Tra Cilento e Lucania: l`anello del Monte Ceraso
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Tra Cilento e Lucania: l`anello del Monte Ceraso
Tra Cilento e Lucania: l’anello del Monte Ceraso in collaborazione con l’associazione GolfoTrek di Sapri 10 Aprile 2016 Tempi previsti: 7 ore Lunghezza percorso: 13 km (escluso il tratto urbano dalla stazione FS al porto di Sapri). Dislivello: complessivo 840 mt ↑ - 840 mt ↓ Percorso: stazione FS di Sapri (10) – loc. S. Giorgio di Sapri (20) – Orto delle Canne (180) – loc. Ruotolo (260) – case Scifo (400) – M. Spina (733) – cresta M. Palladino (600) – Fontana del Lauro (430) – Acqua delle Vigne (350) – vallone delle Viole (200) – loc. S. Giorgio (20) – stazione FS. Difficoltà: E con alcuni tratti più impegnativi (EE) nella parte sommitale (M.ti Spina e Palladino). Notizie utili: si consiglia di indossare abbigliamento comodo e cappellino per il sole, obbligatorio l’uso di scarponcini e bastoncini da trekking; rifornirsi di abbondante acqua e colazione a sacco. Direttori di escursione: Giovanni Guerra (328.6319760) Francesco Graziani (338.6381665) Ritrovo: ore 7:30 alla stazione FS di Salerno (munirsi preventivamente di 2 biglietti Trenitalia AC11 del costo di 6,40 € ciascuno). Partenza: ore 7:36 con il treno Regionale n.2425 (arrivo a Sapri ore 9.25). Rientro: presumibilmente con il treno Regionale n. 3716 (partenza da Sapri alle ore 17.29 arrivo a Salerno ore 19.14); in alternativa con treno Regionale n.2434 (Sapri ore 18.52, Salerno ore 20.30). Descrizione: scesi dal treno alla stazione di Sapri troveremo ad accoglierci gli amici di GolfoTrek con in testa Giamberto, profondo conoscitore dei sentieri del comprensorio, ed insieme con loro inizieremo l’escursione che avrà un prologo con l’attraversamento di Sapri in direzione sud portandoci prima sul lungomare e poi, seguendo la S.S.18 in direzione Acquafredda, dopo aver superato il ponte sul torrente Brizzi, nella loc. S. Giorgio in prossimità del porto (poco più di 1 km). Qui ha inizio l’escursione vera e propria che, con un percorso ad anello, si snoda lungo la dorsale carbonatica del Monte Ceraso, attraversando l’intero rilievo con la possibilità di coglierne tutte le sue componenti naturalistiche e antropiche e godendo di panorami superbi dapprima verso il mare (golfo di Policastro, costa di Maratea e costa calabra fino alle cime di Montea e M. La Caccia) e poi verso le cime dell’interno tra cui svetta il M. Coccovello. Dalla S.S.18 si imbocca a sx una stradina sterrata in leggera salita e, pochi metri dopo il primo tornante, si prende un tratturo sulla destra che altro non è che l'antica comunale che raggiungeva il vicino abitato di Acquafredda nel comune di Maratea (Basilicata). Il sentiero si dipana in leggera salita, puntando decisamente verso sud mantenendosi solamente più in alto e parallelo alla S.S.18, al di sotto della quale è visibile il sentiero costiero “Apprezzami l’asino”, lungo l'intero versante meridionale del rilievo, caratterizzato da una tipica vegetazione a macchia mediterranea, più o meno fitta o degradata a gariga a seconda delle disponibilità idriche locali e dell'intensità delle attività pastorali. Dopo circa un’ora di piacevole cammino si raggiunge la località Orto delle Canne (180 mt), frequentata già dal Bronzo medio grazie alla presenza di alcune sorgenti perenni che nei secoli hanno reso floride le attività di una vasta masseria, oggi diroccata. Da segnalare la presenza di una grande vasca di raccolta delle acque sorgive di età romana. Proseguendo dopo poco si raggiunge la località Ruotolo, toponimo che deriva dalla cengia rocciosa posta a 260 mt di quota costituita un deposito di brecce pleistoceniche estesamente fratturato in megablocchi instabili, come quello da 2000 mc che durante l'autunno 2010 ha vistosamente segnato il versante. Da segnalare le sembianze di un volto umano che fenomeni di erosione differenziale hanno modellato su uno dei massi della cengia. Camminando per un’altra mezz’ora circa si raggiunge un antico recinto pastorale sito sulla sommità di uno spuntone roccioso molto panoramico, dove è possibile concedersi una sosta all'ombra di alcuni ulivi secolari. Da qui, in pochi minuti, si discende in un canalone per poi risalire agevolmente sul versante opposto, dove si intercetta una carrabile proveniente dalla sottostante S.S.18 capace di offrire panorami mozzafiato verso la vicina torre di Mezzanotte, preludio all’omonimo canale che segna il confine regionale tra Campania e Lucania. La sterrata, infatti, si inerpica verso la sommità del rilievo fiancheggiando a tratti la profonda forra del Canale di Mezzanotte. Salendo lungo la stradina in circa 20 minuti si raggiunge il pianoro che ospita la masseria dello Scifo, altra località che, per la presenza in zona di alcune sorgenti, reca tracce di frequentazione già in età greca (IV-III secolo a.C.). Di qui si prosegue, per raggiungere in circa un’ora il vasto altopiano sommitale (piana di Palladino), compreso fra i 600 e i 700 m di quota che offre panorami di incomparabile bellezza sull’intero territorio circostante. E’ questa l’area più bella e selvaggia del monte, dove praterie erbose si alternano a formazioni arbustive, fra cui spicca il biancospino che dà il nome all'adiacente Monte Spina. Dopo una breve sosta sull'altopiano, ci si dirige in libertà per qualche minuto in direzione mare scendendo in quota fino ad un segnale che invita a svoltare sulla destra per intercettare il sentiero che corre lungo l'intero versante settentrionale del rilievo, caratterizzato da una fitta boscaglia cedua di lecci, cui si aggiungono la roverella, l’acero, il frassino, il carpino e l’alaterno. Il sentiero, in circa mezz'ora di cammino nel bosco, raggiunge agevolmente la Fontana del Lauro, fontana del 1500 a nord del Monte Ceraso, dove si incontravano i rivoluzionari prima dell’arrivo di Pisacane (qui si erge maestoso uno splendido esemplare di pioppo nero), per poi proseguire con fondo pietroso ed in leggera discesa verso la masseria di Acqua delle Vigne, a 350 mt di quota. Da qui in poi il sentiero scende rapido zigzagando attraverso una pineta verso il sottostante vallone delle Viole, costellato da ruderi di antiche masserie per raggiungere in circa 40 minuti località San Giorgio. Qui si intercetta di nuovo l'antica strada a poche decine di metri sul livello del mare che in breve raggiunge il punto della S.S.18 dove si chiude l’anello.