Un aiuto piccino è sempre meglio di niente... o no?

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Un aiuto piccino è sempre meglio di niente... o no?
Un aiuto piccino è sempre meglio di niente... o no?
Di Lucia e Paolo Cattani
Racconto giunto terzo in classifica nell'edizione 2012 della Sfida delle Razze dello STIC
Basta! Quella sarebbe stata l’ultima volta! Non si sarebbe più lasciato mettere in contatto con
quell’essere ripugnante!
Esht-Kol XXI era determinato: sfilò l’anello dall’indice e lo inserì in una delle innumerevoli piccole
fessure che punteggiavano la sua scrivania. Fece ruotare il monile di mezzo giro ed uno sportello
segreto s’aprì. Da lì il ragazzino prelevò il suo tesoro più prezioso: l’attrezzatura che stava
accantonando da tempo. In un piccolo contenitore in pelle facevano bella mostra di loro stessi: una
torcia, una mappa, della corda, un coltello, qualche razione d’emergenza e pochi indumenti di
ricambio. Racimolò anche gli esigui averi monetari che era riuscito a raccattare qua e là. Gli
sarebbero tornati buoni sia che fosse rimasto tra i pianeti della Repubblica di Enx sia che fosse
riuscito a coronare il suo sogno e ad infilarsi su qualche trasporto della Federazione...
La Federazione... Ne aveva sentito parlare così spesso! Aveva sempre sognato di girare per
l’Universo a bordo di favolose navi spaziali, come l’Enterprise, e di vivere mitiche avventure come
quelle del leggendario Capitano Kirk... Ma a lui tutto questo era precluso. Era il Reggente, a parole,
ma di fatto era escluso da qualsiasi contatto con gente non appartenete al suo popolo. Quelli della
Setta del Tempio stavano molto attenti a programmare ben bene i suoi impegni e spostamenti per
evitare qualsiasi pericolo di tal fatta! E pensare che sulla luna di Taiea, così vicina a T’Konwan
dove lui risiedeva attualmente, gli scambi commerciali con le altre razze erano all’ordine del
giorno...
Ma anche quell’angolo di libertà era destinato a fare una brutta fine a breve! L’ultimo editto della
mummia, che, al solito, era stato costretto a proclamare, non lasciava molti dubbi in proposito.
- Ammasso di stracci puzzolenti! Voglio proprio vedere come t’arrangerai quando me ne sarò
andato!- borbottò finendo di sistemare l’attrezzatura. Indossò il giaccone pesante, legò la borsa al
fianco e si preparò a guadagnare l’uscita. Si calò dalla sua finestra nel giardino interno,
aggrappandosi alle sporgenze dei bassorilievi che ornavano la facciata.
Nessuno controllava mai quella parte del palazzo, in quanto protetta da alte mura e da un campo di
forza. Ma c’era una falla nel sistema... Se n’era accorto tempo addietro, durante una corsa lungo il
limitare del giardino. Un provvidenziale scivolone l’aveva fatto finire a capofitto tra gli arbusti di
una lussureggiante siepe che copriva il muro. Il capitombolo, oltre a procurargli qualche
ammaccatura, gli aveva permesso di fare la preziosa scoperta: nel basamento del muro, seppellita
dalla folta verzura, vi era incassata una vecchia grata! Stranamente il campo di forze, lì, perdeva
molto d’intensità, tanto che gli era riuscito, con un piccolo deviatore di flusso ricavato da un
modellino, di creare un pertugio. Il resto era stato abbastanza facile, infatti la grata era risultata
arrugginita e cedevole.
Dal momento della scoperta aveva iniziato a pensare seriamente ad un piano di fuga e finalmente
era pronto per metterlo in atto!
Appena toccata terra, stando ben attento a lasciare poche impronte, si diresse nell’angolo del
giardino dove sapeva esserci il passaggio. Giunto alla siepe diede una rapida occhiata in giro, poi si
chinò e s’infilò sotto il pesante strato di fogliame. Eccola la sua strada per la libertà! La grata era lì,
ancora nella sua sede, ma solo appoggiata. Senza difficoltà, la spostò e s’infilò nell’apertura.
Procedette a gattoni, graffiandosi un poco e spodestando una certa quantità di bestioline che
s’allontanarono stridendo e ronzando indispettite. Il passaggio era corto, ma chiuso anche dall’altra
parte con un’altra grata. Tuttavia questa era ancor più male in arnese della prima ed Esht non aveva
trovato difficoltà, nelle precedenti esplorazioni, a scardinarla. Giunse, quindi, dall’altra parte del
muro senza intoppi. Cercò di ricomporre la chiusura alla bell’e meglio, poi si guardò intorno. Aveva
poche ore di tempo, prima che si accorgessero della sua assenza, si doveva affrettare. Si trovava in
una specie di boschetto che lui sapeva confinare con una scarpata.
Aveva studiato la mappa: la strada meno battuta e più veloce per l’astroporto costeggiava proprio
quella parte scoscesa di terreno ai piedi della quale vi era un sito archeologico abbandonato.
Controllò per un attimo la direzione, quindi tese l’orecchio... Non percependo alcun suono
allarmante, si rimise in marcia.
Il sole pomeridiano penetrava tra il ricco fogliame, formando dei fasci di luce che illuminavano il
sentiero. Il profumo pungente dei fiori di Ivorio si mescolava a quello dell’erba e del sottobosco. I
trilli degli uccelli ed i richiami degli animali erano gli unici rumori che si potevano percepire.
Quel luogo ameno pareva ignorare le cure dei mondi della cintura di Enx ed Esht si trovò a pensare
a quanto fosse bello poter camminare libero all’aria aperta, alla luce del sole. Gli era capitato rare
volte di uscire di giorno, dato che la Setta del Tempio imponeva a tutti gli abitanti dei pianeti sotto il
dominio di Enx di vivere di notte. Quello era solo uno degli ordini assurdi cui lui ed il suo popolo
dovevano sottostare...
Già! Nel nome di quella mummia raccapricciante, che spacciavano come un suo antenato, quante
nefandezze venivano compiute... e, guarda caso, tutti i proclami dell’essere semi-morto parevano
soddisfare perfettamente quelli della Setta! Antipatici! Ma d’ora in poi avrebbero dovuto fare a
meno di lui. Se volevano potevano fare loro da tramite per quel coso non- morto o semi-vivo!
Così immerso nei propri pensieri Esht quasi non s’accorse di giungere alla fine della macchia, ed il
brusco cambiamento di paesaggio lo colse di sorpresa. Gli alberi, infatti, s’interrompevano
repentinamente sul ciglio della scarpata che delimitava il sito archeologico.
Esht studiò la mappa. Avrebbe dovuto attraversare quel luogo, tuttavia preferiva non dover proprio
scendere nello scavo abbandonato, per poi risalire. La buca, infatti, era piuttosto profonda ed estesa
e le ripe non parevano essere agevoli. Inoltre... per quanto lui non ci credesse, vi erano certe storie
sugli antichi abitatori dei luoghi che amavano tornare, ogni tanto, in veste di spettri...
Fortunatamente sulla mappa trovò un passaggio più comodo. Il ragazzino si guardò intorno ed
individuò quanto cercava: una strisciolina di terreno che fungeva da ponticello sullo scavo.
S’incamminò risolutamente da quella parte, ma, fatti pochi passi... la zolla di terreno dove stava
procedendo cedette e lui rovinò giù dalla scarpata! Il declivio non era ripidissimo, ma alquanto
scivoloso, perciò non riuscì a fermarsi e, in men che non si dica, si ritrovò sul fondo con qualche
botta ed un bello spavento!
Subito cercò di risalire sul terrapieno dal quale era rovinato giù. Ma la terra era sdrucciolevole e non
gli offriva alcun appiglio.
Un po’ scoraggiato si guardò intorno... Lo scavo era abbastanza esteso e costellato di vecchie
rovine, resti di muri, pietre levigate rossastre ed una serie di tumuli di cui uno proprio poco distante
da lui. La vista della montagnola funebre gli suscitò un vago senso di timore perciò, col pretesto
confessato di rispettare i defunti e con quello inconfessato di evitare brutti incontri, prese la
risoluzione di cercare il punto di risalita mantenendo la maggior distanza possibile dai ruderi.
Stava, dunque, per rimettersi in cammino quando udì una vocina un po’ stridula provenire proprio
dal tumulo più vicino:
- Bh, secondo i miei calcoli dovrebbe essere proprio qui.Non pareva la voce di uno spettro... Esht tese l’orecchio.
- Bh! Infatti questa iscrizione rovinata dovrebbe proprio voler dire che il passaggio è qui...La voce veniva proprio dal tumulo! La curiosità prese il sopravvento ed il ragazzino, seppur un po’
titubante, s’avvicinò alla montagnola.
- Bh! Dovevo portarmi l’attrezzatura da Burubulli! E adesso come faccio?!? La voce, caratterizzata da un intercalare fatto di “b” gutturali, ora era più forte e pareva pure
stizzita. Sempre più incuriosito Esht fece il giro del tumulo ed individuò un’apertura. Guardingo
s’infilò nello stretto corridoio e... vide una stanzetta quadrata, illuminata a giorno tramite una serie
di minuscoli riflettori posti sul pavimento, al centro della quale spiccava una piccola creatura.
Sembrava una specie di uccellino giallo, delle dimensioni di un pugno e dalla grossa testa. Aveva gli
occhi grandi e cerchiati di rosso, un becco enorme arancione e cresta e bargigli vermigli. Era
attorniato da alcuni strani oggetti e pareva intento a scrutare qualcosa. La bestiola si volse verso di
lui e...
- Beh, Bh? Che ci fa qui uno stupido uindo? Non stare lì impalato! Bh, se proprio devi star qui,
allora dammi una mano! Esht quasi fece un salto per aria:
- Hai parlato! - Bh, certo, stupido uindo! Parli tu, scemo come sei, figurarsi se non parlo io che sono il Beobo più
Bello! - Beobo? E cosa sarebbe un Beobo? - Bh! Sei proprio scemo e ignorante! Sono io il Beobo! E adesso, Bh, o mi dai una mano o te ne
vai!- Me ne voglio andare, sì, devo raggiungere l’astroporto !La bestia autodefinitasi Beobo lo guardò e gli disse:
- Bh, e allora perché sei qui? Questo è un sito archeologico!- Lo so anch’io! Ci sono caduto dentro per sbaglio e adesso non riesco più a risalire!L’uccellino scoppiò in una risata:
-Beeeeh, Beh, che uindo scemo, Beeeh, beh, che uindo scemo!Esht sbottò:
- Piantala di chiamarmi uindo, il mio nome è Esht-Kol XXI detto la Speranza!Con petulanza e sufficienza la bestia beoba rispose
- Bh! Il tuo nome non mi piace, se proprio ci tieni, al massimo, potrei chiamarti Laolo!- E va bene! Sempre meglio di uindo! Senti, Beobo, mi sapresti dire se c’è un passaggio per
uscire dagli scavi?- Bh, certo che c’è!- Mi potresti dire dov’è?- Bh, adesso non ho tempo. Devo prima risolvere un problema. Dopo, Bh, forse, se ne avrò
voglia...- MA io devo andarmene da qui e alla svelta!- Bh, allora aiutami, così faccio prima!- Dimmi cosa devo fare- Bh, mi dovresti aiutare a ricomporre questo mosaico.E così dicendo il pennuto indicò con un’ala la porzione di pavimento che stava studiando.
Si trattava di una serie di piastrelle di pietra grigia, che parevano incassate nel pavimento. Ciascuna
di esse, poco più grande del palmo della mano di Esht, era decorata con dei bassorilievi. Le
piastrelle erano disposte in modo da formare un quadrato che ne contava dieci per lato. La forma dei
decori non risultava del tutto nuova al ragazzino...
- Bh, dovresti aiutarmi a metter le tessere del mosaico nella giusta posizione. Per te, Bh, grosso
come sei, non dovrebbe essere difficile!Facendo spallucce il ragazzino cominciò a camminare in direzione delle piastrelle, ma un urlo lo
bloccò:
-Bh, attento!!! Non calpestare la mia preziosissima attrezzatura!E così dicendo la bestia si mise a raggranellare tutti gli oggetti sparsi sul pavimento, tra cui
spiccavano un minuscolo zaino e quelli che parevano alcuni libri.
Con la via sgombra Esht s’avvicinò. Il Beobo indossò lo zaino, prese uno dei libri tra le zampette,
s’alzò in volo e si posò sulla spalla del ragazzino.
- Bene Bh, o Laolo, ora ti dirò tutte le mosse! Bh, comincia a sostituire la mattonella in centro con
quella che vedi a sinistra, ma delicatamente!Il ragazzino si mise carponi e dopo un po’ di sforzi, con l’aiuto del fidato coltellino, fece quanto
richiestogli. Il Beobo gli ordinò altri spostamenti, consultando di volta in volta il testo che aveva
con sé.
Man mano ricomponeva il mosaico Esht sentiva aumentare la sensazione di aver già visto
quell’immagine, o almeno, qualcosa di simile. Il quadrato, ora, appariva come avere una greca che
incorniciava una complessa figura geometrica di forma vagamente spiraleggiante. Esht fece ancora
due spostamenti ed al centro si compose un foro. Il Beobo emise un gridolino di trionfo e saltò giù
dalla spalla. Una volta a terra si mise ad armeggiare con lo zaino e ne estrasse una gemma azzurra,
larga quanto l’unghia del pollice di Esht. Con estrema cautela la pose nel foro e...
Una luce blu abbagliante si sprigionò dalla gemma, poi... il buio totale!
Esht era allibito.
Si guardò intorno, ma non riusciva a percepire nulla, neppure la luce che doveva provenire
dall’apertura del tumulo. Un po’ spaventato chiamò:
- Beobo, Beobo! Dove sei?Una minuscola luce s’accese:
- Sono qui, Bh! Hai una torcia? Accendila!Senza chiedere spiegazioni Esht estrasse dalla sua sacca lo strumento e fece quanto richiesto. Non
erano più nel tumulo!
Si trovava seduto su una specie di piattaforma di pietra (almeno così sembrava) decorata con
bassorilievi. La piattaforma, nel cui centro era posta la gemma blu, appariva rovinata, spezzata ed
attraversata, per tutta la sua lunghezza, da una grossa crepa. La lastra era situata in mezzo ad una
piccola stanza pentagonale dal soffitto molto basso, chiusa su quattro lati e dotata, sul quinto, di
un’apertura verso un tunnel di sezione triangolare che si perdeva nell'oscurità. Alla luce della torcia
le pareti della stanza, anch'esse ricoperte di bizzarri bassorilievi, apparivano di un colore bluastro e
risplendevano come se fossero state ricoperte di una sostanza smaltata. L'aria aveva uno strano
sentore: odorava sia di luogo chiuso da molto tempo, ma anche di qualcosa d'indescrivibile.
- Beobo, dove siamo finiti?- chiese il ragazzino.
- Shhhht, silenzio, Bh - rispose il Beobo, mentre si guardava attorno, assorto. - Bh, questo e' un
luogo di antica potenza; un luogo nel quale nessuno ha più messo zampa da lungo tempo!- Beh, se nessuno viene più qui ci sarà un motivo, io voglio tornare indietro e andare all'astroporto!
E poi, dove sarebbe il "qui"?- piagnucolò il ragazzino, guardandosi intorno con aria smarrita.
- Bh, da qua non possiamo uscire di certo: il portale di uscita, come vedi, è spezzato e molto
probabilmente non funziona più - disse il Pìppero, guardando la piattaforma e dando l'impressione
di notare, solo in quel momento, la crepa - Dobbiamo trovare un'altra via di uscita; e in ogni caso,
Bh, adesso che siamo giunti fin qui non ho certo intenzione di andarmene subito!Così dicendo, il Beobo, saltellando sulle sue corte zampette, tornò alla piattaforma e raccolse la
gemma blu, poi si voltò e si diresse verso l'unica uscita, il tutto continuando a guardare con
attenzione le pareti della stanza.
- Dove stai andando? Torna qui! - strillò Esht alzandosi in piedi (quasi picchiando la testa sul basso
soffitto) e scendendo dalla piattaforma.
- Bh, taci, uindo scemo, non ti rendi conto di dove siamo? Ascolta!In quel momento, Esht si accorse di qualcosa che non aveva ancora notato: una sorda, profonda
vibrazione proveniva dalle pareti e dal pavimento, tanto bassa da essere percepibile più al tatto che
all'udito.
Nel preciso momento in cui avvertiva la vibrazione, notò un'altra cosa: la linea più bassa delle
incisioni sulle pareti della stanza aveva iniziato ad emanare una strana luminosità, di un colore
indefinibile tra il blu e il magenta. La stessa luminosità cominciava ad essere decisamente
percepibile anche in tutta la lunghezza delle pareti dello stretto tunnel, anch'esse ricoperte di
bassorilievi, illuminando davanti a lui una via dall'aspetto arcano che sembrava perdersi in chissà
quali distanze siderali...
- Bhhhh, Bhhhh... dopo tanti anni di ricerche, forse ci siamo! - disse il Beobo, guardandosi attorno
con una espressione tra l'attonito e l'estasiato - Andiamo, Bh, presto, non ci servono più nemmeno le
torce!Così dicendo, il Pìppero si incamminò deciso lungo il corridoio, continuando ad esaminare le pareti
con fare assorto, ma procedendo alla massima velocità consentita dalle sue zampe. Esht, riluttante,
si mise a seguirlo.
Doveva camminare lentamente per tenere il passo del Beobo, il basso tunnel lo costringeva a stare
ingobbito e l'arcana luminosità del luogo contribuiva ad aumentare il senso di claustrofobia.
Seguiva il Pìppero perché non poteva fare altro, ma in sé malediceva il momento in cui aveva
deciso di aiutare la strana bestia a trascinarlo in quella specie di catacomba.
I geroglifici alle pareti lo colpivano, sembravano tutti uguali ma in realtà non si ripetevano mai
secondo gli stessi schemi; non poteva guardarli a lungo perché sembravano avere quasi un effetto
ipnotico, su di lui.
A parte la sorda vibrazione che pareva non provenire da nessun luogo in particolare, ma era sempre
presente, l'unico suono che ogni tanto spezzava il silenzio era il "Bhhh, Bhhh" assorto che la sua
guida, ogni tanto, emetteva quando sembrava notare una sequenza di simboli che, evidentemente,
aveva un qualche significato per lui.
Ad un certo punto Esht sbottò:
- Beobo, cos'è questo posto? E cosa sono questi simboli? Hanno un significato, per te?- Bh, credo di sì... Sembrano Iscrizioni di Forza, ma non e' facile interpretarle perché non ne ho mai
viste di questo tipo... potrebbero realmente essere state lasciate dai Bubbofili? - sembrò chiedere più
a se stesso che ad altri il Beobo.
- E chi sarebbero questi "Bubbrufoli"?- BUBBOFILI!, o uindo scemo! Un'antica razza, Bh, potentissima e capace di raggiungere vette cui
voi sulacchi, probabilmente, non giungerete mai! E noi, Bh, forse, abbiamo trovato uno dei loro
ultimi avamposti! Adesso taci, Bh, e lasciami concentrare!Esht non rispose.
Era stordito e si sentiva attanagliare da una sensazione di disagio che non riusciva a spiegare,
mentre rimuginava sull'opportunità, in futuro, di dare retta a strani volatili trovati in vecchie tombe.
Dopo un tempo imprecisabile Esht cominciò a notare qualcosa in lontananza nel tunnel.
Avvicinandosi, sempre seguendo il Beobo, si accorse che il corridoio terminava in una specie di
anticamera, chiusa sulla parete opposta da una porta a doppio battente, ancora una volta di forma
triangolare. Nell'anticamera due statue, di forma indefinibile e squadrata ma dotate di una testa,
riconoscibile dal fatto che vi erano occhi ed una sorta di naso (o becco?), erano collocate ai lati
opposti; una dava l'impressione di fissare la porta, l'altra, invece, ne guardava il terreno
immediatamente antistante. Anche l'anticamera era dotata della fila inferiore di geroglifici luminosi
sulle pareti, che qui sembravano emettere una luce meno soffusa e più diretta. La porta,
perfettamente liscia e priva di qualsiasi meccanismo di apertura, ad un esame più ravvicinato
sembrava scolpita in bassorilievo sulla parete, più che essere un’apertura vera e propria.
- E adesso, cosa facciamo? Siamo bloccati! - disse il ragazzino con voce acuta.
- Bh, che lagna che sei! Bh, un archeologo di chiara fama come me che si ritrova un uindo isterico
come aiutante!... Bh, erano quasi meglio i Tuccheri, almeno quelli non strillavano finché non
vedevano un qualche Burubullo o altri Mostrilli!... E adesso, Bh, taci e lasciami esaminare questa
porta, sicuramente si tratta di un ingresso verso il complesso principale- B... B... Beobo - farfugliò Esht - Ho... ho l'impressione che la statua mi stia guardando... e che gli
occhi stiano diventando luminosi!...- Bh, non dire surlizie!... Bh, un momento: hai ragione, anche la testa che fissa la porta sta
proiettando dei geroglifici sulla sua superficie... riconosco il primo ed il terzo, sembrano in
sequenza, ma il secondo ed il quarto mi sono sconosciuti!-
- Beobo, andiamo via, non mi piace!- Bh, silenzio, fammi guardare... Già, Bh, già, Bh, deve essere il sistema di apertura, sono un po' in
alto per me, prova a mettere una mano in prossimità del primo geroglifico- Eh?!? No no no, io non metto la mano proprio da nessuna parte!- Bh, che Laolo fifone, come al solito devo fare tutto io!Così dicendo, il Pìppero, con un leggero battito d'ali, saltò all'altezza del primo geroglifico,
toccando, in sua corrispondenza, la porta con una zampetta.
- Beobo, hai sentito?... - disse Esht con voce malferma.
- Bh, una variazione nella frequenza della vibrazione: bene, siamo sulla strada giusta!Così dicendo, il Beobo ripeté la manovra precedente, toccando, però, il terzo simbolo.
- Il problema, Bh, adesso, e' il prossimo geroglifico: il secondo o il quarto? Beh, Bh, proviamo a
caso...- No, Beobo, e se sbagliamo?!?Ma il Pìppero, senza dar retta al ragazzino, con un altro agile voletto toccò in sequenza gli ultimi
due simboli.
Subito, udirono un rumore profondo, come prodotto dall'attrito di oggetti pesanti: tonnellate di
pietra costretti a scorrere tra loro. Con lentezza esasperante, i battenti della porta si aprirono,
scomparendo nelle pareti, rivelando al di là una sala gigantesca illuminata da una luce soffusa
verde-elettrico.
L'enorme stanza oltre la porta era qualcosa d’ineffabile.
Di pianta pentagonale, era talmente grande da non permettere di vedere chiaramente il pavimento,
posto molto più in basso rispetto all'apertura, così come il soffitto sembrava essere molto in alto. Ai
cinque angoli della stanza erano ricavate delle enormi nicchie; in quattro di esse erano alloggiate
statue di grandi dimensioni di forma vagamente umanoide, la quinta invece sembrava contenere, sul
fondo, dei detriti. Davanti alla porta si stendeva uno stretto ponte senza parapetto che collegava
l'apertura ad una colonna posta in posizione centrale che saliva dal pavimento per terminare, quasi
all'altezza del soffitto, in una sfera che emetteva la luce verdastra. Il ponte, all'altezza della colonna,
si sdoppiava in altri due collegamenti aerei verso le due pareti opposte alla loro.
- Bhhh, Bhhh, questo deve essere uno degli ingressi principali! Andiamo! - disse il Beobo,
dirigendosi con decisione verso la colonna.
- E'... è un po’ altino, quassù! - balbettò Esht, mentre seguiva il Pìppero cercando di tenersi ben al
centro del ponte.
Giunti all'altezza delle due diramazioni, il Beobo commentò:
- Qui e' successo qualcosa, Bh: il ponte di destra e' semi distrutto, così come sembra rovinata la
porta a cui conduce; andiamo a sinistra ma facciamo attenzioneProcedendo sulla diramazione di sinistra, giunsero ad una seconda porta a doppio battente di
sezione triangolare, molto più alta di quella attraversata in precedenza. Sul lato destro della parete, a
fianco della porta, doveva esserci stato un qualche dispositivo, di cui rimanevano solo alcuni detriti.
La porta stessa non era né aperta né chiusa, lo spazio lasciato permetteva il passaggio, anche se con
qualche difficoltà.
- Bh, siamo fortunati! Infiliamoci nel buco e procediamo!Il tunnel oltre la porta era di dimensioni sufficienti a permettere ad Esht di camminare eretto. Sulle
pareti, in basso, correva l'oramai conosciuta serie di simboli che illuminavano il cammino; sempre
sulle pareti, ad intervalli regolari, sembravano aprirsi scuri oblò quadrati (o erano schermi spenti di
qualche strana strumentazione?). In alcuni punti le pareti erano percorse da crepe verticali, in
corrispondenza delle quali i simboli luminosi erano spenti.
Inoltrandosi, ad un certo punto il Beobo si fermò di fronte ad una metopa raffigurante un
complicato intrico di linee.
- Bh, questo sembra una specie di schema, almeno parziale, della struttura: questi simboli
potrebbero rappresentare la sala principale, ci conviene dirigerci là dove indicano-
- Ehm, ma non dovremmo cercare, prima, una via d'uscita?- Bh, e' molto probabile che, una volta giunti alla sala di controllo, troveremo tutte le informazioni
che ci servonoCosì dicendo, il Beobo, presa rapidamente nota della pianta, si incamminò deciso per il tunnel,
girando senza esitazione a destra alla prima biforcazione a "T". Esht, rassegnato, si limitò a
seguirlo.
Il ragazzino non seppe mai per quanto tempo girovagarono per le diramazioni di quell'arcana
struttura, rovinata in parte, forse dal tempo, incontrando le cose più insolite sulle pareti degli strani
tunnel a sezione triangolare. La cosa che lo colpì di più fu una gigantesca caverna, al di là di una
delle solite porte triangolari semiaperte: tra le stalattiti e le stalagmiti crescevano cristalli mai visti
vagamente fosforescenti, mentre, al centro di un lago sotterraneo di colore bluastro, anch'esso
leggermente luminoso, era posta un'alta struttura a forma di ombrello.
Comunque, dopo quelle che sembrarono ore, nel momento in cui sbucarono in una nuova stanza,
sempre di pianta pentagonale, il Beobo annunciò orgoglioso di esser prossimi alla loro meta:
- Bh, questa dovrebbe essere la camera d'accesso alla sala di controllo!Esht si guardò in giro e vide che erano giunti in una nuova stanza di pianta pentagonale dall'alto
soffitto. Su quattro delle cinque pareti si aprivano nicchie semicilindriche contenenti oggetti o forse
statue di creature sconosciute. Inoltre, tre ulteriori porte triangolari, chiuse, portavano chissà in
quali altri posti. Al centro della sala era posto un parallelepipedo sdraiato di una sostanza cristallina
verde che sembrava una specie di altare, attorno al quale, disposte in cerchio a distanza regolare,
erano collocate delle teche che apparivano piene di un fluido bluastro, vagamente luminescente, in
continuo movimento.
Ciò che però aveva immediatamente catturato l'attenzione del Beobo era la quinta parete,
completamente liscia tranne che per un gruppo di geroglifici in rilievo, posti al centro e
sufficientemente in basso per essere facilmente leggibili.
- Bh, non capisco! Questi simboli mi sono totalmente sconosciuti! - disse il Beobo, guardando e
riguardando la parete- Mah, a me invece sembrano proprio uguali a tutti gli altri... anzi, mi sembrano addirittura... Beobo,
io li ho già visti!- Bh, cosa stai dicendo?- Si', si', sembrano uguali a quelli della stanza della mummia!- Bh, quale mummia?- La mummia, la mummia, quella che impartisce tutti gli ordini, quella che mi tocca sempre
ascoltare! Il motivo per cui sto scappando...- Bh, quindi sei in grado di capire cosa significano?- No, non credo proprio! Però... non sono nella sequenza giusta! Mi sembra di ricordare che questo
venisse dopo quest'altro...E così dicendo, Esht toccò un simbolo della parete. Subito, con una strana fluttuazione (come se la
parete fosse fatta di una sostanza viva e gelatinosa), il simbolo scomparve sotto la mano del
ragazzino.
Il Pìppero strillò:
- Bh, cosa hai fatto?!?- Beh, sto spostando i simboli, no!?!Il ragazzino toccò un punto vuoto, ed il simbolo scomparso apparve in tale punto. Il Beobo,
cambiando tono, lo incitò:
- Bh, continua! Ricordi la sequenza corretta?- Mah, mi sembra... no, questo veniva dopo quell'altro, aspetta, forse prima c'era questo...Esht trafficò un po' con i geroglifici, mentre il Beobo lo guardava con estrema attenzione.
Ad un certo punto, dopo l'ennesima correzione, i simboli iniziarono ad emettere luce e la forma di
una porta triangolare si disegnò sulla parete.
- Bh, ci siamo! Ecco la porta per il centro di controllo! Ma come si apre?Il Beobo si spostò, per posizionarsi davanti alla pseudo porta al fine d’esaminarla, ma non aveva
quasi finito di muoversi che subito, accompagnati da un rumore sordo e profondo, i battenti
rientrarono nel muro dando accesso ad una nuova zona del complesso.
La sala in cui si ritrovarono era profondamente diversa rispetto a tutto il resto della costruzione fino
ad allora vista. Di pianta esagonale, aveva pareti leggermente luminose di colore dorato, tappezzate
di pannelli o schermi di qualche strana apparecchiatura. Tutto intorno ai muri correva una specie di
consolle, corredata di quelle che sembravano sedie fatte per creature decisamente più grandi del
Beobo, ma al tempo stesso troppo piccole per Esht. Sulla consolle trovavano posto mille e mille
cristalli colorati; in corrispondenza della parete che ospitava il pannello più grande uno dei cristalli
emetteva, in maniera intermittente, una luce verde.
Il Beobo andò immediatamente in quella direzione
- Bh, questo deve essere il posto in cui inserire la chiaveCosì dicendo, estrasse dallo zaino un cristallo trasparente, di forma cilindrica e con una base dotata
di una particolare fessura, e lo adagiò in una depressione semicilindrica della consolle.
Come il Beobo ebbe inserito la chiave nel suo alloggiamento, la luminosità delle pareti aumentò di
colpo. La profonda vibrazione, sempre presente, alla quale ormai Esht non faceva neanche più caso,
cominciò a crescere di intensità. Molti dei cristalli presenti sul quadro di comando iniziarono ad
emettere luce, alcuni in modo fisso, altri in maniera intermittente.
Ma la cosa che colpì immediatamente il ragazzino fu il grande schermo posto proprio sopra la
consolle della chiave, che si illuminò rivelando un grafico composto da punti luminosi rossi, posti
"in orbita" attorno a dischi gialli, collegati tra loro da linee azzurre. Sotto ogni punto rosso
compariva una sequenza di geroglifici (una legenda?). Uno dei punti rossi, di dimensioni più grande
degli altri, brillava; da tale punto, unico in tutto il grafico, si dipartiva una linea di colore verde che
lo collegava ad un punto rosso solitario posto a poca distanza.
- Questo grafico ha un che di familiare, non so perché...- Bh, certo che ti è familiare: rappresenta il sistema dei pianeti abitabili di questo settore di spazio- Ehi! Hai ragione, Beobo, questo è il sistema di pianeti di Enx! Ne riconosco alcuni ed anche le
stelle! E il punto che brilla... è T’Konwan!- Si, Bh, voi lo chiamate così; inoltre, credo che il punto solitario rappresenti la luna di Taiea...forse
doveva essere una postazione "di servizio"Esht notò il Beobo spostare la propria attenzione sulla consolle
- Però, Bh, non capisco... il punto in cui inserire la chiave sembrerebbe proprio questo- disse il
Beobo, indicando la depressione in cui aveva deposto il cristallo - Però ... c'è qualcosa che non va...
molte spie della consolle restano spente. La scanalatura, Bh, sembrerebbe giusta in larghezza ma
non in altezza... come se la chiave dovesse essere molto più lunga...Esht, a quel punto, ebbe una folgorazione:
- Beobo! Lasciami vedere un po' quella "chiave"...ma sì, ci sono, sembra identica al cristallo della
mummia!- Bh? Ancora con questa mummia? Bh, spiegami un po’ questa cosa...- No, Beobo, adesso ho bisogno IO di qualche spiegazione! Ti ho seguito fin qui, ma adesso voglio
sapere: cos'è questo posto? Perché è pieno di geroglifici che s'illuminano? E cosa significano tutti
questi cristalli e questi monitor !?!?- Bh, e va bene, o uindo nulla-sapente! Sappi dunque che, molto probabilmente, siamo riusciti a
trovare uno degli ultimi avamposti dei Bubbofili. Come ti avevo già accennato, Bh, i Bubbofili sono
una antichissima razza di creature quasi leggendarie che, sembra, raggiunsero vette inimmaginabili
di sapere e d’evoluzione, per poi sparire nel nulla. Da molto tempo, Bh, sono sulle loro tracce,
perché sono convinto che abbiano in qualche modo a che fare con la mia esistenza. Tempo fa, venni
a conoscenza di un’antica leggenda, legata a questo sistema solare, relativa ad un potentissimo
amuleto in grado di catalizzare l'energia primordiale dei pianeti; chiunque lo possedeva, poteva
controllare un’incredibile potenza. Capii subito, Bh, che dietro la leggenda poteva celarsi qualche
antico manufatto Bubbofilo, così iniziai le mie ricerche, scoprendo che purtroppo anche una razza
di Mostrilli si stava interessando alla cosa- Mostrilli? Cosa sarebbero i "Mostrilli"?- Bh, Mostrilli, Mostrilli, quelli che stanno trapanando la metà dei pianeti di questi sistemi solari
con i loro siti "archeologici", quelli che vi tengono soggiogati per cercare, sui vostri pianeti, quello
che IO ho già trovato, Beeeh, Beeeh... questa chiave e l'accesso a questa base!- Ma...ma allora intendi...i seguaci del Tempio!!! Ora che ci penso non sembrano tanto umani e sono
proprio loro che da tempo hanno il controllo degli scavi sui pianeti di Enx. Questo, però, è stato un
preciso ordine della mummia...Sai, la mummia è Esht-Kol III, un mio avo, o, almeno, così mi han
sempre detto...e non è proprio morta del tutto, infatti parla! E io sono...ehm...ero, il suo tramite col
resto della popolazione! Mmhh, se hai ragione tu, questi Mostrilli lo controllano ed ecco il perché di
tutti quegli ordini assurdi...Quindi, secondo te, costoro sarebbero alla ricerca della tua chiave per
avere accesso all'antico potere di questa razza di cui mi hai raccontato?- Bh, proprio così! La chiave, stando alle mie ricerche, dovrebbe permettere di controllare l'energia
prodotta dai potentissimi generatori installati in basi come queste! Però...UN momento Bh, hai detto
che ne hai vista una simile a questa?!?- Sì, addosso alla mummia!- Bh!... Bh!... Allora, evidentemente, la chiave è stata (o forse era originariamente) divisa in due! E i
Mostrilli hanno l'altro pezzo e l’hanno nascosta su quella mummia! Bh, devi assolutamente
portarmi da questo tuo avo mummificato!- Eh?!? Non ci penso proprio! Dopo tutta la fatica che ho fatto per fuggire dal palazzo, tu vorresti
farmi tornare indietro?- Bh, proprio così... Non possiamo lasciare l'altro frammento in mano ai Mostrilli, chissà cosa ne
farebbero! Sicuramente niente di buono, quindi è interesse anche tuo e del tuo popolo aiutarmi a
ritrovarlo!- Mmhh... sarà! Però, intanto, dobbiamo uscire di qui, se proprio vogliamo tornare indietro- Bh, questo non dovrebbe essere un gran problema. Guarda! - disse il Beobo, indicando un
pannello più piccolo posto sulla parete accanto - questo è lo schema completo del complesso: quella
è senza dubbio la sala di controllo (dove siamo noi), quella lì è una delle tre entrate principali
(quella da cui siamo venuti noi) mentre quell'altra sembra una uscita verso la superficie... Non è
troppo lontana da qui, stando almeno allo schema, possiamo provare a dirigerci lì- Mah, io non ci capisco un granché in quell'intrico di linee, se lo dici tu...- Certo, Bh, se lo dice il Beobo Più Bello è sempre giusto. E adesso, seguimi!Esht si incamminò dietro al Pìppero, che, uscito dalla sala di controllo, si rituffò nel dedalo di
tunnel. Ad un certo punto, si fermarono di fronte ad una delle oramai note porte triangolari che si
apriva sul lato di uno dei tanti corridoi. Sulla porta brillavano i soliti geroglifici luminosi.
- Bh, per raggiungere l'uscita dobbiamo passare di qui, ma qual è la sequenza giusta?- Beh, posso provare di nuovo con una di quelle presenti nella stanza della mummia - rispose Esht.
Dopo alcuni tentativi, udirono il solito rumore sordo e la lastra di pietra emise come un gemito, si
mosse lateralmente, arrivando a metà, poi, si bloccò.
- Bh! Riesci a passare lo stesso?- Sì, dovrei farcela, ormai ci sono abituato... - scherzò Esht.
I due si sporsero guardinghi sul pertugio e... Esht soffocò un grido!
- E’ proprio la stanza della mummia!-Bh, ottimo!Il passaggio s’apriva su una sala di dimensioni analoghe alla stanza “dell’altare”. A metà altezza
delle pareti correva il solito fregio in bassorilievo che emanava una luce fredda. L’aspetto del luogo
sarebbe parso solo... asettico se, nel centro, non avesse troneggiato, sopra un piedistallo, un
sarcofago di cristallo dalle forme contorte. Un lucore azzurrognolo spettrale si spandeva dalla
tomba nel cui interno s’intravedeva un essere mummificato che, sotto il gioco di luci, pareva quasi
agitarsi debolmente.
I due s’addentrarono guardinghi nella stanza. Appena superata la soglia, la lastra si richiuse dietro di
loro con un tonfo ed uno scricchiolio sinistro! Esht e il Beobo trasalirono, si volsero e videro che,
purtroppo, il pannello si era richiuso male... Probabilmente il tempo aveva sgretolato le guide di
pietra e la lastra non aderiva più al resto della parete. Sopra il pannello vi erano gli immancabili
glifi, che ora, però, non formavano più una cornice unica con le altre decorazioni dell’intera parete.
- Bh non mi piace per niente! Laolo, prova ad azionare il meccanismo!Esht ricompose il mosaico... Il pannello mandò un altro scricchiolio, tremò leggermente, ma poi non
si mosse più! Il ragazzino provò a forzarlo, prima con le dita, poi col coltello, ma niente! Non si
apriva. Si era solo formata una fessura sbilenca che pareva un ghigno malefico.
- E adesso? Come faremo a tornare indietro?Il Pìppero si guardò intorno, ci pensò su un attimo, poi esclamò:
- Bh, ma certo! Usciremo dalla porta principale!- Cosa? Ma stai scherzando? Ci sono sempre delle guardie di piantone!- Bh, ma sono Mostrilli?- No... no, anche se prendono ordini da loro, sono della mia razza!- Bh, allora non c’è da aver paura!- Ma, ma probabilmente saranno stati avvertiti della mia scomparsa!- Bh, tanto meglio! Dirai che eri a colloquio con la mummia! Così penseranno che in realtà non eri
scomparso affatto, ma che eri sempre stato qui.- MA in genere non sono mai venuto qua dentro da solo!- Bh, Fa niente! Dirai che dovevi chiedere una cosa urgente al tuo avo. Eppoi non abbiamo altra
scelta, dobbiamo rischiare!Esht non era troppo convinto, ma si rassegnò. Cominciava a sospettare che ci fosse poco da
discutere col Beobo.
I due s’avvicinarono alla bara di cristallo. Non s’udiva alcun rumore... Si sporsero sul sarcofago e...
Esht si morse la lingua per trattenere il grido! La testa dell’essere era sbendata! Era la prima volta
che la vedeva così e non aveva niente d’umano! La bocca era un taglio che divideva la faccia a metà
in un ghigno malefico. Le guance, in parte scarnificate, mostravano denti aguzzi. Un bozzo largo
con due enormi fori prendeva il posto del naso. Le orbite, molto incassate, parevano quasi vuote. Il
resto del corpo non era visibile, in quanto ricoperto dalla solita veste sfarzosa, ingioiellata. Solo la
gola era scoperta e proprio lì era incastonata... la chiave!
- Bh, ma questo è un Mostrillo!!! Altro che tuo parente!Esht aveva gli occhi sbarrati dalla paura e non parlò. Il Beobo alzò la voce:
- Bh è un Mostrillo, capisci Laolo? Rinsecchito e incartapecorito, è vero, ma pur sempre un
Mostrillo e per di più non-morto... Bh, ora che ci penso...- dopo un attimo di pausa il Beobo
continuò con tono gravissimo:
- Bh, in effetti nella leggenda si parla anche di una popolazione che usava l’antico manufatto per
risucchiare l’essenza vitale dagli altri esseri... Ma certo, ecco quello che vogliono fare i Mostrilli!
Ed ecco perché si sono procurati tutti voi sulacchi... Bh, vi vogliono succhiare per vivere
indefinitamente e diventare sempre più potenti!!!Esht si sentì gelare il sangue nelle vene:
- C- COSA?! Come succhiare? Ed in che modo!?!?- Bh, ma sei scemo o cosa? Te l’ho appena detto, vogliono risucchiare tutte le vostre capacità vitali:
energia, intelligenza, forza, conoscenza, eccetera con il cristallo attivatore, cioè la chiave!! Guarda
qua! Devono aver provato con il solo pezzo in loro possesso, ma l’energia non è stata sufficiente...Il
risultato è questa specie di mummia senziente! Bh! Non abbiamo molto tempo, dobbiamo cavare
dalla mummia il frammento e scappare. Non devono impadronirsi del cristallo intero, altrimenti
saranno guai!Esht annuì vigorosamente e si mise ad armeggiare subito attorno al coperchio della bara. Con
qualche sforzo riuscì ad aprirlo. Tosto il Beobo saltò sul corpo del mostro all’altezza della gola e,
con una rapida e potente beccata, fece saltar via il manufatto che afferrò con le zampe.
Immediatamente il non morto aprì gli occhi, due tizzoni rossi, spalancò l’immensa bocca irta di
denti aguzzi ed emise un grido acutissimo e raccapricciante. La bara di cristallo s’incrinò e le pareti
parvero tremare per un istante. Esht rimase per un attimo pietrificato dallo spavento, ma il Beobo lo
riscosse subito con una beccata e lo incitò a muoversi. Ripresosi il ragazzo prese il pennuto e saltò
giù dal piedistallo per correre poi verso la porta, mentre la mummia si agitava in un ultimo
parossismo di vita.
Giunto ai battenti Esht si accucciò un momento per riprendersi. Ma il Beobo gli fece fretta: non
c’era tempo da perdere! Il ragazzino cercò, allora, di ricomporsi il più possibile, fece saltare il
Beobo nella sua sacca, poi azionò il meccanismo d’apertura dell’uscio. Le due sentinelle,
disorientate dall’urlo disumano che avevano appena sentito, rimasero ancor più sbigottite
dall’apparizione di Esht. Il grido giocò a vantaggio del ragazzino, in quanto rinforzò la tesi del
comunicato urgentissimo. Il risultato fu che le guardie, seppur molto stupite, accettarono le
spiegazioni e lo lasciarono passare. Esht s’allontanò dalle sentinelle con tutta la dignità e la
compostezza possibili, fino a girare l’angolo, poi si mise a correre. Era convinto, infatti, che le
guardie non avrebbero impiegato molto a riaversi dalla sorpresa e a porsi pericolose domande. Il
ragazzino risalì in tutta fretta le scalinate del sotterraneo e, giunto al piano terreno, s’infilò in una
nicchia seminascosta, di sua conoscenza, per controllare la situazione.
Ormai era notte inoltrata e tutta la vita del palazzo era in totale subbuglio: evidentemente s’erano
accorti dell’assenza del Reggente e l’allarme era stato dato. Guadagnare l’uscita non sarebbe stato
facile...
Il Beobo si offrì di andare in avanscoperta, piccolo com’era gli sarebbe stato facile passare
inosservato. Con l’aiuto della bestia e usando passaggi di servizio, Esht riuscì, dunque, ad arrivare,
non visto, ad una delle porte secondarie del palazzo, ma... sull’uscio i due si fermarono impietriti.
Turbe di seguaci del Tempio si stavano riversando nel parco d’ingresso del palazzo e convergevano
verso l’entrata emettendo gridi orrendi. Muniti di globi che spandevano una luce azzurrognola ed
ammantati di nero, sembravano un’orda di spettri malefici pronti a calarsi sulla loro vittima!
Il Beobo sibilò:
- I Mostrilli! Scappiamo!- Ma, ma, allora sono proprio i seguaci del Tempio!- Bh, certo, uindo scemo, non l’hai ancora capito?! Sbrighiamoci! Dobbiamo trovare un’altra via di
fuga!- Ho un’idea, scappiamo dal giardino interno! C’è un passaggio segreto per l’esterno.- Bh, che aspettiamo, allora? Vado sempre io in avanscoperta!E così i due si lanciarono in una fuga disperata attraverso il palazzo.
Con un po’ di fortuna giunsero, inosservati, ad una porticina che s’apriva sul parco interno. Si
guardarono un attimo attorno: purtroppo il giardino non offriva copertura. Si lanciarono a rotta di
collo per il prato e raggiunsero il muro di recinzione. Ma questa volta qualcuno li vide; infatti, dopo
pochi istanti... un verso d’indicibile orrore squarciò il relativo silenzio del luogo. I due si voltarono
e videro uno sciame di vesti nere che si riversava nel giardino!
Sembravano confluire in una specie di serpente nero che si precipitava nella loro direzione! Il
Beobo urlò:
-Bh presto! Al passaggio!!!I due s’infilarono sotto la siepe e da lì, attraverso la grata, fuori dalle mura.
Il Pìppero, però, prima di defilarsi riuscì a sabotare il deviatore di flusso lanciando una cacca ben
mirata.
- Bh, non li fermerà a lungo, dobbiamo correre!Esht s’infilò la bestia beoba nella sacca e si lanciò per il sentiero sinistramente illuminato dai raggi
della luna.
I versi immondi continuavano a riempire la notte ed un odore di marcio si diffuse nell’aria. Esht col
cuore in gola e con il Beobo che lo incitava (a male parole) giunse alla scarpata. Senza por tempo in
mezzo si lanciò giù e, scivolando e rotolando, giunse in un attimo al pianoro.
- Dimmi da che parte devo andare per raggiungere l’astroporto!- Bh, non riusciremmo neanche ad avvicinarci, l’unica nostra speranza è attivare il passaggio per
Taiea, visto che è l’unico posto che non è ancora caduto sotto il controllo dei MostrilliIn quella un grido acuto li fece volgere verso la striscia di terreno che delimitava lo scavo. Le
tuniche nere erano già lì e li avevano visti!
Esht si precipitò verso il tumulo e s’infilò nel pertugio, mentre i seguaci del Tempio si precipitavano
nel pianoro lanciando grida mostruose. In men che non si dica i due raggiunsero il mosaico, il
Beobo saltò giù ed inserì la gemma nel foro e, dopo il lampo di luce abbagliante, si ritrovarono nella
nota stanzetta, immersi nella confortante sorda vibrazione.
Il ragazzino si lasciò scivolare a terra emettendo un sospiro, ma il Beobo lo apostrofò:
- Muoviti! Non abbiamo tanto tempo, i Mostrilli non c’impiegheranno molto a trovare il passaggio
nella sala della mummia!Allora Esht, recuperata la gemma, si rimise subito in marcia e, col Beobo sulla spalla, che gli dava
tutte le indicazioni sulla strada da seguire, raggiunse in fretta e furia la sala di controllo.
Il Pìppero balzò sulla poltrona antistante il pannello principale e, con estrema delicatezza, estrasse
dal suo zaino il secondo cilindro di cristallo. Lo pose con attenzione nell’alloggiamento,
incastrandolo in quello gia' presente e... La luce dorata si fece vividissima, la vibrazione crebbe un
po’ d’intensità, ma soprattutto di frequenza, fino a trasformarsi in un ronzio sommesso. Ogni
cristallo colorato, ora, brillava in maniera costante. Tutti i pannelli si erano accesi e mostravano
degli schemi. Il Beobo lanciò un’occhiata attorno:
- Bh, probabilmente sono le piante delle basi disseminate sugli altri pianeti del settore. Dobbiamo
trovare il comando per aprire il collegamento con la stazione di servizio, cioè Taiea! Non stare lì
impalato, renditi utile!- Ma Beobo, io non ci capisco niente!- Bh! E allora va almeno a controllare se i Mostrilli arrivano!Esht uscì e si diresse, di corsa, al corridoio dove si era aperto il passaggio per la stanza della
mummia.
Il luogo era sufficientemente lontano dalla sala comando, perciò si sarebbe dovuto percepire solo
una bassa vibrazione... e invece gli pareva di udire un sommesso raspare. Col cuore che gli
martellava in gola Esht girò l’angolo che immetteva sul corridoio dove era situato il passaggio... Il
rumore aumentava ed echeggiava per le pareti! Il ragazzino, guardingo, s’ avvicinò in punta di piedi
alla porta, s’accostò alla fessura, vi guardò attraverso e... trattenne un grido d’orrore! Occhi rossi e
tuniche nere s’agitavano nella stanza. Mani spettrali dalla dita adunche e scarne armeggiavano
attorno all’apertura!
Esht indietreggiò agghiacciato, finchè si ritrovò con le spalle al muro, poi si riscosse e corse via alla
volta della stanza dei bottoni. Dopo pochi minuti irruppe nella sala e strillò:
- Beobo, Beobo, sbrigati, l’ hanno trovata, hanno trovato l’aperturaaa!!!!Il Pìppero fece un salto sulla sedia:
- Bh! Che ti salta in mente di spaventarmi così?! Vuoi farmi venire la purumbullite? Bh, speravo
c’impiegassero un po’ di più a trovarla! Sbrighiamoci!Il pennuto si rimise a lavorare freneticamente sui cristalli, mentre Esht uscì dalla sala di comando e
si mise sull’ingresso della stanza attigua, controllando il corridoio. Il cuore gli martellava in gola e
sudori freddi gli impregnavano i vestiti in quegli istanti di attesa snervante. Con le orecchie tese
cercava di percepire ogni rumore che avrebbe denunciato l’imminente arrivo dei Mostrilli!
Dopo un intervallo di tempo imprecisato, un terribile “crack” ed un lugubre tonfo riecheggiarono
per i corridoi vuoti. Esht si precipitò dal Beobo:
- Arrivano, arrivano!Il Pìppero diventò ancora più frenetico. Sul pannello principale erano ancora visualizzati quelli che
dovevano essere i diversi pianeti, ma le linee di collegamento tra essi brillavano.
Tutte, tranne quella verde!
- Bh, sono riuscito ad attivare tutti i passaggi che connettono le basi dei pianeti, ma non quello della
luna!- Sbrigati, stanno arrivando!- Bh, un attimo, non è mica facile capire cosa c’è scritto! Bh... Aspetta un momento... sotto questa
sequenza di colori c’è un simbolo che mi pare voglia dire “uscita” o “emergenza”, dovrebbe essere
quello che fa al caso nostro!E così dicendo la bestia sfiorò alcuni cristalli, seguendo quanto indicato sullo schermo.
Tutto il quadrante s’illuminò!
Immediatamente dopo il punto, che rappresentava il pianeta T’Konwan, iniziò a pulsare e a
contornarsi di una corona luminosa, poi fece la stessa cosa quello ad esso collegato. Ma la linea
verde era rimasta tale e quale a prima...
- Bh Accidenti! Non era il comando giusto!In quella si sentì un verso tremendamente vicino echeggiare dal corridoio:
- Sono qui, sono qui!!!-Bh, un attimo, un attimo... Ecco, forse ci sono! Sotto quest’altra sequenza ci sono un paio di
simboli che dovrebbero voler dire “servizio” e “urgenza”, proviamo!Il Beobo fece volare le ali sulla consolle, mentre Esht fissava terrorizzato l’ingresso della sala.
Finalmente qualcosa accadde: sullo schermo la linea verde s’illuminò e al centro della sala
comparve una piastra con in mezzo un foro.
- Bh andiamo!I due si precipitarono verso la lastra, ma a metà strada il Beobo si fermò:
- Bh, la chiave! Tu raggiungi la piastra e tieni pronta la gemma blu, mentre io vedo se si può
recuperare il cristallo attivatore! Ormai il sistema è avviato e dovrebbe funzionare anche senzaIl ragazzino ubbidì e si posizionò sulla piastra, con il cristallo azzurro in mano. Il Beobo, tornato
alla consolle, estrasse la chiave. Tutto rimase acceso e, anzi, proprio in quella, un altro punto, sullo
schermo principale, si coronò di luce!
Il Pìppero indugiò un attimo lì incantato ad osservare, quando... Un verso raccapricciante, seguito
da un’orda di tuniche nere, si riversò nell’ingresso della sala.
-Muovitiiiiii!!!!- Strillò Esht.
Il Beobo si lanciò a volo pazzo, mentre i Mostri si scapicollavano verso di loro. Esht, lesto, quando
il Pìppero fu a portata, allungò un braccio e l’afferrò. Subito dopo s’accucciò, inserendo la gemma
nel centro, giusto un attimo prima che adunche mani lo ghermissero.
Un bagliore violento e poi... finalmente... la calma.
Esht e il Beobo si ritrovarono, pochi istanti dopo, in una stanza analoga a quella di ricezione del
pianeta T’Konwan. Questa, però, era diroccata: ne rimanevano soltanto metà del soffitto e tre
pareti . La camera era semi sepolta dalla terra, tuttavia vi era, in sommità, un foro abbastanza largo,
dal quale si vedeva il cielo. Era sera e le prime stelle cominciavano ad occhieggiare nel firmamento.
Dal foro si poteva anche intravedere uno spicchio di un pianeta.
Grazie ai ricordi delle foto di astronomia, Esht capì che quello doveva essere T’Konwan e che
quindi erano finiti proprio sulla luna, perciò tirò un sospiro di sollievo. In distanza s’udivano delle
voci ed il rumore di gente al lavoro.
- Bh, per il momento dovremmo essere al sicuro, qui.- Dobbiamo avvertire al più presto il mio popolo del pericolo che corre!- Bh, non è così facile, o Laolo. Pensi che i Mostrilli ti lasceranno dire quello che vuoi?- Allora devo chiedere aiuto alla Federazione! Dovrei riuscire a mettermi in contatto con qualcuno,
se raggiungiamo il palazzo dello pseudo-governatore locale.- Bh, pseudo che?- Massì, qui su Taiea hanno una specie di governo locale, in una certa misura indipendente da Enx.
Dovremmo essere abbastanza al sicuro dal governatore.-
- Bh, se lo dici tu! A me non sembra una grande idea. Per me è meglio se cerchiamo d’infilarci su
un’astronave e ce ne andiamo da questo sistema solare!- No, io devo avvertire il mio popolo!La voce di Esht giunse alle orecchie di un gruppetto di persone che stava lavorando, lì vicino,
attorno ad alcuni reperti riconducibili all’antico Impero T’Kon. La stanza diroccata, infatti, si
trovava nel sito archeologico di Taiea. Uno degli studiosi s’avvicinò alla buca e con somma
sorpresa vi scorse dentro un bambino:
- E tu che ci fai qui?Esht si volse spaventato verso la voce, mentre il Beobo s’infilava svelto nella sua sacca.
L’archeologo, un uomo di mezza età dal viso bonario, gli sorrise:
- Aspetta un attimo che ti facciamo uscire!In men che non si dica Esht fu fuori dallo scavo, in mezzo ad un gruppetto di studiosi. Quello che
doveva essere il capo lo apostrofò dicendogli:
- Non lo sai che è pericoloso giocare tra gli scavi? Si può sapere come hai fatto a finir lì dentro?.Poi lo fissò. Il suo sguardo si fece penetrante, poi s’illuminò di comprensione:
- Ma tu... anzi, Voi siete il Reggente di Enx! Ma lo sapete che vi stanno cercando tutti?!?Esht cercò di assumere il tono più autoritario che conoscesse:
- Buon uomo, mi porti dal Governatore! Subito!Il tizio si grattò la testa, un po’ perplesso dalla piega che avevano preso gli eventi. Tuttavia dopo
pochi istanti si risolse ad accontentarlo e, recuperato un mezzo, lo condusse al palazzo, che non era
poi molto distante dal sito archeologico.
Il governatore non credeva ai suoi occhi! Dopo tutto quel trambusto e tutti quei grattacapi il
ragazzino era lì davanti a lui nella sala da ricevimento! Anche i rappresentanti delle Razze che
intrattenevano rapporti commerciali con Taiea erano esterrefatti. Si erano, infatti, riuniti lì per
discutere delle restrizioni implicate dello stato di allarme generale dovuto proprio alla sparizione di
Esht-Kol XXI ed ecco che la “Speranza” in persona compariva davanti a loro! Sporco lurido, con
gli occhi spiritati e con un racconto incredibile di mostri e leggende!
Il governatore prese la parola:
- Vostra eccellenza, noi siamo in una posizione molto delicata, dovete capire! La vostra gente vi
cerca e se vi trova qui, senza una buona ragione, penserà che vi abbiamo rapito e magari anche
drogato, dati i discorsi strani che fate!- Non sono discorsi strani, mi dovete credere: la mummia senziente non è un mio antenato, è un
mostro! E mostri sono anche gli altri seguaci delle setta del Tempio che dominano da tempo la mia
gente nell’ombra perché le vogliono succhiare l’essenza vitale!Il rappresentante dei Klingon digrignò i denti e ruggì:
- Senti ragazzino, abbiamo perso fin troppo tempo per i tuoi vaneggiamenti, comportati da uomo e
affronta le tue responsabilità!Il capitano Vulcaniano, però, cercò subito di smorzare i toni e disse:
- Vostra eccellenza, sarebbe logico che ci deste una prova di quanto dite e che, comunque, cercaste
di parlare con la vostra genteEsht ribattè:
- Non è possibile, le comunicazioni sono in mano ai mostri! Come prova avete la mia parola e
quella del Beobo!- e così dicendo tirò fuori la bestia dalla sacca.
Il capitano umano, della nave stellare USS Xenaster, sbottò:
- Ma insomma, vostra eccellenza, come facciamo a credervi se ci prendete in giro! Adesso chiamate
a testimone un giocattolo!Il Beobo, infatti, pareva proprio un essere inanimato. Non si muoveva e, soprattutto, non parlava.
Esht lo scosse:
- Parla, parla, Beobo, dì loro che ho ragione!Ma niente, l’uccellino pareva proprio un pupazzetto di gomma...
Intervenne un Romulano:
- Io vi credo, invece, e se mi assicurerete l’esclusiva sui prodotti di Taiea, potrei chiedere al mio
impero di aiutarvi a debellare la minaccia con un intervento armato!Al che i Ferengi s’intromisero immediatamente urlando in coro:
- Non si può, non si può, abbiamo fior fior di contratti che devono essere rispettati!I Klingon, anziché urlare, s’avvicinarono minacciosamente ai rappresentanti Romulani, che
scattarono sulla difensiva.
Il governatore intervenne:
- Calma, signori, calma! Noi non siamo qui per litigare, ma per...Il discorso pacificatore venne bruscamente interrotto dall’addetto alle comunicazioni:
- Governatore! Ci stanno avvertendo che una flottiglia di astronavi da combattimento ha appena
lasciato T’Konwan e sta facendo rotta su Taiea! Anche da tutti gli altri pianeti di Enx sono partite
delle astronavi!- Co- cosa?- Governatore! C’è una comunicazione urgente proveniente proprio dalla flottiglia!- Me la passi sullo schermo grande!Sul monitor che copriva mezza parete della sala apparve il volto di uno dei seguaci della setta del
Tempio. Sul suo viso umanoide vi era stampato quello strano sorriso che caratterizzava tutti gli
appartenenti alla religione:
- Sappiamo che il nostro amato reggente è su Taiea, riconsegnatecelo immediatamente o verrete
accusati di rapimento e di ribellione!Il governatore sbiancò:
- Noi non abbiamo rapito nessuno! Il ragazzo è venuto qui spontaneamente, ma ve lo
riconsegneremo sub...Ma uno strillo gli impedì di finire la frase:
-NOOOOOO!!!! Mi uccideranno, CI uccideranno! Non potete darmi in pasto a quei mostri!Il consigliere Betazoide della USS Xenaster, una bella donna bruna, s’avvicinò a Esht e con voce
dolcissima gli sussurrò:
- State tranquillo, nessuno vi farà del male!Ma il ragazzino, con gli occhi dilatati dal terrore, le gridò:
- No, non capite, sono mostri, MOSTRI! Ci risucchieranno tutti, ci svuoteranno, diventeremo delle
amebe!La donna rimase un attimo a fissarlo, poi si voltò verso il Governatore:
- Forse è meglio non essere precipitosi, il ragazzo non sta mentendo. Qualsiasi cosa dica, vi assicuro
che lui ci crede davvero.Il ghigno sul volto del seguace prese una piega crudele e con un voce glaciale disse:
- Ridateci il Reggente o apriremo il fuoco contro TaieaIl governatore prese a sudare freddo:
- Ma certo, certo che ve lo restituiamo, dateci solo il tempo di chiamare le guardie di Enx che si
trovano all’astroporto.- Le abbiamo già informate noi e ora sono nel palazzo!In quella si aprì il portone ed un drappello di milizie di Enx armato fece irruzione nella sala.
Alla loro vista Esht fece uno scatto verso l’enorme vetrata della sala che dava su un vasto terrazzo,
ma i Romulani lo afferrarono:
- Lasciatemi, lasciatemi!- Gridò Esht scalciando e cercando di divincolarsi.
Ma i Romulani non mollavano la presa, anzi, stavano per consegnare il ragazzino tra le mani dei
militari, quando...
Una luce illuminò la sala a giorno. Tutti si voltarono istintivamente verso la grande vetrata e...
videro, nel cielo, una sorta di filamento luminosissimo che collegava T’Konwan ad altri corpi
celesti.
Il nastro di luce pulsò una, due volte. Poi pulso' anche T’Konwan e parve ingrandirsi... finché... in
un lampo azzurro, svanì assieme ai filamenti!
Gli astanti guardarono il cielo sbigottiti.
I Romulani allentarono la presa ed Esht cadde sulle ginocchia, incapace di realizzare l'accaduto. In
quel momento, il silenzio che era sceso sui presenti venne rotto dalla voce incredula dell'addetto
alle comunicazioni:
- Governatore, c'è qualcosa di incredibile. Pare che abbiamo perso il contatto con tutti i pianeti di
Enx!Pochi attimi dopo, un grido raccapricciante e bestiale si riversò nella sala dagli altoparlanti dello
schermo, facendo fremere i vetri! L’essere inquadrato aveva perso ogni apparenza umana. Da una
bocca oscenamente larga, irta di denti aguzzi, proveniva quel suono mostruoso! Gli astanti
dovettero tapparsi le orecchie e distogliere gli occhi dallo schermo per dominare l’orrore che il
verso riusciva a risvegliare in ciascuno di loro.
Fortunatamente, dopo poco, l’urlo cessò... Lo schermo era tornato opaco. L’addetto alle
comunicazioni con voce tremante avvertì:
- Le n-navi s-si stanno allontanando...Tutte!Esht sentì un sussurro provenire dalla sua borsa:
- Il portale dei Bubbofili!!! Bleh, dovrò ricominciare tutta la ricerca daccapo!Il Beobo s’era rifugiato lì in tutto quel trambusto.
- M-ma, m-ma!- Balbettò Esht - c-cosa è successo, dove sono finiti tutti i pianeti? E il mio popolo?Ma dal Beobo non ottenne risposta, allora gridò nella borsa:
- Dove sono finiti??? Che ne hai fatto? Li hai ammazzati!!!Un Vulcaniano s’avvicinò al ragazzo:
- Vostra grazia, non penso sia il momento di lasciarsi prendere dall’irrazionalità. Vi sono azioni ben
più urgenti ed utili che non urlare ad una borsa, la quale, per quanto brutta, dubito possa aver
contribuito in qualche modo alla catastrofe.Intervenne anche la Betazoide:
- State tranquillo Reggente, non penso sia morto nessuno, altrimenti io l’avrei percepito! La sola
sensazione che ho provato al momento della scomparsa di T’Konwan, infatti, è stata una sorta di...
allontanamento?...Il ragazzino con le lacrime agli occhi, guardò fuori dalla finestra. Del sistema di Enx erano rimasti
solo i soli...
Il cielo, che fino a poco prima aveva ospitato quei bei mondi, ora era orrendamente vuoto...
Epilogo
A bordo della USS Xenaster, Esht stava sistemando i propri miseri oggetti personali nella cabina
che gli avevano assegnato. Alla fine aveva deciso di partire con l’equipaggio Federale. Era stata la
Betazoide a convincere il capitano ad accettarlo a bordo. Il governatore di Taiea, molto gentilmente,
s’era offerto di trovare un posto sulla luna, che oramai era l’unico pianeta del sole, a lui ed al
rimasuglio della milizia di Enx. Ma molti, come lui, avevano deciso di partire, per non vedere nel
cielo quello scempio che faceva male al cuore.
Lui non aveva perso parenti stretti, dato che era orfano, molto probabilmente sempre a causa di
quegli orribili mostri, tuttavia soffriva terribilmente lo stesso. Per inciso, era venuto a sapere, grazie
alle ultime comunicazioni che c’erano state tra i militari su Taiea e i mondi di Enx, che tutti i
seguaci della setta avevano lasciato i vari pianeti, subito dopo la morte della mummia,
probabilmente nell’intento, alcuni di inseguirlo, altri di raggiungere T’Konwan. Dopo l’orribile
sparizione dei corpi celesti i sensori della luna avevano rivelato che tutte le astronavi dei mostri
avevano immediatamente cambiato rotta e si erano dirette in un punto imprecisato dello spazio,
scomparendo senza lasciar traccia.
Mentre Esht meditava su questi tristi accadimenti, il Beobo saltò fuori da un cassetto:
- Bebberebè, eccomi qua!- Cooosa!?!?- urlò Esht - Ancora tu?!?- Certo Bh! Non volevi mica piantarmi su quella luna, dopo che mi hai fatto perdere il portale dei
Bubbofili, vero?- Io cosa?- gridò Esht atterrito.
- Tu, sì! Bh, quando stavamo per scappare su Taiea, mi hai fatto fretta e così, per sbaglio, ho attivato
un portale di passaggio, che ha portato tutti i pianeti con le basi chissà dove... Bhhhhh se almeno
fossi rimasto su T’Konwan... a quest’ora, forse saprei dove sono spariti i Bubbofili! Era una delle
piste più accreditate... E invece... Tutta colpa tua! Adesso mi devi aiutare a trovare un altro
passaggio!- Cosa? Pensi che i miei pianeti siano dove ci sono i Bubbofili?- Bh, da qualche parte sono finiti di certo! E forse là ci sono o, almeno ci sono stati, anche i
Bubbofili!Affranto, Esht disse:
- Bella “Speranza” sono stato per la mia gente! L’ ho fatta sparire chissà dove...- Bh, certo non sappiamo dove siano finiti i tuoi sulacchi, ma visto che quella era una via di fuga,
studiata appositamente per quello scopo, probabilmente stanno benone! E comunque sia li abbiamo
liberati dai Mostrilli- Bel modo!- replicò Esht con le lacrime agli occhi.
- Bh, piantala di lamentarti, cosa dovrei dire io? Ho perso la mia attrezzatura, la mia astronave e,
quel che è peggio, una delle migliori piste che avevo per rintracciare l’antica civiltà dei Bubbofili!
Adesso mi aiuterai a trovare un altro passaggio!Esht ci pensò su un attimo, asciugandosi le lacrime. Allora c’era ancora qualche speranza di
ritrovare il suo popolo! Per quanto avesse voglia di strozzare la bestia e urlarle sul becco tutto
quello che pensava di lei, compreso il fatto che la riteneva responsabile almeno tanto quanto se
stesso dell’accaduto, tuttavia disse:
- E va bene, ti aiuterò! Ma non per i tuoi Bubbofili, ma per ritrovare la mia gente!- Bh, pensa un po’ quel che ti pare, l’importante è che mi aiuti! E adesso vedi di procurami qualcosa
da mangiare, ho fame!Esht, rassegnato a quella presenza scomoda, s’avviò alla porta. Stava per varcarne la soglia quando
la bestia beoba gli gridò dietro:
- Bh, e poi dovresti anche essere contento, in fin dei conti il tuo popolo è arrivato là dove nessun
sulacchio era mai giunto prima!! Beeeh, beeeh, beh!!!-