ridà la vita,
una vita nuova, indistruttibile, solo buona e
solo bella. Insomma in ogni morte dell’uomo
Dio rimane fedele alla sua identità di “Dio
della vita”.
Certo questo intervento di Dio che solleva dalla polvere della morte, porta l’uomo al
“faccia a faccia” decisivo con Lui, a quello
che noi chiamiamo il giudizio. Pure qui le cose vanno precisate e meglio comprese. Da
parte di Dio il giudizio non è un pesare pro e
contro l’uomo, con atteggiamento equidistante. Anche nel giudizio Dio si comporta da
Dio, o meglio ancora da Dio di Gesù Cristo,
che nei confronti dell’uomo ha sempre e solo un intento, quello della salvezza. Dio non
vuole che l’uomo si perda e ce la mette tutta
fino alla fine per attrarlo nel suo mondo. Se
l’uomo dice di no e si autocondanna è solo e
sempre per colpa sua. Dio lo ama così tanto
da non salvarlo contro la sua volontà ma fermandosi davanti alla sua libertà che è anche
libertà di dire di no! Da questo punto di vista
è da rivedere pure il concetto di salvezza che
non è mai una conquista umana ma che rimane sempre, fino in fondo, un dono da
parte di Dio. In questo intreccio finale va collocato anche il tema del purgatorio, che non
è un luogo ma il processo di purificazione attraverso il quale si realizza la piena salvezza
della creatura.
A questo punto lo scenario si apre sulla
risurrezione dalla morte, che rappresenta l’esito ultimo della vita umana in Cristo. Cristianamente non si deve tanto parlare di immortalità dell’anima quanto della risurrezione di
tutto l’uomo che partecipa all’evento pasquale di Gesù. Nella morte accade per noi quello
che è accaduto per l’uomo per eccellenza,
Gesù di Nazaret, con una piccola differenza.
Che noi non portiamo tutto con noi stessi,
ma lasciamo qualcosa quaggiù, il
Chiosando
Proprio mentre preparavamo questo numero de l’Amico il quotidiano
francese La Croix riportava e commentava i dati di un sondaggio compiuto
presso i nostri vicini d’oltralpe. Solo un francese su dieci afferma di credere
nella risurrezione. Pressappoco lo stesso dato compare fra i cattolici in genere. Solo fra i cattolici praticanti la percentuale cambia arrivando a quasi sei su
dieci. Commentando questi dati il teologo Bearnard Sesbouë (da noi ampiamente citato nel corso del Laboratorio della fede) afferma che occorre mettere a punto una catechesi che esprima il tema “in modo adatto agli adulti
di oggi e a coloro che saranno gli adulti di domani”. Cosa che nel nostro
piccolo abbiamo cercato di fare e che cercheremo di fare anche nelle prossime puntate del nostro percorso circa i temi che di volta in volta affronteremo.
CONTINUA DALLA PRIMA PAGINA
Una Parrocchia ambiziosa
quello che dice: “Perché abbiano la vita”, la
vita tout court, la vita senza aggettivi, la vita
qui, adesso. Non subito la vita eterna, quella
che noi chiamiamo “il paradiso”. Certo il paradiso è incluso nell’offerta, ma non è la prima proposta, nemmeno l’unica. Noi abbiamo la pretesa, fondata!, di offrire qualcosa
che serve a vivere bene già qui, su questa
terra, nella storia di questa esistenza unica e
irripetibile.
Per questo cerchiamo di curare le cose,
anche nei particolari. Non è questione di pignoleria o di perfezionismo. È questione di
serietà e di rispetto per il prodotto che offriamo. Mi stringe veramente il cuore quando
capito in qualche chiesa e la trovo maltenuta,
disordinata, i manifesti vecchi di mesi appesi
alle bacheche, le riviste arruffate sui tavolini, i
fogli sparsi in giro, gli altari non lindi e ordinati. Magari pieni di cose che dovrebbero
stare altrove. Per non parlare di certe sacristie… C’è differenza fra l’entrare in una chiesa pulita, ordinata, accogliente e in una chiesa che così non è. C’è differenza tra il fare catechismo in un’aula dove tutto è ben disposto e in un’aula dove ti sembra di esser tornato un po’ nel caos che stava prima della
creazione. C’è differenza fra un foglio di avviso ben scritto, ben impaginato e un foglio
abborracciato. Non si tratta di sottigliezze,
perché noi viviamo anche di piccole cose e
sovente le piccole cose danno il senso alle
grandi cose. Le quali non devono essere sfarzose ma dignitose sì. C’è differenza tra sfarzo
e dignità. Si può essere abbondantemente
dignitosi senza essere sfarzosi. Si deve puntare al bello dal punto di vista estetico ma
anche più in profondità.
Così un’omelia deve essere bella, cioè
preparata, pensata, curata. Perché un’omelia
ha la pretesa di dire qualcosa di sensato, di
interessante, di utile e non di riempire solo
qualche minuto perché non se ne può fare a
meno. E se è un po’ più lunga non sempre è
cosa negativa. Se è un po’ più lunga, ma non
mena “il can per l’aia”, forse offre qualche
prezioso boccone di contenuto in più. Un ciclo di catechesi va programmato per tempo
e poi verificato. Un incontro di preghiera non
va improvvisato. Un giornale parrocchiale
(non lo chiamo apposta “bollettino” perché
la parola evoca qualcosa di troppo casereccio) deve avere, pur nella sua semplicità,
una sua qualità, una sua dignità. Anche un
cadavere che si decompone e scompare.
Questa prospettiva permette anche di cogliere meglio il legame fra giudizio personale e
giudizio universale. Quest’ultimo non è un
altro giudizio, o un giudizio in più che si aggiunge a quelle personale, avvenuto subito
dopo la morte. Si tratta invece più semplicemente della ricapitolazione finale della storia,
quando davvero tutto giunge a compimento
e non c’è più chi è già morto e chi deve ancora morire e vivere il passaggio conseguente alla morte.
Tutto questo ci è stato detto ricordando
che noi possediamo un solo linguaggio per
parlare dell’aldiquà e dell’aldilà, anche se le
due realtà sono molto diverse. Già questo è
un limite. Un altro limite sta nel fatto che noi
non possiamo sapere tutto e soddisfare ogni
curiosità. Ci è dato di conoscere l’essenziale,
quello che ci basta. L’eccesso di curiosità è
cosa morbosa, dunque da evitare.
D’altro canto la speranza di risorgere e di
vivere per sempre nella gioia della nuova dimora si fonda in Dio e nella sua infinita
bontà. Insomma è questione di speranza ma
anche di fiducia in Lui.
Giala
pranzo della terza età va offerto in una sala
accogliente e addobbata. Non è questione di
ostentazione, è questione di amore e di rispetto per le persone. Soprattutto di amore.
Perché le persone che si amano si trattano
nel miglior modo possibile. E anche le cose
amate domandano tutto il nostro riguardo.
Siamo ambiziosi, certo anche più in là di
questo. Se ci arrabattiamo, se sudiamo, se ci
affatichiamo per studiare nuove strategie e
non ci accontentiamo di quello che c’è, per i
cresimandi, i giovani, le famiglie che chiedono il battesimo, è sempre per lo stesso motivo. Grande convinzione circa il prodotto che
offriamo, amore per le persone alle quali lo
porgiamo. E anche se qualche volta ci arrabbiamo è per la stessa ragione. Se non ce ne
importasse niente ce ne staremmo più tranquilli, meno preoccupati, nemmeno sfiorati
dallo stress del voler far bene.
Siamo ambiziosi, lo ripetiamo. Perché
dobbiamo esserlo se siamo appassionati alla
nostra missione. Siamo ambiziosi, fin quando
sarà necessario, fin quando sarà possibile.
Non però per noi stessi, ma per Colui che annunciamo e per le persone che serviamo. Se
possibile, in entrambi i casi, nel miglior modo
possibile!!!
don Giampaolo
LA FORTUNA DI ESSERE…
…DEL SACRO CUORE
OGGI, NOI
La spiritualità che tale devozione suscita,
guida i fedeli a prendere coscienza che il
Verbo incarnato è soprattutto un mistero
d’amore e va accolto in atteggiamento di
amore. La religione cristiana è già di per
sé orientata in questo senso, perché la rivelazione afferma esplicitamente che
“Dio è amore” e che il primo comandamento della legge è quello di amarlo con
tutto il cuore. Tale aspetto nella spiritualità del Sacro Cuore diventa esplicito, formale, determinante. Tutto ciò fa della devozione al Sacro Cuore l’anima di tutte le
devozioni. Dobbiamo essere grati a quelle anime illuminate che hanno pensato di
dedicare la chiesa madre della nostra comunità al Sacro Cuore di Gesù. Implicitamente ci hanno lasciato la preziosa consegna di scoprire e sperimentare la caratteristica peculiare della spiritualità che dal
Cuore trafitto di Gesù scaturisce: il desiderio di penetrare il mistero, di entrare
nel santuario del cuore divino per inabissarsi in questo oceano di carità. Non per
praticare una spiritualità sentimentale, ma
per confermare un’adesione personale,
piena e convinta a Dio Amore.
Mauro
l'amico
3
LO STRANIERO A CASA NOSTRA - 1
GLI ALBANESI: GLI IMMIGRATI PIU’ VICINI
Albania kmq. 28748 ab. 3.069.275
(1991) capitale Tirana ab. 343.078. Indipendente dal 1912, dopo quattro secoli di
dominio turco, nel 1939 fu annessa all’Italia. Riconquistata l’indipendenza, nel 1944,
due anni dopo fu istituita la repubblica popolare. Per decenni si isolò dal resto del
mondo. Al 31 dicembre 2008 su un totale
di 2474 immigrati censiti all’anagrafe cittadina, 329 sono albanesi, il 13,3 %.
L’Albania fino a qualche anno fa ha sopportato tremende vicissitudini. Per 45 anni
sotto il dominio di una classe dirigente comunista, franata. a seguito del crollo dell’impero sovietico. In quei lunghi anni non era
consentita l’emigrazione. Priva di una vera
economia reale, fatta di aziende manifatturiere, di strutture produttive efficienti, negli anni
novanta nel paese (a Valona, in particolare)
sono sorte società finanziarie che hanno sottratto agli albanesi, con illusorie promesse di
elevati guadagni, i propri risparmi. Molti erano giunti a vendersi la casa. Nel 1997 molti
abitanti si sono trovati senza soldi, senza lavoro e senza un tetto, senza prospettive per il
futuro. L’unica ancora di salvezza: fuggire il
prima possibile.
Abbiamo incontrato Ferdinand Kocecu,
un giovane albanese, di religione cattolica. Ha
32 anni, è nato a Scutari. A Mondovì vive e
lavora come carpentiere. Anche i suoi sette
tra fratelli e sorelle sono tra noi. Tutti lavorano e si trovano bene. Ferdinand, scappato
dall’Albania dodici anni fa ha inseguito la sua
terra promessa: l’Italia. Una prima tappa a Milano a fare il muratore, poi in Sicilia, a Barcellona Pozzo di Gotto (Messina) a raccogliere
agrumi. Quindi a Mondovì, chiamato da un
conterraneo. Ferdinand ci apre la porta del
suo grazioso appartamento, l’immagine di
OFFERTE
(da metà novembre ‘08 a fine aprile ‘09)
5 Euro 5 PP, 10 Euro 33 PP, 15 Euro 1 PP, 20
Euro 20 PP, 30 Euro 4 PP, 50 Euro 8 PP, 40 Euro 11
PP, 60 Euro 1 PP, 250 Euro 1 PP, 270 Euro 1 PP,
350 Euro 1 PP, 470 Euro 1 PP - Per la Caritas 1 da
10 Euro, 2 da 20 Euro, 1 da 100 Euro, 1 da 500 Euro, Suffr. Randazzo Renato 50 Euro - Suffr, Tricomi
Vincenzo i vicini di casa 100 Euro - Suffr. Peretti
Giovanni Battista 40 Euro - Per Caritas Suffr. mamma e marito 40 Euro - Suffr. Fazzino Giuseppe i familiari 50 Euro - Ferrazzino Aldo 40 Euro - Strano
Angelina ved. Rapisarda 20 Euro - Battesimo di Revelli Matilda i genitori 50 Euro - Battesimo di Marchisio Vittoria e Virginia i genitori 50 Euro - Suffr.
Mongardi Giuseppe 40 Euro - Famiglia Bressano
Griseri 20 Euro - Barberis Attilio e Pacellini Lidia per
60° matrimonio 100 Euro - Associazione Arma Aeronautica 50 Euro - Suffr. Maria e Stefano Michelis
40 Euro - Infermiere Volontarie Croce Rossa 40 Euro - Sign.a Balbo Pezzone, per i fiori, 20 Euro - PP
per Fratel Comino 20 Euro - Le catechiste per l’Oratorio 100 Euro - Peirano Michele 50 Euro - Sorelle
Arturo 30 Euro - Suffr. Milanese Aldo 50 Euro - Per
Fratel Comino 100 Euro e 50 Euro - Battesimo Koceku Manfred i genitori 50 Euro - Suffr. Ambrogio
Massimo i familiari 170 Euro - Famiglia Dragone
suffr. parenti 150 Euro - M.D. al Sacro Cuore 50 Euro - Suffr. Borgna Aldo 40 Euro - Una famiglia 100
Euro - Suffr. Aimo Ezio 50 Euro - Suffr. Tarolli Mario
30 Euro - Suffr. Bologna Maria Alessandra ved. Ambrogio 170 Euro - Suffr. Tonelli Margherita 50 Euro
- Suffr. Pasio Daniele 50 Euro - Suffr. Garzero Ezio
40 Euro - Suffr. Marchesani Ettore i familiari 120 Euro - Suffr. Bottero Emanuela ved. Gasco i familiari
Accogliere lo straniero è uno dei precetti della tradizione biblica (cfr Es 22,29;
Lv 19,33-34). Oggi è tornato di attualità a causa dell’ondata infinita di immigrazione che ha coinvolto anche il nostro paese. Fenomeno che certamente crea non pochi problemi, accanto agli indubbi vantaggi procurati (lo straniero è manodopera
necessaria per l’azienda Italia). Fenomeno comunque inarrestabile, non da stigmatizzare ma da affrontare e da gestire. Evitando gli estremi dell’intolleranza, e
forse del razzismo, e dell’ingenuo buonismo. Noi siamo chiamati ad affrontarlo “da
cristiani” illuminati dalla parola di Dio. Quella già citata e quella che invita ad
amare il prossimo. Proprio mentre a Mondovì si svolge la “Festa dei popoli”, con
l’intento di dare una piccolo contributo a meglio conoscere lo straniero iniziamo su
l’Amico un viaggio, curato dalla Commissione Caritas, per incontrare gli emigrati
delle varie etnie presenti qui da noi.
Conoscere è il punto di partenza per incontrare e dialogare. Il nostro viaggio è
una piccola goccia in un grande mare. Dove però ogni goccia è importante. Salpiamo e subito incontriamo un’etnia a noi vicinissima, l’etnia albanese.
Padre Pio nella parete del salotto, ed è molto
disponibile. Confessa un po’ di nostalgia per
la sua terra natia: “L’Albania, fino a qualche
anno fa, era terra assai tormentata” - ci racconta. Ed è da capire: durante il regime comunista di Enver Hoxha (pronuncia Ogia, con
l’accento sulla “o”), la popolazione era costretta a lavorare per lo Stato che, in cambio,
gli assegnava una tessera con cui poter acquistare un po’ di latte, un po’ di carne e poche
altre cose. Di fede cattolica, racconta episodi
assai tristi: “I preti venivano fucilati o internati, i dissidenti erano costretti a vivere negli
anfratti rocciosi delle montagne insieme ai
lupi. Veniva preteso l’abbandono del proprio
credo religioso con l’offerta di benefici. Molti
hanno accettato. Della mia famiglia nessuno. Le chiese le hanno demolite. A pregare
andavamo nelle cantine, come i cristiani
dell’antica Roma. Ricordo che mio padre,
pur non essendo prete, ha battezzato diversi
bambini. Non c’erano preti. Cosa si sarebbe
dovuto fare? Sono anche stato costretto a
frequentare una scuola di rieducazione, rischiando di fare una brutta fine. La vita era
dura da sopportare. E quando se ne è presentata l’occasione, la fuga in Italia. Debbo
ringraziare gli italiani che mi hanno ben accolto e mi hanno offerto la possibilità di dimostrare che anche un cittadino extracomunitario, un albanese per di più, poteva svolgere un proficuo lavoro nell’interesse della
comunità che egli ha dato generosamente
ospitalità”. Ferdinand accenna, con un sorriso nello sguardo, ai sani principi inculcati da
suo padre: “Un genitore straordinario, da
tutti stimato, che ai suoi figli ha insegnato in
primo luogo il rispetto dell’altro, qualunque
sia il suo pensiero religioso. Io, ad esempio,
ho grandi amici tra i musulmani e, quindi,
non mi pongo problemi a confrontarmi con
loro. Così, a mio avviso, dev’essere con tutti.
Sempre! Mi trovo bene nel monregalese e
continuo sul sentiero tracciato da mio padre”. Gli chiediamo cosa pensi dei clandestini: “E’ un fenomeno non facile da arginare.
270 Euro - Suffr. Desalvo Maria i familiari 70 Euro,
la famiglia Sardinopoli 100 Euro, i condomini per la
Caritas 90 Euro, Sign.a Pollano Gabutti Marienza 50
Euro, Sign.a Mondino Anna 50 Euro, PP per Caritas
20 Euro - Suffr. Mana Giorgio 10 Euro - Suffr. defunti Salandini Masala, per Caritas, 30 Euro - Suffr.
Ravotti Pierino 40 Euro - Ferrero Giovanni 200 Euro
- Suffr. Prandi Vito e Gianmario 50 Euro - Alla Rosa
Mistica 10 Euro - Battesimo Papalia Francesca i genitori 50 Euro - Battesimo Bertone Pietro i genitori
100 Euro - Battesimo Caforio Simone i genitori 30
Euro - Battesimo Taricco Alice i genitori 100 Euro, i
nonni Luigi e Marina 100 Euro - Suffr. Ballario Giovanni 20 Euro - Cardone Maria 20 Euro - Suffr. Garelli Stefano e Comino Carlotta 40 Euro - Suffr. Liboà Dario 40 Euro - Sign.a Reverdito Barbera 50
Euro - Coniugi Ponzo per 60° di matrimonio 150
Euro - Nasari Lidia per parrocchia 20 Euro, per Caritas 10 Euro - Suffr. Albarello Giuseppe la moglie
100 Euro - Suffr. Cuniberti Mario condominio Primula 40 Euro - Suffr. Zappino Andrea i familiari 170
Euro, i condomini di via Annoni 3, 100 Euro - Suffr.
Bertorello Tullio 470 Euro - Suffr. Manera Dante 20
Euro - Suffr. Barale Aldo i familiari 500 Euro, i vicini
di casa 180 Euro, amici famiglia Barale 300 Euro, il
Consiglio Pastorale 240 Euro, i ministri dell’ Eucaristia 85 Euro, Famiglia Pregliasco Bruno 50 Euro, PP
50 Euro, vicini di casa Alberto e Daniela 110 Euro Matrimonio Bernard Marco Oreglia Anna 100 Euro
- Suffr. Aimo Domenica 40 Euro - Ferrero Salto
Carla 50 Euro - Suffr. Belletrutti Maddalena i familiari 150 Euro - Genitori Prima Riconciliazione 77 Euro
- Suffr. Garesio Anna Maria 120 Euro - Per Caritas
suffr. defunti 25 Euro - Suffr. Simbula Angelino 20
Euro - Suffr. Micca Giovanni i familiari 120 Euro Per Fratel Comino 10 Euro - Suffr. Piovano Eliana
ved. Occhetti i condomini 50 Euro - PP per Fratel
Comino 50 Euro - Suffr. Basso Nini 40 Euro - Suffr.
Beccaria Bartolomeo Giovanni 10 Euro - Suffr. Giaccone Pietro Consiglio Pastorale e Commissione Terza Età 75 Euro - Suffr. Ferro Pietro 50 Euro - Suffr.
Gonella Pierina ved. Rosa i familiari 370 Euro - I
partecipanti al Corso di Lectio Divina 50 Euro - Beraudo Lina 20 Euro - Suffr. Ajraldi Edmondo i familiari 500 Euro, colleghe Nuccia 50 Euro, condomini
65 Euro - Suffr. Grosso Catterina i familiari 70 Euro Suffr. Locati Alessandro i familiari 120 Euro - Oreglia Lucia, per la Caritas 20 Euro - Michelis Manlio
20 Euro - Suffr. Girardi Caterina in Pramaggiore i vicini di casa 80 Euro - Suffr. Vinay Maria - M.S. per
Caritas in suffragio 20 (continua)
PER L’ORATORIO
1 PP 20 Euro, 1 PP da 30 Euro, 1 PP da 35 Euro, 1 PP da 40 Euro, 4 da 50 Euro, 5 PP da 100 Euro, 1 da 160 Euro, 1 da 1000 Euro, 1 da 5000 Euro,
Coniugi Terreno 40 Euro - Famiglia Morbelli 40 Euro - PP 200 Euro - Festini Carla 50 Euro - PP 40 Euro - Serata AIFO 100 Euro - Cappa Natalina 50 Euro
- Suffr. Albarello Giuseppe i condomini scala 6, 100
Euro, il Gruppo pulizia chiesa 140 Euro - Suffr.
Giaccone Pietro, gli amici di Emma 200 Euro - Suffr.
Bertolino Giovanni 50 Euro - Curti 40 Euro - In memoria di Tomassi Amalia 1000 Euro - (continua)
RACCOLTE PARTICOLARI
Giornata della Carità 3800 Euro - Novena Bambini per fratel Comino 500 Euro - Giornata del Seminario 1100 - Giornata della vita (primule) 1010 - Vendita miele per i lebbrosi (AIFO) 873,25 - Quaresima di
fraternità 3465 - Raccolta straordinaria per i terremotati 6227 - Giornata dell’Università Cattolica 505
don Giampaolo
e il CAE ringraziano per la generosità
Molti albanesi, fino a qualche anno fa, erano sull’orlo della disperazione. Senza alternative. Pur di arrivare in Italia, si sono lasciati tentare dalle sirene di gruppi malavitosi
accettando di trasportare hashish e marijuana, diventando, così, manovalanza a basso
costo. A questo costretti pur di salvarsi la vita. Credo che, anche oggi, molte persone desiderando abbandonare uno stato di perenne miseria e senza prospettive, si rivolgono
ai trafficanti che chiedono l’esborso di un’ingente somma di denaro che il più delle volte
uno non possiede. Quando interviene la decisione di sequestrare gli scafi, ciò non fa altro che aggravare la situazione. I costi di trasporto sono altissimi. Il rischio per la propria
vita cresce. Gli scafisti per sfuggire alla cattura sono costretti anche a gettare la gente in
mare. Come purtroppo sovente è accaduto
nel passato. In tante parti del mondo si vive
in condizioni inumane, forse subumane, sotto regimi dispotici. Non ci sono altre vie che
la fuga verso lidi più ospitali”.
***
L’accoglienza di chi ha lasciato il proprio
paese, la propria cultura è necessaria. Sbaglia
quel paese che dovesse erigere delle barriere
insormontabili per impedire l’ingresso di
questi disperati. Tali sono. Se poi ognuno di
noi ci riflettesse un po’ arriverebbe alla conclusione che forse quasi tutti noi siamo un
po’ stranieri regolarizzati: Si pensi all’antica
Roma: quanti imperatori erano non italici? Diversi. L’unica risposta al problema non può
essere che un sì all’accoglienza. In cambio
pretendere dagli immigrati un rigoroso rispetto delle nostre regole di vita quotidiana, per
evitare di creare inutili allarmismi e non vedere compromessa la coesione sociale.
Per la Caritas, Marco Ilapi
CARITAS
Si ringrazia
Per le offerte in denaro;
per lo zucchero,
i panettoni, i giocattoli,
le stoviglie, le coperte,
le scarpe e gli indumenti
vari. Grazie all’ottico.
Si cerca
Indumenti per neonato e per adulti di taglia
grande. Sono sempre gradite stoviglie e scarpe.
Adozioni a... vicinanza
Stanno andando bene le Adozioni a distanza,
ma sono tutto sommato facili. Più difficile è aiutare chi è vicino a noi, chi non ce la fa a causa
del contesto sociale, qualche volta a motivo di
limiti propri! Soprattutto adesso, con la crisi economica che colpisce in primo luogo i più poveri, i più insicuri, magari quegli stranieri che a fatica ma con impegno avevano raggiunto una situazione personale e familiare dignitosa. La Caritas Parrocchiale è impegnata ad aiutare queste situazioni con un’opera attenta, vigile, mirata. Sovente si tratta di garantire da mangiare a
una famiglia o da studiare a dei bambini. Aiutaci attraverso un’Adozione a vicinanza: con
un’offerta in parrocchia; con un’offerta nella
bussola della Caritas in fondo alla chiesa (vicino
alle candele).
La Caritas Parrocchiale
La citazione
“Senza un investimento diretto personale e senza passione, le opere di carità non diventano
opere di cuore” (don Giancarlo, Caritas Nazionale)
Festa Patronale del Sacro Cuore
4
l'amico
In Parrocchia
5-7 GIUGNO
TRIDUO DI PREPARAZIONE
Dal cuore di Cristo una parola d’amore
DA MARTEDÌ 2 A GIOVEDÌ 4 GIUGNO:
Triduo di preparazione predicato da don Gianni Martino,
Direttore dell’Ufficio Missionario e animato
dalle Associazioni e dai Movimenti della Parrocchia
ore 17.30 - Adorazione eucaristica animata
ore 18.30 - Santa Messa con omelia
ORARIO SANTE MESSE
Giorni festivi: ore 9,00 - 10,30 - 18,30
Il sabato o vigilia di feste: ore 18,30
Giorni feriali: ore 8,00 - 18,30 - Festività civili: ore 9,00 - 18,30
Nella Chiesa della Riconciliazione: ore 17,00
Il sabato o vigilia di feste: ore 8,30
Nella Chiesa della Riconciliazione, ogni sabato: adorazione dalle 9,30 alle
11,30 e dalle 14,30 alle 17,30.
VENERDÌ 5: FESTA PATRONALE
ore 9.00 -
Celebrazione eucaristica
Al termine esposizione dell’Eucaristia
e adorazione continuata
ORARIO DELL’UFFICIO PARROCCHIALE
Ogni giorno (da lunedì a sabato) ore 10-12.
Il giovedì pomeriggio dalle 16 alle 18.
ore 18.15 - Solenne concelebrazione eucaristica
presieduta dal Vicario Generale
don Meo Bessone
***
…E LA FESTA CONTINUA…
PRIMO VENERDÌ DEL MESE
Giochi, balli, cene per far festa insieme
Venerdì 3 luglio e 7 agosto ore 17,00: adorazione eucaristica.
Un programma per ragazzi, giovani, adulti, anziani, famiglie
ADORAZIONE EUCARISTICA
Giovedì: giugno: 11, 18, 25; luglio: 9, 16, 23, 30; agosto: 13, 20, 27 ore 17.
ADOZIONI A DISTANZA
VE N E R D Ì 5
Festa finale di catechismo e oratorio
ore 15.00 - GRAN FESTA DI FINE ORATORIO
Ogni ultima Domenica del mese, alla fine delle varie Messe.
E FINE ANNO CATECHISTICO
Dopo la messa: cena per i ragazzi.
ORATORIO PER I BAMBINI E I RAGAZZI
Festa conclusiva venerdì 5 giugno.
ore 21.00 - “CIÒ CH E CO NTA È AMARE ”
Spettacolo di canti, balli, letture, dedicato all’anno di
san Paolo e realizzato interamente da ragazzi, giovani
e adulti della nostra comunità
POMERIGGIO CON LA TERZA ETÀ
Mercoledì 10 giugno
SOLENNITÀ DEL CORPUS DOMINI
PROCESSIONE CITTADINA: Giovedì 11 giugno ore 20,30 in Duomo.
In parrocchia: Domenica 14 adorazione eucaristica dopo la Messa delle ore 10,30
SA B A T O 6
GIORNATA DELLA CARITÀ DEL PAPA
ore 19.30 - “PA STA IN P IAZZA”
a cura dall'Associazione “I due Giganti”
Domenica 28 giugno.
ore 21.00 - Seguiranno BA LL I OCCITA NI con gli Artusin
ORARI ESTIVI PARTICOLARI (LUGLIO e AGOSTO)
MESSE FESTIVE:
ore 18,30 del sabato
ore 9,30 e 18,30 della domenica
D OM E N I C A 7
ore 14.30 - “GIO CH I SE NZA FRO NTIE RE”
sulle piazze dell’Altipiano
ADORAZIONE EUCARISTICA: il giovedì e il primo venerdì del mese
dalle 17 alle 18,30
ore 19.30 - PO L ENT A E AL TRE SORPRE SE
L’ORARIO TORNERÀ NORMALE DAL 1º SETTEMBRE.
A
N
A
G
R
A
F
E
BATTESIMI
•
•
•
•
•
Cavarero Giacomo di Samuele e Bovetti Bianca, il 3 maggio
Carenini Ettore di Giovanni e Vinai Michela, il 3 maggio
Ricci Samuele di Lorenzo e Liboà Ylenia, il 3 maggio
Diani Nicolò di Antonio e Congiu Francesca, il 3 maggio
Lanfranco Margherita di Marco e Gonella Sara, il 3 maggio
MATRIMONI
• Zampieri Luca e Basso Marianna, il 2 maggio
DEFUNTI
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
Piovano Eliana ved. Occhetti di anni 84, il 16 marzo
Brillada Margherita di anni 81, il 18 marzo
Gonella Pierina ved. Rosa di anni 88, il 1 aprile
Canis Bernardo di anni 89, il 1 aprile
Ajraldi Edmondo di anni 73, il 1 aprile
Grosso Catterina ved. Ghiglia di anni 85, il 9 aprile
Locati Alessandro di anni 80, l’11 aprile
Girardi Caterina di anni 86, il 19 aprile
Filippi Margherita di anni 78, il 23 aprile
Vinay Maria di anni 99, il 24 aprile
Le domeniche dei battesimi
Ormai positivamente avviata la nuova modalità di preparazione al Battesimo, con la celebrazione comunitaria in alcune domeniche dell’anno,
per rendere più bella e più viva la liturgia del sacramento che dà il via all’esistenza cristiana, comunichiamo le prossime date utili: domenica 14 giugno ore 16,30 e domenica 13 settembre alle 11,45. Le famiglie interessate sono invitate a contattare per tempo il parroco così da vivere nel migliore dei modi la preparazione e la celebrazione.
RINGRAZIAMENTO
Emma Giaccone Ligorio ringrazia di vero cuore gli amici di sempre, gli amici
della terza età, del Centro Caritas, del Centro di Ascolto e del Consiglio Pastorale per la celebrazione della Santa Messa e per l'offerta elargita in favore
dell'oratorio in memoria del suo caro papà Pietro. Grazie